DECLAMER: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco
Infernoparte
VIII
di Nuel
Hermione e Ron raggiunsero Harry allo steccato che delimitava il giardino dei Weasley.
-Harry?- Hermione gli appoggiò una mano sulla spalla. Poteva solo immaginare la sua pena.
-Amico...- Lo chiamò Ron, più per palesare la sua presenza che altro, dato che non aveva idea di cosa dire.
-Non ci credo!- Singhiozzò Harry, tirando su col naso, mentre continuava a piangere. -Si è sbagliato! Draco non è un Mangiamorte!-
Hermione riuscì a togliergli le mani dallo steccato e lo abbracciò. Harry la strinse tanto che, per un momento, Ron si preoccupò per la sua ragazza.
-E’ venuto qui la notte di Santo Stefano...- Piagnucolò Harry.
-Chi?-
-Draco... è venuto qui...-
-Harry, avrai sognato... Malfoy non verrebbe mai alla Tana...- Cercò di contraddirlo Ron, incredulo e, per un momento, preoccupato che Malfoy avesse “veramente” messo piede a casa sua.
-Non ho sognato Ron... ci siamo baciati...-
-Harry, non è possibile...- Pigolò Hermione, dispiaciuta per lui.
Harry si alzò dalla spalla della ragazza e si asciugò il viso con la manica del maglione.
-Ho le prove...-
-Meglio che i miei non lo sappiano!- Commentò Ron quando Harry ebbe finito di raccontare loro ed ebbe rimesso via il suo tesoro con cura.
-Harry...- Lo interrogò Hermione. -Sei davvero così innamorato di Malfoy?-
Harry annuì guardandola negli occhi. Aveva ancora il viso arrossato.
Hermione lo abbracciò con fare protettivo. In quel momento bussarono alla porta.
-Ciao Harry- Lupin si sedette ai piedi del letto.
-Ciao- Rispose Harry, a testa bassa.
-Ragazzi, vi dispiace se parlo un po’ da solo con Harry?-
-Ma no, certo!- Fu sollevata Hermione, di trovare una momentanea scappatoia.
Lupin si avvicinò di più ad Harry.
-Come va?-
Harry fece spallucce.
-Ho aiutato Molly a lavare i piatti. Silente ed Arthur sono andati via. Siete entrati come delle furie, prima, non avete neppure salutato...-
-Scusa...-
-Ti scuserai con Arthur e con preside quando li rivedrai. Vuoi dirmi cosa c’è?-
-Non c’è nulla- Si barricò in se stesso Harry.
-Silente mi ha detto che ultimamente hai spesso difeso Malfoy a scuola-
Harry non disse nulla.
-Ti senti in colpa per suo padre?-
Silenzio.
L’uomo sospirò ed abbracciò il ragazzo come avrebbe fatto un padre.
-Lucius era un uomo perfido, ma sicuramente suo figlio lo amava, tuttavia, Draco dovrebbe esserti grato per averlo liberato dalla sua influenza. Anche se non credo ti ringrazierà. Non sentirti in colpa Harry-
-Era comunque suo padre-
-Si...-
Harry lo abbracciò in cerca di conforto. -Cosa gli succederà adesso?-
-Lo terremo d’occhio. Per ora non faremo altro: quando si è giovani è facile sbagliare-
-Non fategli del male...- Lo supplicò Harry stringendo le dita sul maglione scuro dell’altro.
Lupin gli accarezzò i capelli arruffati. -Dovrei sapere qualcos’altro, Harry?-
Harry rimase in silenzio, così, dopo qualche minuto, il licantropo si alzò.
-Sono innamorato di lui!- Sputò fuori Harry, nascondendo il viso contro il copriletto.
Lupin, che aveva quasi raggiunto la porta, tornò sui suoi passi e si risedette sul letto.
Harry premette ancora di più il viso contro il materasso quando lo sentì inclinarsi sotto il peso del suo ex insegnate di Difesa.
-Oltre a tutto il resto sono gay! E innamorato di Malfoy!-
Lupin gli accarezzò la testa. Aveva un’espressione aggrottata, ma soprattutto, preoccupata.
-Vorrei morire! Anzi, vorrei non essere mai nato!- Singhiozzò Harry.
