DISCLAIMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç DATEMI DRACUCCIO-TESORO!
DEDICHE: A Goten, Rowan, Amanda, Rosa, Martina, Zaira che hanno sempre commentato e hanno fortemente voluto questo seguito. Spero di non deludervi..

 


Harry Potter e il patto col diavolo II - Colombe e Corvi

parte I

di Nuel




Primavera inoltrata.
Harry si spingeva pigramente con un piede, sdraiato ad occhi chiusi sul grande dondolo nel giardino della sua villetta molto borghese alla periferia di Londra.
Era una di quelle giornate col cielo terso ed il sole tiepido, perfette per fare un pic nic al Kew Garden od andare al mercatino di Greenwich, attraversando il lungo viale alberato, il parco, il villaggio che sembrava uscito da una fiaba... peccato che a Greenwich ci fossero un sacco di maghi ed Harry si era preso un anno di aspettativa tra i Babbani. Per la verità era il secondo anno.
Hogwards gli aveva dato tanto: i suoi migliori amici, l’indipendenza dai Dursley, tante di quelle cose.... che qualcuna era stata di troppo.
Sbuffò chiedendosi per la centesima volta da quando il gufo gli aveva consegnato la posta quella mattina, cosa diavolo dovesse fare. L’invito era aperto sul tavolino di rattan a pochi passi da lui ed una brezza leggera lo faceva oscillare, mentre il sole faceva brillare l’elegante grafia dorata.
“La Signoria Vostra è invitata a presenziare alla festa d’inaugurazione del nuovo museo Malfoy il giornoX...”
Perché diavolo Draco doveva invitarlo? Perché diavolo i Malfoy dovevano darsi alle donazioni pubbliche? Un intero museo per custodire i cimeli di famiglia che tenevano in soffitta!
Aveva ancora davanti agli occhi il giorno in cui si erano lasciati: dopo i M.A.G.O., un mese prima che Draco sposasse Pansy.
Aveva provato a scaricare la colpa su quella stupida che si era fatta mettere in cinta, ma era assurdo: Pansy amava da sempre Draco e lui ne aveva approfittato. Chi non l’avrebbe fatto?! Quale idiota, egoista, presuntuoso, pieno di sè non avrebbe approfittato di una bella ragazza che si accontenta di essere scopata senza chiedere nulla in cambio?
Aveva disdetto anche l’abbonamento alla Gazzetta del Profeta, quando aveva visto in prima pagina le foto del matrimonio.
Aveva proibito a chiunque di parlare di Malfoy in sua presenza. Ginny, l’unica a sapere tutta la storia, lo guardava, stringeva le labbra e disapprovava il suo comportamento. O forse lo compativa.
Perché lui era un corvaccio con un cuore innamorato e Draco era una candida e bellissima colomba con un calcolatore al posto del cuore.
Harry socchiuse gli occhi. Il sole colpì le sue iridi verdi, chiaro e luminoso.... non c’era nulla di più lontano di Draco da tutto quello che aveva davanti, eppure ogni cosa glielo faceva ricordare.
Stupido sentimento irrazionale! Se vedeva un filo d’erba... era sottile e delicato come Draco, se vedeva un passero volare..... era volato via come il suo amore..... se vedeva un padre che spingeva la carrozzina del proprio figlio, la domenica mattina, per strada.... gli si attanagliava il cuore. Era patologico!
Meno male che il loro grande amore era durato tre giorni, se fosse durato di più..... Harry si alzò a sedere. Riprese l’invito in mano, impersonale come centinaia d’altri che dovevano essere stati spediti a centinaia di maghi.
Malfoy doveva pararsi il culo, evidentemente, forse significava che Voldemort si stava preparando ad un nuovo attacco e Malfoy voleva prepararsi di nuovo una facciata da filantropo, come un paio d’anni prima, quando Draco corteggiava Ginny..... all’epoca del loro malsano, malato e stupidissimo patto!
Sbuffò e si passò una mano tra i capelli spettinati. Era inutile cercare scuse: se si incontra l’anima gemella non importa che si vivano assieme tre giorni o trent’anni, non si può rinnegare l’amore con la “A” maiuscola.
