DISCLAMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç DATEMI
DRACUCCIO-TESORO!
...
Harry
Potter e il patto col diavolo
parte III
di Nuel
Ron Weasley detestava chiunque avesse dei pensieri meno che casti nei
confronti di sua sorella. Se quel chiunque, poi, era Draco Malfoy, dire
che lo detestava non rendeva affatto l’idea.
Tuttavia, Ginny aveva deciso di passare la serata, prima del coprifuoco,
alle nove di sera, col suddetto Malfoy.
Ron camminava avanti ed indietro per la sala comune di Grifondoro e
nessuno osava dirgli nulla.
Hermione Granger stava finendo di tradurre un testo in Antiche Rune ed
Harry fingeva di leggere un libro sul Quiddich. Erano le nove meno cinque,
e Ginny non era ancora rientrata.
Il buco nascosto dal quadro della Signora Grassa si aprì e Ginny entrò
sorridente ed arrossata in volto.
Ron muggì come un toro, piazzandosi di fronte alla sorella, Hermione
trattenne il fiato, fissando la scena da sopra i libri ed Harry si
aggrappò al bracciolo della sua sedia.
-Dove sei stata fino ad ora?- Sbraitò diventando color peperone.
-Fuori- Rispose semplicemente Ginny, abituata alle sfuriate del fratello.
-Fuori dove? Sempre con quello?-
-Si: sempre con lui e, dove siamo stati non ti riguarda!-
Ron sibilava, Hermione ed Harry si prepararono alla fine del mondo e gli
ultimi Grifondoro rimasti nella sala si dileguarono cercando di non dare
nell’occhio.
-Cosa ti ha fatto?! Perché sei così rossa? Quel lurido...-
-Non mi ha fatto niente!- Si infervorò lei. -E se ti guardi allo specchio
vedrai quanto sei rosso tu! Draco...-
-Adesso lo chiami pure per nome!- Sbottò sdegnato Ron.
-Certo! Come dovrei chiamarlo? “Malfoy”? “Lurido Serpeverde”? “Hei tu”?-
-Non dovresti chiamarlo proprio! Non ci dovresti avere niente a che fare!-
-E tu dovresti avere più fiducia in me! Non sono una stupida! Non abbiamo
fatto nulla di male! Abbiamo solo chiacchierato ed il tempo è volato via!
Quando ci siamo accorti dell’ora abbiamo fatto una corsa per arrivare in
tempo alle nostre case!- Ginny schizzò via prima che Ron potesse dire
qualcos’altro e si rifugiò nel suo dormitorio.
Hermione la seguì e la ritrovò piangente che dava dello stupido a suo
fratello.
I problemi di Ginny, tuttavia, erano appena cominciati.
Mercoledì mattina, alla prima ora, i ragazzi del primo anno di Grifondoro,
avevano Erbologia con quelli di Tassorosso e quelli del secondo anno,
erano a Cura delle Creature Magiche con Corvonero.... le discipline più
adatte per non stare attenti e spettegolare. All’ora di pranzo, tutta
Hogwarts seppe di Draco Malfoy e Ginny Weasley; seppe che lei lo amava e
la sua famiglia li contrastava e che, per lei, Draco rischiava di essere
disconosciuto dalla propria nobilissima famiglia.
Draco e Ginny ebbero qualche difficoltà a passare inosservati, quel giorno
e decisero di rimandare l’incontro all’indomani.
Ron se ne rimase in disparte, con la muta comprensione ed il sostegno di
Harry.
Ginny aveva tolto il saluto ad entrambi ed Hermione sembrava più
preoccupata per l’amica che per loro.
La scuola era divisa in due: chi appoggiava i novelli “Romeo e Giulietta”,
fosse anche solo per togliersi Malfoy dai piedi, chi, invece, innamorata
del bel Serpeverde, stava affilando gli artigli per “sistemare
l’insopportabile rossa”.
Era questo il caso di Pancy Parchinson: da sempre innamorata del suo
compagno di casa, sua “fidanzatina” in quarta, quando lui l’aveva invitata
al Ballo del Ceppo e, occasionalmente, sua amante.
