Questa è la prima di una serie di fic che mi ronzano per la testa da un sacco di tempo (e finalmente me ne libero, aggiungerei!).
Grazie alla divina Najka e a N, che mi hanno (letteralmente) dato il permesso di scriverla.
 


I'd like to change our past

Parte I

di Hymeko

"Rukawa? Sei tornato?"
Rukawa socchiuse le labbra, fissando il ragazzo di fronte a lui.
I loro sguardi si incrociarono per un attimo, poi gli occhi del moro furono irrimediabilmente attratti dalla bambina coi capelli rossi che l'altro teneva in braccio.
"Accidenti a te, adesso dovrò pagare una cena a Miyagi!"
Rukawa sbatté le palpebre, senza capire.
"Bè, avevo scommesso con lui che non ti saresti più fatto vedere qui, e invece sei tornato! Sei proprio un volpino buono a nulla, lo sai?"
Lo disse col sorriso sulle labbra, senza cattiveria. Non c'era astio negli occhi castani che lo fissavano...Rukawa vi leggeva solo gioia.
Ma non per lui...le iridi di Sakuragi scintillavano per la creatura che ora strofinava la sua guancia contro quella del ragazzo.
'...non è più un ragazzo...'
Si era fatto uomo...il suo corpo emanava un'aura simile a quella che aveva Maki...forza, sicurezza, certezza...splendeva.
"Dì un po', che ci fai di nuovo qui?"
"Hn...lavoro"
"Uh, Mr. NBA dovrebbe solo allenarsi, non andare in giro a passeggiare...stai lontana da questa volpe malefica, capito tesoro?"
La risposta del moro si spense sulle sue labbra...improvvisamente aveva compreso di essere solo un incontro marginale, per lui.
Lo guardava a malapena, senza interesse. Come non gli importasse nulla, che fossero di nuovo l'uno di fronte all'altro...dopo tanti anni...
"Papà...chi lui?"
Rukawa si irrigidì: papà? Il battito del suo cuore divenne assordante, come un gong dal suono intenso, mentre il ragazzo giocava coi capelli della bimba.
"...un vecchio amico"
"Amico?"
La volpe spalancò gli occhi, scioccato dalla naturalezza con la quale l'altro li aveva definiti amici.
Hanamichi annuì, sorridendo:
"Non posso certo mettermi a spiegarle tutta la storia...sarà più facile per lei capire"
'...per lei...dovevo arrivarci'
"Hn...come si chiama?"
Per la prima volta da quando di erano rivisti, il rossino avvampò, senza più sapere cosa dire. Girò di lato il volto, farfugliando qualcosa, e maledicendo un paio d'occhioni blu che puntualmente riuscivano a fargli fare tutto ciò che volevano.
Poi si zittì, squadrando Rukawa che, perplesso, non aveva detto nulla, e aggiunse sospirando:
"Si chiama Kaede"
La mente di Rukawa non comprese subito quella frase...Hanamichi vide i suoi occhi strabuzzarsi solo dopo qualche secondo, la sua testa muoversi impercettibilmente all'indietro, un roco respiro sfuggirgli dalle labbra.
Arrossì di nuovo, parlando senza avere il coraggio di guardarlo, sparando tutte le parole a mitragliatrice, vuotando il sacco in una volta sola per non doverci pensare più:
"Io non volevo chiamarla così è stata tutta colpa di sua madre che m'ha assicurato di non amarti più dovevo avere fiducia in lei con quella storia che poi è un bel nome continuava a guardarmi con quell'aria da cucciolo non ce l'ho fatta a dirle di no..."
"Rallenta"
Rukawa allungò una mano per fermarlo, ma l'occhiata stupita di Hanamichi lo gelò.
Pugni a parte, non si erano mai toccati...ufficialmente...non vedeva il motivo di farlo ora. La volpe era certa che quel pensiero lo stesse attraversando...
"Tua moglie è..."
L'espressione del suo viso...era quella che aveva sempre avuto...quando la vedeva.
Occhi a forma di cuore, guance rosse...un sospiro pieno d'amore.
"Harukina cara"
"Mamma"
aggiunse la bambina.
"Esatto tesoro, adesso andiamo dalla mamma, e dallo zio"
"Gorilla"
terminò la piccola.
"Sei proprio la gioia di papà, lo sai?"
Hanamichi rise, oltrepassando l'ex compagno come fosse un attaccapanni.
"Lui?"
La piccola Kaede tese la manina verso Rukawa, che non si era ancora girato.
Come tante piccole tessere del domino, la sua mente aveva accostato i volti delle persone conosciute ai tempi della scuola.
