DISCLAMER: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco

 



Inferno

parte X

di Nuel


Pioveva. Da una settimana, ormai, ininterrottamente.
La campagna, intorno ad Hogwarts, sembrava assorbire la pioggia in vista della prossima, fredda primavera inglese.
Il cielo plumbeo non lasciava filtrare un raggio di sole, continuando a rovesciare acqua come se non dovesse mai smettere.
Gli studenti cominciavano ad essere nervosi: non si poteva uscire senza impantanarsi fino alle ginocchia, le lezioni all’aperto erano state spostate in aula e la gita settimanale ad Hogsmeade era stata sospesa.
Dall’episodio della settimana prima, Draco si era fatto vedere in giro il meno possibile.
Harry lo fissava senza avvicinarsi; era perennemente in compagnia di Tiger e Goyle, o di Zabini o della Parkinson.
Lupin aveva trovato una scusa con Madama Chips e non era stato necessario denunciare la maledizione.
Se ci pensava, Harry tremava ancora: mai aveva provato tanto dolore. Era caratteristico della Cruciatus essere più efficace quanto più chi la eseguiva odiava la sua vittima.
Zabini doveva avere una voragine d’odio dentro di sé.
-Lo sta trasformando in un guscio vuoto!- Si lamentava, Harry, con i suoi inseparabili amici.
-Sei sicuro che la colpa sia di Zabini, Harry?- Gli chiese Hermione, una sera.
-E di chi, altrimenti?- Ribatté lui, nervosamente.
-La mia è solo un’ipotesi, Harry, ma stammi a sentire: Malfoy era molto legato a suo padre e la sua morte deve averlo fatto soffrire moltissimo. Sono sicura che ne soffre ancora... Se ti ritiene responsabile potrebbe essere per questo che si è comportato a quel modo, giovedì scorso. Zabini gli ha dato una spalla su cui piangere e sono finiti assieme. Magari Zabini ha approfittato del momento, ma Malfoy si è aggrappato a lui. Zabini è un tipo riservato, schivo... magari Malfoy si sta solo adeguando a lui...- Ipotizzò la ragazza.
-Ma hai visto quant’è arrogante, Hermione? Draco non si farebbe mai sottomettere da un tipo del genere!- Protestò Harry con fin troppa enfasi.
-Questo lo dici tu, Harry, ti sei innamorato di Malfoy o di quello che credi che Malfoy sia? Cosa sai, veramente, di lui? Non vi siete mai parlati, se non per litigare, per ben cinque anni, poi lui sparisce per un anno e tu scopri di amarlo alla pazzia....-
-Pensavo che tu mi capissi, Hermione!-
-Io capisco che i tuoi ormoni si sono svegliati di colpo, tutti assieme, come è normale per i ragazzi della nostra età e hanno puntato su uno dei ragazzi più belli e impossibili della scuola! Herry tu non sai niente di Malfoy!-
Harry la fissò stralunato. Guardò brevemente Ron che, a capo chino, pareva dare ragione alla sua ragazza e se ne andò sbattendo la porta.
-Ho sbagliato, Ron?- Gli chiese lei, a voce bassa, quando furono soli.
Ron si alzò e la abbracciò protettivo. -Hai fatto bene: gli hai detto la verità, ma lui è troppo preso per capirla, per adesso-
Harry corse in camera, prese dal baule la mappa del malandrino e la aprì.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!- Dichiarò arrabbiato.
La mappa della scuola apparì rapidamente sotto i suoi occhi ed Harry provò un forde desiderio di bruciare la mappa ed il castello stasso quando vide il cartiglio col nome B. Zabini lasciare la sala comune e raggiungere Draco in camera.