Rientrò dalla porta a vetri, filò in bagno a fare una rapida doccia, cercò un abito adatto nell’armadio e si smateriallizzò per ricomparire quasi subito davanti al museo.
Avrebbe guardato Draco da lontano, avrebbe invidiato la sua felicità e, forse, si sarebbe convinto che aveva fatto la scelta giusta, tagliando i ponti con lui.
Presentò il suo invito ad una guardia in livrea che lo fece passare e cominciò a camminare per i corridoi e le sale, dove altri invitati passeggiavano ammirando i pezzi esposti.
Una volta di più Harry si dovette accorgere del divario tra loro: la famiglia di Draco era dannatamente antica: ritratti di Malfoy vissuti secoli prima occhieggiavano impettiti nei costumi d’epoca, forse risentiti di essere stati sbattuti fuori dalla loro antica dimora, altri sembravano contenti di essere usciti da una polverosa cassa dove erano stati riposti per fare spazio a discendenti più famosi o per l’ammodernamento del mobilio. Qualcuno, addirittura, conversava quasi amabilmente con maghi canuti e curvi che non disprezzavano loquire dei vecchi tempi.
In una grande camera erano esposte due carrozze maestosamente decorate con fregi d’oro e varie armature, bacchette di tutte le misure e legni....
Più si avvicinava alla sala principale più l’epoca dei ritratti si avvicinava.
Harry si fermò a guardare un ritratto con la targhetta “Draco IV, XVII duca Malfoy”. Era un uomo dall’aspetto incredibilmente arcigno. I capelli radi e candidi, il naso imponente, la mascella dura e gli occhi di quell’incredibile azzurro... era il nonno di Draco, l’uomo che era stato l’amante di Silente. A pochi metri seguiva il ritratto di Lucius. Harry notò come l’uomo avesse gli stessi tratti del padre, ma più dolci, per quanto esprimessero ancora una notevole fermezza. Harry si girò, non volendo vedere il ritratto successivo. Sulla parete di fronte, lo attendevano le consorti. Ecco Narcissa e.... -Pansy- Mormorò vedendo il volto roseo e giovane della donna.
-Oh, Potter! Sei venuto!- Lo salutò il quadro.
-Temevo avresti rifiutato il mio invito, Harry-
Harry sentì i capelli rizzarglisi sulla nuca nel riconoscere la voce di Draco. Si girò lentamente fissando il ritratto che lo fissava a sua volta.
Lo guardò senza rispondere, cercando di capire quando fosse stato dipinto. Draco. Il suo Draco. Quando gli sorrise una piccola ruga gli si disegnò ai lati della bocca. Quando era comparsa?
E la luce dei suoi occhi... il pittore era stato in grado di renderla, oppure no? Cos’era quel velo di tristezza? Non doveva essere felice, lui che aveva tutto?
-Vai nella sala principale, Harry. Non ci vediamo da quasi due anni...-
Harry distolse lo sguardo dal quadro, ma fece come questi gli aveva chiesto.
Senza che lui se ne fosse accorto, la gente aveva cominciato a radunarsi nell’ampia camera. Su un palco rialzato, Lucius Malfoy cominciò a ringrazziare i presenti per essere venuti.
Harry abbandonò la figura dell’uomo per far vagare lo sguardo sulle altre persone sul palco: il primo ministro, Narcissa, Pansy e..... Draco.
Come aveva immaginato era accanto alla moglie. Le cingeva un fianco con il braccio e, ogni tanto le sussurrava qualcosa all’orecchio e lei sorrideva.
Uno scroscio di applausi lo riportò alla realtà. Il discorso era finito.
Lucius e Draco si passarono il testimone e Draco invitò i presenti a recarsi nella sala attigua, dove era pronto un buffet e poi continuare la visita.
Harry fu trascinato dalla massa in movimento verso il lungo tavolo stracolmo di prelibatezze. Guardò le tartine decorate come piccoli quadri, i dolci disposti secondo regole precise e si accorse di avere lo stomaco chiuso. Decise che avrebbe ripreso l’esplorazione del museo. Avrebbe fatto bene ad andarsene, ma.... voleva restare un altro po’ sotto il suo stesso tetto.
Uscì dalla sala e prese un altro corridoio. Busti di marmo ritraevano ancora antenati del casato, collezioni intere di porcellane finissime e posate d’oro massiccio che potevano competere con il tesoro della corona....