-Spero che tu viva a lungo, Harry e nel modo più sereno possibile. E non ti permetto di dire che vorresti non essere mai nato, perché offendi i tuoi genitori, che ti hanno voluto e ti hanno amato tanto-
-E sono morti! Mi hanno lasciato solo! Li odio per avermi lasciato solo!-
-Credi che se avessero potuto scegliere sarebbero morti a vent’anni, Harry? Credi che siano felici di sapere che sei solo ad affrontare Voldemort?- Remus si stava un po’ scaldando di fronte alla crisi infantile di Harry.
-Potevano fare delle scelte diverse! Potevano farmi normale!-
Harry si alzò a fronteggiare l’uomo che lo stava ascoltando.
Lupin represse il desiderio di prenderlo a schiaffi.
-Potevano scegliere di allearsi a Voldemort, certo: e ora forse anzichè avere dei genitori morti, avresti dei genitori assassini! Potevano scegliere di non avere fiducia nei loro amici, ma chi avrebbe avuto fiducia in loro? Per ricevere si deve dare, Harry. E James e Lily hanno sempre dato la loro fiducia, affetto, amicizia a tutti! Sono stati traditi, è vero, ma non potevano saperlo. E se ti ritieni anormale perché sei gay... quello è un problema tuo. Io non ti giudico diveramente a prima ora che me lo hai detto e sono sicuro che sia così anche per i tuoi amici. Se ti sei innamorato di Malfoy e il problema è questo, allora affrontiamolo. Se fossi tuo padre ti direi che Malfoy è la scelta peggiore che potevi fare, ma, a patto che tu non perda la testa, sono ancora pronto ad appoggiarti!-
Harry lo fissò basito. -Non volevo offendere la memoria dei miei genitori... è che non so cosa fare...-
-Per prima cosa cerca di goderti il resto delle vacanze, quando tornerai a scuola ci occuperremo di Malfoy-
-Facile a dirsi!-
-Harry, tieni presente una cosa: la realtà è la cosa più bella del mondo!-
-Con i miei genitori morti, Draco Mangiamorte e Voldemort che vuole uccidermi! Come no!-
-Se ognuno potesse vivere nel suo mondo ideale non esisterebbero più l’amicizia, l’amore, il dolore che ci fa crescere e capire gli altri... Un giorno lo capirai anche tu, Harry. I sogni non sono mai belli come la vita vera, perché non sono veri- Lupin arruffò un po’ di più i capelli del suo protetto e lo lasciò solo a riflettere sulle sue parole.
Sperava solo che, quella per Malfoy, fosse un’infatuazione passeggera.
Severus Piton aveva somministrato al suo figlioccio l’ultima dose di pozione soporifera. Era preoccupato: da quando Draco aveva rispedito Zabini a casa sua era diventato apatico. Passava le giornate chiuso in camera e quando usciva aveva continui attacchi di panico.
Narcissa lo raggiunse e rimboccò le coperte del figlio, baciandolo sulla fronte.
Due notti prima, Lady Malfoy si era liberata del peso che le opprimeva il cuore ed aveva rivelato al suo nuovo compagno la relazione tra Lucius e Draco.
Piton avrebbe voluto poter resuscitare il mostro che aveva considerato per tutta la vita il suo migliore amico per poterlo uccidere con le sue mani!
Mentre osservava Draco dormire, abbracciò Narcissa e la baciò teneramente. La donna si abbandonò stancamente tra le sue braccia e lo abbracciò morbidamente.
-Sono preoccupata per lui, Severus....-
-Non preoccuparti, mia cara. Ad Hogwarts lo terrò d’occhio- Le promise per tranquillizzarla.
-E’ ossessionato da Potter...-
-Mi occuperò anche di questo, Narcissa-
La donna si sollevò sulle punte dei piedi chiedendo un altro bacio prima di lasciare la camera del dormiente.
Il sette gennaio, Hogwarts si riempì di tutti i suoi studenti. Chiassosi, felici di rivedersi, con mille cose da raccontarsi, gli studenti si riversarono fuori dalle carrozze per salire di corsa i gradini ed attraversare il pesante portone. Gli insegnanti li guardavano sorridenti come al solito, anche se particolarmente attenti ad alcuni di loro.
