DISCLAMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç DATEMI DRACUCCIO-TESORO!
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Harry Potter e il patto col diavolo

parte XVI

di Nuel


Draco Malfoy, chiuso nella sua camera, con gli occhi gonfi ed un mal di testa che sembrava volergliela spaccare, aveva saltato il pranzo.
Aveva rimuginato tutta la mattina ed era giunto a due conclusioni: doveva parlare con Harry e farlo tornare da lui e doveva parlare con suo padre, se voleva risolvere il pasticcio che aveva combinato. E, per quanto la mente gli dicesse che non era questo l’ordine in cui avrebbe dovuto agire, il cuore gli diceva che Harry veniva prima di tutto.
Buttò una manciata di polvere magica nel caminetto e la sua testa sbucò in men che subito nel camino della sala comune di Grifondoro.
Cominciò a chiamare a gran voce Harry, ma lui non rispose. La stanza era vuota ed era impossibile che Harry non fosse lì.
In effetti Harry c’era: sfinito dalle lacrime si era addormentato, pochi gradini più su, nella sua camera.
Draco rinunciò ed uscì dal camino. Buttò un’altra manciata di polvere magica che fece crepitare le fiamme e, stavolta, sbucò nello studio di suo padre.
Lucius Malfoy era intento a leggere varie carte alla sua scrivania, il volto sereno ed un bicchiere di brandy accanto.
-Padre- Lo chiamò supplichevole.
Lucius alzò gli occhi di scatto e vide la testa del figlio fluttuare tra le fiamme. Draco non pareva affatto felice come traspariva nella lettera del giorno prima e l’uomo si preoccupò subito, lasciando il suo posto ed andandogli accanto.
-Draco! Cosa c’è?-
-Padre, ho bisogno di parlarvi.... io... ho fatto una cosa.... Harry non vuole più vedermi... non so cosa fare...- Le parole vennero interrotte dai singhiozzi.
Lucius, al nome di Harry sorrise, nonostante tutto: il suo ragazzo doveva essere davvero innamorato per piangere così per un bisticcio da innamorati, perché non poteva trattarsi d’altro, in fondo.
-Avanti figliolo, non può essere così grave... vuoi dirmi cosa è successo?-
-Pansy...-
Lucius aggrottò le sopracciglia. Cosa c’entrava la figlia di Parkinson, ora?
-... io... lei... è incinta.... Harry si è infuriato...-
Lucius si fece cupo e strinse la mascella.
-Ed è figlio tuo?-
Draco annuì.
-Te lo ha detto lei?-
Draco scosse la testa. -Forse non lo sa ancora... me l’ha detto Dobby....-
Ancora quel maledetto elfo domestico incapace e traditore! Avrebbe fatto meglio ad eliminarlo quando era ancora al suo servizio!
-Aspettami, figliolo. Arrivo subito. Vai nell’ufficio di Severus, ci vediamo lì-
Draco annuì e, prima di uscire, decise di darsi una lavata al viso.
Lucius Malfoy prese una bottiglia del migliore scotch che teneva nel suo studio, la trasformò in una passaporta ed in un baleno fu nello studio di Piton.
Contemporaneamente bussarono alla porta e l’insegnante di Pozioni fece entrare Draco.
Lo squadro con espressione critica, prima di sibilare un “Potter” che non faceva presagire nulla di buono.
-Severus, credo sia meglio rimanga pure tu- Lo invitò Lucius, passandogli la bottiglia. L’insegnate diede un’occhiata alla data sull’etichetta e sorrise, riponendola nella vetrinetta alle sue spalle.
Draco si sedette di fronte a suo padre, con lo sguardo basso.
-Ora raccontami esattamente come sono andate le cose- Gli ordinò Lucius.
-Harry ed io eravamo assieme... quando Dobby ci ha visti ed ha capito la natura del nostro rapporto... ha detto che non potevamo stare assieme perché io sto per diventare padre...-
Piton strabuzzò gli occhi, guardando il ragazzo e poi il padre.