-Come puoi dirmi di stare calma?!- Stava strillando, nella sala comune
sotterranea di Serpeverde.
-Non ti riguarda, Pancy! Finiscila!- Le rispose con calma il biondo,
sfogliando La Gazzetta del Profeta che aveva ricevuto quella mattina, su
cui compariva un lungo articolo su suo padre.
-Non mi riguarda, dici? Ma io ti amo! Ti amo, lo capisci?-
-Ma io no, Pancy. Mi sembra piuttosto semplice!-
Pancy Parchinson scoppiò a piangere, ma era decisa a non farsi zittire,
questa volta.
-Tu non puoi amare quella... quella.... Weasley!-
-Essere venuta a letto con me qualche volta non ti da alcun diritto su di
me, Pancy... altrimenti ci sarebbero molte ragazze che avanzerebbero
simili proteste....-
Un risolino si alzò tra alcuni dei Serpeverde presenti.
-.... e non fa nemmeno di te la massima conoscitrice dei miei desideri.
Hai ragione: non amo Ginny Weasley, ma lei è sicuramente più adatta di te
a diventare mia moglie! Mi dispiace se mia madre ti ha illusa, ti
garantisco che non era nelle sue intenzioni farti credere che avrebbe
appoggiato una tua candidatura a diventare la prossima Lady Malfoy!-
Pancy fece un passo indietro, poi un’altro, poi gli diede le spalle e si
diresse al suo dormitorio cercando di non dare l’idea che stesse
scappando: gliela avrebbe fata vedere lei a quella piccola, insignificante
rossa!
Draco tornò a sfogliare il giornale: suo padre si era alleggerito di
parecchi spiccioli per cercare di convincere l’opinione pubblica, ma
soprattutto Arthur Weasley, di essere una persona... “al cui figlio si può
concedere la mano della propria figlia”.
In ultima pagina, invece, c’era un trafiletto, come ce ne erano spesso, su
Harry Potter. Infilare il suo nome da qualche parte era sempre un richiamo
sicuro per vendere più copie, da quando il ritorno di Voldemort era stato
dimostrato.
“Count down per Harry Potter” era intitolato, “ Tra pochi giorni,
il_bambino_che_è_sopravvissuto darà gli esami per il M.A.G.O., quale
strada sceglierà poi, questo involontario eroe.....”
Draco fissò la foto di Harry che sorrideva e poi si grattava la fronte, in
prossimità della cicatrice. Era un’immagine molto ingenua.
Draco fece un impercettibile sorriso e sospirò.
-Potter- mormorò a fior di labbra. Immediatamente sentì il desiderio di
stringerlo tra le braccia, di sentire battere il suo cuore vicino al
proprio.... “No, è solo attrazione! Deve essere solo attrazione!” Si
disse, cercando di convincersi, ma più fissava quella piccola foto e più
perdeva il controllo del suo cuore e dei suoi pensieri.
Ripiegò malamente il giornale e decise di andare a letto, senza salutare
nessuno.
Una volta tirate le tende del suo letto, poté dare libero sfogo alle sue
fantasie.
Aver promesso a Ginny di non frequentare altre ragazze rendeva tutto più
difficile: niente sesso: niente distrazioni da Potter, niente sfoghi ai
suoi desideri repressi.
E lui non era abituato a reprimere i propri desideri.
Giovedì mattina, Ginny rigirava il cucchiaio nella scodella della
colazione. Al suo risveglio aveva trovato le tende del suo letto ricoperte
di scritte diffamanti che aveva fatto sparire con un tremante “Gratta e
netta”, mentre le sue compagne la fissavano ammutolite. A deprimerla era
il fatto che solo una ragazza di Grifondoro poteva averlo fatto, dato che
le ragazze delle altre case non conoscevano la parola d’ordine per far
spostare la Signora Grassa.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo dei gufi: almeno una decina
tra lettere e strillettere le vennero recapitate in testa: insulti,
minacce, grida isteriche che le intimavano di stare lontano da Malfoy....
Vedendola sopraffatta dalla situazione, Draco decise di raggiungerla, le
strappò di mano le lettere e le strappò in più pezzi, sotto lo sguardo di
studenti e professori.
