DISCLAIMER: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco
Infernoparte
IV
di Nuel
Ci sono uomini che, più di altri, seguono il proprio istinto.
Il maschio del genere umano è atavicamente attratto dal potere, non rifiuta la lotta, marca il territorio ed è possessivo.
Blaise Zabini era, in un certo senso, tutto questo.
Attratto dal potere, quello della sua famiglia, condensato nel prestigioso nome Zabini, con tutto ciò che comportava e quello che si sarebbe conquistato una volta conclusi gli studi, con o senza Voldemort;
era disposto a tutto per ottenere quel che voleva, anche se preferiva che, a fare il lavoro sporco, fosse qualcun altro: mai s’era sentito di uno Zabini che si fosse sporcato le mani con qualche individuo di classe sociale inferiore, in fin dei conti, il denaro serve anche per pagare i servizi altrui;
specialmente nel suo regno, non ammetteva di essere contraddetto: il suo regno era, a seconda del periodo, casa sua oppure Hogwarts. I frequenti viaggi del padre e la condiscendenza della madre l’avevano fatto crescere nell’assoluta certezza che ogni suo fiato fosse legge e, una volta a scuola, i suoi compagni Serpeverde avevano imparato il consono rispetto per lui e la sua riservatezza.
Se Draco era un meraviglioso cobra, lui era un vipera: piccola, silenziosa, ma assolutamente letale.
Il che ci porta al quarto punto: la possessività. Se Blaise si trovava nello spogliatoio della sua squadra di quidditch era per un solo motivo: qualcuno aveva osato toccare quello che era suo e quel qualcuno andava punito.
-No! Questa volta dovete fare sul serio! Non dovete puntare a disarcionarlo dalla sua maledetta scopa, colpitelo alla testa. Voglio Potter morto! Chiaro?-
Tiger e Goyle si fissarono chiedendosi se ci sarebbero riusciti. Draco aveva detto loro che dovevano ubbidire a Blaise come ubbidivano a lui, ma Draco non aveva mai chiesto loro di commettere un omicidio. Non così chiaramente, almeno.
-Fate come volete. Per me non è necessario che sembri un incidente- Concluse Blaise ignorando volutamente il loro nervosismo.
La partita venne interrotta dopo neppure quaranta minuti a causa dell’evidente gioco scorretto dei due battitori Serpeverde. Dalle gradinate si erano sentite un sacco di lamentele, fischi e grida: la prima attesissima partita della stagione, niente meno che Grifondoro Vs Serpeverde finiva con Potter ricoverato in infermeria con una spalla rotta ed un vistoso bernoccolo in testa, più svariati lividi dovuti alla caduta dalla sua scopa.
Blaise lasciò la gradinata di malumore, per quanto svenuto, Potter era indiscutibilmente vivo, il che lo lasciava sulla strada del suo ragazzo.
Draco non era andato alla partita, come non aveva mai partecipato agli allenamenti. Volare gli piaceva, mettersi in mostra col quidditch anche di più, ma non ne aveva più il tempo, senza contare che la sua assenza dal campo, forse, lo metteva ancora più in luce.
Sua madre gli aveva spedito una lettera ed un plico di documenti. Subentrare a suo padre non era facile. Pagine e pagine di atti e contratti da memorizzare, avvocati e soci da tenere a bada... per fortuna il più del lavoro lo svolgeva sua madre, dando a lui il tempo di ambientarsi nel suo nuovo ruolo.
Sbuffò e si appoggiò allo schienale della sedia, buttando in dietro la testa, con gli occhi stanchi finalmente liberi di chiudersi per qualche minuto.
Blaise lo vide così e, per un istante, pensò di non disturbarlo, ma Draco era come una calamita per lui, non poteva stargli troppo a lungo lontano senza soffrirne.
Con passi silenziosi gli si avvicino, allungando una mano per accarezzargli la gola esposta e Draco scattò a sedere.
-Vuoi farmi morire di paura?!- Lo rimproverò appena l’ebbe messo a fuoco.
Blaise si chinò a baciarlo e subito lo sentì rilassarsi.
