DISCLAIMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç



Harry Potter e il patto col diavolo II: Colombe e Corvi

parte II

di Nuel


-Comincio a stancarmi di essere sempre io a venirti a trovare- Sentenziò con finto cipiglio Lucius Malfoy, accomodandosi sulla sua poltrona preferita, nel lugubre studio del professor Piton, ad Hogwars.
-Sai che non gradisco la compagnia della tua signora- Tagliò corto l’insegnante di Pozioni.
Lucius sorrise. Tutta una serie di rughette gli comparvero ai lati della bocca, mentre stirava le labbra.
-E qui come va?-
-Come vuoi che vada: gli studenti non cambiano mai. Piuttosto, come sta Draco?-
-Ha rivisto Potter, alcuni giorni fa, all’inaugurazione del museo....-
Severus Piton si sedette di fronte al suo ospite e sospirò torvo.
Lucius sorrise di nuovo, si alzò dalla sua poltrona e si avvicinò al suo ex amante, cogliendolo di sorpresa con un bacio deciso.
Piton, improvvisamente arrossito, lo spinse via in malo modo. -Sei impazzito?!-
Malfoy sorrise furbescamente, come tanti anni prima, quando erano ragazzi e, dal suo viso, scomparvero quasi dieci anni d’età.
-Volevo solo vedere se siamo ancora in grado di fare una cosa del genere-
Piton lo fulminò, stringendo i denti.
Malfoy ridacchiò piano, in gola, sbirciando di sottocchi la sua espressione. -Era bello quando avevamo tanta energia e tanta passione in corpo...-
-Vuoi dire quando “tu” correvi dietro ad ogni sottana di Hogwarts?!-
-Ora non verrai a dirmi che eri geloso?!-
-No! Sapevo benissimo che lo facevi solo per pavoneggiarti. Ti piaceva da matti sedurre quelle poverette, ma non ci combinavi mai niente-
Malfoy rise sbuffando. -Buon sangue non mente!-
-Con la differenza che tuo figlio non si è mai limitato a rapporti platonici...- Puntualizzò l’arcigno insegnante.
-E devi vedere come viene su Lily! E’ una piccola despota! Soprattutto con suo padre!-
Severus accennò un breve sorriso. -Conosco un altro Malfoy impazzito per suo figlio!-
-Avresti dovuto averne anche tu-
Piton si appoggiò allo schienale un po’ logoro della sua poltrona. -No. Io ho i miei studenti. Sono un insegnante severo ed esigente, ma lo è anche il mondo là fuori, no? Quello che doveva sposarsi e fare figli eri tu. Se l’avessi fatto anche io... sarebbe stato “tradirti”-
-Ce l’hai ancora quel vecchio grammofono di tuo nonno?-
-Quello che ascoltava sempre Draco, da piccolo?-
-Si quello-
-Deve essere da qualche parte... perché?- Si rigirò intorno cercando di individuarlo.
-Mi piacerebbe ascoltarlo di nuovo con te.... e magari ballare come facevamo una volta-
Piton aggrottò le sopracciglia. -Lucius, ti sei completamente ammattito, per caso?!-
-Sai perché siamo diventati vecchi?-
-Non siamo vecchi, non abbiamo ancora cinquant’anni!-
-Siamo vecchi perché ci comportiamo da vecchi! Certe volte vorrei avere la stessa incrollabile fiducia che Draco ha in Harry e credere che tu e io, prima o poi, manderemo al diavolo tutto e tutti e torneremo assieme!-
Piton si alzò ed andò a prendere una bottiglia e due bicchieri per non doverlo guardare in faccia.
-Se ti dicessi che ti amo ancora.... cosa penseresti di me?- Gli chiese guardando le sue spalle ammantate di nero.
-Direi che sei rimasto il romantico di sempre, Lucius-
-Non conosco molte persone che mi definirebbero un uomo romantico- Ghignò togliendogli di mano un bicchiere. -Giusto tu e Narcissa-
-Credo ti possa accontentare-
Strinse la mano fredda dell’insegnate nella sua e ne baciò con ardore il palmo, annusando la pelle non più fresca delle dita che tante volte l’avevano stretto, in passato.
-Si sta facendo tardi, Lucius. Forse dovresti rientrare- Piton parlò con voce piatta.
-Hai tanta paura che possiamo ritornare “noi”?-
-Ho paura...... di non poter più essere noi come una volta-
-Mi ami ancora, vero?- Gli chiese in un sussurro appena udibile.
-Lo sai che ti amerò sempre- Un bisbiglio. Piton rabbrividì al pensiero di quelle parole così insolite, per loro, bisbigliate così piano perché nessun alito di vento le potesse rapire.
Lucius gli sorrise e baciò ancora le punte delle sue dita, prima di andarsene.
Piton si lasciò cadere sulla sua poltrona.
Come fare? Come conciliare quel sentimento, ora che Lucius si era messo in testa, come un ragazzino capriccioso, di rinverdire quei ricordi, col suo ruolo? Aveva promesso a Silente di essere la sua spia, di combattere Voldemort fino alla fine! Silente gli era venuto incontro quando il suo cuore dilaniato vagava nelle tenebra. Il matrimonio di Lucius non era stato un trauma, una vera separazione: era preparato a quello: conosceva Narcissa da anni, sapeva che alla fine si sarebbero sposati.... ma quando era nato Draco...quando era nato quel bimbo minuscolo e cagionevole.... aveva pregato che morisse! Se ne vergognava, ma aveva dato la colpa a quel bimbo innocente. Lucius non aveva in mente altro che suo figlio e lui lo odiava, per questo. Forse, se era sempre stato tanto accondiscendente col suo figlioccio, era stato per espiare questa colpa.
Sperava solo che Lucius non andasse oltre con la sua fantasticheria.