-Se qualcuno ha qualcosa da dire, lo faccia di persona!- Disse a voce
abbastanza alta da farsi sentire da tutti.
-Io ho qualcosa da dire!- Si alzò Ron, prendendolo per il colletto della
camicia. -E’ tutta colpa tua, Malfoy! Lascia in pace mia sorella!-
-Basta Ron!- Si intromise Ginny, precedendo il professor Silente.
-Ragazzi! Ragazzi! Calma, per favore! Altrimenti la professoressa
McGranitt ed il professor Piton saranno costretti a togliervi dei punti!-
Ron lasciò la presa su Malfoy e questi tornò al suo tavolo dopo aver
rivolto uno sguardo a Ginny ed un’altro, di sfuggita, ad Harry.
Harry era serio. Forse non si aspettava che Malfoy intervenisse in quel
modo in difesa di Ginny. Non si aspettava nemmeno quel tono quando si era
rivolto a tutti gli studenti. Forse Hermione aveva ragione nel dire che
era diventato più aggressivo, ma forse era solo più sicuro di sè di quanto
non lo fosse stato in passato.
-Tutto bene, Ginny?- Le chiese Hermione quando le acque si furono calmate
un po’.
-Si, grazie- Le sorrise la rossa. -Non immaginavo tutto questo finimondo!-
-Temo che sia solo l’inizio- La avvertì Hermione che, di fan inferocite,
ne sapeva qualcosa dai tempi in cui era stata la ragazza di Krum.
All’uscita dalla Sala Grande, Ginny si sentì afferrare una mano, tra la
folla. Proteso verso di lei, una fila più in dietro, Malfoy cercava di
raggiungerla.
Ginny strinse istintivamente le dita intorno alle sue ed uscirono assieme
dalla folla.
-Mi dispiace per quello che è successo! Tuo fratello ha ragione: è colpa
mia-
-Lascia stare, in fin dei conti sono stata ingenua io a non prevedere che
potesse succedere-
Draco abbassò lo sguardo sulle loro mani ancora strette e Ginny seguì il
suo sguardo. Il suo primo impulso fu di ritirare la mano, ma la stretta
del Serpeverde non intendeva affatto trattenerla: era morbida e calda e
decise di lasciare le cose come stavano.
-Ti accompagno in aula-
-Non arriverai tardi alla tua lezione?-
-Tranquilla: c’è stata luna piena ieri: il professor Lupin arriverà in
ritardo-
Quando Draco arrivò in classe, infatti, Lupin non era ancora arrivato.
Sentì gli sguardi dei suoi compagni su di sè e rivolse loro un sorrisetto
beffardo.
-Cosa c’è Potter: non riesci a staccare gli occhi dalla mia fulgida
bellezza?- Provocò il suo rivale, passandogli accanto ed andando a sedersi
sulla sua stessa fila, un paio di banchi più a destra.
-Puoi anche...- Iniziò a rispondere Harry, ma l’ingresso di Lupin gli
impedì di terminare la frase.
Al cambio dell’ora, Ginny venne intercettata in corridoio da Pansy
Parchinson e Tiger e Goyle. I tre se l’erano svignata prima di dirigersi
alla lezione successiva e si erano appostati fuori dall’aula di Ginny
pronti a cogliere la prima occasione.
Ginny aveva approfittato della breve pausa tra la prima e la seconda ora
per andare al bagno e si era ritrovata accerchiata dai tre Serpeverde.
-Cosa volete?- Aveva chiesto con tono minaccioso la piccola Weasley.
-Adesso ti faccio capire di chi è Draco, piccola insulsa babbanofila!
Tiger! Goyle! Prendetela!-
I due scimmioni, sghignazzando afferrarono le braccia sottili della
ragazza.
-Hai paura ad affrontarmi da sola, Parchinson?- La provocò Ginny.
La bionda le rivolse un sonoro schiaffo.
Ginny rimase sbalordita e con la guancia dolorante per qualche secondo,
poi morse Goyle sulla mano che la tratteneva e pestò con forza Tiger.
Entrambi persero la presa e Ginny ne approfittò per lanciarsi su Pansy,
afferrandole e tirandole i capelli.