Harry, Ron ed Hermione andarono subito a salutare il loro grande amico Hagrid, che li avvolse in un solo abbraccio, sotto lo sguardo premuroso della loro insegnante di Trasfigurazione, invece, Draco e Blaise entrarono senza quasi parlarsi, schivando la folla, ignorando gli insegnanti e dirigendosi senza indugio ai sotterranei.
Nei giorni successivi Piton non fece altro che andare e venire dal dormitorio della sua Casa. Harry teneva sotto controllo ogni spostamento di Draco sulla Mappa del Malandrino e dovette rassegnarsi a vedere il cartiglio col nome di Zabini perennemente attaccato a quello di Draco.
Zabini non lo lasciava mai, neppure quando andava al bagno. Harry lo sapeva perché aveva provato ad intecettare Draco un paio di volte nei pressi dei bagni, ma Zabini era come un cane che non vuole mollare il suo osso.
Blaise sembrava perennemente teso: Draco stava meglio ora che era a scuola, ma non era certo al massimo e si chiedeva se lo sarebbe stato mai più.
Due giorni dopo l’inizio delle lezioni, il professor Piton lo aveva fatto chiamare e gli aveva raccontato dei giorni trascorsi a Malfoy Manor dopo la sua partenza. Gli aveva chiesto anche se sapesse della relazione di Draco con suo padre. Blaise aveva faticato a rispondere. Narcissa glielo aveva detto... era un suo diritto, ma si chiedeva quanti altri avrebbero dovuto sapere prima che Draco riuscisse a dimenticare.
Quando era tornato nel dormitorio, Draco era in preda ad una crisi isterica. Aveva litigato con Pansy, Vince e Greg e solo lui, dopo un po’ era riuscito a calmarlo.
Di notte facevano l’amore fino ad essere esausti, poi Draco si accoccolava accanto a lui e gli parlava di Potter, di come aveva immaginato di ucciderlo. Blaise lo ascoltava. Lo ascoltava sempre e, intanto, elaborava il suo piano.
Dopo numerosi tentativi andati a vuoto, Harry capì che doveva cambiare strategia e mandò un messaggio a Malfoy.
Come Draco potesse eludere la sorveglianza di Zabini, ad Harry non importava. Gli bastava che arrivasse all’appuntamento che gli aveva dato, vicino al campo da quidditch.
Harry sorvolava il campo sulla sua scopa già da un quarto d’ora quando Draco, scopa alla mano, arrivò.
Harry planò davanti a lui. -Vuoi volare un po’?-
-No, è stata la scusa per liberarmi di Blaise-
Harry annuì e gli sorrise, facendogli strada verso il magazzino dove erano custodite le scope della scuola, le divise da quidditch e tutto il materiale necessario per il volo ed il gioco.
-Qui non ci cercherà nessuno- Iniziò Harry, appoggiando la sua scopa.
Draco si guardò intorno: era tutto coperto di polvere e male illuminato.
-Cosa vuoi, Potter?-
-Perché sei venuto alla Tana?- Gli chiese Harry, senza girarci intorno.
Draco parve pensarci un momento, poi distolse lo sguardo. -Lo sai perché- Abbassò la voce.
-No. Come faccio a saperlo se te ne sei andato senza dirmi nulla?!-
Draco si avvicinò, sembrava molto indeciso. Alzò una mano per accarezzare la guancia di Harry, che arrossì subitò e fece un piccolo passo verso di lui, schiudendo le labbra.
Draco si piegò su di lui e lo baciò lentamente.
Harry sentì le gambe farsi molli mentre approfondiva il contatto umido con la lingua di Malfoy e si aggrappò ai suoi fianchi, cominciano a dirigersi piano verso i materassini per le prove di atterraggio.
Prima di arrivarvi Malfoy gli aveva già slacciato il mantello e si era avventurato sui tre bottoni della sua giacca.
Harry dovette lasciare la presa sui suoi fianchi per permettergli di sfilargliela, mentre le loro labbra sembravano non volersi più staccare.
