Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono neanche un po’. La signora Rowling ne dispone come meglio crede, io ci gioco a tempo perso, senza pretese e senza fini di lucro.
Harry
Potter e il cervello che non ha
parte XXV
di Sourcreamandonions
In cui dopo taaanto tempo si consuma un po’ di sano sesso fine a se stesso
Passarono ancora alcune settimane. L’andamento della vita scolastica dei ragazzi procedeva a fasi alterne. Ci fu l’agognato ritorno della sfida di Quidditch Gryffindor contro Slytherin. Draco sfoderò tutte le sue armi migliori per afferrare per primo lo Snitch o, in alternativa, sedurre Harry tanto da distrarlo, ma il Gryffindor era migliorato in entrambe le attività e non si fece distogliere dalla sua meta né con le palpatine, né con le minacce, né tanto meno con un paio di spallate ben assestate. Rispose con un ghigno e uno scatto che gli permise di conquistare il pallino e far vincere alla propria squadra la partita. Draco si mangiò le mani per tre giorni, tenendolo per ripicca a secco di attenzioni e rifiutandosi di incontrarlo, ma si rifece quando nei test preliminari di fine anno ottenne il massimo dei voti in Incantesimi, DADA, Pozioni e incredibilmente anche in Antiche Rune, cavandosela comunque egregiamente in Trasfigurazione, mentre Potter riuscì a farsi dare ben due insufficienze: una, inaspettata, in Trasfigurazione, che poi si scoprì essere dovuta ad un colpo di sonno, e l’altra, perfettamente prevedibile, in Pozioni. Il professor Snape non si limitò a constatare che la pozione che aveva assegnato loro fosse stata preparata in modo insufficientemente accurato, ma infierì facendogli presente davanti a tutta la classe che si era rifiutato di correggere il suo compito scritto, che peraltro anche Draco aveva trovato molto difficile, dopo aver individuato ben sei errori di ortografia. Praticamente tutti erano scoppiati a ridere, tranne Ron, che gli aveva dato una pacca sulla spalla, comprendendo il problema, e Hermione, che lo aveva guardato torva scuotendo la testa. Nel pomeriggio Harry aveva scoperto che Snape aveva riportato i risultati del suo compito a tutte le classi, di qualsiasi livello o casa fossero, per cui sarebbe stato almeno per un paio di giorni lo zimbello della scuola. Quella notte aveva quasi dato lui picche a Draco…
Intanto i loro incontri per esercitarsi continuavano e in breve tempo Harry non solo rinverdì ciò che aveva imparato dagli inizi, ma apprese come eseguire alla perfezione l’Imperius, così come a resistergli. Erano talmente abituati ormai a lanciare quell’incantesimo che lo usavano per ogni sorta di stupidaggine, soprattutto quando si andava a parare nel sesso. Harry era riuscito a farsi fare quasi un pompino intero da Draco prima che lo Slytherin riuscisse a ribellarsi. Draco in compenso aveva ben poco da chiedere che Harry non fosse intenzionato a dare volontariamente. Allora lo costringeva a fare cose assurde e stupide per le quali rideva per ore, finchè il Gryffindor non si ribellava e gli saltava addosso, per cui si ripartiva col sesso.
Harry a volte si chiedeva se il suo rapporto con Malfoy potesse dirsi normale. Nel senso che, se avesse dovuto basarsi solo sul sesso e la collaborazione a fini magici, non ci sarebbero dovuti essere i momenti di tenerezza che comunque si creavano a volte e sempre più spesso tra loro. Quando parlava con Ron, che ormai si era stufato di fargli il terzo grado per scoprire chi fosse la ragazza misteriosa e si accontentava di dettagliate descrizioni più o meno veritiere su ciò che ci faceva insieme, ogni volta che definiva la donna del mistero la sua ragazza sentiva qualcosa muoverglisi dentro. Avrebbe voluto poter chiamare davvero Draco il suo ragazzo, ma come faceva? A parte che non lo doveva scoprire nessuno, Draco l’avrebbe ucciso per una cosa del genere. Gli aveva ribadito più volte e fatto capire molto chiaramente che loro non stavano insieme e non avevano alcun tipo di relazione amorosa in corso. Niente doveri, niente responsabilità. Niente. Non sarebbero mai stati fidanzati in nessuna vita e in nessuna circostanza. Harry cercava di non pensarci però il suo sentimento per Draco era forte e si intensificava ogni volta che lo Slytherin gli dimostrava in qualche modo affetto.
Draco si stava divertendo come non mai. E ogni giorno, svegliandosi, più si era divertito il giorno prima, più sentiva crescere dentro di sé quel maledetto senso di tensione e disagio. Gli sembrava che qualcosa non andasse, che la situazione fosse ipocrita per non dire completamente falsa, ma lui era sempre stato così, no? Quindi non avrebbe dovuto sentirsi in colpa… Maledizione, se gli andava stretta era chiaro che qualcosa stava cambiando…
Con l’avvicinarsi degli esami di fine anno entrambi i ragazzi avevano un sacco da studiare e allentarono gli incontri notturni. Forse per questo quando trovavano il tempo per stare un po’ insieme erano più appassionati che mai. Il secondo weekend di maggio si stava avvicinando e Draco, dando uno sguardo al calendario, si rese conto con orrore che era già da una settimana che osservavano una castità forzata. Si disse che doveva essere quella l’origine del misterioso mal di testa che lo colpiva alla sera negli ultimi giorni e non il troppo studio, perciò si impose di porre fine a quel periodo di inattività per il bene di entrambi. Ci pensò per tutto il tempo durante la colazione e continuò ad accarezzare l’idea per l’intera lezione di Pozioni, che era la prima del mattino e che condivideva con Potter. Lo guardava di sottecchi mentre si disperava per la sua incapacità di fare alcunchè che potesse compiacere il professor Snape e gli veniva da sorridere. A volte era così impanicato o arrabbiato che gli veniva voglia di dargli una mano, ma era troppo previdente per farlo davvero. E poi così, incapace, faceva pena. Tenerezza a dir la verità. E c’era ricascato. Improvvisamente gli sembrò che tutto attorno a lui si oscurasse e la sua totale concentrazione fu attirata sui suoi stessi pensieri. Quel ragazzo era innamorato pazzo di lui. E lui vi era affezionato, dopotutto. Eppure stava complottando alle sue spalle per…beh…ucciderlo… Ok, aveva cominciato ad accarezzare l’idea di trovare un modo per salvarlo dall’ira funesta di Lord Voldemort, ma di fatto lui era tutto ciò che avrebbe voluto distruggere e viceversa. Mentendogli a quel modo lo stava prendendo spudoratamente per il culo. Era una merda… Gli tornarono in mente le parole che Dumbledore gli aveva detto qualche tempo prima, mentre tornava dagli allenamenti notturni di Quidditch. Le menzogne lo avevano condotto in un vicolo cieco di certo e ora non sapeva più da che parte girarsi. Possibile che quel maledetto vecchiaccio sapesse tutto? Ma come aveva fatto a scoprirlo? Forse, com’era più probabile, aveva semplicemente tirato ad indovinare. Comunque era un dato di fatto che si trovasse a un bivio. Era il caso di dire a Potter la verità su di lui? Certo, sarebbe andato lì e avrebbe annunciato a un futuro Auror “Io sono un Death Eater”. E lui come minimo avrebbe sclerato e poi lo avrebbe fatto sbattere in galera a far compagnia a suo padre. Se invece non gliel’avesse detto avrebbe salvato la faccia e avrebbe risparmiato a Potty la crisi isterica, ma avrebbe dovuto convivere ancora con quel peso addosso sapendo che, a furia di andarci a letto, prima o poi sarebbe saltato fuori. Allora avrebbe fatto meglio a smettere di andarci a letto. Ma non voleva assolutamente, era la cosa che più gli rallegrava le giornate, quindi non se ne parlava. Ma se anche gliel’avesse detto, Potter si sarebbe rifiutato di andare a letto con lui di nuovo. Quindi sempre a secco sarebbe rimasto. Ah, che crisi! Ma chi glielo faceva fare poi di esporsi così, di dirglielo, di mettersi nei casini? Perché avrebbe dovuto arrovellarsi su quella scemenza? Far finta di niente, prendere la cosa come veniva, questo doveva fare. E accettare che col piacere arrivasse un po’ d’agitazione. Una volta cominciata l’opera andava continuata e se si basava su menzogne doveva andare avanti con cataste di bugie.
