DECLAMER: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco



Inferno

parte VII

di Nuel

 

Blaise si lasciò sfuggire un sospiro. Si ravviò indietro i capelli che gli erano scivolati sulla fronte e si rigirò nel letto. Non aveva modo di sapere dove fosse andato Draco. Il principe dei Serpeverde aveva bisbigliato troppo piano per riuscire a capirlo.
Aveva continuato a fingere di dormire perché voleva vedere cosa avrebbe fatto il suo compagno, ma come poteva dormire veramente? Come poteva, Draco, pensare che riuscisse a prendere sonno con tutti i pensieri che aveva? 
Forse Draco non si era accorto della sua preoccupazione... anzi, di certo. 
Meglio così.
Blaise temeva che la salute mentale di Draco fosse ormai irreparabilmente compromessa.
In fondo non era tanto strano. Capitavano cose del genere, in famiglie come le loro.
A guardare la famiglia di Draco, non si doveva neppure scavare tanto: Bellatrix non era esattamente una donna normale e Lucius... Lucius era stato un uomo morboso. Che padre è quello che instaura una relazione incestuosa col proprio figlio quattordicenne? 
Poteva, Draco, essere normale, uscendo da quella famiglia?
Blaise si rigirò, incapace di trovare una posizione soddisfacente.
Chi era lui per criticare?
Non era lui il primo genito di Zabini. Non che si potesse nominare Margaret davanti a suo padre, ma lui la ricordava bene. 
Margaret era morta ad undici anni, quando lui ne aveva appena sei. Era nata dal primo matrimonio di suo padre. Ed era morta della stessa malattia di cui era morta sua madre. “Tare”, così si definivano quelle malattie ereditarie. Blaise si era fatto una cultura sull’argomento, negli anni: la moglie di Massimiliano d’Austria era impazzita e vagava nel parco del suo castello stringendo al seno una bambola che credeva sua figlia. Alessandro di Russia aveva ereditato l’emofilia dalla madre tedesca, figlia della nobiltà di Coburgo, da cui proveniva anche il marito della regina Vittoria e la spada di Damocle di una malattia tremenda e misteriosa si era messa a pendere sulle teste coronate d’Inghilterra. 
-Margaret...- Sorrise al ricordo della sorella: luminosi e sinceri occhi blu e riccioli castani come quelli di sua madre. Da Margaret aveva imparato ad amare la lettura e lo studio e anche... l’araldica. Margaret amava i vecchi blasoni colorati di blu, rosso e oro. Per lui erano solo disegni ingarbugliati, non simboli di famiglie antiche, depositarie di storie e di storia.
La volontà maniacale di mantenere puro il sangue di quelle stesse antiche e nobili famiglie aveva finito per indebolirle... e toccava a persone come Draco pagarne il prezzo più alto.
Eppure quello strano meccanismo fatto di unioni combinate per rafforzare patrimoni e godere di nuovo potere continuava.
Blaise non aveva dovuto lottare molto quando aveva svelato la sua omosessualità alla famiglia.
Lo aveva fatto pochi mesi prima, in una delle rare occasioni in cui la famiglia Zabini si ritrovava unita a cena.
“Sono gay” Aveva detto semplicemente.
Sua madre aveva dato un urletto e si era coperta la bocca con la mano minuta.
Suo padre era illividito ed aveva picchiato i pugni sul tavolo.
“Ho una relazione con Draco Malfoy e non intendo rinunciarci” Aveva continuato senza indecisione.
Zabini si era ricomposto sulla sedia e si era schiarito la voce. Aveva portato la forchetta alla bocca, masticato brevemente, bevuto un sorso di vino rosso e gli aveva chiesto “Il figlio di Lucius Malfoy?”
Blaise aveva annuito.
Suo padre aveva annuito a sua volta e la cena era ripresa nella più completa normalità: suo padre era quello che, un tempo, sarebbe stato definito “mercante”. Si occupava di politica e di trasporti. Possedeva la principale società di inter/export magica della Nazione e, scandalo o meno, aveva intravisto la possibilità di un’alleanza per lui proficua.
Per quanto Lucius fosse finito ad Azkaban, il suo nome era ancora un marchio di garanzia nella società e un passaporto per le più alte cariche dei Mangiamorte.
Zabini aveva fatto in fretta i suoi calcoli e non aveva avuto nulla da ridire.
Blaise non si era sentito venduto alla libidine di Draco da un padre arrampicatore sociale. Le sue scelte aveva imparato da molto a farle da solo.
Draco era stato, senza ombra di dubbio, la sua scelta più importante. 


