Confesso: mi è piaciuta molto l’idea che ho letto ultimamente
in
diverse fic dei personaggi di SD tramutati in animaletti e
quindi ho pensato una trama per rappresentare come un gattino il mio
preferito: Rukawa !!!! ^^ In questo mi è stata d’aiuto la festa di
Tanabata…Dunque, una HanaRu un po’ diversa dal solito ma mi ha
divertito molto elaborarla e scriverla!!!!
Dedicata a Ria, come regalo di compleanno, e poi a Calipso e Greta, con un bacione!!! ^_^
If you
want to believe
Parte I
di
Nausicaa
La notte di Tanabata…
Notte di sguardi puntati verso il cielo e di desideri affidati a
striscioline di carta e al bambù…che scemenza!!!!
Sicuramente sarò uno dei pochi ragazzi di Kanagawa che stanotte non
daranno neanche un’occhiata al cielo scuro della notte e che non si
sforzeranno di individuare la Via Lattea, ma io sono fatto così…preferisco
di gran lunga osservare il mio pallone da basket che è rimasto a terra,
accanto alla mia scrivania.
Eccolo lì il mezzo che ho per realizzare i miei desideri!
Anzi, il mio unico, grande desiderio: diventare un campione nel basket
professionale e giocare negli Stati Uniti.
Per gioco, provo ad immaginare cos’altro potrei volere con altrettanta
intensità ma non mi viene in mente niente…probabilmente anche perché
non ho mai creduto che i propri sogni possano realizzarsi grazie ad un
intervento soprannaturale…è facile che ci sia una coincidenza quando si
spera di risolvere un problema d’amore, ma di fronte ad una richiesta un
po’ più difficile ci si dovrebbe arrendere all’evidenza che non
esistono poteri di questo tipo nell’universo!
Per esempio…se io volessi diventare un gatto per una settimana!!!
È qualcosa di irrealizzabile! Quello che salva le certezze di chi crede
in cose simili è che nessuno ha mai voluto diventare un gatto, così
nessuno ha potuto smentirli…
Mi stiracchio nel letto, ormai prossimo al sonno, mentre penso che quasi
quasi mi dispiace…mi piacciono tanto i felini e ho sempre adorato i
gatti, li ammiro molto per la loro indole…sarebbe divertente vivere per
qualche giorno come uno di loro…
Mi giro su un fianco e abbraccio il cuscino…il mio ultimo sguardo è per
la mia palla da basket…domattina mi devo alzare presto per allenarmi…
La luce filtra leggera dalle tende della finestra…tra poco suonerà la
sveglia…
Odio il risveglio!!!!!!
È il momento peggiore della giornata per me, sempre faticosissimo…ma,
dopotutto, significa anche che posso ricominciare a giocare a basket…
Faccio per stiracchiarmi di nuovo, per togliermi dal corpo il torpore che
si è impadronito di me durante le ore notturne, ma mi accorgo che c’è
qualcosa che non va…non sento più il braccio come al solito…
"Miao…".
Oddio…sono stato io…ma…sto dando di matto o cosa?! Io volevo
sospirare di irritazione e invece mi è uscito un miagolio…
Calma, Kaede. Ora ci riprovo.
"Miao".
Oddio…
Mi faccio forza e decido di aprire gli occhi.
La mia stanza è sempre quella, perfetto! Non sono finito in un’altra
dimensione…ora non mi resta che capire perché d’improvviso percepisca
il mio corpo così estraneo. Porto un braccio davanti alle mie iridi per
vedere cosa c’è che non va e…e…non vedo un braccio…questa è…una
zampetta felina!!!!! Inequivocabilmente!!!! Ma cosa…forse, se chiudo gli
occhi per poi riaprili di colpo, scoprirò che mi sono sbagliato, che
stavo ancora dormendo! Non c’è altra spiegazione…non ci può essere…vero?
Metto in pratica il mio proposito, ma il risultato non cambia: mi ritrovo
davanti ad una zampetta dal pelo nero e lucido…la osservo bene, scruto i
cuscinetti e le unghiette che ne fuoriescono…lancio uno sguardo al resto
del mio corpo…vedo altro pelo nero, le zampette posteriori, la coda…e
poi, per ultimo, come un fulmine, mi torna in mente lo stupidissimo
desiderio che ho formulato quasi per gioco ieri sera!!! Non è possibile
che sia stato preso sul serio!!!! Da chi?! E perché poi?!
Devo…devo fare qualcosa…ad esempio scendere da questo letto e
specchiarmi!
Scopro con sollievo che le zampette mi sostengono bene e salto giù…
"Miaaaoo".
Ahia, che botta…non ho saputo atterrare bene…ma non ho tempo per
lamentarmi, devo sapere!!!! C’è uno specchio a figura intera su
una delle ante dell’armadio e mi porto là davanti…soltanto per avere
la conferma di quello che già sapevo: lo specchio non riflette Kaede
Rukawa…o meglio, sono io, solo che sono…un gattino!!! Un cucciolo dal
pelo nero.
