DISCLAMER: La Rowling
non potrebbe mai scrivere una cosa così idiota.... per cui lo faccio io!^^
Harry
Potter e il principino mezzo sangue
di Nuel
Una lunga limousine nera dai vetri oscurati era parcheggiata da quasi
mezz’ora in Privet Drive. Un autista in livrea aveva fatto scendere un
ragazzo alto, magro, biondissimo, con degli occhiali da sole, che si era
appoggiato all’auto e guardava in direzione della casa dei Dursley.
Indossava pantaloni scuri, eleganti ed una maglietta azzurra a maniche
corte.
Dietro le mezze tendine ricamate, la famiglia Dursley lo stava spiando
chiedendosi di chi si trattasse.
Poco prima di svoltare nel vialetto che portava a casa dei suoi zii, Harry
sputò la gomma da masticare: zio Vernon detestava vederlo masticare. Era
un po’ in ritardo, ma lo avevano trattenuto al lavoro. Aveva voglia di una
doccia e di vestiti asciutti: aveva sudato un sacco e non voleva certo
farsi trovare così dal suo ragazzo: sudato, puzzolente, con i vecchi jeans
smessi di suo cugino e una maglietta vecchia e scolorita.
Arrivando davanti a casa, Harry vide l’auto di Draco e, dimentico del suo
pessimo stato, gli andò in contro sorridente.
-Ciao-
-Ciao- Draco lo fermò prima che Harry gli si avvicinasse troppo. -Amore:
primo: puzzi, secondo: i tuoi zii ci stanno guardando!-
-Sempre gentile tu!- Gli sorrise.
-Sei in ritardo al nostro primo incontro dopo sei mesi!-
-Scusa: mi hanno trattenuto al lavoro-
-Se fare consegne in bicicletta per una panetteria per te è lavoro...-
-Dimentichi che sforno il pane e sto anche imparando a farlo!- Ironizzò
Harry.
-Sbrigati a lavarti e cambiarti! Voglio andare via di qui-
-Ai suoi ordini maestà!- Lo punzecchiò Harry, aprendo il cancelletto.
Draco lo guardò sparire dietro la porta di casa. La tendina si mosse,
finalmente libera dalle mani che la trattenevano un po’ discosta per
osservare lui.
-Harry! E’ un tuo amico quel giovanotto?- Chiese zio Vernon, seguito a
ruota dalla moglie e dal figlio.
-Si, zio. Come ti senti oggi?-
-Pare molto ricco! Ed elegante, anche!- Insinuò zia Petunia.
-Lo è eccome!-
-Che macchina strafica!- Commentò Dudley.
-Ne ha anche altre-
-Perché non lo inviti ad entrare?! Non essere maleducato!-
-Zio, mi faccio una doccia veloce e poi dobbiamo uscire. E poi, non credo
che ti piacerebbe farlo entrare, sai, lui...-
-Non dire sciocchezze! Un ragazzo del genere non può che essere una
persona per bene!-
“E anche un mago” Avrebbe voluto ribattere Harry, ma si limitò a
sospirare.
-Invitalo a cena!- Suggerì zia Petunia.
-Ottima idea, Petunia! Harry: invita il tuo amico a cena!-
-D’accordo, lo inviterò a cena- Acconsentì Harry.
Quando Harry aveva conseguito i suoi M.A.G.O. ad Hogwarts, aveva pensato
di essere finalmente libero e di potersene andare da Privet Drive, ma,
proprio allora, suo zio Vernon, unico lavoratore della famiglia, aveva
avuto un infarto. Harry non se la era sentita di abbandonare gli zii ed un
cugino imbecille e disoccupato: era tornato a casa e si era cercato un
lavoretto che gli permetteva di guadagnare quel tanto che bastava a non
far morir di fame Dudley.
Lui e Draco si erano messi assieme da poco, all’epoca e l’ex Serpeverde
non ne era stato affatto contento, del resto, anche lui aveva avuto un bel
po’ di faccende da sbrigare con le sue due famiglie.