-Harry...-
Il cuore di Harry perse un colpo. Non si girò mentre passi lenti e leggeri si avvicinavano.
Draco si fermò a pochi passi da lui. -Ti ringrazio di essere venuto, Harry-
Un nodo in gola impediva ad Harry di rispondere.
-Mi permetti.... di farti da guida?-
Harry annuì.
Draco gli si affiancò e, con un gesto della mano lo invitò a seguirlo.
Ad Harry non sembrava vero di passeggiare con lui in mezzo a quella gente che cominciava a circolare di nuovo.
Due uomini che passeggiavano insieme alla luce del sole.
Nessuno sapeva, o immaginava. Quanto aveva desiderato di palesare al mondo il loro amore? Pareva che il mondo non potesse conoscere antro che la loro amicizia.
Un paio di flash li sorprese mentre Draco gli raccontava la storia di un pezzo o di un altro, così vicini che avrebbero potuto toccarsi.
-Non hai preso nulla, Harry? E’ ora di pranzo, non hai fame?-
-No, tranquillo- La voce gli uscì per la prima volta, un po’ gracchiante.
-Vieni, allora. Voglio che tu conosca qualcuno-
Harry lo fissò per un momento senza capire. -Veramente, adesso me ne dovrei andare....- Tentò di scapolare.
-Si tratta solo di un attimo! Vieni!-
Harry non riuscì a rifiutare.
Draco lo condusse attraverso alcuni corridoi fino ad una porta con scritto “Direzione museale”. Aprì ed entrò in una gradevole sala d’attesa.
Draco l’attraverso con passi lunghi e decisi. Harry osservò il suo modo di camminare. Era cambiato, era più... adulto. E denotava fretta. Draco aprì un’altra porta ed Harry lo seguì.
-Grazie, Kuka, puoi lasciarci soli? Prepareresti nell’altra stanza due tazze di the?-
-Si signore, certo padrone. Signorina sempre dormito come angioletto, signore!- La piccola elfa che aveva l’incarico di sorvegliare il prezioso contenuto di una culla si allontanò a piccoli passo veloci, chiudendo la porta dietro di sè.
Harry ebbe un capogiro. Draco voleva... voleva mostrargli il figlio suo e di Pansy? Come poteva....? Era colpa di quel bambino se loro si erano separati!
Harry si spostò nervosamente da un piede all’altro, cercando una scappatoia ad occhi bassi.
Draco si avvicinò alla culla e si girò a guardarlo. Sorrideva.
Ad Harry morì il fiato in gola. Cos’era quel sorriso? Draco non aveva mai sorriso in quel modo! Era... radioso. Era il ritratto della felicità.
Harry sentì le lacrime pungergli gli occhi.
-Avvicinati, Harry-
-No... no, io...- Harry fece un passo in dietro, portando le braccia in avanti, come a difendersi.
Un braccino si sollevò e una vocina infantile ed impastata di sonno gridò un gioioso -Pà-pà- seguito da una risatina. Il sorriso di Draco si allargò ancora, lo sguardo riempito da quel frugoletto.
-Vieni, tesoro- Mormorò il biondo con voce morbida, prendendo in braccio il fagottino.
Una bambina vestita di rosa sbadigliò, stropicciandosi gli occhi con i piccoli pugni e si aggrappò saldamente al collo di suo padre con un sospiro soddisfatto.
-Lily, c’è un signore che è venuto a conoscerti- Mormorò di nuovo con voce vellutata Draco, senza smettere di sorridere.
La piccola si girò un po’, mostrando gli occhi blu di sua madre, velati da una frangetta di capelli biondi come quelli del padre.
-Saluta, Lily-
-Ciao- Disse pigramente la piccola.
Harry si avvicinò senza neppure accorgersene. -L’hai chiamata Lily?-
-Come tua madre, Harry-
Harry lo fissò. -Perché?-
-Perché..... per te-
Harry tornò a guardare la bambina dal viso paffutello che ora gli metteva un delizioso broncetto.
-Prendila in braccio-
-No!... Io, non so come...-
-E’ facile, Harry. Così...-
Harry strinse a sè il corpicino caldo e morbido ed il cuore gli batté all’impazzata. La piccola lo stringeva come aveva fatto con suo padre. Draco teneva le mani sulle sue, garantendosi che la tenesse nel modo corretto.
