DISCLAMEIRS: Hana e Ru e co. non sono miei... peccchèèèè?!?!ç_ç
NOTE: vediamo cosa sbuca fuori!!^O^
Dediche:A soffio per il tuo compleanno!!^O^ Auguri
tesoro!!!^^
Ice
di Eny
Il
vento gelido ululava accarezzando con violenza la fiancata del pulman.
Hanamichi guardava distrattamente fuori dal finestrino contemplando
placidamente i fiocchi di neve che venivano sferzati indietro dal forte
vento.
Una
bufera praticamente...
Quei
fiocchi bianchi che sembravano tutti uguali e invece non se ne trovavano due
simili.
Lui
adorava la neve, la sua stagione preferita era sempre stata l'inverno.
Amava
uscire in giardino, o per le strade, e camminare nel freddo manto bianco.
Adorava con tutto s estesso il cielo uniformemente grigio da cui si vedevano
scendere quei piccoli coriandolini di ghiaccio.
Gli
piacevano quei maglioni tanto grandi e caldi in cui si accoccolava davanti
al camino col fuoco scoppientante che scaldava la sua casa mentre fuori la
neve continuava a cadere...
Quello scenario lo rendeva un po' malinconico però.
La
campagna imbiancata, gli alberi spogli che creavano un contrasto quasi
doloroso con il nero cupo della corteccia e il bianco accecante della
candida neve.
Sospirò mestamente stringendosi nel lungo cappotto di pelle che gli arrivava
alle caviglie.
In
quegli ultimi mesi avrebbe tanto voluto diventare come la neve.
Volare via trasportato dal vento...
Viaggiare lontano...
Scosse la testa leggermente allontanando quei pensieri...
Non
doveva rimuginarci ancora!
Sospirò nuovamente stringendosi di più nel cappotto.
Quella mattina indossava un morbido maglione nero con collo alto e largo che
gli faceva risaltare il petto ampio e scolpito. Pantaloni della stessa tinta
gli fasciavano le lunghe gambe tornite terminando dentro gli stivali di
pelle nera pieni di cinghie che arrivavano a metà polpaccio. Gli occhi
coperti da degli occhiari neri per proteggiersi dal riverbero quasi
accecante della neve e il lungo giaccone di pelle allacciato in vita da una
cintura.
Aveva
l'aspetto inquietante di uno Yakuza. Un contrasto impossibile da non notare.
Quella mattina quando era arrivato a scuola a piedi con la borsa nera
negligentemente abbandonata sulla spalla la squadra aveva fatto un mezzo
infarto. Hanamichi stava divinamente vestito così...
I
capelli rossi cadevano scompostamente spettinati dal vento sulla fronte
abbronzata, le gote leggermente arrossate per il freddo e le mani coperte da
guanti di pelle nera.
-Wow... Hana sei fantastico!-aveva commentato stupita Ayako. Il rossino
aveva riso sguainatamente proclamando il suo fascino, più per aitudine che
per altro...
Erano
saliti sull'autobus che li avrebbe portati al ritiro in un paesino di
montagna di cui non sapeva il nome.
Il
coach non aveva specificato loro il luogo esatto.. aveva solo riso
bonariamente dicendo di portarsi vestiti pesanti perchè in montagna faceva
freddo.
Con
loro era venuto anche il Ryonan per delle amichevoli che si sarebbero
disputate al ritiro.
Hanamichi era seduto solo sul sedile foderato di rosso.
Nessuno si sarebbe mai seduto accanto a lui del resto.
Ryota
e Ayako erano qualche sedile più avanti intenti a chiaccherare.
I
sedili accanto ai loro erano occupati da Kogure e Mitsui che stavano
riposando.
Il
Gorilla aveva insistito per partire molto presto, risultato, ora erano
distrutti.
Ma
Hanamichi non riusciva a chiudere occhio, così tentava di passare il tempo
osservando cosa gli altri facevano.
Akagi
e Uozumi erano nei primi posti a parlare con i due allenatori.
Hiroaki e Akira erano qualche sedile posteriore al suo. Gli altri membri
delle squadre erano sparpagliati a coppie sui vari posti.
E poi
c'era lui...
Hanamichi osservava il riflesso sul finestrino dove Rukawa si specchiava
inconsapevolmente.
Il
volpino era seduto nella coppia di sedili accanto a quella del rossino ed,
ovviamente, dormiva. Hanamichi si perse a fissare i capelli corvini che
gentilmente gli scivolavano sul volto latteo accarezzandone la fronte. La
bocca rosea leggermente socchiusa da un respiro regolare.
Il
petto avvolto da un morbido maglione cobalto dal collo alto e le gambe
fasciate da pantaloni di velluto bianco che prendevano riflessi turchini dal
golf.
Era
davvero bellissimo...
I
suoi pensieri di contemplazione si interruppero osservando un cartello
stradale che indicava il nome del paesino in cui si stavano dirigendo.
Hanamichi sbiancò di colpo mentre si alzava di scatto appoggiando le mani al
vedro osservando meglio la scritta che si avvicinava...
Si
era proprio quel paese...
Sentì
il cuore martellare nel petto e il terrore serpeggiargli dentro come una
nebbia densa e scura che annullava ogni sua capacità di ragionamento.
Le
lacrime gli pungevano gli occhi mentre un doloroso magone gli impediva di
respirare tranquillamente.
-No...-
gemette. Akira che l'aveva sentito si era alzato per chiedergli cosa
succedeva.
Gli
poggiò una mano sulla spalla e il rossino si voltò di scatto con gli occhi
colmi di terrore. Si alzò bruscamente scostandolo di malo modo dirigendosi a
passo svelto verso l'allenatore. Il cappotto di pelle svolazzava leggermente
rendendo la sua immagine simile a quello di una creatura della notte.
-Dove
cazzo stiamo andando!- chiese quasi isterico all'allenatore.
-Porta rispetto razza di imbecille!!- lo ammonì furioso il capitano. Ma
Hanamichi lo ignorò fissando nervosamente il coach aspettando una risposta.
-A
****. perchè Hanamichi?- chiese stupito dal suo comportamento.
-Merda!- imprecò violentemente. -Voglio scendere!- disse diventando serio.
-Hanamichi ma che cavolo...- cercò di farlo ragionale Ayako.
-Voglio scendere! Ci vuole tanto per capire?- ringhiò stringendo i pugni.
La
sua espressione più che furiosa sembrava un misto di rabbia e panico...
-Non
essere ridicolo idiota! Dove vuoi andare con questo tempo?! A casa a piedi
per caso?!- lo colpì in testa il capitano.
-Ok..-
disse concitato -Ma appena arriviamo in baita mi fate chiamare Yohei... Mi
faccio venire a prendere...- borbottò più a se stesso che agli altri
dirigendosi nervosamente verso il suo posto.
-Hanamichi ma si può sapere che cavolo ti prende?! Devi venire al ritiro!!-
-Non
voglio stare in quel posto. Chiaro?!- ruggì furioso alla domanda di Mitsui.
-Va
bene va bene! Non ti scaldare! Tu sei da psicanalisi bello mio!- rispose
borbottando prendendo a confabulare con Kogure. Il rossino lo fissò torvo,
era chiaro che parlavano di lui!
Ma
loro cosa volevano saperne del perchè non voleva tornare in quel posto?!
Nulla!!
Non
potevano giudicarlo così!
Hanamichi sbuffò seccatamente.
Il
piede tamburellava nervosamente a terra mentre fissava insofferente lo
scenario dei boschi innevati. Rukawa fingeva da parecchio tempo di dormire,
precisamente da quando le sue orecchie super raffinate avevano udito la voce
del malefico porcospino provenire dal sedile dove era seduto Hanamichi.
Quel
puntaspilli ambulante doveva tenersi ad almeno trenta metri di distanza dal
suo Hanamichi!!! Ok... non esattamente suo, ma questi sono dettagli
irrilevanti e soprattutto variabili!!
Presto Hanamichi sarebbe stato suo!!
I
suoi pensieri di conquista, però, furono bruscamente interrotti dalla
sfuriata del rossino che blaterava, piuttosto concitatamente, sul fatto di
voler immediatamente scendere dal pullman per motivi sconosciuti.
Lo
aveva sentito risponedere malamente al coach, ad Ayako e a Mitsui,
attegiamento insolito da parte sua...
Avvertiva che il do'hao era parecchio nervoso, tamburellava col piede sul
pavimento e poi sbuffava continuamente.
Socchiuse gli occhi furtivamente fissandolo.
Quel
giorno era bellissimo. Quando quella mattina lo aveva visto vestito in quel
modo mozzafiato, solo la sua proverbiale maschera di ghiaccio gli aveva
impedito di mettersi platealmente a sbrodolare.
Era a
dir poco divino, e più che vuolentieri gli sarebbe saltato addosso
sfilandoglieli quei cupi vestiti...Rischiavano di sporcarsi con la neve...
I
suoi pensieri furono interrotti nuovamente dalla voce sommessa del do'hao.
Lui era l'unico abbastanza vicino da sentire chiaramente la sua voce..
Cantava... canticchiava un motivetto di cui non distingueva le parole, ma
sembrava quasi una ninna nanna...
La
sua voce era rotta e triste.
Lo
vide ondeggiare leggermente la testa avanti e indietro, mentre quasi
distrattamente canticchiava quel motivo.
Non
poteva vedere i suoi occhi, purtroppo Sakuragi era voltato dall'altra parte
intento a fissare il paesaggio, eppure era certo che fossero malinconici.
Tentò
di tendere l'orecchio per captarne le parole, pirtroppo senza risultato.
