DISCLAMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç DATEMI DRACUCCIO-TESORO!
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Harry Potter e il patto col diavolo

parte I

di Nuel


Sdraiato sul letto, continuava a fissare il soffitto scuro, un braccio ripiegato sopra la fronte. In fin dei conti chi gli impediva di dare libero sfogo alle sue fantasie, finché era solo in camera? Poteva immaginare di fare sesso con la sua nemesi ed intanto masturbarsi fino a non poterne più, nessuno l’avrebbe mai saputo. Invece sospirò e si mise a sedere. Quanto mancava ai M.A.G.O.? Un mese? Trentadue giorni, sabati e domeniche incluse, per l’esattezza.
Draco si passò le mani sul viso e scosse la testa: troppo pochi per recuperare sette anni di insulti, liti e dispetti e poi, tre quarti di quello che aveva detto in quegli anni, lui lo pensava veramente: odiava i Weasley, gli facevano schifo i Babbani ed i mezzosangue e Potter avrebbe fatto meglio a scegliere in maniera più oculata i suoi amici....
Si ributtò sul letto, tirando fuori il cuscino dal copriletto e piazzandoselo sopra il viso. Un Malfoy adolescente, in calore per il suo eterno rivale..... doveva essere uno spettacolo pietoso!
Si mise a pancia in giù, sfregando l’inguine pulsante contro il materasso, non si sarebbe abbassato a tanto per Potter! Per avere le sue mani addosso... la sua bocca da baciare..... i suoi occhi a fissarlo......un gemito gorgogliante gli uscì dalla gola. Decise che aveva bisogno di distrarsi, un voletto sulla sua scopa, magari... poi pensò al manico di legno solido che avrebbe avuto tra le gambe e decise che sarebbe stata una pessima scelta, una doccia fredda, alla svelta, sarebbe stata sicuramente migliore!
Si stava ancora strofinando i capelli con un asciugamano di spugna quando la vocetta di Pansy accompagnò un bussare insistente alla porta del suo dormitorio.
-Che vuoi?- Chiese sgarbatamente.
-Draco, tesoro, stiamo aspettando solo te, vuoi venire?-
-Voi andate, Pansy, io arrivo più tardi-
-Ma, Dra...-
-Non rompere Pansy, ho detto che vengo dopo!-
Da un po’ aveva preso ad odiare le uscire ad Hogsmead. Le coppiette che a scuola mantenevano un atteggiamento consono all’ambiente, una volta in libera uscita, stavano appiccicate, si tenevano per mano od a braccetto, si sbaciucchiavano.... e lo infastidivano oltre misura. Draco si rendeva conto che la sua era solo invidia, ma doveva superare lo scoglio e far finta di nulla. Tempo prima sua madre gli aveva detto, scuotendo la testa, che il suo modo di amare era molto simile a quello di suo padre.
Il matrimonio tra Lucius e Narcissa era stato combinato dalle loro famiglie, in realtà i Black avevano offerto Bellatrix, in quanto primogenita, ma appena suo padre aveva visto sua madre se ne era innamorato follemente. Lei era ancora una ragazzina e non lo aveva considerato molto. Per questo lui aveva impiegato ogni mezzo per conquistarla, finché non era riuscito ad ottenere il suo amore non aveva pensato ad altro ed, alla fine, l’aveva rinchiussa nella prigione dorata di casa Malfoy, come sua regina e sua prigioniera a cui non era consentito parlare con nessuno al di fuori dei parenti.... Lucius era folle di gelosia, ma Narcissa non era la ragazza ingenua che poteva essergli sembrata al loro primo incontro: sua sorella Bellatrix aveva un forte ascendente su di lei e l’aveva condotta al cospetto del suo visionario signore: Lord Voldemort. Narcissa era diventata una sua adepta ed aveva convinto anche il marito a divenirlo. Voldemort aveva tirato fuori il meglio ed il peggio da Lucius, che era riuscito persino a sopportare che la sua splendida ed adorata moglie diventasse una delle amanti dell’Oscuro Signore. Da quel momento si era incrinato qualcosa tra loro, eppure Lucius continuava ad amarla quasi morbosamente.... Draco si era fatto un punto di non innamorarsi mai. Aveva avuto decine di storie, dentro e fuori Hogwarts, ma nessuna era stata importante e così doveva continuare ad essere. Non voleva ritrovarsi nella situazione di suo padre.