Finalmente Harry uscì e raggiunse il suo ragazzo con i capelli ancora
bagnati che catturavano i riflessi del sole d’agosto.
-Finalmente!-
-Impazziente!-
-Si: ho voglia di fare l’amore con te!-
Harry arrossì e gli sorrise, prendendo posto accanto a lui sull’auto. -I
miei zii ti hanno invitato a cena-
-Stai scherzando?!-
-No: hanno visto un bel ragazzo dall’aria elegante che non si fa problemi
a sbandierare i suoi soldi ed hanno deciso che sei un rispettabilissimo
Babbano!-
Draco sollevò un sopracciglio. -Va bene, lascia fare a me!-
-Perché non mi sento tranquillo?-
-Perché sto per farti pagare tutta la solitudine che mi hai fatto patire
in questi mesi!-
Draco premette un tasto dal telecomando dell’auto ed un pannello nero si
alzò a separare il posto del conducente dai sei posti sul retro, poi
estrasse la bacchetta e trasformò i comodi sedili in pelle beige in un
ampio letto facendoli unire e fondere assieme.
-L’autista ha l’ordine di continuare a guidare, non importa dove va...
adesso sei mio!-
Harry accolse tra le braccia il suo ragazzo e si distese sul comodo letto
dove, finalmente, dopo mesi, avrebbero rifatto l’amore.
Iniziarono una lunga sequenza di preliminari e di baci profondi,
spogliandosi a vicenda, quasi distrattamente, assaporandosi con le mani,
accarezzandosi con le labbra, quasi sentissero la necessità di far
combaciare i loro corpi alla perfezione, come se fossero l’uno la metà
mancante dell’altro. Fecero l’amore dolcemente, più volte, mentre la
macchina continuava a correre sotto il sole del pomeriggio.
-Quanto mi sei mancato!-
-Anche tu!- Harry si strinse a Draco, stiracchiandosi come un gatto,
abbracciandolo mentre l’altro continuava ad accarezzarlo come a voler
imprimere le sue impronte sulla sua pelle, finalmente appagato.
-Come sta tuo zio?-
-Meglio. Credo che presto potrò tornare da te-
-Non vedo l’ora!-
-Come sta tuo padre?-
Draco si rabbuiò e baciò con infinita dolcezza il suo Harry. -Come vuoi
che stia?-
Lucius Malfoy viveva da solo al Malfoy Manor, accudito dai suoi elfi
domestici e da Piton, che quando poteva si recava da lui, essendo l’unico
amico che gli era restato.
La vita di Draco era stata stravolta quando sua madre gli aveva detto,
come fosse stato nulla: “Non preoccuparti di lui, che finisca pure ad
Azkaban! Non è tuo padre, Draco: tu sei figlio di Voldemort!”
Draco, già travolto dallo scandalo che vedeva suo padre coinvolto
nell’assalto dei Mangiamorte al Ministero, era rimasto sconvolto. Essere
il figlio di Voldemort non era affatto meglio di essere il figlio di
Lucius Malfoy, in quel momento!
Aveva frequentato per alcuni mesi il sesto anno, cercando di scoprire
l’identità di Voldemort.... in fondo, chi era meglio informato sul Signore
Oscuro di Harry Potter? Così aveva stabilito una tregua, aveva chiesto
informazioni al suo rivale ed era saltato fuori il nome di Tom Riddle....
un mezzo sangue!
Draco si era sentito morire: lui, emblema vivente dei purosangue, era per
un quarto Babbano!
Draco non aveva mai scoperto come la cosa fosse uscita, anche se
sospettava ci fosse lo zampino di Pix, fatto sta che i Serpeverde avevano
preso a snobbarlo ed il resto della scuola a chiamarlo “Principino
mezzosangue”.
L’unico ad averlo difeso era stato Harry.
“Non mi odi di più sapendo che sono figlio di Voldemort?” Gli aveva
chiesto.
“Non sono come Piton: per me sei Draco Malfoy: è Lucius Malfoy il padre
che ti ha cresciuto!”