-Continua- Disse solo, Lucius.
-Harry si è arrabbiato. Noi non volevamo crederci, ma Dobby ha detto che gli elfi domestici vedono la vita...-
Lucius dette uno sguardo a Piton, che annuì confermando che gli elfi domestici possedevano tale facoltà.
-... e che Pansy è sempre stata innamorata solo di me... pre cui non ci possono essere dubbi..- Draco ricominciò a pingere. -Harry è corso via... non mi vuole più parlare...-
-Ora lascia perdere Potter!-
Draco lo fissò come se suo padre l’avesse tradito. Non capiva che Harry era l’unica cosa che contava, per lui?
-Adesso dobbiamo occuparci della Parkinson e del bambino. Sei sicuro che sia tuo, Draco? Rispondi!-
-Si-
-Allora smettila di piagnucolare e comportati da uomo. Alla fine degli esami sposerai la Parkinson. Tua madre ne sarà felice...-
Draco lo fissava incredulo.
-Prima o poi avresti dovuto fare questo passo in ogni caso, Draco. Tanto vale che tu lo faccia ora, tanto più che hai detto di voler lasciare libera la piccola Weasley. Non ti permetterò di lasciare a qualcun altro un Malfoy. Se è tuo figli, deve portare il nome della nostra famiglia. In quanto a Potter deve capire che certe cose hanno la priorità. Quando si sarà calmato potrai parlargli e fargli capire che tra voi non cambia nulla il fatto che tu faccia il tuo dovere di futuro capofamiglia-
-Harry non capirà...-
-Il destino della vostra storia era comunque di restare nell’ombra, figliolo, lo sai. Dovrai solo farglielo accettare. Penserò io ai genitori della ragazza. Tu devi preoccuparti solo degli esami, ora!-
-Ma...-
-Con Potter ci parlerò io- Si intromise Piton.
Draco li guardò stranito. Era tutto lì? Non facevano altro?
-Ora va a riposare, Draco, mi pare che tu ne abbia bisogno- Gli disse suo padre, con voce morbida.
Draco si alzò, ancora incapace di rendersi realmente conto dell’accaduto.
Quando la porta si richiuse, Lucius si accasciò sulla sedia, sospirando.
Piton stappò la nuova bottiglia che il suo amico gli aveva portato e ne riempì due bicchieri, porgendogliene uno.
-Tuo figlio ha le spalle strette, Lucius- Lo ammonì.
-Dopo questa dovrà crescere per forza...-
-Draco non è pronto ad avere una famiglia, lo sai meglio di me-
-Per questo ci saremo Narcissa ed io ad aiutarli-
Al nome di Narcissa Piton sbuffò.
-E Potter?-
-Hai intenzione di parlarci tu, no?-
-Potter non è un ragazzino qualsiasi. Ne ha già passate tante...-
-Tu te la sei cavata bene-
-Noi eravamo più grandi, Lucius. E io sapevo come sarebbe finita da quando tu ti innamorasti di Narcissa! Ma Draco non è innamorato della Parkinson. Lui continuerà ad amare Potter e quel cocciuto presuntuoso di un Grifondoro non scenderà a compromessi! Lo conosco bene! E’ tale e quale a suo padre!-
Lucius sorrise amaro. -E’ una buona annata, vero?-
-Cambi discorso?-
-No: il buon vino invecchiando migliora. Sarà così anche per quei ragazzi, Severus-
-Spero tu abbia ragione!-

Prima di cena, Ron fece un salto alla torre. Non era affatto contento: Cho Chang era ad Hogsmead quel giorno, il che significava che non era lei la ragazza di Harry.
Harry si era appena svegliato, aveva gli occhi pesti ed un aspetto orribile.
-Hei amico! Che t’è successo?- Si preoccupò Ron, vedendolo in quello stato.
