DISCLAIMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç



Harry Potter e il patto col diavolo II: Colombe e Corvi

parte VII

di Nuel


-Guarda, un altro gufo!-
-Non ne ho mai visti tanti, deve esserci una gara, da qualche parte-
......
I cieli d’Inghilterra erano percorsi da stormi di gufi più frequenti degli aerei e la loro presenza era ormai palese anche per i Babbani.
Lettere, ordini, notizie viaggiavano sulle ali veloci dei fedeli messaggeri dei maghi, mentre nelle città regnava lo scompiglio.
I maghi si davano un gran da fare nel tentativo di limitare i danni degli atti terroristici dei Mangiamorte ed, intanto, i telegiornali riferivano di sfuggita qualche notizia dall’estero: sembrava che, in diversi paesi dell’Unione Europea, vari funzionari pubblici, politici e notabili fossero misteriosamente scomparsi. Varie persone erano state arrestate con l’accusa di essere terroristi e pareva che tutta l’Europa versasse in stato confusionale, per quanto l’unico Paese realmente colpito fosse stato l’Inghilterra.
Qualche giornalista azzardava che i vari fatti fossero legati tra loro e si chiedeva perché il resto del continente avesse previsto gli attacchi e li avesse fermati, mentre il Regno Unito era stato così duramente colpito.

Remus Lupin ringraziò i suoi acuti sensi di lupo. Avrebbe dovuto prevederlo, avrebbe dovuto essere logico, quasi... “banale”. Ma nessuno di loro ci aveva pensato.
Per fortuna l’Ordine aveva i suoi informatori e così era arrivato al covo di Voldemort. Non restava poi molto di Villa Ridle, Ma non c’era da stupirsi dato che nessuno se ne occupava.
Harry aveva descritto il posto, durante il quarto anno. All’epoca quello era il nascondiglio del Signore Oscuro e non c’era nulla di strano che lo fosse ancora.
Remus seguì silenziosamente i passi veloci di quel piccolo traditore.
Avrebbe voluto apparire davanti a Minus e dirgli “Ciao Codaliscia, da quanto non ci vediamo!” e lanciargli contro due o tre maledizioni senza perdono. Per James e Lily. Per Sirius. Per Harry. E per se stesso: per la solitudine, la sofferenza di quegli anni.
Perché aveva infangato la loro amicizia, i Malandrini, il coraggio dei Grifondoro.....
Minus squittiva poche stanze più in là, parlando concitatamente col mostro.
Remus si avvicinò, cercando di spiare dalla porta lasciata semiaperta, ma non riuscì a vedere nulla. Avrebbe voluto vedere il moncherino sul braccio del maledetto topo, le fattezze del nuovo Voldemort, ma poté solo ascoltare.
-...si, mio signore- Rispondeva con voce alterata Peter.
La risata di due donne gli faceva da sottofondo.
-E ora voglio accontentare il desiderio della mia Narcissa: manda due dei miei Mangiamorte a Dover. Voglio che mi portiate qui la piccola Malfoy. Se Lucius non vuole darmi suo figlio, mi prenderò sua nipote!-
-Vi ringrazio, mio signore- Gli rispose la voce di Narcissa.
-Così ti vendicherai di quello sciocco di tuo marito e di quel codardo di tuo figlio, mia cara!- Rise velenosa l’altra donna. 
Remus riconobbe la risata perfida di Bellatrix.
-Manderò Ross e Beker, mio signore- Propose Peter, sempre squittendo.
-Manda chi vuoi, ma fammi avere la bambina!-
-Si, padrone!-
Remus si ritrasse di scatto, prima che Minus lasciasse la stanza si smaterializzò per ricomparire, poco dopo, nella sede dell’Ordine.
Harry, Ron ed Hermione gli furono subito addosso.
-L’hai trovato?- Chiese con ansia Harry.
-Si, ma prima devo avvisare Severus- Gli rispose concitatamente l’uomo.
Prese uno specchietto come quello che Sirius aveva lasciato ad Harry, lo aprì e chiamò il nome dell’insegnante di Pozioni.
-Severus! Ho trovato Voldemort, ma dobbiamo fare presto: ha mandato due tali, Ross e Beker, per rapire la figlia di Draco...-
-Cosa?- Si intromise Harry, scattando in avanti.
-...Harry, calmati, tu ci servi qui. Severus, bisogna mandare qualcuno a proteggere la bambina e i suoi genitori. Pensano di essere al sicuro, non si aspettano un attacco-
-Non preoccuparti, me ne occupo io- Rispose velocemente l’insegnante, chiudendo immediatamente la comunicazione.

