DISCLAIMER: La Rowling
li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç
Harry Potter e il
patto col diavolo II: Colombe e Corviparte
III
di Nuel
Harry ansimò forte. Urlò, più che altro. Draco lo stava letteralmente torturando. Sentiva impellente il bisogno di fare l’amore con lui. Di fondersi insieme, di ritrovare quella completa, appagante totalità del loro stare insieme.
-Ti prego...- Mormorò gemendo forte, mentre Draco gli sorrideva quasi beffardo, spostandosi dal suo petto al suo inguine, ricominciando a tracciare sentieri di saliva.
Harry non riusciva a muovere le mani e la cosa che voleva di più al mondo era abbracciarlo, stringerlo, e farlo entrare con un colpo secco dentro di sè, a costo di soffrire un po’, voleva più di “pelle”, qualcosa che somigliasse di più a “carne”, a “viscere”. Intanto gli mancava l’aria mentre Draco lo succhiava forte ed iniziava a spingere un dito tra le sue natiche.
-Si- Urlò, inarcandosi, grondando di sudore, spingendosi più a fondo nella sua gola.
Qualcuno suonò alla porta.
Harry sbarrò gli occhi. Aveva ancora il respiro corto ed era completamente sudato.
E Draco non era con lui.
-E’ stato un sogno- Mormorò ancora sconvolto.
Il campanello suonò di nuovo.
Si alzò sentendosi pesante, con i muscoli indolenziti. Scese ad aprire la porta senza mettersi gli occhiali, col risultato di faticare non poco a riconoscere la sua giovane e simpatica vicina di casa.
-Oh, Harry, eri ancora a letto!-
-Non preoccuparti, Candy. Ti serve qualcosa?- Bofonchiò cercando di fare un sorriso impastato.
La ragazza parve incerta per un attimo ed ad Harry sembrò di vederla arrossire, ma non poteva esserne sicuro, senza occhiali.
-Ecco... ho finito lo zucchero e... sto impastando una torta per il compleanno di Michael....-
-Oh... si, te lo porto subito...- Harry sparì in cucina, cercò un po’ nella dispensa e trovò lo zucchero. Il pacchetto era aperto, ma poteva andare bene.
-Tieni. E fa gli auguri a Michael-
-Grazie.... magari più tardi ti porto una fetta di dolce...-
-Grazie. Ciao- Harry chiuse la porta. Aspettò qualche secondo per rimettere ordine nelle sue idee e si rese conto del perché Candy fosse effettivamente arrossita.
I pantaloni di cotone leggero del suo pigiama erano evidentemente tesi in un punto ed una macchia inequivocabile e bagnaticcia faceva bella mostra di sè.
-Cazzo!- Imprecò decidendo di andare a fare una bella doccia.
“Idiota! Ci mancano solo i sogni erotici su Draco!” Si rimproverò spogliandosi e buttando pigiama e boxer direttamente in lavatrice.
Si infilò sotto il getto d’acqua calda con il vago ricordo dell’orgasmo avuto durante il sogno.
Al solo pensiero gli venne la pelle d’oca. Si versò un’abbondante dose di bagnoschiuma nelle mani e, mentre il profumo piccante e spezziato dello zenzero si spandeva nel bagno, Harry venne di nuovo.
Severus non poteva ancora crederci. Erano stati ad un passo dal fare un terribile errore. Tutti e due. Guardava Lucius ancora addormentato nel suo letto, i capelli lunghi sparsi sul cuscino, la linea possente di una spalla e di un braccio nudo protesa verso il posto che lui aveva lasciato vuoto. Sospirò e guardò i loro due marchi, identici. Mangiamorte. Mangiamorte da quel lontano giorno. Aveva voglia di una sigaretta, peccato che lui non avesse mai fumato.
Lucius si mosse appena, aprì lentamente gli occhi e gli sorrise, trovandolo subito.
-Vieni qui- Lo invitò dolcemente.
-E’ tardi, Lucius. Dovresti tornare a casa- Tuttavia gli sedette accanto, sul bordo del letto.
Lucius si alzò a sedere, sorridendogli. Lo abbracciò con fare possessivo e lo baciò.
Severus rispose con calma al bacio, afferrando una ciocca di capelli all’altezza dei fianchi ed intrecciandoci le dita.
-Sarebbe stato così terribile se avessimo fatto l’amore?- Gli chiese a fior di labbra lord Malfoy.
-Si, lo sarebbe stato, Lucius-
-Rispetto la tua volontà, Severus-
Malfoy uscì dal letto, il corpo ancora pienamente in forma, benché non fosse più un ragazzo.
Piton risalì con lo sguardo i tendini forti delle caviglie, i polpacci ben modellati, le cosce nervose, le natiche sode e gli tremò il respiro, sentendosi avvampare. Distolse lo sguardo prima che Lucius si girasse a chiedergli se qualcosa non andasse.
Malfoy, intanto, si rivestiva in silenzio.
Allora anche Piton terminò di vestirsi.
-Ci sarai stasera?- Gli chiese poi, Malfoy, abbracciandolo di nuovo.
-Non credo. Non saprei come giustificare la mia assenza dal castello. Io vi sono più utile qui, non è il caso di far saltare la mia copertura. Fammi sapere quali sono i piani del Signore Oscuro appena puoi-
-D’accordo- Lucius lo baciò ancora e poi se ne andò come era venuto.
Severus Piton si lasciò cadere sul letto, prendendosi la testa fra le mani e stringendo le palpebre per soffocare una lacrima inopportuna.
Lui, a differenza di Potter, sapeva mentire. Non per nulla era stato un Serpeverde, ai tempi della scuola.
Ma mentire così spudoratamente a Lucius?
