DISCLAMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç DATEMI DRACUCCIO-TESORO!
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Harry Potter e il patto col diavolo

parte VI

di Nuel


-Trasfigurare gli abiti?- Chiese Draco assolutamente incredulo.
Per qualche secondo pensò di puntare la sua bacchetta non contro Blaise, ma un po’ più in là, in direzione Potter... vederlo con un bel vestito bianco da sposina....
-Hai la testa fra le nuvole?- Gli chiese Blaise.
-No: non capisco perché dobbiamo ripassare un incantesimo tanto stupido!-
Intanto Harry gli aveva lanciato uno sguardo assassino che sembrava rispondere alle sue intenzioni.
“Immagini quello che ti vorrei fare?” Chiese mentalmente al suo rivale, Draco.
-Cominciamo?- Gli chiese il suo compagno di banco, un po’ spazientito.
Senza rispondere Draco mosse la sua bacchetta e pronunciò la parola magica: “Mutanda!”
Blaise si ritrovò con in dosso una specie di vecchia armatura che lo compresse al suolo per il peso a cui non era abituato.
-Potevi almeno avvertirmi!- Gli sibilò contro, ricambiando il gesto e trasformando la divisa del Serpeverde in una cappa da Mangiamorte, sorridendo soddisfatto.
-Bhe, starai bene anche con la tua prossima divisa!- Sibilò piano, in modo che solo lui potesse sentire.
-Imbecille!- Gli sputò addosso Malfoy, praticando l’incantesimo su di sè e facendo sparire l’inopportuno abbigliamento.
Tornando a guardare Harry notò che il Grifondoro aveva assistito alla scena e lo guardava con occhi duri come la pietra.
-Merda!- Mormorò a denti stretti.

-Nulla di ridicolo, eh, Harry!-
-Non temere Ron, pensavo solo...... “Mutanda!”-
Ron si ritrovò indosso un morbido costume di peluches che rappresentava l’animale a cui doveva il nome la sua famiglia.
-Oh! Proprio divertente!- Sogghignò Ron rinchiudendo Harry in un tutù da ballerina e scoppiando a ridere.
A Malfoy venne quasi un colpo nel vederlo così, nel sapere che altri lo stavano vedendo così.... era... geloso! Maledettamente geloso!
Senza pensare lanciò immediatamente un nuovo incantesimo ad Harry, facendo ricomparire la sua divisa.
-Cerca di essere serio Weasley! Anche se con quella roba addosso...- Sghignazzò il biondo.
-Non intrometterti Malfoy!-
-Oh, scusa tanto! Ma sai, Potter non è certo gran che con quelle gambe, come ballerina!- Attaccò per difendersi, Draco, che aveva il cuore ancora un po’ in subbuglio.
-Disincanto!- Tuonò la voce della McGranitt. -Questa è un’aula! Cercate di ricordarvelo! Cinque punti in meno ad entrambe le case!-
Gli studenti si zittirono subito. Ron e Draco si lanciarono ancora qualche sguardo truce, ma la lezione riprese con maggiore tranquillità.
-Potter...- Cercò di avvicinarlo Draco, nel cambio dell’ora.
-Ti stava bene quel mantello da Mangiamorte- Gli rispose Harry, allungando il passo, verso l’aula di pozioni.
Draco si sentì di nuovo ferito. Si fermò e lasciò andare avanti gli altri. Entrò in aula per ultimo, non si sedette al suo solito posto, ma di fianco a Potter, nella fila accanto, facendo alzare la ragazza che vi si era seduta.
Harry lo fissò sorpreso, ma il biondo lo ignorò fino all’arrivo dell’insegnante.
Piton fece ondeggiare la bacchetta verso la lavagna nera e vi comparve una formula complicata.
-Oggi ripasseremo questa pozione. Date un’occhiata agli ingredienti, prima che li faccia sparire. Ormai dovreste conoscere ingredienti e dosi a memoria-
Gli studenti si prepararono, Harry già sudava freddo: non ricordava tutti gli ingredienti, tantomeno le dosi, per non parlare dell’ordine in cui dovevano essere messe nel calderone.
-Fermo, idiota!- Sentì la voce di Malfoy.
Harry si girò e vide che il biondo lo stava guardando.
-Quella è radice di Mandragola, vuoi rovinare tutto? Non sai distinguerla dal Kif? Con la Mandragola ottieni l’effetto contrario: dà depressione e stato d’ansia, altro che euforia!-
Harry dette un’occhiata veloce a Piton, il professore sembrava non essersi accorto del suggerimento. Mise via la Mandragola e cercò la resina di Kif.
-Ora pesane dieci grammi ed aggiungili lentamente, mescolando piano... devo dirti tutto?- Continuò il Serpeverde, salvando la pozione di Harry.
Quando Piton gli passò davanti, controllando il calderone, la sua espressione si rabbuiò e passò oltre, segno che l’intruglio lattiginoso andava bene.
-Grazie- Bofonchiò Harry.
-Ti devo parlare- Gli sussurrò Draco.
-Dopo, alla fine dell’ora-
Draco aspettò con ansia che la lezione finisse. Lui ed Harry furono particolarmente lenti a riordinare i loro tavoli.
-Vai pure, Ron. Poi ti raggiungo- Allontanò l’amico, Harry.
-Allora?- Chiese al biondo quando furono solo loro in aula.
-Stasera ti aspetterò alla terrazza della torre di Astrologia. Vieni un po’ prima delle undici-
Harry non rispose.
-Ti ha dato fastidio, ieri sera...?-
-Cosa?-
-Il bacio...-
-Nooo! Malfoy, figurati! Vengo baciato da ragazzi praticamente ogni giorno!- Gli sbraitò ironico. -Perché mi hai aiutato con la formula?-
-Perché non volevo che Piton ti rimproverasse di nuovo-
-E da quando ti importa che Piton se la prenda con me?!-
Malfoy sorrise. Harry l’avrebbe preso a pugni per quel ghignetto insopportabile.
-Sei la mia fidanzatina, adesso, Potter!-
Harry dovette davvero trattenersi per non prenderlo a pugni.
-Ricordati di stasera. Ciao- Si dileguò il biondo, prima che la pazienza di Harry finisse.