Quando lui era nato, il sospetto che potesse essere figlio di Voldemort e non suo aveva attanagliato l’animo di suo padre finchè non era stato più che evidente che quel bambino nato prematuro di quasi due mesi era il ritratto del nobile Malfoy. Allora suo padre aveva passato i giorni e le notti a vegliare quel bambino fragile e troppo piccolo, dietro le tendine di una culla magica, perdendoci il sonno e la fame: lui e Narcissa racchiusi in un unico essere: il loro piccolo Draco. Un bimbo viziato come pochi, a cui ogni capriccio veniva perdonato, ogni desiderio esaudito.... Draco non era abituato a non ottenere quel che voleva. Sapeva che, se avesse detto a suo padre che voleva per sè Harry Potter, suo padre se ne sarebbe infischiato del loro Signore ed avrebbe convogliato tutte le sue energie a catturare lo sfregiato per donarlo al suo unico, adorato figlio, ma Draco, questa volta, sapeva di non poter chiedere a suo padre.... doveva soffocare quella maledetta attrazione e scordarsi di Potter.
Se solo quel maledetto giorno non si fosse girato a vedere la faccia di Potter mentre Piton lo rimproverava... se non avesse incontrato il suo sguardo.... Era già successo decine di volte, no? E allora perché quella era stata diversa? Forse i suoi ormoni erano impazziti di colpo per qualche ragione strana, forse aveva la febbre e non se ne era reso conto.... fatto restava che il cuore aveva perso un battito, si era sentito andare a fuoco e si era ritrovato con gli occhi lucidi. Voleva difenderlo dallo scherno di Piton, voleva abbracciarlo e stringerlo forte a sè... Non era più riuscito a liberarsi di quella strana, assurda sensazione. Draco Malfoy, quella sera, piangendo silenziosamente sul suo letto, come un bambino, mentre gli altri già dormivano, decise di odiare i colpi di fulmine.
Su tutto questo rimuginava, ormai ad Hogsmead, quando andò a sbattere contro qualcuno.
-Tu?- Sibilò acido riconoscendo Hermione Granger. -Togliti dai piedi, mezzosangue!- Le urlò quasi dietro, facendo un’espressione schifata e spolverandosi il mantello dove aveva urtato la ragazza.
-Togliti tu dai piedi, Malfoy!- Rispose a tono una voce proveniente dalle sue spalle.
Draco sbiancò riconoscendo la voce di Harry. Un attimo dopo si ritrovò sbattuto contro il muro del negozio da cui Potter e Weasley erano usciti insieme.
-Guarda, guarda! Malfoy una volta tanto da solo! E’ facile prendersela con una ragazza, vero?- Lo punzecchiò Ron.
-Lasciatelo perdere, ragazzi! Andiamo via!- Si intromise Hermione, temendo che la situazione degenerasse.
-Hai ragione Hermione: questo qui non vale neanche la fatica di arrabbiarsi!- Le rispose Harry, lasciando la presa sulle spalle di Malfoy ed allontanandosi con gli amici.
Draco recuperò il respiro lentamente e si sentì scivolare lungo la parete. Harry lo odiava davvero, di più: lo disprezzava. L’aveva sentito nel suo tono, l’aveva avvertito nella sua presa, l’aveva visto sul suo viso, in quell’espressione di disgusto.... Averlo tanto vicino da sentire il suo alito sul viso così, all’improvviso e poi.... Draco cominciò a singhiozzare, nascondendo il viso sulle ginocchia piegate, dimentico di essere su una strada frequentata, dimentico di dover mantenere alto l’onore dei Malfoy.... semplicemente non riusciva a smettere e, a pensarci bene, neppure voleva smettere. Sentiva che piangere gli faceva bene. Immensamente bene.
