DISCLAIMER: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco

 



Inferno

parte I

di Nuel

 

Durante il primo anno ad Hogwarts, Harry Potter aveva imparato che esistevano diversi tipi di maghi e che certi biondini purosangue gli stavano decisamente antipatici.
Al secondo anno, aveva scoperto che oltre al bianco ed al nero esisteva pure il grigio e che, certe tonalità di grigio, erano più piacevoli delle altre: ovvero, lui e la sua amica Ginny, stimati Grifondoro, avevano sperimentato su di sè il lato oscuro della magia e, forse, non sarebbero più stati immacolati come tutti credevano.
Al terzo anno, Harry aveva provato sulla sua pelle il veleno del tradimento, quello che aveva causato la morte dei suoi genitori e costretto Sirius, il suo padrino, alla latitanza.
Al quarto anno, per quanto tutti si fossero impegnati affinché non accadesse, il suo destino gli era stato brutalmente sbattuto in faccia: uccidere Voldemort o vedergli uccidere tutti coloro che amava.
Alla fine del quinto anno, Harry sapeva che doveva contare sulle sue forze e prendersi la responsabilità delle sue azioni: lui aveva fondato l’ES. Poteva non essere stata una grande idea ed aveva messo nei guai Silente, ma alla fine, aveva portato a dei notevoli risultati...
Al sesto anno, Harry Potter, aveva imparato una regola che i ragazzini Babbani imparano assai prima, sintetizzata in una facile formula di fisica: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, ovvero: lui aveva fatto si che Lucius Malfoy finisse in prigione e suo figlio Draco aveva cambiato scuola.
Harry aveva trascorso un sereno, tranquillo e banale sesto anno scolastico... per quanto possa essere sereno, tranquillo e banale per un ragazzo che deve vedersela con Voldemort ogni volta che gira un angolo buio! Almeno, così la vedeva la professoressa Cooman.
Mentre guardava fuori dal finestrino, ascoltando distrattamente le chiacchiere di Ron ed Hermione, Harry si chiedeva come avrebbe potuto andare avanti un altro noioso anno senza Draco Malfoy a rendere eccitante e “sicuro” ogni giorno della sua vita.
Le scaramucce, gli insulti, le sfide... erano una tranquilla costante e non comportava il pericolo di morte.
Draco Malfoy, aveva imparato Harry Potter nel precedente anno scolastico, gli mancava da morire.
Forse, a lungo andare, la sua assenza si sarebbe fatta sentire di meno, avrebbe dimenticato il suo bellissimo viso, la sua andatura elegante... Harry sorrise: avrebbe dimenticato la sua naturale antipatia, quel suo tenere la testa alta e lo sguardo arrogante, le battute velenose, la parlata strascicata.... quel suo meraviglioso insopportabile modo d’essere.
Il treno si fermò ed i suoi passeggeri si diressero al castello.
Il suo settimo anno. La prossima estate sarebbe diventato maggiorenne, sempre Voldemort permettendo!
Avrebbe usato la gran quantità di denaro che i suoi gli avevano lasciato e sarebbe andato in giro per il mondo ed avrebbe mandato decine di lettere ai suoi amici... e.... mentre si guardava intorno, mentre i primini venivano smistati e i più grandi applaudivano, rimase senza fiato.
Al tavolo di Serpeverde, splendeva l’elegante figura di Draco Malfoy.
Harry lo fissò col cuore che scoppiava di gioia.
Era cresciuto parecchio, in quell’anno, portava i capelli un po’ più lunghi, era bello come non mai ed Harry cominciò a sorridere ed applaudire con enfasi.
Nel giro di un attimo aveva ritrovato sorriso, appetito e voglia di vivere.
Le lezioni ripresero con la solita, monotona ritmicità di ogni anno.
Harry era felice: Draco era tornato. Si vociferava che avesse trascorso l’anno precedente a Durmstrang e che ora fosse particolarmente versato nelle arti oscure, ma Harry non ascoltava questi pettegolezzi.
Draco era diventato un uomo in quell’anno, Harry scrutava ogni centimetro del suo viso, dalla leggera peluria bionda che gli copriva le guance, alla mascella appena più squadrata, agli occhi più profondi, come se fosse dimagrito molto, ma che lui ricordasse, era sempre stato piuttosto magro, anche troppo.
E, al suo cospetto, si sentiva un ragazzino.
Spiava i movimenti studiati delle sue mani, il modo in cui piegava le dita, come spingeva dietro l’orecchio i capelli o come li legava in un minuscolo codino quando si concentrava, il leggero alzarsi ed abbassarsi del petto ad ogni respiro....
Harry era felice perché avevano molte lezioni in comune. Draco accavallava con sicurezza le gambe lunghe, rigorosamente in prima fila e faceva domande, alzava la mano, parlava con la voce più profonda, che gli metteva i brividi, interagiva con gli insegnanti ed aveva il massimo dei voti in tutte le materie, al pari con Hermione.
Ma dopo una quindicina di giorni, Harry capì un facile concetto: il mondo, lui compreso, non esisteva più per Draco Malfoy.
Interagiva unicamente con gli insegnanti, si relazionava appena con i suoi compagni di casa e solo con quelli del suo anno.
Niente scaramucce, niente liti, insulti o sfide.
Harry sperò che le cose cambiassero con il primo allenamento di Quidditch, ma, quando la squadra di Serpeverde ebbe ultimato il suo turno, lasciando il campo ai Grifondoro, Harry vide lo stesso cercatore dell’anno precedente. Niente Draco. Nemmeno a guardare gli allenamenti.
Harry era depresso e nervoso: aveva bisogno di qualcosa di più di osservarlo da lontano.
Intanto, le voci su Draco erano cambiate: si diceva apertamente che fosse diventato un Mangiamorte.
Harry si rifiutava categoricamente di ascoltarle. Se sentiva i suoi compagni di Casa anche solo accennare all’argomento, si infuriava e li zittiva dicendo che Draco non era tanto stupido da voler fare la fine di suo padre.
Già... la fine di Lucius Malfoy.
Piuttosto ingloriosa per un mago del suo livello.
Un gruppo di Mangiamorte aveva tentato di farlo evadere. Lui era senza bacchetta. Gli Auror li avevano scoperti ed uccisi tutti. Uno ad uno. Lucius Malfoy era stato colpito alle spalle, mentre tentava la fuga.
Harry aveva preso un’altra abitudine, in quei giorni: dormire con la Mappa del Malandrino sul cuscino. La fissava, o meglio, fissava il cartiglio col nome di Draco, che pareva trascorrere le sue serate steso a letto, tranquillo e beato.
Se Harry, rincuorato da quella certezza, non si fosse regolarmente addormentato prima delle undici, avrebbe visto il cartiglio col nome B.Zabini, spostarsi dal suo letto e raggiungere quello di Draco, almeno una sera si ed una no.