Severus non poteva abbandonare Hogwarts, non ancora, col pericolo di un attacco in forze alla scuola. Ficcò la testa dentro il camino e chiamò l’unico che poteva intervenire perché non aveva altro da fare che attendere. Se avesse conosciuto l’esatto indirizzo della casa dove si trovavano Draco e Pansy li avrebbe avvisati, ma non lo conosceva.
-Lucius!- Chiamò e l’uomo rispose immediatamente, in attesa, com’era, di qualsiasi notizia.
-Voldemort vuole rapire tua nipote, ha mandato Ross e Beker!- Gli disse senza mezzi termini per non perdere tempo.
-Quei due idioti! Me ne occupo, io. Grazie, Severus!-
Senza neppure salutare, Lord Malfoy scomparve in uno svolazzo del mantello, comparendo prima di subito a pochi metri dalla casa sulla scogliera.
Conosceva Ross e Beker, due stupidi senza cervello. Uscivano da due famiglie di Purosangue talmente scalcinate che vivevano da parassiti. O Voldemort era pazzo a far toccare la sua preziosissima Lily da quei due rifiuti o davvero non aveva altri a cui affidare il compito.
Individuò le due figure ammantate di nero davanti a se, materializzate in mezzo al nulla, indifferenti di fronte alla possibilità di essere visti dai Babbani.
Puntò la bacchetta contro Beker: il più grosso e stupido, quindi il più pericoloso.
Sibilò un Avada Kedavra e la luce verde lo colpì alle spalle, uccidendolo senza che neppure se ne accorgesse.
Ross si girò di scatto, gridando -Expelliarmus!- al suo indirizzo, ma Malfoy pronunciò lo stesso incantesimo, evidentemente con più forza e la bacchetta di Ross volò via.
Il Mangiamorte arretrò di qualche passo, mentre Malfoy lo teneva sotto tiro.
-Traditore!- Sibilò Ross al suo indirizzo. Fece una finta, Malfoy lanciò di nuovo la maledizione, ma il mago oscuro la scansò, chiamando -Accio bacchetta!- per poi svanire nel nulla.
Malfoy si diresse, il fiato un po’ corto, verso la villetta.
Draco uscì di corsa, la bacchetta nel pugno, con gli occhi sbarrati, fissando il padre.
-Padre....- Lo chiamò piano.
Lucius gli si avvicinò con passo veloce e lo abbracciò. -State tutti bene?-
-Si, ma.... voi?-
Lucius gli sorrise, spingendolo dentro la casa.
-Padre?- Lo chiamò Pansy, preoccupata e sorpresa per la sua improvvisa comparsa.
-Dov’è Lily?- Chiese subito l’uomo, rivolgendo un gesto di saluto alla nuora.
Pansy lo condusse fino alla culla in cui la bambina dormiva tranquillamente.
Lucius la guardò e la sua espressione si addolcì.
-Voldemort vuole questa principessa- Disse con voce calma. -Ma per ora il pericolo è passato-
Pansy soffocò un grido e Draco fece un passo avanti, prendendo per la spalla il padre.
-Come ci ha trovati?-
-Temo sia stata tua madre-
-Mia madre?- Trasecolò Draco.
-Era la sua amante, Draco. Penso che ora lo sia di nuovo-
Draco guardò suo padre con un misto di risentimento e commiserazione.
-Mi... dispiace- Soffiò poi.
Lucius scosse la testa. -Narcissa ha fatto una sola cosa buona nella sua vita, figlio mio: te. Non voglio più commiserarmi per causa sua, abbiamo una guerra da combattere e io non permetterò che a vi accada nulla: voi tre siete la mia famiglia. Ho ucciso uno dei due Mangiamorte che Voldemort aveva mandato, ma l’altro mi è scappato. A quest’ora il Signore Oscuro saprà già che l’ho tradito....-
-Cosa? Ma allora devi nasconderti!- Concluse velocemente Draco.
-No: raggiungerò Severus. Combatterò in prima linea, se sarà necessario-
-Zio Severus?-
Lucius ghignò soddisfatto alla sorpresa del figlio. -Quel vecchio corvo ci ha fregati tutti, figliolo, per fortuna! Severus, mentre noi credevamo che spiasse Silente, spiava noi. Fa il doppiogioco da anni!- Rise con orgoglio.
-Vengo anch’io!- Si propose subito Draco.
-Neanche per sogno! Tu rimani qui con Pansy e Lily. Potrebbero tornare-