Hanamichi Sakuragi e...Haruko Akagi.
Sposati.
Una figlia.
Kaede.
Nonostante tutto, lui aveva accettato di darle quel nome.
Nonostante tutto...Haruko aveva vinto.
"Va bene, portiamo anche lui, lo zio sarà contentò di vederlo. Muoviti volpe"
Automaticamente, all'ordine della sua voce, Rukawa si girò, cercando il suo viso...incontrò solo quello della bambina, che accarezzava i capelli rossi di Sakuragi.
'...di suo padre. Lui è...diventato...padre'
Qualcosa, pesante come un macigno e gelido come un fiocco di neve, prese il posto del suo cuore...non sanguinava, né accettava di fermarsi.
In compenso gli faceva male...sembrava dotato di agi d'acciaio, che si conficcavano in lui ogni volta che gli pompava sangue nelle vene...
Una singola parola, corta, quasi minuta, gli rimbombava nelle mente:
'...perso...'
Tra loro, ora, c'erano una donna e una bambina...e lui, campione invincibile, se poteva aver speranze contro Haruko, non poteva illudersi di battere la seconda...
...............
Non parlarono, mentre camminavano per le strade della cittadina.
Rukawa non staccava gli occhi di dosso dalla bambina, che aveva cinto il collo del padre con le braccia sottili, appoggiando la fronte contro il suo zigomo. Hanamichi sorrideva inconsciamente, deliziato dal respiro leggero contro la sua pelle.
'...assomiglia a entrambi...ha i capelli di lui, la pelle e gli occhi di lei...'
"Quanti anni ha?"
"Quasi due"
"...è alta"
"Ha preso da me"
Una risposta automatica, come fosse abituato, e rispondesse di semplice riflesso.
"Già"
Non sapeva che altro dire...desiderava parlare con lui prima di trovarsi di fronte la famiglia Akagi, ma l'altro...non sembrava dare peso alla sua presenza.
Quando Sakuragi lo guardava, Rukawa sentiva il suo sguardo scivolare con leggerezza, sul suo viso, sul suo corpo...lo vedeva, ma non lo guardava, realmente...gli dava l'impressione di posare su di lui i suoi occhi solo per...controllare dove fosse e quindi non sbattergli contro camminando.
Come si fa con un palo della luce. Non importa altro se non evitare di finirci addosso.
Non lo disprezzava, come gli urlava contro durante gli allenamenti, né mostrava per lui altro sentimento che disinteresse.
Rukawa avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per attirare la sua attenzione...ma era certo che non sarebbe servito a nulla.
Il volpino strinse freneticamente la bretella dello zainetto che portava su una spalla...non si era aspettato una cosa simile.
Si maledisse, per non aver cercato un altro contatto, quando l'altro aveva dovuto smettere di scrivergli.
Non aveva saputo di quel matrimonio...o era stato lui a chiedere di non rivelarglielo?
Non lo sapeva...
"Zio! Zio!"
Kaede agitò freneticamente la mano verso una casa che anche Rukawa conosceva.
'Non mi rimane che chiederlo a lui...'
Hanamichi suonò, e subito la serratura del cancelletto scattò.
"Eccolo là, visto Kaede?"
Sebbene sapesse che quelle parole non erano rivolte a lui, Rukawa seguì lo sguardo del rossino, verso un cespuglio di rose.
Accovacciato davanti ad esse, una figura massiccia trafficava con palette e annaffiatoi.
"Zio zio!"
Il gigante si girò, sorridente:
"Ecco la mia piccola Kae..."
I muscoli del suo viso si impietrirono, mentre vedeva Rukawa accanto al rossino:
"...de?"
"Capitano"
Rukawa fece un leggero inchino, mentre Hanamichi faceva scendere la figlia, che correva a braccine spalancate verso lo zio.
"Zio! Rose!"
Akagi sussultò, svegliandosi dal gelo cui la vista della volpe l'aveva rinchiuso.
Annuì meccanicamente alla richiesta della bimba, e le tagliò un bocciolo di rosa, assicurandosi che non ci fossero spine.
La piccola lo prese fra le mani, raggiante, e si precipitò verso Hanamichi:
"Papà rosa"
"Sì tesoro, è una rosa bianca"
"Ahhh!!!"
"Kaede!!!"
Rukawa sussultò, incapace di rimanere impassibile quando il rossino pronunciava quel nome, soprattutto quando lo faceva con tanto sentimento...la piccola era caduta, e adesso tratteneva a stento le lacrime.
"Tesoro stai bene?"
"Caduta"
Kaede tirò su col naso, asciugandosi le labbra.