Forse passò un quarto d’ora, il tempo era un concetto astratto e privo d’importanza, quando un gridolino lo riscosse: Pansy gli fu subito addosso.
-Draco, amore, cos’hai? Stai male?-
-Si, Pansy, ora che ti vedo sto male! Lasciami in pace!-
-Ma, Dra....-
-Fatti gli affari tuoi, Pansy! Io torno al castello!-
-Vuoi che ti accompagni?-Squittì preoccupatissima lei.
-No, Pansy, altrimenti te lo avrei chiesto!- Tagliò corto lui, fingendo di non avere il volto pallido e rigato di lacrime e gli occhi rossi.

-Non lo sopporto più quel viscido arrogante stronzo di Malfoy!- Sbraitava Ron davanti alla sua burrobirra, ad un tavolo dei Tre Manici di Scopa.
-Lascia stare Ron, quello è sempre stato così-Cercò di calmarlo Harry.
-Veramente è sempre peggio- Precisò Hermione.
-Che vuoi dire?-
-Malfoy è sempre più aggressivo. I suoi voti sono peggiorati e spesso litiga persino con Piton. E che dicono che il movimento rilassa!-
-Movimento?- Chiese Ron.
Hermione arrossì , forse era convinta di aver solo pensato l’ultima frase.
-Bhe, ultimamente è facile trovare qualche ragazza a piangere nei bagni delle ragazze per essere stata scaricata da Malfoy dopo una notte o due... e, dal numero di ragazze direi che c’è un gran viavai nei sotterranei, negli ultimi mesi-
-E i professori non dicono nulla?- Chiese sbalordito Harry.
-Che vuoi che dicano? Anche se lo sanno, il responsabile di Serpeverde è Piton e lui, a Malfoy, fa passare liscia quasiasi cosa!-
-Si, ma... se dovesse succedere qualcosa a qualche ragazza...-
Hermione fece spallucce.
-La maggior parte delle ragazze sono Serpeverde, sicuramente conoscono qualche pozione per evitare il nascere di certi... problemi. Le altre preferiscono stare zitte che dire di aver perso la testa per Malfoy!-
-Roba da non credere!- Commentò Ron.
-Malfoy è un gran bel ragazzo, Ron. Non si può negarlo e, per un sacco di ragazze presenta non poche attrattive: è ricco, nobile, potente...-
-Ed è figlio di un mago oscuro, o non conta nulla?- La interruppe Harry.
-Le ragazze fanno un sacco di cose stupide, quando si innamorano, Harry!- Gli rispose lei con sufficienza, quasi a volergli ricordare implicitamente certe stupidaggini che aveva fatto lui quando frequentava Cho Chiang.
-Comunque dev’essere una caratteristica dei Malfoy!- Sghignazzò Ron. -I miei mi hanno raccontato che Lucius, quando era ad Hogwarts, faceva stragi di cuori! Una volta ci provò con la mamma, ma si intromise papà: è da allora che lui e Lucius si odiano. Mamma ha detto che papà era paonazzo, tremava e balbettava, ma quando Malfoy si è avvicinato troppo alla mamma, papà gli ha tirato un pugno sul naso! Lui non se lo aspettava e così lo prese in pieno!-
I ragazzi scoppiarono a ridere immaginando la scena.
-Papà dice che gli piaceva anche tua madre, Harry- Aggiunse il rosso dopo un attimo. -Ma non ci ha mai provato con lei perché era figlia di Babbani-
-Meglio così... altrimenti mio padre non si sarebbe limitato ad un pugno!- Sorrise Harry.
-Allora era meglio se ci provava: forse oggi non ci sarebbe Malfoy a rovinarci le uscite!- Ribatté Ron, convinto. Risero di nuovo tutti e tre.

