DISCLAMEIRS: Hana e Ru e co. non sono miei... peccchèèèè?!?!ç_ç

NOTE: vediamo cosa sbuca fuori!!^O^

Dediche:A soffio per il tuo compleanno!!^O^ Auguri tesoro!!!^^

 

 


Ice

di Eny


 

Il vento gelido ululava accarezzando con violenza la fiancata del pulman.

Hanamichi guardava distrattamente fuori dal finestrino contemplando placidamente i fiocchi di neve che venivano sferzati indietro dal forte vento.

Una bufera praticamente...

Quei fiocchi bianchi che sembravano tutti uguali e invece non se ne trovavano due simili.

Lui adorava la neve, la sua stagione preferita era sempre stata l'inverno.

Amava uscire in giardino, o per le strade, e camminare nel freddo manto bianco.

Adorava con tutto s estesso il cielo uniformemente grigio da cui si vedevano scendere quei piccoli coriandolini di ghiaccio.

Gli piacevano quei maglioni tanto grandi e caldi in cui si accoccolava davanti al camino col fuoco scoppientante che scaldava la sua casa mentre fuori la neve continuava a cadere...

Quello scenario lo rendeva un po' malinconico però.

La campagna imbiancata, gli alberi spogli che creavano un contrasto quasi doloroso con il nero cupo della corteccia e il bianco accecante della candida neve.

Sospirò mestamente stringendosi nel lungo cappotto di pelle che gli arrivava alle caviglie.

In quegli ultimi mesi avrebbe tanto voluto diventare come la neve.

Volare via trasportato dal vento...

Viaggiare lontano...

Scosse la testa leggermente allontanando quei pensieri...

Non doveva rimuginarci ancora!

Sospirò nuovamente stringendosi di più nel cappotto.

Quella mattina indossava un morbido maglione nero con collo alto e largo che gli faceva risaltare il petto ampio e scolpito. Pantaloni della stessa tinta gli fasciavano le lunghe gambe tornite terminando dentro gli stivali di pelle nera pieni di cinghie che arrivavano a metà polpaccio. Gli occhi coperti da degli occhiari neri per proteggiersi dal riverbero quasi accecante della neve e il lungo giaccone di pelle allacciato in vita da una cintura.

Aveva l'aspetto inquietante di uno Yakuza. Un contrasto impossibile da non notare.

Quella mattina quando era arrivato a scuola a piedi con la borsa nera negligentemente abbandonata sulla spalla la squadra aveva fatto un mezzo infarto. Hanamichi stava divinamente vestito così...

I capelli rossi cadevano scompostamente spettinati dal vento sulla fronte abbronzata, le gote leggermente arrossate per il freddo e le mani coperte da guanti di pelle nera.

-Wow... Hana sei fantastico!-aveva commentato stupita Ayako. Il rossino aveva riso sguainatamente proclamando il suo fascino, più per aitudine che per altro...

Erano saliti sull'autobus che li avrebbe portati al ritiro in un paesino di montagna di cui non sapeva il nome.

Il coach non aveva specificato loro il luogo esatto.. aveva solo riso bonariamente dicendo di portarsi vestiti pesanti perchè in montagna faceva freddo.

Con loro era venuto anche il Ryonan per delle amichevoli che si sarebbero disputate al ritiro.

Hanamichi era seduto solo sul sedile foderato di rosso.

Nessuno si sarebbe mai seduto accanto a lui del resto.

Ryota e Ayako erano qualche sedile più avanti intenti a chiaccherare.

I sedili accanto ai loro erano occupati da Kogure e Mitsui che stavano riposando.

Il Gorilla aveva insistito per partire molto presto, risultato, ora erano distrutti.

Ma Hanamichi non riusciva a chiudere occhio, così tentava di passare il tempo osservando cosa gli altri facevano.

Akagi e Uozumi erano nei primi posti a parlare con i due allenatori.

Hiroaki e Akira erano qualche sedile posteriore al suo. Gli altri membri delle squadre erano sparpagliati a coppie sui vari posti.

E poi c'era lui...

Hanamichi osservava il riflesso sul finestrino dove Rukawa si specchiava inconsapevolmente.

Il volpino era seduto nella coppia di sedili accanto a quella del rossino ed, ovviamente, dormiva. Hanamichi si perse a fissare i capelli corvini che gentilmente gli scivolavano sul volto latteo accarezzandone la fronte. La bocca rosea leggermente socchiusa da un respiro regolare.

Il petto avvolto da un morbido maglione cobalto dal collo alto e le gambe fasciate da pantaloni di velluto bianco che prendevano riflessi turchini dal golf.

Era davvero bellissimo...

I suoi pensieri di contemplazione si interruppero osservando un cartello stradale che indicava il nome del paesino in cui si stavano dirigendo.

Hanamichi sbiancò di colpo mentre si alzava di scatto appoggiando le mani al vedro osservando meglio la scritta che si avvicinava...

Si era proprio quel paese...

Sentì il cuore martellare nel petto e il terrore serpeggiargli dentro come una nebbia densa e scura che annullava ogni sua capacità di ragionamento.

Le lacrime gli pungevano gli occhi mentre un doloroso magone gli impediva di respirare tranquillamente.

-No...- gemette. Akira che l'aveva sentito si era alzato per chiedergli cosa succedeva.

Gli poggiò una mano sulla spalla e il rossino si voltò di scatto con gli occhi colmi di terrore. Si alzò bruscamente scostandolo di malo modo dirigendosi a passo svelto verso l'allenatore. Il cappotto di pelle svolazzava leggermente rendendo la sua immagine simile a quello di una creatura della notte.

-Dove cazzo stiamo andando!- chiese quasi isterico all'allenatore.

-Porta rispetto razza di imbecille!!- lo ammonì furioso il capitano. Ma Hanamichi lo ignorò fissando nervosamente il coach aspettando una risposta.

-A ****. perchè Hanamichi?- chiese stupito dal suo comportamento.

-Merda!- imprecò violentemente. -Voglio scendere!- disse diventando serio.

-Hanamichi ma che cavolo...- cercò di farlo ragionale Ayako.

-Voglio scendere! Ci vuole tanto per capire?- ringhiò stringendo i pugni.

La sua espressione più che furiosa sembrava un misto di rabbia e panico...

-Non essere ridicolo idiota! Dove vuoi andare con questo tempo?! A casa a piedi per caso?!- lo colpì in testa il capitano.

-Ok..- disse concitato -Ma appena arriviamo in baita mi fate chiamare Yohei... Mi faccio venire a prendere...- borbottò più a se stesso che agli altri dirigendosi nervosamente verso il suo posto.

-Hanamichi ma si può sapere che cavolo ti prende?! Devi venire al ritiro!!-

-Non voglio stare in quel posto. Chiaro?!- ruggì furioso alla domanda di Mitsui.

-Va bene va bene! Non ti scaldare! Tu sei da psicanalisi bello mio!- rispose borbottando prendendo a confabulare con Kogure. Il rossino lo fissò torvo, era chiaro che parlavano di lui!

Ma loro cosa volevano saperne del perchè non voleva tornare in quel posto?! Nulla!!

Non potevano giudicarlo così!

Hanamichi sbuffò seccatamente.

Il piede tamburellava nervosamente a terra mentre fissava insofferente lo scenario dei boschi innevati. Rukawa fingeva da parecchio tempo di dormire, precisamente da quando le sue orecchie super raffinate avevano udito la voce del malefico porcospino provenire dal sedile dove era seduto Hanamichi.

Quel puntaspilli ambulante doveva tenersi ad almeno trenta metri di distanza dal suo Hanamichi!!! Ok... non esattamente suo, ma questi sono dettagli irrilevanti e soprattutto variabili!!

Presto Hanamichi sarebbe stato suo!!

I suoi pensieri di conquista, però, furono bruscamente interrotti dalla sfuriata del rossino che blaterava, piuttosto concitatamente, sul fatto di voler immediatamente scendere dal pullman per motivi sconosciuti.

Lo aveva sentito risponedere malamente al coach, ad Ayako e a Mitsui, attegiamento insolito da parte sua...

Avvertiva che il do'hao era parecchio nervoso, tamburellava col piede sul pavimento e poi sbuffava continuamente.

Socchiuse gli occhi furtivamente fissandolo.

Quel giorno era bellissimo. Quando quella mattina lo aveva visto vestito in quel modo mozzafiato, solo la sua proverbiale maschera di ghiaccio gli aveva impedito di mettersi platealmente a sbrodolare.

Era a dir poco divino, e più che vuolentieri gli sarebbe saltato addosso sfilandoglieli quei cupi vestiti...Rischiavano di sporcarsi con la neve...

I suoi pensieri furono interrotti nuovamente dalla voce sommessa del do'hao.  Lui era l'unico abbastanza vicino da sentire chiaramente la sua voce..

Cantava... canticchiava un motivetto di cui non distingueva le parole, ma sembrava quasi una ninna nanna...

La sua voce era rotta e triste.

Lo vide ondeggiare leggermente la testa avanti e indietro, mentre quasi distrattamente canticchiava quel motivo.

Non poteva vedere i suoi occhi, purtroppo Sakuragi era voltato dall'altra parte intento a fissare il paesaggio, eppure era certo che fossero malinconici.

Tentò di tendere l'orecchio per captarne le parole, pirtroppo senza risultato.

