DISCLAIMER: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco



Inferno

parte III

di Nuel


La biblioteca era piena quando Draco e Blaise arrivarono. Si guardarono intorno cercando due posti liberi e bastò uno sguardo per capire che, alla maggior parte dei tavoli, non erano i benvenuti.
Con un cenno della mano, Harry li invitò al tavolo a cui stavano studiando lui, Ron ed Hermione.
Ron quasi sbranò Harry quando vide il suo gesto, ma Malfoy si stava già dirigendo verso di loro, ghignante, seguito da un Blaise piuttosto torvo e si sedette di fronte ad Harry, accanto ad Hermione. (facendo un notevole sforzo...n.d.a.)
Blaise prese posto sul lato corto del tavolo, tra Draco ed Harry.
-Pare che in questi giorni io debba continuamente ringraziarti, Potty- Buttò lì Draco, con sufficienza.
-Non è necessario- Gli sorrise Harry.
-Bene, perché non intendo farlo- Tagliò corto il Serpeverde, provocando una risatina nel suo compagno.
-Lurido bastardo!- Sibilò Ron, non proprio a bassa voce.
-Ssssh!- Li ammonì Madama Pince.
-Se ti da fastidio, puoi sempre andartene, Weasel, tanto dubito che studiare ti serva a qualcosa!- Provocò a voce bassa.
Ron scatto verso Malfoy, che si ritrasse prima che il rosso potesse acciuffarlo.
-Weasley!- Lo richiamò di nuovo la bibliotecaia.
-Ron, calmati! Malfoy, finiscila!- Si impose Hermione.
-Preferisco andarmene!- Rispose acido Ron, prendendo i suoi libri e lasciando la biblioteca.
Malfoy lo salutò con scherno, muovendo le dita lunghe e sottili di una mano.
-Così staremo più comodi!- Disse, spostandosi al posto che prima era stato di Ron, accanto ad Harry.
Blaise si spostò accanto ad Hermione e, con lei, poté vedere Harry arrossire non appena Draco si chinò verso di lui, parlandogli direttamente nell’orecchio.
-Sai, Sfregiato, il tuo amico non lo sopporto proprio.... mi fa rabbia che un puro sangue si possa ridurre in quel modo....-
Harry si mosse a disagio, incollando gli occhi al libro. L’alito caldo di Malfoy che gli colpiva l’orecchio, il suo profumo....
Draco dovette accorgersene e decise di verificare l’intuizione che aveva avuto il giorno precedente. Gli appoggiò una mano sulla gamba ed Herry sussultò, si girò di scatto e si trovò... troppo vicino agli occhi magnetici di Malfoy.
-Qualcosa non va, Potter?- Gli chiese a voce bassa Malfoy, piegandosi un altro po’ verso di lui, lasciando scivolare la mano, con finta casualità, tra le sue cosce.
-No, no... Tutto bene!- Si affrettò a rispondere Harry, tornando a fissare le pagine che prima stava leggendo.
-Fuori! Tutti e quattro!- Tuonò Madama Pince, dietro la schiena di Harry, che fece un salto sulla sedia per lo spavento.
-Ma... ma...- Tentò inutilmente di dire.
Draco e Blaise si erano già alzati e Draco gli lasciò un “Ci vediamo, Potty” mentre usciva dalla stanza.
Harry, con le ginocchia che gli tremavano ancora, prese i suoi libri e seguì Hermione.
-Ma cosa..?- Iniziò, con voce insicura ed il cuore che pompava più forte che mai.
-Harry, hai praticamente urlato!- Gli spiegò, compassionevole, Hermione.
-Ma hai visto cosa ha fatto? Mi ha palpato l’uccell...-
-Harry!- Lo rimproverò Hermione, arrossendo.
-Scusa.... Mi sento ancora le guance andare a fuoco!-
Hermiopne rise divertita. -Sei rosso!-
-Non sono mai stato più felice in vita mia, Hermione!-
La ragazza gli accarezzò fuggevolmente il braccio. -Sarà meglio andare alla torre e parlare con Ron-
-Dubito che voglia parlarmi...-
-Non puoi più tenerlo all’oscuro-
Harry sospirò, continuando a salire i gradini che portavano alla loro Casa.