Ad Harry passò per la mente un pensiero del tutto irrazionale: “Nostra figlia”.
Sgranò gli occhi verdi cercando una risposta da Draco, ma l’uomo si limitava a fissare le due persone che amava di più al mondo: il suo tesoro e l’uomo che amava.
La porta si aprì.
-Sei qui Draco!...- La voce di Pansy si spense subito.
Harry avvampò e passò Lily a Draco, ritraendosi.
-Scusate.... non volevo interrompere nulla...- Mormorò la donna.
-Non ti preoccupare, mia cara. Mi stavi cercando?-
-No- Le guance di Pansy si imporporarono. -No: ero venuta a controllare che Lily stesse bene....-
Draco le si avvicinò e la mise tra le sue braccia. -Falle prendere un po’ d’aria. Noi dobbiamo parlare ancora un po’- Baciò la moglie sulla fronte ed altrettanto fece con la figlia.
Appena se ne furono andate, invitò Harry ad accomodarsi nell’anticamera, dove alcune poltroncine erano collocate attorno ad un tavolino dalle gambe ricurve.
-Lei..... sa?- Chiese dopo un po’ Harry.
-No, ma credo che l’abbia capito prima-
L’elfa tornò con un vassoio pieno. Draco la congedò e servì il the bollente nelle due tazze.
Harry teneva lo sguardo incollato a terra e la voce di Draco lo colse come un fulmine, all’improvviso.
-Torna con me, Harry!-
-Cosa?- Boccheggiò il moro, fissandolo incredulo.
-Torna con me. Ci ho provato, Harry: ma non riesco a toglierti dalla mia mente!-
Harry rise nervosamente. -Perché dovrei?-
-Mi ami ancora. Lo so!-
-Draco, tu hai tutto: hai una moglie che ti adora, una figlia stupenda. La tua famiglia ha un’ottima posizione..... cosa potrei darti io? Io non ho nulla di tutto questo!-
-Ti amo. Pansy ed io viviamo come fratello e sorella. Dormiamo in camere separate sin dal giorno del matrimonio.... lei lo ha accettato.....-
-Vuoi dirmi che.... “prima” non perdevi occasione per infilarti nel suo letto di nascosto e “ora” che siete sposati non l’hai più toccata?!-
-E’ la verità-
-E io? Che ruolo giocherei in tutto questo? L’amante che deve restare nascosto, come al solito?-
-Sai già come funziona....-
-Già: tu hai tutto quello che un uomo può desiderare, ti manca solo un amante con cui fare del sesso quando ne hai voglia. Ma io cosa ci guadagno? Non ho una famiglia da cui tornare dopo aver fatto sesso con te, quando tu ne vai e mi sento solo. Non ho un lavoro che mi tenga occupato. Ho solo la dignità di dirmi che, almeno, “almeno”, Draco, mi sono sottratto a tutto questo. Tu sei felice, io no. Ma l’ho scelto io!-
Draco rimase in silenzio.
-Ormai ci sono abituato, Draco. Ma se tornassi con te.... ogni giorno la mia sofferenza sarebbe amplificata dai brevi momenti di felicità che passerei con te....-
-Se pensi che io sia felice...- Iniziò con voce insicura Draco. -Se pensi che io sia felice, Harry.... lascia che condivida la mia felicità con te. La mia sola gioia è mia figlia.... il resto della mia vita sarei pronto a barattarlo in qualsiasi momento pur di stare con te-
Il silenzio calò di novo tra loro.
-Non è possibile- Sussurrò Harry.
-Proviamoci!- Implorò Draco.
Harry si alzò con uno scatto e si diresse alla porta. -Mi ha fatto piacere rivederti, Draco-
Malfoy Gli fu subito dietro, trattenendolo, abbracciandolo.
-Aspetta!-
Il profumo dei capelli di Harry gli invase le narice e Draco lo strinse ancora di più, cercando il suo collo da baciare.
Harry si lasciò andare contro il suo petto con un sospiro. -Ti prego, non lo fare!-
-Non posso- Gli mormorò in risposta Draco, disegnando con la lingua il contorno del suo orecchio.