C'era qualcosa nel paesino del ritiro, che doveva spaventarlo.

Un frammento della sua vita che, evidentemente, rimaneva dolorosamente conficcato nel suo cuore.

 

Hanamichi fu svegliato un paio di ore dopo, una volta giunti a destinazione.

I rimasugli di sonno sparirono immediatamente quando il ricordo della destinazione ruppe le maglie del torpore.

-Siamo arrivati Hana!- lo chiamò dolcemente il porcospino.

Il rossino si perse qualche secondo ad osservare gelato, la baita in cui avrebbero dovuto alloggiare.

Un edificio di legno col tetto a spiovente, era molto ampia e su soli due piani.

La neve copriva il tetto mentre gli alberi che circondavano la piazzola, lasciavano solo intravedere la struttura moderna della plestra poco distante dal cottage di montagna.

Si alzò di scatto afferrando il borsone nero sul ripiano sopra il sedile. A passo di marcia si diresse verso la porta del bus inforcando gli occhiali con rabbia.

Una volta sceso dal mezzo si infilò i guanti di pelle nera mentre aspettava che i compagni lo raggiungessero.

-Allora ragazzi, questa è la baita dove alloggeremo, quella laggiù e la palestra. Vi saranno assegnate delle stanze, ogni camera ospita due persone, gli allenamenti comincieranno domani, oggi potete riposarvi!- annunciò Anzai. I ragazzi esultarono. Hanamichi entrò nella baita frettolosamente dirigendosi con sicurezza verso il telefono. Non poteva restare un secondo di più in quel posto!

Senza pensare dribblò le poltrone della hole passando davanti al camino che come al solito, era animato da un allegro fuocherello.

Il suono dei suoi passi soffocato dalla moquet di pelliccia bianca che ricopriva tutto il pavimento.

-Hanamichi? Sei proprio tu?- gli chiese incredulo una voce alle spalle.

-Seiji!-disse Hanamichi voltandosi. Si sfilò gli occhiali snudando l'espressione sorpresa, cacciandosi distrattamente le lenti scure nella tasca. Il ragazzo dai capelli biondi come il grano e gli occhi verdi gli sorrise dolcemente. I suoi lineamenti erano molto dolci, Seiji non era giapponese, come si poteva facilmente intuire. La figura slanciata del ragazzo e la pelle rosea lo identificavano come americano, ma avendo padre giapponese, il suo nome era orientale.

-Da quanto tempo!- disse con un sorriso tenero.

-Già..- rispose malinconico il rossino.

-Cosa ci fai qui? Ero convinto che...- Hanamichi non lo lasciò finire.

-Teoricamente sarei qui in ritiro con il gruppo di basket, ma appena ho saputo la destinazione, rivelatacisi solo sul pullman, ho voluto tornare indietro. Ma non potevo certo arrivare a Kanagawa a piedi... Volevo farmi venire a prendere da Yohei.- spiegò il ragazzo.

-Capisco... Le vostre camere sono di sopra, e purtroppo sarai costretto a rimanere qui almeno per due giorni, purtroppo il telefono è isolato.- disse mestamente. Il rossino imprecò tra i denti frustrato.

-Lui quando...?- chiese rassegnato il rosso.

-Non sarà qui prima di domani sera- Sakuragi imprecò nuovamente.

-Tranquillo, non gli dirò che sei qui, chiederò a mio padre di tenere la bocca chiusa, non ti troverà, basta che non ti fai vedere troppo in giro!- lo rassicurò il biondino sorridendo. I due rimasero a fissarsi per qualche istante, dove Hanamichi esibiva uno sguardo e un sorriso di profonda gratitudine.

Seiji Orleans era il figlio del proprietario della baita. Da piccolo viveva lì con la sua famiglia e Seiji era uno dei suoi migliori amici. Si era trasferito a Kanagawa circa un anno prima, da allora non si erano più sentiti.

Dopo quello scambio di sguardi i due si abbracciarono con trasporto.

-Mi sei mancato casinista!- gli disse Seji scompigliando i capelli del ragazzo più basso e più piccolo di due anni.

-Anche tu!-

Rukawa entrò nella baita. Hanamichi doveva essere andato a cercare un telefono...

Moriva dalla voglia di sapere perchè non voleva stare in quel paesino!

La squadra al suo seguito intenta a parlottare tra loro si fermò e zittì osservando la scena che si presentava loro di fronte: Hanamichi abbracciato a un ragazzo evidentemente straniero.

-Mi sei mancato davvero tantissimo!!! Si può sapere perchè non ti sei più fatto sentire? Non mi hai neppure avvertito sul tuo nuovo indirizzo e numero di telefono! Ti avrei chiamato! Non farlo più promesso?- gli disse dolcemente passando una mano sulla guancia di Hanamichi - Ora mi dai subito numero e indirizzo tesoro!! Non scappi!!- disse ridendo prendendo carta e penna.

-Promesso! Ogni tanto vieni a trovarmi quando hai un po' di tempo! Sei sempre il benvenuto a casa mia!- disse scrivendo velocemente numero e indirizzo della casa di Kanagawa- E'.. così vuota...- aggiunse tristemente. Seiji gli prese il foglietto tra le mani quando ebbe finito di scrivere. Gli alzò il volto sorridendo.

-Ehi... è tutto passato! Non pensarci più d'accordo?- Hanamichi annuì, e solo in quel momento il suo sguardo si posò sulla squadra che era immobile a fissarlo.

 

Chi...chi cavolo era quell'ossigenato?!?!

Come si permetteva di abbracciare così il suo futuro do'hao?!

E quegli sguardi...quelle parole..

Segreti condivisi,

tenerezze scambiate,

sorrise donati,

carezze ricevute...

Una dolcezza profonda.

Un'intimità sincera.

E tutto quello gli faceva dannatamente male!!!

Solo lui voleva quella tenerezza!!

Solo lui voleva essere il suo scrigno dei segreti!!

Nessun altro!!!

 

-Oh.. ragazzi, questo è Seiji Orleans, mio carissimo amico d'infanzia... e figlio del proprietario dell'albergo.- spiega Hanamichi rivolgendo al suddetto amico uno sguardo dolce e complice che viene prontamente ricambiato.

-Piacere di conoscervi!- dice garbatamente.

-Io vado via dopodomani, appena i telefoni funzionano...- sospirò Hanamichi.

-Ma perchè non vuoi restare Hana? E' un così bel posto!!!- tentò di dissuaderlo il porcospino. Hanamichi si mordicchiò un labbro.

-E' che...- tentò di spiegare.

-Hanamichi qui ci ha vissuto sino all'anno scorso, purtroppo preferisce tentare di staccarsi da questo luogo, lo capisco perfettamente, vi prego di non indagare oltre!- chiese gentile Seiji tirando fuori d'impaccio il suo amico.

-Va bene! - disse semplicemente il coach.

-Venite, vi mostro le stanze!- disse cordialmente il biondino guidandoli su per le scale.

Arrivarono al piano superiore che  faceva mostra di molte porte su ambo i lati del corridoio. La costruzione era tipica montana, fatta di legno che crava un atmosfera calda e familiare.

-Hana, stai in camera con me?- chiese gentilmente Sendoh. Hanamichi si voltò verso il porcospino sorridendogli gentile.

-Grazie Sendoh! Volentieri!- accettò di buon grado.

 

Nononononono!!!

Hanamichi doveva stare in camera con lui, non con quell'Hentai di Sendoh!!!!

Ma di certo non poteva dire 'Hey Hanamichi! Vieni a stare in camera con me!'!

Che situazione assurda!!! Con chi gli sarebbe toccato stare!!! Lui contava sul fatto che il coach avrebbe messo loro due in stanza, in quanto eterni rivali, dovevano imparare a collaborare!!

-Hanamichi, io ho un'idea migliore! Tu te ne vai tra due giorni esatto?- il rossino annuì alle parole di Koshino -Perchè non alloggi in camera con Rukawa! A lui piace stare solo e tra due giorni avrà la camera per se! E' più comodo, ci risparmieremo un sacco di spostamenti!- disse Koshino.

Hanamichi guardò Koshino, poi Sendoh ed infine Rukawa...

-Effettivamente è più comodo...- ammise il porcospino.

Lui?? Con la volpe???

Oh Kami!!!!

Va bene che era solo per due giorni.. però...

Insomma non potevano!!!!

-Bhe ecco...- balbettò incapace di formulare un pensiero completo.

-Hana, scusa, ma non vedo il problema!!  Hanno ragione i tuoi amici! E' più comodo così!- Seiji ignorò lo sguardo implorante del ragazzo.

Aveva capito benissimo che era innamorato di quel Rukawa!

Lo conosceva da sedici anni e ormai non gli sfuggiva nulla!

-Ma siamo matti!? Io con la malefica volpaccia!?!? Non ci penso neppure!!! Qui di artico basta il clima! Non mi serve pure la volpe!!!- protestò vivacemente il rosso.

-Non discutere Sakuragi!!! O giuro che ti costringo a stare qui!!!- lo ammonì il capitano. Hanamichi perse immediatamente colore e i suoi occhi si spalancarono. Seiji non potè trattenere un gemito di sorpresa e istintivamente si voltò verso il rosso. Ma non fece in tempo a fermarlo, che il Gorilla si ritrovò piantato al muro a venti centimetri da terra.