Blaise mise un ginocchio sul letto ed appoggiò le mani sulla schiena nuda del suo amato, iniziando a massaggiarla. Per quanto facesse piano la pelle si arrossò subito.
-Da qui non si sente la pioggia...- Sospirò Draco. -...E’ un peccato: amo il rumore della pioggia-
Zabini si abbassò riversando una cascata di baci a fior di labbra sul collo e sulla schiena del principe dei Serpeverde.
-Non fa più o meno così?- Gli chiese sornione, baciandogli un orecchio.
Draco sorrise e si stiracchiò come un gatto.
-Ancora!- Ordinò.
-Ai tuoi ordini!- Stette al gioco Zabini, coprendo la pelle fresca di baci, dalle spalle, lungo la colonna vertebrale, fino al cinturone dei pantaloni, che strattonò giocosamente.
-Via questi insolenti! Non mi permettono di eseguire l’ordine del padrone del mio cuore! Li punirò per essersi messi sulla strada delle mie labbra!-
Draco rise, accontentando le speranze di Blaise.
Il biondo si rigirò e si mise a sedere, sollevò il braccio sinistro del suo compagno, sbottonò il polsino della camicia ed arrotolò la manica fino a scoprire il Marchio Nero. Lo osservò per un paio di secondi e poi lo baciò.
-Lo hai fatto per me...- Guardò Blaise negli occhi e si sporse a baciarlo.
Blaise lo strinse e prese la guida del bacio languido di Draco. -Farei qualsiasi cosa per te!-
Draco gli offrì nuovamente le labbra e si baciarono a lungo.
-Che cosa stai tramando, Blaise?-
-Cosa vuoi che trami?-
-La morte di Potter-
Blaise sorrise. Ufficialmente era tutto dimenticato, ma non voleva che Draco pensasse ancora al maledetto Grifondoro. Sapeva che il suo era un desiderio irrealizzabile.
-Hai già qualcosa in mente?-
-Si... pensavo avessi anche tu qualche idea...-
-Si... ma non voglio parlarne adesso- Blaise lo spinse dolcemente sul cuscino e salì sul letto, allungandosi accanto a Malfoy.
Draco iniziò a spogliarlo mentre Blaise gli baciava con ardore il collo, assaggiando il sapore della sua pelle.
A metà dell’opera Draco sollevò le braccia, nel familiare gesto che Blaise detestava.
-No, no, signor egoista! Le tue mani le voglio al loro posto: addosso a me!- Gli prese delicatamente i polsi e si fece appoggiare le mani al torace, gonfiandolo sotto le sue dita.
Draco sorrise timidamente.
Blaise aveva deciso di insegnargli ad essere un amante più attivo e, dalla notte della loro pacificazione Draco non aveva più posto veri ostacoli.
Blaise si piazzò su di lui, tornando a baciarlo, muovendo il bacino per strusciare sul suo.
Draco sembrò miagolare e lo abbracciò con forza mentre Blaise ripeteva il movimento, svegliando la sua eccitazione.
-Adesso basta miagolare, gattino: voglio sentire le tue unghie sulla mia schiena!- Gli sussurrò all’orecchio.
Draco arrossì, fissandolo incredulo e strappandogli un sorriso compiaciuto.
-E voglio anche sentirti gemere... hai una così bella voce, Draco... Usala!- Così dicendo premette sui fianchi, strappandogli un urlo di piacere.
Draco, ripresosi, lo colpì scherzosamente, in imbarazzo. Blaise non poté fare a meno di ridere e, iniziando a giocare con lui, cominciò a strattonargli i pantaloni.
Anche Draco ridacchiava, continuando ad intralciare il suo lavoro in un gioco che stavano inventando mossa dopo mossa.
Alla fine, quando Blaise ebbe eliminato l’ultimo ostacolo alla loro unione e cominciò ad ondeggiare lentamente su di lui, riempiendolo e privandolo di sè regolarmente, Draco si sentì pervadere da ondate di piacere, come miele che scivola lungo la gola.
Blaise non aveva intenzione di portare a termine rapidamente quell’amplesso, non si muoveva per raggiungere l’orgasmo o farlo raggiungere a Draco. Si limitava ad eccitarlo ed eccitarsi con movimenti lenti, simili a carezze, rimanendo il più a lungo possibile sulla soglia del piacere, fino quasi a perdere i sensi.