Il volpino sentì una porta aprirsi alle sue spalle:
"Che è successo?"
Spalancò gli occhi: quella voce...la ricordava bene.
"Rukawa? Sei davvero tu?"
Haruko si avvicinò a lui...senza arrossire.
"Hn"
Era la prima volta che lui rispondeva a una sua domanda, eppure lei...non reagiva.
Non sbavava, i suoi occhi non diventavano a forma di cuore.
"Sono molto contenta che tu sia tornato, ma ora scusami, parleremo più tardi"
Si avvicinò premurosa al marito, che teneva fra le braccia la bimba, che non aveva ancora smesso di singhiozzare.
"Cosa c'è Kaede?"
"Caduta...mamma"
Il Gorilla si tolse un guanto e accarezzò i capelli della nipotina:
"Su su, devi essere forte, non piangere, è solo una sbucciatura"
"Sì"
Kaede si asciugò le lacrime, poi nascose il viso contro la guancia di Sakuragi, che rise:
"Sei proprio una coccolona, lo sai?"
"Hana, portiamola dentro, che bisogna comunque disinfettarla"
"Andiamo tesoro, poi usciamo di nuovo, ve bene?"
"Sì"
"Ciao Rukawa, ci vediamo"
Lo salutò guardandolo in faccia.
Rukawa non riuscì a dire nulla...lo fissò e basta, ma nulla scorse fra loro...nessuno dei due abbassò lo sguardo...poi Hanamichi girò la testa, per seguire Haruko. Non per altro.
La casa inghiottì le tre figure, e la porta si chiuse con un docile click.
"Ne sono cambiate di cose da quando te ne sei andato, eh?"
"Hn"
La volpe guardò il senpai...per la prima volta vide una traccia di risentimento non completamente sopito.
Scosse la testa...doveva sapere. Non ce la faceva più...ancora un po' e sarebbe esploso. Non era tornato per trovarsi davanti una scena simile, e rimanere impassibile.
Avrebbe lottato.
Ma prima, doveva sapere il perché.
"Senpai..."
"Andiamo in terrazza?"
"Hn"

Rukawa si appoggiò alla ringhiera, lasciando che il sole gli battesse direttamente sul viso.
In giardino, Kaede correva dietro alle farfalle che volavano di fiore in fiore, il ginocchio fasciato da un fazzoletto bianco, sorvegliata dai genitori seduti su un comodo dondolo, a sorseggiare tè freddo.
Haruko disse qualcosa, e Hanamichi rise, arrivando a dover appoggiare il bicchiere per non farlo cadere. Anche la ragazza -non riusciva a chiamarla donna- si unì a lui, mentre Kaede li raggiungeva, chiedendo di essere presa in braccio.
Il rossino si asciugò le lacrime, e fece accoccolare la bimba sulle sue gambe, la schiena appoggiata contro il suo petto.
Haruko le versò del tè, e grazie a Hanamichi, riuscì a fargliene bere un po'...sembravano davvero una bella famigliola felice.
Rukawa studiò Kaede portarsi la manina davanti al viso, e sbadigliare profondamente...Hanamichi la strinse a sé, iniziando ad accarezzarla. Haruko intonò una ninna nanna, e poco dopo la piccola cadde addormentata.
Il rossino sospirò, cullando la figlia con lo sguardo, attento che nulla potesse disturbare il suo riposo...Haruko si appoggiò al suo braccio, chiudendo gli occhi.
Rukawa si morse il labbro, mentre Hanamichi avvicinava il volto al suo, e lei arrossiva ridacchiando.
Era cambiato, ora che poteva osservarlo. Non solo la sua aria, da uomo maturo...anche il suo corpo si era fatto più...bello.
Non trovava altro modo per definirlo, e gli faceva male.
Si era asciugato...era dimagrito, i suoi muscoli sembravano ancora più sodi di quando l'aveva conosciuto...e lui ci soffriva, a vedere Haruko accarezzargli il viso.
A riconoscere nello sguardo che Hanamichi riservava a quella ragazza l'amore.
Poteva accettarlo per la bimba, ma per la Akagi no.
Non poteva amarla...strinse la balaustra, per non cadere in ginocchio e piangere.
Non lei...
Haruko lo rendeva felice...
"...credevo che Hanamichi avrebbe sofferto di più, per la tua partenza. Pensavo che in realtà ti fosse in qualche modo affezionato, ma...mi sbagliavo"
Rukawa strinse gli occhi. Non poteva farsi vedere in quello stato.