-Non ti azzardare!!!! Tu non mi costringi a fare nulla chiaro?!?! Io da qui me ne vado che tu lo voglia o no!!! E se domani non funzionano i telefoni ti giuro che torno a casa a piedi!!! E non ti azzardare a fermarmi chiaro?!?!- tuonò in preda alla follia.

-Hana... su calmati! Non diceva sul serio!- gli disse tranquillamente l'americano poggiando una mano sulla spalla. Hanamichi lo guardò sconsolato lasciando andare la presa. Il capitano cadde in piedi.

-Scusa...- borbottò il rossino, prima di afferrare la sua sacca e infilarsi in una delle stanze.

-Ti muovi Kitsune? Guarda che ti chiudo fuori!- lo incitò cupo. Rukawa silenziosamente entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle...

 

La palestra era ben riscaldata, cosicchè, nonostante il clima rigido di quel posto, si potessero svolgere gli allenamenti senza vestirsi troppo pesanti.

Hanamamichi sembrava una furia. Correva come non mai, volava più in alto degli altri, era dotato di una grinta che solo la sua paura poteva dargli.

Puara che lo trovasse, che gli parlasse...

Paura che svelasse quello che nessuno doveva sapere...

Distruggere con un soffio il suo fragile castello di sicurezze.

Non doveva accadere!!!

Urlò la sua frustrazione mente mentre con rabbia schiacciava la palla nel canestro.

Se ne sarebbe andato al più presto, non avrebbe mai saputo che era stato li e lui avrebbe potuto continuare a vivere rinchiuso nella sua bolla di sapone.

-Bell canestro Hanamichi!- si complimentò Ayako. Dopo che Hanamichi si era comportato in quel modo assurdo, nessuno aveva più toccato quell'argomento, era chiaro che quel posto non destava ricordi piacevoli in lui, avevano perciò deciso, di lasciar cadere la discussione in modo da non ferirlo troppo.

 

Rukawa fissava continuamente Hanamichi. Dopo che erano entrati in camera Hanamichi aveva stabilito chiaramente di volere il letto accanto alla finestra. A lui ovviamente la cosa non faceva ne caldo ne freddo, ma giusto per riscuotere il rossino la loro accesa discussione si trasformò in rissa. Alla fine Hanamichi riuscì ad impossessarsi del tanto agognato letto e Rukawa si defilò in bagno a farsi una doccia calda. Hanamichi intanto aveva acceso il piccolo caminetto che si trovava in ogni stanza. Era uscito dopo alcuni minuti e aveva trovato Hanamichi accoccolato sulla poltrona davanti al camino intento a guardare la neve che leggera cadeva dal cielo chiaro. I suoi occhi fissi fuori dalla finestra mentre i suoi capelli rilucevano di ombre sanguignee create dal riflesso del fuoco tra i suoi capelli. Ombre danzavano sul suo viso abbronzato, rincorrendosi, cercandosi, lambendo i suoi lineamenti decisi. I suoi occhi si accendevano di mille riflessi dorati.

Kaede si perse ad osservare il fuoco che giocava con il corpo del ragazzo. Si riprese dal suo stato di trans quando sentì Hanamichi riprendere a intonare quella dolce melodia.

-Dormi mio piccolo amore

vola tra i fiocchi dal bianco colore...

Dormi mio dolce tesoro

fai tanti bei sogni d'oro...

Allunga la manina anche tu,

Acchiappa la neve che dolce scende giù...-

Una ninna nanna, ne era certo...

Si riscosse dal suo torpore chiudendo rumorosamente la porta per rendere nota la sua presenza. Hanamichi sussultò voltandosi di scatto. I loro sguardi si erano incontrati e rimasti incatenati.

-Il bagno è libero...- aveva sussurrato Rukawa senza interrompere quel contatto tra loro. Hanamichi aveva annuito.

Si era lentamente alzato e passatogli accanto senza guardarlo, aveva chiuso la porta del bagno dietro di se entrando nella stanza.

 

Rukawa sospirò riprendendosi dai suoi ricordi.

Quella ninna nanna sembrava così malinconica, probabilmente gliela cantava la mamma quanso era piccolino.

Nella sua testa si allargò un sorriso pensando a come doveva essere carino il do'hao da piccolo.

Hanamichi intanto continuava a correre come un forsennato come se tentasse di scappare dal suo passato.

Il sudore scorreva libero sul suo corpo, il respiro affannoso, e i suoi rossi capelli che sembravano petali di un papavero coperti dalla rugiada mattutina. Nei cinque minuti di pausa concessi loro, Rukawa si beò di quella visione paradisiaca.

 

Era distrutto, stanco morto, avvilito e terrorizzato...

Non ne poteva più di quella situazione!

Voleva tornarsene a casa sua, lontano dal passato, dai ricordi, da...

lui....

Quella era proprio una giornata nera!

La Kitsune l'aveva pure sentito canticchiare la ninna nanna... non ci voleva proprio!

E' solo che quando vedeva la neve bianca, le note di quella canzone gli tornavano prepotentemente in testa.

Sua madre gliela cantava sempre prima di farlo addormentare. Si ricordava quando era bambino, davanti al caminetto, le coccole della sua mamma che gli cantava quella canzoncina che lo accompagnava nelle braccia del sonno.

Quanti ricordi belli e felici...

Ricordi di un passato che non sarebbe mai più tornato, un passato dove lui e la sua famiglia erano felici, dove 'lui' non lo detestava, dove era il suo angelo custode, sempre pronto a proteggerlo da tutto e tutti, era il suo migliore amico...

Ora era solo il suo peggiore incubo...

-Dormi mio piccolo amore

vola tra i fiocchi dal bianco colore...

Dormi mio dolce tesoro

fai tanti bei sogni d'oro...

Allunga la manina anche tu,

Acchiappa la neve che dolce scende giù...- quella voce meliflua e sarcastica. Il suo cuore cessò di battere per poi martellare furioso.

Il sangue defluì dal suo volto mentre la palla cadeva dalle sue mani con un tonfo cupo.

Nel suo stomaco una morsa gelida gli attanagliò le membra.

Si voltò agghiacciato mentre le sue pupille si riducevano a due minuscole fessure.

-R..Rei...- ansimò. Sulla porta della palestra, avvolto in un pesante giaccone, stava appoggiato allo stipite un ragazzo dai capeli rossi come il fuoco, gli occhi nocciola, la pelle dorata.

-Ma..cosa?- balbettò Mitsui.

-Rei...- ripetè Hanamichi con voce stridula.

Il ragazzo si staccò dallo stipite mantenendo il suo sorriso cattivo mentre si avvicinava ad Hanamichi.

-Sono tornato prima a casa e mentre andavo a salutare il proprietario, ho sentito due ragazzi parlare di uno strano gruppo di energumeni arrivato questa mattina. Mi sono detto che non c'era nulla di strano, ma quando la suddetta coppia mi ha fermato dicendomi che c'era un ragazzo che mi somigliava molto, ho capito che allora, non era poi così poco importante.- disse velenoso mentre Hanamichi deglutiva a vuoto.

-E allora mi sono detto, ma allora il mio fratellino preferito è tornato a salutarmi, ma che carino, sarebbe maleducato non ricambiare! E così eccomi qui! Contento di vedermi Hana?- la sua voce fasulla e cattiva colpiva come ventate gelide Hanamichi che non sapeva ancora capacitarsi che il suo incubo si fosse trasformato in realtà.

-I...io...- balbettò indietreggiando.

-Sei il fratello di Hanamichi?- chiese Miyagi.

-Il fratello? Si... io ero suo fratello... ora spero solo che crepi il più in fretta possibile!- sibilò con disprezzo. Rukawa notò con orrore il lampo disperato che passò negli occhi di Hanamichi.

Il rossino abbassò lo sguardo affranto.

Una palla sfrecciò accanto al suo volto colpendo quello di Rei.

-Sparisci.- sibilò Rukawa. Rei raccolse il pallone e lo fece roteare tranquillamente su un dito.

-Non sono affari tuoi morettino- disse con indifferenza.

-Senti Rei...- cominciò balbettando -Io... me ne vado domani! Appena funzionano i telefoni avviso un mio amico.. me ne vado!- spiegò il più tranquillamente possibile, senza però riuscire a non far tremare la voce.

Rei lanciò con rabbia la palla contro il volto del fratello che si portò una mano alla guancia gemendo.

-Sei impazzito?!- tuonò Sendoh.

-Non sono affari vostri!!- tuonò Rei. -Forse non hai capito una cosa Hanamichi! Io ti voglio via di qui! Non mi importa come! Sotto un tir, in un carro funebre, può venirti a prendere chi vuoi! Io qui non ti ci voglio! Sparisci! Ora!- tuonò afferrandolo per il colletto sputandogli il suo odio in faccia.

-Rei...- cercò di parlare il rossino.

-Non me ne sbatte un cazzo di quello che hai da dire razza di assassino! Non ti voglio più vedere! Ti disprezzo!

Mi disgusti!!

Mi dai il volta stomaco!

Solo il pensiero che sei mio fratello mi fa schifo!

Vorrei che al posto di mamma e papà ci fossi tu sotto due metri di terra!!

Spero che tu crepi il più in fretta possibile feccia umana!- urlò spingendolo a terra.

