Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono neanche un po’. La signora Rowling ne dispone come meglio crede, io ci gioco a tempo perso, senza pretese e senza fini di lucro.
Note: Buonasera, o amati lettori! Ed eccoci giunti al Capitolo 10. Oh, cielo, quanta banalità! Non ricordavo di essere impazzita tanto presto. Ok, questo capitolo dev’essermi uscito in un momento di debolezza. Troverete che Draco è un po’… ehm… cambiato. Mi rendo conto che sia repentino. Tuttavia mi sento di rassicurare tutti voi dicendovi che Draco non è innamorato. È solo… disinvolto. Innamorato è ben diverso, credetemi sulla parola. E se qualcuno volesse trovare delle motivazioni serie (inesistenti) per giustificare il comportamento del nostro bello Slytherin, accomodatevi, ho una sfilza di scuse poco plausibili da snocciolarvi. Comunque torno a chiedere perdono.
Perdonate la quantità inaudita di banalità in questo capitolo. Ho cercato di fare il possibile per tamponare le cavolate più grosse, apprezzate lo sforzo. E ho abbandonato a se stesso un errore (maledetta pigrizia); vediamo se sarete tanto attenti da trovarlo. Sento che ora sarò subissata da errori di cui ignoravo l’esistenza… Spero ciononostante che il capitolo vi diverta e che la vostra mente resista all’impulso di insultarmi. Oh, ahimè, la prolissità. La finisco e vi lascio finalmente alla (lunga) lettura (a lungo capitolo corrisponde lunga introduzione…). Con profondo divertimento, Sourcreamandonions



 

Harry Potter e il cervello che non ha

parte X

di Sourcreamandonions

In cui “Draco dormiens numquam titillandus”


Harry mangiò di gusto a cena. Era proprio una bella giornata finalmente. Si
perse anche in conversazioni leggere coi suoi compagni di casa, anche se Ron
e Hermione ancora non gli rivolgevano la parola. Ogni tanto il suo sguardo
vagava in direzione del tavolo degli Slytherin, accarezzava la figura di
Draco che se ne stava tranquillamente a chiacchierare coi suoi amici e
tornava al suo piatto, gongolante.
Verso la fine della cena un grosso gufo entrò elegantemente dalla finestra e
si diresse verso il tavolo degli Slytherin. Harry non poté fare a meno di
notarlo, perché quella non era l’ora in cui di norma arrivavano lettere o
pacchi. Vide Draco adocchiare il bell’animale e alzare una mano, cosicchè il
gufo con una leggera planata gli si appollaiò sul dito indice. Il ragazzo
slegò il messaggio che l’animale portava legato alla zampetta e dopo avergli
offerto un pezzetto della torta che stava mangiando lo sollecitò con un
gesto a risollevarsi in volo, cosa che il gufo fece immediatamente e con
grazia. Harry osservò Draco srotolare il pezzo di pergamena e leggere
velocemente ciò che vi era scritto, ma improvvisamente vide il suo volto
scurirsi. Il ragazzo sbattè il foglietto sul tavolo, con uno scatto che fece
sobbalzare anche i suoi compagni di tavolo, che si voltarono a guardarlo
preoccupati. Harry era troppo lontano per sentire ciò che dicevano, ma vide
i ragazzi chiedergli qualcosa e lui che scuoteva la testa, sussurrando poi
qualcosa nell’orecchio a Goyle, che scosse la testa a sua volta con aria
seria.
Harry si chiese cosa potesse essere successo di così brutto a Draco e si
ripromise di scoprirlo in nottata. Non avendo alcun appuntamento lo cercò
alla fine della cena, ma non lo trovò da nessuna parte. Alla fine concluse
che probabilmente Draco si era ritirato direttamente nella sala comune degli
Slytherin e decise che avrebbe usato l’espediente della volta precedente per
introdursi nella sua stanza durante la notte. In fondo ora sapeva anche la
strada e non avrebbe dovuto andare per tentativi.
Non appena i suoi compagni si furono addormentati sgusciò fuori dal letto,
si mise in bocca una gommosa Tutti i gusti più uno, indossò il suo mantello
dell’invisibilità, fece per uscire, poi ci ripensò, tornò indietro a
infilarsi altre due gommose in tasca e di soppiatto lasciò la stanza. Scese
cautamente tutte le scale fino ai sotterranei e si appostò fuori
dall’entrata della casa degli Slytherin, attendendo di aver accesso ad essa
tramite qualche nottambulo. Aspettò molto più dell’ultima volta, tanto che
pensò di chiedere la password d’accesso a Draco quella notte stessa se fosse
riuscito a vederlo. Naturalmente era assurdo, non gliel’avrebbe mai detta,
ma tentare non poteva nuocergli.
Alla fine vide arrivare di corsa la solita ragazza bionda, che a ben
pensarci gli sembrava di aver visto in compagnia di un Ravenclaw dell’ultimo
anno, ed entrò sulla sua scia nella sala comune. Evitando i pochi studenti
che ancora erano in piedi ma che si stavano dirigendo verso le loro camere,
Harry percorse il corridoio fino alla porta della camera di Draco. Senza
bussare né farsi notare entrò nella stanza e chiuse dolcemente la porta
dietro di sé, cercando di non far rumore. Ci riuscì così bene che Draco non
si accorse di nulla, ma era anche vero che in quel momento lo Slytherin
fosse impegnato in tutt’altro, come poté constatare Harry appena spostò lo
sguardo sul resto della stanza.
Draco era inginocchiato davanti al caminetto e, proprio in mezzo al fuoco,
appariva la testa di una donna che, se anche Harry non l’avesse già vista,
non avrebbe potuto essere altri che sua madre. Era una donna davvero
bellissima, nonostante l’aria snob, e dal cipiglio nobile, bionda come Draco
ma di un oro più intenso, coi capelli lunghi e dagli occhi di ghiaccio.
Sembravano impegnati in una fitta discussione.
“Quindi,” stava dicendo Draco, “non intendi tornare?”
“Non ci penso neanche,” sbottò sua madre. “Ma tu lo sai quante volte sono
venuti quei ficcanaso del Ministero nelle ultime due settimane? Tre volte.
Dico, tre! Non ne posso più! Io ho bisogno di tranquillità, di riprendermi.
Ah, se solo tuo padre non si fosse fatto arrestare…”
“Lascia perdere, non serve parlarne ora. Comunque non me ne frega se tu non
ci sarai; io torno a casa,” disse Draco.
“Assolutamente no!” esclamò la donna scuotendo il capo. “Non voglio che tu
te ne vada a zonzo mentre io non ci sono. Di questi tempi è meglio stare in
guardia. Se perdessi anche te mi dici cosa farei, eh?”
“Madre, è lasciandomi qui tutte le vacanze che mi perderai! Posso stare da
solo, so badare a me stesso!” esclamò Draco infastidito.
“Lo so perfettamente, ma non mi fido di tutti quegli Auror. Di sicuro
verrebbero a casa con qualche scusa e sarebbero capaci di lanciarti contro
qualche incantesimo o di accusarti ingiustamente di qualche crimine pur di
cancellare la nostra famiglia dalla faccia della terra. Maledetti Mudblood…”
La testa cominciò a perdere consistenza e a farsi sfuocata per un attimo.
“Ora sarà meglio che vada. Lo sai che queste cose mi fanno venire il mal di
testa,” sospirò la donna.
“Starai scherzando! Non esiste! Piuttosto ti raggiungo lì in Bulgaria,”
esclamò Draco.
“Ho già preso la mia decisione, Draco, e mi sembra di essere stata chiara. È
molto meglio per tutta la famiglia se tu resti lì a Hogwarts per questo
Natale,” sentenziò piuttosto severa.
“Ma madre…” cominciò Draco, ma fu interrotto dalla donna, la cui figura si
stava sfuocando ancora una volta.
“Niente ma. Ora basta Draco, non voglio più sentire lamentele. Ti scriverò
presto. Ora va’ a dormire.”
“No! Aspetta!” disse Draco, ma la testa scomparve dal caminetto, lasciando
solo le fiamme a scoppiettare allegre. “Madre? Madre!” chiamò il ragazzo
speranzoso, ma vedendo che la comunicazione era stata ormai interrotta
chiuse gli occhi, strinse i denti con forza, poi battè un pugno contro il
pavimento, sbottando “Cazzo!”
Harry tentennò incerto sul da farsi. Draco non sembrava proprio di ottimo
umore, il che lasciava presagire trattamenti tutt’altro che amichevoli, ma
il Gryffindor non riusciva ad andarsene lasciandolo così depresso. Non
l’aveva mai visto così abbattuto. Era arrabbiato, sì, ma impotente, una
sensazione che probabilmente non gli capitava mai di provare tra le mura di
Hogwarts.
Inspirando profondamente Harry fece un passo avanti, si tolse il cappuccio
del mantello e sussurrò “Draco?”
La testa bionda del ragazzo che ancora se ne stava inginocchiato davanti al
fuoco scattò nella sua direzione.
“Che cazzo ci fai tu qui?” gli chiese in tono aggressivo.
Harry vide i suoi occhi stringersi, pieni di rabbia, e si schiarì la voce.
“Io…sono venuto…pensavo di…”
“Come cazzo ti permetti di entrare in camera mia così?” domandò ancora
Draco, poi colpito da un’intuizione improvvisa lanciò un’occhiata al fuoco e
di nuovo tornò a fissare il Gryffindor. “Da quanto sei lì?”
“Da…un po’. Draco, mi spiace…”
“Di che?” lo interruppe il biondo alzandosi. “Di aver fatto sbattere in
prigione mio padre? Di avermi condannato a vivere sotto continua
sorveglianza? Di avermi reso partecipe della tua condizione di sfigato senza
parenti da cui tornare?”
“No… Io…” Harry cercò di spiegarsi, ma Draco rincarò la dose.