Vediamo…dovrei essere un cucciolo di circa due mesi: sono piccolino, il
pelo è ancora un po’ spumoso, gli occhi sono azzurri…ho qualche
macchiolina bianca sul ventre e sulla punta delle zampette. Un cucciolo
molto carino: se ne vedessi uno simile per strada, me lo porterei a casa
senza pensarci due volte…
Ma ora non è questo il problema. Cosa devo fare? Come faccio a tornare
normale? Hn…
A questo forse c’è rimedio: avevo detto di voler restare gatto per una
settimana, giusto? Ho la nitida sensazione che sarò accontentato anche in
questo…
Ma il fatto è che non posso restare qui, devo trovare da mangiare, da
bere e questa casa è vuota, a parte me…vuota come sempre…
La porta della mia camera è socchiusa, per fortuna; riesco ad insinuarmi
nello stretto spazio e a sgusciare nel corridoio del secondo piano; le
scale…improvvisamente mi sembrano così grandi, così alte…i gradini
appaiono come qualcosa di insormontabile, eppure devo scendere e uscire di
qui…mi muovo con cautela e circospezione, ma sembra che la
trasformazione mi abbia dato anche un istinto spiccato…percorro
velocemente, per quanto possa farlo un cucciolo, le scale, ma non appena
arrivo di fronte alla porta mi rendo conto che in questa veste non sono
abbastanza alto per aprirla. Vado in cucina, ma lì è lo stesso…non
posso aprire il frigo, non posso fare niente…che devo fare?!
Poi, avverto una brezza mattutina sul musetto…
La finestra!!!! La finestra che dà sul giardino! Capita spesso che, in
estate, la lasci aperta e l’ho fatto anche ieri sera! Non dovrebbe
essere difficile…
Salto su di una sedia, poi sul tavolo, poi sul mobile, poi sul davanzale…ed
eccomi sull’erba! È fresca e morbida sotto le mie zampette, mi fa il
solletico…ed è anche incredibilmente bella, così lucida di rugiada
mattutina…
Non so se sia per il nuovo istinto che ho o per la maggior vicinanza al
suolo, ma questa semplice distesa verde non mi era mai sembrata così
viva! Per un po’ mi diverto a correre nel giardino, arrivando fino all’albero,
facendo assaggiare la sua corteccia alle mie piccole unghie…finché la
fame non si fa sentire…ma come farò a procurarmi il cibo? Devo uscire
di qui, non c’è niente da fare, non mi viene in mente nessun’altra
soluzione…la cosa mi rende un po’ triste, ma sono anche curioso.
Visto che sono piccolino, passo senza difficoltà fra una grata e l’altra
del cancello di casa e poi decido di avventurarmi subito; ed è davvero un’avventura:
tutto sembra così diverso…posti, palazzi e strade che vedo ogni giorno
da anni, eppure adesso stento a riconoscerli e mi sento così indifeso…una
sensazione che non ricordo di aver mai provato prima nella vita, ma so di
essere vulnerabile in questo momento, come qualsiasi cucciolo del mondo…
La città è ancora addormentata in parte: si vedono poche persone che
già escono dai palazzi o dalle villette, forse perché il loro tragitto
verso il lavoro è particolarmente lungo; io mi muovo radente i muri,
facendo attenzione.
Sto andando verso il parco, che non è distante.
È buffo: l’ultima cosa che avevo pensato ieri sera era di venire qui
stamane…voglio vedere lo stesso il campetto da basket: sono sicuro che
quel luogo saprà calmarmi e aiutarmi a trovare una soluzione, a capire
cosa debba fare…
Lo raggiungo in pochi minuti e, infatti, provo subito un senso di
tranquillità che mi reca sollievo.
Poi mi accorgo del rumore della palla.
Mi volto e, dalla parte opposta del campo, vedo il do’aho.
Hanamichi Sakuragi.
Che ci fa qui a quest’ora? Questo è il mio campetto preferito…però
ora che ci penso, ci siamo incontrati spesso nelle ultime mattine…
Lo scruto dal mio angolino, osservando la sua espressione un po’
alterata.
"Dannata kitsune!!! Perché non si fa vedere? Eppure, di solito, a
quest’ora è già qui!".
Non capisco perché dica questo: non avevamo affatto appuntamento qui,
stamattina, neanche per una sfida.
La testa rossa controlla l’orologio e sbuffa: "Quel volpino si
sarà addormentato nel fare colazione, ci scommetto!!! Al diavolo…ho
fatto una levataccia per niente!!!".
Qualcosa mi dice che, se fossi qui in forma umana, mi toccherebbe
sopportare uno dei suoi proclami e una sfida; non riesco ad interpretare
in altro modo le sue parole…Ora cammina a grandi passi verso l’uscita
del campetto, con una faccia strana, non è arrabbiato come potrebbero far
pensare le sue parole…sembra preoccupato.
"Spero che si sia addormentato a casa e non sulla bici…".
Il suo è soltanto un mormorio, ma il mio nuovo udito felino lo percepisce
benissimo. Come mai tanta ansia per me? Non gliel’avevo mai sentita.