-Scusa, eri troppo irresistibile-
-E’ già finita la partita?- Gli chiese sorvolando sulle sue scuse.
-Interrotta per infortunio del cercatore di Grifondoro-
-Come?- Chiese subito, allarmato.
Le regole del quidditch volevano che in caso di infortunio di un giocatore, questi uscisse dal campo e la partita continuasse fino alla cattura del boccino, perché stavolta era stato diverso? Potter era così grave?
-Madama Bumb l’ha interrotta per “gioco scorretto” della nostra squadra!- Sbuffò.
-Cioè?-
-Ho chiesto a Greg e Vince di dare una lezione a Potter e loro si sono fatti prendere la mano... ma non ha nulla di grave: una spalla rotta e qualche livido. E noi cento punti di meno!-
-Perché hai chiesto a quei due di dare una lezione a Potter?- Chiese subdorando qualcosa.
-Perché non mi piace come ti guarda... e non mi piace che tu voglia sempre stare sotto i suoi occhi!-
Draco ghignò. -Pare che tu mi stia spianando la strada, Blaise- Disse alzandosi e chiudendo in una cartelletta i documenti.
-Dove vai?-
-A vedere come sta il nostro ferito!-
-Draco!-
-A dopo, Blaise!- Lo salutò il principe dei Serpeverde, lasciando la Sala Comune.
-Maledizione!- Sibilò Blaise, afferrando la cartelletta e scagliandola contro il muro.
Quando giunse all’infermeria, Draco dovette fronteggiare l’intera squadra di Grifondoro, andata a sincerarsi sulla salute del proprio cercatore e la Granger in versione mamma chioccia.
Si fece spazio per raggiungere il letto, ignorando i ringhii e si sedette sfacciatamente sul letto occupato dal ferito, accavallando le gambe e tenendo le mani in tasca.
Per qualche istante Harry ed il Serpeverde si fissarono in silenzio, poi Harry sentì un intenso calore al viso e capì di essere arrossito sotto l’attento esame di Malfoy.
Draco ghignò soddisfatto.
-Non mi sembra che tu stia tanto male, Potter-
-No, infatti. Madama Chips vuole che rimanga in infermeria fino a domani per la botta che ho preso in testa, ma non ho nulla di grave- Accennò un sorriso.
-Scommetto che gli dispiace!- Borbottò sarcastico Ron, guadagnandosi una gomitata da Hermione.
Draco finse di non aver sentito il commento, mantenendo lo sguardo fisso in quello di Harry. -Allora il corteo funebre è del tutto inappropriato, non ti sembra?- Accennò col mento ai sei giocatori ed all’amica che circondavano il letto.
Harry annuì. -Ragazzi, ha ragione: forse sarebbe meglio che andaste a cambiarvi, adesso. Io sto bene, come potete vedere- Sorrise ai suoi amici che, comunque si lamentarono.
-Harry, sei sicuro?- Chiese Hermione accennando a Malfoy.
-Si, Herm’. Grazie- Le sorrise lui, che, per quanto in imbarazzo, non vedeva l’ora di stare solo con l’oggetto dei suoi desideri.
-D’accordo, allora- Acconsentì la ragazza, stampandogli un bacio in fronte, attenta a non toccargli la spalla bendata.
Alla svelta i Grifondoro lasciarono la stanza ed Harry tirò un sospiro di sollievo.
Il silenzio scese tra loro assieme all’imbarazzo quasi palpabile di Harry, che giocherellava col lenzuolo.
Draco lo osservò attentamente per qualche momento prima di rompere il ghiaccio.
-Vuoi sapere se sono davvero un Mangiamorte o se si sono inventati tutto, vero, Potter?- Lo colse di sorpresa.
Harry si riscosse dai suoi pensieri, tornando a focalizzare Malfoy, che intanto si stava sbottonando una manica della camicia nera.
Harry deglutì a vuoto, divorando con gli occhi ogni millimetro di pelle candida che usciva dal polsino, mano a mano che Draco avvolgeva la manica, ma poi il Serpeverde si fermò, ghignando al suo indirizzo.