-Vuoi dirmi che ti piglia?- Chiese con fare arrabbiato Malfoy a Zabini, che camminava tre passi davanti a lui.
-Che mi piglia? Cosa piglia a te, semmai! Cosa ti è venuto in mente di comportarti a quel modo con Potter?-
-Geloso?- Ghignò divertito.
-Si, va bene? Sono geloso! Si suppone che tu sia il mio ragazzo!-
-Volevo solo verificare una mai impressione....-
-Che Potter ti sbava dietro? Me ne ero accorto anch’io e non ci trovavo nulla da verificare!-
-Uuh! Perché tu non hai sentito cos’aveva in mezzo alle gambe!- Lo provocò volutamente.
Blaise si fermò e lo fissò con sguardo duro. -Non giocare con me a questo gioco, Malfoy. Potresti pentirtene!-
Draco sghignazzò. -Allora stanotte non dovrò pregarti tanto, pare.... vuoi punirmi, Blaise?- Gli chiese con fare lascivo, circondandolo con le braccia e prendendo a leccargli il collo

Ronald Weasley era seduto nella sala comune di Grifondoro ad inveire contro il libro complicato, contro la sedia scomoda, contro il caminetto che non scaldava abbastanza... quando Harry ed Hermione entrarono.
-Che ci fate qui? Già stanchi dei nuovi amici?-
-Ron, calmati- Gli chiese Hermione, gentilmente.
-Perché io devo sempre stare calmo, eh?!- Si scaldò ancora di più il rosso.
-Perché tu ed Harry dovete parlare...-
Ron fissò il suo migliore amico, ancora immusonito ed Harry, a disagio, andò a sedergli di fronte.
-Aspettatemi, io vado a prendere un po’ di succo di zucca- Disse Hermione, salendo velocemente le scale per il dormitorio femminile, dove teneva la sua scorta personale per quando leggeva fino a tardi.
-E’ una cosa che Hermione sa già?- Chiese Ron, a voce bassa.
-Si-
-E perché lei la sa già e io no?-
-Perché è una ragazza...-
-E allora?-
-Ha una sensibilità diversa... sono riuscito a sfogarmi con lei....-
-E con me no!- Sentenziò Ron, ferito.
-Avevo paura del tuo giudizio...-
-E ora non ce l’hai più?-
-Ce l’ho ancora... ma non posso continuare a nascondertelo-
Tra loro calò il silenzio per qualche attimo, finché Hermione scese con una bottiglia di succo e tre bicchieri.
-Allora?- Chiese Ron mentre la sua ragazza riempiva i bicchieri.
Harry bevve subito un lungo sorso prima di parlare.
-Ti ricordi, quando stavo con Cho....-
-Si-
-Ero piuttosto imbranato...-
-Si-
-Non avevo mai avuto una ragazza e.... non mi importava neanche di averne una, ad essere sincero... perché....- Guardò Hermione in cerca di aiuto e lei lo incoraggiò con un sorriso ed un deciso annuire.
Harry sospirò. -Perché mi piacciono gli uomini, Ron-
Ron lo fissò a bocca aperta per qualche istante, poi prese un bicchiere di succo di zucca dal tavolo e lo bevve tutto. Tornò a fissare Harry e gli chiese “Sei sicuro?”
-Si, Ron, sono sicuro-
-Hai già.... avuto qualche.... esperienza...?-
-No-
Ron sbatté euforico il bicchiere sul tavolo e si alzò allargando le braccia.