Però adesso rischio che mi veda, devo spostarmi, non voglio che…ecco,
magari andando da quella parte…
"AAAAAAH!!!!".
Accade tutto molto in fretta: prima il suo urlo mi fa prendere un colpo e
poi mi sento sollevare bruscamente!!! Per ritrovarmi di fronte al suo
brutto muso da scimmia rossa!!!!
No…non riesco ad accettarlo: Sakuragi mi ha appena afferrato per la
collottola!!!!! Ditemi che non è vero!!! Però…però il suo sorriso è
luminosissimo…
"Un cucciolino…ma lo sai che sei un amore? Che ci fai qui tutto
solo? Dov’è la tua mamma?" mi dice, mentre io me ne sto per aria,
tutto rannicchiato su me stesso.
Mia madre è morta, tanti anni fa…
"Ti sei perso?".
Allungo una zampetta cercando di graffiarlo, ma non ci riesco e poi le mie
unghiette sono troppo piccole, ancora, per fare veramente male.
Mettimi giù, do’aho!!!! Non mi piace per niente che tu mi tenga
così!!!!
Ora gli soffio contro…
"Fffffffhhh…" che cosa penosa…sembra un pigolio…
Però c’è qualcosa di strano: il Sakuragi-do’aho che conosco io
adesso darebbe in escandescenze contro lo stupido gatto che mostra
ingratitudine verso la fulgida generosità del tensai…e invece mi
sorride ancora più dolcemente di prima e mi prende in braccio! Bene,
così potrò morderlo!
Ma prima che possa farlo, mi sorprende la sua mano che mi accarezza
gentilmente il pelo.
"Lo so che sei spaventato, piccolino, ma io non voglio farti del male…tranquillo…ora
penserò io a te".
NOOOOO!!!! Voglio scendere!!!!! Cerco di sgusciare dalla presa delle sue
braccia, ma la sua stretta è troppo forte perché ci riesca; lo
mordicchio veramente sul braccio, ma il do’aho non fa una piega.
"Per prima cosa vediamo se trovo la tua mamma, in caso contrario ti
prenderò con me e ti porterò a casa mia!".
"Miao miao miao" se ne accorgerà che sono miagolii di protesta?
Mi sa di no, perché la sua mano mi accarezza la testolina e le
orecchiette e la sua voce mi dice: "Calmati, ora non devi più avere
paura".
Io non ho paura! Però…in effetti ha ragione: forse la cosa migliore è
andare da lui. Cosa potrei fare da solo, in città? Un cucciolo corre
molti rischi, ma se stessi con lui, a casa sua, sarei al sicuro; non
dovrebbe essere poi così terribile, in fondo si tratta di pochi giorni,
non di tutta la vita…
La sua ricerca, devo dire, è rapida e breve, e io ho come l’impressione
che non ci tenga poi molto a trovare questa inesistente mamma-gatto.
"Be’, non mi resta che portarti a casa con me!" e lo dice con
un entusiasmo autentico, sembra davvero contento.
"Andiamo, va’…tanto la volpaccia stamattina non verrà!" il
suo tono diventa improvvisamente triste nel dirlo, ma perché?.
Scopro che casa sua non è esattamente dietro l’angolo; camminiamo un
bel po’, o meglio lui cammina e io vengo portato in braccio, e mi trovo
davanti a quartieri mai visti, un po’ dimessi, con le case senza
giardino.
È un tragitto lungo, ma non mi pesa: forse perché Sakuragi continua a
coccolarmi, incurante delle mie zampette che ogni tanto cercano di
allontanare la sua mano da me. Però scopro che è tanto piacevole essere
accarezzati sotto il mento…
"Sei davvero carino…scommetto che piaceresti anche a lui…"
mi sorride.
Lui? Perché non ‘lei’? Non gli piaceva Haruko Akagi?
"Speriamo che la mamma sia già tornata a casa dal suo turno! Sai,
dietro casa mia c’è un ospedale e lei lavora lì come infermiera…devo
chiederle il permesso di tenerti!".
Ma si rende conto che sta parlando con un gattino?! Talvolta sembra quasi
che si aspetti delle risposte! Eppure…è buffo…ma non in senso cattivo…
"Eccoci arrivati!!!" esclama; entriamo e mi deposita a terra e
io mi guardo intorno un po’ spaesato. Ovviamente adesso mi sembra tutto
grande, ma so che se fossi qui come ragazzo penserei che la casa è
davvero piccola e un po’ disadorna. Però profuma di fresco…certo,
dopotutto se ne occupa un’infermiera…
"Bene, mia madre è tornata! Aspettami qui che la vado a chiamare…".
Muovo qualche passo nel salotto, mentre mi giunge il suo grido ‘MAMMAAAAAAA’,
che probabilmente sentiranno anche i vicini; in un angolo della stanza,
noto un piccolo altare attorno ad una foto listata a lutto, come si usa
qui da noi…la foto ritrae un uomo. Anche senza chiederlo, sento che deve
essere il padre di Sakuragi; sto per dirigermi lì quando vengo nuovamente
sollevato senza tanti complimenti per la collottola!!! Spero che questa
mania gli passi!!!!