Harry ingollò il cibo senza badare alle pietanze, al sapore ed alle chiacchiere degli amici. Sentiva, più che mai, di detestare Malfoy! Odiava l’idea che potesse fare del male a Ginny ed odiava l’idea di dover stare ai suoi capricci per impedire che facesse qualsiasi cosa all’amica. Avrebbe preso Ginny per le spalle e l’avrebbe scrollata urlandole in faccia cosa stava facendo per lei. L’aveva sempre considerata una ragazza intelligente, forse la più sensata tra i sette fratelli Weasley, ma ora si stava facendo prendere per il naso da quel maledetto come una stupidella qualsiasi!
-Qualcosa non va, Harry?- Gli chiese Hermione, attenta come al solito.
-No, niente- E si riempì la bocca di un altro boccone per non dover rispondere ad altre domande.
Le ore pomeridiane passarono pigre, col sole che entrava dai vetri molati delle ampie finestre. A cena Harry notò un rapido scambio di battute tra Malfoy e Ginny e non volle assolutamente sapere cosa si erano detti. Finì rapidamente di mangiare e corse nella sala comune di Grifondoro, adducendo come scusa che doveva studiare.
Draco lo seguì con lo sguardo, pregustando i momenti che avrebbero trascorso assieme. Si sentì bruciare le guance e cercò di ricomporsi. Il cuore aveva preso a battere più svelto.... tutto solo perché si sarebbero incontrati di lì a qualche ora.... “Calmati o cosa farai quando riuscirai a scopartelo?!” Si ammonì il Serpeverde, ma solo il pensiero che, presto o tardi, avrebbe avuto il corpo nudo di Potter sotto le sue mani, peggiorò di molto la situazione, tanto che fu costretto a lasciare, a sua volta, la Sala Grande.
“Neanche fossi un animale nella stagione degli amori! Datti una calmata!” Si rimproverò mentre si rinfrescava il viso nel bagno dei ragazzi. Si sistemò meglio i pantaloni, sul davanti, cercando di darsi un contegno, dicendosi che, quella sera, al massimo sarebbe riuscito a rubargli un altro bacio.... magari un po’ più coinvolgente del primo.... e si ritrovò a sorridere come un babbeo alla sua immagine riflessa nello specchio.
Alle dieci e mezza di sera, coperto dal suo mantello dell’invisibilità, Harry arrivò alla terrazza della torre di astrologia. Faceva ancora piuttosto freddo di notte e si avvolse strettamente nel mantello della sua divisa. Ad attenderlo nella piccola terrazza trovò Malfoy, appoggiato alla murata antica, perso nel contemplare le stelle ed un piccolo divano di pelle coperto da un grande plaid dall’apparenza molto calda.
-Malfoy- Lo chiamò.
Draco si riscosse subito, sorridendogli. -Ben arrivato Harry! Che c’è? Hai freddo?-
-Un po’-
-Accomodati- Lo invitò sul divano, prendendovi a sua volta posto.
-Io sono abituato a queste temperature... non pensavo per te fosse freddo, altrimenti ti avrei dato appuntamento dentro-
-Meno chiacchiere, Malfoy! Cosa vuoi?-
-Che ti siedi qui e guardi le stelle con me-
Harry si sedette, spostando il plaid per poi coprircisi come aveva fatto Malfoy.
Draco lo osservò e, quando Harry ebbe finito, si mosse per coprirlo meglio.
Harry se ne sentì quasi infastidito: che ricordasse, nessuno gli aveva mai rimboccato le coperte.