“Potter, in questo momento sei la persona che più odio al mondo. Hai
rovinato la mia perfetta esistenza e hai anche il coraggio di venire a
ficcanasare in cose che non ti riguardano affatto! Dovrei incenerirti solo
per l’avventatezza di esserti introdotto qui contro la mia volontà, senza
contare che mi stai compatendo. Vattene, finchè sei in tempo.” Detto questo
si voltò, dandogli le spalle.
Harry sentì svariati brividi di timore corrergli giù per la schiena, ma la
sua forza d’animo non lo abbandonò. Lentamente si avvicinò allo Slytherin e
gli appoggiò delicatamente una mano sulla spalla, sussurrando “Draco…”
Draco si girò di scatto, scansando il suo tocco.
“Non hai sentito, Potter? Ti ho detto di andartene. Lasciami solo, non ho né
il tempo né la pazienza di starti dietro, ok? Va’ a giocare con le tue dita
dei piedi e lasciami in pace.”
Harry lo fissò dispiaciuto.
“Io ero venuto per stare un po’ con te…” disse semplicemente, senza
andarsene.
Draco emise un gemito di esasperazione e, raggiunto il letto con un paio di
passi, vi si lasciò cadere senza forze.
“Perché tutte a me? Perché?!” chiese a voce alta ma chiaramente a se stesso.
Alzò un braccio a coprirsi gli occhi e rimase così, immobile per svariati
secondi.
La mente di Harry lavorava alacremente. Voleva trovare un modo per aiutare
Draco in questo momento; gli sarebbe bastato fargli dimenticare per un po’
le sue preoccupazioni, farlo rilassare. Solo che non era così facile avere a
che fare con lui, che piuttosto che farsi consolare si sarebbe suicidato. Ci
mise qualche secondo ad elaborare le sue possibilità ed alla fine concluse
che probabilmente l’unico modo che aveva per distrarre un po’ Draco era
proprio il sesso. Senza ripensamenti quindi lasciò cadere il mantello
dell’invisibilità e colmò la distanza fra di loro, dopodichè si chinò
immediatamente a slacciare i pantaloni del ragazzo sdraiato sul letto.
Draco tolse il braccio e lo guardò sospettoso.
“Che cazzo stai facendo adesso?”
“Ti faccio un pompino,” disse con voce calma Harry, sorpreso dalla sua
stessa sfrontatezza. “Hai bisogno di rilassarti un po’,” aggiunse stupendosi
sempre di più.
Anche Draco fu colto alla sprovvista dalle sue parole, perché invece di
controbattere con acidità rimase in silenzio e lasciò che Harry gli
abbassasse leggermente i pantaloni e poi i boxer, scoprendo il suo membro
per niente duro.
Harry si bloccò per un secondo. Non gli era mai capitato di aver a che fare
con un Draco non eccitato e non si sentiva poi tanto sicuro di avere il
potere di fargli venire la voglia. Con poca sicurezza prese in mano il sesso
di Draco e cominciò ad accarezzarlo, cercando di risvegliare i suoi istinti.
Lo Slytherin sbuffò e si tirò indietro scivolando sul letto, così da
sottrarsi al suo tocco ma da giacere sul letto con tutto il corpo.
Harry deglutì e strinse i denti, poi si tolse le scarpe e si mosse carponi
sul letto verso Malfoy, raggiungendolo nuovamente e allungando la mano per
ricominciare ad accarezzarlo. Stavolta il contatto col suo corpo fece
scappare un lieve sospiro al ragazzo biondo, che chiuse gli occhi affondando
la testa nel morbido materasso. Harry continuò ad accarezzarlo, diventando
più sicuro mano a mano che il corpo del compagno rispondeva al suo tocco.
Quando fu, a suo parere, abbastanza eccitato, Harry si tolse gli occhiali e
abbassò il viso sull’inguine dello Slytherin, prendendoglielo in bocca.
Draco grugnì di soddisfazione repressa e mosse una mano ad afferrarlo per i
capelli, spingendolo più in basso. Harry ci stava prendendo l’abitudine e
aveva scoperto che la cosa non era poi così difficile, se si riusciva a
stare rilassati e concentrati sui movimenti dell’altro. Accondiscendendo
alla tacita richiesta del compagno fece affondare la sua erezione più
profondamente nella sua bocca, finchè lo sentì in gola. Allora cominciò a
muovere la testa e a succhiare, seguendo un ritmo lento ma regolare. La mano
di Draco seguiva i suoi movimenti e li dirigeva, facendogli capire quando
fosse il caso di accelerare un po’ il ritmo. Salì con una mano ad
accarezzare l’interno coscia di una delle gambe del ragazzo biondo
attraverso i pantaloni, mentre l’altra si insinuò sotto la sua camicia per
toccargli il ventre piatto. Draco gemette un po’ più rumorosamente e strinse
la presa sui suoi capelli, segno che il suo lavoro stava procedendo nel
migliore dei modi; Harry sentì che presto sarebbe riuscito a fargli
raggiungere il piacere. Strano a dirsi, in quel momento, pur essendo
notevolmente eccitato dalla situazione, non sentiva il bisogno di
risparmiare le forze di Draco per il suo piacere; piuttosto voleva
soddisfarlo il più possibile e sapeva qual’era la conclusione che il
compagno si aspettava da lui. Velocizzando i movimenti e stringendo le
labbra attorno al suo membro gonfio e turgido, sentì il suo respiro farsi
sempre più affannoso, poi i muscoli tendersi sotto il suo tocco e infine la
sua schiena che si incurvava, mentre con i fianchi si spingeva a fondo nella
gola di Harry, esplodendo in un orgasmo liberatorio. Il Gryffindor, che
stavolta non era stato colto per niente impreparato, ingoiò fino all’ultima
goccia ben volentieri, e trattenne il membro di Draco in bocca anche mentre
questo tornava alla normalità.
Alla fine lo lasciò scivolare fuori, posando un ultimo bacio sulla punta che
fece gemere ancora una volta il biondo, e si sollevò per guardare lo
spettacolo che il compagno poteva essere quando era appagato. Rimettendosi
gli occhiali poté vedere che Draco era leggermente sudato e ansimante, il
viso arrossato per l’eccitazione e i capelli che gli cadevano
disordinatamente sul letto. Era bello da morire, cosa che Harry avrebbe
fatto volentieri se avesse avuto la certezza, come fantasma, di godersi
quella vista tutti i giorni per l’eternità.
Draco sembrava riprendere lentamente il controllo dei suoi arti, pesanti per
il piacere, e socchiuse gli occhi per guardare Harry, che ancora era intento
a fissarlo adorante.
“Forse, a furia di ingoiare, ti sto trasmettendo anche un po’ di
intelligenza,” ansimò con un mezzo sorriso soddisfatto richiudendo gli
occhi. “Niente male come idea, Potty.”
Harry sorrise, felice di vederlo più tranquillo. Si distese al suo fianco e
andò a cercare con le sue labbra quelle del biondo, baciandolo teneramente.
Draco rispose al bacio, succhiandogli il labbro inferiore e accogliendo con
un sospiro compiaciuto la sua lingua quando cercò di farsi largo nella sua
bocca. Harry lo baciò lentamente, come si rese conto non aveva mai fatto,
assaporando ogni millimetro di quella bocca e respirando il suo stesso
respiro caldo e profumato. Era eccitatissimo al momento ma non voleva
rovinare quell’atmosfera rilassata che era riuscito ad ottenere. Era così
felice che gli sarebbe andato perfettamente bene anche non fare nient’altro,
rimanere solo lì a baciarlo per ore senza mai sfogare il suo desiderio. O
forse non proprio mai, ma avrebbe potuto attendere. Si rese conto di essere
proprio rincretinito, o per meglio dire innamorato. Sapeva che quella era la
cosa più stupida che avesse mai fatto, ma era capitato ed inspiegabilmente
era contentissimo così.
Lentamente percepì che Draco si stava voltando su un lato per averlo di
fronte e che una delle sue mani si era posata sul suo fianco, scendendo poi
ad accarezzargli il sedere. Harry gemette debolmente e mise più passione nel
bacio, facendo sì che Draco lo attirasse maggiormente contro di sé fino a
far aderire i loro corpi.
Draco sentì l’eccitazione di Harry premere contro la sua gamba e
automaticamente la mano con la quale lo stava accarezzando scivolò tra i
loro corpi. Le sue dita agili aprirono velocemente i pantaloni del
Gryffindor e si intrufolarono nell’apertura e sotto l’elastico delle
mutande, afferrandolo. Harry gemette con forza e mosse i fianchi, scivolando
nella mano di Draco che lo stringeva. Le mosse dello Slytherin si fecero in
breve più veloci, regolandosi sui mugolii e i lamenti del compagno.
Harry sentì che presto avrebbe raggiunto l’orgasmo e si aggrappò con forza
al braccio che lo stava accarezzando; pochi movimenti rapidi ed esplose
nella mano dell’altro, senza trattenere un alto gemito. Rimase perfettamente
immobile, gli occhi chiusi, aspettando che il suo respiro tornasse alla
normalità, aspirando a fondo l’odore di Draco che traspirava da ogni cosa
attorno a lui. Si accorse che il compagno si stava allontanando, fino a
lasciarlo solo sul letto. Harry socchiuse gli occhi e vide che Draco si era
alzato in piedi e si stava dirigendo verso la porta della stanza.
“Dove vai?” chiese con voce roca.
Draco si voltò a guardarlo e Harry vide che teneva in mano un asciugamano.
“A lavarmi,” disse, poi uscì dalla stanza.
Harry non sapeva cosa fare. Draco non gli aveva detto di andarsene come
l’altra volta, ma non era certo di risultare benaccetto quando sarebbe
tornato. Solo che si sentiva troppo intorpidito per muoversi. Facendo uno
sforzo di buona volontà si mise a sedere e constatò lo stato della coperta.