C'era
qualcosa nel paesino del ritiro, che doveva spaventarlo.
Un
frammento della sua vita che, evidentemente, rimaneva dolorosamente
conficcato nel suo cuore.
Hanamichi fu svegliato un paio di ore dopo, una volta giunti a destinazione.
I
rimasugli di sonno sparirono immediatamente quando il ricordo della
destinazione ruppe le maglie del torpore.
-Siamo arrivati Hana!- lo chiamò dolcemente il porcospino.
Il
rossino si perse qualche secondo ad osservare gelato, la baita in cui
avrebbero dovuto alloggiare.
Un
edificio di legno col tetto a spiovente, era molto ampia e su soli due
piani.
La
neve copriva il tetto mentre gli alberi che circondavano la piazzola,
lasciavano solo intravedere la struttura moderna della plestra poco distante
dal cottage di montagna.
Si
alzò di scatto afferrando il borsone nero sul ripiano sopra il sedile. A
passo di marcia si diresse verso la porta del bus inforcando gli occhiali
con rabbia.
Una
volta sceso dal mezzo si infilò i guanti di pelle nera mentre aspettava che
i compagni lo raggiungessero.
-Allora ragazzi, questa è la baita dove alloggeremo, quella laggiù e la
palestra. Vi saranno assegnate delle stanze, ogni camera ospita due persone,
gli allenamenti comincieranno domani, oggi potete riposarvi!- annunciò Anzai.
I ragazzi esultarono. Hanamichi entrò nella baita frettolosamente
dirigendosi con sicurezza verso il telefono. Non poteva restare un secondo
di più in quel posto!
Senza
pensare dribblò le poltrone della hole passando davanti al camino che come
al solito, era animato da un allegro fuocherello.
Il
suono dei suoi passi soffocato dalla moquet di pelliccia bianca che
ricopriva tutto il pavimento.
-Hanamichi? Sei proprio tu?- gli chiese incredulo una voce alle spalle.
-Seiji!-disse Hanamichi voltandosi. Si sfilò gli occhiali snudando
l'espressione sorpresa, cacciandosi distrattamente le lenti scure nella
tasca. Il ragazzo dai capelli biondi come il grano e gli occhi verdi gli
sorrise dolcemente. I suoi lineamenti erano molto dolci, Seiji non era
giapponese, come si poteva facilmente intuire. La figura slanciata del
ragazzo e la pelle rosea lo identificavano come americano, ma avendo padre
giapponese, il suo nome era orientale.
-Da
quanto tempo!- disse con un sorriso tenero.
-Già..- rispose malinconico il rossino.
-Cosa
ci fai qui? Ero convinto che...- Hanamichi non lo lasciò finire.
-Teoricamente sarei qui in ritiro con il gruppo di basket, ma appena ho
saputo la destinazione, rivelatacisi solo sul pullman, ho voluto tornare
indietro. Ma non potevo certo arrivare a Kanagawa a piedi... Volevo farmi
venire a prendere da Yohei.- spiegò il ragazzo.
-Capisco... Le vostre camere sono di sopra, e purtroppo sarai costretto a
rimanere qui almeno per due giorni, purtroppo il telefono è isolato.- disse
mestamente. Il rossino imprecò tra i denti frustrato.
-Lui
quando...?- chiese rassegnato il rosso.
-Non
sarà qui prima di domani sera- Sakuragi imprecò nuovamente.
-Tranquillo, non gli dirò che sei qui, chiederò a mio padre di tenere la
bocca chiusa, non ti troverà, basta che non ti fai vedere troppo in giro!-
lo rassicurò il biondino sorridendo. I due rimasero a fissarsi per qualche
istante, dove Hanamichi esibiva uno sguardo e un sorriso di profonda
gratitudine.
Seiji
Orleans era il figlio del proprietario della baita. Da piccolo viveva lì con
la sua famiglia e Seiji era uno dei suoi migliori amici. Si era trasferito a
Kanagawa circa un anno prima, da allora non si erano più sentiti.
Dopo
quello scambio di sguardi i due si abbracciarono con trasporto.
-Mi
sei mancato casinista!- gli disse Seji scompigliando i capelli del ragazzo
più basso e più piccolo di due anni.
-Anche tu!-
Rukawa entrò nella baita. Hanamichi doveva essere andato a cercare un
telefono...
Moriva dalla voglia di sapere perchè non voleva stare in quel paesino!
La
squadra al suo seguito intenta a parlottare tra loro si fermò e zittì
osservando la scena che si presentava loro di fronte: Hanamichi abbracciato
a un ragazzo evidentemente straniero.
-Mi
sei mancato davvero tantissimo!!! Si può sapere perchè non ti sei più fatto
sentire? Non mi hai neppure avvertito sul tuo nuovo indirizzo e numero di
telefono! Ti avrei chiamato! Non farlo più promesso?- gli disse dolcemente
passando una mano sulla guancia di Hanamichi - Ora mi dai subito numero e
indirizzo tesoro!! Non scappi!!- disse ridendo prendendo carta e penna.
-Promesso! Ogni tanto vieni a trovarmi quando hai un po' di tempo! Sei
sempre il benvenuto a casa mia!- disse scrivendo velocemente numero e
indirizzo della casa di Kanagawa- E'.. così vuota...- aggiunse tristemente.
Seiji gli prese il foglietto tra le mani quando ebbe finito di scrivere. Gli
alzò il volto sorridendo.
-Ehi... è tutto passato! Non pensarci più d'accordo?- Hanamichi annuì, e
solo in quel momento il suo sguardo si posò sulla squadra che era immobile a
fissarlo.
Chi...chi
cavolo era quell'ossigenato?!?!
Come
si permetteva di abbracciare così il suo futuro do'hao?!
E
quegli sguardi...quelle parole..
Segreti condivisi,
tenerezze scambiate,
sorrise donati,
carezze ricevute...
Una
dolcezza profonda.
Un'intimità sincera.
E
tutto quello gli faceva dannatamente male!!!
Solo
lui voleva quella tenerezza!!
Solo
lui voleva essere il suo scrigno dei segreti!!
Nessun altro!!!
-Oh..
ragazzi, questo è Seiji Orleans, mio carissimo amico d'infanzia... e figlio
del proprietario dell'albergo.- spiega Hanamichi rivolgendo al suddetto
amico uno sguardo dolce e complice che viene prontamente ricambiato.
-Piacere di conoscervi!- dice garbatamente.
-Io
vado via dopodomani, appena i telefoni funzionano...- sospirò Hanamichi.
-Ma
perchè non vuoi restare Hana? E' un così bel posto!!!- tentò di dissuaderlo
il porcospino. Hanamichi si mordicchiò un labbro.
-E'
che...- tentò di spiegare.
-Hanamichi qui ci ha vissuto sino all'anno scorso, purtroppo preferisce
tentare di staccarsi da questo luogo, lo capisco perfettamente, vi prego di
non indagare oltre!- chiese gentile Seiji tirando fuori d'impaccio il suo
amico.
-Va
bene! - disse semplicemente il coach.
-Venite, vi mostro le stanze!- disse cordialmente il biondino guidandoli su
per le scale.
Arrivarono al piano superiore che faceva mostra di molte porte su ambo i
lati del corridoio. La costruzione era tipica montana, fatta di legno che
crava un atmosfera calda e familiare.
-Hana,
stai in camera con me?- chiese gentilmente Sendoh. Hanamichi si voltò verso
il porcospino sorridendogli gentile.
-Grazie Sendoh! Volentieri!- accettò di buon grado.
Nononononono!!!
Hanamichi doveva stare in camera con lui, non con quell'Hentai di Sendoh!!!!
Ma di
certo non poteva dire 'Hey Hanamichi! Vieni a stare in camera con me!'!
Che
situazione assurda!!! Con chi gli sarebbe toccato stare!!! Lui contava sul
fatto che il coach avrebbe messo loro due in stanza, in quanto eterni
rivali, dovevano imparare a collaborare!!
-Hanamichi, io ho un'idea migliore! Tu te ne vai tra due giorni esatto?- il
rossino annuì alle parole di Koshino -Perchè non alloggi in camera con
Rukawa! A lui piace stare solo e tra due giorni avrà la camera per se! E'
più comodo, ci risparmieremo un sacco di spostamenti!- disse Koshino.
Hanamichi guardò Koshino, poi Sendoh ed infine Rukawa...
-Effettivamente è più comodo...- ammise il porcospino.
Lui??
Con la volpe???
Oh
Kami!!!!
Va
bene che era solo per due giorni.. però...
Insomma non potevano!!!!
-Bhe
ecco...- balbettò incapace di formulare un pensiero completo.
-Hana,
scusa, ma non vedo il problema!! Hanno ragione i tuoi amici! E' più comodo
così!- Seiji ignorò lo sguardo implorante del ragazzo.
Aveva
capito benissimo che era innamorato di quel Rukawa!
Lo
conosceva da sedici anni e ormai non gli sfuggiva nulla!
-Ma
siamo matti!? Io con la malefica volpaccia!?!? Non ci penso neppure!!! Qui
di artico basta il clima! Non mi serve pure la volpe!!!- protestò
vivacemente il rosso.
-Non
discutere Sakuragi!!! O giuro che ti costringo a stare qui!!!- lo ammonì il
capitano. Hanamichi perse immediatamente colore e i suoi occhi si
spalancarono. Seiji non potè trattenere un gemito di sorpresa e
istintivamente si voltò verso il rosso. Ma non fece in tempo a fermarlo, che
il Gorilla si ritrovò piantato al muro a venti centimetri da terra.
