DISCLAMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç DATEMI
DRACUCCIO-TESORO!
...
Harry
Potter e il patto col diavolo
parte V
di Nuel
La coppa delle case? Il torneo di Quiddich? Harry continuava a rimuginare
su cosa avrebbe potuto chiedergli Malfoy. Si era infilato a letto
borbottando come un vecchio e si era alzato di pessimo umore e, per di
più, ci si era messa Hermione con i suoi “Avete finito i compiti per
domani?”. No che non li avevano finiti, né lui, né Ron, che continuava a
sbuffare ed a guardare Ginny che finiva il suo tema ad un tavolo accanto
alla finestra.
-Quanto impegno, Ginny! Sei lodevole!- Squittì Colin Canon, che
evidentemente sperava di strappare una sua “foto ricordo” nel periodo di
massima fama.
-La verità, Colin- disse lei alzando appena la testa dalla sua pergamena
-è che devo sbrigarmi: tra un’ora devo uscire con Draco...-
Uno piccolo “crac” la interruppe. La piuma d’aquila di Ron giaceva
spezzata in due tra le sue dita.
-Hai sentito, Harry: ci esce anche oggi!- Bisbigliò a tono alto il rosso.
-Sta calmo, Ron- Gli suggerì solo, Harry.
Ginny gli rivolse uno sguardo che aveva il potere di incenerire e tornò
sul suo tema.
Harry fissò l’amica, come imbambolato per un altro po’. I Weasley
l’avevano accolto come uno di loro, nella Tana aveva scoperto cosa fosse
l’affetto di una famiglia, il tepore di una casa dove si è ben voluti...
Ginny era come una sorella minore per lui... avrebbe voluto andare da lei
e dirle di non comportarsi da stupida, di farla finita con questo gioco
con Malfoy... ma lei si sarebbe offesa, in fondo, lui non era davvero suo
fratello. Non poteva intromettersi palesemente. Del resto, la piccola
cocciuta non ascoltava neppure suo fratello! Harry sospirò: sembrava che
davvero non gli restasse che aspettare di vedere cosa gli avrebbe proposto
Malfoy... ed accettare, qualunque cosa fosse, per il bene di Ginny!
-Qualcosa non va, Harry? Sei pensieroso-
-No, figurati- Sbuffò il moro al suo amico, che sembrava essersi un po’
calmato.
Dopo una buona mezz’ora videro Ginny riporre la sua piuma e portare
pergamena e libri nel dormitorio. Quando scese, con due mollettine
colorate tra i capelli ed un sorriso radioso, Ron non ebbe le convulsioni
per poco ed Harry si sentì tremendamente in colpa: perché non aveva
costretto Malfoy a parlare il giorno prima?! Perché non lo aveva mai
disarcionato dalla scopa in modo da farlo schiantare a terra e morire sul
colpo... in fin dei conti, qualche volta capitava che, nel Quiddich, ci
scappasse il morto!
Ginny non aveva mai sospettato che Malfoy potesse essere simpatico, si era
dovuta ricredere. Non che fosse il suo tipo, ma la sua compagnia era
piacevole. Sapeva un sacco di storie vecchie... l’incredibile era che le
aveva raccontato di averle imparate da suo padre... era strano immaginare
Lucius Malfoy col figlio sulle ginocchia, davanti al caminetto, nelle
lunghe sere invernali, che raccontava vecchie storie. Draco assicurava che
suo padre fosse un uomo meraviglioso... visto attraverso gli occhi del
figlio, quell’uomo austero e dedito alla magia nera pareva un altro. Ginny
faticava a crederci. Però anche Draco, conosciuto meglio, sembrava
un’altra persona. “Essere un Malfoy comparta avere molti oneri” le aveva
detto, incupendosi un po’. Ed anche quello era stato strano: era la prima
volta che gli vedeva un’espressione simile. Sicuramente aveva ancora molto
da scoprire sul Serpeverde e non intendeva perdere l’occasione di uscire
con lui perché a suo fratello non andava.
E poi, cosa poteva esserci di pericoloso nel vedersi in biblioteca per
consultare dei libri polverosi.... Ginny non aveva mai considerato di
essere, alla lunga, imparentata con Draco, ma dal momento in cui il
ragazzo glielo aveva fatto notare, avevano deciso di ricostruire il loro
albero genealogico. A casa Malfoy c’era già, ma preferivano lavorarci
insieme che richiederne una copia alla famiglia di Draco.