-Perché dovrei svelare una cosa del genere proprio a te?!- Si srotolò rapidamente la manica e la riabbottonò.
Harry quasi gemette di frustrazione, tornando a fissare quegli occhi taglienti che parevano deriderlo.
-Come facciamo Potter? Tu vuoi saperlo e io non voglio dirtelo...- Gli fece un mezzo sorriso sornione che tolse il fiato ad Harry, che arrossì violentemente.
Per un istante la sicurezza di Malfoy vacillò, ma poi la sua espressione tornò normale e ghignò all’indirizzò di Harry, avvicinandoglisi fino a fargli sentire il suo fiato sull’orecchio.
-Dato che il mio prode cavaliere sta bene me ne posso andare.....- Rimase un istante di più accanto ad Harry, come se riflettesse se aggiungere altro, spostandosi poi sfiorando con la punta del naso la guangia di Harry, il cui cuore stava letteralmente impazzendo.
Poi Draco saltò giù dal letto, con un rapido “Ci si vede, Potter” e lasciò l’infermeria.
Blaise Zabini non era uomo incline al perdono. A cena aveva fatto chiaramente capire al suo capriccioso ragazzo che non intendeva perdonargli il suo interesse per Potter, o, almeno, ci aveva provato.
-Come faccio ad eliminarlo se non lo avvicino, Blaise?!- protestò con decisione Draco, afferrandogli un braccio mentre Zabini allungava il passo con la precisa intenzione di lascialro indietro.
-Allora perché non ti infili nel suo letto, stanotte?!- Lo apostrofò senza mezzi termini, entrando nella Sala Grande, senza abbassare la voce.
Parecchi occhi si rivolsero verso di loro, tra gli studenti seduti in fondo ai tavoli.
Draco rivolse uno sguardo di ghiaccio ai capitavola che subito tornarono ad ignorarlo e raggiunse Blaise che, nel frattempo, aveva raggiunto il suo posto.
-Sei tu il mio compagno! Se non posso contare su di te... allora.... su chi, Blaise?- Gli chiese con tono accorato, con quel supplicare implicito che usava quando erano a letto assieme.
Blaise sbuffò ed allungò una mano sotto il tavolo, per allacciare le dita alle sue.
Malfoy si concesse un piccolo ghigno soddisfatto e fissò di sottecchi il posto vuoto alla mensa di Grifondoro.
Harry passò quasi tutta la notte a fissare il soffitto dell’infermeria, fingendo di dormire quando Madama Chips faceva i giri di controllo. Appena i passi dell’infermiera si erano allontanati tornava ad aprire gli occhi e sospirava.
Malfoy si era preoccupato per lui? Possibile?
Aveva un buon profumo... era la prima volta che aveva modo di respirarlo così a lungo... e quel tenue calore dato dalla vicinanza dei loro visi e.... quel contatto! Casuale? Voluto? Non lo sapeva, ma non gli importava. Importava solo che ci fosse stato e lacrime di gioia gli riempivano gli occhi. Era la prima volta che si sentiva così euforico. Una leggera risata gli moriva in gola, ma non riusciva a liberarsi del sorriso idiota che gli riempiva il viso.
-Draco...- Mormorò piano, modulando il suono con attenzione, gustandolo sulla lingua e nelle orecchie. Era un bel nome. Altisonante ed aristocratico. Dopo averlo pensato migliaia di volte era liberatorio pronunciarlo a voce alta.
Il pensiero che potesse essere un Mangiamorte non lo sfiorò per un istante. Rivedeva quei pochi centimetri di avambraccio dalla pelle chiara e delicata, coperti da pochi, sottili peli biondi, una vena robusta che affiorava azzurrina, suscitando la sua eccitazione. Desiderava seguire quella vena con le labbra, fino alla spalla, fino al collo, fino alle labbra sottili e pallide.... si mosse nel letto, deglutendo forte, in cerca di una posizione più comoda e la spalla gli ricordò con sorda decisione quali fossero le sue condizioni.
