I'd like to change our past
Parte III
di Hymeko
Rukawa si chiuse
silenziosamente la porta alle spalle, sperando che il suo ospite non si
fosse ancora svegliato. Era uscito appositamente molto presto, per
tentare di rientrare prima che si destasse…nelle sue previsioni, Hanamichi
sarebbe rimasto addormentato ancora per molto…non aveva dormito un
granché, quella notte…passata a sfogarsi fra le sue braccia. Scosse la
testa, salendo piano le scale. Sapeva che era stato un azzardo non
rimanergli accanto, col rischio che si svegliasse e non lo trovasse lì…ma
quel telegramma andava assolutamente spedito, anche se il testo era
cambiato. Una parte di lui, per questo si odiava…gli sembrava quasi di
approfittare della morte di Kaede, di non rimpiangere la sua scomparsa, né
di rispettare il dolore di lui…ma dall'altra non poteva evitare di essere
felice. Finalmente intravedeva uno spiraglio…aveva creduto di essere
giunto al bordo di un baratro, al limitare del vuoto…invece si era trovato
in un immenso luogo assolato, dove…lo aveva trovato accanto a sé,
d'improvviso… La porta della sua camera si aprì, ruotando silenziosa
sui cardini…Rukawa entrò, scrutando nella stanza illuminata dal sole, che
spuntava appoggiato alla sommità dei palazzi. 'Strano…io avevo
lasciato chiuse le persiane…' Il suo sguardo corse verso la finestra,
e si gelò…era lì, rannicchiato sul davanzale, le ginocchia strette al
petto e il capo mestamente posato su esse, quasi a proteggersi dal
presente, e dal ricordo della solitudine di quel giorno, che doveva aver
rievocato risvegliandosi solo…il suo istinto di autodifesa lo aveva
costretto a sigillarsi in sé, sotto il sole della mattina che cadeva sui
suoi capelli, rossi come il sangue da poco versato… "…dovresti dormire
ancora un po'…" Hanamichi non rispose, ma l'altro notò distintamente i
suoi muscoli contrarsi, e poi lasciarsi andare…anche se non ne parlava,
bastava il suo corpo, a esprimere rancore. Col sangue che gli
martellava nelle orecchie, Rukawa si accostò a lui, appoggiandosi su un
angolino libero…il rossino non si ritrasse, né si ribellò al tocco della
sua mano sulla sua schiena…una lenta carezza ebbe origine dalla base del
collo, e proseguì lungo la sua spalla, fino al suo bicipite…Hanamichi si
sentì stringere a quel petto largo, contro cui aveva poggiato la fronte,
quella notte…e non ebbe la forza, né provò il desiderio, di allontanarsi…
……… Il volpino scese in cucina, tentando di inventarsi qualcosa da
mangiare. Né lui, né Sakuragi, avevano mangiato a pranzo, e se
all'altro la cosa pareva indifferente, il suo stomaco non era dello stesso
parere. Si sentiva in colpa, a lasciarlo solo, a nutrirsi mentre lui
digiunava…si ripromise di tentare di farlo mangiare…non sarebbe cambiato
nulla, col digiuno… Radunò bibite e sandwich su un vassoio, e risalì
in camera, tornando dal ragazzo che ancora non si era mosso…non aveva
fatto altro che osservare il movimento parabolico del sole, dalla sua
nascita, alla sua prossima…morte. Rukawa osservò la scena in silenzio,
messo in soggezione dal silenzio tinto di tristezza…l'aria si bloccò nella
sua gola, pesante…e solo la preoccupazione per lui, lo costrinse a
parlare: "Ho portato dei panini…" Stranamente, Hanamichi annuì.