All’ora di cena lasciarono la biblioteca soddisfatti per le numerose
scoperte che avevano fatto tra i libri di storia di Hogwarts...
stranamente Ginny era orgogliosa di essere una purosangue, le sembrava di
essere investita da tutta la storia e la fama di antenati di cui prima non
sapeva nulla. Era quello il modo in cui era cresciuto Draco? Il suo
atteggiamento arrogante poteva essere interpretato in una luce diversa...
lui discendeva dai “Malfoy”, non da una famiglia qualsiasi. Cosa si
provava a crescere con questa consapevolezza? Con questo peso?
-Divertita?- Le chiese Hermione, con un sorriso.
-Molto... sai, Herm: non pensavo che la biblioteca fosse un posto così
interessante!-
Hermione sorrise, compiaciuta.
-Biblioteca?- Chiese Ron. -Cosa avete fatto in biblioteca?-
-Vecchi libri- Si limitò a rispondere la rossa, con una scrollata di
spalle. Non si era ancora riappacificata col fratello.
Un gufo solitario volteggiò giù dal soffitto stellato della Sala Grande e
recapitò una lettera ad Harry, riprendendo subito quota e sparendo verso
una stella particolarmente luminosa.
-Chi è, Harry?- Chiese subito Ron, curioso.
-Non lo so- Rispose il ragazzo, aprendo rapidamente la busta su cui era
scritto un offensivo “San Potter, lo sfregiato”. Poteva immaginare
benissimo chi fosse, ma forse era meglio tenerselo per sè.
“Ti aspetto a mezzanotte nel bagno dei prefetti per comunicarti i termini
del nostro patto.”
Harry ripiegò il foglio e lo mise in tasca.
-Allora?- Volle sapere Ron. Anche Hermione e Ginny parevano interessate.
-Cosa?-
-La lettera!-
-Ah... nulla: una ragazzina del primo anno che prima delle vacanze voleva
farmi sapere che le piaccio!- Inventò.
-Rubacuori!- Ridacchiò Ginny.
-Certo che le ragazzine di oggi sono intraprendenti!- sorrise Ron,
ricordando quanto fosse stata timida Ginny, a quell’età.
-E chi è?- Chiese, sospettosa, Hermione.
-Ehm... non lo so. La lettera non è firmata-
Hermione socchiuse gli occhi in due fessure. Quando si trattava di Harry
era sempre molto sospettosa.
Harry attese la mezzanotte rigirandosi nel letto. Aveva preparato il
mantello di suo padre e la mappa del Malandrino prima di coricarsi. I suoi
compagni di camerata russavano già da un pezzo. Alle undici e mezza non ce
la faceva più a rimanersene a letto, si alzò furtivo, si mise in ordine i
capelli passandoci le dita in mezzo, tanto era inutile pettinarli, inforcò
gli occhiali, prese i due oggetti magici ed uscì dalla camera. Da sopra la
scala vide un paio di elfi domestici che, in silenzio riassettavano la
stanza comune e toglievano la cenere dal camino spento. Indossò il
mantello e scese lentamente per non essere sentito. Con circospezione face
aprire il passaggio, assicurandosi che i due elfi fossero di spalle e poi
si precipitò per corridoi e scale fino al bagno dei prefetti. Lo aprì come
aveva imparato a fare quando era in quarta. Un brivido gli scese lungo la
schiena pensando ai fatti di quell’anno. Nella mappa vide che Malfoy era
già all’interno.
Si tolse il mantello e lo ripiegò, non voleva che il suo nemico scoprisse
quell’oggetto. Altrettanto fece con la mappa. Finalmente entrò.
Malfoy era seduto sul bordo della grande vasca e ne guardava l’interno
vuoto con sguardo perso ed un accenno di sorriso. Chissà a cosa pensava?
Era insolito vederlo con un’espressione così spontanea e serena.
“Magari stai pensando a come ti farai beffe di me, farabutto!” Pensò Harry,
riprendendosi subito dalla sorpresa.
-Malfoy!- Lo chiamò con tono duro.