"Hanamichi, non così, lo spaventi!!!" una voce femminile
annuncia la madre del do’aho; volto il musetto nella sua direzione e
vedo una signora bruna ancora giovane, con il viso sorridente e vivace,
anche se stanco.
"Posso tenerlo? Vero che è un amore? Ti prometto che me ne occuperò
sempre io, tu non dovrai preoccuparti di niente!!" dice con
entusiasmo Sakuragi.
La madre mi guarda e poi mi accarezza sul dorso con gentilezza: "E’
davvero carino, sì…va bene, Hana, tienilo pure: ma dovrai occupartene
tu come promesso".
"UAAAAAAHHHHH!!! Eheheheh…non temere, sono un tensai anche nell’addomesticare
gatti e altri animali feroci!!! Penso a tutto io!" grida lui,
visibilmente felice.
Sua madre lo fissa canzonatoria: "Addomesticare? Non per dire,
tesoro, ma il gattino mi sembra più calmo e composto di te…perché non
impari tu da lui?" e ride divertita dalla faccia del figlio che
diventa sempre più rossa per l’indignazione.
"I geni sono sempre vitali ed esuberanti- proclama con solennità da
tensai incompreso, poi mi stringe a sé e torna ad un tono di voce
normale- Allora grazie! Ora vado un attimo in camera…" e si avvia
verso il corridoio.
"Non metterti a giocare col gatto, eh! Devi andare a scuola!!!"
gli grida dietro sua madre, come ammonimento.
Diventerò sordo qua dentro, me lo sento…non sono abituato ad una casa
rumorosa.
La stanza del do’aho è piccola, ma rende bene l’idea…disordinatissima!!!
Lui mi deposita gentilmente sul letto e io mi acciambello per saggiarne la
comodità.
"Allora, ti piace? Sai, io sono figlio unico per questo mi piace un
sacco stare con i miei amici e i miei compagni di squadra!!! E adesso
avrò anche te a casa…sono davvero contento! Questo pomeriggio ti porto
con me al negozio di animali per comprare il necessario…però, forse
adesso dovrei darti un nome!".
No, il nome scelto dalla testa rossa no!!!!!
Lui si siede a terra tutto pensieroso, mentre io mi rilasso sul tepore
comodo della sua coperta.
"Vediamo…qualcosa di adatto a te…".
Si mette a sedere sulle ginocchia e si avvicina; allunga di nuovo una mano
e mi accarezza sulla testolina…e io devo essere scemo o forse è l’istinto
da cucciolo che ho adesso, ma mi rigiro sulla schiena e inizio a giocare
con lui, faccio per toccargli le dita con le zampette e lui mi sorride
affettuosamente.
"Sei bello, hai il pelo nero e gli occhi azzurri…mi piacerebbe
chiamarti come lui…".
Ancora con questo ‘lui’? Che strano, non capisco…
"Miao" gli miagolo, per fargli dire qualcos’altro: sono
curioso.
"Kaede…ti piace come nome? O preferisci Rukawa? O semplicemente Ru?
Magari kitsune? No, sei un gatto…kit-chan…no, la sostanza non cambia…".
"MIAO!!!" emetto il miagolio con un certo allarme: che significa
tutto questo? Vuole chiamarmi con il mio stesso nome?! Non credo conosca
altri Kaede Rukawa, si sta riferendo a me…e pronuncia il mio nome senza
astio, senza accompagnarlo da proclami d’odio…che gli prede? Come mai
questa dissociazione?
"Kaede…ti chiamerò così! Be’ magari volevi un nome tutto tuo e
invece io ti sto dando il nome di un altro, ma vedi…io riesco a pensare
sempre e solo a lui: Kaede Rukawa è il ragazzo che amo e tutto quello che
mi viene in mente riguarda soltanto lui, sempre lui…quindi, sarai Kaede!!!
Sai, io non posso chiamarlo per nome e invece mi piacerebbe tanto, perché
ha un suono talmente bello e dolce…almeno potrò chiamarci te, va bene
piccolino? Poi ti parlo di lui, anche questo non posso farlo con
nessuno!!! Ora, però devo andare. Facciamo così, cerco di svignarmela
dalle ultime ore di lezione, torno qui, ti porto al negozio di animali e
poi corro agli allenamenti! Non lo sai, ma io gioco in una squadra di
basket…del resto, i geni sanno fare di tutto! Ok, ora andiamo!".
Dove, cosa?! Perché mi prende in braccio, che vuol dire che mi ama?!
Lui…mi ama…Sakuragi mi ama? In quel senso? E da quando? Non…non è
possibile…ha sempre gridato di odiarmi, ci siamo picchiati più volte…io
credevo che mi odiasse sul serio…
Mi ritrovo in cucina e lo vedo aprire il frigo per prenderne il latte.
"Miao miao miao" miagolo per attirare la sua attenzione; voglio
saperne di più, non penserà di andare davvero a scuola e di lasciami qui
da solo!!!!
Lo guardo da sotto in su, visto che ora sono sul pavimento e lui si volta
verso di me.