Harry scosse la testa. -Lascia stare-
-Che vuol dire “lascia stare”?! Sono il tuo migliore amico, no? Ieri sera sei andato via tutto contento pensando ad un’altra giornata di folleggiamenti con la tua ragazza e ora ti ritrovo così!-
-Non ce l’ho una ragazza, Ron-
-Avete litigato?-
-Mi ha mentito.... se mi avesse amato davvero...- Harry ricomiciò a piangere e Ron si ritrovò ad abbracciarlo cercando di consolarlo.
Non vedendolo arrivare, Hermione tornò a sua volta alla torre per cercarlo e, trovandosi di fronte a questa scena, si paralizzò.
-Harry cosa...?-
-Hanno litigato- Le disse Ron. Dire chi avesse litigato, era superfluo.
-Oh, Harry... mi dispiace, ma... vedrai che andrà tutto bene! Non può essere nulla di serio, no?-
-Se non è serio un figlio...- Vomitò lui, tra le lacrime.
-Figlio?-
-Pansy è incinta!-
-Pansy?- Chiesero i due amici, totalmente sconvolti.
-Vuoi dire che la tua ragazza è Pansy Parkinson?- Chiese Hermione.
-Ma non può essere! Ieri era ad Hogsmead!- Replicò Ron.
Ma Harry era troppo sopraffatto dal dolore per dare altre spiegazioni.
Quella sera stessa, Lucius Malfoy combinò il matrimonio di suo figlio con i signori Parkinson, che ne furono molto felici.
Una lettera giunse via gufo a Pansy da sua madre, che la informava delle sue prossime nozze col suo amato Draco.
La ragazza, al colmo della gioia, corse nella camera del ragazzo, per parlare con lui, di quella novità, ma il Draco che trovò non era affatto felice.
-Così otterrai quello che hai sempre voluto, Pansy. Spero che tu sia contenta-
-Ma, Draco.... io non.... non capisco-
Draco sospirò e poi le fece cenno di sedersi accanto a lui. In fin dei conti non era stata colpa sua se lui era stato un idiota.
-Pansy... tu.... lo sai che l’ultima volta che noi... Insomma: sei incinta-
Pansy si illuminò. -Io... non lo so... lo speravo, ma...-
Draco la fissò incredulo. -Me l’ha detto Dobby: gli elfi domestici hanno questo potere. Così ti sposo. Farò del mio meglio...-
-Oh Draco... io... se tu non vuoi...-
-E’ già tutto deciso, Pansy-
-Io desideravo tanto avere un figlio da te.... so che tu ami qualcun altro... per cui, se fosse capitato, non ti avrei detto nulla... sarebbe stato il mio tesoro e gli avrei insegnato ad amarti...-
-Non ce ne sarà bisogno, Pansy... quella persona, quando Dobby ha parlato, era qui ed ha sentito tutto. Non credo che vorrà più avere a che fare con me...-
Pansy lo abbracciò. -Non dirlo: come si può non amarti! Io sono stata più fortunata di quanto desiderassi.... se quella persona.. per te è tanto importante, io...-
Draco le mise un dito sulle labbra e le dette un bacio leggero. -Tu sarai mia moglie e io non ti tradirò mai.... in quanto a... quella persona... spero che vorrà restarmi amica... almeno questo...- Draco si lasciò andare a nuove lacrime sulla spalla di Pansy, non poteva più fare altro.

Lunedì mattina, molto presto, Harry venne convocato nello studio di Piton.
L’insegnante fissò le profonde occhiaie del ragazzo con severità.
-Accomodati, Potter-
-Cosa ho combinato, stavolta?- Chiese Harry, sentendosi particolarmente bellicoso.
Piton sollevo un sopracciglio e lo fissò come per cercare di capire da dove cominciare.
-Questa volta, non sei stato tu, Potter, a combinare qualcosa, ma Malfoy-
Harry sussultò. -Non credo che la cosa la riguardi- Si alzò per andarsene.
-Si sieda, signor Potter!-
Harry ubbidì, lanciando però uno sguardo omicida verso l’insegnante.