Incredibilmente erano diventati amici. Ma per Draco tutti quegli scherni
erano troppo: si era ritirato dalla scuola, tornando a fine anno per dare
gli esami da privatista.
Lui ed Harry si scrivevano spesso. Sua madre aveva chiesto ed ottenuto il
divorzio e, quando Lucius era uscito, distrutto, di prigione, lei se ne
era andata.
Lucius Malfoy, l’orgoglioso mago oscuro Lucius Malfoy, non era stato
dissennato, i Dissennatori non c’erano neppure più ad Azkaban, no: era
stato distrutto dal dolore del divorzio, dalla scoperta che suo figlio non
era suo figlio.
Draco gli era rimasto sempre vicino, anche se, usando le infinite risorse
dei Malfoy aveva scoperto l’esistenza di lontani cugini del padre naturale
e si era presentato da loro come il figlio di Ton Riddle. Quei cugini
l’avevano accolto in casa loro. Si chiamavano Marvin, non Riddle e Draco
era rimasto presso di loro per quasi due anni, il tempo di restaurare casa
Riddle e di imparare a conoscere i Babbani e, soprattutto di imparare ad
accettare e conoscere la sua parte Babbana.
Harry gli era stato vicino. Durante gli esami del settimo anno Draco
l’aveva baciato. Voleva ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per
lui.
Harry aveva risposto al suo bacio con dolcezza e con passione, con uno
slancio che li aveva portati quasi subito a diventare amanti. Non avevano
più potuto fare a meno l’uno dell’altro.
-Vado a trovarlo tutti i giorni e lui mi chiede sempre di mia madre... non
gli importa altro. Rimane nel suo studio a guardare fuori dalla finestra.
Mi occupo io degli affari di famiglia... quei pochi che ci sono rimasti-
-E con te?-
-Mi chiama “figlio mio” e, se si sente particolarmente espansivo, mi
abbraccia e mi sorride... lo so che mi ama come se davvero fossi suo
figlio, ma mi manca il mio vecchio padre...-
-Mi dispiace... perché non sei tornato da lui mentre io ero dagli zii?-
-Preferisco restare a casa Riddle: aspetto sempre che tu torni-
Harry si accoccolò meglio contro di lui e sbadigliò.
-Vuoi dormire un po’?-
-Si-
Draco prese un plaid e coprì entrambi, abbracciandolo e chiudendo gli
occhi a sua volta. Era tanto che non dormivano assieme e gli mancava anche
quello, come gli mancava risvegliarsi assieme, al mattino e darsi il buon
giorno, iniziando la giornata con un bacio.
Ricordò di avvisare l’autista di portarli per cena a casa di Harry e di
svegliarli mezz’ora prima.
L’auto percorse decine di miglia nel più assoluto silenzio, cullando i
suoi passeggeri in un dolce sonno.
Usando un piccolo microfono interno, l’autista li svegliò mezz’ora prima
di arrivare a Privet Drive.
Harry e Draco si sorrisero, stiracchiandosi felici e tornando ad
abbracciarsi.
-Non mi hai ancora detto che mi ami, cattivo!- Piagnucolò Harry in cerca
di coccole.
-Non te l’ho dimostrato a sufficienza?- Fu la risposta maliziosa di Draco,
che cercò con una mano l’ingresso arrossato al corpo di Harry.
Harry rise e fece per sfuggirgli, ma Draco sembrava aver ritrovato la
forza per amarlo ancora, cosa che non gli dispiaceva affatto, anche se, la
lunga astinenza forzata, l’aveva messo un po’ fuori forma per fare gli
straordinari.
-Ti tiri indietro?-
-No... ma fa piano: fa male, sai?!- Scherzò Harry. -E comunque non mi hai
ancora detto che mi ami!-
-Devo amarti proprio tanto, sai, per venire a cena dai tuoi zii!-
-Non me lo vuoi dire!- Gli mise il broncio Harry, mentre Draco si
impossessava delle sue labbra.