"Ora ti do un po’ di latte, va bene Kaede? Sarai affamato…"
e si china mettendo davanti al mio musetto un piatto colmo di latte
fresco; io ho effettivamente fame…ne assaggio un po’ trovandolo buono
e mi sembra strano, perché nella mia forma umana non è che il latte mi
piaccia molto…però ora come gattino lo apprezzo! Come si dice, istinto
felino…
So che mi sta osservando, per assicurarsi che vada tutto bene.
"Ok, adesso vado, torno tra poche ore, uscirò di scuola nell’intervallo
del pranzo e…".
NO!!! Non voglio che vada, deve continuare a spiegarmi…come può essere
che davvero mi ami?!
"Miao miao miao miao" lo guardo cercando di addolcire il mio
sguardo per indurlo a rimanere.
La testa rossa si china e mi accarezza e per la prima volta io mi strofino
contro il suo palmo caldo.
"So che non vuoi restare solo, ma io devo andare a scuola…per
vederlo, capisci? Non che me ne freghi niente della scuola, ma potrei
incontrarlo per i corridoi o in terrazza oltre che agli allenamenti…".
NO, IO SONO QUI!!! Sono qui, non mi troverai allo Shohoku!!! Ma come posso
farglielo capire?
"…quindi, per quanto tu sia un micetto adorabile, Kaede, adesso
devo andare dove è il MIO Kaede!!! Ma torno presto, promesso!!!".
È rapido anche nel sollevarmi, come in tutto quello che fa: in pochi
secondi mi ritrovo nuovamente in camera sua e lo vedo afferrare la
cartella prima di scappare via.
Dunque…dopo essermi risvegliato sotto forma di gattino, credevo che
niente più potesse sconvolgermi, ma mi sbagliavo; Sakuragi ha detto che
mi ama…che ama me, proprio me…e deve essere vero! Insomma, lo ha
confidato ad un gatto, che motivo avrebbe avuto di mentire? Quella era la
tipica situazione in cui si dice la verità…a parte il fatto che se
parlasse con un gatto per mentirgli non sarebbe soltanto un do’aho,
sarebbe proprio pazzo! Ma Hanamichi non è né pazzo né do’aho, a
dispetto del modo in cui lo chiamo! Cioè, è un do’aho, ma in senso
buono…
Mi ama…da quando? Non me ne sono mai accorto, non lo avrei mai detto…ma
allora tutte le storie per ‘Harukina cara’ erano una bugia…Ma
perché in tutto questo tempo ha continuato a picchiarsi con me e a
gridarmi che mi odia…un innamorato dovrebbe fare il contrario, no?
Dovrebbe conquistare la persona amata, non insultarla!!!!
Non capisco…
Ma forse è inutile arrovellarsi adesso: Hanamichi ha detto che poi mi
avrebbe raccontato, che non ne può parlare con nessuno…devo soltanto
aspettare che torni e poi capirò tutto!
Mi acciambello sulla sua coperta dopo averla annusata: ha un buon profumo
di pulito, come di fiori…si vede che sua madre ci tiene…ed è morbida…mi
viene in mente che forse dovrei riflettere su quello che significa per me
questa scoperta, ma mi sento tanto stanco! Però non sono arrabbiato…sono
stupito, questo sì, ma non sono seccato o indignato…anzi, è una bella
sensazione…quasi confortante…ora…sto bene qui…e ho tanto sonno…
Hn…
Sento una mano che mi accarezza gentilmente, che mi solletica le orecchie
inducendomi a svegliarmi.
"Miao…" apro gli occhi e lo vedo, inginocchiato accanto al
letto, che mi coccola sorridendo. Io mi stiracchio tutto, facendolo
ridere.
"Avevi sonno, eh? Non mi dire che gli somigli anche in questo! Hai
visto che sono tornato presto? Ora possiamo andare!!".
Si alza in piedi e mi prede in braccio con delicatezza stavolta, anche se
io mi aggrappo istintivamente alla sua maglietta per reggermi meglio; alzo
il musetto verso di lui, che si incammina verso la porta di casa.
"C’è un negozio di animali qua vicino, lì potrò comprare il
necessario per prendermi cura di te…speriamo che faccia orario
continuato e che non chiuda per pranzo!" mi spiega.
Questo fatto che Sakuragi parli con un gatto si sta rivelando fondamentale…
"Miao" miagolo per fargli intendere che ho capito.
La sua stretta è salda mentre siamo per strada, forse ha paura che possa
cercare di divincolarmi; il negozio non è lontano, ma dalla sua faccia
spaesata capisco che non c’è mai entrato in vita sua: è un po’
titubante mentre si avvicina al bancone dietro al quale è il
proprietario.
"Benvenuto! In cosa posso servirti?" gli chiede l’uomo, con
volto bonario.
"Ah…ehm…vorrei tutto il necessario per occuparmi di questo
gattino!".
"Hai mai avuto gatti prima d’ora? A casa hai niente che possa
servirti?".
"No".
L’uomo annuisce: "Quindi devi comprare tutto: la cesta, la
vaschetta con la sabbia, il necessario per la cura del pelo…vuoi anche
qualche giocattolo?".