Draco passò l’intero pranzo con un cipiglio preoccupato incredibile, tanto che appena finito Goyle e Crabbe lo
trascinarono in un angolo e gli chiesero “C’è qualcosa che non va?”
Draco li guardò stranito.
“No, perché?”
“Ecco, è da un po’ che ci sembri strano…” cominciò Crabbe.
“Cambiato,” continuò Goyle.
Draco rabbrividì al sentire quella parola, ma non lo diede a vedere.
“Pensavamo fosse quella carogna di Potter che ti metteva agitazione, ma è un sacco che non ne parli più. Almeno non male come una volta. Ora lo ignori per la maggior parte del tempo,” disse ancora Goyle.
“Allora abbiamo pensato si trattasse di una ragazza, ma non ci hai mai parlato neanche di quello e non ci è sembrato che tu puntassi a qualcuna in particolare,” disse Crabbe.
Draco li guardò alternatamente incredulo.
“Ve lo siete scritto ‘sto discorso? Da quant’è che ve lo stavate preparando? I vostri cervelli, anche uniti, non sarebbero mai in grado di improvvisare qualcosa di simile…”
“Noi vorremmo solo capire che ti sta succedendo. Magari potremmo esserti d’aiuto, forse è solo per quello che è successo alle nostre famiglie, ma passerà. Però dobbiamo rimanere uniti. Ti ricordi? L’hai detto tu.”
Draco fissò Goyle che aveva parlato con un’incredibile intensità.
“Già,” disse alla fine. “Dobbiamo rimanere uniti o questa scuola ci crollerà addosso, travolgendoci. Mi spiace se ultimamente vi ho abbandonati a voi stessi, capisco che la mia guida vi sia mancata.”
I due ragazzi annuirono con forza, sorridendo.
“Da Natale ho avuto un sacco di cose di cui preoccuparmi, grazie a Potter che ha fatto sbattere dentro mio padre. Non sono ancora riuscito a far ragionare mia madre e a farla tornare a casa. Insomma, non posso pensare a tutto io…”
I due Slytherin scossero il capo, corrucciati. Draco avrebbe voluto scoppiar loro a ridere in faccia, ma non sarebbe stato il caso mentre arringava la folla dei sostenitori. Di loro aveva ancora bisogno.
“Comunque non vi preoccupate, è che non ho molta voglia di attaccar briga per cui non ho bisogno di essere spalleggiato, ma voi siete sempre le mie braccia.”
I due sorrisero gratificati. Draco riflettè che quei due avevano basato tutta la loro vita sull’essere sempre al suo fianco. Come dei parassiti, godevano della luce che lui sprigionava e che loro, da soli, non sarebbero mai riusciti nemmeno ad avvicinare. Doveva essere una vita incredibilmente vuota, ma non poteva immaginarlo visto che non gli era mai capitato.
“Ora andiamo a sgranchirci le gambe, si sa mai che per disgrazia quell’imbranato di Longbottom cada in acqua e rischi di affogare.” Sottolineò quell’ultima predizione di sventura con un ghigno maligno che fece capire ai compagni le sue vere intenzioni. Magari avrebbero trovato davvero qualcuno da picchiare o da umiliare pubblicamente.
Dietro a Draco si avviarono verso il cortile esterno. Il ragazzo biondo dentro di sé sbuffò, realizzando che non avrebbe avuto tempo di parlare con Potter per mettersi d’accordo tutto il pomeriggio e che se avesse voluto organizzarsi per la nottata avrebbe dovuto mandargli un messaggio al volo.
Colse l’occasione per farlo all’ora di cena, mentre i suoi compagni erano occupati a ingurgitare il proprio pasto. Harry ricevette un semplice bigliettino che però era arrivato nella sua tasca all’improvviso fluttuando nell’aria. Lo lesse con nonchalance, senza farsi vedere dai suoi compagni, e subito gioì. C’era scritto solo “Solito posto, solita ora, non mi far aspettare”, ma era da tanto che non stavano un po’ insieme e non se l’aspettava. Solo che aveva da studiare. Ma come avrebbe fatto a dire a Draco “No, guarda, scusa ma devo studiare”? Non poteva. Vabbè, si sarebbe portato il libro, così magari prima e dopo avrebbe potuto studiare un po’.
Draco arrivò alla Stanza delle Necessità con un po’ d’anticipo e le idee ben chiare su cosa avrebbero fatto quella notte. Non poteva dirgli la verità, avrebbe solo rovinato le cose, ma per acquietare quel senso di colpa che lo pungolava dentro aveva deciso di passare col Gryffindor una nottata super. Avrebbe dato qualche soddisfazione a lui e si sarebbe tolto qualche sfizio personale. Potevano anche fermarsi a dormire lì, tanto il giorno dopo era domenica e svegliarsi un po’ più tardi del solito non sarebbe stato un problema. Si sentiva incredibilmente di buon umore al pensiero di incontrarsi col compagno e il fatto che tutto ciò fosse insensato l’aveva abbandonato fuori dalla porta. Se non avessero fatto scintille quella notte non le avrebbero fatte più.