-Non
ti azzardare!!!! Tu non mi costringi a fare nulla chiaro?!?! Io da qui me ne
vado che tu lo voglia o no!!! E se domani non funzionano i telefoni ti giuro
che torno a casa a piedi!!! E non ti azzardare a fermarmi chiaro?!?!- tuonò
in preda alla follia.
-Hana...
su calmati! Non diceva sul serio!- gli disse tranquillamente l'americano
poggiando una mano sulla spalla. Hanamichi lo guardò sconsolato lasciando
andare la presa. Il capitano cadde in piedi.
-Scusa...- borbottò il rossino, prima di afferrare la sua sacca e infilarsi
in una delle stanze.
-Ti
muovi Kitsune? Guarda che ti chiudo fuori!- lo incitò cupo. Rukawa
silenziosamente entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle...
La
palestra era ben riscaldata, cosicchè, nonostante il clima rigido di quel
posto, si potessero svolgere gli allenamenti senza vestirsi troppo pesanti.
Hanamamichi sembrava una furia. Correva come non mai, volava più in alto
degli altri, era dotato di una grinta che solo la sua paura poteva dargli.
Puara
che lo trovasse, che gli parlasse...
Paura
che svelasse quello che nessuno doveva sapere...
Distruggere con un soffio il suo fragile castello di sicurezze.
Non
doveva accadere!!!
Urlò
la sua frustrazione mente mentre con rabbia schiacciava la palla nel
canestro.
Se ne
sarebbe andato al più presto, non avrebbe mai saputo che era stato li e lui
avrebbe potuto continuare a vivere rinchiuso nella sua bolla di sapone.
-Bell
canestro Hanamichi!- si complimentò Ayako. Dopo che Hanamichi si era
comportato in quel modo assurdo, nessuno aveva più toccato quell'argomento,
era chiaro che quel posto non destava ricordi piacevoli in lui, avevano
perciò deciso, di lasciar cadere la discussione in modo da non ferirlo
troppo.
Rukawa fissava continuamente Hanamichi. Dopo che erano entrati in camera
Hanamichi aveva stabilito chiaramente di volere il letto accanto alla
finestra. A lui ovviamente la cosa non faceva ne caldo ne freddo, ma giusto
per riscuotere il rossino la loro accesa discussione si trasformò in rissa.
Alla fine Hanamichi riuscì ad impossessarsi del tanto agognato letto e
Rukawa si defilò in bagno a farsi una doccia calda. Hanamichi intanto aveva
acceso il piccolo caminetto che si trovava in ogni stanza. Era uscito dopo
alcuni minuti e aveva trovato Hanamichi accoccolato sulla poltrona davanti
al camino intento a guardare la neve che leggera cadeva dal cielo chiaro. I
suoi occhi fissi fuori dalla finestra mentre i suoi capelli rilucevano di
ombre sanguignee create dal riflesso del fuoco tra i suoi capelli. Ombre
danzavano sul suo viso abbronzato, rincorrendosi, cercandosi, lambendo i
suoi lineamenti decisi. I suoi occhi si accendevano di mille riflessi
dorati.
Kaede
si perse ad osservare il fuoco che giocava con il corpo del ragazzo. Si
riprese dal suo stato di trans quando sentì Hanamichi riprendere a intonare
quella dolce melodia.
-Dormi mio piccolo amore
vola
tra i fiocchi dal bianco colore...
Dormi
mio dolce tesoro
fai
tanti bei sogni d'oro...
Allunga la manina anche tu,
Acchiappa la neve che dolce scende giù...-
Una
ninna nanna, ne era certo...
Si
riscosse dal suo torpore chiudendo rumorosamente la porta per rendere nota
la sua presenza. Hanamichi sussultò voltandosi di scatto. I loro sguardi si
erano incontrati e rimasti incatenati.
-Il
bagno è libero...- aveva sussurrato Rukawa senza interrompere quel contatto
tra loro. Hanamichi aveva annuito.
Si
era lentamente alzato e passatogli accanto senza guardarlo, aveva chiuso la
porta del bagno dietro di se entrando nella stanza.
Rukawa sospirò riprendendosi dai suoi ricordi.
Quella ninna nanna sembrava così malinconica, probabilmente gliela cantava
la mamma quanso era piccolino.
Nella
sua testa si allargò un sorriso pensando a come doveva essere carino il do'hao
da piccolo.
Hanamichi intanto continuava a correre come un forsennato come se tentasse
di scappare dal suo passato.
Il
sudore scorreva libero sul suo corpo, il respiro affannoso, e i suoi rossi
capelli che sembravano petali di un papavero coperti dalla rugiada
mattutina. Nei cinque minuti di pausa concessi loro, Rukawa si beò di quella
visione paradisiaca.
Era
distrutto, stanco morto, avvilito e terrorizzato...
Non
ne poteva più di quella situazione!
Voleva tornarsene a casa sua, lontano dal passato, dai ricordi, da...
lui....
Quella era proprio una giornata nera!
La
Kitsune l'aveva pure sentito canticchiare la ninna nanna... non ci voleva
proprio!
E'
solo che quando vedeva la neve bianca, le note di quella canzone gli
tornavano prepotentemente in testa.
Sua
madre gliela cantava sempre prima di farlo addormentare. Si ricordava quando
era bambino, davanti al caminetto, le coccole della sua mamma che gli
cantava quella canzoncina che lo accompagnava nelle braccia del sonno.
Quanti ricordi belli e felici...
Ricordi di un passato che non sarebbe mai più tornato, un passato dove lui e
la sua famiglia erano felici, dove 'lui' non lo detestava, dove era il suo
angelo custode, sempre pronto a proteggerlo da tutto e tutti, era il suo
migliore amico...
Ora
era solo il suo peggiore incubo...
-Dormi mio piccolo amore
vola
tra i fiocchi dal bianco colore...
Dormi
mio dolce tesoro
fai
tanti bei sogni d'oro...
Allunga la manina anche tu,
Acchiappa la neve che dolce scende giù...- quella voce meliflua e
sarcastica. Il suo cuore cessò di battere per poi martellare furioso.
Il
sangue defluì dal suo volto mentre la palla cadeva dalle sue mani con un
tonfo cupo.
Nel
suo stomaco una morsa gelida gli attanagliò le membra.
Si
voltò agghiacciato mentre le sue pupille si riducevano a due minuscole
fessure.
-R..Rei...- ansimò. Sulla porta della palestra, avvolto in un pesante
giaccone, stava appoggiato allo stipite un ragazzo dai capeli rossi come il
fuoco, gli occhi nocciola, la pelle dorata.
-Ma..cosa?- balbettò Mitsui.
-Rei...- ripetè Hanamichi con voce stridula.
Il
ragazzo si staccò dallo stipite mantenendo il suo sorriso cattivo mentre si
avvicinava ad Hanamichi.
-Sono
tornato prima a casa e mentre andavo a salutare il proprietario, ho sentito
due ragazzi parlare di uno strano gruppo di energumeni arrivato questa
mattina. Mi sono detto che non c'era nulla di strano, ma quando la suddetta
coppia mi ha fermato dicendomi che c'era un ragazzo che mi somigliava molto,
ho capito che allora, non era poi così poco importante.- disse velenoso
mentre Hanamichi deglutiva a vuoto.
-E
allora mi sono detto, ma allora il mio fratellino preferito è tornato a
salutarmi, ma che carino, sarebbe maleducato non ricambiare! E così eccomi
qui! Contento di vedermi Hana?- la sua voce fasulla e cattiva colpiva come
ventate gelide Hanamichi che non sapeva ancora capacitarsi che il suo incubo
si fosse trasformato in realtà.
-I...io...-
balbettò indietreggiando.
-Sei
il fratello di Hanamichi?- chiese Miyagi.
-Il
fratello? Si... io ero suo fratello... ora spero solo che crepi il più in
fretta possibile!- sibilò con disprezzo. Rukawa notò con orrore il lampo
disperato che passò negli occhi di Hanamichi.
Il
rossino abbassò lo sguardo affranto.
Una
palla sfrecciò accanto al suo volto colpendo quello di Rei.
-Sparisci.- sibilò Rukawa. Rei raccolse il pallone e lo fece roteare
tranquillamente su un dito.
-Non
sono affari tuoi morettino- disse con indifferenza.
-Senti Rei...- cominciò balbettando -Io... me ne vado domani! Appena
funzionano i telefoni avviso un mio amico.. me ne vado!- spiegò il più
tranquillamente possibile, senza però riuscire a non far tremare la voce.
Rei
lanciò con rabbia la palla contro il volto del fratello che si portò una
mano alla guancia gemendo.
-Sei
impazzito?!- tuonò Sendoh.
-Non
sono affari vostri!!- tuonò Rei. -Forse non hai capito una cosa Hanamichi!
Io ti voglio via di qui! Non mi importa come! Sotto un tir, in un carro
funebre, può venirti a prendere chi vuoi! Io qui non ti ci voglio! Sparisci!
Ora!- tuonò afferrandolo per il colletto sputandogli il suo odio in faccia.
-Rei...- cercò di parlare il rossino.
-Non
me ne sbatte un cazzo di quello che hai da dire razza di assassino! Non ti
voglio più vedere! Ti disprezzo!
Mi
disgusti!!
Mi
dai il volta stomaco!
Solo
il pensiero che sei mio fratello mi fa schifo!
Vorrei che al posto di mamma e papà ci fossi tu sotto due metri di terra!!
Spero
che tu crepi il più in fretta possibile feccia umana!- urlò spingendolo a
terra.
Gli
occhi di Hanamichi erano bassi, ma Kaede era certo fossero colmi di dolore.