"Possiamo mangiarli subito…" Di nuovo, l'altro assentì…e con sommo
stupore della volpe, sciolse la braccia dalle ginocchia, per mettersi
seduto con la schiena a sfiorare la finestra, lo sguardo sempre basso e
sfuggente. "Se non vuoi mangiare in camera tua si può scendere"
considerò, con voce atona. "N-No…non c'è problema" Rukawa si
sedette accanto a lui, tentando di soffocare il palpitare forsennato del
suo cuore. Gli aveva parlato…aveva deciso di parlargli,
spontaneamente…in cuor suo, la volpe pregava, perché fosse un segno
dell'inizio della sua reazione…una qualsiasi scintilla di vita, sarebbe
bastata… Rimasero fermi, uno accanto all'altro, per molti secondi, ad
ascoltare il frinire dei grilli, i panini dimenticati sul vassoio di
legno…Rukawa prese l'iniziativa, raccogliendone uno e sperando che l'altro
lo imitasse…ne addentò un angolo, osservando con la coda dell'occhio gli
occhi castani, che fissavano imbambolati le fette di pane ripiene di tonno
e verdura. "Non ti piacciono? Ne posso fare altri" Hanamichi
scosse la testa, scegliendone uno a caso, e mangiandolo in silenzio…il suo
corpo iniziava a svegliarsi, a riprendere contatto con la realtà, a
reagire al torpore….presto i tramezzini furono finiti, lasciando ad
entrambi un senso d'insoddisfazione, di vuoto. "Vado a farne ancora"
Hanamichi annuì, e osservò la figura slanciata sparire oltre la
porta…di nuovo solo, fra quelle pareti silenziose, senza un conforto che
quello del sole…lentamente, scivolò giù dal davanzale, seguendolo,
attirato verso di lui, dal suo calore…Rukawa preparò altro cibo, fingendo
di non essersi accorto di nulla…forse era il modo migliore, per un timido
approccio al suo animo ferito. "Sei stanco?" mormorò, per
interrompere quel silenzio, in cui lui stesso provava imbarazzo. "Un
po'…" ammise la voce bassa del rossino, un fruscio sottile subito
sciolto dalla luce del pieno pomeriggio. "…non ho dormito molto"
soggiunse, quasi a scusarsi. "Va bene lo stesso…dormirai stanotte.
E se vuoi ho dei sonniferi, me li hanno dati per l'aereo" "…non so"
Hanamichi si lasciò accompagnare in salotto, docilmente passivo…si
sedette ai piedi di un divano, su uno spesso tappeto…mangiarono tutto ciò
che il moro aveva preparato, quasi presagendo altro tempo difficile.
Fuori dalla finestra, l'estate inoltrata viveva il suo massimo
splendore…le farfalle intrecciavano il loro volo, rincorrendosi da un
fiore all'altro, sfiorando con le loro ali i petali vivaci su cui si
posavano…gli insetti ronzavano, saettando veloci per evitare i passeri in
caccia, anche loro frementi di vita…tutto il calore di quel perfetto
quadretto non riusciva a scivolare nel salotto di Rukawa, dove il rossino
rimaneva a contemplarlo attraverso i vetri chiusi, senza poterne assorbire
l'energia… Due mani si posarono sui suoi fianchi, rimanendo immobili
ad attendere un permesso…nel suo silenzio si mossero timide, scivolando a
cingergli la vita, e il petto…tirandolo mollemente un po' indietro, perché
posasse la schiena contro il torace del loro proprietario. Hanamichi
sentì il corpo caldo di Rukawa contro il suo, le dita che lo stringevano a
sé, la guancia che gli si appoggiava alla nuca…un abbraccio, un invito ad
abbandonarsi, a dimenticare, per un po'…chiuse gli occhi, permettendo a
quel calore irresistibile di cancellargli i pensieri. ……… "Non ti
sembra di esagerare, adesso?" Rukawa si gelò, le labbra che ancora
accarezzavano la pelle del suo collo. Che errore…lo aveva creduto
addormentato, aveva pensato non se ne sarebbe accorto… "Mollami"
chiese l'altro, comandandolo. Le dita del volpino si contrassero
un attimo, prima di lasciare la presa su di lui. Hanamichi si girò,
fissandolo senza imbarazzo: "Perché?" Sembrava essersi svegliato,
dal torpore protettivo in cui si era chiuso…i suoi occhi rilucevano di
nuovo, di quella luce animalesca che aveva prima di ogni sfida…vividi,
intensi, forti. Avevano sepolto nel profondo delle loro iridi di
cioccolato il dolore, ora…vi era rabbia. Una furia a stento dominata,
rivolta verso di lui, lui che s'era preso l'incarico di aiutarlo. "Mia
figlia è appena morta, e tu…" Si portò la mano alla bocca, disgustato.