Incapace di stare ancora fermo a letto, si alzò e sedere e si mise a guardare fuori dalla finestra. C’era un bello spicchio di luna, quella notte ed il cielo era terso. Doveva fare particolarmente freddo... chissà se Draco aveva freddo, nei sotterranei? Avrebbe voluto averlo vicino, abbracciarlo, scaldarlo.... poi si dette dello stupido: Draco aveva già qualcuno che lo riscaldava nelle notti fredde.
Draco venne di nuovo. Quella notte Blaise sentiva il bisogno di ristabilire in modo chiaro la sua proprietà sul suo amante.
A Draco non dispiaceva affatto tanta foga. Blaise gli aveva piazzato tre bei morsi che gli avrebbero provocato sicuramente altrettanti ematomi, lo aveva legato tanto stretto che i polsi gli facevano male ed iniziavano a lacerarsi per il continuo movimento delle sue spinte.... meno male che a lui non piacevano i suoi “giochini”!
Draco sorrise tra sè.
Blaise, esausto, gli rovinò addosso, ansimando. Dopo un momento lo slegò e le braccia di Draco gli circondarono le spalle.
-Sei stato meraviglioso- Gli miagolò all’orecchio.
-Vedi di ricordartene, Malfoy! La prossima volta che fai la troia con Potter io..-
-Tu cosa?- Ridacchiò Draco, sinceramente curioso di scoprire quali perversioni il suo amante avrebbe saputo escogitare per tenerselo stretto.
-Prenderò uno di quegli aggeggi finti che hai e te lo infilerò su per questo bel culo sodo e lo bloccherò con un incantesimo che potrò sciogliere solo io!-
Draco gli regalò un sorriso ammirato. -E se mi dovesse servire, il mio culo sodo?-
-Ma come? Ero convinto che i nobilissimi Malfoy non avessero necesità così plebee!- Lo rimbrottò infilandogli due dita tese in corpo a dimostrazione che le sue non erano vane minacce.
Draco miagolò tendendosi. -Di più, Blaise! Se vuoi che nessun altro mi usi dovrai... mettercene molto di più!- Cominciò a muoversi piano, scopando le dita del suo amante con fare provocatore.
Il mattino seguente, Harry lasciò l’infermeria. In testa aveva solo due cose: vedere Malfoy e raccontare a Ron ed Hermione della visita del principe dei Serpeverde.
Entrambe le cose gli riuscirono mentre le due classi si dirigevano a lezione.
Concitatamente Harry ripeté ai suoi sbalorditi amici la frase che Draco gli aveva sussurrato all’orecchio. Avveva le guance arrossate e gli occhi lucidi.
-Non per smontarti, Harry, ma a me sembra una presa in giro!- Lo avvertì Ron.
-Mmmm... Non so, Ron. A me sembra che Malfoy stia giocando...- Rifletté Hermione. -E’ dal giorno in biblioteca che mi da questa sensazione. Malfoy è un maestro nel rigirare le cose, lo sai anche tu, Harry! Non vorrei avesse capito che tu hai un debole per lui e ne stesse aprofittando-
-Ma no, Hermione... è impossibile!- Cercò di difenderlo Harry, però il dubbio si faceva strada in lui.
-Potter! Vedo che ti sei ripreso del tutto!- La voce annoiata di Malfoy giunse alle loro spalle ed Harry si illuminò d’improvviso, sorridendogli apertamente.
-Si, Malfoy. Grazie. Sto benone-
-Vedi di cercare di rimanerci!- Gli sibilò con astio Zabini, spingendo avanti Draco ed interrompendo il dialogo.
-Temo che, almeno in parte, Hermione abbia visto giusto, Harry- Puntualizzò Ron, sconcertato dal comportamento apertamente ostile di Zabini.
-Temo fosse inevitabile: volete lo stesso ragazzo. Non preoccuparti, Harry- Cercò di rincuorarlo Hermione.
-Già, con la differenza che Zabini è il suo ragazzo e d’ora in poi gli farà da cane da guardia- Boffonchiò Harry, preoccupato.
-Però, Harry...- Gli sorrise Hermione. -Se Zabini si comporta così.... magari sa che non sei del tutto indifferente al suo ragazzo, no?-
Harry le sorrise ed accelerò il passo, rincuorato.