-Quella è l’Orsa Maggiore, detta anche il Grande Carro.... lì si comincia ad intravedere il Triangolo Estivo.... ma tu dovresti saperlo meglio di me.... la Cooman vi avrà sicuramente mostrato le mappe...-
-Si, ma non sono molto portato.... non credo di avere l’Occhio... poi lei predice continuamente la mia morte!-
-Sul serio?- Sghignazzò il biondo.
-Già! Non ti dico che divertimento!-
-Meno male che si è sempre sbagliata- Mormorò Malfoy, tanto piano che Harry non fu sicuro di averlo sentito.
-Mi dici perché siamo qui?-
-Per guardare le stelle!-
-E basta?-
-No: da domani studierai con me in biblioteca...-
-COSA?!-
-Cosa credi, Potter? Che io possa girare di notte per Hogwarts senza un motivo? Tu come fai, a proposito?-
-Lascia perdere! Cos’è questa storia della biblioteca?-
-Ho promesso a Piton di farti migliorare in pozioni in cambio di un permesso scritto che mi autorizzi a girare per il castello a qualsiasi ora-
-Come hai convinto Piton?-
-A nessun insegnante piace veder fallire i propri allievi! Così gli ho proposto di darti una mano...-
-Hai fatto un patto pure con lui...-
-Già. Tu impegnati: non ci tengo a fare brutta figura. Del resto sei tanto scarso che per quanto poco io mi impegni, tu dovrai migliorare per forza! Giuro che quando oggi ho visto il pasticcio che stavi per combinare non ci credevo!-
Harry lo fulmino con lo sguardo.
-Qualche volta verrà anche Ginny, per non sollevare sospetti... glielo ho accennato prima di cena. Poi vedrò di ottenere un permesso speciale da Piton per farti entrare nel dormitorio di Serpeverde...-
-Ma non ci tengo proprio!- Saltò in piedi Harry.
-Bhe, non possiamo usare i calderoni in biblioteca e tu dovrai fare anche pratica, dopo la teoria! Nel mio dormitorio staremo tranquilli...-
Draco lo afferrò per una manica e lo fece sedere di nuovo, accoccolandosi accanto a lui.
Harry si irrigidì sentendo quel contatto caldo e quel fiato che, ad intervalli regolari, gli scaldava il collo.
-Non volevo che il mio bacio ti infastidisse- Gli disse con voce bassa e sensuale dopo qualche minuto di silenzio.
Harry si sentì ancora più teso.
-Del resto... cosa avrei dovuto fare? Chiedere il tuo permesso?- Sollevò lo sguardo ceruleo incatenando gli occhi di Harry con una sensualità naturale che questi non aveva mai immaginato esistere.
-B... bhe, sarebbe stato un inizio...- Balbettò imbarazzato.
-Posso baciarti, adesso, Harry?-
Harry ingoiò a vuoto, sentendosi stranamente in trappola.
-Po... posso rifiutare?- Chiese con voce tremante, senza staccare gli occhi da quelli di Malfoy, illuminati da qualcosa che non vi aveva mai visto prima.
-Senza rompere il nostro patto? No, non puoi-
Malfoy infilò lentamente una mano sotto la camicia di Harry, fermandola sulla pelle bollente del suo fianco. Sentì il respiro di Potter farsi irregolare, mentre i suoi muscoli erano tesi ed immobili. Gli prese tra le labbra il lobo di un orecchio cominciando a succhiarlo lentamente, assaporando il suo sapore, scendendo poi lungo la mandibola un po’ squadrata.
-Hai un buon profumo, Potter. Cosa usi?-
-Nie... niente...- Rispose Harry, a fatica.