-Ma allora non sei sicuro! Ti troveremo una ragazza, Harry e vedrai che ogni dubbio andrà via!-
Harry lo fissò come se vedesse un alieno. Non era la reazione che si era aspettato.
-Non è così semplice, Ron- Intervenne Hermione, abituata alla faciloneria del suo ragazzo.
-Come no?! Ci sono un sacco di ragazze che darebbero un occhio per Harry!-
-Ma lui è innamorato- Spiegò la ragazza.
-E di chi?- Chiese realmente incuriosito Ron.
-Harry si stropicciò le mani. -Pensavo l’avessi capito....-
-Oh...- Arrossì Ron.
-No, Ron. Non si tratta di te- Tradusse Hermione, capendo il malinteso in cui Weasley era caduto.
-Oh, bhe, bene, cioè...- Si imbarazzò Ron, lasciandosi cadere sulla sedia.
-Negli ultimi due giorni non hai fatto altro che criticarmi per il mio attaggiamento verso di lui...-
Ron sbiancò. -Non Malfoy! Harry! Dimmi che non è lui!-
Harry si limitò ad annuire, con gli occhi bassi.
Ron serrò la mascella, in un rapido crescendo di emozioni dalla rabbia alla frustrazione, all’odio. -Ma bene! Così uno ti tratta a cazzi in faccia, oh, scusa, probabilmente ti piacerebbe, uno ti tratta come se tu fossi l’ultimo cane rognoso sulla terra, insulta i tuoi amici e tu te ne innamori!- Il suo tono di voce si alzava parola dopo parola.
-Ron....-
-Sta zitto! Se ti insulto, magari ti ricordi che sono un tuo amico! Quando tutti ti credevano un fottuto assassino, al secondo anno, io c’ero! Quando sui giornali ti davano del matto io ti sono rimasto vicino! Il caro Malfoy, invece cosa faceva? Ti copriva di merda! Insultava Hermione e me, si è alleato con la Umbridge, ha cercato di far fuori Fierobecco, che a te piaceva tanto, piangeva il suo paparino Mangiamorte! Eh, già: era inevitabile che ti innamorassi di lui!-
-Ron...-
-Zitta, Hermione! Non lo difendere! Sai una cosa, Harry? Tu hai un problema, ma non è quello di essere gay. Non me ne frega niente se preferisci il cazzo alla figa, ma se ti innamori di uno che vorrebbe farti sparire dalla faccia della terra, allora devi farti curare! Questo non è neanche masochismo, è follia pura! Se vuoi suicidarti fammi il piacere di non aspettarti che io ti venga a salvare! Perché stai sicuro che Malfoy ti farà fuori se gliene dai la possibilità!- A corto di fiato e rosso fino alla punta delle orecchie, Ron lasciò la sala comune per rinchiudersi in camera, sbattendo la porta.
Harry ed Hermione rimasero in silenzio per un po’, come pietrificati.
-Ha ragione lui- Soffiò piano Harry, la voce ridotta ad un bisbiglio, mentre due grosse lacrime si affacciavano ai suoi occhi, seguite da numerose altre.
Hermione si alzò di scatto, andando ad abbracciarlo, come già aveva fatto l’anno prima. -Ma non posso farci niente.... lo amo...-
Hermione strinse di più le braccia intorno a lui, come se, con la sua stretta, potesse proteggerlo dal dolore di quel momento.