-Ma
chi ti credi di essere?!- urlò rabbioso Mitsui.
-Vattene subito!!- rincarò furioso Sendoh.
-Mi
sto arrabbiando.- sibilò Rukawa.
-Zitti... State zitti...- disse Hanamichi. -Perchè mi odi tanto Rei? Non
sono stato io... perchè non vuoi accettarlo?- chiese affranto alzando il
volto. Il fratello gli rivolse un sorriso malvagio.
-Te
l'ha detto mamma vero? Te la detto mamma che non è colpa tua se papà è morto
vero?!- urlò.
-Bhè,
guarda caso il giorno prima che lei morisse ho sentito la mamma parlare con
il medico. Papà sarebbe ancora vivo se tu fossi arrivato a casa cinque
minuti prima!! Se non ti fossi fermato a fare a botte a quest'ora papà
sarebbe ancora vivo!!- urlò con rabbia. Hanamichi lo guardava stravolto.
Non
poteva essere vero...
Rei
mentiva...
Mamma
gli aveva sempre detto che era morto da almeno venti minuti...
Che
comunque non avrebbe fatto a tempo...
Che
non ci sarebbe stato nulla da fare...
-Non
è vero...- balbettò incredulo.
-Ah
no? Allora perchè ogni volta che ti vedeva mamma piangeva?- chiese malefico.
Il
mondo di Hanamichi si infrasse come uno specchio.
-Ma
cosa stai dicendo?- chiese confuso Miyagi.
-Non
è vero... è solo una bugia...- balbettò.
La
sua fragile bolla di sapone era ormai distrutta.
Viveva tentando di convincersi che non era stata colpa sua, che mamma diceva
la verità, aveva rinchiuso la consapevolezza che era tutta una bugia in un
angolino remoto del suo cuore.
Sapeva che era colpa sua, ma aveva ardentemente sperato che le parole di sua
madre fossero vere, che lui non c'entrava niente.
E ci
aveva talmente sperato, che alla fine se ne era falsamente convinto...
E ora
suo fratello, con la sua verità conosciuta ma sempre rifiutata, lo aveva
distrutto.
Saperlo era una cosa.
Sentirselo dire...mille volte peggio.
-E
non ti bastava aver ucciso papà! No!!! Hai dovuto uccidere anche mamma!!-
urlò pieno di rabbia distruggendo pezzo dopo pezzo l'anima di Hanamichi.
-Il
giorno dopo che ho scoperto la verità già cominciavo a disprezzarti, ma
quando per farti quel stramaledetto regalo è morta in un incidente, bhè caro
Hana...da allora io voglio vederti morto!!
Ci
hai distrutto!!! Hai distrutto la nostra famiglia, la nostra vita, la mia
vita!!! E spero sinceramente che tu crepi brutto bastardo!!! Crepa!! Io non
ho più un fratello!!!! Vattene Hanamichi!! Non ti voglio vedere ne qui ne in
nessun altra parte!! Vattene!!-
-Adesso stai esagerando brutto bastardo!- urlò Sendoh lanciandoglisi contro.
Mitsui tentò di fermarlo aiutatato da Miyagi senza riuscirci. Il pugno
destinato a Rei, tuttavia, si infranse sul volto di Hanamichi.
-Hana!
Cosa...- balbettò incredulo il porcospino.
-Lascia stare Akira.- disse sorridendo ignorando il rivolo di sangue che
scendeva dal labbro inferiore. -Ha ragione Rei è stata colpa mia!- disse
anteponendo le mani in segno di difesa.
-Ma...-
tentò di protestare Mitsui.
-Susu!
Fratellino come sei stato bravo! Ti sei beccato il pugno per me! Sono
commosso!- disse sarcastico Rei. Hanamichi si avviò verso l'uscita della
palestra.
-Vado
in camera- sospirò. -Io ve l'avevo detto di farmi scendere dal pullman!-
borbottò abbozzando un sorriso. Rei lo raggiunse in un lampo afferrandolo
per la spalla e spingendolo indietro.
-Fammi passare pezzente.- sibilò.
-Adesso mi hai stufato!!- urlò il rossino pieno di rabbia. Rei si voltò di
scatto stupito dalla grinta del fratello, prendendosi un pugno in pieno
volto che lo fece schiantare al muro.
-Come
osi?!- urlò il ragazzo più grande tirando un calcio allo stomaco del
fratellino. Al suo calcio seguì un gancio.
-Fallo a pezzi Hanamichi!!- Urlò Miyagi.
-Avanti fagli vedere di cosa è capace il Tensai!!- incoraggiò Mitsui.
-Su
Hana! Fallo nero!-incitò Sendoh
Qualcosa non andava.
Decisamente qualcosa non andava.
Lo
avrebbe potuto fare a pezzi.
Faceva a botte tutti i giorni con Hanamichi e conosceva la sua forza.
E
decisamente in quel momento, Hanamichi non stava facendo sul serio.
Sembrava quasi che...
No.
Non
poteva essere!
Non
poteva farsele dare apposta!
Era
fuori discussione.
Eppure Hanamichi ne stava prendendo di santa ragione e non le stava
restituendo!
Un
calcio.
Un
altro.
Un
pugno.
Una
gomitata.
Se le
meritava tutte.
-Papà
l'ha sempre detto che sei solo un teppista...- Gli sibilò malefico
all'orecchio.
Lo
sapeva.
Un
pugno.
-Che
non vali nulla-
Lo
sapeva.
Un
calcio.
-Che
sei un fallito.-
Lo
sapeva.
Una
ginocchiata.
Ma
nessuno di questi colpi facevano più male di quelle parole.
Perchè erano vere,
perchè le aveva sempre ripudiate,
perchè erano tutte le sue insicurezze,
perchè ora tutti sapevano chi era davvero Hanamichi Sakuragi.
Perchè ora anche Rukawa sapeva chi era il vero Hanamichi.
Cadde
pesantemente a terra con un gemito di dolore quando il destro del fratello
lo colpì in pieno stomaco.
-Basta smettila!!!!!- urlò terrorizzata Ayako. I presenti non potevano fare
nulla contro la furia di Rei.
Hanamichi tentò di alzarsi ma quando fu a quattro zampe il fratello lo colpì
violentemente al petto con un calcio. Un colpo, un altro e un altro.
E
Hanamichi non emetteva lamento.
Normalmente non sarebbe intervenuto.
Sapeva quanto era orgoglioso Hanamichi e aiutarlo sarebbe stato un duro
colpo per lui.
Ma in
quel momento era diverso!
Hanamichi non stava nemmeno provando a rispondere ai colpi, le prendeva e
basta!
E
quindi poteva, doveva decisamente intervenire.
-Ora
basta.- sibilò colpendo Rei in volto con una pallonata.
-Avanti do'hao, non sai più menare le mani?- chiese ironico avvicinandosi.
-Al
diavolo Rukawa! Non sono affari tuoi!- annaspò il rossino.
-Lo
so, ma questo imbecille sta interrompendo gli allenamenti, e la cosa mi
innervosisce.- rispose pacatamente.
Rei
si alzò da terra gemendo per la botta ricevuta. Ora era sufficentemente
furioso!
-Tu!!
Bastardo!!- urlò.
-Non
ti azzardare a sfiorarlo con un dito Rei!- Urlò Sakuragi mettendosi in
mezzo.
-Vuoi
prendertela con me perchè mamma e papà sono morti?! Fallo!! Non me ne frega
nulla! Se ti fa sentire meglio ammazzami pure! Credi che per me sia stato
facile? Sei davvero convinto che ogni istante che passi io non mi torturi
l'anima a riguardo?!? Credi che non passi secondo della mia vita senza
chiedermi se papà fosse ancora vivo se fossi rincasato cinque minuti prima?!
Credi che non mi chieda se mamma sarebbe ancora viva se avessi compiuto gli
anni anche sono un giorno prima o dopo? Credi davvero che io non soffra??!!-
gli urlò contro pieno di rancore e rabbia.
-Non
mi vuoi più vedere? Ok, va bene, me ne vado. Ma non provare ne a toccare
Rukawa, ne un altro dei miei amici. Faccio le valige, sparisco fratellone,
non mi vedrai mai più. D'ora in poi non hai più un fratello. Esiste solo Rei
Sakuragi.- disse serio uscendo dalla palestra.
Nella
palestra tornò il gelo.
-Sei
solo un bastardo.- sibilò Akira avvicinandosi a Rei.
-E tu
chi credi di essere per potermi giudicare? Chi ti credi di essere? Se solo
Hanamichi non fosse mai nato...- il diretto di Akagi lo colpì in pieno
volto.
-Chiudi quella fogna. Mi fai schifo. E' tuo fratello, la tua unica famiglia.
E tu non fai altro che scaricare su di lui tutta la tua frustrazione. Non so
come sono andati i fatti. Ma se la metti su quel piano prova a farti un
esame di coscenza. Rinfacciavi ad Hanamichi di non essere tornato a casa in
tempo per salvare il padre. E tu non potevi rientrare prima? L'hai accusato
della morte di vostra madre poerchè era uscita a prendere il regalo di
compleanno. E perchè non sei andato tu? Quindi ora piantala mentecatto. Mi
fai soltanto pena.- sputò con disprezzo.
Hanamichi camminava nella neve osservando la neve che aveva preso a
scendere.
Pensava.
A
tutto e a niente.
Al
suo passato, alle parole di Rei.
A
quelle di Rukawa.
-Avrei dovuto scendere...- disse con un sorriso. -Mi sarei risparmiato un
sacco di seccature!- disse ironico. Si ritrovò di fronte alla porta del
rifugio.