Harry arrivò trafelato con il mantello dell’Invisibilità addosso e tra le braccia il librone di Pozioni. Alla fine aveva valutato che se in quella materia lui era un cane e Malfoy un genio, per quanto Snape avesse le sue preferenze e antipatie, una spiegazioncina da parte del compagno su un paio di cose non avrebbe potuto fargli male. Vedendo che la porta era già apparsa la aprì velocemente e vi si infilò dentro. Quando si guardò attorno rimase stupito: era da un sacco che Draco non faceva apparire la sua camera a Malfoy Manor e la vista dopo tanto tempo era stupefacente. Draco lo stava osservando, o meglio scrutava attentamente l’aria nei pressi della porta, sdraiato sul letto. Non aveva addosso i normali vestiti, che stavano piegati con cura sulla cassapanca, ma uno di quei pigiami di seta che aveva visto nel suo armadio. Solo che indossava solamente i pantaloni. Se ne stava lì sul letto a petto nudo, mentre l’indumento sottile e leggero segnava con precisione ogni centimetro del suo corpo coperto. A Harry salirono gli ormoni alle stelle. Come avrebbe fatto a convincere Draco ad aiutarlo a studiare se lui stesso gli avrebbe strappato quei pantaloni di dosso? Si abbassò il cappuccio del mantello per farsi vedere, il che fece rilassare Malfoy che sospirò e alzò un sopracciglio.
“Sei arrivato finalmente,” lo rimproverò. “Pensavo di dovermene tornare in camera mia…”
Harry si avvicinò al letto e vi posò il libro, poi si tolse il mantello e lo lasciò cadere per terra ai suoi piedi. Alzando lo sguardo vide che Draco stava fissando il libro come se fosse stato un gatto con dieci gambe e tre teste.
“Quello a che cazzo ti serve?” chiese con la voce tremante. “No, non dirmelo, non voglio saperlo… Non penserai mica di esser venuto qui a studiare, vero?!?” continuò con voce leggermente isterica.
Harry si rese conto che la sua idea non doveva essere stata tanto apprezzata dal compagno.
“Pensavo…che visto che tu sei tanto bravo…avresti potuto…”
“Pensavi! Potter, l’uso improprio delle parole! Cosa pensavi, eh? Di studiare con me?!”
Harry non si aspettava una reazione simile dallo Slytherin. Non gli sembrava di aver fatto niente di male.
“Beh, non mi sembrava di chiederti-”
“Lasciamo perdere, se siamo messi così non è neanche il caso di continuare la conversazione,” lo interruppe Draco, scendendo dal letto e dirigendosi verso la cassapanca.
Harry lo guardò incredulo mentre lo Slytherin, girato di spalle, si toglieva i pantaloni del pigiama rimanendo in boxer neri attillati, quelli che metteva quasi sempre e che gli donavano in maniera spropositata.
Draco afferrò i suoi pantaloni, apprestandosi a metterli, ma Harry estrasse la bacchetta e pronunciò “Accio pantaloni!”
L’indumento nero sfuggì dalle mani di Draco e andò a raggiungere quelle di Harry che lo strinse.
“Si può sapere qual è il problema?” chiese il Gryffindor.
“Qual… Qual è il problema, Potter?!” domandò ironico Draco.
Fece per afferrare la propria cravatta dalla pila di vestiti ma Harry, con un secondo incantesimo, attirò a sé anche quella.
“Piantala!” esclamò Draco, contrariato.
“Piantala tu!” ribattè Harry. “Non ho fatto niente di male. Ora smettila di fare così e torna qui.” Il suo tono di voce si ammorbidì. “È da un sacco che non stiamo un po’ insieme, Draco…”
“Appunto!” sbottò Draco. “Non ci vediamo da una settimana e tu ti presenti qui con un libro! Ma come ti è balenato?”
Harry abbassò lo sguardo.
“T’ho detto che sto perdendo la testa con questi esami finali…” si giustificò Harry.
“Guarda che li abbiamo fatti tutti gli anni…” commentò acido Draco.
“Sì, ma prima non ero al sesto anno! Questi ultimi due anni saranno basilari per il mio futuro di Auror.” Draco a quella parola si sentì rabbrividire. “Se prendo brutti voti non potrò entrare al Ministero e con i risultati dei miei test intermedi mi giocherò l’anno.”
“Effettivamente…” borbottò Draco.
“Non sei d’aiuto!” esclamò Harry.
“Non intendevo esserlo,” rispose lo Slytherin.
Harry si sedette pesantemente sul letto.
“Dai, ti prego, se non mi aiuti tu sono fregato. Snape mi darà sempre e comunque il minimo dei voti, ma se sarò in grado di mostrare una qualche preparazione non potrà bocciarmi.”
Draco fece qualche passo verso di lui.
“Potresti cominciare col leggere il dizionario, visto che il compito scritto ti è andato male per colpa della tua ignoranza ortografica.”
Intanto si era avvicinato a Harry abbastanza da poter essere toccato. Il Gryffindor allungò una mano e lo afferrò per un polso, attirandolo a sé. Lo Slytherin si lasciò trascinare e fece due passi avanti, piantandosi in piedi davanti al compagno, che per tutta risposta gli abbracciò la vita, appoggiandogli una guancia al basso ventre.
“Ti prego…” si lamentò Harry, cercando di muoverlo a pietà.
“Ma ti prego io,” ribattè Draco, allontanandolo da sé. Vedendo però gli occhioni verdi di Potter che lo fissavano imploranti da dietro le lenti cedette. “Ok, va bene, ti darò qualche ripetizione e tu in cambio convincerai quella stronza della McGonagall a non starmi addosso tutto il tempo a lezione che mi distrae e mi mette ansia.” Vide il viso del Gryffindor illuminarsi e aggiunse velocemente “Ma non adesso!” Per sottolineare la sua determinazione prese il libro di Pozioni e lo buttò per terra in mezzo alla stanza. Harry fece per lamentarsi ma Draco sollevò un sopracciglio perentorio. “Te lo brucio?” chiese minaccioso.
Harry si lasciò cadere con la schiena sul letto, scalciando le scarpe e sbuffando.
Draco mantenne l’espressione di avvertimento.
“Se ti dà tanto fastidio passare il tempo con me in modo più consono puoi andartene. Mica ti trattengo.”
Harry per tutta risposta gli avvolse le gambe attorno alle ginocchia e lo tirò verso di sé sul letto. Draco gli cadde addosso avendo l’accortezza di sostenersi con le mani. Harry lo baciò e lui rispose con calore, poi si rimise in piedi, facendolo mugugnare d’infelicità, e afferrandolo per la cravatta lo fece mettere nuovamente seduto.
“Dimmi tu,” borbottò Draco snodandogli la cravatta e cominciando a sbottonargli la camicia, “se io devo mettermi qui a spogliarti… Devo pure convincerti a venire a letto con me invece di stare col naso su un librone ammuffito…” gli fece scivolare la camicia giù dalle spalle e la tolse di mezzo, poi le sue mani scesero a slacciargli i pantaloni. “Queste cose dovresti farle tu, sai?” continuò, spingendolo giù e strattonando i pantaloni per toglierglieli.
Harry fece come gli indicava ridacchiando tra sé e alzando il bacino per aiutarlo lasciò che finisse di spogliarlo. Quando ebbe finito Draco gli fece cenno di farsi indietro sul letto e Harry procedette strisciando a ritroso, mentre Draco saliva dal fondo del letto e lo seguiva a gattoni.
“Hai poco da ridere, o molto, a tua discrezione,” sussurrò con voce profonda e calda. “Mi hai lasciato per un sacco senza scopare e non dovresti permetterti… Stanotte te la ricorderai o non mi chiamo più Draco Malfoy.”