-Harry!-
-Harry!-
Harry si fermò, testa bassa ed espressione dura. Erano quattro giorni che evitava i suoi migliori amici, da quando Hermione aveva messo in dubbio i suoi sentimenti per Draco.
Hermione e Ron gli si avvicinarono. La ragazza si stropicciava le mani e Ron sembrava pallido.
-Vorrei chiederti scusa, Harry. Non volevo ferirti...-
-Lo so, Hermione- Erano le prime parole che le rivolgeva da quando era andato via sbattendo la porta.
-Ci manchi, amico...- Continuò Ron, imbarazzato.
-Anche voi mi mancate...-
-Allora.... facciamo pace...- Chiese speranzosa la giovane strega.
Harry annuì ed i due Grifondoro sospirarono, abbracciandolo di slancio.
Harry sorrise, rilassandosi come se un macigno gli fosse stato tolto dal cuore. Li abbracciò a sua volta. -Scusatemi! Mi sono sentito... tradito, incompreso... proprio da voi! Invece non hai tutti i torti Hermione, con la differenza che io “conosco” Draco. Forse lo conosco come nessun altro! Dovete credermi!-
-Se lo dici tu, noi ci crediamo, Harry! Giusto, Herm’?- Sorrise Ron, felice che la bufera fosse passata.
-Si, se lo dici tu è senz’altro così!- Accondiscese la ragazza, anche se aveva ancora qualche riserva in merito.
I tre amici scesero assieme in Sala Grande, avendo ritrovato l’appetito.
Tra i tavoli c’era un certo fermento: San Valentino si avvicinava, come ogni anno e, come ogni anno, c’era qualche nuova coppia che era ansiosa di festeggiare.
-Potrebbe essere un’occasione, Harry: manda un messaggio a Malfoy!- Suggerì Hermione.
-Hai ragione... non credo che Zabini arrivi a leggergli la posta- Rispose, raggiante, Harry.
-Hei, Ron! Cosa stai organizzando per Hermione?- Si intromise Finnigan, strizzando l’occhio all’amico.
-Se lo dico con lei davanti addio sorpresa!- Strizzò l’occhio a sua volta il rosso.
I ragazzi si misero a ridere, coinvolgendo altri vicini di tavolata che aveveano seguito lo scambio di battute.
Hermione arrossì, mostrando un piccolo sorriso felice che la diceva lunga sul funzionamento della coppia.
Harry era contento per loro. Sorrise suo malgrado e diresse lo sguardo al tavolo dei Serpeverde.
Malfoy stava cenando con la sua solita cricca. Era pallido, eppure sembrava disteso.
Draco si accorse per caso dello sguardo intenso di Harry e si impietrì a guardarlo, socchiudendo le labbra in un atteggiamento innocente che incantò una volta di più Harry. Poi il biondo si girò di scatto verso Zabini, che doveva avergli detto qualcosa e tornò ad occuparsi del suo pasto, evitando di guardare di nuovo la tavola dei Grifondoro.
Il momento magico era già finito, ma Harry era sicuro che Draco lo avesse guardato con nostalgia... chissà se pensava a lui nelle notti che trascorreva con Zabini?
Era una speranza crudele, la sua, ma, in fondo, anche Zabini era stato crudele e, di certo, non meritava l’amore di Draco!

