Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono neanche un po’. La signora Rowling ne dispone come meglio crede, io ci gioco a tempo perso, senza pretese e senza fini di lucro.
Harry
Potter e il cervello che non ha
parte XIV
di Sourcreamandonions
In cui si fa…proprio quello che pensate
La cena scorse tranquillamente, per lo più per Draco. Harry, infatti, dovette affrontare alcuni inquietanti problemi. Il primo, in realtà, era una dolce tortura; infatti i pochi studenti rimasti a Hogwarts si sedettero in una tavolata unica coi professori per l’occasione della Vigilia di Natale, e chissà come Draco finì per sederglisi quasi di fronte ma dall’altra parte del tavolo. Le occhiate che ogni tanto riusciva a lanciargli quando nessun’altro guardava erano molto promettenti per la nottata. Il secondo problema era Lupin, che per tutta la durata della cena non mancò di scoccargli sorrisi cospiratori ogni volta che incrociava il suo sguardo. Harry trovò la cosa a dir poco angosciante e si chiese se avrebbe dovuto sopportare la situazione fino alla fine dell’anno. La cosa che ancor più lo faceva star male, però, era che anche Dumbledore, dal suo posto di fianco alla professoressa McGonagall, non mancava di fargli sorrisini poco convincenti. Che anche lui sapesse? Che Lupin gli avesse detto… O magari che avesse tratto le stesse conclusioni? Era forse possibile che tutti a quel tavolo stessero pensando alla stessa cosa, cioè alla sua vita sessuale? No, fortunatamente non tutti. Infatti Ron persisteva a non parlargli e non fece lo sforzo neanche quando ebbe bisogno di bere e non poté raggiungere la caraffa dell’acqua perché vicina a Harry. Preferì morire di sete per il resto della cena, dando spettacolo almeno per i vicini, che lo vedevano deglutire a forza finchè un’anima pia non gli passò la caraffa che stava all’altro capo del tavolo.
L’ultimo problema Harry lo ebbe con Snape. Infatti alla fine della lauta cena, quando i ragazzi stavano per alzarsi, il professore si girò verso Draco e gli disse, a voce abbastanza alta perché Harry potesse sentire “A proposito, signor Malfoy, prima che mi dimentichi… Mi è stato riferito che oggi pomeriggio è stato protagonista di un increscioso incidente in cui era coinvolto anche, neanche a dirlo, Potter. Capisco le sue difficoltà, ma la prossima volta si trattenga dal giocare al gatto e al topo con lui. Se si trova nella situazione per farlo, lo uccida e basta, senza perdere tempo e sprecare buone occasioni.”
Detto questo si mise a ridacchiare sommessamente, seguito a ruota da Draco che però esternò il suo buon umore più rumorosamente mentre si alzava da tavola. Harry fissò esterrefatto la scena e si beccò in pieno lo sguardo gelido che il professore gli rivolse prima di tornare a discutere con i suoi colleghi.
Intimorito, Harry si alzò dal tavolo qualche minuto dopo Draco e, senza far neanche finta di salire in camera sua, si diresse verso i sotterranei. Draco era appena fuori dalla sala comune e aveva già aperto l’accesso.
“Era ora che ti muovessi,” gli disse quando lo vide arrivare, poi lo squadrò meglio e aggiunse “e non ti portare mai quel cazzo di mantello, mi raccomando, sarebbe l’unica cosa sensata che potresti fare.”
Harry si fermò esitante.
“Vuoi che vada a prenderlo?” chiese, ma Draco gli rispose con uno sbuffo insofferente.
“Dai, non siamo in gita turistica, muoviti ad entrare se devi,” gli disse e senza guardarlo si diresse all’interno della casa.
Harry lo seguì come sempre timoroso di essere scoperto. All’interno della casa non incrociarono nessuno e dal passo spedito e sicuro di Draco probabilmente aveva già controllato. Tuttavia Harry non si rilassò finchè la porta della camera di Draco non si fu chiusa alle sue spalle. Allora si diresse direttamente al letto e vi si sdraiò così com’era.