La Parchinson gridò e la graffiò con le unghie lunghe.
-Brutta gallina!- L’apostrofò Ginny.
-Maledetta!- Le fece eco l’altra, spintonandola.
Ginny allora morse anche lei, mentre l’altra cercava di assestarle un
calcio alla caviglia.
-Peccato non ci sia un po’ di fango- Gemette Goyle rapito dalla visione.
-Puoi dirlo forte- Gli rispose Tiger.
Proprio in quel momento svoltò l’angolo Mastro Gazza con la sua
inseparabile Mrs. Purr, a cui non parve vero di aver colto in flagrante il
quartetto.
-Ha ha!- Esultò.
Tiger e Goyle lo videro subito e chiamarono a gran voce Pansy, tirandola
via mentre ancora si accapigliava con la sua rivale.
-Vi ho riconosciuti, delinquenti!- Urlò alle loro spalle Gazza, mentre
scappavano a gambe levate.
-Tyger, Goyle, Parchinson e Weasley! Sapevo che la sorella di quei due non
poteva essere una persona per bene! Lo dirò al preside!....-
Draco era nervoso. Si era accorto della mancanza di Pansy e dei due idioti
e la cosa non gli pareva affatto buona. Alla lezione precedente c’erano,
ma nel cambio d’aula si erano dileguati senza che lui se ne
accorgesse..... forse era stato troppo impegnato a fissare gli arzigogoli
che formavano i capelli di Harry sulla sua nuca....
All’ora di pranzo cercò Ginny, ma anche lei sembrava sparita e, cosa
strana: mancavano pure Silente, Piton e la McGranitt. Se non altro poteva
fissare il tavolo di Grifondoro e, quindi, Harry senza dover dare
spiegazioni, dato che, per tutti, era implicito che “cercava Ginny”.
A metà pasto gli assenti arrivarono tutti assieme. I tre insegnanti
sembravano piuttosto arrabbiati, in particolar modo Piton, mentre i tre
Serpeverde erano alquanto abbacchiati.... specialmente Pansy sembrava...
uscita da una rissa...
Draco guardò subito in direzione di Ginny. La rossa sembrava malconcia, ma
sorrideva ed era di ottimo umore.
Draco attese con impazienza la fine del pasto. Quando poté avvicinarla, la
ragazza gli sorrise facendo spallucce.
Pansy passò accanto ad entrambi a gran velocità, sibilando contro la
rossa.
-Avanti! Cosa aspetti a dirlo a Draco, adesso!-
-Dirmi cosa?- Volle sapere subito lui.
-Lascia perdere: Pansy è già stata rimproverata abbastanza dal preside e
da Piton-
-E’ stata lei a ridurti così?!- Strabuzzò gli occhi il ragazzo.
-Già, Malfoy! Ripeto il concetto: sta lontano da mia sorella!- Si
intromise Ron, ma non ci fu tempo per discutere: forse per prevenire altri
fatti spiacevoli tra gli studenti delle loro case, la McGranitt e Piton si
misero a “sorvegliare” l’uscita dalla Sala.
Quella sera, nelle sale comuni delle quattro case, non si parlava d’altro
che della furiosa litigata tra le due spasimanti di Malfoy.
Ginny si era chiusa in camera e non voleva vedere nessuno. Aveva giusto
accettato la compagnia di Hermione e Grattastinchi.
Ron, stanco del brusio di sottofondo e degli additamenti dei suoi compagni
di casa, era di umore nero.
-Non ce la faccio proprio più Harry! Guarda te se devo finire il mio
ultimo anno ad Hogwarts in questo modo! Ginny si è proprio rimbambita!-
Sbraitava il rosso, continuando a sbattere di qua e di là un paio di libri
su cui avrebbe dovuto studiare.
-Senti, che ne dici se andiamo un po’ da Hagrid? Magari lui ci da qualche
buon consiglio...-
-Buon consiglio? L’unica cosa sensata sarebbe che Ginny non vedesse più
quel figlio d’una serpe! Ma figurati se mi ascolta!! OK, usciamo, mi farà
bene un po’ d’aria fresca!-
Harry prese rapidamente il suo mantello dell’invisibilità e, una volta ben
nascosti, i due ragazzi attraversarono non visti il castello ed il parco,
arrivando alla casetta del loro amico.