Gli occhi di Hanamichi erano bassi, ma Kaede era certo fossero colmi di dolore.

-Ma chi ti credi di essere?!- urlò rabbioso Mitsui.

-Vattene subito!!- rincarò furioso Sendoh.

-Mi sto arrabbiando.- sibilò Rukawa.

-Zitti... State zitti...- disse Hanamichi. -Perchè mi odi tanto Rei? Non sono stato io... perchè non vuoi accettarlo?- chiese affranto alzando il volto. Il fratello gli rivolse un sorriso malvagio.

-Te l'ha detto mamma vero? Te la detto mamma che non è colpa tua se papà è morto vero?!- urlò.

-Bhè, guarda caso il giorno prima che lei morisse ho sentito la mamma parlare con il medico. Papà sarebbe ancora vivo se tu fossi arrivato a casa cinque minuti prima!! Se non ti fossi fermato a fare a botte a quest'ora papà sarebbe ancora vivo!!- urlò con rabbia. Hanamichi lo guardava stravolto.

Non poteva essere vero...

Rei mentiva...

Mamma gli aveva sempre detto che era morto da almeno venti minuti...

Che comunque non avrebbe fatto a tempo...

Che non ci sarebbe stato nulla da fare...

-Non è vero...- balbettò incredulo.

-Ah no? Allora perchè ogni volta che ti vedeva mamma piangeva?- chiese malefico.

Il mondo di Hanamichi si infrasse come uno specchio.

-Ma cosa stai dicendo?- chiese confuso Miyagi.

-Non è vero... è solo una bugia...- balbettò.

La sua fragile bolla di sapone era ormai distrutta.

Viveva tentando di convincersi che non era stata colpa sua, che mamma diceva la verità, aveva rinchiuso la consapevolezza che era tutta una bugia in un angolino remoto del suo cuore.

Sapeva che era colpa sua, ma aveva ardentemente sperato che le parole di sua madre fossero vere, che lui non c'entrava niente.

E ci aveva talmente sperato, che alla fine se ne era falsamente convinto...

E ora suo fratello, con la sua verità conosciuta ma sempre  rifiutata, lo aveva distrutto.

Saperlo era una cosa.

Sentirselo dire...mille volte peggio.

-E non ti bastava aver ucciso papà! No!!! Hai dovuto uccidere anche mamma!!- urlò pieno di rabbia distruggendo pezzo dopo pezzo l'anima di Hanamichi.

-Il giorno dopo che ho scoperto la verità già cominciavo a disprezzarti, ma quando per farti quel stramaledetto regalo è morta in un incidente, bhè caro Hana...da allora io voglio vederti morto!!

Ci hai distrutto!!! Hai distrutto la nostra famiglia, la nostra vita, la mia vita!!! E spero sinceramente che tu crepi brutto bastardo!!! Crepa!! Io non ho più un fratello!!!! Vattene Hanamichi!! Non ti voglio vedere ne qui ne in nessun altra parte!! Vattene!!-

-Adesso stai esagerando brutto bastardo!- urlò Sendoh lanciandoglisi contro. Mitsui tentò di fermarlo aiutatato da Miyagi senza riuscirci. Il pugno destinato a Rei, tuttavia, si infranse sul volto di Hanamichi.

-Hana! Cosa...- balbettò incredulo il porcospino.

-Lascia stare Akira.- disse sorridendo ignorando il rivolo di sangue che scendeva dal labbro inferiore. -Ha ragione Rei è stata colpa mia!- disse anteponendo le mani in segno di difesa.

-Ma...- tentò di protestare Mitsui.

-Susu! Fratellino come sei stato bravo! Ti sei beccato il pugno per me! Sono commosso!- disse sarcastico Rei. Hanamichi si avviò verso l'uscita della palestra.

-Vado in camera- sospirò. -Io ve l'avevo detto di farmi scendere dal pullman!- borbottò abbozzando un sorriso. Rei lo raggiunse in un lampo afferrandolo per la spalla e spingendolo indietro.

-Fammi passare pezzente.- sibilò.

-Adesso mi hai stufato!!- urlò il rossino pieno di rabbia. Rei si voltò di scatto stupito dalla grinta del fratello, prendendosi un pugno in pieno volto che lo fece schiantare al muro.

-Come osi?!- urlò il ragazzo più grande tirando un calcio allo stomaco del fratellino. Al suo calcio seguì un gancio.

-Fallo a pezzi Hanamichi!!- Urlò Miyagi.

-Avanti fagli vedere di cosa è capace il Tensai!!- incoraggiò Mitsui.

-Su Hana! Fallo nero!-incitò Sendoh

Qualcosa non andava.

Decisamente qualcosa non andava.

Lo avrebbe potuto fare a pezzi.

Faceva a botte tutti i giorni con Hanamichi e conosceva la sua forza.

E decisamente in quel momento, Hanamichi non stava facendo sul serio.

Sembrava quasi che...

No.

Non poteva essere!

Non poteva farsele dare apposta!

Era fuori discussione.

Eppure Hanamichi ne stava prendendo di santa ragione e non le stava restituendo!

 

Un calcio.

Un altro.

Un pugno.

Una gomitata.

Se le meritava tutte.

-Papà l'ha sempre detto che sei solo un teppista...- Gli sibilò malefico all'orecchio.

Lo sapeva.

Un pugno.

-Che non vali nulla-

Lo sapeva.

Un calcio.

-Che sei un fallito.-

Lo sapeva.

Una ginocchiata.

Ma nessuno di questi colpi facevano più male di quelle parole.

Perchè erano vere,

perchè le aveva sempre ripudiate,

perchè erano tutte le sue insicurezze,

perchè ora tutti sapevano chi era davvero Hanamichi Sakuragi.

Perchè ora anche Rukawa sapeva chi era il vero Hanamichi.

Cadde pesantemente a terra con un gemito di dolore quando il destro del fratello lo colpì in pieno stomaco.

-Basta smettila!!!!!- urlò terrorizzata Ayako. I presenti non potevano fare nulla contro la furia di Rei.

Hanamichi tentò di alzarsi ma quando fu a quattro zampe il fratello lo colpì violentemente al petto con un calcio. Un colpo, un altro e un altro.

E Hanamichi non emetteva lamento.

 

Normalmente non sarebbe intervenuto.

Sapeva quanto era orgoglioso Hanamichi e aiutarlo sarebbe stato un duro colpo per lui.

Ma in quel momento era diverso!

Hanamichi non stava nemmeno provando a rispondere ai colpi, le prendeva e basta!

E quindi poteva, doveva decisamente intervenire.

-Ora basta.- sibilò colpendo Rei in volto con una pallonata.

-Avanti do'hao, non sai più menare le mani?- chiese ironico avvicinandosi.

-Al diavolo Rukawa! Non sono affari tuoi!- annaspò il rossino.

-Lo so, ma questo imbecille sta interrompendo gli allenamenti, e la cosa mi innervosisce.- rispose pacatamente.

Rei si alzò da terra gemendo per la botta ricevuta. Ora era sufficentemente furioso!

-Tu!! Bastardo!!- urlò.

-Non ti azzardare a sfiorarlo con un dito Rei!- Urlò Sakuragi mettendosi in mezzo.

-Vuoi prendertela con me perchè mamma e papà sono morti?! Fallo!! Non me ne frega nulla! Se ti fa sentire meglio ammazzami pure! Credi che per me sia stato facile? Sei davvero convinto che ogni istante che passi io non mi torturi l'anima a riguardo?!? Credi che non passi secondo della mia vita senza chiedermi se papà fosse ancora vivo se fossi rincasato cinque minuti prima?! Credi che non mi chieda se mamma sarebbe ancora viva se avessi compiuto gli anni anche sono un giorno prima o dopo? Credi davvero che io non soffra??!!- gli urlò contro pieno di rancore e rabbia.

-Non mi vuoi più vedere? Ok, va bene, me ne vado. Ma non provare ne a toccare Rukawa, ne un altro dei miei amici. Faccio le valige, sparisco fratellone, non mi vedrai mai più. D'ora in poi non hai più un fratello. Esiste solo Rei Sakuragi.- disse serio uscendo dalla palestra.

Nella palestra tornò il gelo.

-Sei solo un bastardo.- sibilò Akira avvicinandosi a Rei.

-E tu chi credi di essere per potermi giudicare? Chi ti credi di essere? Se solo Hanamichi non fosse mai nato...- il diretto di Akagi lo colpì in pieno volto.

-Chiudi quella fogna. Mi fai schifo. E' tuo fratello, la tua unica famiglia. E tu non fai altro che scaricare su di lui tutta la tua frustrazione. Non so come sono andati i fatti. Ma se la metti su quel piano prova a farti un esame di coscenza. Rinfacciavi ad Hanamichi di non essere tornato a casa in tempo per salvare il padre. E tu non potevi rientrare prima? L'hai accusato della morte di vostra madre poerchè era uscita a prendere il regalo di compleanno. E perchè non sei andato tu? Quindi ora piantala mentecatto. Mi fai soltanto pena.- sputò con disprezzo.

 

Hanamichi camminava nella neve osservando la neve che aveva preso a scendere.

Pensava.

A tutto e a niente.

Al suo passato, alle parole di Rei.

A quelle di Rukawa.

-Avrei dovuto scendere...- disse con un sorriso. -Mi sarei risparmiato un sacco di seccature!- disse ironico. Si ritrovò di fronte alla porta del rifugio.