"…non hai rispetto per morti come non ne hai avuto per i vivi"
Rukawa trattenne il respiro…non parlava solo di sua figlia…ma anche di
ciò che gli aveva fatto…con la rabbia di un ragazzo abbandonato. Ma
l'importate era che…avesse accettato, di parlarne. "Volevo
solo…compiere un gesto d'affetto" "Non ti bastava abbracciarmi?"
Gli occhi castani si spalancarono, come realizzassero solo in
quell'istante il momento di cedimento di cui era stato vittima…le sue mani
si mossero veloci, a sfregarsi i punti dove era stato toccato da Rukawa,
tentando di cancellare le impalpabili tracce che vi aveva lasciato…il
calore sui suoi vestiti, che ormai gli era scivolato sotto la pelle,
innegabilmente… Il volpino scosse le spalle, evitando di commentare.
Sarebbe stata una battaglia persa, il rossino era nello stato in cui
avrebbe reagito male qualsiasi cosa gli avesse detto…non poteva rischiare
una rissa. Si alzò, volgendogli le spalle: "Hai fame?" "No"
rispose l'altro, con indifferenza. Rukawa lo guardò di sottecchi
raggiungere la finestra, a contemplare le foglie che riflettevano la luce
del tramonto. Il suo desiderio, da lui stesso costretto a sopirsi, si
riscosse, sfregandosi fuseggiando contro il cuore, ricordandogli l'antica
passione che li aveva uniti…e divisi…socchiuse le labbra, lasciando che un
gemito muto ne evadesse, andando a liquefarsi nell'aria… Hanamichi non
se ne accorse, e chiudendo gli occhi, appoggiò la fronte al vetro reso
caldo dal sole che vi s'infrangeva. "Non volevo farti arrabbiare…"
mormorò il volpino, porgendogli il suo cuore, indifeso. L'altro
scosse le spalle, limitandosi a volgergli le spalle. ……… "Andiamo
a dormire?" La sera era scesa sulla città, donando un velo di
pacatezza alle frementi attività dell'uomo. I lampioni si erano già
accesi, creando zone di contrasto sulle strade, dove manti d'ombra
s'allungavano per baciare polle di luce. Rukawa si avvicinò al
rossino, giungendo a sfiorarlo…le magliette leggere che indossavano si
lambivano, frusciando appena quando venivano mosse dal respiro dei
ragazzi. Il cuore del moro dovette palpitare molte volte, prima che
l'altro terminasse di soppesare la sua risposta…non vi furono tremiti,
nella voce e negli occhi attraverso cui gli si rivolgeva: "Vorrei una
coperta, il divano mi sembra comodo. Se non ti spiace" Il volpino
abbassò un po' la palpebre…nella voce di Hanamichi veleggiava una
fortissima nota di risentimento…il suo desiderio di rimanere solo, quella
notte, era un netto rifiuto verso quella precedente, passata fra le sue
braccia. "Va bene" Gli portò un plaid, osservandolo silenziosamente da
vicino all'uscio, mentre si avvolgeva strettamente in esso, gli occhi
senza traccia di sonno, che consentivano alla luce dell'esterno di
specchiarsi…a lei concedeva ciò che a lui proibiva… Frustato da quel
pensiero, Rukawa scappò, sedendosi sul gradino più alto della scala, la
testa fra le mani e la mente persa nel buio. Aveva paura di tornare da
lui, era terrorizzato dall'idea che lo cacciasse, ma…sapeva di non poterlo
lasciare solo, ad affrontare la notte senza nessuno accanto…a lasciarsi
assalire dai fantasmi del passato per colpa sua, che non trovava la
determinazione di restargli accanto… Drizzò la testa, avendo ben
chiaro cosa fare. Non l'avrebbe lasciato solo, non si sarebbe arreso alla
sua freddezza. Avrebbe saputo che era lì, con lui, e anche se avesse
rifiutato il suo aiuto, gli avrebbe dimostrato che sarebbe sempre stato
pronto… Prese una coperta, e tornò in salotto. Hanamichi non
dormiva ancora, come aveva previsto. I suoi occhi, ora velati dal sonno