“Oh, che giornata…” sospirò chiudendo gli occhi, e si sentì tirare per un braccio giù dal letto.
Aprì gli occhi e vide che Draco lo fissava severamente.
“Che c’è?”
“Primo: da quando hai tutta ‘sta confidenza con la mia camera? Secondo: non osare, ripeto, non osare mai più salire sul mio letto con le scarpe, o la prossima volta ti mangio vivo.”
Il tono di Draco era stato perentorio e Harry aveva capito che non stesse scherzando, ma un pensiero improvviso lo fece scoppiare a ridere lo stesso.
“Mi sa che quello,” biascicò alla vista dello sguardo di depressione del ragazzo biondo, “sarebbe l’unico modo di entrarti dentro.”
Draco si fece scappare un risolino, ma si impegnò a rimanere il più serio possibile.
“Stavolta ti perdono perché hai ragione, e comunque non penso che avrei davvero la forza di mangiarti. Non mangio schifezze. E tira giù ‘sti piedi!” esclamò alla fine, dandogli un colpo sulle gambe per fargliele abbassare.
Harry si alzò e si allontanò un po’ in direzione del camino. Draco rimase sul letto a guardarlo perplesso e intanto si tolse le scarpe. Quando rialzò lo sguardo si accorse che anche il compagno aveva fatto lo stesso e stava osservando rapito il fuoco. Incuriosito ed intrigato dalla situazione e dal piacevole contrasto che Potter creava col fuoco scoppiettante, si alzò a sua volta e gli si avvicinò silenziosamente da dietro, accostando il proprio corpo al suo senza tuttavia stringerlo a sé. Non che non ne avesse voglia, anzi in quel momento gli andava un po’ d’intimità, ma gli sembrava un gesto troppo protettivo, da fidanzatini. Disgustoso nella loro situazione. Sentì il peso del ragazzo moro spostarsi all’indietro, contro di lui, e dovette alzare le mani appoggiandole sulle sue spalle per mantenersi in equilibrio.
“Che fai?” gli sussurrò nell’orecchio, accarezzandogli le braccia senza pensarci.
“Penso,” rispose laconico Harry, godendosi quel momento di tenerezza.
“Ah,” sussurrò Draco, facendo alzare i capelli corti sulla nuca del Gryffindor, “ecco da dove veniva il fumo.”
“Perché, c’è fumo?” chiese di colpo allarmato Harry, la cui mente ormai offuscata dalla lussuria ci mise un po’ a comprendere di aver detto un cazzata, più o meno il tempo di percepire il sospiro esasperato di Draco alle sue spalle. Allora si voltò, avvolgendo le proprie braccia intorno alla vita dello Slytherin che lo guardò alzando incuriosito un sopracciglio e mormorò “Sono un idiota, lo sappiamo entrambi, perché ancora ti stupisci?” Dopodichè gli depositò un bacino sulle labbra.
“Non mi stupisco, solo che i baratri di demenza che ogni giorno mi sveli sono così profondi che la mia mente pensante non può fare a meno di sconvolgersi,” ribattè Draco con un tono molto meno caustico delle sue parole, ma più intrigante.
Harry non rispose, ma sorrise, baciandolo di nuovo. Draco cercò le labbra del compagno una terza volta ma non si accontentò di un bacino casto. Leccò le labbra del Gryffindor che non si fece pregare e le schiuse, permettendogli di rendere il bacio più profondo. Ben presto l’incontro delle loro lingue divenne più appassionato, tanto che Draco ritenne più opportuno per entrambi girarsi e spingere il compagno alla cieca contro il letto, sul quale caddero l’uno sopra l’altro all’improvviso. Nella caduta si scontrarono anche coi denti, ma non ci furono grandi danni, tranne un labbro sanguinante di Harry a causa di un taglietto microscopico. Draco gli leccò le labbra e sorrise soddisfatto.
“Te l’ho già detto che mi piace il sapore del tuo sangue, vero?” gli chiese, leccandogli poi di nuovo il labbro come a sottolineare il concetto.