Calda.

In legno marrone.

Sospirò voltando il capo. La neve scendeva leggera.

Osservò un fiocco candido posarsi sulla sua spalla nuda. Indossava ancora la tenuta d'allenamento. Eppure non sentiva freddo.

Alzò gli occhi verso quel celo uniformemente plumbeo costellato da mille coriandolini bianchi che scendevano piano piano.

Ormai era sera, tra poco sarebbe stato buio.

Osservò il bosco di abeti li vicino.

Ci andava sempre a giocare con la neve.

Senza pensarci si addentrò nel piccolo boschetto.

Sprofondava le scarpe nella neve con un lieve frop, lasciando dietro di se le sue impronte.

Il suo respiro si condensava in nuvolette di fumo candido che sfumava piano piano verso l'alto, verso il cielo.

Anche lui avrebbe voluto essere come quel soffio.

Libero di volare nel cielo trasportato dal vento.

Niente problemi,

niente preoccupazioni,

niente rimpianti.

Più semplicemente...

...niente passato...

Sospirò nuovamente addentrandosi nel bosco.

La neve continuava scendere.

E così ora, anche la squadra e il Ryonan sapevano che razza di feccia  fosse.

Aveva praticamente ucciso i suoi genitori.

Rei aveva ragione.

Lui era solo un assassino.

-Solo il pensiero che sei mio fratello mi fa schifo!

Vorrei che al posto di mamma e papà ci fossi tu sotto due metri di terra!!- le parole di Rei gli rimbombavano nella testa.

E come un lampo una frase,

una risposta a quelle parole cattive.

 

Va bene lo stesso sotto due metri di neve?

 

Scosse nuovamente il capo.

Era un pensiero assurdo.

E quella stessa vocina di prima ripiombò nella sua testa.

 

Così assurdo?

 

No, non lo era.

Chi avrebbe pianto per lui?

Forse Seiji e basta.

Lui la storia la sapeva.

Eppure era sempre stato suo amico, nonostante tutto.

Ma chi altri piangerebbe per la sua scomparsa?

 

Nessuno. Perchè ora sanno la verità.

 

Si sedette ai piedi di un grande abete.

La neve fresca si sciolse sotto di lui.

Ma non sentiva freddo, non sentiva nulla.

La neve continuava a scendere, e lui allungò un braccio aprendo il palmo.

Un fiocco gli si posò sopra sciogliendosi lentamente.

-Dormi mio piccolo amore

vola tra i fiocchi dal bianco colore...- cominciò a cantare mentre quella piccola gocciolina d'acqua scorreva sul palmo aperto di fronte al suo viso fino a cadere a terra bucando la neve fresca.

-Dormi mio dolce tesoro

fai tanti bei sogni d'oro...- alzò gli occhi al cielo e i suoi occhi si rimpirono di lacrime.

-Allunga la manina anche tu,

Acchiappa la neve che dolce scende giù...- chiuse gli occhi lasciando che quelle piccole lacrime leggere del celo gli cadessero sul volto.

-Dormi dormi mio bel bambino

che l'inverno è ormai vicino...- le lacrime scorrevano velocemente sul suo volto infrangendo il manto uniforme della neve.

-Mamma... perdonami...- bisbigliò.

E la neve scendeva giù.

Non sentiva ne freddo ne umido.

Anzi, si sentiva al caldo.

Come davanti al camino quando era piccolo.

Aprì gli occhi e di fronte a se il camino col fuoco scoppientante.

Caldo...

Era tutto così caldo, quel piacevole torpore che lo avvolgeva.

Si sdraia sul tappeto persiano, è un po' ruvido, punge la pelle abbronzata e distrattamente afferra un plaid stendendolo a terra.

E' il suo preferito, quello blu con le stelle e la luna.

Ci si sdraia sopra ancora di fronte al fuoco scoppientate.

Gli piace il fuoco, è caldo, e poi ha dei bei colori.

La stanza è illuminata unicamente dalla luce dorata delle fiamme scarlatte.

I suoi occhi sono un po' lucidi e le sue gote arrossate per il caldo che viene dal caminetto.

Si accaoccola meglio sulla coperta.

La porta d'ingresso di legno si apre di scatto e Rei entra in casa.

-Ciao fratellone!!- saluta allegramente. Rei si toglie il pesante giaccone e gli occhiali scuri.

-Ciao Hana!- lo saluta dolcemente.

Il suo adorato fratellone ha appena compiuto i diciotto anni, lui ne ha solo dodici.

-Si gela la fuori!- commenta Rei strofinandosi le mani e sedendosi accanto ad Hanamichi.

-Ciao figliolo!- suo padre scende le scale col giornale in mano.

-Ben tornato Rei!- la voce di sua madre arriva dalla cucina e un buon profuno di biscotti riempe l'aria.

Lo streotipo perfetto della famiglia felice.

Rei si siede con Hana a parlare e scherzare, come avevano sempre fatto.

Fuori la neve scende abbondante, presto sarà tutto coperto.

Ma loro non temono il freddo. Il caldo camino li riscalda.

-E' tardi Hana... Devi dormire.- lo incita la mamma. -Non hai sonno?- Gli chiede prendendolo tra  le braccia. Come quando era piccolo.

-Si, tanto...- Le sue braccia sono tanto calde... e lui ha tanto sonno..

-Dormi fratellino!- Rei gli bacia la fronte con fare gentile  e la mamma intona la sua ninna nanna:

- Dormi mio piccolo amore

vola tra i fiocchi dal bianco colore...

Dormi mio dolce tesoro

fai tanti bei sogni d'oro...

Allunga la manina anche tu,

Acchiappa la neve che dolce scende giù...

Dormi dormi mio bel bambino

che l'inverno è ormai vicino...- Gli ochi stanchi si chiudevano, aveva sonno.

Tanto sonno.

Il tepore delle braccia della mamma.

Il camino scoppiettante...

 

Hanamichi si rannicchiò nella neve con un dolce sorriso.

Gli occhi chiusi in balia dell'illusione.

-Notte mamma...- sussurrò addormentandosi mentre la neve gli faceva da gelida coperta.

Il volto ormai pallido.

La mente ormai annebbiata.

Il suo ultimo respiro condensato in una nuvoletta candida.

 

Rei se ne era andato ormai da un'ora.

Le parole che il capitano gli aveva detto, dovevano averlo fatto riflettere, ma di certo non si poteva pretendere di  ridonare un cuore ad un ragazzo che ormai l'aveva perso, con tanta facilità.

Probabilmente domani mattina non si sarebbe ricordato più nulla, riprendendo a odiare il fratello.

Nessuno aveva seguito Hanamichi.

Aveva bisogno di stare solo, lo capivano.

Aveva bisogno di piangere senza essere visto.

Bisogno di sfogarsi e di pensare.

Anche solo di medicarsi le ferite.

L'allenamente era quindi proseguito, anche se, a dire il vero, nessuno faceva molto caso a cosa si faceva.

Anche i rimproveri poco convinti di Taoka e Anzai, durarono pochi minuti, per poi arrendersi all'evidenza, che nessuno era in condizioni ideali per allenarsi.

Dopo un'ora, i ragazzi si arresero andando negli spogliatoi a cambiarsi in religioso silenzio.

Kaede notò che Hanamichi era uscito senza cambiarsi.

Fortunatamente il rifugio era a due passi, altrimenti si sarebbe beccato una polmonite come minimo.

Sospirò cambiandosi senza nemmeno lavarsi.

L'avrebbe fatta in camera dopo aver visto come stava il do'hao.

Era dannatamente preoccupato.

Sembrava letteralmente distrutto quando era uscito.

E sicuramente non era da biasimare il suo stato!

Le parole che suo fratello gli aveva urlato avevano fatto male a lui per la sua crideltà, figurarsi ad Hanamichi che ne era il destinatario!

Si infilò il giaccone, anche se erano vicinissimi alla baita faceva un freddo cane li fuori!

Per di più aveva preso a nevicare piuttosto forte.

I giocatori si fermarono nella hole.

-Ciao ragazzi! Dove è Hana?- chiese incuriosito Seiji non vedendo tra i presenti l'amico. Lo sguardo di tutti si incupì.

-Vi prego ditemi che non è...- la frase non ebbe modo di concludersi che Sendoh prese la parola.

-E' venuto suo fratello... Gli ha detto delle cose orribili  e dopo essersi picchiati... o meglio, dopo che quel bastardo ha picchiato Hanamichi, Hana è tornato qui.- disse con rabbia. Seiji si morse il labbro imprecando in americano probabilmente.

-Doveva tornare solo domani!- ringhiò.

-Mi dispiace che abbiate assistito, mi dispiace per Hana.- sospirò.

-Hanamichi si è trasferito a Kanagawa l'anno scorso, dopo la morte della madre. Rei non l'ha più voluto con se e l'ha buttato fuori. Avevo proposto ad Hana di venire a vivere con me, ma ha rifiutato. Effettivamente se fosse rimasto qui, Rei non avrebbe fatto altro che rendergli la vita impossibile, Hanamichi sarebbe impazzito dal dolore.

Rei è sempre stato un bravisimo fratello. Adorava Hanamichi. E ora...

Non posso credere che si sia ridotto così.- raccontò mesto.