che tentava di imporsi, si mantenevano forza aperti, come una ripicca
verso quella forza che voleva costringerlo a non pensare. Non avrebbe mai
permesso a niente e nessuno, di oscurare il ricordo di Kaede, o di
obbligarlo a dimenticarla, anche solo per un momento o una notte di
riposo. Rukawa si sedette accanto al divano, sul tappeto su cui
avevano mangiato i panini, in quel pomeriggio che pareva appartenere a
un'altra epoca del mondo. Era tempo di farsi coraggio, di cambiare
tutto del suo passato, di rimediare agli errori…appoggiò la testa sul suo
stesso cuscino, permettendo solo ai loro capelli di toccarsi, assecondando
la sua voglia di silenzio ma non quella di solitudine… Gli occhi di
Hanamichi si mossero lentamente, inevitabilmente attratti da quelli
dell'altro, cercando qualcosa che sapeva Rukawa non poteva dargli…una
risposta, un perché alla sua vita, alla morte di Kaede… ……… La
volpe allungò una mano, verso la guancia del ragazzo ancora abbandonato
sul divano. La luce dell'alba pioveva nella stanza, depurandola dagli
spettri che erano stati evocati, in quella notte dal sapore infausto.
La sua pelle era calda, al suo tocco. Morbida, come la ricordava nei
suoi sogni. Ma Hanamichi non accettò quel contatto…si liberò dalle sue
dita, allontanandogli di scatto la mano, scostando con ugual veemenza la
coperta e camminando di nuovo fino alla finestra, quel vetro che li
divideva dal mondo reale, imprigionandoli in una realtà a sé stante.
Un luogo dove c'erano solo loro, una piccola casa dove vivevano le
loro contrastanti emozioni. Rukawa scosse la testa, senza abbattersi.
Non lo avrebbe riottenuto senza lottare, lo sapeva…non poteva arrendersi
al primo rifiuto. Silenziosamente gli andò dietro, fermandosi a pochi
millimetri da lui…allungò le mani, e gli cinse la vita, affondandolo
contro di sé. Hanamichi si scostò, violentemente…lo spinse via,
mandandolo barcollante contro il divano…senza badare se si fosse fatto
male si riappoggiò al vetro, i suoi occhi che fiammeggiavano, riversando
sull'ex compagno di squadra tutte ciò che si era dovuto tenere dentro.
In primo luogo, l'odio per lui. "Non voglio che mi tocchi. Non
farlo mai più. Sei disgustoso! Tu…tu sei come Haruko!" Rukawa
sussultò, impreparato a una tale esplosione di gelida ira…incredulo, vide
Hanamichi portarsi le mani alla bocca, alzando contemporaneamente gli
occhi verso di lui, quasi a sincerarsi di aver davvero pronunciato quelle
parole… E poi, il rossino annuì. "Sì…sei uguale a lei…non fate
altro che usarmi come più vi piace, per una notte o degli anni è sempre
uguale…e quando non vi servo più, mi rinnegate…appena succede qualcosa,
sono sempre io quello che viene scaricato, che si deve leccare le
ferite…io non sono qui per i vostri comodi!" Rukawa si morse l'interno
della guancia, per non esplodere. Non meritava di essere paragonato a lei.
L'aveva trattato malissimo, era vero. Se n'era andato, spezzandogli il
cuore…vero anche questo. Non si era fatto sentire per anni, per poi
ricomparirgli davanti e, nel fondo del suo cuore, pretendere anche che
l'altro non se la fosse presa…lo ammetteva senza problemi. Ma
paragonarlo alla Akagi, che aveva chiesto la sua vita…questo no. "Io
non sono come lei!" Hanamichi spalancò gli occhi, tremando: "Tu
sei uguale a Haruko! Finché vi vado bene mi usate, ma appena non vi servo
più mi gettate via, peggio di un giocattolo inutile!" Rukawa coprì in
pochi passi la distanza che li separava, e lo inchiodò contro la finestra,
bloccandogli i polsi contro la cascata di luce che scendeva dal cielo.