-Allora la tua pelle ha davvero un buon profumo...- Considerò avvicinandosi alle sue labbra.
Harry cercò di ritrarsi, ma la mano fredda che si stava scaldando su di lui lo trattenne e si ritrovò tra il divano e Malfoy, senza possibilità di fuga.
-Non intendo violentarti, Potter, tranquillizzati- Gli soffiò sulle labbra prima di cominciare a leccarle.
Harry sentiva la lingua calda di Malfoy passare con movimenti ripetitivi sulle sue labbra che subito dopo il suo passaggio diventavano fredde per il velo di saliva che l’altro vi lasciava ed il suo cuore batteva più forte per il terrore che quella situazione degenerasse. Non ci si poteva fidare di quel verme! Dava della stupida a Ginny e lui ci cascava quanto e più di lei!
-Ba...- “basta!” Aveva cercato di dire, ma appena aveva aperto la bocca per parlare, Malfoy vi aveva insinuato la lingua, alla ricerca della sua. Senza neppure rendersene conto, Harry si ritrovò coinvolto in una danza umida di cui non conosceva i passi. La lingua di quel serpente trascinava la sua, la avvolgeva e lui non sapeva cosa fare.
Infine l’invasore si ritirò nel proprio territorio ed i denti di Malfoy afferrarono con delicatezza il suo labbro inferiore, mordicchiandolo appena, per concludere con un bacio casto alle sue labbra ancora socchiuse ed un sospiro.
Malfoy si premette su Harry, nascondendo il volto reclinato sul suo petto, la schiena curva, tenendo più stretta la presa sul suo fianco.
Per un momento si era sentito in paradiso! Poi si era accorto che Harry non rispondeva al suo bacio... e perché avrebbe dovuto, poi?! Si era dato dello stupido ed ora cercava di regolare il battito impazzito del suo motore e di soffocare le lacrime di delusione che gli pungevano gli occhi. Stretto a Potter gli sembrava di potercela fare. Inalò il suo profumo ancora e poi si ritrasse, di nuovo calmo, di nuovo padrone di se stesso.
-Domani verrai in biblioteca subito dopo l’ultima lezione del pomeriggio. La sezione dei libri proibiti è tranquilla. Ti aspetterò lì. Adesso vai- Gli ordinò senza guardarlo in viso.
Harry si alzò rapidamente e se ne andò sbattendo la porticina della torre. Era solo lunedì... come avrebbe fatto a resistere tutta una settimana... e quella dopo.... e quella dopo ancora?
Gli occhiali gli si appannarono, mentre tirava su col naso, cercando di non piangere. Nessuno lo aveva mai baciato così.... e il primo doveva essere proprio Malfoy! Gliela avrebbe fatta pagare! Si, un giorno gli avrebbe reso tutto con gli interessi!

Draco si strinse nel plaid che conservava ancora un po’ del calore di Harry, in cerca di quel buon profumo che aveva appena scoperto, ma non ce n’era traccia: Harry era stato lì troppo poco e lui non aveva il fiuto di un cane. Fissò le stelle e si lasciò scappare un singhiozzo.
-Sicuro, padre? Che almeno sia utile? Perché io sto male...-
Draco, ancora, non si accorgeva che stava ammettendo di amare il suo rivale. Doveva nascondersi ancora dietro la bugia della semplice attrazione per non scoppiare a piangere disperato perché colui che amava lo odiava.
Solo le stelle, quella notte, potevano testimoniare la sincerità delle sue parole.

Continua