"Il più colpito era certamente il signor Anzai...ha saltato molti allenamenti, sparendo anche prima di partite importanti...per poi tornare di colpo quello di sempre. Anche se a Mitsui non sono sfuggite certe occhiate che lanciava a Sakuragi"
Rukawa girò appena la testa verso di lui:
"Mi spiaceva per il coach, aveva riposto molto in me, e...gli ho mandato una lettera, con la verità sulla decisione che avevo preso. Lui ha capito"
mormorò funereo il volpino, fissando tristemente la coppietta che si accarezzava, convinta di essere al riparo da sguardi indiscreti.
"Cos'è successo con Hanamichi?"
Rukawa si voltò completamente, incapace di guardare oltre.
"Senpai...cos'è accaduto dal terzo anno?"
Akagi fissò l'altro, senza capire:
"Perché solo da lì?"
La volpe scosse la testa, passandosi una mano fra i capelli:
"Ayako e io ci siamo tenuti in contatto...le ho mandato una mail subito dopo la mia partenza, e lei ha acconsentito a raccontarmi ciò che riteneva importante, riguardo la squadra...so che è diventato bravo, che si è buttato anima e corpo nel basket, che si è fatto male...ma da quando lei si è dovuta trasferire, per andare in quell'università, io non ho saputo più nulla.
Credevo che...lo avrei incontrato a gironzolare con Mito e gli altri, invece...me lo sono ritrovato sposato, con una bimba che si chiama come me...e mi sento..."
'...perso'
Non lo mormorò...non era Akagi, la persona che doveva vederlo senza difese...si era già esposto troppo.
Chiuse gli occhi...l'unica cui si era realmente mostrato, era...sposata con una ragazza.
Non poteva essere vero...non doveva.
Tutto si stava contorcendo, in un incubo le cui spira trascinavano il suo mondo verso un centro dove ogni cosa si amalgamava...distorcendosi.
Nulla era come aveva sperato fosse...
............
Akagi si appoggiò accanto a lui, fissando il vuoto.
"Tutto è successo...da quando è stato accettato nella mia stessa università.
Chi lo avrebbe mai detto? L'attaccabrighe per eccellenza...anche adesso studia, ma non gioca più nella squadra universitaria...è passato direttamente all'agonismo...da quando è nata Kaede poi..."
"...è di questo che voglio sentire...so tutto della sua carriera...sono abbonato a Basketball, me lo faccio spedire fin là. Ma...non c'era scritto che s'era sposato, che aveva avuto una...figlia"
Si costrinse a dirlo...
Il Gorilla annuì, rilassandosi al sole:
"È stato lui a chiederlo...non voleva che si impicciassero troppo della sua vita privata...Hikoichi ha convinto la sorella a non scrivere nulla..."
"...senpai...cosa è successo? Perché...si sono sposati? Così giovani, poi..."
Rukawa rispose allo sguardo esaminatore del capitano...non avrebbe distolto gli occhi...doveva mostrarsi forte.
"Come ti ho già detto, Hanamichi non era giù dopo la tua partenza, e voglio dire che davvero non gliene importava nulla...quando ha saputo la notizia, ha alzato le spalle, dicendo che finalmente saremmo stati una squadra, e che sarebbe stato meglio se te ne fossi andato prima...però nel contempo è cresciuto. Credo che...si sia reso conto di quanto tu fossi forte solo senza averti davanti.
Allora si è buttato negli allenamenti, imponendosi di non farti rimpiangere, perdendo poco alla volta la sua aria da sbruffone. E migliorando a vista d'occhio, spero che Ayako ti abbia mandato i video dei suoi scontri con Sendo...roba da far venire i brividi. Non da subito, certo, però...non hai idea di come Sendo lo guardasse. Come faceva con te, aggiungendo una buona dose di stupore, per i miglioramenti.
Hanno preso ad allenarsi insieme, e sono diventati amici...ci ha dato dentro come un pazzo...e quando non c'era Sendo, era Haruko sempre lì accanto a lui, a voltarsi di scatto a ogni fruscio, sperando fossi tu...hai idea del potere che avevi sulle loro vite, Rukawa?"
Spalancarono entrambi gli occhi, Rukawa per il tono del senpai, Akagi per lo stupore di aver parlato in un modo simile...
Il giocatore più alto scosse la testa, schiarendosi le idee:
"Scusami, ho esagerato...comunque alla fine era naturale che finisse così...già Hanamichi era innamorato di lei, lo sapevo...poi Haruko ha messo una pietra sopra la sua cotta per te, e si è accorta di lui...hanno iniziato a frequentarsi, uscendo insieme alle amiche di lei e all'Armata, o da soli, per fare compere...Haruko ha cominciato a guardarlo con occhi diversi, ad apprezzarlo...
