DISCLAMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç DATEMI
DRACUCCIO-TESORO!
...
Harry
Potter e il patto col diavolo
parte XIV
di Nuel
Harry scivolò silenzioso, rasente i muri fino al suo dormitorio. Quando
arrivò metà dei Grifondoro era pronta a lasciare la torre.
Ron, come al solito, era stato l’ultimo ad alzarsi e si stava ancora
cambiando.
Era una bella giornata, un raggio caldo proveniente da est illuminava il
dormitorio maschile del settimo anno.
Harry cominciò a cambiarsi quando un fischio acuto di Ron lo fece fermare.
-Ma è una ragazza o una tigre?- Sghignazzò il rosso fissando le tracce
ancora molto evidenti dei morsi e dei succhiotti sul corpo di Harry, che
arrossì e sorrise assieme.
-Hai passato tutta la notte con lei?-
-Si-
-Ha! Ha! Era ora che seguissi i miei consigli! Com’è stato?-
Harry arrossì e sorrise ancora di più, riprendendo a cambiarsi.
-Direi benone...- Dedusse Ron.
Si, benone, concordò Harry, tra sè: Draco lo amava, avevano fatto l’amore
e non era stato nulla di terribile e poco più di un’ora prima si era
svegliato tra le braccia del suo amore ed era stato il risveglio più dolce
della sua vita! Si erano coccolati mormorando a voce bassissima perché i
compagni di dormitorio di Draco non li scoprissero e poi Harry era
sgattaiolato via senza che nessuno lo vedesse.
-Sono innamorato, Ron- Confidò all’amico, col sorriso sulle labbra.
-Buon per te!- Rispose il rosso, non troppo convinto. -Solo che fino a
ieri non lo dicevi affatto e se è effetto di una notte....- Ridacchio
osservando le condizioni di Harry. -Direi che ci sa proprio fare!-
-Non ridurre tutto a questo, Ron! Noi ci amiamo... dovevamo appianare
alcuni problemi... incomprensioni-
-Ok. Ora si può sapere chi è la fortunata?-
Harry gli sorrise di rimando. -No, Ron. Mi dispiace, ma per ora non
intendiamo dirlo a nessuno-
Ron incrociò le braccia sul petto e lo guardò con cipiglio. -Credevo di
essere il tuo migliore amico!-
-E lo sei... ma non te lo posso dire, per ora. Abbi un po’ di pazienza e
lo saprai-
-D’accordo! Lo sai che odio i misteri! Comunque adesso scendiamo che ho
fame!-
-Pure io...-
Ron sghignazzò ed attese che Harry finisse di cambiarsi per scendere.
Le lezioni, quel giorno, per Harry sembrarono lunghissime. Voleva stare
con Draco, voleva poterlo stringere e godersi il suo calore, le sue mani,
i suoi baci.... continuava a sorridere come un idiota, tanto che Hermione
se ne accorse.
-Ma si può sapere cos’ha Harry?- Chiese a Ron, arrivandogli di spalle,
riavvicinandolo come se il loro rapporto fosse tornato quello di sempre.
Ron, soprappensiero le rispose con slancio. -E’ innamorato!- Poi si girò a
guardarla e l’imbarazzo colse entrambi.
Quando si sentirono più tranquilli, nel vociare della Sala Grande all’ora
di pranzo, Hermione riprese il discorso. -E di è che è innamorato?-
Ron fece spallucce. -Quella della lettera-
-Di che parlate?- Si intromise Ginny, arrivando in quel momento.
-Ginny, dobbiamo parla...- Cominciò Harry, con urgenza.
-Harry ha passato una notte di fuoco con la ragazza delle lettere!-
Strizzò l’occhio alla sorella il rosso.
-... re- Concluse Harry, guardandola ignorando fino a che punto avesse
saputo di lui e Draco fino a quel momento.
-Oh- Lo fissò l’amica. -Bene... direi-
In quel momento furono raggiunti da Draco. -Ginny, dopo avrei bisogno di
parlarti un momento, puoi venire all’aula di Pozioni?.....Che c’è da
fissare Potter? Vuoi venire anche tu, per caso?!-
-Va... va all’inferno Malfoy- Rispose poco convinto Harry
Ginny li fissò per un attimo, prima uno e poi l’altro e trattenne a stento
una risata. Se l’interpretazione di Draco era perfetta, quella di Harry...
bhe, sarebbe bastato che svenisse dall’emozione e l’avrebbe fatta
completa. Il suo amico non sarebbe mai stato un buon bugiardo.
-Va bene, ci vediamo dopo- Rispose Ginny, permettendo a Draco di lasciare
il tavolo di Grifondoro.
-Andrà ancora avanti per molto, Ginny?- La riprese Ron. -Tra una settimana
devi tornare a casa. Hai fatto pace con la mamma?-
La rossa sospirò con fare eloquente, ma non rispose.
Alla fine del pranzo, chi prima, chi dopo, gli studenti abbandonarono la
Sala.
Ginny si diresse spedita all’aula di Pozioni, dove la raggiunse Harry,
qualche minuto dopo, quando riuscì a liberarsi di Ron.
