Disclaimers: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco

 

 


Inferno

parte XVIII

di Nuel

 

Harry aspettava semplicemente che il tempo trascorresse.
La torre nord era silenziosa e la luce della luna coperta da qualche nuvola la raggiungeva particolarmente soffusa.
Era stata una giornata lunga e pesante: Hagrid era rientrato qualche ora dopo l’alba, zoppicante e con parecchie escoriazioni. A vederlo coperto di sangue si sarebbe temuto il peggio, ma, per fortuna, le sue ferite erano meno serie di quanto apparissero. Tra le braccia portava Remus, svenuto, ferito, anche lui coperto di sangue.
Gli ufficiali del Ministero erano già arrivati al castello da alcune ore ed assillavano Silente perché li autorizzasse ad andare a cercare il licantropo nella Foresta Proibita. Il preside si era rifiutato asserendo che il loro guardiacaccia sarebbe stato più che sufficiente a riportare al castello l’ex insegnante.
Lo avevano prelevato immediatamente ed erano spariti con una passaporta.
Harry aveva passato la giornata urlando contro il preside, contro la McGranitt e contro chiunque gli rivolgesse la parola.
Voleva sapere dove lo avevano portato. Cosa gli avrebbero fatto.
Non gli bastavano le garanzie degli insegnanti che non gli sarebbe stato fatto alcun male, che sarebbe stato attentamente visitato e poi processato.
Il suo destino era forse quello di venire rinchiuso in una riserva e, ad Harry, pareva di impazzire nell’attesa.
Intanto il ragazzino ferito, Mathias Colmar, un Tassorosso tredicenne dall’aspetto smunto, si era risvegliato. Aveva detto di essere stato aggredito vicino alle cucine, dove era andato a cercare del cibo per uno spuntino notturno.
Madama Chips aveva iniziato subito a sottoporlo agli esami, ma sarebbe servito del tempo per sapere se era rimasto vittima del contagio.
I suoi occhi erano talmente grandi e disperati che Harry sentì tutta la tensione e l’angoscia sparire di nuovo, lasciando il posto ad un enorme senso di colpa.
Si era dimostrato egoista ed immaturo. Non aveva valutato il reale pericolo che Remus costituiva, troppo preoccupato di perdere un amico importante.
Un errore di valutazione.
Gli sarebbe stato fatale in uno scontro con Voldemort.
Avrebbe potuto essere fatale per una persona che stava male...
Harry si rigirava il concetto in testo, rifiutandosi di ammettere che Zabini poteva avere ragione: lui non era in grado di avere cura di Draco. Non in quel momento, almeno.
Iniziava a chiedersi se fosse la sua coscienza che voleva punirlo e lo faceva imponendogli di rinunciare al ragazzo che amava.
Si supponeva che lui fosse il salvatore del mondo magico, ma cosa aveva fatto per salvare quel ragazzino? Cosa stava facendo per Draco?
Forse non era capace di badare neppure a se stesso, o forse, badare a se stesso, era il massimo che poteva fare finché fosse esistito Voldemort.
Aveva bisogno di riflettere con calma, così si era rifugiato su quella torre.
Osservava la luna chiedendosi come stesse Remus, ovunque fosse e se fosse consapevole di aver morso uno studente.
Raggiungere la torre ed appoggiarsi alla balaustra era stato un impulso istintivo.
Ad un certo punto si era chiesto se si fosse aspettato di trovarci Draco, ma dopo un’ora abbondante, la sua mente era ben lontana dal principe dei Serpeverde.
Fu allora che un presenza lunare comparve accanto a lui.
La leggera brezza primaverile scompigliava dolcemente i capelli sciolti di Malfoy, silenzioso e pallido, che era sopraggiunto e si era appoggiato alla balaustra accanto a lui.
Dopo qualche istante Harry si girò a guardarlo e Draco gli rivolse un piccolo sorriso.
Harry cercava disperatamente qualcosa da dire, ma fu preceduto da Malfoy.
-Questo è il posto ideale per restare soli a pensare, vero?- Gli chiese con voce bassa e calda, che fece rabbrividire Harry di desiderio.
Il Grifondoro annuì solamente, la gola secca e gli occhi incollati a quelli dell’altro.
-Ho sentito di Lupin. Ti hanno già fatto sapere qualcosa?-
Nessun “Mi dispiace”, nessuna falsa preoccupazione, anzi, un tono annoiato, la domanda era pura formalità.
-Non ancora- Rispose secco Harry. -E tu... perché sei qui?- Gli chiese con la voce leggermente gracchiante, cercando di resistere al desiderio, ammonendosi che stava pensando, non più di due minuti prima, quanto quella sua stupida cotta contasse rispetto ai suoi doveri. Eppure una vocetta insistente continuava a urlargli che il suo era amore e che avrebbe salvato il mondo solo per quell’eterea figura bionda.
Draco sospirò, tornando a fissare lo spazio di fronte a sè.
-Blaise-
Harry sussultò. -Zabini?-
Malfoy annuì, socchiudendo gli occhi ed inspirando a fondo. Tra le ciglia chiare colse in un lampo il nervosismo di Potter e decise di approfittarne.
-Mi ama troppo... a volte mi chiedo se me lo merito...- Rispose con voce di nuovo calda, tornando a fissarlo, stringendosi le braccia intorno al corpo e sorridendogli dolcemente.
-Tu ti meriti tutto l’amore...- Harry si interruppe bruscamente, arrossendo in modo incredibile.
Draco produsse un suono basso ed ovattato, simile alle fusa di un gatto e gli rivolse uno sguardo malizioso.
-Hai... hai freddo?- Cambiò argomento Harry.
-No. Cosa dicevi... sull’amarmi?-
Harry prese a torturare il bordo della sua giacca con le dita, costringendosi a non distogliere lo sguardo dal suo.
-Che anche io ti darei tutto l’amore di cui sono capace!- Rispose con una voce flebile flebile.
Draco gli sorrise apertamente e poi sembrò rattristarsi. Si raddrizzò, allontanandosi di un passo dalla balaustra ed abbassò lo sguardo.
-Lascia perdere, Potter: sono una puttana troppo costosa per te!-
Harry impallidì con la stessa velocità con cui era arrossito.