Draco Malfoy non si mangiava le unghie, però quella fastidiosa pellicina sul polpastrello del pollice era sacrificabilissima al suo nervosismo crescente.
Quella sera, dopo cena, avrebbe abbordato la prima ragazza al di sopra del quinto anno che gli sarebbe capitata a tiro e si sarebbe fato una bella scopata che gli avrebbe permesso di dormire sonni tranquilli.
Il castello era piuttosto silenzioso, non erano molti quelli che erano già tornati dal villaggio, tuttavia, Draco cominciò, con passo lento e strascicato, a dirigersi alla Sala Grande.
Si mise al suo posto e, venti minuti dopo, annegò nel vociare degli studenti affamati che riempivano al Sala.
Le cene, dopo la visita ad Hogsmead erano sempre chiassose: cose da raccontarsi, scherzi da mostrare.... si trattenne nonostante l’evidente fastidio, tamburellando le dita sul tavolo, per dare tempo agli altri studenti di lasciare i tavoli e spargersi per la scuola.
Quando decise che nei corridoi doveva esserci abbastanza movimento, si alzò lentamente e lasciò la Sala.
Fece appena in tempo a girare l’angolo della porta che un tornado li investì in pieno petto.
-Oh! Scusami tanto, Malfoy!- Disse una voce dolce e allegra.
“Lei!” Pensò subito Draco, pronto a sedurre la ragazza, ma appena abbassò lo sguardo sulla chioma rossa...
-Weasley!- Strabuzzò gli occhi.
Ginny Weasly gli sorrise sbattendo le lunghe ciglia un paio di volte.
-Scusa, non l’ho fatto apposta: ho dimenticato a tavola una cosa e stavo andando a riprenderla-
-Fi.. figurati! Tu, piuttosto, non ti sei fatta male, vero?-
-No... no, Malfoy... che ti prende? Sei strano!-
-Strano? Perché?-
-Di solito tu non sei affatto gentile... e soprattutto: tu sei un Malfoy... io sono una Wealey!-
Draco rimase interdetto: ragionamente perfetto, non c’era che dire! Fra tutte le persone possibile, proprio lei: la piccola di casa Weasley! E lui odiava i Weasley! Per di più lei gli parlava tranquillamente! Ed era diventata proprio carina, non si poteva negare!
-Ora scusa, Malfoy, ma io devo andare! Ciao-
-Aspetta...- Ma Ginny era già sparita.
Draco sbuffò, quella sera non aveva più voglia di cercare qualcuno da sedurre.........
-Draco, tesoro, c’è qualcosa che non va?-
-No, Pansy.... anzi, vieni con me!- In fin dei conti, non gli piaceva l’idea di andare a letto da solo.

Il lunedì mattina, le lezioni ripresero come sempre. Per gli studenti del settimo anno era iniziato un ripasso forsennato di tutte le materie.
Draco Malfoy si augurava con tutto il cuore che Harry Potter, quel week end, avesse studiato un po’ meglio Pozioni: l’idea di sentirlo di nuovo rimproverare da Piton lo atterriva.
Grifondoro e Serpeverde facevano insieme la terza e la quarta ora, nell’aula lugubre del professor Piton.
Malfoy, come sempre, prese posto in prima fila. Lui e la Granger si contendevano i voti più alti in quel corso. Di fatto, la Granger era l’unica Grifondoro che potesse competere con i Serpeverde a Pozioni e non perché i Serpeverde fossero i migliori in assoluto, ma perché il professor Piton li favoriva in modo assolutamente spudorato.
Malfoy se ne era reso veramente conto solo due mesi prima: Potter aveva mescolato gli ingredienti in un intruglio assolutamente improponibile, ma altrettando disgustoso era risultato il contenuto del calderone di Goyle. Il professore aveva sorvolato sulla pozzione del Serpeverde ed aveva letteralmente umiliato Harry.