In silenzio, rimasero a fissarsi…Rukawa che si perdeva in quel volto
stupito, in cui ombre e luce si amalgamavano sui suoi tratti…Hanamichi che
non riusciva più a rimanere indifferente, a quel volto bellissimo
illuminato dal sole del mattino. Immobile, in attesa, quella nicchia
di tempo che si era formata solo per loro si cristallizzò, attendendo che
i due corpi le permettessero di tornare a scorrere…Rukawa allungò il viso,
desideroso di assaggiare di nuovo le labbra di quel ragazzo…Hanamichi
chiuse gli occhi, rilassandosi contro il vetro, permettendo all'altro di
dominarlo…il breve tocco delle loro labbra assomigliò al palpitare delle
stelle, alla fioritura di un anemone di mare…poi il volpino si staccò, a
malincuore…gli lasciò liberi i polsi, spostando le mani sulla sua vita e
stringendolo a sé, sostituendo al calore del sole quello del suo corpo…
Hanamichi non rispose all'abbraccio, troppo confuso per alzare le
braccia…le abbandonò lungo il corpo, a penzoloni, senza impedire al moro
di stringerlo, di affondare il viso contro la sua spalla. "Perché mi
aiuti? Non c'è nulla fra noi…non sono nulla, per te…" "Do'hao…"
Rukawa strinse gli occhi, premendo contro di sé il corpo dell'altro,
impedendogli di muoversi…non voleva che nulla interrompesse quel
momentaneo prodigio…l'accettazione, da parte di lui, del suo abbraccio,
della sua confessione. "…tra noi ci sarà sempre qualcosa…e non c'è mai
stato niente di più importante, di te…" Il volpino percepì un fremito
attraversare il corpo del ragazzo, una scossa che lo rese rigido…
"Allora…perché mi hai lasciato?" "Perdonami…" "Hai idea di
come mi sia sentito, quella mattina, svegliandomi da solo…scoprendo poi
che te n'eri andato?" Un lacrima scivolò sulla pelle abbronzata,
cadendo sulla spalla del volpino…Hanamichi gettò indietro la testa, perché
non se ne accorgesse. Non riusciva a caricare di rabbia la voce, non di
nuovo…era troppo stanco, troppo grato per il suo aiuto…non ce la faceva a
essere sprezzante…non poteva…desiderava solo…che tutto finisse…
"…io…avevo paura…di ciò che mi facevi provare. I sentimenti che tu mi
scatenavi dentro, e che adesso stanno urlando dentro di me…mi
spaventavano. Erano, e sono ancora, troppo intensi, al di là di
qualsiasi cosa io abbia mai nutrito. E ne avevo paura…pensavo che…non
sarei mai riuscito a resistere, ero terrorizzato…di cadere in dipendenza,
da te. E se tu non mi avessi voluto…" "Così mi hai lasciato prima, per
sicurezza" Il rossino lo gettò indietro, respingendo quelle parole che
bussavano insistenti alla porta del suo cuore. Anche lui, aveva paura…non
era più così forte…aveva tutto il diritto di essere spaventato… Rukawa
abbassò lo sguardo, respirando piano. Non doveva cedere, il solo fatto che
si fosse lascito baciare gli doveva dare speranza… "Perdonami…se ti ho
lasciato solo" Hanamichi sbuffò, infilandosi le mani nei capelli.
"Ma chi ti credi di essere? Come puoi pensare di tornare qui e
pretendere che tutto vada a posto, con una semplice parolina? Cosa
speravi, che ti gettassi le braccia al collo e ti gridassi che ti amo?"