Harry sentì un brivido scendergli per la schiena ed esplodere all’altezza del suo inguine. Quando faceva così Draco lo eccitava da morire e poi se prometteva meraviglie c’era sempre da credergli.
“Mi devo spaventare?” chiese divertito.
“Molto,” sibilò Draco e si stese su di lui, baciandolo con passione.
Harry portò le mani alla nuca di Draco, accarezzandogli i capelli sottili e setosi, inspirandone il profumo. Fece scivolare la propria lingua in bocca al compagno, sfiorandone i denti e il palato quasi a rientrare in possesso del suo territorio. Avvertì i fianchi dello Slytherin muoversi, spingendosi contro la sua gamba, e la sua eccitazione crebbe ancora di più. Il corpo di Draco addosso al suo era la perfezione, una sensazione impagabile. Si baciarono per alcuni minuti, mentre le mani cominciavano ad esplorare ogni centimetro del corpo dell’altro. Quando sentì che la sua eccitazione stava crescendo un po’ oltre i limiti Draco si staccò dalle labbra di Potter, che le reclamò subito, e scese a baciargli il collo, alternando a tocchi leggeri delle labbra brevi suzioni e leccatine. Harry ebbe la netta impressione che il compagno lo stesso assaggiando e la cosa non gli dispiacque affatto.
Draco prese a leccare il collo di Harry con maggior vigore, prima da una parte e poi dall’altra per finire in centro, dove con la punta della lingua scese a titillare prima il capezzolo destro del Gryffindor e poi il sinistro. Riprese a scendere assestando un morso deciso all’altezza dell’ultima costola, facendolo sussultare, e un altro sul fianco opposto. Qui si fermò a guardare Harry, che se ne stava sdraiato con il viso arrossato dall’eccitazione e gli occhi chiusi dietro le lenti degli occhiali per perdersi meglio nelle sensazioni che Draco gli stava generando. Accarezzò l’erezione che si mostrava prepotentemente sotto le mutande di Harry e lo sentì rabbrividire per il suo tocco.
“Potty,” gli sussurrò Draco, “ti ricordi quand’è stata l’ultima volta che mi sono abbassato a farti un pompino?”
Il membro di Potter sussultò nell’indumento intimo che ancora indossava e i suoi occhi si spalancarono.
“S-sì…” ansimò.
Come avrebbe potuto dimenticare un avvenimento simile? Era stato il primo giorno delle vacanze di Natale. Harry non se l’era aspettato minimamente e Draco era riuscito finalmente a fargli un pompino quasi intero senza che il suo corpo esplodesse di piacere in quattro secondi. Naturalmente non gli aveva permesso di venirgli in bocca, ma questo era già chiaro dalla prima volta. Draco certe cose non le faceva.
“Sai, pensavo che in fondo ogni tanto bisognerebbe rinfrescarti la memoria…” sussurrò lo Slytherin.
Harry tremò d’eccitazione, incapace di attendere ora che le intenzioni del compagno erano state esplicitate. A meno che quella non fosse l’ennesima trovata di Draco per torturarlo. Sentì le mani dello Slytherin afferrare l’elastico delle sue mutande e giocarci un po’ per poi tirarle giù di colpo, facendolo ansimare per la sorpresa. Draco gli tolse l’indumento con un ghigno malizioso e gli passò le mani sull’interno coscia, facendogli aprire istintivamente di più le gambe. Avvicinò la bocca alla coscia destra, mordendola appena quanto bastava per fargli un po’ male. Harry sussultò, consapevole che quel momento era solo il preludio a qualcosa di molto più intenso. Draco passò all’altra gamba, scrutando le espressioni sul volto del compagno con un sorriso divertito. Harry sembrava sussurrare il suo nome, come per spronarlo a continuare, ma chiaramente era troppo timoroso di farlo seriamente perché sapeva che lui, per dispetto, avrebbe potuto smettere, e quindi si limitava a muovere le labbra, quasi stesse pregando. Draco soppresse una risatina e avvicinò la bocca al membro del compagno, alitandoci sopra. Harry strinse gli occhi, cercando di controllare la sua spropositata eccitazione.
“Non ti sto aiutando, eh?” chiese Draco in un sussurro le cui vibrazioni percorsero l’intero corpo del Gryffindor, facendolo tremare.
“N-no…” sospirò Harry, respirando a fondo.
Draco gli accarezzò nuovamente la gamba ma stavolta fece scivolare la mano più su fino al suo basso ventre, passando sul fianco, e poi scese di nuovo, arrivando ad afferrare l’erezione del compagno. Harry sussultò nuovamente e stavolta attraverso i denti stretti Draco sentì chiaramente il suo nome pronunciato in un sibilo strozzato. Quanto lo eccitava quella situazione! Averlo completamente in suo potere… Era solo Potter, però quanto gli dava soddisfazione a letto!
Draco abbassò il viso sull’inguine del compagno, appoggiò la punta della lingua al suo membro e, tenendolo fermo con la mano, lo leccò per tutta la sua lunghezza con studiata lentezza. Harry ormai cercava di concentrarsi sulla propria respirazione per non cedere troppo in fretta. Arrivato alla punta ve la passò attorno e poi sopra. Harry non riuscì a trattenersi e si mosse sotto di lui. Draco si allontanò un po’ e lo fissò alzando un sopracciglio.
“Problemi a star fermo?” chiese con voce sensuale.
Harry lo guardò attraverso gli occhi socchiusi e sospirò.
“Non è…colpa mia…se…non mi hai…abituato…” ansimò, richiudendo gli occhi.
“Ah sì?” raccolse la sfida. “Allora dovrei continuare…”
“Assolutamente,” sospirò Harry tutto d’un fiato.
“Ma se non stai fermo…” sussurrò ancora Draco.
“Sto fermo!” esclamò il Gryffindor, esasperato e impaziente.
“Ok…” acconsentì Draco.
Riavvicinò la bocca al membro turgido del compagno ma fece appena in tempo a strofinarvi le labbra e a schiuderle che una delle mani di Harry scattò ad afferrargli la spalla, stringendola, mentre sollevava i fianchi. Draco si tirò indietro di nuovo. Aveva apprezzato il fatto che non gli avesse messo la mano sulla testa, perché allora avrebbe smesso immediatamente di fargli qualunque cosa, ma non sopportava di avere le mani addosso in certi momenti. Per quanto gli stesse dando piacere era lui a dettare tempi e regole, non Potter. Gli balenò in testa un’idea che da tempo covava in serbo per l’occasione giusta e ora sembrava presentarsi il momento. Si mise a sedere, obbligando Harry a lasciargli la spalla. Il Gryffindor lo stava guardando con occhi impotenti e disperati.
“Avevi detto che saresti rimasto fermo…” cominciò Draco scuotendo la testa.
“Draco… Ti prego…” implorò Harry. “Non ce la faccio più…”
“Sarà il caso che ti calmi un po’, allora?” sussurrò lo Slytherin.
“Forse…” biascicò l’altro.