-Signor Potter, credo sia giusto che lei sappia che Draco si sposerà subito dopo gli esami....-
Harry ebbe un tuffo al cuore. Strinse le labbra in una linea sottile e rimase ad ascoltare.
-... Se non ci fosse stato questo... “contrattempo”.... forse avreste avuto qualche anno di tempo per voi e per consolidare il vostro rapporto, ma.... la conclusione sarebbe stata la stessa: presto o tardi Draco avrebbe dovuto prendere moglie ed avere un erede. E’ successo presto. Non dico che sia facile, Potter, ma vorrei che capisse che questo non cambia molto per voi-
-Harry aprì la bocca e la richiuse, muovendosi nervosamente sulla sedia.
-La vostra relazione era destinata a rimanere nell’ombra e così sarà anche ora...-
-Ma lei chi si crede di essere?!- Saltò in piedi, Harry, tremando di rabbia. -Dovrei accettare cosa? Di elemosinare un po’ di amore clandestino e che lui ritorni da Pansy ogni giorno, ogni notte? Vederlo crescere suo figlio come se io non esistessi?-
-Anche lei, prima o poi si innamorerà di qualcun altro, Potter...-
-Come lei, vero?- Harry gridava, ma lo voce lo tradiva, lasciando trasparire tracce di pianto. -Certo: lei ha dimenticato Lucius, l’ha lasciato a Narcissa e si è rifatto una vita, vero? E allora dov’è la sua famiglia? Perché è ancora qui a scodinzolare come un cane quando Malfoy viene a trovare suo figlio?-
Piton sentiva le mani prudere. Avrebbe tanto voluto prendere a ceffoni quel piccolo insolente, ma sapeva che era sconvolto, disperato. L’aveva provato anche lui.
-Esca di qui, Potter!-
Harry non se lo fece ripetere due volte, uscì sbattendo la porta e, pochi passi dopo, andò a sbattere contro Draco.
-Harry!-
Harry lo fissò. Anche Draco aveva delle occhiaie scure e profonde come le sue. Lo spinse via per proseguire, ma Draco lo trattenne.
-Ascoltami, Harry...-
-Vuoi dirmi anche tu che devo accettare la situazione e accontentarmi di vederti quando tu ne avrai voglia, o non sarai impegnato con la tua famiglia...-
-Io avrò sempre voglia di vederti!- Draco lo baciò. Le labbra gli tremavano e per un attimo Harry fu tentato di rispondere a quel tocco che gli era necessario come l’aria, ma lo spinse via.
-Non mi basta, Draco!-
-Ma credi che io l’abbia fatto apposta?- Draco esplose in lacrime. -E’ te che amo!-
-Potevi pensarci prima- Harry si divincolò in malo modo dalla presa di Draco. Desiderava picchiarlo, fargli male.... gli strinse il polso sottile e lo sentì gemere, poi lo strattonò via e se ne andò.
Draco si premette la mano sinistra sul polso leso. Gli faceva male, doveva essere slogato. Ma il dolore fisico era nulla in quel momento.
Il polso continuava a fargli male. Lo strinse con una polsiera della divisa di quiddich quando già iniziava a gonfiarsi. Non voleva andare da Madama Chips: avrebbe dovuto spiegarle come se lo era slogato.
Ginny, informata da Hermione dello stato di Harry e non trovando Draco da nessuna part, si preoccupò molto. Cercò di parlare con Harry, ma lui le chiese di lasciarlo solo e non fu con serenità che lasciò la scuola, il mattino dopo.
Draco andò a salutarla. La rossa appena lo vide si preoccupò, lo abbraccio e lo guardò con sguardo indagatore. Non era riuscita a farsi dire nulla da Harry, ma il fatto che avesse accennato alla gravidanza di Pansy al fratello le aveva permesso di intuire buona parte della situazione.