Nel frattempo, Silente fece ritorno a Grimmauld Place.
Remus gli fece subito rapporto e, mentre l’anziano preside conferiva, via camino, con Piton, alle spalle del pozionista, comparve l’elegante figura di Lucius Malfoy. 
Malfoy tranquillizzò subito Harry, raccontando come fossero andati i fatti.
-Direi che restare al Maniero è del tutto inutile, a questo punto, Silente. Voglio aiutavi-
Silente annuì con decisione. -Bene. Allora, Lucius, tu condurrai Voldemort al patibolo....-
Silente raccolse intorno a sè i suoi alleati: Harry, Hermione, Remus, i sei figli dei Weasley, Piton e Lucius Malfoy per esporre il suo piano.
-.... Gli altri ci aspetteranno lì. Tutto dovrà finire entro l’alba di domani o l’incantesimo che i miei amici ed io abbiamo intessuto svanirà. Severus, Lucius, credete di saper costruire una passaporta adeguata?-
I due uomini nel camino annuirono.
-Bene. Allora, vi aspetterò là assieme ad Harry- Poi, quando la fiamma si spense, guardò uno ad uno quei ragazzi negli occhi. Generazioni diverse, ma tutti suoi allievi... aveva vissuto a lungo, lui come..... “i suoi amici”. Il mondo ignorava che la Pietra Filosofale avesse prolungato la vita di altri due maghi, anche se di poco, oltre a quella di Nicolas Flamel, ma, ormai, il suo effetto stava finendo. Non gli importava molto, aveva avuto un’esistenza ricca.
-Harry, quando saremo arrivati, non potremo più tirarci indietro. Noi tutti ti staremo accanto, ma, purtroppo, lo scontro finale con Voldemort, spetta a te...-
-Non tema, signore. So come sconfiggerlo!-
-Ne sei sicuro, figliolo?-
Harry sorrise. -Si, signore-
Lo sguardo azzurro di Silente parve sorridere di comprensione. Levò in alto la bacchetta e pronunciò un incantesimo arcano, poi, a Grimmauld Place, non rimasero che le ombre.

Ore dopo, Lucius Malfoy camminava con passo lento verso villa Riddle. Ormai era quasi il tramonto. Il fagottino che teneva tra le braccia si mosse appena.
Quando Peter Minus lo vide, corse, terrorizzato, ad avvisare il suo signore.
Lucius continuò ad incedere, nonostante sapesse di essere stato visto. Ghignò pensando alla sorpresa che avevano preparato a quel pazzo visionario.
Doveva solo convincerlo a tenere in braccio la piccola “Lily”. Un’altra passaporta era al sicuro nella sua tasca, a portata di mano: Severus lo attendeva nel suo studio, preparando l’arcano incantesimo di materializzazione per lo spazio in cui Silente ed i suoi non meglio precisati amici avevano spedito la Torre delle Stelle. Non sarebbero mancati per nulla al mondo all’ultimo ballo di Voldemort!
Quando entrò nella stanza dove sedeva il Signore Oscuro, Lucius si fermò. Accanto all’uomo seduto su un’alta poltrona, con indomabili capelli scuri ed occhi nocciola, attendevano Narcissa e Bellatrix. Ai piedi del Lord, Minus tremava.
Lucius guardò con disprezzo la moglie e poi focalizzò la sua attenzione sull’uomo, si ritrovò a pensare “Ecco come apparirebbe James se fosse ancora vivo!”. Il sangue di Harry aveva trasmesso anche il suo aspetto, al suo acerrimo nemico.
-Lucius! Non mi aspettavo una tua visita!- Lo salutò Voldemort, con voce insinuante. -Mi era stato riferito.... che mi avevi tradito!-
-Non consento a nessuno di prendersi ciò che è mio, mio Signore!-
Bellatrix rise di gola, guardando la sorella.
-Non potevo permettere che due individui come Ross e Beker toccassero con le loro luride mani mia nipote! Draco non le sarà mai di alcuna utilità, mio Signore, ma questa bambina...- Guardò la lucertola trasfigurata in bimba. -.... questa bambina crescerà come lei vuole, la plasmerà a suo piacere, mio Signore!- Gli porse il fagotto e gli occhi di Voldemort si illuminarono.
-Forse non avrei dovuto dubitare di te, Lucius!- Prese tra le braccia l’involto e, subito, scomparve nel nulla.
Bellatrix e Narcissa urlarono, Minus squittì e Lucius, rivolto solo un rapido sguardo soddisfatto alla donna che aveva tanto amato, infilò la mano in tasca e scomparve prima che le donne potessero fare qualunque cosa.
Bellatrix lanciò l’Avada contro di lui, ma il raggio verde colpì la parete di fronte.

