Note: Si prega di non fucilare l'autrice dopo aver letto quanto segue, visto che la sua mente malata è peggiorata a causa della febbre...




Il bacio della morte 

di Neko


Buio...

E' tutto buio attorno a me.

Mi guardo attorno ma non vedo altro che oscurità.

Una fitta oscurità che sembra avvolgermi mentre il mio corpo galleggia alla ricerca di un qualcosa di cui non sono a conoscenza neppure io.

Dove sono?

Che cos'è questo senso di vuoto che provo.

Questo dolore lancinante al petto, che sembra non volermi lasciare.

<Rukawa... Rukawa... Rukawa...>

Sento una voce in lontananza.

Una voce sottile e preoccupata che chiama il mio nome.

E a me viene in mente solo un nome

Hanamichi Sakuragi.

No non è lui.

Non è la voce del mio compagno.

Luce.

Bianca e accecante sembra risucchiarmi.

Sembra mi voglia condurre in un qualche luogo.

E io mi lascio trascinare, forse avrò qualche risposta a tutti questi miei dubbi.

Apro gli occhi... piano... lentamente...

E uan forte luce mi obbliga a richiuderli.

Riprovo a riaprirli... va un po' meglio...

Li apro e li richiudo varie volte per abituarmici...

Mi guardo attorno cercando di capire, in che posto io mi trovi.

Ma vedo solo quattro mura bianche.

Tutto attorno a me è bianco...

Sento una mano stringere la mia.

E' fredda questa sensazione che mi avvolge.

Come se percepissi qualche cosa di strano.

Un qualche dolore lontano.

Mi volto lentamente per vedere chi possa essere.

Per capire di chi sia stata quella voce che mi ha tirato fuori dall'oscurità.

-Ayako-

Dico il suo nome debolmente.

Come se non avessi più forze.

E in un certo senso è così.

Mi sento come paralizzato.

-Rukawa finalmente-

E' la stessa voce.

E' proprio lei che mi chiamava.

Sento i singhiozzi farsi sempre più forti... stà piangendo.

Non ne capisco il motivo.

E voglio assolutamente capirci qualcosa.

-Come ti senti?-

Questa domanda mi coglie un po impreparato.

Non lo sò neppure io come mi sento.

Sò solo che non riesco a muovere un muscolo.

-Non lo sò-

Le rispondo in tutta sincerità.

E noto i suoi occhi farsi ancora più lucidi e piccole lacrime percorrere il suo viso fino a cadere sulla mia mano ancora stretta dalla sua.

E solo ora noto il suo viso pieno di graffi.

Che cosa è successo?

E il mio pensiero prende voce dalle mie labbra.

-Che cosa è successo?-

Lei mi fissa per alcuni secondi.

Distoglie lo sguardo.

Fa un lungo respiro.

E poi torna a guardami.

-C'è stato un incidente-

Incidente?

Quando? Dove? Come? Perchè?

Chi ha avuto l'incidente?

Chiudo gli occhi pronto a riordinare le idee.

Ma l'unica cosa che mi viene in mente siamo noi su un pullman privato pronti per andare alla partita che deciderà la vittoria del nostro distretto.

Una lunga frenata e poi il buio.

Cos'è accaduto?

Perchè non ricordo nulla?

E tutto quello a cui posso pensare è una persona.

Hanamichi...

Dov'è lui?

Stà bene?

Credo che abbia capito il mio stato d'animo perchè vedo che stringe forte la mia mano. Ma a me non basta voglio sapere.

-Hanamichi?-

Vedo che sgrana gli occhi.

E' stupita anche se sà delal nostra relazione.

Credete che io sia un insensibile.

E' logico che la prima persona a cui vada il mio pensiero sia il mio compagno.

-Non lo sò-

Ora è il mio momento di risultare stupito.

Come cazzo fa la nostra manager a non sapere come stà un giocatore.

Mi sti prendendo per caso per il culo?

Provo ad alzarmi.

Non ho bisogno di nessuno io.

Lo scoprirò da solo.

Scoprirò da solo che fine ha fatto il mio do'aho.

Mi incazzo come una iena.

Perchè queste dannate gambe non si decidono a muoversi.

Ritento ancora una volta... ma nulla.

Non si muovono...

-Calmati Rukawa-

Calmarmi? Calmarmi? Calmarmi?

Ma se non riesco a muovere le gambe.

-Non si muovono-

-Cosa?-

-Le gambe cazzo... le gambe...-

Sgrana gli occhi e la paura impadronirsi di lei.

Mi fissa.

Ha paura.

Anche io ho paura.

Ora non mi importa di altro.

Voglio sapere perchè cazzo non si muovono.

-Aspetta-

E corre fuori.

E io riprovo, e riprovo...