Harry ne aprofittò per slacciare il mantello del Serpeverde, che cadde a terra a sua volta, seguito dalla giacca, di cui Draco si liberò da solo, per poi stringere al petto Harry sospirando a quel contatto.
Harry lo condusse ai materassini, felice e quasi convinto che si trattasse di un sogno, tanto era imprevista quella situazione.
Draco si sdraiò indifferente alla polvere, tendendogli le braccia e trascinandolo su di sè, coinvolgendolo in un altro bacio.
-Non... non ti peso?- Riuscì a dire Harry, dopo un po’, sentendosi incredibilmente stupido.
-No- Draco gli rivolse un sorriso incerto, mentre lo stringeva per impedirgli di sollevarsi. -Voglio sentire il tuo corpo sul mio-
Harry boccheggiò e lo colse un fremito quando sentì la camicia sfilata lentamente dai pantaloni e le mani di Draco infilarsi ed accarezzargli piano la schiena.
La vista gli si intorbidì per un attimo e calò ad impadronirsi delle sue labbra esangui, strusciando il bacino contro il suo.
Sentì Draco rabbrividire e ripeté il movimento, facendolo gemere.
Scese a baciargli il collo, risalì all’orecchio, baciando la pelle tesa tra mascella e collo, succhiò il lobo e leccò piano l’interno dell’orecchio.
Draco si inarcò appena, piegando le ginocchia, intorno alle cosce di Harry, spostando le mani, con una lunga carezza, al suo petto, indeciso tra il respingerlo e cercare i suoi capezzoli da stimolare.
Harry, con movimenti impacciati, si alzò in ginocchio tra le sue gambe, trattenendo i palmi delle sue mani che iniziavano a scaldarsi contro la sua pelle.
Lo sguardo di Draco era torbido e carico di pianto come un cielo coperto di nuvole scure in un luminoso giorno d’estate.
-Cosa c’è?- Gli chiese Harry, spaventato dalla possibile risposta, ma ottenne solo un “no” con la testa. Si sbottonò la camicia sotto lo sguardo attento dell’altro e si riabbassò a baciarlo dopo averla sfilata.
Draco fece scorrere le mani sul suo petto, sospirando di piacere mentre Harry scivolava sul fianco e lo trascinava con sè, baciandolo ancora.
Harry prese a sbottonargli la camicia per ricambiare le sue carezze e proseguire la sua esplorazione, ma quando cercò di fargli scivolare la stoffa dalle spalle Draco lo fermò bruscamente, sollevandosi di scatto.
Con un gesto nervoso si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio ed aspettò che Harry dicesse o facesse qualcosa. Qualsiaisi cosa.
Harry lo fissò mortificato per aver fatto qualcosa che non doveva e allora notò, sul suo bel torace candido i lividi e gli ematomi quasi riassorbiti e gli mancò il fiato.
-Blaise?- Gli chiese accarezzando un livido ancora vistoso.
Draco annuì appena cercando di richiudere la camicia, ma Harry lo fermò, trascinandolo di nuovo sul materassino. -Gliela farò pagare!- Sibilò con astio, stringendolo in un abbraccio possessivo.
-E se a me piacesse farlo così?- Gli sussurrò Draco, iniziando a giocare con le dita sul bordo dei suoi pantaloni.
Harry lo guardò stranito. -Ti fai... picchiare?- L’ultima parola gli morì quasi in gola.
Draco gli rivolse uno sguardo sofferente che Harry non seppe interpretare e lo baciò dolcemente, tanto che Harry si lasciò del tutto sedurre, dimenticando ogni altra cosa che non fossero loro due, in quel momento.
Draco che assaporava una sottile striscia di pelle morbida con i polpastrelli ed Harry che faceva scorrere le mani sul suo corpo, impadronendosi della curva morbida del suo sedere, stringendola tra le dita come avrebbe stretto il boccino se avesse potuto farlo gemere e Draco gemette nella sua bocca, facendogli perdere il controllo.
Il Grifondoro lasciò scendere possessivamente una mano tra le gambe di Malfoy, sentendo la sua eccitazione premere contro i pantaloni della divisa e la accarezzò strappandogli altri gemiti.