-Ciao- Salutò i due che lo attendevano chiacchierando animatamente.
Harry non aveva mai visto Draco così disinvolto con qualcuno e li osservò
con sospetto, finché Ginny non lo invitò a smettere di reggere il muro ed
avvicinarsi.
Draco era seduto su un banco, le lunghe gambe accavallate con eleganza.
Appena Harry fu a portata di braccia, lo attirò a sè e lo baciò,
strappando una risatina a Ginny.
-Dovresti vederti quanto sei rosso!- Motivò la ragazza ed anche Draco
sorrise, stringendoselo al petto.
-Allora io vi lascio, piccioncini! A dopo!- Li salutò saltellando fuori
dall’aula.
-Va già via?- Chiese Harry, ancora un po’ imbambolato.
-Si... come alibi è molto convincente, non credi?-
-Si... cosa le hai detto?-
-Solo che stiamo assieme... credo che il resto lo spargerà ai quatto venti
il tuo amico Weasley-
-Ho paura di si...-
-Io ti avevo avvertito di sceglierti meglio gli amici...-
-Adesso non cominciare!-
-Allora comincio qualcos’altro...- Gli sorrise malizioso, prima di
baciarlo.
Harry si lasciò trasportare dal bacio e Draco ne approfittò abbracciarlo
più strettamente, allacciandogli le gambe dietro le sue ed insinuare
carezze tentatrici che Harry prese ad imitare molto presto.
-Andiamo da me!- Ansimò Draco, senza smettere di divorargli il collo di
baci.
-Ma...-
-Non vorrai.... che facciamo l’amore qui, sul pavimento...-
-No, ma... le lezioni del pomeriggio...-
-Possiamo anche saltarle....-
-Non mi ricordo che cosa abbiamo....-
-Nemmeno io- Draco scese dal banco e staccò Harry a fatica.
Una manciata di minuti dopo erano nei sotterranei, avvinghiati l’uno
all’altro, pronti a fare l’amore, totalmente presi l’uno dall’altro.
Harry si chiedeva come fosse possibile che avesse scoperto il sesso da
meno di un giorno e già non riuscisse a farne a meno. Voleva passare ogni
minuto della sua esistenza tra le braccia di Draco, a fare l’amore con
lui...
-Sarà quasi ora di cena...- Si stiracchiò tra le braccia del Serpeverde,
Harry.
-Hai fame?-
-Così tanta che mi sembra di essere Ron!- Scherzò il Grifondoro.
-Ci credo che ha sempre fame: è meglio che si rimpinzi finché è qui,
quello straccione!-
Harry lo guardò ferito. -Come puoi dire certe cose?!-
-Scusa, amore... è che, lo sai come la penso-
-Però Ginny è tua amica!-
-Ginny è una perla rara nella topaia dei Weasley!-
-Ron è mia amico! E la Tana non è una topaia! I signori Weasley sono
persone fantastiche, molto migliori di quelle con cui sono cresciuto io e...-
-Va bene, va bene! Scusa! Non ti arrabbiare- Lo imbonì con qualche carezza
audace.
-Sei sleale...- Ansimò Harry.
-Dipende dai punti di vista-
-Sei... sei...- Harry non riuscì a trovare un insulto adeguato.
-Un bugiardo?-
-Si...-
-Un arrogante?-
-Si...-
-Presuntuoso?-
-Si...-
-Molto sexy?-
-Oh, si!-
-E ti amo!- Riprese a baciarlo ed a stuzzicarlo, di nuovo pronto a fare
l’amore con lui.
Harry non sentì più la fame, ogni suo senso trovava appagamento e poi la
spossatezza vinse su tutto e si addormentarono felici ed appagati.
Draco si svegliò nel cuore della notte. Il dormitorio era silenzioso.
Scostò appena la tenda del suo baldacchino e mormorò “Lumos”.
Harry lo sentì e si svegliò a sua volta.
Draco portò tra le coltri un vassoio con tartine, affettati, insalata e
dolci.
-E’ stata Pansy- Spiegò, ancora prima di aprire il piccolo biglietto
profumato posto accanto ad uno dei piattini. -Ha sempre mille
attenzioni... si preoccupa che possa stare male...- Continuo, ripiegando
il bigliettino su cui aveva letto le parole premurose della ragazza: “Non
dovresti saltare i pasti, ti fa male. Buona notte”
-E’ innamorata di te...- Mormorò Harry.
-Si. Ma io amo te- Draco prese tra due dita una tartina ed imboccò il suo
amante. Divisero il contenuto del vassoio senza parlare, scambiandosi
gesti affettuosi, baciandosi le dita a vicenda, quando raggiungevano le
labbra con un nuovo boccone.
-Dovresti tornare nel tuo dormitorio, ora-
-Non posso restare qui ancora un po’?-
-Se ci riaddormentiamo rischiamo di svegliarci quando gli altri saranno
già svegli-
-Allora solo un altro po’... raccontami qualcosa di te. Di quando eri
piccolo, o di cosa fai quando non sei a scuola...-
-Draco si spostò un po’ per stare più comodo, gli prese la testa e se la
appoggiò sul petto, accarezzandogli i capelli.