Calda.
In
legno marrone.
Sospirò voltando il capo. La neve scendeva leggera.
Osservò un fiocco candido posarsi sulla sua spalla nuda. Indossava ancora la
tenuta d'allenamento. Eppure non sentiva freddo.
Alzò
gli occhi verso quel celo uniformemente plumbeo costellato da mille
coriandolini bianchi che scendevano piano piano.
Ormai
era sera, tra poco sarebbe stato buio.
Osservò il bosco di abeti li vicino.
Ci
andava sempre a giocare con la neve.
Senza
pensarci si addentrò nel piccolo boschetto.
Sprofondava le scarpe nella neve con un lieve frop, lasciando dietro di se
le sue impronte.
Il
suo respiro si condensava in nuvolette di fumo candido che sfumava piano
piano verso l'alto, verso il cielo.
Anche
lui avrebbe voluto essere come quel soffio.
Libero di volare nel cielo trasportato dal vento.
Niente problemi,
niente preoccupazioni,
niente rimpianti.
Più
semplicemente...
...niente passato...
Sospirò nuovamente addentrandosi nel bosco.
La
neve continuava scendere.
E
così ora, anche la squadra e il Ryonan sapevano che razza di feccia fosse.
Aveva
praticamente ucciso i suoi genitori.
Rei
aveva ragione.
Lui
era solo un assassino.
-Solo
il pensiero che sei mio fratello mi fa schifo!
Vorrei che al posto di mamma e papà ci fossi tu sotto due metri di terra!!-
le parole di Rei gli rimbombavano nella testa.
E
come un lampo una frase,
una
risposta a quelle parole cattive.
Va
bene lo stesso sotto due metri di neve?
Scosse nuovamente il capo.
Era
un pensiero assurdo.
E
quella stessa vocina di prima ripiombò nella sua testa.
Così
assurdo?
No,
non lo era.
Chi
avrebbe pianto per lui?
Forse
Seiji e basta.
Lui
la storia la sapeva.
Eppure era sempre stato suo amico, nonostante tutto.
Ma
chi altri piangerebbe per la sua scomparsa?
Nessuno. Perchè ora sanno la verità.
Si
sedette ai piedi di un grande abete.
La
neve fresca si sciolse sotto di lui.
Ma
non sentiva freddo, non sentiva nulla.
La
neve continuava a scendere, e lui allungò un braccio aprendo il palmo.
Un
fiocco gli si posò sopra sciogliendosi lentamente.
-Dormi mio piccolo amore
vola
tra i fiocchi dal bianco colore...- cominciò a cantare mentre quella piccola
gocciolina d'acqua scorreva sul palmo aperto di fronte al suo viso fino a
cadere a terra bucando la neve fresca.
-Dormi mio dolce tesoro
fai
tanti bei sogni d'oro...- alzò gli occhi al cielo e i suoi occhi si
rimpirono di lacrime.
-Allunga la manina anche tu,
Acchiappa la neve che dolce scende giù...- chiuse gli occhi lasciando che
quelle piccole lacrime leggere del celo gli cadessero sul volto.
-Dormi dormi mio bel bambino
che
l'inverno è ormai vicino...- le lacrime scorrevano velocemente sul suo volto
infrangendo il manto uniforme della neve.
-Mamma... perdonami...- bisbigliò.
E la
neve scendeva giù.
Non
sentiva ne freddo ne umido.
Anzi,
si sentiva al caldo.
Come
davanti al camino quando era piccolo.
Aprì
gli occhi e di fronte a se il camino col fuoco scoppientante.
Caldo...
Era
tutto così caldo, quel piacevole torpore che lo avvolgeva.
Si
sdraia sul tappeto persiano, è un po' ruvido, punge la pelle abbronzata e
distrattamente afferra un plaid stendendolo a terra.
E' il
suo preferito, quello blu con le stelle e la luna.
Ci si
sdraia sopra ancora di fronte al fuoco scoppientate.
Gli
piace il fuoco, è caldo, e poi ha dei bei colori.
La
stanza è illuminata unicamente dalla luce dorata delle fiamme scarlatte.
I
suoi occhi sono un po' lucidi e le sue gote arrossate per il caldo che viene
dal caminetto.
Si
accaoccola meglio sulla coperta.
La
porta d'ingresso di legno si apre di scatto e Rei entra in casa.
-Ciao
fratellone!!- saluta allegramente. Rei si toglie il pesante giaccone e gli
occhiali scuri.
-Ciao
Hana!- lo saluta dolcemente.
Il
suo adorato fratellone ha appena compiuto i diciotto anni, lui ne ha solo
dodici.
-Si
gela la fuori!- commenta Rei strofinandosi le mani e sedendosi accanto ad
Hanamichi.
-Ciao
figliolo!- suo padre scende le scale col giornale in mano.
-Ben
tornato Rei!- la voce di sua madre arriva dalla cucina e un buon profuno di
biscotti riempe l'aria.
Lo
streotipo perfetto della famiglia felice.
Rei
si siede con Hana a parlare e scherzare, come avevano sempre fatto.
Fuori
la neve scende abbondante, presto sarà tutto coperto.
Ma
loro non temono il freddo. Il caldo camino li riscalda.
-E'
tardi Hana... Devi dormire.- lo incita la mamma. -Non hai sonno?- Gli chiede
prendendolo tra le braccia. Come quando era piccolo.
-Si,
tanto...- Le sue braccia sono tanto calde... e lui ha tanto sonno..
-Dormi fratellino!- Rei gli bacia la fronte con fare gentile e la mamma
intona la sua ninna nanna:
-
Dormi mio piccolo amore
vola
tra i fiocchi dal bianco colore...
Dormi
mio dolce tesoro
fai
tanti bei sogni d'oro...
Allunga la manina anche tu,
Acchiappa la neve che dolce scende giù...
Dormi
dormi mio bel bambino
che
l'inverno è ormai vicino...- Gli ochi stanchi si chiudevano, aveva sonno.
Tanto
sonno.
Il
tepore delle braccia della mamma.
Il
camino scoppiettante...
Hanamichi si rannicchiò nella neve con un dolce sorriso.
Gli
occhi chiusi in balia dell'illusione.
-Notte mamma...- sussurrò addormentandosi mentre la neve gli faceva da
gelida coperta.
Il
volto ormai pallido.
La
mente ormai annebbiata.
Il
suo ultimo respiro condensato in una nuvoletta candida.
Rei
se ne era andato ormai da un'ora.
Le
parole che il capitano gli aveva detto, dovevano averlo fatto riflettere, ma
di certo non si poteva pretendere di ridonare un cuore ad un ragazzo che
ormai l'aveva perso, con tanta facilità.
Probabilmente domani mattina non si sarebbe ricordato più nulla, riprendendo
a odiare il fratello.
Nessuno aveva seguito Hanamichi.
Aveva
bisogno di stare solo, lo capivano.
Aveva
bisogno di piangere senza essere visto.
Bisogno di sfogarsi e di pensare.
Anche
solo di medicarsi le ferite.
L'allenamente
era quindi proseguito, anche se, a dire il vero, nessuno faceva molto caso a
cosa si faceva.
Anche
i rimproveri poco convinti di Taoka e Anzai, durarono pochi minuti, per poi
arrendersi all'evidenza, che nessuno era in condizioni ideali per allenarsi.
Dopo
un'ora, i ragazzi si arresero andando negli spogliatoi a cambiarsi in
religioso silenzio.
Kaede
notò che Hanamichi era uscito senza cambiarsi.
Fortunatamente il rifugio era a due passi, altrimenti si sarebbe beccato una
polmonite come minimo.
Sospirò cambiandosi senza nemmeno lavarsi.
L'avrebbe fatta in camera dopo aver visto come stava il do'hao.
Era
dannatamente preoccupato.
Sembrava letteralmente distrutto quando era uscito.
E
sicuramente non era da biasimare il suo stato!
Le
parole che suo fratello gli aveva urlato avevano fatto male a lui per la sua
crideltà, figurarsi ad Hanamichi che ne era il destinatario!
Si
infilò il giaccone, anche se erano vicinissimi alla baita faceva un freddo
cane li fuori!
Per
di più aveva preso a nevicare piuttosto forte.
I
giocatori si fermarono nella hole.
-Ciao
ragazzi! Dove è Hana?- chiese incuriosito Seiji non vedendo tra i presenti
l'amico. Lo sguardo di tutti si incupì.
-Vi
prego ditemi che non è...- la frase non ebbe modo di concludersi che Sendoh
prese la parola.
-E'
venuto suo fratello... Gli ha detto delle cose orribili e dopo essersi
picchiati... o meglio, dopo che quel bastardo ha picchiato Hanamichi, Hana è
tornato qui.- disse con rabbia. Seiji si morse il labbro imprecando in
americano probabilmente.
-Doveva tornare solo domani!- ringhiò.
-Mi
dispiace che abbiate assistito, mi dispiace per Hana.- sospirò.
-Hanamichi si è trasferito a Kanagawa l'anno scorso, dopo la morte della
madre. Rei non l'ha più voluto con se e l'ha buttato fuori. Avevo proposto
ad Hana di venire a vivere con me, ma ha rifiutato. Effettivamente se fosse
rimasto qui, Rei non avrebbe fatto altro che rendergli la vita impossibile,
Hanamichi sarebbe impazzito dal dolore.
Rei è
sempre stato un bravisimo fratello. Adorava Hanamichi. E ora...
Non
posso credere che si sia ridotto così.- raccontò mesto.