Blaise si intrufolò tra le tende pesanti del letto di Draco anche quella notte. Insonorizzò il piccolo ambiente e fissò il suo amante che, come ogni notte, fissava il soffitto con occhi sbarrati.
Draco lo guardò freddamente e spostò le braccia verso la testiera del letto, incrociando i polsi.
Era il segnale che Blaise aspettava: Draco voleva essere scopato. Nulla di nuovo, da qualche mese a quella parte.
Prese dal comodino una sciarpa di seta nera e legò i polsi del principe dei Serpeverde, immobilizzandoli al letto.
Draco aveva gusti... “particolari” a letto. All’inizio ne era stato sorpreso, poi, quando aveva saputo chi era stato il suo primo amante se ne era fatto una ragione.
“Amante”... era difficile vedere “quell’uomo” nel ruolo di amante di Draco. Eppure non era stato solo questo e Draco lo aveva amato disperatamente.
Blaise prese un’altra sciarpa e bendò gli occhi color acciaio, in modo che Draco potesse perdersi nelle sue fantasie, immaginare di essere amato ancora da quell’uomo morto ormai da mesi. Era per lui che era diventato un Mangiamorte. Non per il “Signore Oscuro”, per il “padre”, per gli “ideali”. Per amor suo, perché fosse fiero di lui.
Blaise c’era la notte in cui Draco aveva ricevuto il marchio. La notte in cui doveva essere liberato suo padre.
Draco attendeva, trepidante, il ritorno di suo padre e degli altri Mangiamorte, del suo amore.
Invece era giunta la notizia che la spedizione era fallita, che erano tutti morti.
Draco aveva giurato vendetta.
Niente più giochi.
Morte a Potter.
Blaise aveva voluto stargli vicino. Aveva voluto anche lui il marchio ed aveva giurato con lui: morte a Potter.
Era stato nei giorni seguenti che aveva scoperto che Draco non piangeva suo padre, non solo, almeno.
Era stato a Malfoy Manor, a presentare le sue condoglianze a Narcissa ed a Draco e quando era uscito dal vecchio maniero, era il nuovo amante di Draco.
Aveva approfittato della sua debolezza?
Forse.
Ma, in fondo, lui amava da sempre Draco e si era limitato a cogliere ciò che il destino gli aveva offerto.
-Sei una puttana, Draco, lo sai?- Gli sussurrò all’orecchio.
Draco gemette, iniziando ad eccitarsi.
-Lo so che sono solo il secondo ad entrare nel tuo letto, ma....- Iniziò a spoglirlo, denudando il petto bianco e lasciando la camicia nera aperta intorno a lui, arrotolandogli la manica sinistra e cominciando a baciare con venerazione il Marchio Nero. -...Vedo come ti muovi, come ti faresti scopare dall’aria, se potessi. Tutto pur di stare al centro dell’attenzione!-
Draco si mosse, strusciando i fianchi su Blaise.
Blaise rise, cominciando a tracciare una linea verticale sul suo petto con l’indice.
-Ti piacerebbe se me ne andassi aprendo le tende... lasciandoti così?.... Chissà quanto passerebbe prima che cominciassero a darsi il turno per fotterti.... verrebbe almeno mezza scuola, lo sai? E tu non sapresti chi ti sta scopando...-
Draco deglutì a vuoto, iniziando a surriscaldarsi.
Blaise gli sbottonò i pantaloni, afferrando il suo sesso con forza e tenendolo fermo.
Draco prese a muovere i fianchi, cercando di sfregarsi nella sua mano.
-Magari verrebbe anche Potter...-
Draco ansimò e per poco non venne.
-Non così presto, piccolo mio... non così in fretta- Blaise cominciò a stuzzicargli il collo, sfilandogli i pantaloni.