Draco si era girato ad osservare la scena. Harry teneva lo sguardo fisso in basso, mentre Piton gliene diceva di tutti i colori. Quando l’insegnante ebbe finito e gli ebbe dato le spalle, Harry sollevò il viso, non sorrise, non disse assolutamente nulla. Fissò l’uomo con sguardo freddo, poi sorrise a Weasley che gli tirava una manica e si risiedette al suo posto ed era stato... splendido. Per quanto Draco si rigirasse quella cosa nella mente, nulla rendeva l’episodio speciale per qualche motivo, e allora perché gli aveva fatto quell’effetto?
Harry si era comportato con decoro ed aveva manifestato un certo orgoglio... quasi da Serpeverde.... Aveva sorriso in modo dolce, con gli occhi fermi... Draco si morse la lingua: ancora quello sguardo che gli faceva perdere il controllo, ancora quelle labbra che sembravano così morbide.....
-... ha capito, signor Malfoy?- La voce di Piton lo ritrasse dai suoi pensieri.
-Come?... si, certo... mi scusi!-
Un leggero mormorio subito messo al bando dall’insegnante si era levato dai banchi dei Grifondoro: Draco Malfoy si distraeva dalla sua lezione preferita!
Quando, verso la metà della seconda ora, Piton cominciò a fare il giro tra i calderoni, Malfoy gettò un rapido sguardo alle sue spalle: dal calderone di Harry uscivano bolle giallognole che, rompendosi, liberavano uno sgradevole odore di marcio. Draco si sentì morire: nemmeno lui aveva eseguito un ottimo lavoro: la sua pozione era di un blu troppo chiaro e non era abbastanza densa... doveva smettere di pensare ad Harry!
Piton si fermò davanti a Paciòk, scrutando dubbioso il liquido verdastro, forse intendeva sperimentarlo sul maldestro fattucchiere.
Draco cominciò a contare i secondi, sperando che Piton si mantenesse alla larga da Harry fino al suono della campana.
-E questo cosa sarebbe, Potter?- Sibilò l’insegnante con evidente entusiasmo.
Harry non aveva ancora risposto che Draco, occhi serrati, si era alzato di scatto, facendo cadere la sedia.
-Mi scusai professore, mi sento male!- Gemette attirando l’attenzione di tutti e corse fuori. Non intendeva andare in infermeria, voleva solo evitarsi lo strazio degli insulti riservati a Potter.
Subito dopo la campana suonò e, neanche a dirlo, Draco fu raggiunto da Pansy Parkinson.
-Draco, cosa ti senti?- Miagolò la ragazza con gli occhi acquosi per la preoccupazione.
-Lasciami in pace, Pansy... lasciami in pace- Disse in soffio lui.
Pansy dovette restarne molto colpita perché non riuscì a ribattere nulla.
Draco rimase appoggiato al muro per qualche altro secondo e poi decise di andare a prendere un po’ d’aria.

All’ora di pranzo, nella Sala Grande, in molti notarono l’assenza di Malfoy. La Parkinson giustificava come poteva la sua assenza con quanti le chiedevano dove fosse finito e come stesse.
Al tavolo di Grifondoro, invece, si sprecavano battute sull’improvviso malore del più acerrimo nemico della loro Casa.
-A forza di scopare a destra ed a manca si sarà beccato qualcosa!-
-Magari una delle tante gli ha annunciato di essere incinta e non sa come dirlo al paparino!-
-Una delle tipe che ha scaricato gli avrà lanciato qualche maledizione-
-Non sapevo che tutti sapessero dell’iper attività di Malfoy!- Trasecolò Ron.
-Ci sono un sacco di ragazzi che hanno perso la fidanzata per colpa sua... anche a Grifondoro!- Sentenziò Hermione servendosi una porzione di mela caramellata.
-Pazzesco!- Commentò Harry notando le varie facce scure tra le ragazze del suo tavolo.