"No no, per quello utilizzerò qualche gomitolo!!!" esclama la
testa rossa.
Vuole farmi giocare con un gomitolo?! Oddio…e poi, io non voglio giocare
come se fossi davvero un gattino!!!! Cioè, adesso lo sono, ma ho
coscienza di essere un ragazzo in realtà!!!
"Miao!" un miagolio secco, di protesta…accompagnato da un’occhiata
scettica del signore del negozio.
"Quanto ha il gattino?".
"Non lo so…è un cucciolo, no?" risponde Hanamichi.
"Su questo non c’è dubbio…appoggialo qua sul bancone" lo
invita l’altro.
Ma, a queste parole, sento la stretta del do’aho farsi più intensa.
"Perché?" chiede, sospettoso.
"Così potrò dargli un’occhiata".
Sento che obbedisce con riluttanza, ma mi posa ugualmente sulla fredda
superficie del bancone restandomi vicino.
Il negoziante mi solleva all’improvviso e io mi spavento!
"Miao miao miao!!!" voglio che mi metta giù, non voglio che
qualcun altro mi prenda in braccio a parte il do’aho!!!
"Ehi, cosa crede di fare?!- scatta lui, furibondo come non l’ho mai
visto- Mi ridia il gattino, non l’ho autorizzata a toccarlo!!!".
Il signore fa addirittura un passo indietro, colpito dalla reazione di
Hanamichi, poi gli spiega: "Volevo assicurarmi che stesse bene!"
sulla difensiva.
"Ok, ora che se ne è assicurato me lo ridia subito!" e senza
aspettare una risposta mi prede e mi stringe nuovamente a sé,
rilassandosi.
"Ehm…dunque…è un cucciolo di circa due mesi ed è un maschietto…".
Vorrei pure vedere!!!!
"Ah! Va bene…senta, non ho molto tempo: può darmi il necessario e
magari indicarmi un veterinario di fiducia? Devo tornare a scuola…".
"Certo! Bravo, che bel senso del dovere…" commenta l’uomo,
iniziando a trafficare tra la merce inscatolata alle sue spalle.
"Ma quale dovere…voglio solo vedere Rukawa…" mormora lui, a
voce talmente bassa che riesco a sentirlo soltanto io.
Davvero per lui è così importante quando ci incontriamo a scuola? E
pensare che ero sicuro gli desse fastidio vedermi anche solo agli
allenamenti…già, gli allenamenti!!! Oddio…gli allenamenti!!! Dovrò
saltarli per chissà quanto tempo!!!! Non è giusto, come posso fare?!
"Allora hai detto che non vuoi i giocattolini?".
"No no…me la caverò da solo!!! E poi forse a casa ho qualcosa di
mio che potrebbe andare bene…".
"E per il mangiare? Sai come regolarti, a parte il latte?".
"No…".
"Allora ti darò anche qualche prodotto per i gattini di questa
età".
Alla fine usciamo dal negozio con il do’aho che regge un gran bustone;
devo essere sincero: mi dispiace tanto che abbia speso tanti soldi per me,
anche perché prima o poi io tornerò normale…spero!!!
"Ti piace la cesta, Kaede? La sistemo in camera mia, starai bene,
vedrai! Adesso torniamo a casa e mangiamo, ma poi io dovrò riuscire per
andare agli allenamenti del club…sai, gioco nella squadra di basket
della mia scuola. A dire il vero, sto ancora imparando, non è da molto
tempo che ho scoperto questo bellissimo sport…ma credo di essere
decisamente portato. Vorrei aver imparato prima…".
La voce di Sakuragi è allegra, ma io sono un po’ shoccato: questo…questo
non è il do’aho che rompe le scatole a tutti durante gli allenamenti
con i suoi proclami di superiorità!!! Anzi…mi è piaciuto quello che ha
detto, del basket e di se stesso!! Come può essere?
"Ovviamente non fa molta differenza perché io sono un genio!
Recupererò il tempo perduto e diventerò un campione, ne sono sicuro!!!
Potrai dire agli altri gatti che il tuo padrone è un campione!!!!
Eheheheheheh…" ride lui.
Ah, ecco, volevo dire…mi stavo spaventando! Ma comunque neanche adesso
il suo tono era da sbruffone…
Rientriamo in casa e lo vedo prepararsi velocemente uno di quei ramen
preconfezionati, mentre a me versa altro latte in una ciotolina nuova di
zecca per poi riempirne un’altra con…cibo per gatti?! A me?! Ok,
adesso sono un gatto, però…
"Che c’è, non ti piace? Guarda che è buono, è fatto con il
pesce!" si preoccupa la testa rossa, chinandosi su di me.
"Miao" protesto un po’ dubbioso.
"Avanti, prova a mangiare…" mi incoraggia lui, con un sorriso.
Hn…accosto con sospetto il musetto alla ciotola e annuso prima di
mordere un pezzo di quella roba…uhm…dicono che sia pesce a quanto ho
capito…ne dubito! Per far contento il do’aho ne mangio un altro po’,
ma poi mi sposto per bere un altro po’ di latte, facendogli capire che
il mio pasto si è concluso.