Una lunga agonia lo attendeva. Piccoli morsi crudeli sul collo mentre gli graffiava i fianchi, facendo sbattere quella carne dura contro l’aria, poi piccoli cerchi concentrici con i pollici, intorno ai capezzoli turgidi, ricoperti da tante piccole crosticine che un po’ alla volta si staccavano, lasciando uscire un minuscolo puntino rosso, fino ad allargargli le gambe al massimo, fino a fargli male ed entrare in lui con un’unica spinta decisa.
Draco s’inarcava, digrignando i denti e Blaise si piegava a mordere ferocemente un capezzolo, cominciando a pizzicare l’altro, fino a sentirsi la bocca e le dita impiastricciate.
Allora Blaise cominciava a muoversi dentro di lui, con vigore, senza paura di fargli male, chè tanto sapeva di non fargliene, pompandolo piano, ad un ritmo totalmente diverso da quello delle sue spinte, interrompendosi e poi ricominciando, graffindogli la punta e pizzicando il frenulo.
Prima di venire Blaise si chinò di nuovo a baciarlo, a soffocarlo riempiendogli la bocca di saliva e mordergli la lingua. Quando si staccò un rivolo di saliva scivolò sul mento di Draco, che ansimava e sospirava mantenendo mute le corde vocali.
No. Decisamente a quel pazzo sadico non doveva piacere sentire la sua voce mentre lo torturava raccontandogli la favoletta che lo amava.
Blaise spinse di nuovo, con rabbia, riempiendolo di sè.
Uscì dal suo corpo immediatamente, succhiando l’eccitazione ancora insoddisfatta di Draco per qualche istante e poi si dedicò al suo petto, a quella distesa di neve insanguinata.
Prese a sfregare con forza i capezzoli feriti di Draco, che cominciò ad agitarsi sotte le sue dita.
Doveva senirsi bruciare. Il respiro divenne più irregolare, i movimenti convulsi, mentre sferzava l’aria col sesso che ormai doveva fargli male.
Mosso a pietà da quella scena Blaise gli afferrò i testicoli con una mano, premendo forte.
Draco rantolò e schizzò in una parabola che gli ricadde sul petto.
Passò qualche secondo negli ansimi.
Blaise intinse le dita nello sperma che macchiava il petto di Draco e gliele portò alla bocca.
Draco leccò diligentemente. Blaise ripeté l’operazione finché non sentì un fremito nei muscoli delle braccia del suo amante e decise che era ora di liberarlo.
Draco si alzò lentamente a sedere, ancora ansimante e si tolse la benda dagli occhi.
-Ci vai troppo leggero!- Protestò stizzito, portandosi due dita al capezzolo.
Blaise lo fermò per impedirgli di farsi altro male e lo premette di nuovo sul materasso.
-Ti stava venendo un crampo-
Malfoy gli sorrise biecamente. -Non sono così delicato, Zabini!-
Blaise lo baciò, forzandogli quel maledetto sorriso e violentandogli la bocca e lo sentì cedere sotto di sè, allargare di nuovo le gambe e mormorare un “ancora” a cui non seppe resistere.
La notte era appena cominciata e non lo avrebbe lasciato finche quel dannato buco non gli avesse fatto male. Lui poteva resistere.
Si portò le ginocchia di Draco sopra le spalle sollevandolo per metà dal letto e ricominciò a scoparlo con violenza, sperando di strappargli qualche suono dalla gola.
Non ottenendo nulla, preso dalla rabbia, Blaise lo schiaffeggiò, uscendo da Draco ed afferrandogli i polsi, bloccandoli ai lati della testa.
Draco socchiuse gli occhi, torbidi di piacere e gli sorrise.
-Fallo ancora-
Blaise fu davvero sul punto di colpirlo ancora, ma non poté.
-Sono stufo di scoparti come se giocassimo a schiavo e padrone!-
Draco si liberò dalla sua presa e si mise a sedere tra le sue gambe.
-Dì che in realtà ti piace-
-No!-