Se lui era riuscito a dare piacere a Draco senza sporcare in giro, lo stesso
non si poteva dire di ciò che era appena successo. Grattandosi la testa si
chiese se non fosse il caso di dare una rassettata alla stanza prima del
ritorno di Draco. Se avesse voluto andarsene a dormire, di certo avrebbe
preferito farlo in un letto pulito, ma anche se gli fosse andata a genio
l’idea di intrattenersi ancora un po’ con lui sarebbero stati entrambi molto
più comodi se non ci fossero state zone da evitare perché umide o
appiccicaticce.
Harry si trascinò fino al bordo del letto, si aggiustò i vestiti e si alzò.
Era la prima volta che Draco lo soddisfava senza impedirgli una normale
deambulazione per svariate ore. Harry si ripetè più volte di non abituarsi
troppo alla novità: sapeva che se Draco fosse tornato di buon umore
sarebbero andati fino in fondo e la sua camminata sarebbe stata
irrimediabilmente compromessa. Si guardò intorno, cercando di capire dove
avrebbe potuto trovare le coperte di scorta. Alla fine si diresse verso
l’armadio e aprì il cassettone inferiore. Le cose erano disposte come nella
loro camera, allora; infatti trovò subito ciò che cercava. Velocemente
afferrò l’unico copriletto che c’era, fortunatamente identico a quello che
avevano sporcato, e chiuse il cassetto.
Si rialzò e stava per tornare al letto, ma si bloccò di fronte all’armadio.
La curiosità era incredibile, non riusciva a trattenersi. Lanciando
un’occhiata furtiva alla porta per assicurarsi che Draco non stesse
tornando, Harry dischiuse le ante con cautela, gettando uno sguardo
all’interno. Fu investito da un’ondata del profumo di Draco che lo
elettrizzò. All’interno dell’armadio i suoi vestiti erano piegati con una
certa cura e disposti ordinatamente. Non si poteva dire che Draco non fosse
un ragazzo preciso. Appesa c’era la sua uniforme da Seeker e alcuni
mantelli, divisi tra invernali e primaverili. Harry si accorse di
riconoscere ogni singolo indumento dello Slytherin e sorrise tra sé e sé.
Riscuotendosi dal momento di sentimentalismo richiuse l’armadio e si diresse
verso il letto. Tolse il copriletto sporco e lo sostituì meglio che poté con
quello pulito che aveva trovato. Non era bravo come un elfo domestico, non
c’erano dubbi in proposito, ma con un po’ di fortuna Draco non si sarebbe
troppo lamentato. Piegò il copriletto sporco e non sapendo cosa farne lo
mise sotto il letto, poi si guardò intorno ancora una volta, incerto su
quale fosse il suo posto. Alla fine decise di sedersi in fondo al letto e di
aspettare il ritorno del legittimo proprietario della camera.
La porta si aprì e Draco rientrò velocemente. A Harry mancò il fiato. Lo
Slytherin doveva essersi fatto una doccia veloce; infatti aveva i capelli
bagnati ed era completamente nudo, se non per un asciugamano che portava
legato in vita. Vedendo che il Gryffindor era ancora in camera sua, Draco
istintivamente si voltò, afferrando una maglia a caso dall’armadio e
indossandola. Al ragazzo moro sfuggì un sospiro di delusione. Non era ancora
riuscito a vedere Draco completamente nudo da quando andavano a letto
assieme. Senza degnare Harry di uno sguardo Draco si diresse verso un angolo
della stanza, dove stava una sacca nella quale introdusse i vestiti che
aveva indossato precedentemente, e poi si diresse verso il letto. Vi si
sedette appoggiando la schiena alla testata e accavallò le gambe incrociando
le braccia al contempo, infine rimase a fissare Harry, che intanto si era
voltato ad osservarlo, con aria divertita.
“Non sapevo che avessi aspirazioni da elfo domestico,” gli disse passandosi
distrattamente una mano tra i capelli. “Quante cose si scoprono.”
Harry non sapeva cosa dire, quindi si limitò ad abbassare gli occhi sul
copriletto appena steso. La vista di Draco lo stava mettendo in crisi. Lo
sentì ridacchiare e rialzò lo sguardo.
“Continua a non essermi chiaro,” riprese Draco, “come finisca tutte le volte
a letto con te, ma devo ammettere che stavolta mi hai proprio stupito.”
Harry lo fissò per un momento, poi chiese debolmente “Va meglio ora?”
Draco girò lo sguardo verso il caminetto. Il fuoco proiettava degli strani
riverberi arancioni sulla sua pelle candida e sui suoi capelli biondi.
“Pensi che possa andare meglio? Sono ancora incastrato qui per le vacanze,
mi sembra…”
“Beh, ma la cosa potrebbe non essere tanto negativa,” rispose Harry.
“Pensaci, in fondo non saresti da solo. Io-”
“Non dire un’altra parola,” lo interruppe Draco. “Pensi che non abbia capito
cosa ti frulla in quella testa bacata? Ora che ci stai prendendo gusto non
aspetti altro che le vacanze per starmi appiccicato tutto il giorno e farti
scopare in ogni angolo. Mi spiace deludere il tuo cuoricino tenero, ma non è
il programma più emozionante che io abbia mai sentito per le MIE vacanze di
Natale.”
Harry rimase in silenzio per un po’, poi mormorò “Ma senza gli altri
studenti in giro la scuola sarà nostra.”
Draco si voltò a guardarlo con aria interrogativa.
“Che intendi per “nostra”?”
Harry alzò un po’ la testa, contento di esser riuscito a riattirare la sua
attenzione.
“Potremo fare tutto ciò che ci pare, andare dove vogliamo…”
“Questo io già lo faccio, se non te ne sei accorto, e purtroppo lo fai anche
tu,” ribattè Draco.
“Sì, è vero, ma... Perché devi vedere sempre il lato negativo delle cose?”
“Io sono realista, non pessimista. Non c’è niente di eccitante nell’andare
in giro per questo castello indisturbati, è quasi peggio del solito.”
Harry si morse il labbro inferiore.
“Ok,” disse alla fine, “diciamo che non ci sono lati positivi nel rimanere
qui tutte le vacanze. Però come dicevi tu potremo scopare ogni volta che
vorremo senza scocciature.”
Draco lo guardò divertito.
“Potty, guarda, non vedevo l’ora! Mi stavo proprio chiedendo quando avrei
potuto stare tutto il giorno a letto con te!”
Harry sbuffò e Draco ridacchiò.
“E chi ti dice che io ci abbia preso gusto a venire a letto con te? Non è
che tu sia questo grande amatore…” disse acido Harry, rendendosi conto solo
troppo tardi della sua sfrontatezza.
Guardò preoccupato Draco, aspettandosi una fiammata d’odio, invece nei suoi
occhi trovò una luce divertita.
“Mi stai istigando, Potty?” disse con voce profonda e maliziosa.
Harry sentì un brivido scendergli lungo la spina dorsale, ma finse
innocenza.
“No. Sto solo dicendo quello che penso.” Harry riflettè un attimo e aggiunse
con un sorrisino furbo “Sono realista.”
Draco gli sferrò un calcio, ma senza troppa convinzione, poi dopo un secondo
corrugò la fronte e chiese, come se fosse seriamente preoccupato “Stai
scherzando, vero? Cioè, stai cercando di dirmi che sono una sega a letto?”
Harry si guardò le mani, poi sollevò gli occhi al soffitto, fintamente
pensoso.
“No… Non metto in dubbio che tu a letto possa essere un drago.” Harry
scoppiò a ridere alla sua battuta, ma si ricompose subito e continuò “Solo
che finora non ti sei impegnato molto, almeno con me.”
Draco scosse la testa.
“Tu vuoi morire…” mormorò tra sé e sé.
Harry non vide Draco muoversi; lo Slytherin fu troppo veloce. Il ragazzo
moro stava ancora cercando di trovare una bella risposta provocatoria quando
il compagno lo afferrò per il colletto della camicia e lo attirò a sé con
forza, baciandolo intensamente sulle labbra. Harry non reagì subito per la
sorpresa, ma appena si riebbe iniziò ad avere parte attiva in quel contatto
appassionato. Draco lo stava baciando in maniera ancora diversa dal solito:
era simile ai baci lenti e profondi che si erano scambiati poco prima, ma
questo era molto più coinvolgente ed eccitante. Harry sentiva la lingua di
Draco ovunque nella sua bocca; la sentiva attorno alla sua, sui denti, e su
fino a solleticargli il palato. Il biondo aveva attaccato con tenacia le sue
labbra e continuava a succhiarle e a rilasciarle. Quando allontanò per un
secondo il viso da quello di Harry, quest’ultimo si sentì le labbra gonfie e
la testa che gli girava. Probabilmente nella foga del bacio si era
dimenticato di respirare e ora il suo cervello ne lamentava le conseguenze.
Draco osservò per un secondo l’espressione sognante di Harry e sogghignò
soddisfatto, poi riprese a baciarlo con la medesima intensità, sdraiandosi
al contempo e costringendo il Gryffindor a fare lo stesso su di lui. Le sue
mani scesero ad infilarsi sotto la camicia del compagno, accarezzandogli la
parte più bassa della schiena e spingendosi con le dita sotto i pantaloni e
l’elastico delle mutande. Percepì subito la rinnovata eccitazione dell’altro
e non si stupì; nelle sue mani sembrava essere un animale da riproduzione
per quanto era sempre pronto a farlo.
Harry spinse il bacino contro l’inguine di Draco, sospirando. Era già
eccitato di nuovo, ma non era una reazione controllabile; il suo corpo
faceva tutto di testa sua quando si trovava accanto a Malfoy. Troppo presto
la testa prese a girargli nuovamente, tanto da farlo sentire impacciato nei
movimenti. Draco doveva essersene accorto perché si girò invertendo i loro
posti e gli liberò le labbra, lasciandogli riprendere fiato.
“Cazzo, quanto rompono…” mormorò Draco afferrando gli occhiali di Harry e
buttandoli sul comodino.