Dopo cena, Draco si affrettò a tornare al suo dormitorio, seguito da un Blaise ancora di pessimo umore. Potter e i suoi amici non si erano presentati a tavola, Draco si era limitato a registrare la loro assenza e ghignare divertito, forse immaginando che i Grifondoro stessero o avessero litigato a causa del suo piccolo spettacolo in biblioteca.
Draco si buttò sul letto, afferrando Blaise e tirandoselo dietro. Lo baciò con passione, infilando le mani pallide sotto la sua camicia per accarezzargli il petto. Appena fu certo che il suo bacio avesse sortito l’effetto desiderato sul suo compagno, si lasciò cadere all’indietro, allungando una mano al suo comodino e traendone il giocattolo a cui aveva pensato per tutto il giorno.
Blaise lo guardò con cipiglio severo, ma non protestò.
-Allora avevo ragione: mi vuoi punire-
-Stavolta te lo meriteresti....-
-E’ da quando, a casa tua, ti ho visto punire quell’elfo domestico che ci penso- 
Blaise gli prese di mano la lunga frusta di cuoio dall’impugnatura liscia. La lunga corda, al suo esame, risultò intatta, mai usata. La concia l’aveva resa tagliente sui bordi e dura.... un bagno di acqua e sale l’avrebbe resa perfetta, anche se l’aspetto sarebbe risultato peggiore.... La fece schioccare un paio di volte a terra. Vide Draco rabbrividire, ma guardarla con la luce del desiderio negli occhi.
-Perché ci tieni tanto a soffrire?-
Draco iniziò a spogliarsi, qualche leggero livido del loro accoppiamento di due notti prima faceva ancora bella mostra di sè sulla sua pelle altrimenti perfetta.
-Come vuoi che mi metta?- Gli chiese languido, ignorando la sua domanda.
A Blaise il suo atteggiamento fece rimontare la rabbia e la gelosia. Lo afferrò per una spalla e, senza gentilezza, lo rigirò, sbattendolo contro una delle colonnine del letto a baldacchino.
Per almeno un’ora non si sarebbe fatto vivo nessuno nel dormitorio ed, a lui, sarebbe bastato molto meno per insegnare a Draco a non giocare con quel tipo di oggetto.
Draco girò il viso, abbracciando la colonna e Blaise poté vederlo sorridere.
Si allontanò di alcuni passi, calibrando la distanza sulla lunghezza della frusta.
Considerò se dargli l’opportunità di assaggiare il suo giocattolo in modo abbastanza blando, così da capire cosa stava chiedendo e tirarsi indietro prima che fosse troppo tardi, ma decise che Draco meritava una lezione.
“Attento a ciò che chiedi, potresti ottenerlo!” Recitava il vecchio adagio e lui era deciso a farglielo entrare in quella testolina bionda prima che si bruciasse come una falena che gira troppo intorno al fuoco.
Vibrò il primo colpo.
Draco chiuse gli occhi. Sussultò. Fissò la frusta che aveva sibilato accanto al suo orecchio, senza sfiorarlo e fissò Blaise.
-Non posso-
Draco lo guardò ferito per un attimo e tornò cocciutamente ad abbracciare la colonnina.
Blaise gli si avvicinò, allungando il palmo aperto sulla sua schiena, accarezzandola. Si chinò a baciare un piccolo neo vicino alla colonna vertebrale, risalendo con la lingua fino al collo e baciandogli la nuca, succhiandogli il collo, abbracciandolo.
-Blaise... per favore....-
-No-
-Per favore-
-La tua pelle è troppo delicata.... si romperebbe al secondo colpo....-
-Non mi importa...-
-Si che ti importa: tu detesti avere segni indelebili-
Draco girò di nuovo la testa, in cerca delle sue labbra, ma Zabini si tirò indietro.
-Non ho detto che non intendo punirti-
Draco gli sorrise, tornando a fissare la colonna. L’equilibrio tra loro era ristabilito.
Blaise guardò, come ipnotizzato, il Marchio Nero sul suo avambraccio, fece scorrere la propria mano lungo il braccio di Malfoy, fino a raggiungere e coprire la sua, affiancando i loro Marchi. I suoi baci sulla spalla del suo compagno divennero più simili a morsi e, rigirando il manico della frusta tra le dita, lo infilò violentemente nel suo corpo.
Draco strozzò un urlo, mentre sbarrava gli occhi, sorpreso e sconvolto per quell’uso improprio a cui non aveva pensato.
Intanto Blaise cominciò a spingere e ritirare la mano con movimenti rudi e veloci, affondando sempre più nel suo intestino, scopandolo senza attenzione. 
Mentre Draco sussultava e gemeva debolmente per il dolore di quello sfregamento secco e scomposto, Blaise decise di averlo punito abbastanza. “Dolore” e “Draco” erano due parole che, per natura, non gli piacevano nella stessa frase.
Lo liberò della frusta, lasciandola cadere a terra e, sempre senza alcuna gentilezza, buttò Draco sul letto, coprendolo subito dopo col suo corpo, baciandolo ed infilando una mano sotto di lui, per accarezzargli il sedere.
Draco scoppiò a ridere, mentre due piccole lacrime gli scivolavano fuori dagli occhi, tanto che Blaise dovette interrompere il bacio.
-Cosa c’è, adesso?-
-Sei come lui: non riuscite a farmi male veramente- Continuò a ridere e piangere assieme.
-Adesso potrei frustarti sul serio!-
Draco scosse piano la testa. -Sai quanto me che non lo faresti mai-
Blaise si spogliò rapidamente, possedendolo come a sancire che era lui il più forte nella coppia. Draco si inarcò, mordendosi un labbro per reprimere un lamento. Il manico della frusta lo aveva irritato ed ora la nuova intrusione gli provocava un fastidioso quanto eccitante bruciore.
Tanto meglio, pensò, mentre chiudeva gli occhi e si allontanava da Blaise: il dolore mischiato al piacere gli ricordava la lezione più importante che suo padre gli avesse mai impartito: c’erano persone da amare ed altre da non amare. E c’era una persona che, se avesse amato, gli avrebbe causato tanta sofferenza da cancellare ogni altro dolore prima provato.