Rivide la notte precedente, quando Malfoy era arrivato nel suo alloggio e, senza una parola, l’aveva abbracciato. L’aveva stretto e poi, senza lasciarlo, gli aveva parlato del ritorno di Voldemort. Lui l’aveva abbracciato come se così facendo avesse potuto proteggerlo e Lucius aveva frainteso quel gesto e l’aveva baciato.
E lui aveva risposto.
Aveva risposto perché l’aveva desiderato per tutta la vita e poi non era più riuscito a fermarsi.
Erano caracollati sul letto, incapace, lui, di fermare le sue stesse mani sul corpo di Lucius e Lucius, forse, per nulla deciso a smettere.
Finché Lucius non aveva cominciato ad andare oltre. L’aveva preso tra le labbra e lui per poco non era venuto. L’aveva costretto a fermarsi, l’aveva baciato ed implorato di fermarsi, ma poco dopo era venuto nella sua mano e allora gli si era snebbiato il cervello, l’aveva allontanato e Lucius aveva accettato senza fiatare.
L’aveva abbracciato, avevano parlato un po’ e poi si erano addormentati.
Come sempre, Lucius era stato perfettamente padrone di sè.
E ora lui lo ingannava ancora.
Desiderava che Voldemort sparisse dalla faccia della terra per non dovergli mai più mentire.
Forse non sarebbe mai stato in grado di dirgli di essere passato dalla parte di Silente da subito dopo la nascita di Draco, ma non gli avrebbe più dovuto far credere di essere un fedele Mangiamorte.
Draco si sedette pesantemente sul letto, tra le mani il sonaglio preferito di Lily.
Pansy gli sedette accanto, con aria preoccupata, aspettando che lui le dicesse cosa lo affliggeva.
-Io credevo veramente che sarei diventato un Mangiamorte, Pansy. Ci “credevo”!-
Lei rimase in silenzio, Draco non voleva una risposta, voleva solo parlare e sfogarsi.
-Poi è cambiato tutto. Io credo ancora nell’ideale dei Purosangue, questo non è cambiato! Però...- Gli sfuggì un gemito, mentre si copriva gli occhi con le mani.
-Però non puoi allearti con colui che vuole la morte di Potter- Continuò lei per lui.
Draco la guardò con gli occhi lucidi di chi non ha alcuna intenzione di piangere e sta combattendo per reprimere le lacrime.
-Lo sapevi...- Sussurò.
-L’ho capito l’altro giorno, al museo- Lei gli sorrise comprensiva. -Volevi che tenesse in braccio Lily e li guardavi come se vedessi per la prima volta la tua famiglia. Poi l’imbarazzo di Potter...-
-Mi dispiace...-
-Non devi dispiacerti. Almeno so che non sarò mai spodestata- Cercò di ridere lei.
-Come potresti? Sei la madre di Lily!-
Pansy gli baciò teneramente una guancia. -Sei preoccupato per tuo padre?-
Draco annuì. -Passerà un guaio se il Lord non mi troverà al castello. Non credo che mia madre oserà smentire la scusa di mio padre, però...-
-Andrà tutto bene, Draco. Ne sono sicura: tuo padre sa cosa fa-
Draco annuì di nuovo e raccolse il libro di fiabe che stava leggendo a Lily. Pansy si alzò a sua volta e, assieme alla figlia, lasciarono Malfoy Manor.
Harry uscì dalla doccia. Ormai aveva le dita piene di pieghette bianche per la lunga permanenza sotto l’acqua, ma almeno si era rilassato.
Aveva accettato da un po’ il fatto di non poter cancellare Draco dalla sua mente, ma il sogno di quella notte l’aveva lasciato decisamente annientato. Non poteva farci nulla, non dipendeva da lui: lo voleva. Lo desiderava. Ne aveva bisogno.
Se Draco si fosse materializzato in quel momento davanti a lui, gli sarebbe saltato addosso ed avrebbe fatto l’amore con lui fino a stare male.
Sospirò aprendo due uova nella padella calda per prepararsi la colazione.
Draco e Pansy si materializzarono nella loro casa al mare. Una graziosa ed intima villetta non troppo lontana da Dover, ma abbastanza difficile da raggiungere per dei Babbani. Draco depose Lily al sicuro nel suo box ed aiutò la moglie a disfare i pochi bagagli, poi le annunciò che non sarebbe rimasto con loro.
-E dove vai?- Chiese lei con una certa apprensione.
-A Londra-
-Londra?-
-Devo vedere Harry, dirgli cosa sta succedendo-
-Harry? Hai il suo indirizzo?-
Draco annuì. -Me lo ha dato Ginny prima di partire per il viaggio di nozze.... in caso di emergenze-
-E’ pericoloso... se Voldemort lo scoprisse...-
-Non più di diventare un Mangiamorte, Pansy. Harry deve sapere che Voldemort si sta organizzando per tornare alla carica, altrimenti lui ed i suoi alleati saranno colti di sorpresa-
-Draco, in questo modo esponi tutta la tua famiglia!-
-Lo so, ma sono convinto che, se mio padre mi ha dato questa chans, lo ha fatto per permettermi di salvare Harry. E se sto dalla sua parte, devo per forza stare contro Voldemort...-
Pansy lo fissò preoccupata. tormentandosi il labbro inferiore con i denti.
-Pansy, hai paura? Preferiresti tornare da tuo padre e diventare una Mangiamorte?-
-No, Draco. Sono tua moglie e ti seguirei qualunque decisione tu prendessi, ma ho paura, questo si-
Draco la abbracciò e la baciò sulla fronte.
-Abbi fede in me- Le sussurrò prima di sciogliere l’abbraccio e smaterializzarsi nuovamente.
Continua
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