Lucius comparve nello studio nei sotterranei della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e, subito, Severus lo strinse tra le braccia.
-E’ andato tutto secondo i piani!- Si concesse il tempo per un lungo bacio, prima che Severus, lo spingesse con forza lontano, venendo colpito al suo posto da un inconfondibile raggio verde.
Per fortuna gli studenti erano al riparo, sorvegliati dagli altri insegnanti, riuscì a pensare.
-NOO!- Gridò Lucius, mentre Severus si accasciava al suolo.
-Potevi venire solo qui!- La voce di Narcissa lo colse come una pugnalata al cuore.
-Maledetta!- Le sibilò contro, con gli occhi pieni di lacrime.
-Non maledire lei, caro cognato. Sono stata io a colpire il tuo amante. A quanto pare, mia sorella ti conosce proprio bene. Ha subito pensato di venire qui!- Rise crudele Bellatrix. 
-Dove hai mandato Lord Voldemort?- Chiese Lady Malfoy con tutto l’odio di cui era capace.
Lucius si alzò, dopo aver adagiato il capo di Severus sul freddo pavimento di pietra.
-Dove non lo troverete mai!- Puntò la bacchetta contro la donna, ma un veloce incantesimo di disarmo lo privò della stessa.
-Ti conviene dircelo, Lucius!- Intervenne Bellatrix.
Malfoy ghignò, per nulla intimorito.
-Crucio!- Urlò la donna.
Lucius rovinò a terra, mordendosi la lingua per non urlare.
-Allora?- Insistette la donna.
-Ma...i...!- Agonizzò Malfoy.
Narcissa gli si avvicinò, mentre l’incantesimo perdeva effetto ed il marito restava a terra. Lo scosse con un piede, ma l’uomo non si mosse, allora si inginocchiò accanto a lui e Lucius, di sorpresa, le fu addosso, strappandole di mano la bacchetta ed immobilizzandola.
Bellatrix rise di nuovo. -Merlino, sorella! Non avrei mai immaginato che tuo marito fosse tanto passionale da farvi rotolare per terra!-
Con uno sforzo enorme, dato il dolore che ancora pervadeva i suoi muscoli, Lucius si alzò, trascinandosi dietro la moglie.
Bellatrix diresse nuovamente l’incantesimo di tortura contro di lui, ma stavolta Malfoy si fece scudo con la donna.
Narcissa urlò, contorcendosi tra le braccia che non le permettevano di accasciarsi a terra.
Spingendo Narcissa, di peso, contro Bellatrix, Lucius diresse il mortale raggio verde dalla bacchetta che aveva sottratto alla sua amata sposa, contro la cognata.
Cercando di sorreggere Narcissa, Bellatrix non riuscì ad evitare l’incantesimo e capitolò a terra, schiacciata dall’esile corpo di Narcissa, che iniziava appena a riprendersi.
Lucius si avvicinò alle due donne che giacevano in un groviglio di braccia, gambe e vesti.
Bellatrix era morta, Narcissa era svenuta. Di lei, della donna che gli aveva fatto fare tanti sbagli, si sarebbe occupato dopo.... non poteva ancora ucciderla. Doveva occuparsi di Severus, adesso. Finalmente le lacrime presero ad uscire senza controllo dai suoi occhi chiari. Si girò per raggiungere il corpo del suo amato e non vide il lento movimento del braccio di Narcissa.
La donna socchiuse gli occhi, prese la bacchetta della sorella e, con un ultimo, disperato sforzo, uccise il marito.
Lucius cadde con un tonfo sordo, a pochi passi da Severus. I suoi capelli lunghi, con i primi sottili fili grigi, si aprirono intorno alla sua testa, come candide ali inondate di sole, mentre volavano verso il loro amore.
Narcissa chiuse gli occhi e svenne veramente.


Continua....