Quando Draco rientrò era quasi l’alba. Si spogliò senza fare rumore, indossò la vestaglia, annotò mentalmente che le maniche erano diventate un po’ troppo corte ed avrebbe dovuto comprarne una nuova e si sedette di fronte al caminetto ormai spento.
Avrebbe atteso che l’aurora illuminasse la stanza entrando dalle ampie finestre con la sua tenue luce invernale.
Il respiro di Blaise era profondo e regolare e lo rilassò.
Si umettò le labbra ed ascoltò il suo cuore battere velocemente.
Aveva baciato Harry Potter.
Sentiva ancora il suo sapore sulla lingua, il suo profumo nelle narici, il suo calore....
Un bacio... si era ripromesso di rubarglielo e lo aveva fatto. Il cuore gli era impazzito nel petto ed era affondato nella sua bocca dolce di latte e miele ed aveva desiderato di non separarsi mai più da lui.
Harry lo aveva trascinato sul divano, lo aveva fatto cadere su di sè ed aveva cominciato ad accarezzarlo con passione e bramosia. Le sue mani sulla sua schiena, sopra i vestiti... cosa avrebbe dato per sentirle sulla sua pelle!
Si lasciò sfuggire un sospiro. Inarcò la schiena ed il collo e deglutì, stringendo gli occhi. Mani che lo accarezzavano.... com’erano le mani di Lucius?
Grandi, curate, possessive.... Mani che lo aprivano, lo penetravano, lo facevano godere....
Spalancò gli occhi nel buio.
-Lucius...- Singhiozzò. Il cuore gli si stringeva nel petto e il fiato gli usciva dalla gola con un fischio. Sentiva chiaramente il profumo secco di Lucius invadere la stanza.
Le lenzuola frusciavano intorno ai loro corpi avvinghiati.
I lunghi e setosi capelli biondi lasciati liberi sulle spalle gli ricadevano sul viso mentre Lucius stava sopra di lui, possente, bello, passionale.
Gli toglieva il fiato coinvolgendolo in baci ardenti mentre le sue mani percorrevano sentieri conosciuti cento volte.
Draco lo abbracciava e si apriva per lui, supplicandolo di fare in fretta, di prenderlo, di affondare in lui fino ad arrivargli al cuore.
Lucius scioglieva le sue braccia e lo legava.
“Hai fiducia in me, Draco?”
“Si!”
“Il male che ti faccio io è nulla in confronto a quello che ti farebbe lui se glielo permettessi”
I legacci diventavano sempre più stretti. Notte dopo notte, avvinti al suo cuore.
“Ti amo! Amo solo te! Solo te”
“Draco...”
Un gemito roco. La passione di Lucius che si riversava in lui, il calore bruciante dei loro corpi stretti assieme, fusi assieme.
Quando Lucius lo liberava e se lo stringeva al petto, Draco desiderava solo consumarsi le labbra su di lui, sul suo torace ampio che si alzava ed abbassava regolarmente, sugli addominali segnati con precisione, precipitandosi tra le sue gambe, impegnandosi per suscitare in fretta una nuova erezione.
Lucius gli bloccava la testa con una delle sue mani grandi e non gli permetteva di rialzarla finché non era lui a volerlo.
Il suo odore... il profumo del sesso, inebriante, deciso... Draco inghiottì rumorosamente. Desiderava quell’odore ancora su di sé. L’odore di suo padre era meno forte del suo, o di quello di Blaise, ma più persistente. Era un’ancora di salvezza. Quando era tra le braccia di Lucius il mondo tornava ad essere in bianco e nero, non c’erano colori a confonderlo. Niente Potter. Solo l’amore di Lucius.
Aveva fatto scivolare le dita tra i capelli dell’uomo di sua madre per notti intere, parlando del più e del meno, sospirando per il dolore di un morso o di uno schiaffo o di una frusta.