“Sì, mi sembra di ricordare qualcosa del genere…” sussurrò Harry, visibilmente eccitato dall’atteggiamento ferino del compagno.
Draco gli leccò le labbra nuovamente e Harry catturò la sua lingua all’istante, succhiandola. Draco gemette. Ricominciarono a baciarsi con foga, mentre Draco spingeva il compagno totalmente sul letto, fino a farlo sdraiare e a sdraiarglicisi sopra. Harry gemette sentendo l’eccitazione di Draco premere contro la propria. Non aveva proprio voglia di intrattenersi coi preliminari quella notte, anche se era ormai assodato che gli avrebbero potuto solo giovare. Decise che si sarebbe limitato ad un mezzo pompino per facilitare la seguente penetrazione e cominciò deciso a slacciare i pantaloni al compagno. Draco si mise a sedere per facilitargli il compito e quando ebbe finito si liberò degli indumenti di troppo nella zona inferiore. Harry fece per togliergli anche il maglione ma il compagno lo spinse nuovamente sul letto e con agilità lo liberò di pantaloni e mutande, per poi levargli l’orrendo maglione che aveva addosso. Gli occhiali di Harry rimasero impigliati nell’indumento, cosicchè finirono insieme ad esso da qualche parte sul pavimento della camera. Non che il Gryffindor se ne preoccupasse particolarmente. Un secondo dopo essersi ritrovato nudo si era rimesso a sedere, riuscendo finalmente a togliere il maglione a Draco. Lo Slytherin l’aveva poi abbracciato, tenendogli una mano sulla nuca mentre lo attirava a sé in un bacio pieno di passione. Harry aveva mugolato, sentendo l’altra mano del compagno scendere ad accarezzargli la schiena e i fianchi, per poi passare tra i loro corpi, afferrando la sua erezione e accarezzandola un paio di volte senza smettere di baciarlo. Harry dovette staccarsi da Draco per evitare che i propri gemiti lo soffocassero. Frettolosamente spinse Draco con la schiena sul letto e si sistemò sopra a quattro zampe, baciandogli il collo e il petto, ma scendendo velocemente al ventre e, infine, al suo membro turgido.
Harry notò con piacere quanto il compagno fosse eccitato. Evidentemente l’ansia di arrivare al dunque non era solo dalla sua parte. Sfoggiando l’abilità che stava acquisendo con la pratica lo leccò per tutta la lunghezza, facendolo gemere piano, e con un solo movimento lo prese completamente in bocca.
Draco sospirò senza cercare di nascondere quanto gli piacesse. Non aveva senso fare ancora il prezioso con Potter, dopo tutte quelle volte. Si sentiva incredibilmente eccitato, soprattutto dall’improvvisa apparente decisione del Gryffindor di optare per una sveltina. Era una scelta inaspettata da parte di una mammoletta come lui, ma più che ben accetta. E poi sembrava aver imparato come portarlo già al massimo dell’eccitazione solo succhiandoglielo, riuscendo al contempo a lubrificare la situazione e a facilitargli, e facilitarsi, il compito in seguito. Draco si godette ancora un po’ le labbra di Potter che scorrevano sicure lungo la sua erezione fremente, poi lo afferrò per una spalla e lo attirò a sé, baciandolo subito con passione. Con un colpo di reni ribaltò le posizioni e Harry aprì le gambe, facendogli subito trovare la posizione più comoda. Draco sentiva che sarebbe andata meglio se prima, come le altre volte, lo avesse preparato brevemente con le dita, ma il ragazzo moro lo fissò intensamente negli occhi e lo Slytherin fu sopraffatto dal desiderio che vi scorse.
Gli baciò e morse il collo, facendolo sospirare, e tra i respiri un po’ affannosi distinse le parole, mormorate al suo orecchio “Fallo subito… Muoviti.”