L'orgoglio fece drizzare Rukawa, preparandolo inconsciamente a una
rissa…non poteva continuare solo a subire: "No, però mi aspettavo un
minimo di coerenza da te!" Il rossino batté le palpebre, senza capire:
"Ma che dici?" "Perché diavolo ti sei sposato con lei? Tu sei gay
cazzo, sei venuto a letto con me! Perché non ti sei messo con Sendo? Hai
idea di come mi sia sentito io quando ti ho visto fra le braccia di lei?
Il mio mondo è crollato, le mie certezze sono diventate fango…e io ho
compreso che…sono stato usato, per una notte di sesso" Hanamichi
esplose in una risata di scherno: "Tu usato? Ripetimelo, che mi ci
faccio un'altra risata! Sono io quello che è stato mollato dopo una notte
di sesso, sono io quello che s'è svegliato da solo, io quello che ha
dovuto costringersi a dimenticarti e ricominciare tutto da capo! Sono io
quello che ha continuato a chiedersi cosa avesse di male per essere stato
mollato così!" Rukawa gli tirò un pugno, con tutta la rabbia della
delusione…Hanamichi si piegò di lato, non più abituato alle risse, mentre
l'altro si piantava accanto a lui, rimanendo fermo, respirando
affannosamente, quasi per trattenere le lacrime… "Tu fai tanto la
vittima perché ti ho lasciato, ma come credi mi sia sentito io sapendo che
era tutta colpa mia? Hai mai provato a pensare a cosa provassi? No, quindi
smettila di fare il saputello e di giudicarmi! Tu hai avuto la possibilità
di dimenticarmi, di girarmi le spalle chiamandomi stronzo e scordarti di
me, ma io sono dovuto andare avanti sapendo che era colpa mia se era
finita male, senza poter dimenticare te e quello che ho provato, con la
consapevolezza che ero stato io a rovinare tutto! IO ero solo, non tu! Tu
hai avuto i tuoi amici, la Akagi e tua figlia! Io ero colpevole! E
quando sono tornato qui ho scoperto che le speranze che avevo cullato in
America erano tutte stronzate, che tu non sei gay e che non hai mai
creduto in quella notte…ti sei solo divertito e che io ho buttato via
questi anni continuando…a…a…" Hanamichi si era rialzato, tenendosi la
mano sulla guancia: "Continuando a che cosa, volpino? Perché sei
tornato qui? Perché non hai lasciato tutto come stava?" Rukawa abbassò
gli occhi, e si diresse verso un mobile, estraendo da un cassetto dei
fogli. "Il manager della mia squadra ha chiesto a tutti se
conoscessimo talenti da inserire nell'organico…certe volte gli ex compagni
sono più convincenti dei talent scout, quindi…io ho pensato di…" e gli
tese i fogli. Man mano che leggeva, il viso del rossino si trasformava
in una maschera d'incredulità: "Questo è…una proposta di contratto"
Rukawa annuì, sedendosi sul bracciolo del divano. "Tu…sei tornato
per questo…mi avresti proposto…di giocare nella tua squadra…in America?"