-Non parlare di te a questo modo!- Sbottò afferrandolo per le braccia e scuotendolo.
Draco, che non si era aspettato quel contatto irruento, barcollò e lo fissò sorpreso.
-Tu non sei una puttana! Sei un ragazzo stupendo!-
-Stupendo? Cosa ti piace in me, Harry?- Gli chiese docilmente.
Harry lo strinse a sè, il cuore che batteva all’impazzata nel petto.
-Sei bellissimo. Determinato, intelligente....- Lo baciò dolcemente, ma dopo il primo contatto desiderò affondare nella sua bocca calda, forzandogli le labbra.
Draco rispose con passione, stringendosi di più a lui ed Harry sentì la consistenza del suo corpo premuto al proprio e non seppe resistere alla tentazione di far scorrere le mani su di lui, sulla stoffa liscia della camicia e sui pantaloni così delicatamente adagiati sulle sue natiche.
Strinse le dita sul sedere magro del Serpeverde, facendolo gemere nella sua bocca.
Harry sospirò staccandosi da lui. -Sei meraviglioso!- Ripetè quasi trasognato.
Draco constatò come i loro corpi combaciassero bene e fece scivolare i palmi delle mani sul petto di Harry, piegò elegantemente la testa di lato, fino ad appoggiarla sulla sua spalla, in modo da parlare direttamente nel suo orecchio.
-Cosa vedi, Potter? Me? Oppure un corpo che ti vorresti scopare? Cosa sai di me per dire che mi ameresti?-
-Non è...!- Cercò di protestare il Grifondoro, ma Draco lo zittì appoggiando l’indice sulla sue labbra. Gli appoggiò la mano tra le gambe e la strofinò piano, strappandogli un gemito.
Harry sentì la calda pressione sul suo inguine e, contemporaneamente i capelli rizzarglisi sulla nuca. -Draco!- Gemette eccitato.
-Verrei a letto con te in un solo caso, Potter!- Gli sibilò freddamente all’orecchio, stringendo le dita sulla stoffa dei pantaloni della divisa dell’altro e mordendogli l’orecchio.
Lasciò il lobo mentre Harry si faceva più attento suo malgrado.
-Ti aprirei il mio cuore e ti rivelerei ogni cosa, Potter e poi farei l’amore con te donandoti tutto me stesso...- Sospirò e gli baciò l’orecchio e la pelle del collo.
Harry sentiva il cuore battere in modo anomalo. Sembrava stesse piroettando, tentando di uscire dalla cassa toracica.
-Ma in cambio, Potter... ti chiederei di morire per me!- Si staccò da lui privandolo di qualsiasi contatto e lo fissò intensamente.
Harry lo fissò sconvolto ed ancora eccitato ed impiegò quasi un minuto per districare tutte le parole dell’altro e capirle. A quel punto gli sorrise.
-Per conoscere il tuo cuore e fare l’amore con te.... non mi pare un prezzo alto- Ansimò con le lacrime che pungevano dietro gli occhi per uscire. -Ma non posso pagarlo adesso. Ci sono tante persone che hanno riposto fiducia in me, Draco. Devo uccidere Voldemort e poi la mia vita sarà davvero mia e sarò libero di darla a te, se è quello che vuoi.... non credo che i miei sentimenti per te cambieranno e se questo è l’unico modo per essere amato da te.... io... credo di poter pagare questo prezzo. Ti amo, Draco!- Harry si sentì incredibilmente bene dopo essere riuscito a dirlo.
Tutti i pensieri ingarbugliati si erano dipanati nelle sue parole e finalmente aveva visto la luce.
Draco era oltremodo sorpreso da quella risposta, ma non lo diede a vedere. Baciò Harry su una guancia e sussurrò come aveva fatto molto tempo prima.
-Devo rassegnarmi: il mio cavaliere è il principe azzurro del mondo magico-
Gli occhi di Harry si illuminarono a quelle parole e seguì Draco, che iniziava a scendere le strette scale della torre, come un automa.
Draco lo avrebbe aspettato. Ne era certo. Finalmente c’era un “dopo” che non c’era mai stato.
Dopo Voldemort sarebbe stato un ragazzo normale.
Dopo Voldemort avrebbe conquistato il ragazzo dei suoi sogni.
Dopo Voldemort la vita sarebbe tornata ad avere un senso anche per lui.
Ma doveva prima distruggere Voldemort. Doveva farlo anche per Draco.
Malfoy si fermò e si mise di fianco a Potter, avvolgendo un braccio al suo e strofinando la guancia contro la sua spalla.
Per Harry era come percorrere quei gradini per la prima volta: il calore ed il profumo di Draco lo avvolgevano in un bozzolo di serenità e la strada fu fin troppo corta.
Presto arrivarono all’ultima rampa di scale che portava ai sotterranei ed Harry circondò con slancio i fianchi sottili del Serpeverde baciandolo con passione.
-Se permetti mi prendo un anticipo- Gli soffiò sulle labbra.
Draco gli si appoggiò contro, ricambiando l’abbraccio e stringendo il corpo più massiccio al proprio. Quando si staccò gli sorrise, sbattendo un paio di volte le palpebre, come a volersi assicurare che non fosse un sogno.
Harry ricambiò col sorriso la sua espressione dolce e Draco gli accarezzò con un nuovo bacio le labbra.
In quel momento riconobbero il rumore cupo della parete che scorreva e Draco si staccò velocemente da Harry, scendendo di corsa gli ultimi gradini.
Prima di uscire dal cono d’ombra si girò velocemente verso di lui ed Harry fu sicuro di vedere rimpianto nel suo sguardo.
-Draco! Dov’eri? Mi sono spaventato!-
-Scusa, Blaise-
Harry sentì la voce di Zabini ed una morsa si chiuse sul suo cuore. Spiò cautamente la scena restando nel buio.
Zabini, un mantello sul braccio, strofinò le braccia di Draco e poi gli passò il mantello dietro la schiena, drappeggiandolo sulle sue spalle e stringendoglielo addosso.
-Sei gelato! Vuoi ammalarti?!-
-Scusa... avevo bisogno di prendere un po’ d’aria-
-Almeno avvertimi prima di uscire! Ero preoccupato che potesse succederti qualcosa!- Lo abbracciò e lo cullò, tornando poi a fissarlo con una espressione di dolce rimprovero, quindi lo riportò oltre la parete che celava la sala comune di Serpeverde, sottraendolo allo sguardo di Harry.