Draco tenne a bada la scossa di piacere che minacciava di prendere possesso del suo corpo e si sistemò ancora meglio, poi prese una gamba di Harry per la coscia e la alzò, portandosela dietro la schiena. Harry seguì le sue direttive e si premurò di fare lo stesso anche con l’altra gamba, alzandole ancora maggiormente per dargli l’accesso più semplice possibile.
Quando sentì Draco penetrarlo sospirò, concentrandosi per rilassarsi subito, e fu piacevolmente sorpreso notando che il dolore anche stavolta fu per lo più iniziale e a malapena più acuto dell’ultima volta; avrebbe potuto definirlo più che altro uno strano senso di fastidio iniziale, che però veniva spazzato via non appena la sua mente associava ad esso la consapevolezza che in quel momento Draco era dentro di lui, totalmente unito a lui, praticamente parte del suo stesso corpo.
Harry non si risparmiò; subito mosse lentamente i fianchi per spingere Draco ad entrare più profondamente dentro di lui. I loro movimenti si accordarono e presto si fecero più veloci, fino a far capitolare per primo Draco e, dopo un paio di carezze ben calibrate, Harry, i cui movimenti prolungarono il piacere dello Slytherin, che ancora non era uscito dal suo corpo.
Rimasero abbracciati e sudati sul letto per un po’, quasi a riprendere coscienza del mondo attorno a loro. Anche quando Draco si rotolò su un fianco, portando con sé il Gryffindor, i loro respiri rimasero per un po’ accelerati. Harry fece scivolare una propria gamba tra quelle del ragazzo biondo di fronte a lui e gli si strinse contro, baciandolo ora con più calma. Una vocina nella sua testa gli suggerì di gustarsi il più possibile quella meravigliosa sensazione di tenerezza, che poco si addiceva al compagno, e pregò mentalmente che a Draco non venisse lo schizzo di alzarsi immediatamente per andare a lavarsi o di insultarlo, rovinando l’atmosfera.
Dopo un paio di minuti trascorsi così Draco si tirò un po’ indietro e inspirò a fondo. Sembrava stanco, anche più di Harry, il che fece, neanche a dirlo, gongolare il ragazzo moro di gioia.
Alla fine Draco sorrise e bisbigliò “Breve…ma intenso, direi.”
Harry sorrise a sua volta.
“M-mh,” mugulò in assenso. “Non mi hai neanche fatto male… Penso di stare migliorando,” aggiunse.
“O forse stai diventando un buco nero,” replicò come al solito ironico Draco, ma poi lo baciò di nuovo sulle labbra, soffermandosi a succhiargli il labbro inferiore.
“Draco,” sussurrò Harry quando si riprese dalla poesia del momento, “ti va se stanotte…” esitò qualche secondo, poi continuò con un filo di voce “mi fermo qui?”
Draco lo guardò senza espressione per qualche secondo, facendogli battere più forte il cuore, poi fece una smorfia divertita.
“Mi si sta gelando il culo a star qua fuori. Muoviti,” lo spronò, mettendosi a pancia in su e trascinandosi ad afferrare uno straccio per pulirsi.
Si strofinò la pancia un po’ di volte, poi sospirò, guardando Harry con aria infastidita.
“Cos’è, colla a presa rapida?” gli chiese, abbandonando le speranze di togliersi quella roba di dosso.
Harry lo guardò risentito e afferrò lo straccio per cercare di pulirsi a sua volta.
“Non è che io là sotto sia proprio pulito…” lo rimbeccò. “La prossima volta-”
“Oh, Potty, non mi scatenare il malumore, che sono rilassato!” esclamò Draco interrompendolo.
Harry lo osservò scivolare sotto le coperte per poi restare a guardarlo.
“Beh? Non volevi stare qui?” gli chiese lo Slytherin.
Harry sorrise annuendo e si affrettò a raggiungerlo. Non appena furono entrambi sotto le coperte, Draco gli salì sopra, strofinandosi contro di lui.
“Prima di dormire, però, facciamo la bella…” sussurrò prima di baciarlo profondamente.
Harry sentì che quella notte avrebbe dormito bene come non mai.
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