"Non solo…io volevo vedere se…per caso…le cose fra noi…potevano…"
"Rukawa…" "Leggi quel foglio…è il telegramma che ero andato a
spedire…ieri mattina" Hanamichi sussultò…quella era la causa indiretta
della morte di Kaede…chiuse gli occhi, indeciso se leggere o meno…se farsi
ancora o no del male. Però quel foglio portava il messaggio di Rukawa,
un testo che riguardava lui e il suo futuro…le dita che tremavano, lo
aprì. |Comunicazioni tra noi irrealizzabili, problemi inattesi e
insormontabili. Non potrò più giocare nella stessa squadra con lui |
"I problemi erano Kaede e Haruko, vero?" Il moro emise un flebile
respiro, spostando lo sguardo su di lui. "Ma c-che significa che non
potrai più giocare nella stessa squadra con me?" Rukawa si alzò,
accostandosi al vetro dove poco prima era appoggiato l'altro: "…che se
ti avessero ugualmente contatto, io…avrei cambiato squadra…e anche
continente, probabilmente" Hanamichi gemette, comprendendo fin che
punto l'altro era rimasto scottato, dal vederlo sposato… "Avresti
lasciato l'NBA per me…" Il moro annuì, senza il coraggio di guardarlo:
"Stamattina ne ho spedito uno, per questo non ero con te, quando ti
sei svegliato…in cui chiedevo un altro po' di tempo…" "…mi ha fatto
male, quando non ti ho trovato vicino a me, lo sai? Ieri notte, mentre mi
consolavi…ero certo che non mi avresti lasciato più…che l'altra volta ti
fossi solo sbagliato…ho sognato che questa mia vita fosse solo un incubo,
che in realtà fossimo ancora abbracciati su quel materassone dopo aver
fatto l'amore…poi mi sono svegliato ed è stato come se fossi ancora in
quell'incubo…ero solo e tu mi avevi lasciato di nuovo…mi sembrava di
impazzire…prima Kaede e poi tu…volevo scappare ma non ne avevo la forza…e
mi sono appoggiato alla finestra, perché non sapevo più che fare e avevo
tanta voglia di morire anch'io…" Rukawa si voltò, raggiungendolo…prese
le sue mani fra le proprie, appoggiando la fronte contro la sua, baciando
gli occhi che non avevano pianto: "Speravo di tornare prima che ti
svegliassi…Hana…io non voglio più lasciarti…mi fa male il cuore al
pensiero di come devi esserti sentito…dimmi cosa posso fare…per
rimediare…a tutto…" Hanamichi chiuse la palpebre, lasciandosi andare:
"Stai con me…ho solo bisogno…di essere amato"
Hanamichi si
appoggiò contro il finestrino dell'aereo, guardando la distesa d'acqua
scura che si estendeva monotona, sotto di loro, lontana come un altro
cielo. Era incredibile, eppure…si stava davvero recando negli Usa,
insieme a Rukawa…a giocare a basket, e a tentare di dimenticare. 'No,
non dimenticare…voltare pagina' Kaede era morta…era il momento di
accettarlo. Haruko…era stata più che felice, del divorzio da lui
chiesto. Rukawa…lui era lì al suo fianco, studiando la musica migliore
da mettere nelle cuffie, per conciliarsi il sonno. Il volpino,
nonostante tutto, aveva avuto il coraggio di tornare da lui, mettendolo
prima del proprio orgoglio, del proprio dolore…toccava a lui, ora, fare un
passo per diminuire la distanza… "Ru…" "Hn?" Il rossino studiò
il riflesso sul vetro…era incredibile, eppure sembrava ulteriormente
maturato, in quei pochi giorni…il dolore gli aveva donato la conoscenza,
la comprensione…sapeva di avere ancora una confessione da fargli, prima di
riprendere tutto da capo…insieme o forse no: "…io non credo riuscirò
mai a chiamarti…per nome" Non riuscì a pronunciare altro, mentre la
sua gola si bloccava, soffocando quel semplice insieme di suoni, le cinque
lettere che denominavano la sua bambina. Rukawa sospirò, cingendogli
le spalle e attirandolo a sé. Gli posò un bacio sulla tempia, e uno sulle
lebbra, quando questi girò il viso. "Non fa nulla…non è necessario,
l'importante è che tu stia bene" Hanamichi appoggiò la fronte contro
la sua, cercandogli le labbra: "Ru..." Il volpino lo zittì con un
bacio, accarezzandogli dolcemente i capelli: "Io non so come andranno
le cose fra noi, però io ti giuro che…per qualsiasi cosa, io ci sarò
sempre, per te…mi avrai al tuo fianco, come amante o solo come
amico…accetterò tutto, pur di stare con te…" Un delicato rossore si
diffuse sulle guance dell'altro: "Io non voglio che tu sia solo il mio
amico…ciò che desidero, è il tuo amore…sii il mio cuore…" "…sì"
Fine
Tutti i diritti appartengono ai relativi
proprietari etc. Tanto si sanno ormai, no? Bè, cavoli meno male che
questa fic è durata pochi capitoli…che bello! Non immaginate quanto la
cosa mi faccia felice^^ Ciaaaaaooooooooo!!!!!!!
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