-Potter! Finalmente sei arrivato!-
-Guarda che sono puntuale!-
-Lo so.... ma non vedevo l’ora che arrivassi!-
-Piantala di prendermi in giro e dimmi cosa vuoi, Malfoy! Ho sonno!-
-Allora sarò breve, Potter. Non voglio mica che tu domattina faccia brutta
figura, a lezione- Sorrise al suo solito modo che Harry trovava
tremendamente irritante.
-Parla!-
Draco si alzò e si avvicinò ad Harry.
-Lascerò stare Ginny. Mi accontenterò di una normale e tranquilla
amicizia, a meno che non sia lei a volere di più e, ti assicuro, in quel
caso passerà del tempo prima che accada qualunque cosa, in modo da essere
sicuri che lei lo voglia veramente...-
-Taglia corto, Malfoy. Non mi fido di te!-
-Ma sono pur sempre un adolescente piuttosto attivo, Potter... se non
metto le mani addosso a lei.... - Fece spallucce ed un sorrisetto
amiccante. -In qualche modo dovrò pur fare...-
-E io cosa centro?!-
-Tu, Potter? Non hai capito? Ti facevo più perspicace! Tu sarai la mia
dolce ed accondiscendente fidanzatina, Potter!-
-COSA?-
-Non preoccuparti: non sono un bruto... puoi chiedere a chi vuoi-
Draco con due passi lunghi colmò la distanza tra loro, mise un braccio
intorno ai fianchi di un Harry ancora piuttosto stordito e gli prese
dolcemente il mento tra due dita, appoggiando delicatamente le labbra
sulle sue per staccarsi subito dopo.
-Co... cosa...-
-Il bacio della buona notte, Potter. Hai detto che hai sonno: non voglio
trattenerti oltre-
Mentre il biondo usciva, Harry rimase ancora impietrito sulla stessa
mattonella. In che guaio si era cacciato?
Malfoy, fuori dalla porta del bagno, si appoggiò al muro: le gambe gli
erano diventate molli ed il cuore sbatteva come una grancassa. Aveva
baciato Potter... l’aveva baciato davvero! Si appoggiò le dita sulle
labbra e si sentì il viso andare a fuoco. “L’ho baciato!” Si disse e si
sentì gli occhi umidi di una strana felicità ed euforia.
Sotto le dita sentì le sue labbra piegarsi irresistibilmente verso l’alto.
Si staccò dal muro e corse giù, nei sotterranei, prima che Harry, uscendo
dal bagno, lo trovasse ancora lì come un idiota.
Pochi minuti dopo era nel suo letto, incapace di prendere sonno o di
smettere di sorridere. Si rigirava nel letto, sopprimendo una risatina per
non svegliare i suoi compagni, abbracciando il cuscino e ripensando a quel
tocco fugace e splendido, a quella scossa, quel brivido che aveva
provato....
“Magari a lui non è piaciuto!” Gli venne in mente all’improvviso. Il
pensiero lo gettò nel panico. “Ma a me cosa importa?!” Si sforzò di dire,
ma non era vero: gli importava! Gli importava più di qualunque cosa! Si
mise a pancia in giù, sopra il cuscino che ancora abbracciava: l’indomani
l’avrebbe saputo. Doveva aspettare solo poche ore. Poi prese sonno,
sfinito dalle emozioni forti di quella notte.
Harry tornò lentamente al suo dormitorio. Era sfinito, le sue forze erano
state prosciugate e pure la sua determinazione. “Un certo spregio delle
regole” era tra le caratteristiche che il cappello parlante attribuiva a
Serpeverde, glielo aveva detto Silente il secondo anno. Ma lì si trattava
di infrangere tutte le regole!
“Tu sarai la mia dolce ed accondiscendente fidanzatina, Potter!” Aveva
detto quel pazzo..... ma si rendeva conto che erano due maschi? Oddio,
l’aveva pure baciato! Harry serrò gli occhi, lasciandosi cadere sul
letto... lo stomaco gli si torceva ancora, all’idea. Però.... cosa poteva
fargli, a parte baciarlo? A Malfoy piacevano le donne, era piuttosto
noto... Harry cercò di convincersi che non correva nessun reale pericolo.
“Fidanzatina!” Si disse con una certa disperata incredulità. Poi, si mise
a dormire.
Lunedì mattina, Arthur Weasley si diresse pimpante al suo nuovo ufficio.