-Il padre di Hanamichi è morto per un infarto. Erano a Kanagawa, si erano fermati li per qualche mese per colpa degli impegni di lavoro di Hiroshi, il padre di Hana. Tornando a casa Hanamichi è stato assalito da dei teppisti, nessuno vedeva di buon occhio i suoi capelli rossi, mi raccontava. Quando però è arrivato Hiroshi era a terra e Hanamichi a cercato disperatamente di raggiungere l'ospedale fuori casa. Ma i teppisti erano tornati a vendicarsi portando i rinforzi. Hana si è sempre sentito in colpa per la morte, nonstante il medico sostenesse che era già morto da almeno venti minuti quando Hana è rincasato.- fece una breve pausa osservando il fuoco scoppiettante del camino. Le fiamme si riflettevano nei suoi occhi verdi persi nel vuoto. Sbattè le ciglia riprendendo il racconto.

-Già da allora Rei era diventato più freddo con Hana. Rispondeva male, tante volte si divertiva a lanciargli frecciatine piuttosto cattive. Molte volte lo umiliava in pubblico. Ma quando Mei è morta in un incidente stradale per andare  acomprare il regalo di compleanno di Hanamichi, allora è esploso. Hanamichi stava malissimo, si sentiva in colpa per la morte di entrambi i suoi genitori. Rei lo feriva volutamente, lo picchiava tante volte per cose stupide. Hanamichi non ha mai reagito perchè ha sempre creduto che Rei avesse ragione. Un anno fa, sotto consiglio di mio padre che non ne poteva davvero più di vederlo sempre depresso, sull'orlo del suicidio pieno di lividi, ha comprato un appartamento a Kanagawa, e si è trasferito. terminò il racconto con un sospiro.

-Poveretto...chissà che cosa ha passato...- commentò mesto Kogure.

-Già...- la sala restò in silenzio.

-Io salgo.- disse semplicemente Rukawa salendo le scale.

-Ehi! Vedi di non...-

-Si capisce.- troncò a metà l'affermazione della seconda guardia dello Shohoku.

Lo osservarono scomparire su per le scale.

-Io credo invece che solo Rukawa abbia la facoltà di risollevarlo... o... di distruggerlo...- mormorò Seiji.

-Cosa intendi?- chiese Koshino.

-Credi a me! Conosco Hana... lo conosco fin troppo bene- disse  con un sorrisetto enigmatico.

 

Kaede entrò cautamente nella stanza. La camera era al buio, probabilmente, pensò, Hanamichi stava dormendo.

Chiuse la porta delicatamente ma si bloccò di scatto.

Il camino.

Era spento.

Strinse convulsamente la mano attorno alla maniglia senza voltarsi.

Hanamichi l'avrebbe sicuramente acceso.

Faceva troppo freddo perchè lo lasciasse spendo. Lasciò cadere la sacca con un moto di panico.

Non poteva essere...

Cercò l'interruttore della luce voltandosi.

Panico.

Il letto era vuoto.

La stanza deserta.

Esattamente come l'avevano lasciata.

Hanamichi non era tornato.

Vestito solo di quegli indumenti leggeri, era rimasto fuori al freddo.

-Idiota!- ruggì mentre la paura folle che fosse troppo tardi, che fosse successo qualcosa di tragico, gli corrodeva l'anima come acido solforico.

Si precipitò giù dalle scale ritrovandosi nella Hole.

I ragazzi, rimasti li, si voltarono ammutolendo.

-Rukawa cosa...- balbettò Sendoh.

-Non è rientrato!- disse con furia. -Quel do'hao!- urlò.

-Come sarebbe a dire?! Ti ricordo che è uscito in braghini e canottiera!!!- urlò Mitsui.

-Credi che non lo sappia?!- ringhiò.

-C'è un altro rifugio da queste parti dove Hanamichi possa essersi rifugiato?- chiese ansiosamente Sendoh.

-No... è l'unico nel cerchio di chilometri.- rispose distrattamente Seiji.

-Io esco a cercarlo.- Rukawa, senza aspettare risposta, prese il giaccone e uscì sbattendo la porta.

Poco dopo la porta si aprì nuovamente e lo Shohoku, Seiji, Sendoh e Koshino, uscirono al gelo di quella notte.

-Ti aiutiamo.- disse Mitsui.

-Sendoh, Rukawa, Mitsui, Seiji  da una parte- impartì il gorilla.

-Io, Miyagi, Koshino e Kogure dall'altra- senza dire altro si divisero.

-Giuro che lo troveremo.- sibilò Rukawa.

 

La neve scendeva giù.

Fitta, soffice, bianca.

Come lacrime del celo.

Come zucchero velato su una torta fatta dalla mamma.

Come bambagia leggera.

Una coperta gelida che copre tutto col suo candore.

Intrappola tutto nella sua immobilità, cancellando gli orrorri e gli errori sulla terra.

Congela tutto in un immoto silenzio e immobilità, come per permettere agli esseri umani di avere il tempo di osservare, fissare, ricordare appieno le bellezze pure della natura.

Sotto quella coperta di gelo, Hanamichi giaceva immobile.

Il volto ormai candido come la neve, le labbra viola, il corpo freddo e immobile abbracciato dall'oblio del sonno.

La sua bocca piegata in un sorriso dolce da straziare l'anima...

 

Non lo trovavano!

L'avevano chiamato, cercato, ma di Hanamichi, nessuna traccia.

E la paura in lui montava sempre più viscida e subdola.

E' troppo tardi!

Gli urlava la sua testa.

Lo troverò.

Urlava il suo cuore.

Quale dei due avesse ragione, non lo sapeva, sperava che però fosse il suo amore, ad averla vinta.

Nevicava sempre più forte, sempre più fitta.

La visibilità scarsa, il gelo sempre più pungente.

E la fiamma della speranza, sempre più fioca.

-Ti prego, ti prego Hana, resisti!- bisbigliò affranto Seiji.

E poi Rukawa lo vide.

Un cumolo di neve diverso dagli altri, innaturale,...

Il suo cuore si fermò...

Un ciuffo rosso spuntava da quelle coltri bianche..

-Hana!!!- urlò precipitandosi accanto al cumolo di neve.

-L'hai trovato?!-chiese incredulo Mitsui.

-Qualcuno avvisi gli altri!- ordinò mentre toglieva la neve da quel corpo.

-Vado io!- Seiji corse nella direzione da cui erano venuti.

-Vado con lui!- Mitsui corse indietro al biondino.

Rukawa levò concitatamente la neve dal ragazzo.

-Avanti Hana!- incitò Sendoh. Rukawa lo prese tra le braccia togliendo la neve dal viso del compagno.

Rimase gelato.

-Ha..Hana...- pigolò poggiandogli una mano sulla guancia.

Il volto gelido, le labbra viola e...

quel sorriso...

-Hanamichi!!- urlò Sendoh schiaffeggiandolo leggermente perchè si svegliasse.

-Hana avanti apri gli occhi!- lo scotè Rukawa.

Non poteva essere morto!!

Non doveva!!!

Ma il volto di Hanamichi rimaneva congelato in quel sorriso struggente.

Rukawa con mano tremante portò una mano al collo del rossino per sentire il battito del suo cuore.

Nulla.

-E'... morto...- ansimò con terrore.

 

-L'ha trovato!! Rukawa l'ha trovato!!- urlò Mitsui raggiungendo gli altri.

-Cosa? Come sta?- chiese concitato Miyagi.

-Lui... era sotto la neve. Rukawa ci ha detto di chiamarvi...- balbettò Seiji.

 

-No!!- urlò Rukawa. Si tolse la giacca avvolgendolo e prendendolo in braccio.

-Corri Rukawa!- lo incitò Sendoh.

No, non l'accettava.

Hanamichi non poteva essere morto, non poteva!

Era la sua vita, l'unico barlume di luce in quel mondo scuro in cui viveva.

Non avrebbe mai accettato la sua morte.

-Non andartene Hana!- pregò Rukawa.

Il vento sferzava, ferendolo, sul volto.

La neve cadeva sempre più fitta rendendo la visibilità ancora più scarsa.

Il suo Hana intrappolato nella morsa del gelo, che attratto dal suo calore, lo voleva tutto per se.

-Ti prego ti prego Hana!-  implorava Sendoh.

Veloci, sempr epiù veloci.

La neve sfrecciava accanto a loro come pareti bianche.

Il vento gli feriva gli occhi che lacrimavano violentemente.

 

E' colpa del vento se piangeva?

 

E correva, sempre più forte, una lotta contro il tempo, contro il vento, contro...

...la morte...

In lontananza il fumo dal comignolo del rifugio.

-Ci siamo Hana, ci siamo... guai a te se molli do'hao!- ringhiò accellerando il passo.

I suoi piedi affonndavano nella coltre ghiacciata.

Non sentiva più le gambe.

Troppo freddo, troppa fatica, troppa paura.

Ma forse era proprio il freddo che gli dava la resistenza per non sentire il dolore.

Forse era proprio la fatica  che gli permetteva di non cedere.

E sicuramente, era proprio la paura a permettergli di andare avanti.

Ma sopratutto era l'amore per quel dannato do'hao che faceva pompare al cuore il sangue.

Perchè era certo, Hanamichi si sarebbe salvato, perchè altrimenti, il suo cuore avrebbe cessato di battere.