Nulla... nulla...

E forse in questo momento capisco la realtà...

Incidente... Letto... Gambe che non si muovono...

Paralizzato...

No no no no...

Non ci credo...

E la pazzia si impadronisce di me...

Tutto quello che mi è accanto cade in terra...

Forse sono io che vado a conclusioni troppo affrettate.

Forse sono io che credo quello che non è...

Comincio a ridere e piangere allo stesso tempo.

Pazzia.

Sì stò impazzendo.

Per il dolore al cuore... Per l'insensibilità alle gambe...

E non sento alcune persone che entrano di corsa nella mia stanza.

Non sento nulla fin quando due infermieri non mi tengono fermo sul letto...

Sento una lieve puntura la braccio e gli occhi farsi pesanti...

Sento voci attorno a me.

Sento pronunciare il mio nome e poi...

-...uragi...-

Uragi????

Sono in uno stato di dormi veglia e non riesco a capire tutto il loro discorso.

Ma tra tutto quello sento che parlano di gambe.

Le mie gambe?

Oh mio dio perchè tutto questo.

Perchè mi è dovuto capitare tutto questo.

E poi ancora una volta il silenzio.

Apro gli occhi.

Non c'è più nessuno.

La stanza è completamente vuota.

E io sono solo con il mio dolore.

Qualcosa bagna il mio viso.

Lacrime.

Non voglio... Non devo piangere...

Ma è più forte di me...

Non potrò più giocare a basket.

Non potrò più sentire l'adrenalina scorrermi nelle vene mentre schiaccio a canestro.

Non potrò più saltare addosso al mio do'aho per una scazzotata.

Do'aho.

Hanamichi.

Perchè non è venuto?

Dove diavolo si è cacciato?

Ho paura.

Paura che anche lui sia in questa situazione.

No è impossibile...

Lui stà bene...

Sì sta bene...

Perchè se Ayako è in forma ed ha solo alcuni graffi, pure Hanamichi sarà così.

Certo erano in piedi tutti e due.

Lei lo ha stuzzicato.

Lui si è alzato in piedi.

E poi quella frenata.

Mi porto entrambe le mani alla testa.

Dov'è Hanamichi?

Perchè non ricordo cos'è accaduto dopo.

Merda... merda... merda...

Sento la porta aprirsi.

Tutta la squadra fa il suo ingresso.

Non me ne importa nulla di loro.

Cerco e ricerco ma lui non c'è.

-Dov'è Hanamichi?-

La mia non è una domanda ma un ordine.

Rispondetemi.

Ma rimango a fissare i loro volti cupi.

E ho paura.

Cado in un baratro di terrore.

Ho paura.

-Ditemi dov'è Hanamichi-

Urlo.

Ho paura.

Urlo.

Sono terrorizzato.

Urlo.

Sono finito.

E vedo i loro volti coperti da piccole gocce lucide.

Cosa vogliono dire.

Vi ammazzerei con queste mani per il vostro odioso silenzio.

********

Il silenzio fa più male di qualsiasi parola.

Silenzio capace di trafiggere un cuore in ansia.

Ansia uguale a terrore.

E la consapevolezza di quello a cui non si vuol credere.

********

Mi hanno fatto sedere su questa dannata sedia a rotelle.

Ho solo accettato perchè mi stanno conducendo da lui.

L'unica cosa che sò è che è ancora vivo.

Non mi hanno voluto dire altro.

Ci fermiamo davanti ad una porta.

La aprono e mi conducono al suo interno.

E lui è lì.

Sdraiato su un lettino, pallido come le lenzuola che coprono metà del suo corpo.

Pallido come la morte.

-E' ancora vivo-

Vivo? Vivo? Vivo?

E questo per questo maledetto medico vorrebbe dire vivo?

Essere collegato ad un macchinario è essere vivo.

Essere un vegetale per lei è essere vivo.

Stringo forse i pungi tanto da farmi male...

Dov'è il mio Hanamichi?

Quel bellissimo ragazzo dall'animo puro e indistruttibile.

Quel ragazzo che arrossisce per ogni mia minima carezza.

Quel ragazzo che geme sotto di me mentre facciamo l'amore.

Non esiste più... E' morto...

-Andate fuori... lasciateci soli-

Lo urlo.

Andate via...

Non vi voglio avere attorno...

Non voglio che i vostri stupidi occhi ci guardino pieni di pietà...

Voi non avete nessun diritto di guardarci...

Sento la porta chiudersi alle mie spalle...

Soli...

Ancora una volta soli...

Io e te...

Cerco di spingere questa sedia a rotelle, sino a raggiungere il tuo letto. E' un'impresa ardua. Sò che stai ridendo di me. Stupido do'aho ridi sempre di me quando non riesco a fare una cosa.