-Si che ti amo- Gli sussurrò sensuale, mettendogli i brividi addosso.
La macchina si arrestò e loro si resero conto di essere già arrivati a
destinazione.
In fretta e furia si rivestirono, si rimisero in ordine e lasciarono
l’auto dopo che Draco ebbe fatto comparire un mazzo di fiori ed una
bottiglia di ottimo vino.
-Zio! Zia! Siamo arrivati!- Annunciò Harry, aprendo la porta.
I Dursley si precipitarono ad accogliere l’ospite.
-Loro sono zio Vernon, zia Petunia e mio cugino Dudley... vi presento
Draco Malfoy-
-Molto piacere! Malfoy, ha detto? Dove ho già sentito questo nome?- Si
interessò subito Vernon, per cominciare la conversazione.
-Non è un cognome diffuso, tuttavia la mia famiglia è molto antica, oltre
che imparentata con la casa reale...-
-La casa reale?!- Strillò Petunia, sull’orlo dello svenimento.
Harry si chiedeva cosa avrebbe inventato quel bugiardo incallito del suo
ragazzo.
-Lady Petunia...- le baciò la mano strappandole un urletto.-...è per me un
immenso onore conoscere la donna straordinaria che ha cresciuto Harry! Per
lei- Le offrì i fiori.
Vernon bofonchiò, Dudley fissava la scena senza capire ed Harry faticava a
non ridere.
-Prego, prego giovanotto, andiamo in cucina mentre Petunia finisce di
preparare....-
-Posso darle questo, prima? Dovrebbe stare un po’ in frigo- Mostrò a
Vernon l’etichetta della bottiglia prima di passarla a Petunia e l’uomo
arrossì di colpo, cominciando a tossire, leggendo l’annata di un’ottimo e
costoso vino.
-Non si doveva disturbare...-
-Nessun disturbo, mi creda!-
I ragazzi seguirono Vernon in salotto, mentre Petunia, ancora per metà nel
mondo dei sogni, tornava in cucina.
-E così la sua famiglia si occupa di....- Iniziò Vernon cercando di
scoprire se il ragazzo potesse essergli in qualche modo utile.
-Molte cose, per la verità: già amministrare la tenuta è gravoso, sa: i
terreni, la proprietà è grande, d’altra parte per la caccia è l’ideale: i
nostri cani sono favolosi, per non parlare dei cavalli.... mio padre mi ha
trasmesso la passione per cani e cavalli. Mio padre è membro della camera
dei Lords, anche se, ultimamente, a causa della salute a potuto prendervi
parte molto di rado. Mia madre è quasi sempre in viaggio all’estero....
lei e le dame di Santa Addolorata si occupano di portare aiuti umanitari
ai meno fortunati- Draco accavallò con sicurezza ed eleganza le gambe
lunghe.
Harry fece davvero molta fatica a trattenersi, questa volta: non c’era, al
mondo, nessuno di meno caritatevole di Narcissa Malfoy!
-E lei, invece?-
-Oh, io amministro in luogo di mio padre i nostri affari: commerci con
l’estero, inter-export..... cose così. Non appena mio padre si rimetterà
cercherò un lavoro come ha fatto Harry.... al Ministero ho alcuni
agganci... a proposito: sono felice di sincerarmi che lei si sia ormai
ripreso: così Harry potrà tornare da noi: anche per lui ci sono sempre le
porte aperte al Ministero, vero Harry?-
Harry si limitò a sorridere, mentre a Vernon veniva quasi un altro colpo.
-A tavola! E’ pronto!- Squittì in quel momento zia Petunia.
I quattro uomini si alzarono e Vernon fece strada per la sala da pranzo.
La tavola era stata imbandita a festa. Zia Petunia sbandierava un sorriso
cavallino e Dudley era già pronto ad avventarsi sul cibo.
-Allora, dove vi siete conosciuti lei e nostro nipote?- Chiese la donna.
-Ad Hogwarts-
Il sorriso morì sulle labbra di Petunia, Vernon quasi si soffocò col primo
boccone, mentre Dudley, del tutto indifferente, stava immergendo la faccia
nel piatto.
