DISCLAMER: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco

 



Inferno

parte IX

di Nuel


Quando Blaise arrivò alla sala comune di Serpeverde, Draco era comodamente seduto su una poltrona ad osservare due ragazzini del secondo anno che davano spettacolo raccontando la figuraccia di un Tassorosso che aveva fatto lezione di Pozioni con loro quella mattina.
Molti Serpeverde li ascoltavano e ridevano. Draco sorrideva appena, il capo appoggiato ad una mano.
Blaise gli strinse le dita intorno ad una spalla e Draco gliele accarezzò.
-Vorrei essere ancora come loro-
Blaise incrociò le dita alle sue e la rabbia e la paura di pochi minuti prima svanirono.
Abbracciò Draco e gli baciò i capelli, restando così, ascoltando le chiacchiere spensierate di due ragazzini che avrebbero potuto essere loro, alcuni anni prima.

Harry entrò nel suo dormitorio con gli occhi velati di lacrime di rabbia. Buttò malamente la scopa sopra il baule e fece sussultare Ron ed Hermione, unici occupanti della stanza, stesi sul letto del ragazzo ad amoreggiare.
-Ha... Harry!- Lo chiamò, paonazzo, Ron.
-Scusate, non mi ero accorto di voi- Rispose Harry, buttandosi sul letto, chiarendo che non intendeva lasciare la camera.
Hermione si schiarì la gola e, un po’ rossa in viso, si alzò e si lisciò la gonna.
-C’è qualcosa che non va, Harry?- Gli chiese, premurosa come al solito.
-C’è che sono un’idiota!- Sbottò Harry, assestando un pugno al cuscino.
Subito i suoi due migliori amici gli furono accanto, seduti sul suo letto.
-Malfoy?- Gli chiese Hermione, andando a colpo sicuro.
Harry si mise a sedere a gambe incrociate, con la faccia lunga e gli occhi bassi. Annuì.
-Gli avevo chiesto di vederci...-
-E lui?-
-Ci siamo visti al campo da quidditch. E’ venuto solo, come gli avevo chiesto....-
-Gli hai chiesto se è vera la storia di Sheppard Town?- Chiese subito Ron.
-Gli ho chiesto perché è venuto a casa tua!-
-Oh, giusto!- Concordò Ron, riesumando lo sgradevole ricordo di Malfoy nella sua cucina.
-E lui cosa ti ha risposto?- Chiese Hermione.
Harry tentennò un po’. -Mi ha baciato-
Hermione urlò. -Ma è meraviglioso, Harry!- Saltò in piedi, battendo le mani, per poi abbracciare il suo amico.
Ron mormorò un flebile “wow” poco convinto mentre cominciava a considerare i disagi di avere Malfoy tra i piedi.
-E poi?- Chiese Hermione, ancora entusiasta.
Harry arrossì violentemente, abbassando ancora di più lo sguardo e stringendo le dita sui pantaloni. -Poi.... non te lo posso dire Herm’...- Rispose imbarazzato.
-Come non me lo puoi dire?-
-Ecco... insomma... sono cose un po’... imbarazzanti... da dire ad una ragazza...- Cercò di spiegare.
-Ah!- Commentò solo lei mentre Ron strabuzzava gli occhi.
-Allora, adesso, voi due...?- Chiese ancora, lei.
Harry alzò lo sguardo di colpo, fissandola senza più trattenere due lacrimoni.
-Mi ha detto di non cercarlo mai più!-
-Cosa?-
Harry singhiozzò. -Dopo... dopo ha preso ed è andato via! L’ho seguito, ma Piton mi ha bloccato e Zabini è corso da lui!-
-Ma... ma, voi... avete...?-
-L’ho lasciato andare via! Non sono riuscito a fermarlo e dirgli che lo amo! Non gli ho chiesto nulla!-
Ron fece un cenno ad Hermione, che capì al volo e, anche se a malincuore, lasciò la stanza.
Ron si sistemò meglio accanto ad Harry che singhiozzava sempre più forte.
-Dai, amico! Cioè Malfoy viene lì, vi sbaciucchiate un po’ e poi se ne va? Non ha senso!-
-Lo so, Ron... non so perché... quando.... quando siamo finiti a terra, io... credevo di toccare il cielo con un dito! Quando ha iniziato a spogliarmi e mi ha detto... mi ha detto...-
-Frena, Harry! Cosa diavolo avete fatto tu e Malfoy?- Chiese quasi in falsetto.
Harry lo fissò smarrito.
Ron era preoccupato, con la fronte corrucciata, con tutta l’aria di chi è pronto ad andare a rompere il naso a chi ha svergognato sua sorella... -Non l’abbiamo fatto, Ron, se è questo che vuoi sapere. Ci siamo andati vicino, ma lui non ha voluto!-
-E allora....- Lo incoraggiò a parlare il rosso, incredulo lui stesso di come si stava comportando.
-Me l’ha preso in bocca e mi ha fatto venire-
Ron quasi cadde dal letto. -Malfoy ti ha fatto una pompa?!-
Harry parve offeso.
-Scusa, ma....- Si rimise comodo sul letto. -.... io me lo sogno un servizio del genere da Hermione! Cioè... è... è... -
-Sesso, Ron. E lui l’ha fatto con me, ma non mi ha permesso di farlo con lui! Non mi ha voluto...- Concluse sconsolato.
-Ma stai scherzando?! Non prendi in bocca l’uccello di un’altro se non lo vuoi!-
Harry lo guardò speranzoso.
-No. Il motivo deve essere un altro! Avanti, non ti abbattere! Terremo d’occhio Malfoy e vedrai che troveremo un’altra occasione per farvi incontrare!-