-Il
padre di Hanamichi è morto per un infarto. Erano a Kanagawa, si erano
fermati li per qualche mese per colpa degli impegni di lavoro di Hiroshi, il
padre di Hana. Tornando a casa Hanamichi è stato assalito da dei teppisti,
nessuno vedeva di buon occhio i suoi capelli rossi, mi raccontava. Quando
però è arrivato Hiroshi era a terra e Hanamichi a cercato disperatamente di
raggiungere l'ospedale fuori casa. Ma i teppisti erano tornati a vendicarsi
portando i rinforzi. Hana si è sempre sentito in colpa per la morte,
nonstante il medico sostenesse che era già morto da almeno venti minuti
quando Hana è rincasato.- fece una breve pausa osservando il fuoco
scoppiettante del camino. Le fiamme si riflettevano nei suoi occhi verdi
persi nel vuoto. Sbattè le ciglia riprendendo il racconto.
-Già
da allora Rei era diventato più freddo con Hana. Rispondeva male, tante
volte si divertiva a lanciargli frecciatine piuttosto cattive. Molte volte
lo umiliava in pubblico. Ma quando Mei è morta in un incidente stradale per
andare acomprare il regalo di compleanno di Hanamichi, allora è esploso.
Hanamichi stava malissimo, si sentiva in colpa per la morte di entrambi i
suoi genitori. Rei lo feriva volutamente, lo picchiava tante volte per cose
stupide. Hanamichi non ha mai reagito perchè ha sempre creduto che Rei
avesse ragione. Un anno fa, sotto consiglio di mio padre che non ne poteva
davvero più di vederlo sempre depresso, sull'orlo del suicidio pieno di
lividi, ha comprato un appartamento a Kanagawa, e si è trasferito. terminò
il racconto con un sospiro.
-Poveretto...chissà che cosa ha passato...- commentò mesto Kogure.
-Già...- la sala restò in silenzio.
-Io
salgo.- disse semplicemente Rukawa salendo le scale.
-Ehi!
Vedi di non...-
-Si
capisce.- troncò a metà l'affermazione della seconda guardia dello Shohoku.
Lo
osservarono scomparire su per le scale.
-Io
credo invece che solo Rukawa abbia la facoltà di risollevarlo... o... di
distruggerlo...- mormorò Seiji.
-Cosa
intendi?- chiese Koshino.
-Credi a me! Conosco Hana... lo conosco fin troppo bene- disse con un
sorrisetto enigmatico.
Kaede
entrò cautamente nella stanza. La camera era al buio, probabilmente, pensò,
Hanamichi stava dormendo.
Chiuse la porta delicatamente ma si bloccò di scatto.
Il
camino.
Era
spento.
Strinse convulsamente la mano attorno alla maniglia senza voltarsi.
Hanamichi l'avrebbe sicuramente acceso.
Faceva troppo freddo perchè lo lasciasse spendo. Lasciò cadere la sacca con
un moto di panico.
Non
poteva essere...
Cercò
l'interruttore della luce voltandosi.
Panico.
Il
letto era vuoto.
La
stanza deserta.
Esattamente come l'avevano lasciata.
Hanamichi non era tornato.
Vestito solo di quegli indumenti leggeri, era rimasto fuori al freddo.
-Idiota!- ruggì mentre la paura folle che fosse troppo tardi, che fosse
successo qualcosa di tragico, gli corrodeva l'anima come acido solforico.
Si
precipitò giù dalle scale ritrovandosi nella Hole.
I
ragazzi, rimasti li, si voltarono ammutolendo.
-Rukawa cosa...- balbettò Sendoh.
-Non
è rientrato!- disse con furia. -Quel do'hao!- urlò.
-Come
sarebbe a dire?! Ti ricordo che è uscito in braghini e canottiera!!!- urlò
Mitsui.
-Credi che non lo sappia?!- ringhiò.
-C'è
un altro rifugio da queste parti dove Hanamichi possa essersi rifugiato?-
chiese ansiosamente Sendoh.
-No...
è l'unico nel cerchio di chilometri.- rispose distrattamente Seiji.
-Io
esco a cercarlo.- Rukawa, senza aspettare risposta, prese il giaccone e uscì
sbattendo la porta.
Poco
dopo la porta si aprì nuovamente e lo Shohoku, Seiji, Sendoh e Koshino,
uscirono al gelo di quella notte.
-Ti
aiutiamo.- disse Mitsui.
-Sendoh, Rukawa, Mitsui, Seiji da una parte- impartì il gorilla.
-Io,
Miyagi, Koshino e Kogure dall'altra- senza dire altro si divisero.
-Giuro che lo troveremo.- sibilò Rukawa.
La
neve scendeva giù.
Fitta, soffice, bianca.
Come
lacrime del celo.
Come
zucchero velato su una torta fatta dalla mamma.
Come
bambagia leggera.
Una
coperta gelida che copre tutto col suo candore.
Intrappola tutto nella sua immobilità, cancellando gli orrorri e gli errori
sulla terra.
Congela tutto in un immoto silenzio e immobilità, come per permettere agli
esseri umani di avere il tempo di osservare, fissare, ricordare appieno le
bellezze pure della natura.
Sotto
quella coperta di gelo, Hanamichi giaceva immobile.
Il
volto ormai candido come la neve, le labbra viola, il corpo freddo e
immobile abbracciato dall'oblio del sonno.
La
sua bocca piegata in un sorriso dolce da straziare l'anima...
Non
lo trovavano!
L'avevano chiamato, cercato, ma di Hanamichi, nessuna traccia.
E la
paura in lui montava sempre più viscida e subdola.
E'
troppo tardi!
Gli
urlava la sua testa.
Lo
troverò.
Urlava il suo cuore.
Quale
dei due avesse ragione, non lo sapeva, sperava che però fosse il suo amore,
ad averla vinta.
Nevicava sempre più forte, sempre più fitta.
La
visibilità scarsa, il gelo sempre più pungente.
E la
fiamma della speranza, sempre più fioca.
-Ti
prego, ti prego Hana, resisti!- bisbigliò affranto Seiji.
E poi
Rukawa lo vide.
Un
cumolo di neve diverso dagli altri, innaturale,...
Il
suo cuore si fermò...
Un
ciuffo rosso spuntava da quelle coltri bianche..
-Hana!!!-
urlò precipitandosi accanto al cumolo di neve.
-L'hai
trovato?!-chiese incredulo Mitsui.
-Qualcuno avvisi gli altri!- ordinò mentre toglieva la neve da quel corpo.
-Vado
io!- Seiji corse nella direzione da cui erano venuti.
-Vado
con lui!- Mitsui corse indietro al biondino.
Rukawa levò concitatamente la neve dal ragazzo.
-Avanti Hana!- incitò Sendoh. Rukawa lo prese tra le braccia togliendo la
neve dal viso del compagno.
Rimase gelato.
-Ha..Hana...-
pigolò poggiandogli una mano sulla guancia.
Il
volto gelido, le labbra viola e...
quel
sorriso...
-Hanamichi!!- urlò Sendoh schiaffeggiandolo leggermente perchè si
svegliasse.
-Hana
avanti apri gli occhi!- lo scotè Rukawa.
Non
poteva essere morto!!
Non
doveva!!!
Ma il
volto di Hanamichi rimaneva congelato in quel sorriso struggente.
Rukawa con mano tremante portò una mano al collo del rossino per sentire il
battito del suo cuore.
Nulla.
-E'...
morto...- ansimò con terrore.
-L'ha
trovato!! Rukawa l'ha trovato!!- urlò Mitsui raggiungendo gli altri.
-Cosa? Come sta?- chiese concitato Miyagi.
-Lui... era sotto la neve. Rukawa ci ha detto di chiamarvi...- balbettò
Seiji.
-No!!- urlò Rukawa. Si tolse la giacca avvolgendolo e prendendolo in
braccio.
-Corri Rukawa!- lo incitò Sendoh.
No,
non l'accettava.
Hanamichi non poteva essere morto, non poteva!
Era
la sua vita, l'unico barlume di luce in quel mondo scuro in cui viveva.
Non
avrebbe mai accettato la sua morte.
-Non
andartene Hana!- pregò Rukawa.
Il
vento sferzava, ferendolo, sul volto.
La
neve cadeva sempre più fitta rendendo la visibilità ancora più scarsa.
Il
suo Hana intrappolato nella morsa del gelo, che attratto dal suo calore, lo
voleva tutto per se.
-Ti
prego ti prego Hana!- implorava Sendoh.
Veloci, sempr epiù veloci.
La
neve sfrecciava accanto a loro come pareti bianche.
Il
vento gli feriva gli occhi che lacrimavano violentemente.
E'
colpa del vento se piangeva?
E
correva, sempre più forte, una lotta contro il tempo, contro il vento,
contro...
...la
morte...
In
lontananza il fumo dal comignolo del rifugio.
-Ci
siamo Hana, ci siamo... guai a te se molli do'hao!- ringhiò accellerando il
passo.
I
suoi piedi affonndavano nella coltre ghiacciata.
Non
sentiva più le gambe.
Troppo freddo, troppa fatica, troppa paura.
Ma
forse era proprio il freddo che gli dava la resistenza per non sentire il
dolore.
Forse
era proprio la fatica che gli permetteva di non cedere.
E
sicuramente, era proprio la paura a permettergli di andare avanti.
Ma
sopratutto era l'amore per quel dannato do'hao che faceva pompare al cuore
il sangue.
Perchè era certo, Hanamichi si sarebbe salvato, perchè altrimenti, il suo
cuore avrebbe cessato di battere.