"Tutto qui? Non vuoi altro?".
"Miao" no!!!!! Vorrei vedere lui, a mangiare quest’affare!
Lui ride affettuosamente: "Ho capito, non sei un gattino
goloso!" e poi posa la sua grande mano sulla mia testolina e mi
accarezza; quando mi solletica sotto al mento, io mi rilasso…è così
piacevole…potrei stare ore così…
Ma lui si ferma e mi prende in braccio: "Ora ti riporto in camera
mia: stai lì buono fino al mio ritorno, tanto arriverò presto…e
stasera ti parlerò di Rukawa!!!".
Mi ritrovo nella cesta appena comprata, una bella cesta bianca con un
comodo cuscino azzurro; devo ammettere che mi sento stanco, anche se non
so se sia l’emozione per le vicende della giornata o perché sono un
cucciolo e i gattini dormono molto…hn…io già dormo molto di mio!!!
Mi stiracchio sbadigliando e mi raggomitolo tutto; ho sonno…vorrei
osservare meglio questa stanza, ma ho sonno…avrò tempo dopo…
Non so quante ore siano passate, ma d’un tratto sento qualcuno che mi
solleva e mi stringe.
"Oi, sei proprio un dormiglione!!!".
Hanamichi è tornato.
Apro lentamente gli occhi e li fisso sulla sua faccia allegra; la sua mano
mi arruffa il pelo del pancino e io mi diverto a cercare di allontanarla
con le zampette, perché mi fa il solletico.
"Meno male che hai dormito, credevo ti saresti annoiato visto che
sono tornato più tardi del previsto! Sai, oggi Rukawa non si è fatto
vedere agli allenamenti e mi hanno detto che non c’era neanche alle
lezioni…è strano…".
Improvvisamente mi sveglio del tutto e mi concentro su quello che racconta
la testa rossa: già, in questi giorni dovrà essere lui il mio tramite
con il mondo! Che avranno pensato i miei compagni di squadra e l’allenatore,
non vedendomi?
"Ayako dice che forse non sta molto bene per una forma influenzale
che gira in questo periodo, dice che ci sono diversi assenti anche nella
sua classe; mah…ho fatto tardi perché sono andato a cercarlo al
campetto dove va di solito, ma non era neanche lì…".
Trattengo il respiro, quasi incredulo. È…preoccupato!!!
Ma allora era sincero quando diceva di amarmi!!! Lo capisco anche da come
pronuncia il mio nome…perché me lo ha nascosto? Ha paura della mia
reazione? Di come potrei respingerlo? Certo, se due giorni fa si fosse
dichiarato, non so come avrei reagito, ma non lo avrei trattato male…
Sakuragi mi solleva portandomi davanti al suo volto, mentre io mi aggrappo
con le zampette alle sue mani.
"Ora ceniamo! Sei un cucciolino e devi nutrirti per crescere bene!!!
E anche io devo crescere bene…eheheheheh…l’altezza è importante per
un basketman!!!".
Torniamo in cucina, ma davanti alla ciotola io mi impunto.
Non la voglio quella scatoletta!!!!!
"Miao".
"Mangia, che aspetti?".
"Miao miao miao" no, no, no!!!!
"Non ti va il pesce, preferisci la carne?".
NOOOOO!!!! Meglio questo pesce insipido…ne mangio qualche boccone, poi
mi sposto verso l’altra ciotolina, quella blu, per fargli capire che se
proprio devo mangiare preferisco bere altro latte. Il do’aho mi
accontenta e io bevo con un certo gusto, confortato dal sapore fresco.
Poi Sakuragi mi porta dove ha sistemato la vaschetta con la sabbia e fa
bene visto che è arrivato il momento di usarla; dopo, ritrovo da solo la
via della cucina, dove il mio compagno di squadra si sta scaldando la
cena. Devo ancora familiarizzare bene con questa casa, anche se non è
grande…tutt’altro…
"Miao!".
Mi avvicino a lui e richiamo la sua attenzione: mi aveva detto che stasera
mi avrebbe parlato di me, giusto? Voglio che mantenga la promessa. Come mi
vede? Cosa ha capito di me, che cosa l’ha fatto innamorare? Devo saperlo…e
so che sarebbe sincero, spontaneo, che non parlerebbe ad arte per
accattivarmisi. Un po’ perché non sa che il gattino sono io, un po’
perché lui è fatto così, questo l’ho capito…
"Aspetta che finisco di scaldarmi la cena! Ecco fatto!!!".
Ha un’aria golosa mentre si sistema a tavola per mangiare quello che
sembra riso al curry; io mi porto vicino a lui e gli tocco una gamba con
una zampetta.
"Miao".
"Vuoi stare in braccio?".
Non aspetta neanche che io gli faccia capire che sì, voglio stare in
braccio a lui, che mi solleva e mi deposita sulle sue gambe; la sua mano
sinistra prende a carezzarmi sulla testolina e sulla schiena e io mi
rilasso, miagolando.