Draco si distese di fianco a lui e lo baciò ardentemente. Harry comprese che, finchè non si fossero calmate un po’ le acque, il compagno non sarebbe andato avanti e cercò di distogliere il pensiero da ciò che gli stava facendo fino a pochi secondi prima, concentrandosi su quel bacio. Draco rilasciò le sue labbra succhiandole con forza, tanto da farle gonfiare, ma quando ricominciò a baciarlo fu più gentile, i movimenti della sua lingua contro la sua più lenti pur rimanendo intensi. Piano piano Harry rientrò in controllo del proprio corpo. Draco se ne accorse subito e non aspettava altro. Si allontanò da lui di un paio di centimentri, leccandogli le labbra un’ultima volta sorridendo, e allungò la mano sotto il cuscino, dal quale estrasse la sua bacchetta. L’aveva tenuta a portata di mano e aveva fatto bene.
Harry lo guardò senza capire mentre Draco pronunciava “Accio cravatta”.
Un secondo dopo la cravatta coi colori di Slytherin che Harry gli aveva sottratto gli volò in mano. Draco sogghignò e con calma ma deciso afferrò uno dei polsi di Harry e vi passò attorno la striscia di seta, legandolo alla testata del letto.
Harry mormorò debolmente “Che fai?” ma Draco non si diede il disturbo di rispondergli. Gli sembrava che fosse autoevidente. Ripetendo l’incantesimo chiamò a sé anche la cravatta del Gryffindor e fece lo stesso con l’altro polso. Quando fu legato sogghignò soddisfatto.
“Adesso vediamo se ti muovi ancora,” disse.
Harry si lamentò, tirando i polsi come per cercare di liberarsi.
“Non si sciolgono così facilmente i miei nodi, mi spiace,” sussurrò lo Slytherin.
Poi scese col viso nuovamente sul basso ventre di Harry. Gli leccò l’interno dell’ombelico e la pancia, poi scese al suo membro, non rilassato ma neanche al massimo dell’eccitazione, e senza indugi lo prese in bocca. Lo succhiò leggermente e subito lo sentì gonfiarsi fra le sue labbra. Attese un po’, poi ripetè il gesto, facendolo scorrere un po’ su e giù. Harry esclamò di piacere e istintivamente tirò i polsi legati per abbassare le mani su Draco, ma non poté liberarsi. Draco sogghignò per quanto potesse, tenendo ancora l’erezione del Gryffindor tra le labbra. Lo fece scivolare lentamente fuori dalla propria bocca e lo leccò, per poi riprenderlo in bocca, facendolo affondare un po’ più di prima.
Harry ormai mugugnava e grugniva tra godimento e frustrazione per non riuscire a muoversi a suo piacimento. Draco, che fino a quel momento aveva tenuto una mano sull’erezione del Gryffindor e l’altra sul suo fianco per impedirgli di spingersi più a fondo, tolse quest’ultima e la avvicinò alla bocca del compagno, invitandolo a succhiare le dita che gli stava tendendo. Harry, avvertendo il tocco di Draco, schiuse subito le labbra, intrappolò le dita lunghe e curate di Draco e le succhiò con forza. Lo Slytherin sospirò, ricordando quante volte quella stessa bocca aveva fatto lo stesso su di lui, e fece scorrere le dita dentro e fuori, continuando contemporaneamente a muoversi sul suo membro, facendolo affondare progressivamente più a fondo. Harry, non avendo più ostacoli che gli limitassero i movimenti, almeno a livello del bacino, fece leva sui talloni, alzando i fianchi per spingersi più in profondità nella bocca di Draco. Evidentemente lo Slytherin si era aspettato quella reazione, perché lo accolse completamente tra le sue labbra senza grandi problemi, praticando anzi una vigorosa suzione, facendo gemere Harry con particolare enfasi. Tuttavia dopo un paio di volte tolse le dita dalla bocca del Gryffindor e fece scendere la mano fino a portarla a livello del suo inguine; allora la fece scivolare sotto erezione e testicoli, scorrendo in mezzo ai suoi glutei fino a trovare il punto che cercava. Harry gemette forte ancora prima che le dita di Draco lo penetrassero. Lo Slytherin cominciò a muovere la propria mano allo stesso ritmo della bocca, preparandolo e cercando contemporaneamente di dargli il massimo piacere. Per Harry tutto ciò era troppo. Gli arrivavano stimoli da ogni sua parte sensibile, tanto che perse la cognizione dei suoi movimenti e del suo stato. I suoi fianchi presero a muoversi velocemente per trovare sollievo a tutta quell’eccitazione, lasciandolo incapace di controllarsi.
Draco percepì l’irrigidirsi e il contrarsi spasmosico dei suoi muscoli, poi l’inarcarsi della sua schiena. Avrebbe dovuto tirarsi indietro, quello era il momento giusto, poi sentì il grido strozzato di Harry che lo avvertiva invocando il suo nome e, d’un tratto, si disse che in fondo sì, non ci sarebbe stato niente di male a dargli una completa soddisfazione stavolta. Invece di ritrarsi fece scivolare il membro di Harry più che poté nella sua bocca e lo sentì esplodere dentro di lui. Non gli era mai capitato di ingoiare, per cui si trovò per un secondo nel panico, più che altro di fare una figura di merda davanti a Potter che invece ingoiava come se niente fosse, ma cercò di rilassarsi, deglutì, succhiò un po’, deglutì ancora, e lentamente lasciò che l’erezione ormai sciolta del compagno scivolasse fuori dalla sua bocca. Si sentì strano, partecipe di qualcosa che non si era mai sprecato a fare, qualcosa che reputava troppo intimo da parte sua. Sentiva il gusto del compagno sulla lingua, sulle labbra, in gola, e aveva sempre pensato che la cosa gli avrebbe dato il voltastomaco, invece era affascinante, strano ma a suo modo eccitante. Alzò lo sguardo su Potter, che aveva il volto tutto arrossato e i capelli incollati alla fronte, la bocca aperta e ansimante dalla quale ancora sfuggivano gemiti, mentre il suo corpo si contraeva e tremava sempre meno. Gli sembrò bello. Si sporse in avanti, fino ad avvicinare il viso al suo. Harry socchiuse gli occhi, guardandolo con palese, sconfinato amore, e alzò la testa più che poté per baciarlo. Poi si staccò da lui, corrugò la fronte passandosi la lingua sulle labbra come se per la prima volta sentisse uno strano sapore, qualcosa di diverso, e gli leccò la bocca, per poi baciarlo di nuovo con passione. Draco avrebbe voluto tenergli il viso, ma le sue dita erano ancora dentro di lui e non gli sembrava proprio il caso, mentre l’altra mano gli serviva per sostenersi. Così si tirò indietro, interrompendo il bacio, e si sedette sui talloni, poi fece scivolare con cura le dita fuori dal corpo del compagno, che sospirò debolmente. Allora spostò il peso sull’altro braccio, richinandosi verso il compagno disteso, e lo baciò brevemente sulle labbra, poi sul collo.
Harry spostò la testa per incoraggiarlo e Draco lo morse leggermente appena sotto l’orecchio.
“Slegami,” lo pregò Harry.
“No,” rispose calmo Draco, leccando il punto che aveva appena morso.