-Potter ti stava fissando- Buttò lì Blaise, come fosse stato nulla.
Draco trasalì. -Te ne eri accorto?-
-Hai ricambiato il suo sguardo perché eri convinto che io non me ne fossi accorto?-
-No... -
-E allora perché?- Insistette impietoso.
-Blaise, ma dobbiamo proprio parlare di chi guardo? Ho guardato anche Pansy, anche quella stupida Tassorosso che si stava soffocando col cibo...-
-Draco, qui non si tratta di “chi” guardi, ma di “come” lo fai! Potter ti piace, lo amavi, ci sei stato a letto e non pensare che io possa dimenticarmelo! E dici di volerlo morto, ma, scusami tanto se te lo dico, mi sembra che tu non abbia veramente intenzione di sbarazzarti di lui!-
Draco ammutolì. In quel momento Piton entrò nella loro stanza, senza bussare. Evidentemente avevano parlato a tono abbastanza alto perché l’insegnate, dall’esterno, sapesse di non correre il rischio di interrompere nulla.
-Ecco la pozione, Draco- L’uomo allungò una caraffa verso il suo figlioccio. -Quella che ti avevo preparato precedentemente avrebbe dovuto durare di più, non esagerare-
-Ne ho avuto bisogno- Rispose con una certa ostilità il ragazzo, che ancora non riusciva a digerire la relazione tra l’insegnante e sua madre.
-Blaise, conto che tu lo sorvegli e non gliene faccia prendere troppa- Piton si rivolse allora all’altro.
-Non si preoccupi, professore- Zabini scambiò uno sguardo d’intesa con l’uomo e questi lasciò la stanza.
Un attimo dopo sentirono la voce del responsabile della loro Casa tuonare in sala comune.
-Non sopporto che mi tratti come un bambino! Chi crede di essere?- Sibilò Draco mentre Blaise gli toglieva di mano la brocca con la pozione calmante da cui Draco pareva ormai dipendere.
-Si preoccupa per te- Iniziò con pazienza Blaise. -E cerca di farti da padre- Aggiunse con una nota di nervosismo nel toccare quell’argomento.
-Io un padre ce l’avevo!- Scattò infatti il biondo.
Blaise sospirò, prendendogli le mani e baciandole, strofinandole un po’ per cercare di smorzare il leggero nervosismo che vedeva affiorare dal suo sguardo.
-Tornando al discorso di prima, Draco, sinceramente: cosa vuoi fare?-
Draco si umettò le labbra e sottrasse a Blaise una mano per spostare dietro l’orecchio una ciocca di capelli sfuggente.
-Giuste o sbagliate, ho fatto delle scelte, Blaise: ho scelto mio padre al posto suo. Ho scelto il Signore Oscuro al posto suo. Ho scelto te... se lui vive, non fa che rinfacciarmi che ho fatto...-Lo guardò temendo che Blaise avesse intuito che si era fermato appena in tempo dal dire “scelte sbagliate”, ma l’altro Serpeverde non dava segno di averlo inteso.
-...che ho scelto chiunque altro al posto suo- Concluse rapidamente. -Potter vive solo per mostrarmi una scelta che ho rifiutato tre volte, Blaise... non voglio che viva! Non voglio vedere quello che potrebbe mostrarmi!- Lo disse con la voce che affievoliva.
Blaise lo abbracciò, temendo che, dicendolo, si rendesse conto che non lo voleva affatto.
-Va bene, Draco. Il piano è quasi ultimato. Dobbiamo solo comunicare al nostro Signore come vogliamo procedere-
-Dobbiamo stare attenti a quel maledetto licantropo!-
-Non preoccuparti di lui: farò in modo che non possa intervenire, per questo devo sabotare la pozione che Piton gli prepara ogni mese-
-Pensi di farcela?-
-Scherzi?! Quella pozione è stata scoperta dalla mia famiglia! So come renderla inutile! E poi, quel bastardo è un pericolo per noi: se ci ha davvero riconosciuti a Sheppard Town dobbiamo fare in modo che non possa parlare!-
-Come?-
Blaise sorrise, ma il suo sguardo rivelò una improvvisa crudeltà che fece rabbrividire Draco di paura e di eccitazione.
Amava Blaise perché era pericoloso. Doveva ammetterlo.
Il suo cuore volubile e capriccioso giocava a scacchi con la sua mente, mangiandosi i pedoni uno ad uno: suo padre, Potter... ora toccava a Blaise.
Peccato che Draco non fosse ancora in grado di capire chi stava vincendo la partita della sua vita.
-Prima di mettere a punto una pozione la si deve sperimentare. Diciamo che... mio zio ha “sperimentato” qualche variante. Inoltre la scoperta della pozione ha guadagnato a mio zio, nonché alla mia famiglia, la fedeltà di numerosi contagiati che, non volendo rendere pubblica la propria situazione, anziché rivolgersi ai medimaghi od ai pozionisti, si rivolge direttamente alla fonte...-
Draco ghignò. -Dietro lauta ricompensa, immagino!-
-La discrezione ha il suo prezzo- Ammise Blaise, sorridendo in tralice. -In conclusione: so come preparare la pozione e tutte le sue varianti più... interessanti! Quando Lupin sarà fuori controllo, il ministero sarà costretto ad intervenire ed allontanarlo dalla scuola regalandogli un lungo soggiorno in un bel canile!-
Draco rise della prospettiva, ma cominciava a sentirsi stanco. Sbadigliò e si strusciò ammiccante sul suo compagno.
-Andiamo a letto, adesso?-
Blaise scosse la testa e gli circondò i fianchi. -Crolli dal sonno e cerchi di essere provocante! Sei incredibile, sai?!-
Draco fece spallucce e si stese sul letto, prendendo sonno appena appoggiata la testa sul cuscino.
Blaise gli tolse le scarpe e lo coprì premurosamente, accarezzandogli i capelli.
Era sconcertante come Draco si fidasse di lui, come gli affidasse la sua vita.
Blaise fu mosso da un’improvvisa tenerezza e forse dal senso di colpa, ma scacciò entrambi rapidamente.
Purtroppo quella parte del suo piano prevedeva di ingannare Draco e lui gli stava rendendo il tutto molto semplice. Si alzò e prese dal baule il sacchetto contenente la mistura di erbe che si era fatto dare da Piton.
L’insegnante non si era dimostrato molto malleabile, ma alla fine lo aveva convinto. Lo aveva convinto per il bene di Draco, ma l’uomo si era rifiutato di spingersi oltre la consegna degli ingredienti.
Blaise aveva preparato il composto da solo e da alcuni giorni lo mischiava alla pozione del suo amato.
La mente di Draco aveva bisogno solo di una piccola spinta e Blaise lo sapeva: una piccola spinta e si sarebbe lasciata andare alla deriva.


Continua...