Blaise sospirò e si mosse appena, attento a non svegliare Draco, completamente a ridosso del suo fianco, quando sentì la voce del suo compagno.
-Non dormi?- Gli chiese languido Draco.
-Non ci riesco. E tu non dormi?-
-Non ci riesco...- Gli rispose a sua volta, spostandosi per appoggiare la testa sulla sua spalla.
Blaise lo accolse immediatamente e Draco cominciò ad accarezzargli il petto, giocherellando con un solitario pelo scuro che aveva incontrato.
-Perché no?- Gli chiese Blaise, beandosi di quelle carezze.
-Non lo so... e tu?-
Blaise sbuffò. -Sto con la persona che amo, che ieri sera si è fatta coccolare come un gatto anziché chiedermi di fare l’amore come fa sempre... dovrei essere felice...-
-Non dormi perché sei felice?- Gli sorrise Draco, sporgendosi a baciarlo velocemente.
-Non dormo perché questa persona pochi giorni fa mi ha candidamente detto che non mi ama. Mi ha detto che amava Potter e poche ora fa lo ha incontrato inventandosi una scusa...-
-Non è vero!- Mentì Draco, sollevandosi sul gomito.
-Si che è vero, Draco. Non mentirmi! Potter ti ha inseguito fin qui, quasi e dalle sue condizioni non ho neppure dovuto fantasticare molto-
Draco rimase in silenzio, il labbro inferiore che gli tremava paurosamente.
-C’è nulla che vorresti dirmi?- Gli chiese Blaise con la calma che, solitamente, precede la tempesta.
-Vuoi che ti dica che ho scopato con lui? E’ questo che credi?- Gli chiese con tono amaro.
Silenzio.
Draco attese finché il silenzio non divenne insopportabile.
-Hai ragione: mi sono fatto scopare da Potter! Nel magazzino degli attrezzi per il quidditch, per terra!- Aspettò ancora pochi istanti, ma dato che Blaise non diceva nulla, si raddrizzò per uscire dal letto.
-Dove vai?- Lo fermò Blaise con voce tagliente.
-Nel mio letto-
Un braccio di Blaise lo circondò e lo strattonò malamente giù. Subito Draco si ritrovò schiacciato dal corpo dell’altro. Cercò di cogliere la sua espressione, ma era buio pesto.
-Tu non te ne vai! Volevi scopare con Potter, bene, l’hai fatto! Ne è valsa la pena? Spero che tu abbia goduto come sognavi perché è stata la prima e l’ultima volta: tu Potter lo rivedrai solo da morto!- Lo baciò con rabbia e Draco sentì le sue guance bagnate anche se non c’era traccia di pianto nella sua voce.
Blaise gli spalancò rudemente le gambe, afferrandogli il sesso con mano tremante, cominciando a masturbarlo mentre lo baciava e gli mordeva le labbra.
Draco si aggrappò alle sue spalle e lo accolse dentro di sé soffocando il pianto.