-La scuola di magia e stregoneria. La conoscete, no?!- Sorrise Draco, come
fosse la cosa più naturale del mondo.
-Ce... certo!- Rise nervosamente Vernon, che aveva assunto una brutta
cera.
-E... e.... diceva che la sua famiglia è antica, vero?- Balbettò zia
Petunia.
-Si: tutti maghi dalla prima generazione!- Rispose con orgoglio il loro
ospite.
-Bella la sua macchina!- Cercò di cambiare argomento Vernon.
-E’ una figata!- Alzò la testa Dudley, finalmente interessato.
-Si, soprattutto dopo essere stata modificata per il volo e
l’invisibilità- Spiegò con naturalezza Draco.
-Vola?- Chiese Dudley stupefatto, sbarrando i piccoli occhi porcini.
Harry si stava divertendo un mondo, inoltre aveva voglia di movimentare un
po’ la situazione: allungò una mano di lato, verso il suo ragazzo e
cominciò ad accarezzargli la gamba, sotto la tovaglia.
Draco gli pizzicò la mano, la trattenne e la allungò un po’, rischiando di
sbilanciare Harry e gliela fece appoggiare sulla patta dei pantaloni. Poi,
si rivolse con disinvoltura a Dudley.
-E’ una scheggia per aria!- Garantì Draco.
Dudley guardò il padre stringendo le labbra unticce per chiedere conferma
che le auto potessero volare.
Vernon decise di ignorarlo.
-Sai Petunia che la madre di questo giovanotto fa parte delle Dame della
Carità?-
-Oh, davvero?! Che azione nobile! Immagino si sia trovata davanti a casi
spaventosi!-
Draco sospirò con aria grave. -Lei non immagina quanti! E’ incredibile
pensare che, oggi giorno, in Inghilterra, ci siano ancora persone che
soffrono a causa della miseria, della fame, addirittura! Ma purtroppo ci
sono ancora tante colonie di Snasi fuorilegge che depredano le case! Per
non parlare dei vermi Girigliani: quando uno ti aggredisce non importa
quanto mangi: hai sempre fame! Pensare che sono nati per errore da un
incantesimo fallito! Comunque, basta recarsi all’ospedale San mungo per
restare sconvolti!-
-O... ospedale?- Chiese Petunia, pallida come un cencio.
-Il San Mungo: l’ospedale per malattie e ferite magiche! Morsi di Lupi
Mannari, ferite da calderone esploso, intossicazioni da pozione mal
riuscite.... una vera ecatombe!-
Petunia espose i denti grandi e grigi in una risata isterica.
-Mi diceva della sua passione per i cani... li allevate, anche?- Si
intromise Vernon cercando di riportare la conversazione su cose normali.
Harry immaginò che suo zio stesse augurando mentalmente una di quelle cose
al loro ospite.
-Oh, si: segugi fantastici! Certo, nulla a che vedere col favoloso cane a
tre teste del nostro insegnate di Cura delle creature Magiche, vero Harry?
Ma se la cavano bene-
-Vuoi dire Fuffi, Draco?-
-Si, Fuffi! Gran bel cane! Minaccioso, ma molto ubbidiente! Non credete
anche voi che i cani a tre teste siano l’antifurto migliore ancora oggi?-
-Certamente!- Riuscì a rispondere Petunia, tra una risatina e l’altra.
-E che mi dice, invece, dei cavalli?- Tentò di nuovo Vernon, sempre più
pentito di aver invitato a cena quel... quel.... “mago”!
-Ho cercato di convincere mio padre a prendere dei Thestral, ma lui non ne
vuol sentire parlare, sapete.. la loro brutta fama... solo cavalli alati!
Gli unicorni sono troppo intrattabili! Io, per la verità non amo
particolarmente i cavalli alati: ho avuto una brutta esperienza con un
ippogrifo, qualche anno fa e mi è bastata: i cavalli alati mi ricordano
troppo gli ippogrifi, senza contare che preferisco volare sulla mia scopa!