“Ti prego… Voglio toccarti.”
“Non ci penso nemmeno,” ribadì Draco, tranquillissimo. “Ora mi diverto un po’ io col tuo corpo.”
“E finora,” chiese Harry accennando un risolino tra il nervoso e l’appagato, “cos’avresti fatto?”
“Ho fatto divertire te,” sussurrò Draco nell’orecchio di Harry, così vicino che lo fece rabbrividire.
Draco si rimise a baciargli il collo, poi adocchiò il punto in cui il collo incontrava la spalla e lo morse. Inizialmente strinse piano, facendo gemere di piacere il Gryffindor, poi morse con maggior decisione, finchè non gli strappò un urletto di dolore. Si allontanò sogghignando e osservò la carne dove i suoi denti avevano lasciato un segno profondo e violaceo.
“Draco, cazzo! Mi hai fatto male…” si lamentò Harry.
“Lo so,” commentò gongolante Draco leccando il morso che si stava già un po’ gonfiando.
Si spostò un po’ più in basso e gli leccò un capezzolo, poi lo succhiò brevemente e lo prese tra i denti, mordicchiandolo tanto da fargli inarcare la schiena, un gemito strozzato in gola. Allora si spostò di un paio di centimetri più in alto e lo morse di nuovo con forza, cosicchè il Gryffindor subito gridò per la sorpresa oltre che per il dolore. Draco non mollò la presa finchè il ragazzo sotto di lui non lo implorò. Allora ammirò il segno scuro che aveva lasciato sul petto del compagno, sogghignando ancora più soddisfatto.
“Che giochino del cazzo è?” chiese Harry piuttosto arrabbiato. Il compagno gli stava facendo male davvero.
“Mmm…” soppesò Draco. “Consiste in questo: tu soffri e io ti riempio di marchi tutto il corpo.”
Harry espirò irritato.
“Bel giochino! Segni il territorio?”
“Puoi dirlo forte,” mormorò Draco con voce profonda e il suo tono eccitato fece esplodere una bolla di calore all’interno dello stomaco del Gryffindor.
Draco procedette quindi a morderlo vicino all’ombelico. Anche stavolta strinse abbastanza da far lamentare Harry e gli lasciò un evidentissimo segno, sul quale si premurò di passare un dito. Poteva percepire ogni particolare della sua dentatura perfetta, almeno fino ai canini. Scese ancora e morse Harry sull’interno coscia, assicurandosi che non si ribellasse. Con piacere notò che mano a mano il Gryffindor si stava abituando al gioco, tanto da prenderci un po’ gusto.
Harry era confuso. All’inizio era infastidito dal comportamento di Draco, perché gli stava facendo male e senza motivo. Era un sacco che il compagno non si divertiva più a farlo soffrire. Piano piano, però, quel trattamento risvegliò in lui una parte che aveva rimosso, quella che più si eccitava le prime volte che stava con Draco. Insieme al dolore ad ogni morso cominciò a salirgli l’eccitazione. Il pensiero che tutti i segni che il compagno gli stava lasciando fossero come marchi di proprietà, come se gli stesse dicendo “Sei solo mio”, lo faceva sentire speciale. E poi era vero, come aveva detto Draco fin dal loro primo incontro privato a lui essere maltrattato in queste circostanze piaceva.
Quando Draco leccò il segno che gli aveva lasciato sulla coscia Harry sospirò. Lo Slytherin ringhiò soddisfatto e strofinò la propria guancia contro l’erezione del compagno che lentamente stava riprendendo vita. Harry gemette piano, ruotando un po’ i fianchi, e Draco decise che era giunto il momento di concludere anche per lui. Velocemente si sbarazzò dei boxer che ancora indossava e risalì sul corpo del Gryffindor, posando un bacio umido su ognuno dei punti che aveva morso, per ultimo il collo, sul quale notò che il segno stava diventando più evidente. Infine tornò alla bocca del compagno; lo baciò intensamente, cercando la sua lingua e succhiandola con avidità. In quel momento si rese conto di quanto fosse incredibilmente eccitato. Non si sentiva gentile né premuroso, era guidato dalla pura voglia ad essere sinceri, e non gli andava di perdere ancora tempo. Si staccò dalla bocca di Harry mordendogli il labbro inferiore fino a farlo sanguinare e lo succhiò deliziato. Il Gryffindor si limitò a mugolare tra il compiaciuto e il contrariato.
Draco si sistemò tra le sue gambe e Harry non fece niente per impedirglielo o fermarlo, anzi allargò di più le gambe. Lo Slytherin lo prese come un via libera e si avvicinò maggiormente al compagno, aggiustando la propria posizione per essere il più comodo possibile visto che il ragazzo sotto di lui non sarebbe stato in grado di collaborare più di tanto. Harry gli avvolse le gambe intorno alla vita e lo tirò contro di sé. Draco, già pronto a penetrarlo, volle attendere un secondo in più.
Si chinò in avanti, appoggiandosi al Gryffindor e facendo aderire i loro corpi, e gli sussurrò all’orecchio “Ti potrei far male.”
Harry sogghignò e mormorò “Potrebbe piacermi.”
Draco mugolò, sentendo la propria eccitazione crescere ancora di più, e non esitò oltre. Con una spinta decisa penetrò profondamente nel compagno, soffocando la sua esclamazione con un bacio. L’unione improvvisa mischiata col sapore del sangue nella bocca del Gryffindor e la carica di tutto ciò che era successo prima gli fecero bollire il sangue nelle vene. Si sentì ad un tratto col cervello sulle nuvole, mentre tutta la sua attenzione scendeva alle sue zone basse. Non sapeva cosa gli fosse preso ma aveva la sensazione che non sarebbe durato a lungo. Si mosse leggermente dentro il compagno una volta e dovette fermarsi. Harry sotto di lui gemette forte e Draco poté chiaramente distinguere la nota di dolore e quella molto più intensa di soddisfazione. Respirò a fondo, cercando di ritrovare un controllo che ormai era perso, e sentì i muscoli del compagno contrarsi attorno a sé.
Si piegò di più in avanti e strizzò gli occhi, ansimando “Non… Se no non ce la faccio…”
Harry per tutta risposta lo attirò di più a sé con le gambe, facendolo affondare più profondamente dentro di lui, anche se gli scappò un sibilo di dolore. Draco emise un gemito strozzato, sostenendosi con una mano mentre con l’altra afferrava saldamente un fianco del compagno.
“Cazzo!” esclamò.
Non sapeva se essere incazzato per il fatto di non riuscire a resistere o se lasciarsi andare e rifarsi con un secondo giro. Harry gemette e contrasse con forza i muscoli attorno a lui, togliendogli il fiato. Non aveva molta scelta; con un paio di colpi decisi penetrò completamente nel Gryffindor e venne. Collassò sul compagno, abbracciandolo. Non era propriamente stanco, ma i brividi di piacere ancora lo scuotevano e aveva bisogno di riprendere fiato.