Nella sala comune di Serpeverde, Pansy stava pagando con calde lacrime la
sua bravata della mattina.
Draco l’aveva afferrata per i capelli, obbligandola a piegare la testa e
poi ad inginocchiarsi. Le aveva dato un ceffone che le aveva gonfiato la
guancia e continuava ad urlare. Anche Tiger e Goyle erano stati “rimessi
al loro posto”. A Goyle, Malfoy aveva rotto una sedia sulla schiena. Un
ragazzino del primo anno aveva visto i suoi libri prendere il volo perché
erano appoggiati su un tavolo che Malfoy aveva rovesciato.
In tutta la sala, i Serpeveverde tacevano spaventati ed appiattiti contro
le pareti.
-Perdonaci capo...- Tentò Tiger, che aveva soccorso Goyle, che per fortuna
era abbastanza grosso ad assorbire il colpo.
-Come mi hai chiamato, idiota?!-
-Ca... capo....-
-Appunto: “CAPO”! Signigìfica che io comando e voi, branco di falliti,
ubbidite! E’ CHIARO?!-
-Chiaro... chiaro....- Si levarono alcune voci impaurite, mentre Malfoy si
aggirava al centro della stanza come una belva in gabbia.
-Il che significa che, da oggi in poi, chi farà anche il più piccolo gesto
contro la Weasley o un altro “qualsiasi” Grifondoro, SE LA VEDRA’ CON ME!
CHIARO?-
-Si.... va bene...- Si levarono altre vocette impaurite.
Draco se ne andò in camera, sbattendo la porta e Pansy rimase qualche
altro minuto a piangere, a terra, al centro della stanza.
Quando aveva conusciuto Malfoy, era un ragazzino arrogante e viziato,
codardo, che si portava sempre dietro i suoi due tirapiedi, ma era anche
elegante, raffinato, forse non era proprio gentile, ma avevano condiviso
tanti bei momenti insieme.... ma da qualche mese era cambiato. Negli anni
era diventato più sicuro di sè, più determinato, ma ora.... Pansy non lo
riconosceva più: era come se un veleno incontrollabile lo stesse
cambiando, una rabbia senza fine... Era convinta di conoscerlo, anche
adesso... appena due notti prima avevano fatto l’amore....le prime volte
Draco era stato dolce, tenero... ora sembrava non gli importasse più con
chi era, smaniava di arrivare alla fine, di sfogare qualche desiderio che
reprimeva dentro di se... Si, Pansy era convinta che di questo si
trattasse: era lui il primo a soffrire, forse perché desiderava qualcosa
che non poteva avere... e lei poteva solo amarlo.... perché lei lo
conosceva, nonostante tutto, lei lo conosceva meglio di chiunque altro.
Zabini la aiutò ad alzarsi e le porse un fazzoletto.
-Dai- Le disse solamente e lei sparì nella sua camera.
Draco aveva buttato nervosamente gli abiti su una sedia, inveendo ancora
contro Pansy e gli altri due. Il suo piano rischiava di andare a monte...
sperava di essere intervenuto abbastanza presto ed in modo abbastanza
deciso da evitare ulteriori intromissioni.
Si buttò sul letto senza indossare il pigiama, strattonando le pesanti
tende verde scuro.
Ginny era la sua chiave per arrivare ad Harry, non poteva perderla! Non
poteva!
Aveva bisogno di uno sfogo, quella notte. Si maledisse per aver accettato
le condizioni di Ginny... aveva bisogno di una donna, quella notte....
-Harry- Chiamò piano.
Era di lui che aveva bisogno. Senza più pensarci cominciò a masturbarsi
rudemente, immaginando di poter abusare del suo rivale a suo piacere.
Quando l’orgasmo montò, dentro di lui, scoprì che erano più appaganti le
lacrime che sgorgarono dai suoi occhi nello stesso momento e si lasciò
scivolare, sfinito, sul letto.
Continua
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