Harry, con uno sforzo, lo respinse. Aveva il fiato corto e tremante, il cuore che batteva tropo forte. Tutto il suo essere protestava, il suo corpo sapeva che il suo posto era tra quelle braccia, ma lui la pensava diversamente.
-Ora me ne vado....-
-Aspetta! Lily! Promettimi che, se succedesse qualcosa a me e Pansy, ti occuperesti di Lily!-
-Cosa?-
-La sua madrina è la sorella di Pansy. Non la conosci perché non ha frequentato Hogwarts. E’ di salute molto cagionevole, per questo i suoi hanno preferito che studiasse a casa... vive quasi tutto l’anno sul continente, perché il clima è migliore....-
-No, no! Perché dovrebbe succederti qualcosa?!-
Draco gli andò di nuovo vicino, richiudendo la porta che Harry aveva socchiuso.
-Qualcuno comincia a lamentarsi del fatto che io non abbia ancora dichiarato la mia fedeltà a Tu_sai_chi....-
Harry trattenne il fiato.
-Mio padre mi difende dicendo che sono ancora giovane, che mia figlia è piccola e devo occuparmi di lei.... Sto andando contro le mie convinzioni perché so che, se le seguissi, ti perderei per sempre.... Ma prima o poi, potrei essere costretto....-
Harry strinse le dita a pugno.
Draco lo imprigionò contro la porta e cercò le sue labbra. Dapprima un tocco lieve, la sua lingua che chiedeva di poter entrare, poi un incontro intimo, denso di amore.
Harry avvertì che Draco stava reprimendo il desiderio per mettere in quel bacio solo e puro sentimento.
Draco si allontanò di un passo e gli sorrise.
Harry rimase con le spalle alla porta, assaporando “Draco” sulle sue labbra e fissandolo.
-Sei sleale-
-Lo sono sempre stato, ricordi?-
Harry chiuse gli occhi e socchiuse le labbra in un sospiro, senza spostarsi dalla porta.
Draco si avvicinò di nuovo, baciandolo ancora, infilando un ginocchio tra i suoi.
Quando si staccarono Harry mantenne le palpebre abbassate ancora qualche secondo e Draco ne approfittò per allentare il nodo della sua cravatta e scendere a baciargli il collo.
Harry sentiva le ginocchia diventare burro, istintivamente cercò la pelle di Draco, la sua guancia ben rasata, i capelli sottili....
-Non..... dobbiamo!- Socchiuse gli occhi, torbidi di desiderio e tristezza.
Draco si allontanò di nuovo. Aveva il viso arrossato dal desiderio. Harry riconobbe i segni della sua eccitazione, identici a quando facevano l’amore nel sotterraneo di Serpeverde.
-Se non mi vuoi non ti posso costringere-
Harry gli accarezzò il viso, mille brividi correvano su e giù per la sua schiena.
-Ti prometto che proteggerò tua figlia, se sarà necessario, ma tu, fa che non sia necessario-
-Vorrei rivederti.....-
-No..... ci faremmo solo altro male-
Draco si girò, dandogli le spalle ed Harry capì che, quello, era il momento di andarsene.

Pansy non fece parola della scena cui aveva assistito, né quella sera, né in seguito.
-Hai rivisto Harry Potter, Draco?-
-Si, padre-
Draco e Lucius amavano bere un buon porto, davanti al caminetto, prima di andare a letto e conversare tra loro. Narcissa e Pansy erano escluse da quel momento.
Lucius, da quando il figlio si era sposato, aveva cominciato a ricercare meno la compagnia della moglie. L’amava ancora come il primo giorno, ma non poteva impedirsi di pensare che, se lei non avesse spinto Draco verso Pansy sin da quando erano ragazzini, forse Draco avrebbe potuto essere più felice, accanto a Potter. Sapeva bene quanto fosse penoso separarsi dal compagno della propria vita.
Fece ondeggiare l’ampio calice col liquido scuro e si perse nei ricordi.
-Vado a letto, padre. Buona notte-
-Buona notte, figliolo-
Draco depose il bicchiere intonso sul tavolo scuro e lo lasciò solo.
Lucius si sedette meglio sulla poltrona, assaporò l’aroma del porto e chiuse gli occhi.


Continua.......