Per quanto quei cambiamenti fossero dovuti a Malfoy, non poteva negare che
gli facessero piacere. Anni prima, con sette figli da far studiare, un
aumento di stipendio sarebbe stato più utile. Ora che erano solo in
quattro, in famiglia, le cose andavano molto meglio, ma magari avrebbero
potuto riparare il tetto in quel punto dove pioveva dentro, o disinfestare
il giardino dai folletti, o magari trovare un elfo domestico che aiutasse
Molly in casa... era tanto che ne desiderava uno, ma non potevano
permettersi un’altra bocca da sfamare, prima.
-Buon giorno, Arthur-
Il signor Weasley si irrigidì sulla porta. La voce melliflua di Lacius
Malfoy giungeva dal suo ufficio. Sbatté le palpebre e focalizzò la testa
di un biondo incredibile che spuntava dall’alto schienale della poltrona
di fronte alla sua scrivania.
-Cosa ci fai, qui, Lucius?!-
L’uomo lo invitò con un gesto della mano a sedere, senza girarsi a
guardarlo
Arthur Weasley, con una certa circospezione si diresse alla sua poltrona,
trovandosi di fronte all’odiato Malfoy.
-Sono qui -Iniziò con calma. -per un motivo molto serio, Arthur. Si tratta
dei nostri figli, di Draco e di Ginny-
-Pf! Cosa c’entra Ginny con tuo figlio?!- Sbottò l’uomo dai capelli rossi.
Malfoy sorrise biecamente, sollevando un sopracciglio.
-Noto che non sei informato molto sulle compagnie di tua figlia!-
-Cosa stai insinuando?!-
-Nulla, Arthur. Io affermo che tua figlia Ginny, da un po’, esce con mio
figlio...-
-Non dire idiozie! Ginny non frequenterebbe mai tuo figlio!-
-Allora chiedilo a lei. Comunque, mio figlio è seriamente interessato a
tua figlia, Arthur. Forse è un po’ presto per parlare di fidanzamento,
ma... vorrei che tu e Molly ne parlaste-
Il signor Weasley sbiancò. -Fi... fidanzamento?-
-Esatto, Arthur. Fidanzamento. Tua figlia ha, per così dire, dei modi un
po’... plebei. Narcissa ed io crediamo che sarebbe bene che la ragazza
venisse a stare presso di noi per un po’. Così i ragazzi avrebbero modo di
frequentarsi fuori da Hogwarts, valutare bene le loro scelte....-
-FUORI!- Tuonò, tremante, il signor Weasley. -Come osi venire qui a
chiedere la mano di mia figlia e contemporaneamente offenderla?!-
Malfoy si alzò lentamente, con un’espressione divertita sul volto.
-Credo che prima di decidere, tu e Molly fareste bene a chiedere a vostra
figlia cosa intende fare. Lei e Draco sembrano trovarsi molto bene,
assieme, ultimamente-
Il signor Weasley aveva alzato il calamaio e sembrava intenzionato a
scagliarlo contro il nobile, ma questi si diresse con passo lento ed
elegante alla porta.
-Arrivederci, Arthur- E chiuse la porta alle proprie spalle.
Il signor Weasley ricadde sulla sua poltrona. Come poteva essere vero? In
cosa aveva sbagliato? Ginny era il loro piccolo tesoro, la loro
bambina.... che fosse come Percy? Che anche a lei bastasse raggiungere una
posizione autorevole ed una condizione agiata? Che li considerasse dei
cattivi genitori perché non avevano potuto dare loro tutto quello che
volevano? Arthur e Molly avevano sempre creduto che avere una famiglia
numerosa ed allegra fosse più importante di avere abiti firmati ed una
casa lussuosa o l’ultimo modello di manico di scopa... Avevano tirato su
sette figli tirando la cinghia, facendo sacrifici, ma li avevano ricoperti
di amore.... Che a Ginny non fosse bastato?
Altrimenti... perché frequentare Malfoy?
Arthur Weasley andò a cercare il suo segretario per avvertirlo che tornava
a casa. Doveva parlare con Molly.... ma prima doveva cercare il modo
giusto per dirglielo... le parole giuste.... Improvvisamente si sentiva
più vecchio di quanto non fosse.
Continua
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