Harry sospirò dispiaciuto, perché ora non sarebbe più stato in grado di
godersi i particolari del corpo del suo amante. La sensazione di amarezza
scomparve subito però, perché la bocca di Draco scese sul suo collo,
baciandolo e mordicchiandolo per poi fermarsi a succhiare intensamente il
punto in cui esso incontrava la spalla. Harry sospirò profondamente, scosso
da un forte brivido, e si aggrappò alle spalle di Draco. Le mani dello
Slytherin scesero ad afferrare l’estremità inferiore del maglione che stava
indossando e la sua bocca interruppe la dolce tortura a cui stava
sottoponendo il collo di Harry per toglierglielo. Buttato il capo per terra,
tornò a baciarlo sulle labbra con passione, mentre le sue mani si
indaffaravano a slacciare i bottoni della camicia del compagno. Una volta
che ebbe finito si alzò mettendosi in ginocchio e lo tirò a sedere per
togliergliela e gettarla sul pavimento. Con mani abili slacciò anche il nodo
già lento della cravatta rossa e dorata per farle fare la stessa fine.
Harry era completamente in balia dei gesti di Draco, travolto dalla passione
e dalle attenzioni che il ragazzo gli stava dedicando. Si rese conto solo in
quel momento che non era minimamente abituato a ricevere un tale
trattamento. Fino a quel momento Draco l’aveva, si poteva dire, usato per il
proprio piacere e se la cosa non gli aveva dato più di tanto fastidio,
perché coincideva anche col suo, non lo aveva neanche riempito delle
sensazioni fantastiche che ora lo attraversavano. Si sentiva già
pericolosamente vicino al limite e aveva ancora addosso i pantaloni. In più
sentiva il sesso di Draco, anche se non particolarmente eccitato, premere
contro la sua coscia e smaniava per un maggior contatto con la sua pelle
calda.
Alla cieca mosse le mani sulla schiena del ragazzo biondo, che intanto aveva
ricominciando a baciargli il collo, e afferrò la maglia che aveva indossato
appena entrato, cercando di tirargliela via. Draco smise si baciarlo e lo
fermò, causando in mugolio di frustrazione.
“Quanto ci vedi, Potty, senza occhiali?” chiese Draco con tono casuale,
lasciandogli una scia di bacetti leggeri sulla gola e il petto.
“Niente!” esclamò Harry, ancora più frustrato. “Infatti,” continuò
ansimando, “di solito…vado…a tentoni…”
Draco fece vibrare le corde vocali in maniera soddisfatta, facendo partire
un’infinità di piccole scosse dal punto in cui poggiavano le sue labbra,
disperdendosi per ogni parte del corpo di Harry. Lo Slytherin gli lasciò le
mani e Harry subito strattonò la maglia che ancora stringeva,
togliendogliela non senza qualche difficoltà. Appoggiò le mani sul petto di
Draco e si concentrò sulla sua pelle morbida e calda, che al tatto sembrava
incredibilmente delicata.
Draco riprese a baciarlo, salendo con le labbra ad esplorare la zona dietro
all’orecchio, e Harry fece scivolare le mani sulla sua schiena e più giù,
scoprendo che l’asciugamano che prima lo copriva era scivolato via. Le sue
mani accarezzarono quindi i glutei dello Slytherin, che si lasciò sfuggire
un mugolio di piacere. L’erezione di Draco si mosse contro la sua gamba e
Harry sentì la propria gonfiarsi ancora di più. Ora aveva la certezza che
sarebbe bastata una carezza del compagno a farlo scoppiare.
Cercando di comunicarlo a Draco gemette in un sospiro lamentoso “Draco…”
Il biondo scese velocemente con una mano a slacciargli i pantaloni, per poi
infilarla nelle mutande e afferrarlo. Tanto bastò a Harry per farlo
esplodere. Draco attese che gli spasmi si calmassero, poi tolse la mano da
dove ancora poggiava e, gettando un’occhiata dietro di sé, andò ad afferrare
l’asciugamano che giaceva dimenticato sul letto e vi si pulì, facendo lo
stesso alla bell’e meglio anche col compagno.
Harry avrebbe voluto morire. Era successo tutto troppo in fretta, non aveva
saputo trattenersi per nulla e ora sicuramente Draco l’avrebbe cacciato via
disgustato. Inoltre cominciava ad avere freddo nonostante il caminetto
scoppiettante e sentiva la pelle d’oca nascergli sulle braccia.
Sentì Draco scostarsi e si disse che era davvero finita.
Chiudendo gli occhi mormorò “Draco… Mi spiace… Era troppo-”
Si interruppe improvvisamente sentendo le mani dello Slytherin trafficare
coi suoi pantaloni e sfilarglieli insieme alle mutande, lasciandolo nudo se
non per i calzini, che Harry si affrettò a scalciare via.
“Zitto che mi passa la voglia,” gli intimò Draco con un’occhiataccia seria,
ma poi le labbra gli si distesero in un ghigno malizioso. “Non avresti
dovuto sfidarmi, Potty. Se sopravviverai alla notte ti prometto che domani
non riuscirai a camminare…” La sua voce era calda e sensuale, e solo per
questo Harry non prese sul serio le minacce.
Senza aspettare ulteriori incitamenti Harry si riavvicinò a Draco e
timidamente allungò una mano a toccargli la coscia. Era piuttosto fredda.
“Non credi sia il caso di metterci sotto le coperte? Comincia a far freddo…”
Draco espirò scocciato.
“Guarda, solo perché effettivamente le tue mani gelide me lo fanno
ammosciare,” mormorò e velocemente si infilò sotto le coperte.
Harry lo seguì esitante. Le coperte si scaldarono subito grazie
all’eccitazione che dopotutto non sembrava averli abbandonati. Harry fece
appena in tempo ad avvicinare le sue labbra a quelle di Draco che il ragazzo
biondo le prese voracemente fra le sue, succhiandole e accarezzandole con la
lingua. Il moro ci mise qualche minuto ad ingranare nuovamente, ma il
respiro caldo di Draco e il tocco della sua lingua morbida lo rieccittarono
subito. Harry si compiacque di se stesso. Era vero che non durava niente, ma
era anche vero che ci metteva poco a tornare in forma.
Draco aveva di nuovo spostato la sua attenzione sul suo collo e ora gli
stava mordicchiando il lobo dell’orecchio. Sentendo Harry sospirare
ridacchiò sommessamente.
“Chi l’avrebbe mai detto, Potty,” gli sussurrò nell’orecchio, un sospiro
caldo che fece tremare il ragazzo moro, “che un giorno mi sarei trovato a
letto, nel MIO letto, sotto le MIE coperte con te? Io no di certo…”
Sugellò queste ultime parole passando voluttuosamente l’intera lingua
sull’orecchio di Harry, che ancora una volta sospirò.
Draco si mosse più in basso a baciargli il petto e Harry sentì la sua
erezione distintamente contro una gamba. Era una sensazione strana, perché
non avrebbe mai immaginato potesse essere tanto eccitante. Ad un tratto
sentì la mano di Draco scendere più un basso ad accarezzarlo. Stordito
dall’eccitazione si chiese quanto sarebbe potuto andare avanti prima di
ripetere la brutta figura. Distrattamente percepì i capelli biondi di Draco
solleticargli il petto e la pancia, mentre scendeva a baciarlo sempre più
giù.
Poi Draco si fermò. Strusciò più volte le labbra sul ventre di Harry e gli
posò un bacio piuttosto tenero appena sotto l’ombelico. Quando parlò, senza
allontanare il viso dalla pelle del Gryffindor, Harry percepì le sue labbra
formulare ogni singola parola quasi fossero carezze, accompagnate dai soliti
brividi.
“Fammi indovinare… Non ti hanno mai fatto un pompino, vero?” sussurrò Draco.
Per quanto avesse usato le solite parole sprezzanti il tono era sensuale e
malizioso.
La sola idea travolse Harry come una saetta. Nonostante gli spostamenti di
Draco, non avrebbe mai osato sperare che decidesse di fargli qualcosa del
genere. Adesso sì che si sentiva praticamente al limite di nuovo. In
risposta alla domanda si limitò ad emettere un gemito di assenso.
Draco sogghignò.
“Come pensavo,” continuò a sussurrare, prendendosi il tempo, prima di
continuare, per dargli un leggero morso su di un fianco. “Ti piacerebbe
sapere cosa si prova?” chiese poi, chiaramente in modo retorico.
Harry emise un lamento quasi di dolore.
“Forse non dovrei, però, potresti prenderci gusto davvero… Il solo fatto che
tu mi abbia insultato dicendomi che sono uno scadente amatore non giustifica
un tale privilegio…” sussurrò sornione Draco, sentendo quanto fosse eccitato
il compagno.
“Draco… Sì…” implorò in un gemito il Gryffindor.
“Sì? Sì cosa?” lo torturò lo Slytherin.
In realtà anche Draco era un po’ teso per la situazione. Doveva ammetterlo,
questo era un campo in cui poteva vantare un’incredibile esperienza da
attivo, ma ben poca da passivo. Era un atto piuttosto umiliante, che si
addiceva decisamente di più a tutti quelli che finivano adoranti dal suo
seguito al suo letto, e solo in un paio di occasioni che non gli andava
neanche di riportare alla memoria si era lasciato tentare dalla curiosità e
dalla necessità di far esperienza per non far brutta figura. Insomma, era
una pratica che non lo entusiasmava mettere in atto su altri; tuttavia in
quel momento cadeva proprio a pennello, era un punto in più da segnare per
far impazzire Potter e incredibilmente ora che lo stava prendendo un po’ in
giro si stava pure divertendo un mondo.
“Non vorrai che scenda di più…così…” persistette a sussurrare quindi,
scendendo col viso un po’ più in basso sull’inguine di Harry.
“Sì!...” ansimò il Gryffindor stringendo gli occhi per cercare di calmarsi.