Un dolore che durava di più nella sua mente che nel suo corpo e gli permetteva di ricordare “chi” era e quali erano gli “amici”ed i “nemici” per giorni.
Potter era un nemico. Non poteva farsi lusingare dalla sintonia che sentiva con lui, dal suo sguardo caldo e dolce, dal desiderio incandescente di sentirlo dentro di sè....
Sospirò sentendo ancora la pressione delle sue labbra sulle proprie. Mosse la lingua nella bocca come aveva fatto poche ore prima, contro quella di Harry, baciando l’aria.
Blaise si mosse.
Draco sussultò. Il fruscio delle lenzuola... le stesse che avevano accarezzato il corpo di Lucius...
Fuori iniziava a rischiarare. L’alba del ventisei dicembre. L’alba fredda di un giorno qualsiasi.
Draco si alzò, prese dal comò dove l’aveva abbandonato la notte precedente il frustino da equitazione e salì sul letto.
Blaise si svegliò per la pressione sul suo ventre.
Spalancò gli occhi e vide Draco, lo sguardo un po’ assente, piegato su di lui, intento a legargli le mani alla testiera del letto con la cintura della sua veste da camera.
Draco si ritrasse, ultimata la sua opera e la vestaglia si aprì, scivolando su di lui, rivelando a Blaise il suo prezioso contenuto.
Blaise lasciò scorrere lo sguardo dal volto serio del suo amante lungo il collo sottile, sul petto pallido, sul ventre morbido e lo tuffò nella piccola selva incolta di arruffati peli biondi, risalendo lungo il sesso in procinto di risvegliarsi.
Sentiva l’aquolina in bocca per il desiderio di toccarlo, di succhiarlo e amarlo come il giorno precedente, ma non sembravano quelle le idee di Draco.
“E’ una questione di fiducia, Draco”
-E’ una questione di fiducia, Blaise- Cantilenò seguendo la voce di suo padre che gli parlava nella mente.
Prese in mano il frustino e si allontanò quel tanto da poterlo colpire agevolmente. La prima scudisciata colpì Blaise al viso.
Blaise strattonò la cintura e sibilò di dolore. Sentiva la guancia andargli a fuoco e gonfiarsi. Doveva liberarsi prima che la situazione gli sfuggisse di mano.
Draco si piegò su di lui e leccò il livido.
“Sai che non ti farò più male di così...” -...perché hai fiducia in me. Se ti fidi di qualcuno lo autorizzi a farti qualsiasi cosa, ma di me non devi avere paura, perché ti amo. Il male che ti faccio io è fisico...- Draco cominciò a singhiozzare, mentre non riusciva a portare avanti il discorso di Lucius.
Blaise, nel frattempo, era riuscito a liberarsi e lo strinse forte al petto, togliendogli rapidamente il frustino di mano.
-... ma... il male... che... il male che lui ti farebbe al cuore.... come potresti sopportarlo se non sopporti neppure questo?...- Draco piangeva disperatamente.
-Oh, Blaise! Io lo amo... -
-Lo so, Draco, lo so- Blaise lo cullò amorevolmente, nonostante il cuore gli sanguinasse.
-No, non capisci... Voglio che mi baci, che mi accarezzi... Voglio che mi stringa e mi dica che mi ama...-
Blaise cacciò indietro le lacrime, ma non poté impedirsi di singhiozzare. Lo strinse ancora più forte. Desiderava fargli male, farlo soffrire quanto lo stava ferendo lui, ma non poteva. Non avrebbe mai potuto ferire l’unica persona al mondo che amava.
-Draco, basta! Ti prego.... Così mi pugnali al cuore...-
-Perdonami, Blaise... Va a casa- Singhiozzò ritornando un po’ in sè.
-Draco...- Cercò di protestare Zabini.
-Va a casa, Blaise! Ci rivedremo a scuola!-