Mentre le bocche si aprivano e chiudevano in sbadigli contagiosi, nella Sala Comune di Grifondoro, Harry, che era rimasto in disparte, con Hermione, fino a quel momento, si alzò.
-Dove vai?-
-A prendere una coperta-
-Vuoi dormire qui?-
Harry annuì. -Ron sicuramente non vuole vedermi.... dormirò qui, stanotte-
-Ma, Harry...-
-Non preoccuparti, Hermione. Passerà- Le rivolse un pallido sorriso.
Risalì le scale a chiocciola fino al pianerottolo, si mise davanti alla porta del dormitorio maschile del settimo anno, sospirò per prendere coraggio e bussò un paio di volte, prima di aprire la porta.
-Scusa- Disse rivolto a Ron che, dal proprio letto, lo degnò appena di uno sguardo. -Prendo un paio di cose e tolgo il disturbo-
Ron lo fissò togliere la coperta dal letto e ripiegarsela su un braccio, trarre la Mappa del Malandrino e osservarla in cerca di qualcuno.
Harry sospirò e trattenne un nuovo gemito e un nuovo scroscio di pianto vedendo quasi sovrapposti i cartigli che indicavano Draco e Zabini. 
Hermione lo aveva avvertito, no? Almeno ora era consapevole di avere un rivale...
Rimise nel baule la mappa, non volendo farsi altro male per quella sera e si diresse di nuovo alla porta.
-Buona notte- Mormorò appena.
-Harry?- Lo fermò Ron.
Quando si guardarono in faccia scoprirono gli stessi occhi rossi e gonfi in entrambi i volti e quasi si sorrisero.
-Mi dispiace per le cose che ti ho detto-
-Lascia stare, Ron-
-No.... non volevo farti soffrire, ma... perché Malfoy? Lui ti odia! Ti vuole morto! Lo so che tu non ci credi, ma se tanta gente è convinta che sia un Mangiamorte, dovrà pure esserci qualcosa di vero!-
Herry gli sorrise apertamente, senza più trattenere qualche lacrima particolarmente tenace.
-Lui è... il sale della mia vita...- Non lo aveva mai visto in quei termini, ma le parole gli stavano venendo in mente con una facilità estrema. -Se il mare non fosse salato non sarebbe il mare.... In un certo senso... lui mi ricorda ogni giorno chi sono e cosa sono, al di là del mio nome e del mio destino.... mi fa sentire una persona normale... Draco è.... la vita che mi sbatte in faccia che sono sopravvissuto un altro giorno-
Harry l’aveva sempre definito “il mio contrario che, finché resta nero, mi fa restare bianco, finché non ci fonderemo insieme in un anonimo grigio”, ma quello che aveva detto a Ron gli sembrava più sensato e più vero di tutto il resto.
Ron annuì, sforzandosi di capire ed accettare. -Non serve che dormi fuori-
-Grazie... ma ho bisogno di stare solo-
Harry tornò nella Sala Comune, riprese il suo posto ed attese che, alla spicciolata, gli altri Grifondoro andassero a dormire.
Hermione lo baciò in fronte augurandogli la buona notte, lasciando la sala per ultima e, finalmente, ripensando ai due cartigli, a Draco che dormiva abbracciato a Zabini, Harry cominciò un lungo, liberatorio pianto.


Continua....