E poi la scopa è l’ideale per gareggiare con Harry: è un vero asso del
volo. Ero il suo rivale numero uno a quiddich, a scuola!-
-Che esagerato! Sei un giocatore mediocre!- Lo punzecchiò Harry,
accarezzandolo voluttuosamente, al riparo della tovaglia.
Draco lo guardò male e gli fermò la mano. -Io non sono “mediocre”,
“eroe”!-
Il volto di Vernon stava assumendo un preoccupante color sanguigno mentre
i due ragazzi continuavano a punzecchiarsi scherzosamente.
-Vernon, caro, ti senti male?- Squittì Petunia, osservando il marito.
-Ho... ho solo bisogno di un po’ d’aria.... scusatemi un momento....-
Vernon lasciò la sala da pranzo per qualche minuto, il tempo necessario
per sbollire.
Zia Petunia, intanto, era evidentemente nervosa e Dudley approfittò
dell’assenza del padre per impadronirsi del suo cibo.
Finalmente la cena finì.
-Immagino che, dopo tanto che non vi vedete, lei ed Harry avrete tanto da
dirvi... perché non lo porti nella tua camera, Harry?- Propose zia
Petunia, cercando di essere gentile.
In realtà era un invito, neanche tanto velato, di allontanare quell’ospite
da loro. Non potevano immaginare con quanta gioia i ragazzi accolsero
l’invito.
Harry condusse Draco nella sua camera, chiuse la porta e gli buttò le
braccia al collo.
-Tu sei tutto matto!- Gli disse scoppiando a ridere.
-Ma dai che ti sei divertito! E poi dovrei essere io a lamentarmi: non hai
fatto altro che provocarmi tutta la sera!-
-Credevo che a zio Vernon sarebbe venuto un altro infarto!- Sorvolò Harry.
-Merlino, no! Tu devi venire via con me!- Lo strinse possessivamente. -E
ora spiegami la storia del “giocatore mediocre”!- Insistette Draco, con
tono malizioso.
-Non mi hai mai battuto!- Insinuò Harry, divertito.
-Ah no, è? Bene, allora ti batterò adesso: ti farò venire tante volte che
perderai il conto e mi supplicherai di smettere!-
Draco lo spinse dolcemente verso il letto, adagiandocelo e cominciando a
baciarlo.
-Quanto mi sei mancato, Harry!-
-Questo me l’hai già detto!-
-Ti ho detto anche che ti desidero da impazzire?-
-Mi pare di si...-
Draco aveva già cominciato a liberarlo degli abiti, baciandolo, famelico
ed insaziabile, iniziando a sua volta a spogliarsi. Harry non chiedeva di
meglio: voleva recuperare quei sei mesi di solitaria frustrazione e
tornare al più presto nella casa in cui avevano deciso di vivere da tanto
tempo e che lui aveva a malapena visto.
Dal piano inferiore giungevano le voci concitate dei suoi zii, oltremodo
contrariati... Harry era certo che non lo avrebbero più voluto in casa
dopo la visita di Draco. Assolutamente certo di essere ad un passo dalla
libertà, Harry si concesse senza remora al suo amante, dando inizio ad un
amplesso infuocato.
Dudley, stanco di sentire i suoi genitori gridare, aveva avuto una vaga
idea: chiedere a quel damerino di poter fare un giro con la sua auto,
mentre restava chiuso in camera con suo cugino. Salì lentamente le scale,
reggendosi al corrimano per aiutare il suo enorme e pesante corpo ad
avanzare in salita e si piazzò davanti alla camera di Harry. Stava per
bussare quando sentì un urlo basso e roco ed una specie di grugnito e si
fermò. Rabbrividì al pensiero che stessero facendo “strane cose da mago” e
quasi desistette, ma la voglia di salire su quell’auto fantastica era
troppo forte e lui non era certo famoso per avere una volontà ferrea.
Abbassò lentamente la maniglia e sospinse di qualche millimetro la porta.