Udì la voce, stavolta gentile e dolce, di Harry chiedergli ancora una volta di slegarlo. Alzò mollemente una mano verso il nodo della prima cravatta e la slegò, poi procedette a liberarlo dal secondo laccio. Il Gryffindor piegò le braccia con un lamento di dolore, si strofinò gli avambracci un paio di volte cercando di riattivare la circolazione e poi abbracciò il ragazzo biondo, felice di poterlo finalmente stringere e toccare.
Draco era costernato. Non gli era mai successa una cosa simile. Nessuno gli aveva fatto perdere il controllo così, tanto da non potersi trattenere. Era pericolosamente vicino all’eiaculazione precoce e la cosa gli bruciava, inoltre non aveva avuto il tempo di appagare il compagno e la cosa lo infastidiva anche di più. Si sentiva debole, carico di tutti i difetti che aveva sempre schernito in Potter. Eppure quelle braccia attorno a lui in qualche modo lo facevano stare meglio, gli facevano sembrare che andasse tutto bene, che fosse tutto normale. Possibile che il Gryffindor non si fosse reso conto dello stato in cui l’aveva ridotto? O al contrario lo trattava così perché lo compativa? Non poteva andargli bene così… O forse sì, ma solo perché… Perché Potter lo… Non poteva pensarci.
“Potty…” mormorò quando riprese fiato. “Te l’avevo detto di non farlo…”
“E qual è il problema?” gli rispose Harry calmo. “Mica è finita qui tanto…”
Draco fece un mugolio di approvazione.
“Vabbè,” bofonchiò, “però…”
“Draco, è un problema per te? Perché se non lo è per me…” Non continuò ma si mise a ridacchiare.
Draco si sollevò un po’ e lo guardò sospettoso, poi gli afferrò un polso e notò che la cravatta gli aveva lasciato un lieve segno rosso. Portò il braccio alle labbra e lo baciò, poi se lo risistemò sulla schiena e alzò gli occhi sopra la testata del letto.
“Lo sai, no? È un po’… Non mi far ammettere di avere avuto un momento di debolezza!” esclamò.
“Io non sto facendo niente!” ribattè divertito Harry.
Non aveva mai visto il compagno così imbarazzato. Era adorabile. Il pensiero di essere stato l’artefice di quel cambiamento lo riempì di gioia fino a scoppiare.
“Comunque non ti ho visto molto debole…” mormorò Harry.
Aveva l’impressione che il compagno avesse bisogno di un’iniezione di mascolinità al momento. Non che gli mancasse, per carità, ma temeva che a sentirsi in imbarazzo si incattivisse. Non voleva che si rovinasse l’umore della serata.
Draco si limitò a mugugnare. Baciò il collo di Harry e risalì all’orecchio, succhiandone gentilmente il lobo, poi tornò a fissarlo negli occhi, improvvisamente serio. Harry sentì quello sguardo di ghiaccio attraversarlo e non ebbe dubbi: era totalmente in balia di Draco. Se avesse voluto ucciderlo da un momento all’altro non avrebbe opposto resistenza. Gli andava di lusso che lo Slytherin non avesse più mostrato segni di volerlo fare negli ultimi mesi.
Si baciarono e fu un bacio lento, intenso, profondo. Draco sembrò assaporarlo e la sensazione per entrambi apparve ingigantita dal contrasto con la frenesia precedente. Harry non era propriamente calmo, ma si era tranquillizzato parecchio, e Draco aveva bisogno di un attimo per riprendersi, quindi non c’era fretta, non avevano bisogno di sfogare i propri ormoni ingabbiati. Avevano la possibilità di godersi l’altro dopo una settimana di assoluta solitudine.
Draco passò le proprie mani su tutto il corpo di Harry, accarezzandolo, quasi coccolandolo, riscoprendo ogni centimetro quadrato del suo corpo. Harry si godette queste attenzioni per un po’, poi ribaltò la situazione mettendosi sopra al compagno e cominciando ad accarezzarlo con cura inizialmente sul torso e le spalle, poi più in giù fino all’inguine. Si dedicò al suo membro quanto ai testicoli, accarezzandolo e tastandolo gentilmente, portandolo di nuovo piano piano all’eccitazione. Non smisero un secondo di baciarsi durante tutto questo tempo, tanto che Harry riflettè che non aveva mai sentito di nessuno che facesse solo semplice sesso con tanto trasporto e coinvolgimento. Alla fine Draco ribaltò nuovamente le posizioni, rimettendosi sopra di lui. Lo Slytherin ripetè le mosse del Gryffindor, muovendosi con calma finchè il compagno fosse fortemente eccitato. Allora fece per introdurre una gamba in mezzo a quelle di Harry, ma questi oppose una gentile resistenza. Al contrario, scivolò via da sotto il corpo del ragazzo biondo e si voltò leggermente di lato, quasi a mandare un segnale a Draco, che non se lo fece sfuggire. Lo Slytherin lo spinse delicatamente a pancia in sotto, girato per tre quarti, poi gli accarezzò la schiena con entrambe le mani, sentendo i suoi muscoli contrarsi sotto di esse. Avvicinò le labbra al collo del Gryffindor, baciandogli la nuca, poi scese più giù seguendo la spina dorsale. Ogni bacio posato da Draco sulla sua schiena mandava a Harry un brivido lungo tutta la colonna vertebrale. Si attardò a mordicchiargli le reni, strappando al Gryffindor un catena di lievi gemiti, poi scese ancora più giù, giungendo alle natiche. Le baciò, accarezzandole contemporaneamente con la mano. Notò che anche da così vicino il sedere del compagno fosse proprio bello. Le sue carezza si concentrarono su quella zona e si trasformarono in un massaggio leggero che portava i glutei del ragazzo moro ad allargarsi e a stringersi in uno spettacolo decisamente eccitante. Harry inarcò un po’ la schiena, esponendosi maggiormente alle carezze del compagno, e quando finalmente avvertì le sue dita scivolare tra i suoi glutei e stuzzicare il punto più sensibile gemette debolmente. Draco sogghignò e abbassò il viso, mordendogli un gluteo, gesto che fece sobbalzare il Gryffindor.
“Draco…” lo chiamò allusivo.
Lo Slytherin lo abbracciò e risalì lungo il suo corpo, scorrendo sulla sua schiena e facendo aderire il proprio petto e il proprio ventre completamente a lui. Spinse leggermente in avanti col bacino e ruotò i fianchi, permettendo così al compagno di avere un’idea del suo livello di eccitazione, che era tornato nuovamente altissimo, mentre la sua bocca andava ad incollarsi al suo collo. Fece scorrere una mano sul suo fianco, in su sul lato sollevato del petto e più su ancora ad accarezzargli la gola.
Accostò la propria bocca al suo orecchio e sussurrò “Pronto?”
Harry annuì appena, mugolando però sotto di lui e spingendo indietro il bacino, facendo così gemere anche Draco.