“Qual è secondo te il momento più eccitante?” continuò il suo giochino
Draco. “Quando sai ciò che succederà e aspetti che mi decida a scendere di
più, o quando” e scese ancora di più, arrivando all’altezza della sua
erezione ed evitando con cura anche solo di sfiorarla, “puoi finalmente
sentire il mio alito caldo su di te?” ed espirò dal profondo in un unico
atto interminabile, facendo sì che Harry provasse esattamente la sensazione
che aveva appena descritto. “Dimmi, Potty, quale delle due preferisci?” gli
chiese per tenerlo ancora sulle spine.
“Ti prego…” biascicò Harry incapace di trattenersi. “Fallo…”
“Ah-ah… Mai usare l’imperativo con me. Poi mi passa l’ispirazione e ti
sbatto fuori in corridoio tutto solo…”
“No! No!” esclamò Harry. “Ti prego, Draco… Non ce la faccio più…”
“Prima regola:” sussurrò Draco con tono suadente e carico di sensualità, “io
non ingoio. Se osi venirmi in bocca te lo stacco con un morso netto. Regola
numero due: non osare mai dirmi cosa devo fare o ti mollo qui all’istante; a
maggior ragione evita di toccarmi per costringermi a seguire i tuoi ritmi. È
tutto chiaro?” concluse usando quella voce profonda e roca a cui non si
poteva dire di no.
Harry non era in condizioni di rifiutare imposizioni e limitazioni.
“Sì, tutto quello che vuoi!” esclamò impaziente. “Draco…” aggiunse poi in
tono implorante.
Draco afferrò il membro durissimo di Harry e mosse la mano lentamente ad
accarezzarlo una volta, facendolo gemere e ansimare contemporaneamente, poi
avvicinò la lingua alla punta e ve la passò lievemente, sfiorandolo appena.
Harry inspirò di botto, trattenendo poi il respiro, incapace di rilassarsi.
Un’ondata di piacere sconvolgente lo travolse, sebbene sapesse che era
dovuta praticamente solo all’aspettativa, perché ancora Draco non aveva
fatto niente.
Lo Slytherin attese che si calmasse leggermente, per scongiurare il pericolo
di farlo venire subito e sulla sua faccia, poi con un movimento fluido
avvicinò di nuovo la bocca alla punta prendendola in bocca e succhiandola
per un secondo, quasi ad assaporarla, ma tirandosi indietro nuovamente.
Osservò Harry tendersi inarcando la schiena e si chiese se sarebbe dopotutto
riuscito a fargli qualcosa, perché di questo passo non sarebbe arrivato a
leccarglielo una quarta volta.
“Se non ti calmi un po’ non ce la faremo mai…” gli sibilò, quasi
infastidito, ma con un tono suo malgrado carico di desiderio.
“Pensi…che lo stia…facendo…apposta?” gli rispose Harry ansimando
pesantemente, ma stringendo gli occhi e cercando di concentrarsi sulla sua
respirazione.
Effettivamente sentiva di stare esagerando. La sua reazione era eccessiva
persino per la situazione in cui si trovava, cioè nel bel mezzo del suo
primo pompino ad opera niente meno che di Draco. Eppure non riusciva in
alcun modo a contenersi. Aveva notato quanto la cosa piacesse allo
Slytherin, ma non avrebbe mai pensato potesse dare sensazioni tanto
coinvolgenti.
Draco attese qualche secondo, finchè lo vide calmarsi nuovamente quanto
bastava per avvicinare la bocca una terza volta e far scivolare l’erezione
di Harry tra le sue labbra guidandola con la mano che ancora la stringeva,
praticare una leggera suzione e rilasciarla. Anche stavolta ebbe risultati
insperati. Harry afferrò con forza le lenzuola sotto di sé ed emise un alto
gemito. Draco lo guardò e concluse che di questo passo non sarebbero
riusciti a combinare niente. Il Gryffindor aveva un problema di durata e
ormai tanto valeva soddisfarlo per la seconda volta e accingersi poi con più
calma alla terza e, sperava, ultima. Invece di attendere che riacquistasse
un minimo di controllo mosse la mano rapidamente tre volte e Harry lanciò un
urlo mezzo trattenuto, venendo nella sua mano.
Passarono due secondi netti di silenzio prima che un Harry ancora ansimante
lo rompesse.
“Cazzo!” esclamò, battendo debolmente il palmo della mano sul letto.
“Se permetti,” disse Draco con noncuranza, cercando di ripulire le lenzuola,
il Gryffindor e la sua mano con il solito asciugamano il più in fretta e
accuratamente possibile per evitare di ritrovarsi il mattino seguente
appiccicaticcio e col lenzuolo tatuato addosso, “lo dovrei dire io, cazzo.
Ma le seghe non te le sei mai fatte? L’eiaculazione precoce si cura con
l’esperienza, qui invece peggioriamo…”
Harry sospirò impotente. Non sapeva proprio come giustificarsi anche perché
di scuse non ce n’erano. Draco gli piaceva troppo, punto.
“Sai, normalmente per una cosa del genere ti avrei già sbattuto fuori dalla
stanza con un paio di ustioni-ricordo. Ma tu mi hai sfidato e quando vengo
messo alla prova non mi tiro mai indietro.” Draco fece un ghigno malefico.
“Fai che ti torni duro in fretta…” gli mormorò e con un gesto repentino
portò una mano al suo inguine, stringendogli leggermente i testicoli.
Harry esclamò di dolore.
“Ah! Ma sei pazzo?” gli disse respirando a fatica.
Draco fece la sua solita faccia di sufficienza.
“Era solo per ricordarti con chi hai a che fare. Per non farti rilassare
troppo…” bofonchiò, poi si stese di fianco a Harry poggiando la testa sul
cuscino e fissando il soffitto.
Il Gryffindor lanciò un’occhiata furtiva verso il basso ventre del compagno
e vide che si era notevolmente tranquillizzato. Non c’era da stupirsi, a
quest’ora se no si sarebbe già preso le proprie soddisfazioni, conoscendolo.
Tuttavia, per quanto breve, ciò che gli aveva fatto Draco gli era piaciuto
così tanto che sentiva il bisogno di ricambiare per la seconda volta quella
notte. In fondo ci stava prendendo gusto a fargli certe cose…
Avendo riacquistato un po’ di tranquillità a sua volta, si voltò su di un
lato, così da avere Draco di fronte, e si sporse in avanti, baciandolo sulle
labbra. Il compagno rispose subito e Harry passò la lingua sulle sue labbra,
assaporandole e tastando quanto fossero vellutate. Draco acchiappò la sua
lingua tra le labbra, succhiandola, e Harry lasciò che scivolasse più a
fondo nella bocca dello Slytherin, dandogli un bacio profondo e appassionato
che accelerò il respiro di entrambi.
Harry si staccò dalla bocca del compagno e scese a baciargli il collo
proprio come prima l’altro aveva fatto con lui. Cercò di imitare i suoi
movimenti, concentrandosi in particolare sui punti che a lui avevano dato
maggior piacere. Gli succhiò il lobo dell’orecchio, scese a mordicchiargli
il collo e si fermò nell’incavo della spalla per succhiare la sua pelle
profumata.
“Non mi lasciare segni,” lo avvertì Draco in un sospiro.
Le attenzioni di Harry sembravano avere effetto su di lui. Il Gryffidor alzò
la testa un po’ per controllare di non aver lasciato tracce e per spostarsi
a morderlo leggermente più in direzione della spalla. Draco alzò una mano e
gliela posò sui capelli, stringendo piano. Con la cosa dell’occhio notò che
aveva un segno rosso sul polso, come un graffio profondo ma di forma
vagamente tondeggiante. Non riusciva a distinguere bene di cosa si trattasse
perché senza occhiali non era riuscito a metterlo a fuoco.
“Cos’hai fatto al polso?” gli chiese, allungando una mano per accarezzare il
punto in questione.
Draco afferrò la mano al volo.
“Niente. È un graffio, me lo sono fatto durante gli allenamenti di
Quidditch,” disse in fretta e con la mano libera lo afferrò per la nuca,
avvicinandolo alle proprie labbra per baciarlo con trasporto.
Harry gemette debolmente per la passione dimostratagli dal compagno, ma si
staccò da quel bacio e sorridendo scese di nuovo a baciargli la spalla.
Morse leggermente la pelle delicata di Draco, passandovi la lingua quasi ad
assaggiarla e trovandola inebriante. Il profumo di Draco era fantastico,
mischiato al sapone l’odore della sua pelle risaltava magnificamente. Non
aveva mai sentito niente di più eccitante.
Scese con la bocca sul petto di Draco, baciandogli la clavicola e gustandosi
ogni sospiro che riusciva a rubargli. Arrivato all’altezza dell’incavo alla
base della gola, lo baciò e vi passò la lingua più volte, poi scese più giù,
accarezzando con la mano il lato del petto. Quando la sua mano incontrò un
capezzolo vi passò i polpastrelli, facendolo inturgidire ulteriormente.
Draco gemette, ma quando insistette gli scostò la mano.
“No... Mi dà fastidio,” sibilò Draco a denti stretti ma sospirando
nonostante tutto.
Harry soppesò la nuova scoperta, ripromettendosi di tenerla a mente per il
futuro, e scese con la bocca a baciargli la sottile striscia di peletti
biondi che dall’ombelico formavano un sentiero fino all’inguine del
compagno. Esitò un attimo, poi spostò la bocca su di un fianco di Draco e lo
morse non proprio dolcemente, come prima aveva fatto con lui.
“Ah! Che cazzo…” esclamò il ragazzo biondo, ma contemporaneamente si mise a
ridere.
In fondo questo nuovo Potter un po’ più sveglio e un po’ più ardito non gli
dispiaceva; anzi, dimostrava carattere.
Anche Harry si mise a ridere, mentre ritornava a dare attenzioni al basso
ventre di Draco. Scese con il viso a strofinare una guancia contro la sua
coscia; intanto con la mano arrivò ad accarezzare il membro del compagno,
facendolo indurire quasi subito. Non che ci volesse molto: Draco era ancora
in debito di sollievo da prima e non aspettava altro che essere stimolato.