Blaise non avrebbe ucciso Harry. Non materialmente: gli Zabini non si sporcano mai le mani. Pagano altri per sporcarsele al posto loro.
Blaise sapeva che, indipendentemente dall’esito della guerra, doveva fare in modo che lui e Draco ne uscissero puliti. Esattamente come aveva fatto, la notte di Natale, a Sheppard Town.
Quella notte si era limitato a fare in modo che le prede finissero a tiro di maledizione degli altri Mangiamorte: lui non aveva ucciso nessuno e si era preoccupato che neppure Draco uccidesse quei Babbani: aveva usato la sua magia per sottrarre le vittime alla bacchetta del suo amante e tutto senza che Draco se ne accorgesse.
Era deprecabile che non fosse riuscito ad evitare di sporcarsi di sangue, ma, in mezzo a quella mattanza non si era potuto preoccupare di qualche lurido schizzo di sangue Babbano!
Mentre camminava nei corridoi poco illuminati e semi deserti del castello, dirigendosi alla biblioteca, per rendere un libro che aveva preso in prestito, Blaise si rese conto di essere osservato. Si fermò, a testa sfrontatamente alta, in attesa.
-Sapevo che te ne saresti accorto, Zabini. Ricordavo che eri un ottimo osservatore- Una voce uscì dall’ombra.
-Lei?- Il Serpeverde osservò attentamente il suo ex insegnate di Difesa.
-Come va, Zabini?- Chiese cordialmente Lupin.
-Cosa ci fa lei qui? Credevo non insegnasse più in questa scuola- Rispose pungente.
Lupin gli rivolse un sorriso di circostanza. -Hai ragione, ma il preside mi ha incaricato di controllare alcune cose... sai nulla di quanto accaduto a Sheppard Town, tre settimane fa?-
Blaise trattenne per un attimo il fiato, ma non tradì alcun sentimento.
-Non vedo perché dovrei saperne più di chiunque altro abbia letto i giornali, signor Lupin- Calcò il tono sulle utime parole, sottolineando che Lupin non era più un suo insegnate.
-Già...- Lupin gli si avvicinò. -Io ero lì quella notte e mi pareva di aver riconosciuto un paio di persone...- Insinuò cercando di scorgere una breccia da cui entrare per convincere il ragazzo a parlare.
Blaise aggrottò le sopracciglia e, con un gesto perfettamente teatrale contò brevemente sulle dita.
-Ma... se non sbaglio quella notte era luna piena... era Natale vero? Si, credo ci fosse la luna piena quando con la mia famiglia sono uscito dalla cattedrale dopo la messa di mezzanotte. Il che vuol dire che lei non doveva essere nelle sue condizioni migliori, potrebbe essersi sbagliato-
-Potrei...-
-Le conviene essere sicuro delle sue affermazioni prima di accusare qualcuno! E ora, se vuole scusarmi...- Sollevò il libro facendo i primi passi.
-Malfoy mi è sembrato deperito...- Provò Lupin, cambiando tattica.
Blaise gli rivolse uno sguardo di puro odio. -Draco non sta molto bene! Ma la cosa non riguarda né lei, né il suo protetto! E se sta per dirmi di lasciare campo libero a Potter, si risparmi pure il fiato: Draco è mio!- Detto questo se ne andò con passo spedito senza dare altre possibilità al licantropo.
Lupin era sconcertato: Blaise aveva dimostrato un sangue freddo eccezionale per un ragazzo di diciassette anni, quando gli aveva fatto capire di averlo riconosciuto la notte di Natale, ma si era scaldato notevolmente al solo nome di Malfoy. Cosa aveva combinato Harry? Non gli bastava Voldemort come nemico? Voleva un reale pericolo anche dentro la scuola?
L’uomo sospirò, dirigendosi verso l’ufficio del preside: Zabini era certamente da tenere sotto stretta sorveglianza. L’aveva sempre considerato un ragazzo promettente, sarebbe stato un peccato cederlo al lato oscuro.