Ecco sono arrivato.

Allungo una mano e ti tocco la guancia... fredda...

-Ti prego ridi di me...-

E ancora una volta le lacrime minacciano di avere la meglio su di me.

Ma non impedisco nulla...

E loro scendono lente e umide sul mio viso...

Così come il mio cuore si stà sbriciolando...

E realizzo una cosa.

Non ci sono più sogni...

Non ci saranno più sogni per noi...

Ora che tu vivi solamente attaccato a questa macchina...

Ora che sò di dover rimanere paralizzato a vita...

Che queste stupide gambe non si muoveranno mai...

**********

E i sogni si infrangono come specchi.

Specchi fragili,

fragili come l'anima di una persona che ha perso tutto.

Il suo sogno, il suo compagno.

A cosa è servito vivere una vita intera per il proprio sogno

Quando questo può essere spazzato via in un attimo.

Sogni, amore e delusione.

Tutto è sparito

E non rimane che un vuoto nel suo cuore.

Un piccolo vuoto chiamato coraggio.

Ma il coraggio a cosa serve

Quando tu non hai più nulla.

E così davanti ai suoi occhi si specchia la dura realtà.

Una realtà troppo forte per essere sopportata da un cuore diviso a metà.

E la morte si manifesta in tutta la sua bellezza dinnanzi a te.

Ti si avvicina e poggia le sue labbra sulle tue.

Ti accoglie.

Ti da il benvenuto nel suo mondo.

Ma tu che ha deciso di morire

Per il resto del mondo non sei altro che un vigliacco.

Un piccolo esserino che solo e indifeso a scelto la via più facile

Ma più difficile allo stesso tempo

**********

Mi avvicino a te.

Poggio le mie labbra sulle tue... sono fredde...

Fredde come le mie gambe, freddo è il mio cuore.

E mentre la sottile lama passa sui miei polsi

Io prendo quella dura decisione.

Non posso lasciarti qui, non posso lasciare il mio compagno a soffrire

Tu che sei stato il simbolo della vita, non puoi vivere come un vegetale.

E mentre il sangue sporca questo pavimento bianco, allungo una mano e spengo il macchinario che ti tiene in vita.

Non lascerò che tu rimanga solo in questo mondo che non ti ama, non lascerò che questo mondo che ci ha disprezzato perchè siamo "diversi" strappi le tue ali dorate.

Ma poi per cosa siamo diversi?

Solo perchè amiamo?

Solo perchè i nostri cuori battono forte ogni qual volta le nostre labbra si toccano?

Solo perchè la nostra anima è legata da un filo sottile?

Questa è ipocrisia bella e buona.

Quante volte dovrò ripetere al mondo intero che quel che ci unisce non è un corpo simile. Che non è una voglia di provare qualcosa di diverso. Non è una semplice attrazione tra due maschi.

E quante volte dovrò ancora ripetere che quello che ci unisce è un cuore in grado di amare.

Dio ci ha creati ma non ha appeso nessun divieto sui nostri corpi.

Non ha detto "Oh voi che siete maschi non amatevi tra di voi".

Non è questo il vero peccato.

Il peccato è solo uno e semplice.

E' l'odio di questa stupida umanità che non ci apprezza, che non rispetta i nostri sentimenti. Ma cambierà tutto ne sono sicuro.

La macchina del cuore del mio compagno rallenta, stà lasciando questo mondo ipocrita.

Mi avvicino ancora una volta al suo volto.

Lo bacio e mi allontano da lui, solo per scoprire che si è spento con un sorriso.

Sento dietro di me la porta spalancarsi.

Urla invadere le mie orecchie.

Mi afferrano entrambi i polsi e cercano di fermare il sangue.

Tentano il tutto per tutto.

Ma è tutto inutile, ora sono in un confine.

Se faccio un passo avanti raggiungerò il mio Hanamichi.

Se faccio un passo indietro tornerò a vivere.

Chiudo gli occhi.

Una mano afferra la mia.

Apro gli occhi.

Solo per scoprire che non era vero che il paradiso non esisteva.

Davanti a me ho un angelo, il mio angelo.

E' bellissimo, stupendo.

Capelli rossi, un'aura luminosa intorno...

Ma quello che mi stupisce di più è quello che tiene tra le mani.

Un pallone da basket.

-Kitsune è arrivato il tempo di giocare-

Faccio un passo, due, tre e lo raggiungo.

Mi sorride.

Un sorriso dolcissimo.

E davanti a noi si spalanca un cancello.

Un campo da basket

E il nostro sogno può continuare.

Perchè anche se ora non abbiamo più un corpo.

Abbiamo un paradiso tutto per noi.

Dove giocare per tutta la vita.


Fine..........






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