Continuando a muovere la mano avvicinò il viso ai suoi testicoli,
leccandoli, e strofinò il naso contro la parte inferiore dell’erezione, che
ora era notevolmente cresciuta. Le sue labbra trovarono subito la punta e la
succhiò avidamente, facendo gemere Draco. Intuiva che stavolta non avrebbe
portato a termine l’atto, che Draco avrebbe voluto terminare in altro modo,
ma visti i risultati positivi ottenuti l’ultima volta che l’avevano fatto
voleva fare del suo meglio e in fretta.
Harry spinse la testa più giù, facendo scorrere l’eccitazione di Malfoy fra
le sue labbra e sulla sua lingua, tirando poi su la testa con un altro
movimento fluido e lento. Draco sibilò ancora, ma di puro piacere, e Harry
ripetè il movimento sforzandosi di farlo entrare il più possibile in
profondità nella sua bocca. Sentì il sapore di Draco sulla lingua, segno che
il compagno era ben più che eccitato, ma contemporaneamente una mano scese
ad afferrarlo per i capelli e gli alzò il viso.
“No… Non te la caverai così in fretta…” ansimò Draco in tono scherzoso,
tirandolo sempre per i capelli finchè le sue labbra non furono a portata di
bacio, cosa che fece immediatamente e appassionatamente.
Perso nel conturbante incontro delle loro lingue, Harry lasciò che il
compagno lo girasse sulla schiena, mettendosi sopra di lui. Il solo tocco
dell’erezione umida di Draco sul suo membro gli mandò una scossa di piacere
su per la schiena e lentamente il suo corpo cominciò a rispondere al
contatto col compagno.
Draco fece affondare una gamba tra quelle di Harry e si strofinò contro di
lui, muovendo il bacino in moti circolari lenti ma decisi. Harry sospirò un
paio di volte, ma l’attenzione di Draco era tutta sui movimenti che sentiva
nelle sue parti basse. Voleva che quell’imbranato si eccitasse di nuovo e
potentemente prima di procedere con i suoi lussuriosi propositi. Prendersi
la soddisfazione ora non avrebbe rispettato i termini della scommessa. Draco
sentiva di poterlo far venire senza neanche toccarlo stavolta. Sarebbe
bastato usare un po’ più di gentilezza e un certo tempismo. E poi c’era un
particolare che ancora non aveva messo in pratica… Eccitato dai suoi stessi
pensieri si spinse ancora con forza contro Harry, che aprì le gambe
facendolo sistemare più comodamente.
Draco si accomodò più su un lato, continuando a baciare Harry, e fece
scivolare una mano sulla sua pelle sudata, ma invece di farla terminare
sull’erezione nascente, scese lateralmente per evitarla ad accarezzargli i
testicoli con delicatezza, e poi più in basso, fino a spingersi tra le sue
natiche.
Harry sussultò, ansimante, e nel bel mezzo del bacio riuscì a biascicare un
sospirato “Draco…”
Lo Slytherin dovette interrompere il contatto con le sue labbra, perché
stava per scoppiare a ridere. Tutta questa sensibilità al suo tocco lo
divertiva almeno quanto lo eccitava. Aveva trovato dei lati positivi in
Potter, alla fine.
Ritrasse la mano e osservando il Gryffindor con un sorriso sincero, ben
sapendo che poteva vederlo solo confusamente, posò due dita sulle sue labbra
semiaperte, ordinando con un tono peraltro gentile “Succhia.”
Harry non se lo fece ripetere due volte; subito dischiuse maggiormente le
labbra e quando Draco vi fece scivolare le dita le risucchiò all’interno
della sua bocca, succhiandole avidamente. Draco gemette in approvazione. La
vista era provocante anche se si trattava solo di dita. Potter era proprio
bravo a succhiare. Lasciò che il Gryffindor passasse voluttuosamente la
lingua su e tra le sue dita più e più volte prima di estrarle dalla sua
bocca e di riavvicinarle al suo corpo. Con cautela appoggiò i polpastrelli
all’apertura e li strofinò, facendo gemere e sospirare Harry ripetutamente.
Lentamente cominciò a premere, finchè le sue dita umide affondarono di un
paio di centimetri nel corpo del compagno.
Harry gemette di piacere con più forza e aprì di più le gambe, dando spazio
a Draco di agire. Tuttavia lo Slytherin sentiva chiaramente i suoi muscoli
tesi, e aspettò che si rilassasse un po’ prima di estrarre quasi totalmente
le dita per poi rispingerle dentro di lui, affondando di un altro
centimentro. Prese a muoverle così, lentamente, preparandolo pazientemente a
ciò che lo attendeva. Ogni suo movimento causava un gemito o un mugolio di
piacere nell’altro, insieme a un senso di impazienza e di frustrazione.
Quando gli sembrò pronto aggiunse un terzo dito, che fu accolto da Harry con
una spinta verso il basso dei fianchi che fece subito affondare le dita di
Draco in profondità.
“Draco… Di più…” sospirò dopo un po’ Harry, stringendo gli occhi per
l’eccitazione, che ormai era tornata a possederlo. “Te…”
Lo Slytherin adorava sentire la gente chiedere, pregare, implorare. A letto
soprattutto, e da Potter sopra ad ogni cosa.
Avvicinò le labbra all’orecchio di Harry e vi sussurrò con voce calda e
sensuale “Mi vuoi, Potty?”
Harry sospirò, annuendo affannosamente.
Draco continuò.
“Vuoi sentirmi dentro di te, muovermi sempre più in profondità?” sussurrò,
muovendo le dita in modo deciso fino in profondità.
A Harry sfuggì un singhiozzo di frustrazione. Ancora annuì.
“Vuoi sentirmi venire dentro di te?” disse ancora, la voce che quasi gli
tremava per la sua stessa eccitazione.
Si stava facendo girare la testa da solo. Si accorse che inavvertitamente
stava accompagnando ogni movimento delle sue dita con una spinta contro la
coscia di Harry. Cercando di controllarsi, mosse le dita dentro al corpo del
compagno, cercando qualcosa che sapeva doveva essere lì vicino… Ricordava i
gemiti che gli aveva regalato la seconda volta che l’avevano fatto…
All’improvviso a Harry si bloccò il respiro e inarcò la schiena con un
gemito strozzato. Draco seppe di aver trovato ciò che cercava. Sogghignando,
ripetè il movimento delle sue dita, andando nuovamente a sfiorare il punto
che stava dando tanto piacere al compagno.
Harry sembrava quasi soffrire da quanto stava stringendo gli occhi, travolto
da una serie di incredibili scosse di una sensazione molto simile al
piacere. Non sapeva cosa Draco gli stesse facendo, ma era incontenibile.
Con una mano afferrò il braccio dello Slytherin e mormorò in modo a malapena
udibile “Ti prego…”
Draco, soddisfatto, estrasse velocemente le dita dal corpo di Harry e portò
la mano al proprio membro, accarezzandolo velocemente una paio di volte, poi
si posizionò meglio tra le gambe del compagno, facendo scivolare le mani
sotto i suoi glutei e attirandolo di più contro di sé. Trovata la posizione
migliore, si spinse dentro a Harry con un mugolio di piacere che si confuse
al sibilo del ragazzo moro, che esprimeva dolore ma anche una qualche
soddisfazione.
Harry, infatti, non ci fece neanche tanto caso al momento di dolore della
penetrazione, perché lo desiderava talmente tanto che sentire Draco dentro
di sé lo avrebbe ripagato di qualsiasi sofferenza. Inoltre, stavolta gli
aveva fatto decisamente meno male, meno dell’ultima volta, e non sapeva se
attribuire tutto il merito alle tecniche di preparazione che stavano
sperimentando o al fatto che il suo corpo si stesse lentamente abituando a
quelle intrusioni. Non che la cosa gli interessasse poi tanto; l’importante
era che funzionasse e stava andando da dio. Con un respiro profondo rilassò
i muscoli, permettendo a Draco di penetrare più in profondità con un’altra
spinta, e di sprofondare completamente dentro di lui con una terza.
Lo Slytherin gemette e rimase immobile dentro di lui per un paio di secondi,
godendosi le sensazioni che il corpo sotto di lui gli scatenava. Con gli
occhi chiusi cercò le labbra del compagno, che lo baciò con passione,
comunicandogli il suo bisogno di muoversi. Draco riprese allora a spingersi
dentro e fuori da Harry lentamente, soffocando i suoi sospiri in lunghi,
intensi baci. Aiutandosi con le mani, si spinse più in fondo che poté,
facendo inarcare la schiena al compagno, che puntò i piedi sul letto per
potersi spingere a sua volta contro Draco.
Harry ebbe la netta sensazione che Draco avesse sfiorato nuovamente quel
punto dentro di lui che gli aveva dato tanto piacere prima, anche se non
poteva esserne sicuro, sconvolto com’era dalle troppe sollecitazioni. Alzò
il bacino, andando incontro alla sua spinta successiva e, quando lo
Slytherin si spinse nuovamente in profondità, Harry credette di morire. Si
sentì sciogliere dall’interno, non sapeva come fosse possibile, ma era già
sul punto di venire. Aggrappandosi disperatamente alla schiena di Draco, lo
attirò contro di sé il più possibile.
“Più veloce, Draco… Più veloce…” sussurrò, la voce spezzata dal piacere.
Draco non aspettava altro. Anche lui era al limite, e già da un po’, quindi
non vedeva l’ora di potersi liberare. Iniziò a muoversi più velocemente,
spingendosi a fondo con sempre maggior forza, sentendo Harry sotto di lui
muoversi sempre più freneticamente. Ad un tratto i suoi fianchi presero vita
e si ritrovò aggrappato al corpo del Gryffindor, completamente dentro di
lui, scosso da potenti scariche di piacere. Percepì come in lontananza Harry
gemere “Draco!” e la sua mente, per quanto poco lucida al momento, si
congratulò con lui per essere riuscito a fargli raggiungere l’orgasmo senza
toccarlo come si era ripromesso. Ansimante, si accasciò sul corpo sudato e
tremante sotto di lui, nascondendo il viso nell’incavo della spalla di Harry
per riprendere fiato.