Draco si portò una ciocca ribelle dietro l’orecchio, inclinando appena il collo, quel tanto da mettere in mostra uno spicchio di pelle che gridava dal desiderio di essere morso.
E Blaise cedette al richiamo, conficcando i denti in quel punto e ributtandolo sul letto.
Draco gli circondò i fianchi con le gambe e prese a gemere come un gattino.
-Troia!- Gli sibilò il moro, sapendo benissimo che Draco gli stava dando un contentino per continuare a dirigere il gioco come piaceva a lui.
Draco ridacchiò e si ritrovò sopra Blaise, che aveva invertito le posizioni con un colpo di reni.
-E adesso come la mettiamo, altezza?-
Draco si stiracchiò pigramente sopra di lui, il suo petto uno spettacolo osceno: neve imbrattata di sangue e di sperma.
Draco scivolò lungo le sue gambe, prendendogli il cazzo in bocca.
No, decisamente, quel Draco non era schizzinoso. Almeno quando si trattava di sesso.
Draco leccò e succhiò fino a farlo venire ancora e poi si sedette accanto alle sue ginocchia, stiracchiandosi di nuovo.
-Lascia perdere Blaise: ti stanchi prima di me- Gli sorrise beffardo.
-Io sono venuto tre volte, tu una- Allungò un braccio ad afferrare i sottili peli biondi sotto un’ascella e lo trascinò sul suo petto.
-Va bene così- Draco cominciò a cospargergli il petto di teneri baci e Blaise si ritrovò ad abbracciarlo.
-Dovresti vederti quanto sei bello quando sei così dolce-
Malfoy ghignò.
-Appunto!- Sbuffò Blaise, interdetto.
-Lui... diceva sempre che la mia visione più bella è quando, dopo aver fatto sesso, resto legato al letto, con la saliva sul mento, il sedere rosso e dolorante e il sesso coperto del mio sperma...-
-Come fai a dire queste cose senza arrossire?- Gli chiese Blaise accarezzandogli il viso.
-Sono una troia senza pudore!- Ghignò di nuovo Malfoy.
Blaise lo rimise sotto di sè, baciandolo con passione.
Draco gli circondò il collo con le braccia e fissò con attenzione i profondi occhi blu di Zabini.
-Come è cominciata, tra voi?-
Draco distolse lo sguardo, un po’ a disagio e si morse il labbro.
-Una notte.... avevo la febbre e lui... venne a controllare come stavo. Forse deliravo... tanto che gli dissi una cosa che non dovevo dirgli...-
-Cosa?-
-E’ un segreto fra di noi!- Sbottò Draco con ira.
“... io... credo di essermi innamorato... di...”
-Va bene! D’accordo! Calmati!-
-Mi disse che certe cose non dovevo neppure pensarle e... che avrebbe pensato lui a me... entrò nel mio letto... e cominciò a toccarmi...-
-Draco, non devi raccontarmi anche questo...-
Draco fece spallucce.
-E’ bello, sai, quando si ha la febbre. E’ diverso!-
-Non lo metto in dubbio- Rispose solo Blaise.
-Prima mi fece venire duro con le sue mani, poi, quando infilò il primo dito mi fece un po’ male... ma dopo...- Draco ansimò provocante.
-Smettila!-
-Non ti piacciono questi particolari?- Alzò un sopracciglio, divertito dalla gelosia che percepiva in Blaise.
-No! E lo sai! Se avessi saputo cosa ti faceva lo avrei ucciso con le mie mani!-
Draco scoppiò a ridere.
-Lui era un Mangiamorte potente! Non avresti potuto! E poi, eri troppo piccolo!-
Un brivido percorse improvviso la schiena di Blaise. Un dubbio, una domanda che non si era mai fatto.
-Quando? Quando ha cominciato?-
-Erano le vacanze di Natale del quarto anno-
Blaise incassò il colpo. Gli ci volle qualche minuto, poi, gelido, esternò i suoi sentimenti.
-Se fosse ancora vivo, Draco...- Iniziò cercando di reprimere la rabbia. -.... adesso, io lo ucciderei!-

Continua