-Non dovresti alimentare false speranze, Herm’!- La rimproverò sottovoce Ron.
-Lo so, ma non vedi quanto è felice? Era da tanto che non lo vedevo così... e poi, Zabini mi pare davvero che sia geloso e non è il tipo da ingelosirsi senza motivo!-
-Lo conosci così bene?- ironizzò Ron.
Hermione sospirò. -No, Ron, ma Zabini è un tipo discreto, invece prima ci mancava poco che prendesse Harry a pugni. Non hai visto come ha afferraro Malfoy per il braccio e come l’ha strattonato via?-
-Avrai ragione tu, ma io preferirei che Harry stesse alla larga da certa gente!-
L’ingresso in aula chiuse la loro conversazione.
Nonostante Hermione avesse colto nel segno più di quanto lei stessa potesse immaginare, Ottobre scivolò in Novembre e Dicembre arrivò senza che Harry avesse avuto altre possibilità di avvicinare Malfoy.
Draco veniva scortato ovunque e comunque da qualcuno, cosa che, dopo un po’, parve dargli piuttosto fastidio.
Tiger e Goyle avevano ricevuto l’ordine perentorio di non lasciarlo mai solo, di non ascoltare le sue proteste e, soprattutto, di tenere alla larga Potter. Blaise era stato categorico.
Mentre i ragazzi caricavano i bauli sul treno che li riportava a casa per le vacanze natalizie, Harry approfittò della momentanea assenza dei due gorilla per avvicinare, dopo tanto tempo, il suo rivale d’un tempo.
-Malfoy!- Lo chiamò prima che salisse sul treno, alcuni vagoni prima di dove lui ed i suoi amici avevano preso posto.
-Potter- Lo salutò con palese sorpresa.
-Volevo solo... farti gli auguri di Natale...-
Draco lo fissò smarrito per un attimo. -Oh, si... Natale! Anche a te, Potter-
-Non abbiamo... avuto modo di parlare più... e io...-
Draco abbozzò un sorriso stanco, che lo colse di sorpresa.
-Non sono stato molto bene, Potter e Blaise... bhe, diciamo che è molto protettivo con me-
-Lo sarei anch’io!-
Draco lo fissò sorpreso ed allora Harry si rese conto di cosa aveva detto, ma si era preoccupato sentendo che Draco non era stato bene.
Arrossì. -Cioè, io... volevo dire...- balbettò inutilmente.
-Lascia stare, Potter. Ho capito- Malfoy fece un passo verso di lui, ma in quel momento Blaise si affacciò alla porta del vagone.
-Andiamo Draco!....- Incenerì Harry con uno sguardo. -Sali!- Ordinò perentorio e Draco si affrettò ad ubbidire.
Blaise scese dal treno ed afferrò Harry per la cravatta, fissandolo dai suoi centimetri in più di altezza. -E’ inutile che ci provi con lui, Potter! E’ mio! Passerò le vacanze con lui, nel suo letto e ti posso garantire che non penserà a te per un solo istante!- Sibilò con rabbia.
Harry fece un passo in dietro e Zabini lo lasciò andare.
-Spetta a lui decidere- Riuscì a rispondergli, con la voce incrinata dalla rabbia e dal pianto che premeva per uscire.
-Non gli hai già fatto abbastanza male, Potter?- Gli chiese Zabini recuperando un tono normale.
-Io non gli ho fatto niente!- Strabuzzò gli occhi Harry.
-Ah no? Far finire suo padre in carcere è niente? Essere la causa indiretta della sua morte è niente per te? E non sai neppure la metà di quello che ha passato Draco in questi anni a causa tua. Stagli lontano! Ti avverto: potrei ucciderti per lui!-
Zabini risalì sul treno ed Harry rimase basito, immobile dove era stato lasciato.
Quando il fischio di partenza annunciò che il treno era prossimo a lasciare la stazione, Hermione e Ron lo chiamarono e dovettero quasi trascinarlo nello scompartimento di peso.
Così erano iniziate le sue vacanze di Natale, quell’anno.
Continua
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