Harry era sicuro ora di essere morto e di essere in paradiso. Non aveva mai
provato niente di così intenso, neanche le altre volte che l’avevano fatto,
e non poteva credere che quello che lo stava stringendo fosse il Draco che
qualche settimana prima l’aveva insultato con tanto disprezzo, per non
parlare del rapporto che avevano fino all’anno precedente. Davvero gli aveva
provato di essere un gran amatore all’occorrenza, bisognava solo saperlo
prendere e stimolare nel modo migliore. Harry si sentiva il cuore in gola e
la testa che gli girava all’impazzata. Cercò di concentrarsi sulla
respirazione per calmarsi, ma il calore del corpo di Draco era troppo
intenso, così si limitò a starsene sdraiato sotto di lui e ad abbracciarlo,
ansimando pesantemente.
Draco, tornando lentamente alla realtà, si rese conto della sostanza che gli
stava colando dalla pancia e fece un verso schifato. Era troppo debole per
alzarsi, ma non poteva starsene lì ad aspettare che lui e Potter
diventassero una cosa sola. Con uno sforzo di volontà e un grugnito si
rotolò su un lato, sdraiandosi a pancia in su di fianco a Harry, coprendosi
gli occhi con un braccio e respirando profondamente. Sentì il Gryffindor
muoversi e qualche secondo dopo percepì il suo tocco gentile mentre lo
ripuliva. Draco sorrise, contento di non aver dovuto fare quella fatica, e
sospirò pienamente soddisfatto. Harry si stava ancora muovendo,
probabilmente pulendosi lui stesso e cercando di rimediare allo stato delle
lenzuola pur nel suo stato di cecità. Dopo qualche secondo lo sentì
ridacchiare sommessamente. Draco aprì un occhio e girò un po’ la testa,
guardandolo incuriosito.
“Che hai? Il tuo sangue ha disertato per troppo tempo il cervello?” mormorò
stancamente.
Harry si distese, continuando a ridere e scosse la testa.
“No,” rispose alla fine. Fece un respiro profondo e aggiunse “Certo che tu
quando fai una promessa la mantieni…”
Draco fece una smorfia disgustata.
“Certo, Potty, cosa credevi? Sono un uomo di parola, io…” disse serio, non
riuscendo tuttavia a trattenere un sorriso.
Sentì il respiro di Harry al suo fianco regolarizzarsi fino a che si ridusse
a un soffio leggero.
“Sarebbe il caso che tu tornassi a dormire nel tuo letto, no?” gli mormorò
senza troppa convinzione.
In fondo Harry era caldo e comunque non avrebbe avuto né la forza né la
voglia di alzarsi e sbatterlo fuori.
“Sì…” udì l’altro sussurrare appena. “Un attimo e me ne vado…”
Draco fece una faccia poco convinta, ma chiuse gli occhi e quasi all’istante
si addormentò.


Harry si svegliò e, mano a mano che tornava allo stato cosciente, si accorse
di due voci provenienti dall’ingresso della stanza. Due persone stavano
evidentemente discutendo a voce alta, sebbene cercassero di tenere contenuti
i toni. Nell’annebbiamento del momento Harry non diede loro molto peso e
cercò con la mano il corpo caldo del ragazzo accanto al quale ad un certo
punto della notte doveva essersi rannicchiato, ma al suo posto trovò solo
lenzuola vuote e ancora tiepide. Infastidito dalla scoperta cercò di
concentrarsi sulle due voci che ancora stavano litigando. Una delle due era
inconfondibilmente quella di Draco, nonostante fosse roca per il sonno e
alterata, mentre l’altra era stridula e vagamente isterica,
inequivocabilmente femminile. Probabilmente si trattava di Pansy. Chi altri
avrebbe avuto il coraggio di presentarsi alla porta di Malfoy in piena notte
per fargli una scenata? Perché era proprio quello che sembrava essere
intenta a fare.
Ad un tratto la mente di Harry elaborò i pezzi mettendoli in ordine in un
intricato puzzle. Si trovava ancora nel letto di Draco, nudo, e sulla porta
c’era Pansy. La situazione era pericolosa, la ragazza avrebbe potuto vederlo
e allora sarebbero stati entrambi nei guai. Harry non poteva permettere che
accadesse, quindi per prima cosa doveva evitare di muoversi troppo o si
sarebbe fatto scoprire. Ciò implicava però non poter prendere i suoi
occhiali, che purtroppo erano da qualche parte sul comodino, e perdersi lo
spettacolo. Si sentiva estremamente curioso di sapere cosa avesse scatenato
la discussione. Con cautela aprì gli occhi e osservò la porta. Nell’entrata
stava qualcuno, la ragazza, coi capelli neri; Pansy davvero quindi. Draco
era in piedi davanti a lei e, se i suoi occhi miopi non lo ingannavano, era
completamente nudo. Una punta di gelosia si infilò tra i pensieri di Harry,
ma venne subito scartata; in quel momento c’era ben altro di cui
preoccuparsi. Harry tese le orecchie e cercò di capire cosa stavano dicendo.
“Chi c’è?” stava chiedendo Pansy.
“Nessuno,” fu la laconica risposta di Draco.
“Non è vero! Fammi entrare!” insistette la ragazza.
“Non sono cazzi tuoi, Pansy,” la bloccò Draco.
“Lasciami passare, ho detto!” esclamò Pansy sull’orlo dell’isteria.
“Porca puttana! Te ne vuoi andare?” rispose Draco notevolmente adirato.
Il ragazzo biondo sembrò afferrarla per un braccio e spingerla fuori dalla
stanza poco delicatamente.
“Ahi! Ma sei pazzo?” gli urlò dietro.
“T’ho detto di levarti dai coglioni o no? Va’, lasciami dormire se no domani
giuro che te la faccio pagare.”
“Lo dirò al professor Snape!” lo minacciò Pansy.
“Cosa? Che sei una gran puttana ninfomane e sei sgattaiolata in camera mia
in piena notte per farti scopare?”
“Stronzo!”
“Scompari!” replicò Draco, chiudendo con decisione la porta alle sue spalle.
Lo Slytherin sbuffò e si passò una mano fra i capelli, mormorando qualcosa
che Harry non riuscì a sentire, ma che suonava un sacco come una ricercata
catena di parolacce. Vedendo che finalmente erano soli, Harry si mise a
sedere e allungò un braccio verso il comodino per cercare gli occhiali.
Draco, che si era voltato per tornare a letto, lo vide impegnato
nell’infruttuosa ricerca.
“Che cazzo fai tu?” gli chiese, il tono ancora irato ma in via di
sbollimento.
“Cercavo gli occhiali,” si scusò Harry, interrompendo la ricerca.
“E a che ti servono? Dormi se devi dormire, no?”
Harry si rimise sotto le coperte, contento che Draco non avesse deciso di
sbatterlo fuori dalla porta insieme a Pansy, e attese che l’altro tornasse a
letto. Quando si fu riinfilato sotto le coperte allungò timidamente una mano
e gliela appoggiò sul fianco. Sì, era decisamente nudo.
“Che cos’è successo?” chiese sottovoce, rannicchiandosi di lato.
Draco fece un verso sarcastico.
“C’è gente che non ha proprio un cazzo da fare la notte e viene a rovinarmi
il sonno,” ringhiò alla fine.
Harry stranamente non si sentì in pericolo nonostante il suo umore
dichiaratamente nero.
“Evidentemente cercava la morte. Devo ricordarmi di non disturbarti mai
mentre dormi…” disse con tono gioviale.
A Draco scappò un sorriso.
“Beh, avresti dovuto saperlo già da tempo che è la cosa che più mi fa
arrabbiare al mondo…” mormorò più tranquillamente.
Harry corrugò la fronte.
“E come avrei fatto a scoprirlo?”
Draco lo guardò stupito.
“Qual è il motto di Hogwarts?” gli chiese.
“Ehm… Quello scritto sotto lo stemma? Non me lo ricordo…” disse Harry
sentendosi incredibilmente colpevole per la sua ignoranza.
“Draco dormiens numquam titillandus,” enunciò Draco come se fosse scontato.
“Ah…” mormorò Harry, continuando a non capire.
“Ma tu lo sai il latino?” gli chiese impaziente lo Slytherin.
Harry scosse la testa e abbassò lo sguardo.
“Vuol dire “Draco non deve mai essere infastidito mentre dorme”,” sospirò il
ragazzo biondo. “Ma cosa studi tutto il giorno, che non sai nulla di nessuna
materia?”
Harry sbuffò e vide Draco sorridere di nuovo. Non poteva distinguere bene il
suo viso, ma era bellissimo quando sorrideva.
“E Draco vuol dire “drago”. Beh,” disse stendendosi e cercando di nuovo una
posizione comoda, “cerchiamo di non perdere altro tempo utile ad educare le
larve quando si può dormire.”
Harry lo osservò chiudere gli occhi e attese che il suo respiro diventasse
più regolare. Allora azzardò a passargli una mano tra i capelli leggermente,
tastandone la setosità, e il ragazzo disturbato nel sonno si agitò, per poi
voltarsi proprio verso Harry. Il Gryffindor sorrise e, dopo aver fissato
quel bel viso per un paio di minuti, sentì le palpebre farsi pesantissime;
allora si rimise comodo per dormire e, chiudendo gli occhi, sprofondò
nuovamente nel mondo dei sogni.


Harry si svegliò di nuovo e vide che Draco lo stava scuotendo.
“Potter, torna in te. Devi scomparire.”
Harry sbattè gli occhi e si guardò intorno. La stanza era leggermente più
illuminata, nonostante non ci fossero finestre. Rivolse di nuovo gli occhi
sul ragazzo che l’aveva svegliato e notò che si era già vestito.