Sendoh lo precedette con uno scatto aprendo la porta della baita con furia.

Kaede si precipitò dentro stendendo Hanamichi sopra il divano di fronte al camino della Hole. I loro compagni rimasti li sussultarono spaventati.

-Vai in camera nostra e accendi il camino, muoviti!- urlò Rukawa spogliando il do'hao del giaccone.

Quel sorriso..

Quel dannato sorriso...

Non sorridere do'hao!

Non devi sorridere!

-Cosa...- balbettò Ayako.

-Non lo vedi?! Prendi delle coperte, muoviti! Sta assiderando!- sbraitò liberandolo dei vestiti fradici.

Non aveva tempo di aspettare quelle coperte!

Si sfilò la maglietta arrotolandola. Strofinò con forza le gambe gelide del do'hao.

Bianche, troppo bianche.

Le sue mani erano viola...

I suoi piedi paonazzi...

Le sue labbra blu.

E sempre quel dannato sorrido.

-Merda do'hao smettila di sorridere!- sbraitò strofinando con forza.

Ayako portò delle coperte di lana e Rukawa le sostituì immediatamente alla sua maglietta.

-Che state li a guardare! Ho solo due mani io!- sbraitò. Koshino si riscosse dallo shock prese un'altra coperta e prese a strofinare il braccio del rossino con energia, mentre Ayako si occupava dell'altro.

Ma Hanamichi restava immobile, gelido, con quel sorriso agghiacciante sul volto cinereo.

Un sorriso dolce, come se si trovasse tra le bracci adi sua madre  e non volesse svegliarsi.

Il sorriso che stava a significare, che Hanamichi era con lei...

E Rukawa aveva la ferrea intenzione di riportarlo indietro...

Il suo corpo scosso dai tre ragazzi che sfregavano sempre con più forza sui suoi arti per riattivare la circolazione.

Mitsui, Seiji e gli altri ragazzi entrarono di corsa nella baita.

-Come sta?!- chiese concitato l'americano.

-Assiderato!!- sussurrò Koshino smettendo di strofinare. -E'..morto...- balbettò.

-Si può sapere che stai facendo?! Muoviti!- ringhiò Rukawa.

-E' inutile Rukawa! Rassegnati! E' morto!- sbraitò sconvolto Hiroaki.

-Non è vero! Levati di mezzo imbecille!- Miyagi strappò dalle mani del ragazzo la pesante coperta sostituendolo.

-Il suo viso! Sta riprenendo colore!- esclamò incredulo Mitsui.

-Avanti do'hao!- incoraggiò il volpino.

Ce la stavano facendo.

Il do'hao avrebbe perso quel sorriso straziante...

Perchè ne avrebbe donato uno migliore al mondo...

Non quel sorriso triste, eppure sereno.

Quel sorriso d'addio.

Mitsui si avvicinò al rossino posando un orecchio sul suo petto.

-Batte!!! E' vivo!!- eslutò. I giocatori tirarono un sospiro di sollievo, sta volta Hana ci era andato vicino.

Rukawa si accasciò a terra con un sospiro.

Ora stava decisamente meglio.

Il volto di Hanamichi aveva ripreso un po' di colore, le labbra erano tornate rosee, anche se quel sorriso non si incrinava di un millimetro.

-Lo porto in camera.- sentenziò gelido. Lo avvolse nelle coperte calde e lo prese in braccio.

-Ne sei sicuro?- chiese Miyagi.

-Ovvio.- rispose pacatamente salendo le scale.

 

Hanamichi giaceva indifeso tra le sue braccia.

Il respiro era tornato regolare, le funzioni vitali, riprese.

E quel sorriso d'addio era scomparso dalle sue labbra.

Si concesse il lusso di baciare i ciuffi rossi ancora umidi.

-Mi hai fatto prendere un colpo stavolta...- sussurrò.

Entrò nella sua stanza trovando Sendoh intento a riavvivare il fuoco.

-Come sta?- chiese concitatamente.

-E' vivo.- disse con un sospiro adagiandolo sul letto.

-Per un pelo...- aggiunse poi.

-Preparo un bagno caldo...- borbottò Sendoh entrando nel servizio.

Hanamichi aveva assunto una colorazione sana ora, era salvo, anche se Kaede, posandogli una mano sulla fronte, scorpì che Hana aveva la febbre. Non ci si poteva di certo stupire! Aveva rischiato di morire assiderato, anzi, forse era morto davvero.. per fortuna l'avevano portato indietro.

-Il bagno è pronto.- lo riscosse Sendoh dai suoi pensieri.

-Hn...- Prese nuovamente Hanamichi in braccio avvolto unicamente dalla coperta. Sotto di essa, unicamente un paio di boxer.

-Vuoi una mano a lavarlo?- chiese premuroso il porcospino.

-No!- rispose secco il moretto facendo sorridere maliziosamente Akira.

-Immagino il motivo!- disse sornione vedendolo sparire in bagno.

-Taci!-gli urlò dietro il volpino.

-Vi lascio soli!- e Sendoh lasciò la stanza.

Rukawa tolse ad Hanamichi la coperta di lana e i boxer senza impedirsi di osservare la straordinaria bellezza del rossino.

Averlo così privo di sensi tra le braccia faceva un effetto tutt'altro che salutare al suo corpo. Scosse la testa.

Non era certo il momento di pensare a certe cose quello!

Immerse Hanamichi nell'acqua calada sovrastata da soffice schiuma.

Si inginocchiò accanto alla vasca rimboccandosi le maniche cominciando a passare delicatamente la spugna sugli addomiali un po' pallidi del rossino.

Movimenti circolari e dolci per far riprendere al meglio la circolazione sanguigna.

Hanamichi gemette sotto quelle carezze rimanendo nel suo stato di incoscenza.

-Te la sei cavata stavolta piccolo... Non farlo mai più.- si concesse di baciarlo sulla fronte. Si sentiva un verme, approfittare così della sua incoscenza, ma probabilmente da sveglio lo avrebbe riempito di pugni se avesse anche solo osato fare un'azione del genere.

-Come mi sono ridotto...- sospirò con un mesto sorriso.

Asciugato e rivestito il do'hao, lo infilò immediatamente sotto le calde coperte coprendolo per bene con più di un plaid di lana. Doveva stare al caldo.

Riavvivò il fuoco nel camino sospirando di tanto in tanto quando lanciava sguardi speranzosi al letto dove giaceva Hanamichi ogni volta che sentiva un mugugnio da parte sua.

Ma Hanamichi non dava segni di voler riemergere dalle maglie del sonno.

 

Rukawa, che si era assopito sulla poltrona di fronte, si risvegliò con un lamento tentando di identificare cosa avesse disturbato il suo sonno.

Identificò il suono fastidioso come qualcuno che bussava alla porta.

Si alzò borbottando andando ad aprire.

-Ciao!- salutò bisbigliando Miyagi.

-Hn...-

-Sempre molto gentile vedo...- borbottò. -Vi ho portato la cena! Come sta Hana?- chiese entrando nella stanza.

-Dorme.- disse semplicemente lasciandosi cadere nuovamente sulla poltrona.

-Ha la febbre!- consatò il playmaker posandogli una mano sulla testa dopo aver posato la cena sul comodino.

-Lo so.- disse laconico il moretto rimanendo impassibile a fissare il gioco ipnotico delle fiamme.

-Credi che si riprenderà?- chiese Miyagi sedendosi accanto a lui sul tappeto.

-Certo-

-Non dico solo fisicamente, anche psicologicamente.- specificò.

Kaede serrò la mascella.

Non lo sapeva.

Aveva fino a quel momento evitato di porsi quella domanda, forse per paura della risposta.

Hanamichi sarebbe tornato come prima?

Le parole che Rei gli aveva urlato contro erano di una crudeltà indicibile.

Sentirsele dire era tremendo, soprattutto se venivano dalla bocca del proprio fratello.

-Non lo so- ammise mesto.

Restarono immobili in religioso silenzio per alcuni minuti, incantati a osservare il fuoco.

Miyagi si alzò.

-Io vado- e senza aspettare risposta uscì dalla stanza.

Rukawa si alzò dalla poltrona e si diresse verso il letto.

Stava per afferrare un piatto di minestra per mangiare quando la voce impastata e flebile di Hanamcihi lo fece voltare.

-Rukawa?- un sussurro incredulo.

Kaede si voltò stupito. Hanamichi tentava di mettersi faticosamente a sedere e il volpino lo aiutò.

-Come ti senti?- chiese gentilmente.

-'nsomma...- ammise Hanamichi abbassando lo sguardo. -Cosa è successo?- chiese confuso. Rukawa lo guardò sorpreso, allora non aveva tentato di suicidarsi!

-Se non lo sai tu... Siamo rientrati un'ora e mezza dopo che te ne eri andato e non ti ho trovato in stanza. Siamo usciti a cercarti e ti ho trovato assiderato sotto un albero. Ti abbiamo salvato per miracolo- concluse con un sospiro.

-Oh... Io..non mi ricordo molto... Stavo camminando e mi sono seduto... credo di essermi addormentato.- ammise arrossendo.

-Do'hao.- lo ammonì Rukawa facendolo arrossire di più. -Hai fame?- chiese.

-S..si... un po'.- ammise tenendo lo sguardo basso.

Si sentiva tremendamente imbarazzato.