Sendoh lo precedette con uno scatto aprendo la porta della baita con furia.
Kaede
si precipitò dentro stendendo Hanamichi sopra il divano di fronte al camino
della Hole. I loro compagni rimasti li sussultarono spaventati.
-Vai
in camera nostra e accendi il camino, muoviti!- urlò Rukawa spogliando il
do'hao del giaccone.
Quel
sorriso..
Quel
dannato sorriso...
Non
sorridere do'hao!
Non
devi sorridere!
-Cosa...- balbettò Ayako.
-Non
lo vedi?! Prendi delle coperte, muoviti! Sta assiderando!- sbraitò
liberandolo dei vestiti fradici.
Non
aveva tempo di aspettare quelle coperte!
Si
sfilò la maglietta arrotolandola. Strofinò con forza le gambe gelide del do'hao.
Bianche, troppo bianche.
Le
sue mani erano viola...
I
suoi piedi paonazzi...
Le
sue labbra blu.
E
sempre quel dannato sorrido.
-Merda do'hao smettila di sorridere!- sbraitò strofinando con forza.
Ayako
portò delle coperte di lana e Rukawa le sostituì immediatamente alla sua
maglietta.
-Che
state li a guardare! Ho solo due mani io!- sbraitò. Koshino si riscosse
dallo shock prese un'altra coperta e prese a strofinare il braccio del
rossino con energia, mentre Ayako si occupava dell'altro.
Ma
Hanamichi restava immobile, gelido, con quel sorriso agghiacciante sul volto
cinereo.
Un
sorriso dolce, come se si trovasse tra le bracci adi sua madre e non
volesse svegliarsi.
Il
sorriso che stava a significare, che Hanamichi era con lei...
E
Rukawa aveva la ferrea intenzione di riportarlo indietro...
Il
suo corpo scosso dai tre ragazzi che sfregavano sempre con più forza sui
suoi arti per riattivare la circolazione.
Mitsui, Seiji e gli altri ragazzi entrarono di corsa nella baita.
-Come
sta?!- chiese concitato l'americano.
-Assiderato!!- sussurrò Koshino smettendo di strofinare. -E'..morto...-
balbettò.
-Si
può sapere che stai facendo?! Muoviti!- ringhiò Rukawa.
-E'
inutile Rukawa! Rassegnati! E' morto!- sbraitò sconvolto Hiroaki.
-Non
è vero! Levati di mezzo imbecille!- Miyagi strappò dalle mani del ragazzo la
pesante coperta sostituendolo.
-Il
suo viso! Sta riprenendo colore!- esclamò incredulo Mitsui.
-Avanti do'hao!- incoraggiò il volpino.
Ce la
stavano facendo.
Il
do'hao avrebbe perso quel sorriso straziante...
Perchè ne avrebbe donato uno migliore al mondo...
Non
quel sorriso triste, eppure sereno.
Quel
sorriso d'addio.
Mitsui si avvicinò al rossino posando un orecchio sul suo petto.
-Batte!!! E' vivo!!- eslutò. I giocatori tirarono un sospiro di sollievo,
sta volta Hana ci era andato vicino.
Rukawa si accasciò a terra con un sospiro.
Ora
stava decisamente meglio.
Il
volto di Hanamichi aveva ripreso un po' di colore, le labbra erano tornate
rosee, anche se quel sorriso non si incrinava di un millimetro.
-Lo
porto in camera.- sentenziò gelido. Lo avvolse nelle coperte calde e lo
prese in braccio.
-Ne
sei sicuro?- chiese Miyagi.
-Ovvio.- rispose pacatamente salendo le scale.
Hanamichi giaceva indifeso tra le sue braccia.
Il
respiro era tornato regolare, le funzioni vitali, riprese.
E
quel sorriso d'addio era scomparso dalle sue labbra.
Si
concesse il lusso di baciare i ciuffi rossi ancora umidi.
-Mi
hai fatto prendere un colpo stavolta...- sussurrò.
Entrò
nella sua stanza trovando Sendoh intento a riavvivare il fuoco.
-Come
sta?- chiese concitatamente.
-E'
vivo.- disse con un sospiro adagiandolo sul letto.
-Per
un pelo...- aggiunse poi.
-Preparo un bagno caldo...- borbottò Sendoh entrando nel servizio.
Hanamichi aveva assunto una colorazione sana ora, era salvo, anche se Kaede,
posandogli una mano sulla fronte, scorpì che Hana aveva la febbre. Non ci si
poteva di certo stupire! Aveva rischiato di morire assiderato, anzi, forse
era morto davvero.. per fortuna l'avevano portato indietro.
-Il
bagno è pronto.- lo riscosse Sendoh dai suoi pensieri.
-Hn...-
Prese nuovamente Hanamichi in braccio avvolto unicamente dalla coperta.
Sotto di essa, unicamente un paio di boxer.
-Vuoi
una mano a lavarlo?- chiese premuroso il porcospino.
-No!-
rispose secco il moretto facendo sorridere maliziosamente Akira.
-Immagino il motivo!- disse sornione vedendolo sparire in bagno.
-Taci!-gli urlò dietro il volpino.
-Vi
lascio soli!- e Sendoh lasciò la stanza.
Rukawa tolse ad Hanamichi la coperta di lana e i boxer senza impedirsi di
osservare la straordinaria bellezza del rossino.
Averlo così privo di sensi tra le braccia faceva un effetto tutt'altro che
salutare al suo corpo. Scosse la testa.
Non
era certo il momento di pensare a certe cose quello!
Immerse Hanamichi nell'acqua calada sovrastata da soffice schiuma.
Si
inginocchiò accanto alla vasca rimboccandosi le maniche cominciando a
passare delicatamente la spugna sugli addomiali un po' pallidi del rossino.
Movimenti circolari e dolci per far riprendere al meglio la circolazione
sanguigna.
Hanamichi gemette sotto quelle carezze rimanendo nel suo stato di incoscenza.
-Te
la sei cavata stavolta piccolo... Non farlo mai più.- si concesse di
baciarlo sulla fronte. Si sentiva un verme, approfittare così della sua
incoscenza, ma probabilmente da sveglio lo avrebbe riempito di pugni se
avesse anche solo osato fare un'azione del genere.
-Come
mi sono ridotto...- sospirò con un mesto sorriso.
Asciugato e rivestito il do'hao, lo infilò immediatamente sotto le calde
coperte coprendolo per bene con più di un plaid di lana. Doveva stare al
caldo.
Riavvivò il fuoco nel camino sospirando di tanto in tanto quando lanciava
sguardi speranzosi al letto dove giaceva Hanamichi ogni volta che sentiva un
mugugnio da parte sua.
Ma
Hanamichi non dava segni di voler riemergere dalle maglie del sonno.
Rukawa, che si era assopito sulla poltrona di fronte, si risvegliò con un
lamento tentando di identificare cosa avesse disturbato il suo sonno.
Identificò il suono fastidioso come qualcuno che bussava alla porta.
Si
alzò borbottando andando ad aprire.
-Ciao!- salutò bisbigliando Miyagi.
-Hn...-
-Sempre molto gentile vedo...- borbottò. -Vi ho portato la cena! Come sta
Hana?- chiese entrando nella stanza.
-Dorme.- disse semplicemente lasciandosi cadere nuovamente sulla poltrona.
-Ha
la febbre!- consatò il playmaker posandogli una mano sulla testa dopo aver
posato la cena sul comodino.
-Lo
so.- disse laconico il moretto rimanendo impassibile a fissare il gioco
ipnotico delle fiamme.
-Credi che si riprenderà?- chiese Miyagi sedendosi accanto a lui sul
tappeto.
-Certo-
-Non
dico solo fisicamente, anche psicologicamente.- specificò.
Kaede
serrò la mascella.
Non
lo sapeva.
Aveva
fino a quel momento evitato di porsi quella domanda, forse per paura della
risposta.
Hanamichi sarebbe tornato come prima?
Le
parole che Rei gli aveva urlato contro erano di una crudeltà indicibile.
Sentirsele dire era tremendo, soprattutto se venivano dalla bocca del
proprio fratello.
-Non
lo so- ammise mesto.
Restarono immobili in religioso silenzio per alcuni minuti, incantati a
osservare il fuoco.
Miyagi si alzò.
-Io
vado- e senza aspettare risposta uscì dalla stanza.
Rukawa si alzò dalla poltrona e si diresse verso il letto.
Stava
per afferrare un piatto di minestra per mangiare quando la voce impastata e
flebile di Hanamcihi lo fece voltare.
-Rukawa?- un sussurro incredulo.
Kaede
si voltò stupito. Hanamichi tentava di mettersi faticosamente a sedere e il
volpino lo aiutò.
-Come
ti senti?- chiese gentilmente.
-'nsomma...- ammise Hanamichi abbassando lo sguardo. -Cosa è successo?-
chiese confuso. Rukawa lo guardò sorpreso, allora non aveva tentato di
suicidarsi!
-Se
non lo sai tu... Siamo rientrati un'ora e mezza dopo che te ne eri andato e
non ti ho trovato in stanza. Siamo usciti a cercarti e ti ho trovato
assiderato sotto un albero. Ti abbiamo salvato per miracolo- concluse con un
sospiro.
-Oh...
Io..non mi ricordo molto... Stavo camminando e mi sono seduto... credo di
essermi addormentato.- ammise arrossendo.
-Do'hao.-
lo ammonì Rukawa facendolo arrossire di più. -Hai fame?- chiese.
-S..si... un po'.- ammise tenendo lo sguardo basso.
Si
sentiva tremendamente imbarazzato.