Puntellandosi con le braccia si mise a sedere e si passò una mano sugli
occhi, poi allungò il braccio verso il comodino e con qualche difficoltà
ritrovò i suoi occhiali. Li inforcò e si guardò nuovamente attorno.
L’orologio appeso al muro segnava le sei. Harry ignorava come avesse fatto
Draco a svegliarsi a quell’ora, ma ne era felice; almeno avrebbe potuto
darsela a gambe prima del risveglio generale. Annuendo si stirò e si alzò,
cercando i suoi vestiti.
Draco si sedette sul letto, la schiena appoggiata alla testata, e lo osservò
impaziente.
“Senti, per tutta quella storia delle vacanze di Natale…” iniziò Harry,
mentre si abbottonava la camicia.
“Cosa?” chiese brusco Draco.
“Non penso di poter sostituire i divertimenti a cui sei abituato, ma per
quel che posso fare cercherò di tenerti occupato…”
Draco fece una faccia di sufficienza e Harry si chinò a raccogliere i
pantaloni.
“Troverò qualcosa da fare…” udì Draco borbottare.
Harry si infilò i pantaloni e lo guardò incerto.
“Che hai adesso?” gli chiese acido Draco.
Harry si rese conto che al mattino era di pessimo umore, il che poteva
essere dovuto in parte al fatto di aver dormito poco. Lui stesso aveva un
sonno incredibile.
“Credi che questa cosa… Io che vengo qui a… Credi possa succedere ancora?”
chiese timidamente.
“Se il destino ha deciso di accanirsi su di me, è probabile...” rispose
Draco sarcastico.
Harry deglutì.
“Beh, è che mi chiedevo… Io ho dovuto aspettare un sacco di tempo prima di
poter entrare e poi è pericoloso, potrebbero scoprirmi… Cioè, pensavo…”
“Mamma mia, Potty, mi stai facendo venire il mal di testa! È impossibile
starti dietro prima di colazione…” esclamò Draco.
Harry sospirò.
“Quello che sto cercando di dire è-”
“L’ho capito,” lo interruppe Draco. “Vuoi la password. La risposta è
assolutamente no. Non ci penso neanche, ti troverei qui dentro tutto il
tempo.”
Harry ci rimase piuttosto male.
“Io potrei dirti quella di Gryffindor,” provò ad aggiungere.
“E che me ne farei? Ho detto di no. Piuttosto me lo dici prima e ti vengo a
prendere. E poi chi ti dice che succederà ancora? Lo sto dando per scontato
anch’io, a sentir te.”
Harry si annodò in qualche modo la cravatta e cercò di dare una forma ai
suoi capelli.
“Non sprecare il tuo tempo, un giorno te li raserò a zero così risolviamo il
problema,” lo prese in giro Draco.
Harry era pronto e ormai non aveva più ragione di trattenersi.
“Sarà il caso che mi muova,” mormorò raccogliendo il mantello
dell’invisibilità e mettendoselo attorno alle spalle.
Draco osservò il suo corpo sparire sotto l’indumento magico. Quel mantello
gli piaceva non poco. Si alzò sorridendo e si avvicinò a Harry, prendendo il
tessuto invisibile tra le dita e sentendone la consistenza.
“Un giorno ti ucciderò e te lo fregherò,” mormorò sovrappensiero, poi alzò
un po’ lo sguardo e si rabbuiò. “Oh, per favore!” esclamò, afferrando con le
mani la cravatta di Harry e sciogliendo il nodo per rifarlo. “Fai pena, non
ti si può vedere in giro così…” Con mani agili gli annodò la cravatta
perfettamente e gliela infilò sotto il maglione. “Meglio,” concluse e si
allontanò di un paio di passi ad ammirare il suo lavoro.
Harry abbassò lo sguardo per vedere cos’aveva fatto e si meravigliò vedendo
la propria cravatta tanto ordinata. Non era mai riuscito ad annodarla con
tanta precisione. Con una mano la accarezzò, poi sorrise e alzò di nuovo lo
sguardo su Draco.
“Grazie,” sussurrò, “ora devo proprio andare.”
Così dicendo si alzò il cappuccio e scomparì completamente. Vide lo sguardo
di Malfoy farsi incerto e sospettoso, perché in quel momento non poteva
controllarlo, e un’idea maliziosa gli balzò in testa, facendolo sogghignare.
Avrebbe potuto nascondersi in camera sua e osservarlo senza che lui lo
sapesse. Tuttavia quello non era proprio il giorno adatto; aveva
seicentomila cose da fare ed era già piuttosto stanco. Con un ultimo sguardo
allo Slytherin si diresse verso la porta, la aprì uno spiraglio e sgusciò
fuori.


Harry si tolse il mantello appena fuori dalla sala comune Gryffindor e lo
arrotolò, dopodichè entrò. Sapeva che a quell’ora avrebbe potuto trovare
qualcuno già alzato, ed effettivamente così fu. Sulla poltrona accanto al
tavolino c’era Neville chino su un librone di Herbology e intento a prendere
appunti. Effettivamente era strano che di tutti i ragazzi della casa ci
fosse alzato proprio lui, ma l’aveva sentito parlare spesso a tavola del
terrificante test che avrebbe avuto nel giro di qualche giorno e sembrava
davvero terrorizzato. Essendo la sua materia forte, probabilmente, non
voleva prendere un brutto voto.
Quando Neville sentì il passaggio d’entrata alla sala comune aprirsi e i
passi si voltò a vedere chi ci fosse in giro a quell’ora, ma vedendo che si
trattava di Harry la sua espressione stupita si trasformò in rassegnata.
“Ah, sei tu, Harry…” sospirò stancamente.
Harry inarcò un sopracciglio.
“Beh, non ci mettere troppo entusiasmo!” esclamò, vagamente offeso dalla
reazione del compagno di casa.
“Scusa, è che non ce la faccio più. Con questo compito sto impazzendo, mi
sembra che ogni nuova informazione ne cancelli una vecchia,” si lamentò
Neville, nascondendo il viso tra le mani per la stanchezza.
Harry sorrise. Capiva bene cosa stesse passando l’amico, a lui capitava in
continuazione.
“Non riesco più neanche a dormire,” continuò Neville, e Harry si irrigidì.
Era piuttosto certo che tutti i suoi compagni stessero dormendo quando era
sgattaiolato fuori dalla camera quella notte.
“Oh…” esclamò sovrappensiero.
Neville alzò gli occhi e lo fissò. A quanto pareva non gli dispiaceva
prendersi una breve pausa dal suo delirante studio.
“Ti stai chiedendo se mi sono accorto che sei uscito anche stanotte?” chiese
infine il ragazzo.
Harry sussultò. Anche?
“Harry, ormai non ci faccio neanche più caso alle tue scappatelle notturne,
tanto non riuscirei a fermarti lo stesso,” aggiunse Neville scuotendo la
testa.
Harry a questo punto avrebbe riso, se non fosse stato per la punta di
preoccupazione che ancora vedeva aleggiare in fondo agli occhi dell’amico.
“Harry, posso chiederti una cosa?” disse ad un tratto.
Harry fu colto di sorpresa.
“V-va bene…” balbettò, desiderando istantaneamente di aver detto di no.
“Che ti sta succedendo ultimamente? Sei…cambiato…”
Harry sapeva che quel momento sarebbe arrivato, non si sarebbe aspettato
Neville come interlocutore ma era sicuro che avrebbe dovuto affrontare
l’argomento.
“Davvero? Non… Non saprei. A me sembra di essere normale.”
“Non direi. Non parli più con Ron e Hermione, esci quasi tutte le notti, ti
fai riprendere dai professori e poi…” Neville esitò un secondo. “Ci sarebbe
quella storia con Malfoy…”
A Harry si fermò il cuore ed era piuttosto certo di essere diventato blu in
faccia.
“Quale storia con Malfoy?” chiese un po’ troppo in fretta e a voce un po’
troppo alta.
“La scazzottata. Non avevate mai avuto di questi faccia a faccia, notturni
poi… E poi ti ho visto spesso ultimamente parlare con lui e ti giuro che
come spettacolo è insolito.”
“Non c’è niente da dire. Lo sto conoscendo meglio, ora che suo padre è
finalmente in prigione, e devo dirti che non è sempre così male come sembra.
A volte sì,” aggiunse in fretta ricordando il modo in cui l’aveva fatto star
male. “Ma… Non ci crederai, ma a parlare con lui a volte capisco cose che da
solo non avrei mai realizzato. Ha un modo completamente diverso da noi di
pensare,” spiegò Harry, lo sguardo fisso su niente in particolare, come
intento a riflettere ad alta voce.
“Ci credo, è un Death Eater,” esclamò Neville schifato.
“Non è vero!” esclamò Harry in risposta. “Non devi giudicarlo in base alla
sua famiglia. È diverso da suo padre, è più maturo, ha capito quali sono
stati i suoi errori.”
Harry si rese conto che a quest’ultima frase non credeva lui stesso, ma gli
pareva giusto difenderlo, e poi non era un delitto cercare di convincersi
che il ragazzo di cui era, ahimè, innamorato fosse diverso da coloro che
avevano contribuito ad uccidere tutti i suoi cari.
“Mi perdonerai se non ci credo. Dovrei vederlo coi miei occhi e non credo di
voler avvicinarmi a lui così tanto.”
Passò un lungo momento di silenzio in cui Harry cercò di trovare una scusa
per levarsi da quell’interrogatorio. Alla fine Neville parlò.
“Stai attento, Harry. Io…ti capisco, ma non metterti nei pasticci.”
Harry non capì o non volle capire le parole di Neville, perché gli
sembravano fin troppo ben calibrate. Annuì con un’espressione seria in volto
e si incamminò a passo deciso verso le camerate, augurando al compagno una
buona continuazione di studio. Arrivato in camera si stese sul proprio letto
senza neanche spogliarsi e chiuse gli occhi. Avrebbe sfruttato il poco tempo
prima della colazione per pensare un po’. O forse per riposarsi…