Blaise si fermò davanti alla porta della biblioteca e fece un paio di respiri profondi per calmarsi. Si riaggiustò la cravatta e riassunse la sua espressione indifferente. Rese il libro e tornò al suo obbiettivo: consegnare Potter al suo signore senza che lui e Draco fossero coinvolti.
Quando rientrò al dormitorio di Serpeverde, vuoto a causa dell’ora, trovò il principe della sua Casa ancora addormentato.
L’aveva costretto a bere una pozione per dormire. Sentiva ancora gli ansimi ed i gemiti che gli aveva strappato per quasi tutta la notte e desiderava solo dimenticare quelle ore. L’aveva amato con cattiveria, per punirlo.
“Ti senti meglio, adesso?” Gli aveva chiesto Draco, accarezzandogli i capelli sudati.
“Sta zitto!”
“Blaise...”
“Taci!”
Gli aveva fatto bere la pozione e Draco non aveva fiatato. Si era sentito meglio dopo aver sfogato la rabbia su di lui?
No.
La verità era una soltanto, anche se lui non voleva accettarla: Draco amava Potter.
Quindi, Draco non sarebbe mai riuscito ad uccidere il Grifondoro.
Allungò una mano, ma si fermò reprimendo il desiderio di accarezzargli i capelli: Draco aveva bisogno di dormire.
Lo avrebbe protetto.
Non lo avrebbe mai lasciato a Potter.
Lo amava.
In quel momento, per la prima volta, ebbe l’impressione di capire Lucius: Draco era troppo diverso da Potter per poter vivere al suo stesso modo, ma lo avrebbe fatto. Ed era troppo fragile perché quel modo di vivere non lo uccidesse.
Potter non se ne sarebbe accorto e lo avrebbe ucciso.
Gli avrebbe frantumato il cuore.
Annientato la volontà.
Sfibrato il corpo.
.....
Si portò l’indice alle labbra, vi depose un bacio e sfiorò col polpastrello quelle pallide di Draco, recapitando il suo dono. Chiuse la tenda del baldacchino e se ne andò in punta di piedi.

Hermione non era tranquilla: le due ore successive Harry e Ron avrebbero avuto lezione con Malfoy e Zabini, mentre lei sarebbe stata ad Aritmanzia. Temeva che Harry facesse qualche sciocchezza. Ron le aveva raccontato quello che Harry si era vergognato di dire davanti a lei e non riusciva proprio a capire il comportamento del Serpeverde.
Anche Ron era piuttosto preoccupato: Harry stava male, anzi, malissimo. Se prima era quasi rassegnato a non poter avere il ragazzo che amava, ora, l’averlo tenuto tra le braccia per un po’ lo aveva reso quasi bramoso: ora che sapeva di poterlo avere, non era disposto a rinunciare.
Harry attendeva di veder entrare la testa bionda del ragazzo dei suoi sogni, ma, quando la porta dell’aula fu chiusa dall’insegnante, di Malfoy non c’era alcuna traccia.
Zabini arrivò un attimo dopo l’inizio della lezione, scusandosi per il ritardo e si sedette al suo posto da solo.
Harry trattenne il fiato, ricordando i lividi che Draco aveva sul corpo... e se Zabini avesse... Strinse il braccio di Ron fino a fargli male.
-Harry!- Protestò il rosso.
-Gli è successo qualcosa, Ron!- Disse concitatamente.
-Calmati!- Tentò Ron, ma l’espressione di Harry era veramente sconvolta.
Al termine della lezione, mentre si alzavano dai loro banchi, i due Grifondoro intercettarono senza dubbio lo sguardo malevolo e, anzi, carico di odio, di Zabini verso Harry.
Harry lo fissò pieno di rancore e quasi Blaise rise, prima di uscire dall’aula.
-Lui non ha paura di me- Sibilò Harry.
-Ma credo che tu dovresti averne di lui! Hai visto che occhi?!- Piagnucolò Ron che sudava freddo solo per essersi trovato nella traiettoria di quello sguardo.