Harry mugolò di impazienza, in risposta alla sua voce, eccitato e quasi al limite. Cercò di sbottonare i pantaloni di Draco, ma appena ci riuscì la sua mano lo fermò.
-No- Rantolò il biondo, col fiato corto, spingendo Harry contro il materassino e rotolando su di lui per l’ennesimo bacio, frettoloso e quasi casto, se non gli avesse velocemente leccato le labbra, per poi precipitarsi contro il suo collo e poi sul suo petto, mordendolo e leccandolo voracemente, tormentandogli un capezzolo mentre lo stringeva con un braccio al fianco.
Harry gemeva ed alzava il bacino, in preda al piacere ed ad una leggera frustrazione per non essere ancora stato soddisfatto.
-Voglio sentire il tuo sapore...- Draco depositò una scia di baci dal suo petto ai pantaloni, seguendo la linea sottile di peli scuri che saliva fino all’ombelico.
Harry lo sentì distintamente addentare la sue erezione attraverso il tessuto e urlò per la sorpresa e la sensazione improvvisa.
Draco gli aprì i calzoni con evidente esperienza ed estrasse il suo membro duro e bollente cominciando subito a leccarlo e succhiarlo.
Harry gridò di nuovo, portando, istintivamente, una mano alla testa bionda che poggiava sul suo inguine.
Poco dopo si riversò abbondantemente nella sua gola, rimanendo senza neppure la forza per parlare, mentre Draco si sollevava e lo fissava dritto negli occhi, con sguardo quasi assente.
-Spero di aver soddisfatto la tua curiosità, Potter. Non cercarmi più- La voce tremante e amara, Draco si rivestì e uscì lentamente, quasi con passo stanco.
Harry lo fissò incapace di dire o fare nulla. Aveva solo voglia di piangere.
“Non cercarmi più!” Aveva detto. Ma perché? Perché dopo che si erano rotolati nella polvere, che si erano abbracciati e baciati così tanto.... che gli aveva dato piacere... senza permettergli di.... Cosa? Harry non aveva alcuna esperienza, a differenza sua. Quell’incontro era stato il suo primo contatto col mondo del sesso ed era stato.... troppo breve.
Harry rabbrividì per il freddo e si costrinse ad alzarsi.
Si strinse le braccia intorno ai fianchi, ma non avevano il calore delle braccia di Draco, del suo corpo premuto contro.
Si rivestì in fretta ed uscì di corsa dal magazzino, troppo arrabbiato con se stesso per non aver saputo trattenere il ragazzo che amava, per non essere riuscito a parlare, a confessare i suoi sentimenti....
Il ricordo del suo petto pallido e glabro, dell’addome tremante, dei suoi fianchi stretti coperti di lividi non gli dava pace.
“E se a me piacesse farlo così?” Risentiva la sua voce, ma era sicuro che l’avesse detto per proteggere Zabini, quel bastardo! A chi poteva piacere subire in quel modo?
Non a Draco, così delicato, con quella pelle bastava poco per lasciare dei segni!
Corse al castello, incespicando nei suoi stessi piedi, sentendo la gola grattare per l’aria fredda di gennaio che entrava ed usciva in fretta dai polmoni, strappandogli calore in nuvole fitte di condensa dalla bocca aperta.
Corse giù, nei sotterranei, dove si gelava come essere all’aperto, se non di più a causa di tutta quella pietra. Voleva raggiungere Draco, abbracciarlo e dirgli che lo amava, che lo avrebbe protetto da Zabini e da chiunque altro e si imbatté in Zabini ed in Piton.
-Non è un po’ lontano dal suo dormitorio, signor Potter?- Chiese con freddezza e diffidenza l’insegnate.
Harry sibilò, digrignando i denti, passando dall’uomo al ragazzo, fissandolo con odio.
Zabini lo scrutò assottigliando gli occhi, fece un passo verso di lui, scrutando attentamente, notando i particolari: il rossore, un bottone nella sede sbagliata, il mantello impolverato, la scopa in mano.... girò i tacchi e, a passo sostenuto, si diresse al suo dormitorio.
Harry fece per seguirlo, ma Piton si mise tra lui ed il corridoio.
-Sto aspettando una risposta, signor Potter-
Continua...
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