Era aperta. Dudley, stando attento a non fare alcun rumore, la aprì di
qualche altro millimetro, lo spazio necessario per occhieggiare
all’interno.
Il fiato gli si bloccò in gola. Suo cugino e il damerino biondo erano nudi
ed aggrovigliati e... e.... non riusciva a staccare gli occhi: le mani
candide del damerino accarezzavano le natiche e le cosce di suo cugino con
avidità, si baciavano e poi... poi il loro ospite spingeva ed Harry
gemeva... e poi Harry lo abbracciava e lo baciava ancora e rotolavano sul
letto... Dudley poté chiaramente vedere Harry impalarsi sul biondo, che lo
reggeva per i fianchi... e... sua madre lo chiamò a gran voce.
Dudley sussultò, spaventato, ma i due amanti parevano non essersi accorti
di essere spiati. Richiuse lentamente la porta e corse giù, facendo
tremare la scala mentre cercava di scendere con delicatezza per non far
sentire i suoi passi.
-Dove eri finito?- Chiese suo padre, madido di sudore, seduto su una
poltrona. Petunia gli reggeva un vassoio con le pastiglie per il cuore ed
un bicchiere d’acqua.
-Duddy, va a dire al principino che papà non si sente tanto bene e che
dovrebbe andare a letto-
-E digli anche se vuole portarsi via Harry è inutile che facciano entrambi
il viaggio da soli, dato che stanno tanto bene assieme!- Aggiunse suo
padre.
Dudley era ancora troppo sconvolto per dire qualcosa e si limitò ad
annuire. Di sicuro i suoi genitori non immaginavano “quanto” bene stessero
assieme quei due, ma di sicuro non volevano mai più incontrare un mago per
il resto della loro vita.
Dudley si precipitò su per le scale, ritrovandosi stremato già al quarto
gradino. Arrancò fino in cima alle scale, si fermò a riprendere fiato,
raggiunse la porta di Harry e si mise a bussare pesantemente.
Harry gli disse di entrare dopo un paio di secondi. Dudley arrossì
furiosamente al pensiero della scena che avrebbe avuto davanti, invece,
quando aprì, trovò tutto perfettamente in ordine. I volti dei due ragazzi
erano un po’ accaldati, ma non c’era nulla fuori posto.
-Ecco...- Cominciò impacciato. -Papà non sta bene e vuole andare a
letto...-
-Immagino che questo significhi che te ne devi andare, Draco- Gli disse
Harry col sorriso sulle labbra ed un tono caldo che fece imbarazzare
ancora di più suo cugino.
-E papà dice anche che se vuoi andare via, Harry, così non fate il viaggio
da soli...-
Harry e Draco si illuminarono e si abbracciarono stretti.
Dudley fu preso da un tremore e balbettò ancora. -Non serve che saluti
nessuno, Harry- e corse giù in picchiata.
-Ma che gli prende a tuo cugino?-
-Immagino che il nostro “atteggiamento poco ortodosso” l’abbia sconvolto!-
-Che idiota!- Commentò Draco immergendo il viso tra i suoi capelli e
cominciando di nuovo a baciarlo.
-Se fai così non riuscirò a preparare il baule...- Protestò Harry poco
convinto.
Draco allora allungò la sua bacchetta magica ed ordinò che i bagagli si
preparassero da sè, mentre spingeva di nuovo giù il suo ragazzo.
-Adesso non ci disturberà più nessuno!-
-Tu credi?-
-Se qualcuno ci prova ho pronto un Avada Kedavra!-
-Non basta uno schiantesimo?- Rise Harry.
-No: hanno già versato fiumi d’inchiostro su di te... ora basta: ci
ritiriamo a vita privata!-
Harry gli sorrise: per un po’ si sarebbe fatto “proteggere” dal suo
possessivo innamorato, anche se, prima o poi, avrebbe dovuto riprendere la
sua vita ed allora, lo avrebbero aspettato un lavoro, una carriera e altra
notorietà.
In fin dei conti, lui era Harry Potter!
Fine
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