-Quando non sono qui, di solito, sto a casa, mia madre non mi lascia
uscire spesso. Cerco di seguire mio padre negli affari, per prepararmi a
prendere il suo posto quando sarà il momento... e penso tanto a te...-
Quando Ron si svegliò, Harry ancora abbracciato al suo cuscino, con
un’espressione trasognata sul volto.
-Ciao amico!-
-Ben svegliato Ron!-
-Sei tornato tardi ieri notte... non ti ho sentito-
-Sono tornato da meno di un’ora- Gli sorrise Harry, saltando fuori dal
letto, completamente sveglio ed iniziando a vestirsi.
-Hai di nuovo passato la notte da lei?-
-Si-
Ron alzò le sopracciglia in un misto di stupore ed ammirazione.
-Allora va alla grande!-
-Direi di si-
-Domani andiamo ad Hogsmead tutti assieme?-
-No: noi rimaniamo al castello-
-Ma come?!-
-Vogliamo rimanere un po’ insieme-
Quando giunsero nella Sala Grande, Ron stava ancora cercando di convincere
l’amico a portare al villaggio la sua ragazza.
-Immagino che prima che parta vogliate passare più tempo possibile
assieme- Si intromise Hermione, spalmando distrattamente la marmellata su
una fetta tostata.
-Perché dovrebbe partire?- Chiese Ron, non capendo.
-Se ben ricordo, Harry ci aveva detto che si trattava di una ragazza del
primo anno...- Insinuò l’amica.
Harry sbarrò gli occhi. Aveva dimenticato di aver detto una cosa simile.
-Ora che mi ci fai pensare...- Confermò Ron, incapace di associare
l’immagine dei morsi e dei succhiotti che aveva visto su Harry ad una
ragazzina di undici anni.
-Ma vi siete bruciati il cervello? Io ricordo che Harry aveva detto che
NON poteva essere una del primo anno e Ron aveva detto che al primo anno
sono tutte timide come lo ero io!- Intervenne Ginny, salvando la
situazione.
-Già deve essere proprio andata così- SI rasserenò Ron.
-Sarà... ma io me la ricordo un po’ diversa- Mormorò Hermione, che non era
altrettanto facile da giocare.
Ginny riconfermò la sua impressione del giorno prima: Harry non sapeva
raccontare le bugie! ....E suo fratello era un sempliciotto!
Harry guardò la ragazza con un “grazie” negli occhi e lei gli fece
l’occhiolino. Draco si sarebbe fatto una risata di quella situazione.
La giornata scivolò via tranquilla, a parte Hagrid. Il mezzo gigante,
tesissimo per gli esami imminenti, anziché tenere l’ultima lezione, riempì
i ragazzi di raccomandazioni, trasse da una tasca del suo abito di
marmotta un enorme fazzoletto a quadri, molto simile ad una tovaglia e
scoppiò a piangere per la tristezza di doversi separare da loro. Harry,
Ron ed Hermione furono quasi stritolati dal suo abbraccio, mentre
tentavano di consolarlo.
Quella sera Ron piantonò talmente Harry che il ragazzo non riuscì a
liberarsi di lui, tanto che fu costretto ad incontrare Draco in biblioteca
ed a studiare, anziché recarsi nel suo dormitorio. La situazione fu assai
pesante per i due innamorati e la tensione di Draco sfociò in una litigata
con Ron. Fortunatamente intervenne Ginny a separare il fratello ed il
“fidanzato”.
Quella notte, Harry scoprì che non era affatto piacevole addormentarsi
senza le braccia forti del suo innamorato, ma anche per Draco, che si
rigirò nel letto a lungo, prima di addormentarsi, non fu affatto
piacevole, così, per passare un po’ di tempo, decise di scivere a suo
padre.
“Caro Padre,
come state? E la madre? Datele un bacio da parte mia e ditele che non vedo
l’ora di abbracciarla.
Padre, sono felice. Il mio amore è insperatamente ricambiato e finalmente
sento di essere completo, di non aver bisogno d’altro al mondo. Ora voglio
solo che Ginny non abbia a pagare per la situazione in cui l’ho messa: i
suoi genitori sono molto arrabbiati con lei. Sua madre è persino giunta a
disconoscerla. Padre, Vi prego, parlate col Sig. Weasley. Ditegli che sono
pronto a rinunciare al fidanzamento purché ella non perda l’affetto dei
suoi congiunti, ma fategli anche capire che non rinuncerò alla sua
amicizia ed al suo affetto poiché l’apprezzo e la rispetto.
Un saluto affettuoso, il Vostro devoto figlio, Draco”
Draco depose la lettera sul comodino, con l’intenzione di spedirla il
giorno seguente. Probabilmente, l’indomani, Harry e lui sarebbero rimasti
i soli studenti al castello. Sarebbe stato bello passeggiare per i
corridoi senza dover fingere. Questo pensiero gli favorì il sonno e,
finalmente, si addormentò.
Continua
|