"Come ti dicevo, oggi Rukawa non è venuto a scuola…mi è mancato
tanto, sai? E la cosa peggiore è che non posso farlo capire!!! Uff…non
so per quanto tempo riuscirò a fingere ancora di odiarlo!!! Non è da me
mentire, non mi piace, non è nel mio carattere…".
Sento una nota di autentica sofferenza nella sua voce: io…non mi ero
accorto che ci stesse così male… Mi accorgo che per un po’ mi guarda
fisso, poi mi sorride: "Sei davvero un bel gattino…anche Rukawa è
bello, è il ragazzo più bello del mondo! Ha i capelli neri, tanto folti
e lucidi da sembrare irreali e una pelle bianchissima…ma la cosa più
bella sono i suoi occhi!!! Meravigliosi…ha quelle ciglia così lunghe…e
un corpo perfetto, talmente armonioso…".
Davvero sono così?! È la prima volta che mi guardo attraverso gli occhi
di un altro…
"Ma non è solo questo, mi piace tutto di lui!!! Ah, a volte mi
sentirai chiamarlo kitsune, perché è il soprannome che gli ho dato!!!
Quando l’ho fatto la prima volta lui mi ha guardato male, non lo sa che,
a dispetto delle tradizioni popolari, io adoro le volpi!!!! Eheheheh…però
a volte ci picchiamo e pure di brutto, ma lì non è che fingo, spesso
dice delle cose che mi danno davvero ai nervi e mi fanno prudere le mani e
credo che sia altrettanto per lui e allora giù con una bella rissa!!! Ma
non è che lo amo di meno per questo, anzi…è la prova che mi fa
impazzire, in ogni senso!! Perché ha quello sguardo bellissimo, così
deciso e magnetico e spesso ha davvero un visetto da schiaffi, specie
quando siamo in campo e allora non resisto!!! E la cosa buffa è che dopo
queste liti vorrei baciarlo fino a fargli perdere il respiro e invece non
posso!!!!".
Non so se un gattino possa arrossire…so soltanto che io sono davvero
emozionato mentre Hanamichi continua il suo discorso, senza un vero e
proprio filo logico…mi racconta episodi avvenuti fra noi due ed è così
strano per me sentirne la sua interpretazione…scopro che si ricorda
tutto, parla di me con un calore che non gli avevo mai sentito nella voce,
che non avevo mai sentito in assoluto.
Dice che vorrebbe baciarmi…io non ho mai baciato nessuno, non ci ho mai
pensato…
"E insomma, prima della partita contro lo Shoyo c’era la luce
accesa nella palestra, capisci?, e io mi sono avvicinato e indovina chi c’era
dentro? Rukawa!!! Era sera tardi, ma lui era ancora lì, a giocare, da
solo…è stata una delle cose che mi ha colpito: che a quell’ora
eravamo tutti e due da soli, ancora fuori di casa…e poi lui ha fatto
quel dunk all’indietro che mi ha fatto fermare il cuore, giuro!!! È
stato meraviglioso…ho pensato di non aver mai visto niente di così
bello in vita mia!!! E poi lui quando gioca a basket è così…così…non
te lo so descrivere!!! Ma illumina tutto ciò che ha intorno…chissà se
un giorno anche io emanerò una simile passione per il basket? Cioè, per
lui la provo già, ma devo reprimermi!!! Oi, non è per vigliaccheria,
eh?! Ma non so come reagirebbero lui e la squadra, se lo scoprisse, o cosa
direbbero i miei amici…".
Inizia a parlarmi dei suoi amici e lo fa con parole solari e vivaci, mi
dipinge un gruppo di ragazzi pazzi e allegri, che si insultano anche ma
che si vogliono bene; devo ammettere che a questo punto io perdo un po’
il filo e continuo a pensare a quello che ha detto di me, ai suoi ricordi
così vividi di tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, alla tenerezza con
cui ripeteva certe mie frasi che mi ero anche scordato di aver detto.
Mi si stringe qualcosa nel cuore…nessuno aveva mai parlato così di me,
nessuno!!! Mi accoccolo contro di lui, sentendo il suo calore e cullato
dalla carezza ipnotica della sua mano che non si è mai staccata da me;
entro in una sorta di dormiveglia, con il sottofondo della sua voce che
ancora racconta…
Ma quanto parli, do’aho?!
Dopo un tempo imprecisato, sento che le voci sono due e distinguo
frammenti di conversazione.
"Sei stanca, mamma?".
"Non più del solito…ma tu che ci fai ancora in piedi? Vai a
dormire che domani ti devi svegliare alle 5.00 per andare a correre,
no?".
"Cavoli, è vero!!! Mi sa che seguirò il tuo consiglio…degna mamma
del tensai!!!".
Una risata.
"Fai piano…il gattino ti si è addormentato in braccio…".
"Sìsì…ora lo sistemo nella cesta! Buonanotte…".
Delle mani premurose mi appoggiano sul cuscino azzurro e mi fanno un’ultima
carezza…non sono mai stato tanto coccolato in vita mia…
Fine della prima parte ^^
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