-Malfoy è decisamente figo!- Fece spallucce Ginny. -E sa anche essere educato, quando vuole!-
-Ginny!- La rimproverò Ron.
-E’ la verità!-

Il Barone Sanguinario trovò Draco alla Guferia. Era da più di un’ora che lo cercava.
-Salve Draco!-
-Barone!- Rispose lui educatamente.
-Ti sto cercando da molto!-
-Sono sempre stato qui-
Il barone abbassò la testa in un gesto deciso per poi rialzarla subito.
-Tuo padre ti sta aspettando nello studio del professor Piton-
-Mio padre? Non mi aveva avvertito che sarebbe venuto!- Rispose in fretta con un tono di voce un po’ più alto del solito.
Il Barone fece spallucce e, con un gesto della mano, lo invitò a scendere nei sotterranei.
Draco corse giù per le scale, zigzagando tra molti studenti. Si fermò a riprendere fiato ad un passo dalla porta scura dello studio di Piton e si ricompose prima di bussare.
Dall’interno giungevano le voci dei due uomini: sembravano di buon umore, ridevano, addirittura. Questo rincuorò Draco: non doveva essere successo nulla di terribile.
Bussò.
-Avanti!- Invitò Piton.
-Bon giorno professore. Padre! Scusate il ritardo, ma non sapevo...-
-Lascia perdere, Draco. Come ti senti?-
Draco impiegò qualche istante prima di capire che Piton si riferiva al suo falso malore della mattinata.
-Oh! Bene! Bene, grazie, professore!-
-Bene, allora vi lascio soli. Ci vediamo dopo, Lucius-
Piton uscì con passi decisi dalla stanza, lasciando soli padre e figlio.
-Come stai Draco? Severus mi ha detto che sei stato poco bene, stamane-
-Non era nulla padre, e voi, piuttosto? E mia madre?-
-Bene. Ti manda a salutare e ti raccomanda di impegnarti per gli esami-
-Ditele che mi sto impegnando. Ma, come mai questa visita improvvisa?-
Lucius lo invitò a sedere di fronte a sè con la mano che reggeva il bastone da passeggio. Da quando era entrato continuava a fissarlo con un affettuoso sorriso carico di orgoglio paterno.
-Draco... tu sai che la famiglia Malfoy è molto antica ed ha delle tradizioni antiche...-
-Certo, padre. Non girateci intorno, per favore!-
Il sorriso di Lucius si allargò. -Tra un mese lascerai definitivamente Hogwarts. So che hai avuto molte piacevoli distrazioni negli ultimi mesi, figliolo, ma... nessuna di rilievo, da quel che mi risulta-
Draco sollevò un sopracciglio. -State parlando di ragazze?-
Lucius rise piano. -Si, Draco, di ragazze. Come sai, tua madre ed io ci siamo sposati appena finita la scuola. Eravamo fidanzati già da molto.... i tempi cambiano, anche se noi non vorremmo, per cui non pretendo che tu prenda moglie subito, ma.... sarebbe bene che almeno ti fidanzassi-
Draco lo ascoltava con la fronte leggermente corrugata. Aveva evitato di pensare ai suoi doveri di erede del casato fino a quel momento, doveri che prevedevano che Lui desse una discendenza al nome dei Malfoy....
-Tua madre vorrebbe organizzare una festa per farti incontrare le figlie delle famiglie più importanti, tuo nonno Draco preferirebbe che seguissi le tradizioni fino in fondo e sposassi tua cugina Calista, ma... se c’è qualche ragazza a cui tieni particolarmente, io preferirei che tu seguissi il tuo cuore, Draco. C’è nessuna ragazza a cui tieni in modo speciale?-
Draco Malfoy si alzò e camminò lentamente fino allo scaffale pieno di barattoli del suo insegnante di Pozioni e rifletté per qualche minuto, poi si girò e, fissando suo padre negli occhi, parlò con voce chiara e sicura.
-Si padre, ce n’è una. Io voglio Ginny Weasley!-


Continua