-Harry, devi capire che Draco è il suo ragazzo! Per forza ce l’ha con te!- Specificò Hermione, dopo che Ron le ebbe raccontato l’accaduto, a cena.
-Ma perché Draco glielo ha detto?!-
-Zabini non è stupido! Hai detto che ti ha incontrato mentre inseguivi Draco. Tu avevi una scopa, lui aveva una scopa... era logico pensare che vi foste incontrati!- Perorò lei.
-Poteva inventarsi una scusa!-
-Harry! Se stanno insieme ci sarà un motivo! Io non mentirei mai a Ron! E lui non mentirebbe a me! Giusto, Ron?- Chiese lei, quasi scandalizzata dalla possibilità suggerita da Harry.
-Eh? Cosa? Oh... si, Hermione! E’ come dici tu!-
-Ron, tu non mi ascoltavi nemmeno!-
-Hai ragione... ma guardate un po’ da quella parte!- Indicò il rosso con voce tremante.
Al tavolo di Serpeverde Zabini li fissava, o meglio, fissava Harry con quello sguardo che aveva gelato Ron solo poche ore prima e Malfoy non osava neppure alzare la testa.
Non appena Zabini vide Harry fissarlo si abbassò a dire qualcosa all’orecchio di Draco, che scosse la testa senza alzarla, allora Blaise sollevò il mento del biondo di forza e lo costrinse a guardare il tavolo dei Grifondoro. Ed Harry.
Draco sfuggì alla sua presa e gli disse qualcosa. Sembrava arrabbiato. Scansò la sedia malamente e lasciò la Sala Grande.
Zabini fece un cenno a Tiger e Goyle ed i due armadi furono subito alle spalle di Malfoy.
Tornò a fissare Harry con il sorriso sulle labbra, alzò il proprio bicchiere al suo indirizzo, invitandolo ad un brindisi e tornò alla sua cena.
Harry tremava di rabbia. -Bastardo!- Sibilò a denti stretti.
-Harry! Calmati! Non raccogliere le sue provocazioni!- Disse concitatamente Hermione.
-Ma hai visto che roba?!- Piagnucolò Ron.
Harry resistette a tavola, senza mangiare un solo boccone, finché non vide Zabini alzarsi.
Hermione e Ron tentarono di fermarlo, ma Harry scattò in piedi, rovesciando la sedia e corse dietro al suo rivale, raggiungendolo poco dopo.
-A che gioco stai giocando?!- Gli urlò contro, afferrandolo e sbattendolo contro un muro.
Zabini lo guardò come avrebbe guardato un insetto.
-Toglimi le tue luride mani di dosso, Potter!- Gli ordinò con calma.
-Io non prendo ordini da te!- Harry aveva le pupille dilatate per tutta l’adrenalina che gli scorreva in corpo. Voleva picchiarlo, urlargli di lasciare in pace Draco...
-Non osare mai più insidiare Draco!- Gli disse con estrema freddezza Zabini.
-Cos..- Harry si sentì smarrito per un momento ed il Serpeverde ne approfittò per liberarsi.
-Quello che c’è stato tra voi non si ripeterà più. Tieniti alla larga da lui!- Zabini già iniziava a scendere le scale, quando Harry si riprese.
-E perché non ti fai da parte tu?!-
Zabini si girò a fissarlo con sufficienza. Risalì i gradini che aveva già sceso e pose mano alla bacchetta, sotto il mantello.
-Tienti caro il ricordo, se vuoi, Potter. Per Draco sei solo un capriccio, lui non lascerà mai “me”. Fattene una ragione-
Ad Harry pareva che il mondo girasse vorticosamente. -A me sembra che sia tu a non volerlo lasciare!-
Zabini lo fissò per valutarlo un attimo. -Anche ammesso che Draco ti amasse, Potter, non starà mai con te. Io, invece, gli servo. Avrei voluto risolvere questa faccenda civilmente, ma forse hai bisogno di una lezione, un monito a non infilarti più nel letto di qualcun altro-
-Cos..?- Harry avrebbe voluto capire... cosa diceva Zabini? C’era qualcosa che avrebbe dovuto capire da quel discorso... dov’era Hermione quando aveva bisogno di lei?
Tutto vorticava.
Zabini estrasse la bacchetta con tutta calma: la confusione di Potter era più che evidente. La puntò, si prese ancora un attimo per osservare il suo nemico e pronunciò la maledizione. -Crucio!-
Harry cadde a terra, in preda alle convulsioni. Sapeva che bisognava provare vero odio per far funzionare la maledizione Cruciatus e ora ne aveva la prova: Zabini lo odiava.
Lupin stava per intervenire, l’uso di una maledizione, per di più dentro la scuola, sarebbe bastata a far arrestare il ragazzo di quei tempi, ma dalle scale risalì di corsa qualcuno.
Era Malfoy, seguito dalle sue due ombre, che si buttò tra le braccia di Zabini, che stava osservando indifferente il contorcersi di Harry.
-Basta Blaise! Ti prego, fallo smettere!- Lo supplicò il biondo.
-Non lo volevi morto, Draco? Come tuo padre?-
-Si! Si! Ma non così!-
Blaise annullò l’incantesimo ed abbracciò Malfoy che singhiozzava contro la sua spalla.
-Ricordati qual è il prezzo per le tue scappatelle, Draco- Gli baciò la fronte e lo condusse via.
Lupin uscì dall’ombra ed aiutò Harry ad alzarsi. Avrebbe inventato una scusa prima di arrivare in infermeria.


Continua....