La notizia dell’attacco al villaggio di Sheppard fu annunciato da un titolone in prima pagina dalla Gazzetta del Profeta.
Il Ministero aveva cercato di mantenere segreto il fatto, ma la notizia era rimbalzata dai telegiornali Babbani alle orecchie di qualche giornalista mago che non aveva impiegato molto a scoprire che nell’insignificante località risiedeva una famiglia di maghi ex Mangiamorte.
Subito la comunità magica si era allertata e decine e decine di gufi avevano assediato con lettere spaventate l’ufficio addetto alle pubbliche relazioni.
Harry stringeva preoccupato la sua copia della Gazzetta mentre faceva colazione. Era dal giorno prima che era strano, ma non aveva voluto confidare a nessuno cosa gli fosse capitato. Era euforico, a tratti. Altre volte semplicemente irrequieto.
Aveva chiesto a Molly se avesse un panno colorato da prestargli e poi era scomparso in camera, chiudendocisi dentro.
Avrebbe potuto davvero credere di aver fatto un bellissimo sogno se tra le dita non gli fosse rimasto un sottile e lungo capello quasi bianco.
Aveva baciato Draco! Draco era andato lì da lui e si erano baciati! Oh, Merlino! L’aveva stretto e l’aveva baciato!
Aveva messo il suo tesoro in un panno di cotone rosso. Draco ne sarebbe rimasto disgustato, ma per ora doveva accontentarsi. Quel capello era la prova del loro primo bacio!
Abbassò di scatto il quotidiano quando una nuvola di fuliggine uscì dal camino ed in uno svolazzare di vesti comparve il preside Silente.
I Weasley rimasero a bocca aperta a fissare il vecchio mago.
-Oh, Molly, Arthur, scusate se vi sono piombato in casa senza preavviso. Ciao ragazzi- Salutò con un sorriso tirato.
-Oh, oh, assolutamente! Lei è sempre il benvenuto qui! Si accomodi!- Lo invitò Molly.
Le fiamme crepitarono ancora e comparve la figura un po’ logora di Remus Lupin.
-Professor Lupin!- Harry gli si buttò tra le braccia.
L’uomo lo abbracciò e salutò tutti.
-Salve a tutti. Scusate l’intrusione- Salutò il lupo mannaro.
-Vieni, mangia con noi, Remus!- Gli spostò una sedia Arthur.
-Grazie- L’uomo si sedette tra il padrone di casa ed il posto di Harry.
-E’ successo qualcosa?- Chiese Harry, preoccupato.
Il preside notò la copia del giornale sulla tavola e la prese in mano.
-Temo di si- Disse scorrendo rapidamente l’articolo.
-Ero lì, quella notte- Iniziò Lupin, accennando al giornale.
I Weasley ed Harry trattennero il fiato.
-Mi sono salvato solo perché c’era la luna piena e Severus non mi aveva dato la pozione antilicantropia-
-Cosa?- Chiese Harry stravolto.
-Calmati Harry. Credo l’abbia fatto apposta: era pieno di Indigo e lui doveva saperlo-
-Indigo?- Chiese Hermione saltando in piedi. -Ma è proibito...-
-Siediti Hermione, falli continuare- Si intromise Arthur con fare paterno.
La ragazza si sedette e Lupin riprese il racconto.
-Ero andato a Sheppard Town per avvisare dei maghi che in passato ci avevano aiutato contro Voldemort che si trovavano in pericolo, ma sono arrivato troppo tardi- L’uomo si fermò un attimo. -Era un mare di fiamme, gli Indigo ululavano e i Mangiamorte a cavallo degli Yale distruggevano tutto, straziavano i corpi dei Babbani...- Scosse la testa.
Molly singhiozzò.
-Colin e Gwinet McFarrel li ho trovati il giorno dopo. Lui era stato trascinato dietro i cavalli. Non aveva più né naso, né orecchie. A lei avevano tagliato la testa e l’avevano piantata sul palo della cassetta della posta, davanti casa loro. Dei bambini non ho trovato traccia: potrebbero averli portati via, come essere stati sbranati dagli Indigo...-
Un silenzio di tomba aveva congelato l’intera stanza.
I singhiozzi di Ginny ridestarono Molly, che abbracciò la figlia.
-Maledetti!- Ringhiò Ron, stringendo con rabbia impotente il cucchiaio che teneva in mano da prima.
-Abbiamo un altro problema- Annunciò Silente con voce grave, guardando Harry con una sorta di compassione che il ragazzo non gli aveva mai visto nelle iridi azzurre.
-Prima di trasformarmi ho potuto riconoscere due dei Malgiamorte. Si erano tolti le maschere.... sono studenti di Hogwarts-
Varie esclamazioni palesarono lo stupore, la paura e l’indignazione degli astanti.
-Chi?- Volle sapere Arthur. -Vanno arrestati immediatamente! C’è un testimone: non se la caveranno!- Fissò Lupin con determinazione.
-Non è così semplice- Rispose Silente.
-Silente! Non intendo mandare i miei figli in una scuola dove ci sono degli assassini a piede libero! Vanno fermati!-
-Sono un licantropo, Arthur. La mia parola non vale molto. Soprattutto contro famiglie come quelle- Dichiarò mestamente Lupin.
-Insomma, di chi stiamo parlando?- Chiese Ron, che ormai era sulle spine.
Lupin sospirò. -Di Draco Malfoy e Blaise Zabini-
Hermione trattenne un gemito e Ron fissò Harry vedendolo impallidire e sgranare gli occhi, tremare.
-E’ falso!- Urlò Harry.
-Harry, li ho visti- Trasecolò il licantropo.
-Era notte! C’era fumo! E stavi male perché ti stavi trasformando! Ti sarai confuso!- Harry stringeva i pugni e tremava e scuoteva la testa per scacciare le lacrime che gli offuscavano la vista.
-Sono stati miei allievi, Harry. Come potrei confonderli? Li conosco e...-
-NO!- Harry lasciò la stanza di corsa.
-Ma cosa...?- Fece in tempo a chiedere Arthur, ma Hermione e Ron già correvano all’inseguimento del loro amico.


Continua...