Il ragazzo biondo afferrò con la mano il viso di Harry e lo torse indietro il più possibile, sporgendosi a baciarlo con ardore anche se un po’ scomodamente, poi gli posò una serie di piccoli baci sulla guancia e sull’orecchio. Con un ultimo bacio sulla curva della spalla aggiustò la propria posizione e, dopo avergli portato la mano sulla coscia e avergli alzato un po’ la gamba, lo penetrò. Lo fece con un movimento fluido, esalando un respiro profondo, e Harry ansimò forte, inarcando la schiena. Si tirò un po’ fuori da lui per poi spingersi ancora più in profondità. Quando lo fece per la terza volta sprofondò completamente nel corpo del ragazzo sotto di lui. Non trattenne un forte gemito, che si unì a quello di Harry. Draco si fermò e gli baciò il collo, accarezzando la sua pelle con la lingua. Avvertì deliziato il suo leggero gusto salato e ne inalò a fondo l’odore. Harry mosse lentamente la propria mano, che stava usando per sostenersi, e la portò a coprire quella dello Slytherin sulla sua coscia. La afferrò e se la portò alle labbra, posando un bacio sul suo palmo per poi schiudere di più le labbra e passarvi la lingua. Draco trovò la mossa altamente erotica e mosse i fianchi piano, succhiandogli il lobo dell’orecchio. Harry ansimò contro la sua mano e la lasciò andare, appoggiando la propria sul fianco del compagno e invitandolo a muoversi ancora. Lo Slytherin non se lo fece ripetere di certo e prese a scivolare dentro e fuori seguendo un ritmo lento.
Harry inizialmente si limitò a lasciarlo fare, poi cominciò a muovere all’indietro il bacino, cercando di intensificare le spinte del compagno. Lo sentì accelerare il ritmo, sprofondando completamente dentro di lui, e la mano che gli copriva la bocca si spostò sulla sua spalla, afferrandola per farsi forza. Harry, libero di esprimere il suo apprezzamento, lanciò un gridolino e proprio in quel momento Draco gli assestò una spinta più forte, sfiorando il punto maggiormente sensibile al suo interno. Harry sussultò, attirando il compagno a sé quasi non lo volesse lasciare andare. Sentì Draco ansimare e allora stesso tempo sogghignare contro la sua nuca.
“Troppo?” sussurrò, mordendogli il collo appena sotto l’orecchio.
Harry scosse la testa con veemenza, facendo sogghignare di nuovo Draco che però contemporaneamente si spinse di nuovo in profondità, strappandogli un altro urletto. Stavolta lo Slytherin non si fermò, anzi aumentò ancora la forza delle spinte. Harry sotto di lui mugolava ad ogni minimo movimento e muoveva il bacino freneticamente, attirando il compagno a sé con sempre più forza. La mano di Draco andò ad afferrare inaspettatamente la sua erezione che aspettava fremente le sue attenzioni e lo accarezzò più volte, prendendo subito il ritmo veloce delle sue spinte.
“Dr… ah! Draco! Non…” cercò di biascicare, ma non riuscì a continuare, perché l’unione delle carezze del compagno e dei suoi movimenti lo portò all’orgasmo.
Draco lo sentì venire con un grido strozzato, il suo corpo scosso da potenti brividi di piacere, e si concentrò solo sulle impagabili sensazioni che quel corpo sapeva dargli. Si spinse a fondo dentro di lui ancora e ancora, stringendolo in vita, e dopo poco raggiunse a sua volta l’orgasmo.
“Oh… Oh, Potty… Wow…” mormorò, stringendolo a sé il più possibile.
Harry avvolse il proprio braccio attorno a quello che ancora lo stringeva in vita, in uno stato di perfetta beatitudine. Era stata una serata impensabile, aveva avuto l’onore non solo di ricevere un pompino da Draco, ma di vederlo anche ingoiare, cosa che gli aveva giurato solennemente che non avrebbe mai fatto, lo aveva fatto emozionare tanto da non potersi trattenere e quest’ultimo amplesso era stato…il massimo. Anche se a farci caso il suo corpo un po’ reclamava la rudezza col quale era stato trattato, soprattutto all’inizio, l’intimità che aveva caratterizzato l’unione lo aveva travolto come un’onda, riempendolo fino a scoppiare di amore. Non sapeva più come chiamare altrimenti quel sentimento che gli esplodeva dentro ogni volta più forte.
Draco si tirò un po’ indietro, scivolando fuori da lui, poi gli accarezzò il fianco facendogli segno di girarsi. Mollemente Harry si voltò tra le braccia del ragazzo biondo e lo baciò teneramente sulle labbra, avvolgendogli le braccia attorno al collo.
“Sei il massimo,” mormorò, baciandolo di nuovo.
Draco alzò un sopracciglio, ponderando il complimento.
“Sì…” disse e Harry scoppiò a ridere, seguito a ruota dal compagno.
Harry gli scostò i capelli che gli si erano appiccicati al viso e lo guardò dritto negli occhi.
“Draco,” cominciò, “io-”
Lo Slytherin lo interruppe baciandolo, un bacio profondo ma senza foga, semplicemente intenso. Harry ebbe l’impressione che non avesse voluto fargli terminare la frase, e forse aveva fatto bene, perché non era del tutto in sé pochi secondi prima per aver tentato di essere così totalmente sincero col compagno.
Draco osservò soddisfatto che l’aveva fermato in tempo. Un conto era starci a letto, ma ancora una volta si disse che le dichiarazioni d’amore no, erano decisamente fuori luogo. Però era di buon umore, felice come non lo era da un bel po’. Si sentiva allegro e appagato, anche se di colpo ora gli era calata addosso la stanchezza dell’intera serata e, a quanto pareva, dell’intera settimana.
“Sto morendo di sonno,” mormorò sbadigliando e nascondendo il viso nel cuscino.
“Anch’io, ma non intendo muovermi per nessuna ragione al mondo,” rispose Harry.
Draco mugugnò.
“Non ti porto in camera tua in braccio, sia ben chiaro,” sussurrò, stiracchiando le gambe.
“No, tu starai qui con me tutta la notte,” ribattè semplicemente Harry.
“Ti sembra il caso?” chiese retorico Draco.
“Assolutamente,” rispose Harry, stringendosi maggiormente a lui. “Tanto domani è domenica.”
“Il fatto che tu,” Draco sbadigliò di nuovo, “dorma sempre fino a mezzogiorno se te ne si dà la possibilità non giustifica la nostra sparizione contemporanea, sai?”
Harry aveva già chiuso gli occhi e fingeva di non sentirlo.
“Ok, ok…” sospirò lo Slytherin, che non aveva poi un gran bisogno di essere convinto, “spostiamoci solo un po’ più in qua.”
Harry mugugnò ma si lasciò trascinare da Draco qualche decina di centimetri più in là nel letto, dove le coperte erano ancora pulite. Draco afferrò il lenzuolo e vi si coprì, poi fece lo stesso col compagno. Harry si limitò a sospirare compiaciuto e a stringerlo più forte, accomodandosi tra le sue braccia. Draco lo guardò perplesso per qualche secondo, poi sentì le palpebre farglisi sempre più pesanti. Pensò che avrebbe dovuto mettere un allarme sulla stanza, o almeno pensare a svegliarsi in tempo utile il giorno seguente, ma il suo corpo cedette prima che la sua mente si fosse decisa a fare qualsiasi cosa.
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