Non poteva certo dirgli che si era addormentato sognando sua madre che gli cantava la ninna nanna!

Non avrebbe di certo fatto una bella figura...

E poi rimaneva il quesito principale...

 

Perchè mi hanno salvato?

Sono un  assassino.

Una feccia umana...

 

-Grazie.- disse distrattamente prendendo titubande il piatto di minestra e cominciando lentamente a mangiare.

Ma quella domanda lo turbava e non la piantava di rimbombargli in testa.

-Perchè mi hai salvato?- sussurrò dando voce ai suoi dubbi.

Il cucchiaio diretto alle labbra socchiuse del moro si bloccò a metà strada.

Cosa gli poteva rispondere?

Perchè lo amava?

Perchè non avrebbe potuto vivere senza qualcuno che lo chiamasse Baka Kitsune?

-Perchè non avrei dovuto farlo?- rigirò la domanda.

-Perchè mi odi.- la risposta arrivò immediata. Triste, pacata.

-E questo quando mai l'ho detto?-

Hanamichi sussultò.

-...ecco... insomma...- balbettò.

Non l'odiava...

Rukawa aveva ripreso a mangiare lentamente.

Era scampato alla domanda.

Non aveva risposto.

Per ora era salvo.

...per ora...

-Non mi hai risposto però, perchè mi hai salvato? Avresti potuto lasciarmi li! Avresti fatto un favore a tutti! Me, te, Rei, la squadra... il mondo intero- sussurrò sarcastico.

Rukawa non si fermò a pensare. Lo schiaffo partì secco, deciso.

Non un pugno come era solito fare.

Uno schiaffo.

Si schiaffeggiano i bambini quando compiono una marachella.

Si schiaffeggia chi ha una crisi isterica.

Si schiaffeggia chi dice cose assurde, infondate, insensate. Come quella.

Hanamichi abbassò nuovamente il volto specchiandosi nel piatto di minestra fumante.

-Do'hao. A te a cosa sarebbe servito morire? A scappare vero? Perchè a me certamente non avresti fatto nessun favore! Anzi! Alla squadra nemmeno e al resto del mondo manco! Piantala di dire stupidaggini! E per Rei, per quanto possano valere le sue squallide parole, non conta nulla.- sibilò.

-Non criticare Rei! In fondo ha ragione ad odiarmi!- lo contraddisse mesto.

-Ragione? Uno che si comporta così ha ragione secondo te? Uno che scarica tutta la sua rabbia pestando il fratello minore perchè sono rimasti orfani, ha ragione secondo te?- gli disse con rabbia.

Hanamichi non poteva essere veramente succube di quel bastardo!

-Si...-

-Da quando do'hao ti lasci plagiare così! Ti ha picchiato talmente tante volte da metterti in testa queste stronzate? O forse ti fa comodo pensarlo?-

-Comodo?! Pensi che per me sia comodo?!- sbraitò furioso. -Cosa cavolo ne sai tu di come mi senta io ogni giorno con la consapevolezza che ho ucciso i miei genitori?! Eh?! Credi che mi diverta a sapere che ho distrutto la mia famiglia?!-

-Si, ti fa comodo addossarti tutte le colpe! Fai la vittima, sfuggi al problema principale, non accetti che tuo fratello, in realtà, è un bastardo. Adoravi talmente tanto tuo fratello da non renderti conto che in fondo, forse, era marcio! Una persona, do'hao, non cambia così radicalmente. Se Rei è diventato un tale stronzo, è perchè di fondo, lo era. Te l'ho detto do'hao. Non si diventa improvvisamente l'opposto di quel che si era, per nessun motivo. E' evidente che Rei, in fondo era così. Ma a te fa comodo pensare che è colpa tua Hanamichi. Perchè, come fai ad accettare il fatto di aver provato una profonda ammirazione e rispetto per un essere tanto spregevole? Impossibile per il grande Tensai, no?- si interruppe un attimo ad osservare Hanamichi. La frangia gli copriva gli occhi, ma le mani erano congestionate attorno al piatto.

-E qui subentra il tuo dubbio egocentrismo. Te l'ho detto dopo la partita col Kainan e te lo ripeto ora. Un tuo errore non segna le sorti di una partita, tanto meno quelle di una vita. Che colpa hai tu se tuo padre ha avuto un infarto? Nessuna. Che colpa hai se tua madre è morta in un incidente? Nessuna. Hai forse scelto tu di nascere il primo aprile? Non mi pare proprio. Hai stabilito tu di venir aggredito da dei teppisti? Non penso.- spiegò nuovamente.

Se in quel momento avesse avuto tra le mani quel bastardo, lo avrebbe strangolato con le sue dita!

Non sopportava l'idea che Hanamichi stesse così male per colpa sua!

Lo mandava su tutte le furie!

Avrebbe voluto fargliela pagare!!!

-Ma Rei ha detto che mio padre...- tentò di contestare Hanamichi ma fu interrotto dalla voce furiosa del moretto.

-Insomma do'hao! Non prendere per oro colato tutto quello che esce dalle labbra di quel bastardo! Ti ricordo come ti ha trattato in palestra? Come puoi credere alle parole di uno che ti da la colpa per la morte dei genitori! Nessun fratello come si deve, o almeno con due dita di cervello, lo avrebbe mai fatto!- sbottò.

Silenzio.

-Io gli volevo bene...- disse Hanamichi mentre le lacrime rigavano il suo volto.

-Mi aveva sempre aiutato, protetto, era il mio migliore amico, il mio angelo custode... Non può essersi ridotto così, non può essere diventato così...- singhiozzò con il volto basso, mentre le piccole lacrime cadevano nella minestra con un leggero pic.

A Rukawa strinse il cuore.

Prese la fondina con la cena dalle mani di Hanamichi e la pose sul comodino.

-Ehi... Dai non piangere- sussurrò prendendogli il volto dalle mani e cancellando le lacrime.

-Mi dispiace di avervi fatto preoccupare, non volevo, lo giuro... Ma... la mamma.... mi cantava la sua ninna nanna e mi è venuto sonno... e mentre dormivo tutto era come quando i miei genitori erano vivi, quando mio fratello era diverso.- balbettò tra i singhiozzi. -Ma hai ragione... Rei è morto ormai... il mio fratellone non c'è più, forse non c'è mai stato, forse era solo una maschera, ma gli volevo bene davvero...e nonostante tutto, ancora gliene voglio- con la sua stessa mano cancellò le tracce del pianto guardando le coltri candide delle lenzuola.

-Do'hao, la prossima volta che senti una ninna nanna, accertati di essere in un letto, e non in mezzo alla neve, prima di addormentarti- lo ammonì bonariamente. Hanamichi gli donò un sorriso bellissimo.

-Baka...- borbottò.

-Questo si che è un bel sorriso.- commentò Rukawa.

-Grazie Kitsune. Grazie di avermi difeso in palestra. Grazie di avermi salvato e grazie di avermi consolato!- gli disse riconoscente.

-Ascoltale bene Kitsune perchè il Tensai non te le ripeterà mai più...- sussurrò col tono che poco aveva di quello solito usato per le sue autoproclamazioni di genialità.

Rukawa si avvicinò a lui posandogli un bacio sulla fronte. Le sue labbra scesero lungo gli occhi, lo zigomo, la guancia... la bocca di Hana.

Contrariamente alle sue aspettative, Hanamichi non lo respinse, non lo colpì. Timidamente rispose al bacio.

Quel leggero sfiorarsi di labbra, goffo, timido, incerto. La mano candida di Kaede si posò sulla guancia arrossata di Hanamichi avvicinandolo meglio alle sue labbra.

Hanamichi cinse il collo del compagno con le braccia reclinando il capo per offrire la sua bocca alla lingua curiosa del volpino.

Kaede esplorò quell'anfratto caldo con curiosità, passione. Saggiandone le pareti come il gelato più buono del mondo.

Lottando con la lingua insicura di Hanamichi in morbide carezze.

 

Chi lo sa, forse era davvero assiderato sotto quell'albero! Perchè non poteva assolutamente essere vero il fatto che Kaede Rukawa lo stesse baciando con tanta dolcezza.

Anche senza la dolcezza... Kami Sama! Rukawa lo stava baciando!

A saperlo, sarebbe morto prima!

Si staccarono dopo alcuni minuti per permettere ai loro polmoni di rifornirsi di ossigeno.

-Sono assiderato vero? Sono morto e stanno solo cercando un modo carino per dirmelo ...vero?- chiese con il volto in fiamme e gli occhi sgranati. Kaede sorrise dolcemente.

-Do'hao. Stavo solo cercando un modo carino per dirti che ti amo.- sussurrò baciandolo.

-Bel modo... mi piace...e dimmi, c'è un modo carino per dirti che ti amo?- bisbigliò di rimando Hanamichi. Negli occhi di Rukawa passò un lampo violetto.

-Oh sì, ce ne sono molti.- disse avventandosi famelico sulle labbra del rossino.

Fine...

 

PERDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOç_____________________________________ç

E' vero!! Ti avevo promesso la lemon ma non ho avuto tempo per scriverla!!ç_ç e poi quando mi mettevo li per scriverla ispirazione 0!!!!ç_______________________ç appena torno dall'Olanda te la faccio! Promesso promesso!!!ç___________ç

Perdono soffio tesorooo!! scusa scusa!!!ç____ç



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