Draco si rigirò lentamente nell’abbraccio addormentato di Blaise. Non riusciva a dormire.
Il corpo nudo accanto al suo era piacevolmente caldo. Aveva veramente rischiato di gelare uscendo senza giacca e mantello ed il calore di Blaise gli aveva dato un conforto indicibile.
Eppure c’era stato un momento.... un momento in cui non aveva sentito freddo, appoggiato al fianco di Potter. Forse aveva visto un mondo diverso negli occhi limpidi del Grifondoro.
Si coprì il viso con le mani e sospirò pesantemente, spingendo indietro i capelli ed allungando le braccia.
Lui e Blaise erano perfetti.
Potter sarebbe morto. Ucciso possibilmente da loro, oppure dal loro Padrone.
Non valeva neppure la pena di pensarci.
Accarezzò il braccio di Blaise, avvolto intorno alla sua vita. Distinse la pelle su cui era impresso il Marchio, dove non cresceva il più piccolo pelo e cercò di convincersi che non esisteva soluzione migliore di quella.
Blaise lo avrebbe fatto uscire dall’ospedale quando la guerra fosse finita. Si sarebbe occupato dei beni dei Malfoy ed avrebbe preso quella casetta che avevano immaginato tante volte assieme.
Sarebbe andato a vivere in Scozia, affidando il maniero agli elfi domestici. La loro camera avrebbe avuto un’intera parete a vetro e nelle notti di pioggia avrebbero fatto l’amore in piedi, appoggiati a quella parete, guardando la pioggia cadere.
Chiuse gli occhi, voleva dormire.
L’immagine della camera dei loro sogni, immersa nel buio, mentre dal cielo scrosciava la pioggia, lo condusse nel sonno, ma, quando, nel sogno, aprì gli occhi per guardare l’uomo che lo spingeva contro il vetro, entrando e uscendo da lui ritmicamente, si ritrovò davanti gli occhi verdi di Potter.
Draco, a corto d’aria, sobbalzò e spalancò gli occh, ritrovandosi nella camera buia dei sotterranei.
Blaise dormiva beatamente, ignaro di tutto e Draco si rigirò di nuovo, scivolando un po’ in basso per incassare la testa contro il petto dell’altro.
-Aiutami!- Mormorò cercando in vano di trattenere le lacrime ed il braccio di Blaise si strinse protettivo intorno a lui, mentre due occhi blu appannati dal sonno si aprivano a fatica.


Continua....