Non
poteva certo dirgli che si era addormentato sognando sua madre che gli
cantava la ninna nanna!
Non
avrebbe di certo fatto una bella figura...
E poi
rimaneva il quesito principale...
Perchè mi hanno salvato?
Sono
un assassino.
Una
feccia umana...
-Grazie.- disse distrattamente prendendo titubande il piatto di minestra e
cominciando lentamente a mangiare.
Ma
quella domanda lo turbava e non la piantava di rimbombargli in testa.
-Perchè mi hai salvato?- sussurrò dando voce ai suoi dubbi.
Il
cucchiaio diretto alle labbra socchiuse del moro si bloccò a metà strada.
Cosa
gli poteva rispondere?
Perchè lo amava?
Perchè non avrebbe potuto vivere senza qualcuno che lo chiamasse Baka
Kitsune?
-Perchè non avrei dovuto farlo?- rigirò la domanda.
-Perchè mi odi.- la risposta arrivò immediata. Triste, pacata.
-E
questo quando mai l'ho detto?-
Hanamichi sussultò.
-...ecco...
insomma...- balbettò.
Non
l'odiava...
Rukawa aveva ripreso a mangiare lentamente.
Era
scampato alla domanda.
Non
aveva risposto.
Per
ora era salvo.
...per ora...
-Non
mi hai risposto però, perchè mi hai salvato? Avresti potuto lasciarmi li!
Avresti fatto un favore a tutti! Me, te, Rei, la squadra... il mondo intero-
sussurrò sarcastico.
Rukawa non si fermò a pensare. Lo schiaffo partì secco, deciso.
Non
un pugno come era solito fare.
Uno
schiaffo.
Si
schiaffeggiano i bambini quando compiono una marachella.
Si
schiaffeggia chi ha una crisi isterica.
Si
schiaffeggia chi dice cose assurde, infondate, insensate. Come quella.
Hanamichi abbassò nuovamente il volto specchiandosi nel piatto di minestra
fumante.
-Do'hao.
A te a cosa sarebbe servito morire? A scappare vero? Perchè a me certamente
non avresti fatto nessun favore! Anzi! Alla squadra nemmeno e al resto del
mondo manco! Piantala di dire stupidaggini! E per Rei, per quanto possano
valere le sue squallide parole, non conta nulla.- sibilò.
-Non
criticare Rei! In fondo ha ragione ad odiarmi!- lo contraddisse mesto.
-Ragione? Uno che si comporta così ha ragione secondo te? Uno che scarica
tutta la sua rabbia pestando il fratello minore perchè sono rimasti orfani,
ha ragione secondo te?- gli disse con rabbia.
Hanamichi non poteva essere veramente succube di quel bastardo!
-Si...-
-Da
quando do'hao ti lasci plagiare così! Ti ha picchiato talmente tante volte
da metterti in testa queste stronzate? O forse ti fa comodo pensarlo?-
-Comodo?! Pensi che per me sia comodo?!- sbraitò furioso. -Cosa cavolo ne
sai tu di come mi senta io ogni giorno con la consapevolezza che ho ucciso i
miei genitori?! Eh?! Credi che mi diverta a sapere che ho distrutto la mia
famiglia?!-
-Si,
ti fa comodo addossarti tutte le colpe! Fai la vittima, sfuggi al problema
principale, non accetti che tuo fratello, in realtà, è un bastardo. Adoravi
talmente tanto tuo fratello da non renderti conto che in fondo, forse, era
marcio! Una persona, do'hao, non cambia così radicalmente. Se Rei è
diventato un tale stronzo, è perchè di fondo, lo era. Te l'ho detto do'hao.
Non si diventa improvvisamente l'opposto di quel che si era, per nessun
motivo. E' evidente che Rei, in fondo era così. Ma a te fa comodo pensare
che è colpa tua Hanamichi. Perchè, come fai ad accettare il fatto di aver
provato una profonda ammirazione e rispetto per un essere tanto spregevole?
Impossibile per il grande Tensai, no?- si interruppe un attimo ad osservare
Hanamichi. La frangia gli copriva gli occhi, ma le mani erano congestionate
attorno al piatto.
-E
qui subentra il tuo dubbio egocentrismo. Te l'ho detto dopo la partita col
Kainan e te lo ripeto ora. Un tuo errore non segna le sorti di una partita,
tanto meno quelle di una vita. Che colpa hai tu se tuo padre ha avuto un
infarto? Nessuna. Che colpa hai se tua madre è morta in un incidente?
Nessuna. Hai forse scelto tu di nascere il primo aprile? Non mi pare
proprio. Hai stabilito tu di venir aggredito da dei teppisti? Non penso.-
spiegò nuovamente.
Se in
quel momento avesse avuto tra le mani quel bastardo, lo avrebbe strangolato
con le sue dita!
Non
sopportava l'idea che Hanamichi stesse così male per colpa sua!
Lo
mandava su tutte le furie!
Avrebbe voluto fargliela pagare!!!
-Ma
Rei ha detto che mio padre...- tentò di contestare Hanamichi ma fu
interrotto dalla voce furiosa del moretto.
-Insomma do'hao! Non prendere per oro colato tutto quello che esce dalle
labbra di quel bastardo! Ti ricordo come ti ha trattato in palestra? Come
puoi credere alle parole di uno che ti da la colpa per la morte dei
genitori! Nessun fratello come si deve, o almeno con due dita di cervello,
lo avrebbe mai fatto!- sbottò.
Silenzio.
-Io
gli volevo bene...- disse Hanamichi mentre le lacrime rigavano il suo volto.
-Mi
aveva sempre aiutato, protetto, era il mio migliore amico, il mio angelo
custode... Non può essersi ridotto così, non può essere diventato così...-
singhiozzò con il volto basso, mentre le piccole lacrime cadevano nella
minestra con un leggero pic.
A
Rukawa strinse il cuore.
Prese
la fondina con la cena dalle mani di Hanamichi e la pose sul comodino.
-Ehi... Dai non piangere- sussurrò prendendogli il volto dalle mani e
cancellando le lacrime.
-Mi
dispiace di avervi fatto preoccupare, non volevo, lo giuro... Ma... la
mamma.... mi cantava la sua ninna nanna e mi è venuto sonno... e mentre
dormivo tutto era come quando i miei genitori erano vivi, quando mio
fratello era diverso.- balbettò tra i singhiozzi. -Ma hai ragione... Rei è
morto ormai... il mio fratellone non c'è più, forse non c'è mai stato, forse
era solo una maschera, ma gli volevo bene davvero...e nonostante tutto,
ancora gliene voglio- con la sua stessa mano cancellò le tracce del pianto
guardando le coltri candide delle lenzuola.
-Do'hao,
la prossima volta che senti una ninna nanna, accertati di essere in un
letto, e non in mezzo alla neve, prima di addormentarti- lo ammonì
bonariamente. Hanamichi gli donò un sorriso bellissimo.
-Baka...-
borbottò.
-Questo si che è un bel sorriso.- commentò Rukawa.
-Grazie Kitsune. Grazie di avermi difeso in palestra. Grazie di avermi
salvato e grazie di avermi consolato!- gli disse riconoscente.
-Ascoltale bene Kitsune perchè il Tensai non te le ripeterà mai più...-
sussurrò col tono che poco aveva di quello solito usato per le sue
autoproclamazioni di genialità.
Rukawa si avvicinò a lui posandogli un bacio sulla fronte. Le sue labbra
scesero lungo gli occhi, lo zigomo, la guancia... la bocca di Hana.
Contrariamente alle sue aspettative, Hanamichi non lo respinse, non lo
colpì. Timidamente rispose al bacio.
Quel
leggero sfiorarsi di labbra, goffo, timido, incerto. La mano candida di
Kaede si posò sulla guancia arrossata di Hanamichi avvicinandolo meglio alle
sue labbra.
Hanamichi cinse il collo del compagno con le braccia reclinando il capo per
offrire la sua bocca alla lingua curiosa del volpino.
Kaede
esplorò quell'anfratto caldo con curiosità, passione. Saggiandone le pareti
come il gelato più buono del mondo.
Lottando con la lingua insicura di Hanamichi in morbide carezze.
Chi
lo sa, forse era davvero assiderato sotto quell'albero! Perchè non poteva
assolutamente essere vero il fatto che Kaede Rukawa lo stesse baciando con
tanta dolcezza.
Anche
senza la dolcezza... Kami Sama! Rukawa lo stava baciando!
A
saperlo, sarebbe morto prima!
Si
staccarono dopo alcuni minuti per permettere ai loro polmoni di rifornirsi
di ossigeno.
-Sono
assiderato vero? Sono morto e stanno solo cercando un modo carino per
dirmelo ...vero?- chiese con il volto in fiamme e gli occhi sgranati. Kaede
sorrise dolcemente.
-Do'hao.
Stavo solo cercando un modo carino per dirti che ti amo.- sussurrò
baciandolo.
-Bel
modo... mi piace...e dimmi, c'è un modo carino per dirti che ti amo?-
bisbigliò di rimando Hanamichi. Negli occhi di Rukawa passò un lampo
violetto.
-Oh
sì, ce ne sono molti.- disse avventandosi famelico sulle labbra del rossino.
Fine...
PERDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOç_____________________________________ç
E'
vero!! Ti avevo promesso la lemon ma non ho avuto tempo per scriverla!!ç_ç e
poi quando mi mettevo li per scriverla ispirazione
0!!!!ç_______________________ç appena torno dall'Olanda te la faccio!
Promesso promesso!!!ç___________ç
Perdono soffio tesorooo!! scusa scusa!!!ç____ç
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