Harry si sentiva incredibilmente stupido a camminare a quel modo dietro una fila di paperelle. Era andato a Kew Garden, alla fine. Aveva bisogno di rilassarsi, di dimenticare il giorno prima, dal profuno di Draco, al dolce abbraccio innocente di Lily.
Mamma papera si tuffò nel laghetto e le paperelle, una ad una, si affrettarono a seguirla, agitando le piccole zampe palmate nell’acqua. Per un po’ Harry le seguì rimanendo sul bordo, poi si ritrovò, senza accorgersene, su un ponticello. Si guardò intorno, soddisfatto che non ci fosse nessuno e si materializzò in mano un po’ di pane da sbriciolare nell’acqua. In breve un piccolo sciame di pesci e papere attendeva il pasto fuori programma a poco più di un metro da lui.

Pansy bussò delicatamente, ma, non sentendo risposta, aprì la porta della camera di suo marito. Sorrise teneramente alla scena che le si mostrò davanti agli occhi: Draco e Lily dormivano beatamente sull’ampio letto dell’uomo. Draco circondava premurosamente la bambina con un braccio ed in prossimità della bocca della piccina la sua camicia era zuppa di saliza. Un libro di fiabe, dimenticato aperto, occupava l’altro lato del letto e Pansy quasi si rammaricò di doverlo svegliare.
Si avvicinò a piccoli passi leggeri e scosse piano la spalla di Draco.
Draco si svegliò subito, rivolgendole un dolce sorriso, poi rivolse la sua attenzione al fagottino che dormiva raggomitolato al suo fianco e, senza svegliarla, si alzò a sedere.
Si protese verso la moglie e le baciò affettuosamente le labbra. -Ci siamo addormentati- Le disse a mo’ di scusa.
-Lo vedo!- Ridacchiò Pansy, ravviandogli con le dita i capelli rimettendoli al loro posto.
-Mettiti qui- La invitò lui, battendo con la mano libera il posto vuoto accanto.
Pansy girò intorno al letto e si sedette sul materasso su cui non aveva mai trascorso una notte. Abbracciò il marito, che la strinse a sè e rimasero alcuni minuti a contemplare il loro capolavoro addormentato, come una vera famiglia.
-Volevi qualcosa?- Le chiese dopo un po’, lui.
-Tua madre vuole vederti, mi ha mandata a chiamarti-
Draco sbuffò, non aveva voglia di vedere sua madre e tantomeno di lasciare incustodito il dolce torpore della sua pargoletta.
Dieci minuti dopo, Draco bussava alla porta dello studio di suo padre.
Nello studio lo attendevano entrambi i suoi genitori. L’espressione ferina e radiosa di Narcissa contrastava con la fronte aggrottata di Lucius.
-Madre, mi avete fatto chiamare?-
-Si, figlio. Tuo padre ed io dobbiamo darti una notizia molto importante- Annunciò lei con un fremito di gioia nella voce.
Draco guardò suo padre, seduto alla sua scrivania, con le mani incrociate davanti alle belle labbra.
-Padre?-
-Draco- Lucius si raddrizzò contro lo schienale della poltrona. -Oggi ho ricevuto una lettera dal nostro Signore-
Draco sbiancò e trattenne il fiato.