-Appena posso ti scrivo e ti racconto tutto, Ginny. Se hai qualche problema rivolgiti a me o a mio padre, non farti riguardi-
-Sta tranquillo per me: i miei fratelli mi accompagneranno a casa. Tu piuttosto...-
-Non preoccuparti: me lo sono cercata, in fin dei conti...-
Ginny notò la fascia al polso destro.
-Cosa ti sei fatto?-
-Nulla...- Ma Ginny gli aveva già preso la mano tra le sue, strappandogli un piccolo lamento.
-Riesci ad usarla?-
-Non del tutto...-
-Draco, hai gli esami! Come farai con la bacchetta?-
-Per gli orali mi sarà passata-
-Non con tre giorni di scritti se non vai a farti vedere!-
-Per dire che è stato Harry? Lo rimprovererebbero e...-
-E non potrebbe comunque più essere sospeso o punito! Facci dare un’occhiata da Madama Chips!-
-Non ce n’è bisogno, vedrai che me la caverò.... ci sentiamo dopo gli esami-
Ginny lo abbracciò di nuovo, prima di salire sul treno che l’avrebbe riportata a Londra.

Gli esami finirono una settimana dopo. Harry e Draco si erano evitati. Harry non aveva fatto parola con nessuno di quanto era successo, in compenso si sparse la voce che di lì ad un mese Draco e Pansy si sarebbero sposati. Li si poteva spesso vedere assieme ed anche Harry dovette ammettere che erano una coppia stupenda.
Il giovedì mattina in cui gli studenti del quinto e del settimo anno dovevano lasciare la scuola, Draco andò a cercare Harry. Voleva almeno salutarlo.
La sera prima gli aveva mandato un messaggio chiedendogli di incontrarsi prima della partenza, nell’aula di Pozioni.
Non indossavano più le divise della scuola. La differenza tra loro era ancora più palese.
Draco non tentò neppure di andargli vicino.
Harry squadrò l’elegante abito scuro, evidentemente su misura del ragazzo che amava, il suo portamento elegante e si sentì inadeguato.
-I miei genitori sono venuti a prendere me e Pansy, Harry-
-...-
-Vorrei salutarti....-
-Ciao-
Draco sorrise forzatamente. -Allora finisce così?-
-L’hai fatta finire tu-
-Mi mancherai per tutta la vita....-
Harry non riuscì più a sostenere il suo sguardo. Sentiva di essere vicino alle lacrime, come lo era Draco... era buffo come in quel momento il riflesso cristallino delle lacrime trasparenti inondasse di luce quegli occhi chiari.
-Dimmi che ti rivedrò... Harry?-
-Forse un giorno... quando sarò pronto a dividerti con la tua famiglia... ma adesso non ci riesco Draco-
-Allora è un arrivederci?-
Harry gli andò vicino, tentennò per alcuni secondi, prima di accarezzargli le labbra con le proprie. Draco rispose subito, ma Harry si stacco prima che perdessero il controllo e lasciò la stanza. Corse su per le scale, lungo il corridoio, fino all’atrio. Lì c’era la famiglia Malfoy al completo, con Pansy in un delizioso abito azzurro che la faceva sembrare una bambola; Lucius, sempre serio e compito e Narcissa, così perfetta da incutere paura, una statua scolpita nel marmo e c’era Piton con loro... così diverso.
Lucius guardò Harry ed al ragazzo sembrò che fosse uno sguardo diverso... la storia si ripeteva? Sapeva cosa provavano lui e Draco? Maledisse il nome dei Malfoy e corse su per un’altra rampa di scale. Poi si fermò a fissarli ancora. Arrivò Draco. Era così simile a suo padre... ormai era quasi alto come lui, ma più sottile. Guardò loro, algide e bionde figurine di una nobiltà antica a cui lui non apparteneva e guardò Piton... piccolo e scuro come lui... Chissà come succedeva che uomini come Lucius e Draco s’innamoravano di persone come Piton e lui? Colombe e corvi.
Ma, in fondo, la sua colomba aveva un cuore da diavolo.


Fine