In seguito ha anche litigato con la sua amica Fuji, per questo...quella ragazza era cotta di lui da un pezzo, ma non si erano mai intralciate, dato che Haruko era persa per te. Ma da quando mia sorella...c'è stato un brutto litigio, e non si sono più parlate. Non so dove sia ora.
Alla fine, dopo tre anni splendidi nello Shohoku, sono entrambi entrati all'università. Haruko è rimasta incinta praticamente subito, ma non ha smesso di studiare.
Hanamichi l'ha sposata, ed è passato al professionismo...e devo ringraziarlo, perché nella sua squadra ha trovato un posto anche per me.
Per badare a Kaede ci sono i miei genitori, o una brava ragazza che arrotonda facendo la bambinaia...in poche parole, non abbiamo avuto problemi...finora"
Rukawa rimase impassibile, anche se sapeva che era rivolta a lui, quella frecciata.
"Senpai...secondo te si amano?"
"Sì. E non provare a chiedermi se ne sono sicuro"
Il volpino rimpianse di aver cominciato quel discorso con lui, era troppo coinvolto. Ma ormai, non aveva molta scelta.
"Rukawa...sono tanto felice di vederti, ma...non provare a portare guai"
"Non capisco..."
"Ho sempre avuto la paura che tu ricomparissi d'improvviso a rompere questo bellissimo quadro. Non so perché ma sono certo che solo tu abbia la facoltà di farlo...non permetterti di rovinare tutto, o...ci penserò io a rovinare te, mi sono spiegato?"
"Hn..."
"E adesso voglio sapere perché te ne sei andato...voglio la verità, subito"
Rukawa sospirò, premendosi lo sterno. Gli facevano male i polmoni...sembravano ustionati, inariditi. Incapaci di dilatarsi senza frantumarsi.
Prese il suo bicchiere di tè, e lo svuotò lentamente.
Doveva parlargliene, lo sapeva. Akagi non aveva completamente sbollito la delusione per la sua partenza, e non dirgli tutto...poteva precludere un suo riavvicinamento al rossino. Sperava solo che quel racconto...non gli causasse problemi. Non riusciva a desiderare che soffrisse...
"Non te la prenderai con lui?"
Il Gorilla sbatté le palpebre, senza capire:
"Perché dovrei?"
Rukawa si girò, senza rispondere...guardando il ragazzo addormentato. Sospirò, chiudendo gli occhi:
"Lo sanno solo il sig. Anzai, e Ayako...la sera della vittoria contro il Ryonan...ci siamo trovati in palestra...solo noi due. Non ci eravamo dati appuntamento. Forse entrambi sentivamo il richiamo del campo da basket, non so...abbiamo giocato...e poi...fatto l'amore"
Akagi sussultò, rovesciando a terra il tè.
Rukawa lo fissò, immobile:
"Abbiamo fatto l'amore"
ripeté.
Gli tolse il bicchiere dalle mani, per paura che cadesse a terra.
Il Gorilla si allontanò di scatto, quando le dita del volpino lo sfiorarono.
Rukawa fissò la sua mano, poi scrollò le spalle.
"Tu sei...gay?"
"Sì"
"E...lui..."
Il volpino abbassò gli occhi, fissando il pavimento:
"Pensavo lo fosse...ci credevo ciecamente ..."
Akagi non mutò espressione, continuando a fissarlo.
"...io sono entrato dentro di lui, e lui in me. Tutto è stato...dolcissimo. Ci siamo donati completamente, l'uno all'altro...le nostre anime, si sono fuse...in mezzo a una luce accecante...non sono mai stato felice...come quella notte. I nostri sentimenti...scorrevano come lava tra noi...in quei momenti...c'era qualcosa che non riesco a definire...so solo che era...magnifico. Non credevo potesse esistere una sensazione simile...di assoluta felicità.
E poi...sono scappato in America il giorno dopo, incapace di accettare tutta quella bellezza, di fermare la paura folle che avevo di...me, e dei sentimenti che mi si scatenavano dentro...mentre mi rendevo conto di amarlo..."
Istintivamente, si asciugò una lacrima che non era scesa...
"Pensavo fosse stato così anche per lui, ma a quanto pare...da ciò che mi hai raccontato, da come mi guarda..."
La voce di Rukawa si incrinò, abbassandosi.
"...per lui è stata solo una notte di sesso...ero pronto ad accettare che mi odiasse, per averlo lasciato...che tentasse di spaccarmi le ossa, per vendicarsi...ma scoprire che...non gli è importato che me ne sia andato...mi ha semplicemente usato...per una notte di divertimento..."

Fine capitolo primo



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