-Dice che è giunto il momento, per noi, di riprendere il controllo del mondo, eliminando Silente e... Potter, naturalmente. Domani notte tutti i Mangiamorte ancora in libertà si raduneranno qui, nella nostra dimora-
Lucius fece una pausa.
-Padre?- Chiese Draco, con un filo di voce.
-Figlio mio.... io voglio che tu, Pansy e Lily lasciate il maniero entro domattina....-
-Lucius!- Intervenne Narcissa. -Nostro figlio ha aspettato anche troppo! E’ giunto il momento che anche lui si unisca alle schiere di Lord Voldemort!- Protestò irata.
Nel sentire il nome del Signore Oscuro dalle labbra di Narcissa, Lucius ricordò amaramente che sua moglie ne era stata l’amante.
-Narcissa- La chiamò mantenendo la calma, senza lasciar trasparire il dolore del ricordo. -Narcissa, non credo che il Signore Oscuro abbia bisogno dei servigi di un ragazzo, del resto ci siamo ancora noi a servirlo. Draco può aspettare. Inoltre Lily è così piccola che non voglio sottrarle suo padre tanto presto-
-Idiozie!- Strillò la donna. -Draco potrebbe essere l’ago della bilancia in questa guerra! Potter non può averlo dimenticato!-
Draco, strette le dita tanto da far sbiancare le nocche, rimase in silenzio, a testa bassa, gli occhi resi lucidi.
-Non userò Draco in questo modo, Narcissa. Mettitelo in testa, mia cara. Non mi piace contraddirti, ma non sono disposto a cedere, stavolta. Draco e la sua famiglia andranno via per alcuni giorni. Diremo che Lily si è presa un brutto rafreddore e l’hanno portata in riva al mare. Draco, non è necessario che Pansy sappia, va pure-
Draco guardò suo padre con sguardo grato.
Narcissa, contrariata, lasciò lo studio, sbattendo la porta.
-Voi, padre, cosa farete?-
Lucius sospirò. -Non ho scelta, figliolo- Gli sorrise. -Spero di bere un buon bicchiere in compagnia di un amico, stanotte e domani avere la forza di affrontare la sfuriata di tua madre. Ora va-
Draco lo salutò e si allontanò a passi silenziosi.
Lucius accese il camino, vi gettò una manciata di polvere ed infilò la testa, spiando nello studio di Severus.
L’insegnante stava leggendo con aria concentrata un libro dalla copertina consunta, seduto sulla sua poltrona, sorseggiando di tanto in tanto qualcosa ed inumidendosi il dito per girare pagina.
Lucius lo spiò per qualche minuto, poi si schiarì la voce per annunciarsi.
Severus sussultò e poi mise a fuoco il volto di Malfoy.
-Lucius! Cosa vuoi? Mi hai spaventato!-
-Scusa Severus. Mi chiedevo se.... posso essere il benvenuto, questa sera, nella stanza di un vecchio amico-
Severus rifletté qualche istante. -E’ accaduto qualcosa, Lucius?-
-Accadrà presto e non voglio attendere questa notte da solo-
Severus chiuse il libro ed annuì silenziosamente.
Lucius sorrise e tolse la testa dal camino. Con un gesto rapido e le parole appena mormorate, produsse una passaporta e si fece portare dal suo unico amico.

Continua