Disclaimer: i personaggi di questa fic neanche a
dirsi non sono i miei, ma appartengono a Yu Watase. Visto il titolo forse
neanche che tutta la sceneggiatura è mia. Vabbé dai, lasciatemi almeno il merito
di aver schiacciato le lettere della mia tastiera in un ordine (quasi) logico!!!
^__^;.
Hotohori e
i sette nani di
Hotohori-san
In un mondo molto lontano dal nostro, nei lunghi giorni di pioggia, è
buona usanza raccontare ai bravi bambini un’ antica storia le cui origini
si perdono nel mito e che, come tutte le favole che si rispettino, inizia
con queste parole:
C’era una volta un regno bellissimo, popolato da prodi guerrieri e
affascinanti ragazzi: questo era il regno di Konan.
Il principe di questo regno era Hotohori; egli era molto bello, e
affascinante, ed elegante, si potrebbe quasi dire splendente, per non
parlare poi dei suoi lunghi capelli neri e del suo fisico perfetto, e
senza dimenticare che era dolce, sensibile, ed estremamente
intelligente….o almeno tutto questo lo pensava lui…
Però, essendo questa una favola come tutte le altre, o quasi, non poteva
mancare la regina cattiva: ella, il cui nome è Nuriko, era ossessionata
dalla sua bellezza, e amava circondarsi di splendidi vestiti e preziosi
gioielli.
Ma, cari lettori, vi chiederete: come poteva esserci una donna in un paese
di soli uomini? Ebbene, Nuriko era in realtà un travestito, sebbene solo
un occhio molto esperto o una mano insolente avrebbero potuto
accorgersene; ma non stupitevi pazienti lettori di questa stravaganza,
poiché questa è pur sempre una fiaba. E non chiedetevi neppure come si
facesse a procreare in quello strano regno, poiché questo è un mistero
ormai perso nei secoli. Se invece proprio non potete esimervi dal porvi
domande, chiedetevi da uno a dieci quanto potesse essere felice Nuriko
nell’essere la regina di questo paese dei balocchi.
Comunque il racconto deve continuare, e così un giorno come tutti gli
altri, com’era sua abitudine fare, Nuriko andò dal suo specchio magico, al
quale poteva chiedere tutto ciò che desiderasse, anche se la domanda era
sempre una. E infatti come sempre ella esordì:
-Bacchetta!
Ma forse questa è un'altra storia, e infatti proseguì:
-Specchio! Specchio delle mie brame! Chi è la più bella del reame?
Seguì un momento di silenzio, poi un crepitio, e infine lo specchio magico
parlò:
-Posta è stata la domanda. Orbene: Hotohori, questo è il responso dello
specchio.
Nuriko, esterrefatta nel non sentire per la prima volta pronunciato il suo
nome, rimase a bocca aperta per lo stupore.
-Suvvia!….Specchio! Specchio delle mie brame!- ribattè stizzita- Non è
forse Hotohori un uomo?!!!!!! Come fa un uomo a essere la più bella del
reame??!?
-Questo è ciò che tu sostieni? E’ questo il vero, regina Nuriko? Eppure
Hotohori è così bello, talmente bello che pensavo fosse una donna…e che
donna!
-Ma certo che è un uomo! Perché pensi che vada a spiarlo ogni volta che si
fa il bagno?! Per spirito di partecipazione???!! Per ripassare le lezioni
di anatomia applicata? Oh no caro specchio! Sia tutto questo lungi da
me!!!!!!! Una regina non avrebbe mai tutto questo tempo libero da sprecare
inutilmente!!!! Ci vado solo per tirarmi un po’ su...uhm...il morale!
Ecco: ci vado per tirarmi su il morale!!!
- Ebbene: allora che uomo sia. Ma ormai il responso dello specchio è stato
dato: da oggi la più bella fanciulla del reame sarà il principe Hotohori.
E visto che prima d’ora non avevo mai sbagliato, sarà il caso che ora mi
ritiri per schiarirmi un po’ le idee: certo che il mondo non è più quello
di una volta! Non solo devo rispondere tutti i giorni alle domande di un
bizzarro travestito, ma ora mi capitano anche principi che sembrano
principesse!!!
Dette queste parole, con un nuovo crepitio lo specchio si oscurò.
- Un uomo la più bella del reame?! Un uomo?! Più bello di me??!!? Forse la
mia grazia e la mia pelle bianca non sono niente confronto a Hotohori??!!!!
Tanta era la rabbia della regina, che iniziò a tremare e sudare freddo,
cosa che le sciolse il neo posticcio che aveva sulla guancia e le fece
perfino cadere l’ovatta dal mascolino petto: fu questa la cosa che più di
tutte le altre scatenò la sua ira funesta. (Ma questo non era Achille?!?).
Con uno scatto isterico Nuriko raccolse il cotone dal pavimento, se lo
risistemò come meglio poteva, si ravvivò i capelli, e veloce come solo un
centometrista olimpico poteva fare, corse dal cacciatore più infallibile
di tutta Konan.
Tasuki stava giustappunto affilando la sua terribile spada, quando la
regina in persona gli si piantò davanti con piglio imbronciato.
-Buongiorno Tasuki. Sei forse tu il miglior cacciatore del mio regno?-
domandò.
-Buongiorno regina Nuriko. Certo che sono io il migliore: su questo non ci
sono dubbi!
- Ebbene prode cacciatore, sto per affidarti una missione molto
importante. Devi portare il principe Hotohori nel bosco, e una volta là
ucciderlo. Fai ciò che ti ordino; solo allora saprò che tu sei un suddito
fedele alla tua splendida regina.
E nel ricordarsi di quanto grande fosse il suo splendore, scoccò un
occhiolino ammiccante al suo interlocutore.
Egli rimase non poco sbalordito nel sentire queste parole, ma ammaliato
dal gesto di Nuriko si affrettò a rispondere che così avrebbe fatto.
Fu così che Tasuki e Hotohori si inoltrarono nel bosco. La mente del
cacciatore era un vortice sconnesso di pensieri e di domande, e poi non
c’erano proprio possibilità che il principe fosse in realtà una
principessa? In fondo lo trovava così bello e gentile! No no! Hotohori
doveva essere per forza una donna! …e che donna!!!
Con questi pensieri che gli turbinavano per la testa, Tasuki si accorse
che erano finalmente arrivati nel luogo dove l’empio misfatto doveva
essere compiuto.
Quindi si fermò e tirò fuori la spada dalla fodera
-Ohhh! Che spada lunga che hai!
Fu il commento del principe, che ora lo stava guardando con occhi pieni di
meraviglia.
Tasuki sentì il cuore fermarsi, poi spezzarsi, e infine una gioia immensa
pervase tutto il suo essere ora pieno di orgoglio
-E’ per conquistarti meglio, dolce principessa (…eppure è strano: solo a
me tutto questo ricorda vagamente Cappuccetto Rosso?)
Così rispose, e mentre lo faceva capì che non avrebbe mai potuto uccidere
quella cara creatura.
E così il cacciatore innamorato raccontò al suo adorato ciò che la regina
gli aveva ordinato, e gli consigliò di scappare e rifugiarsi lontano da
Konan mentre lui avrebbe raccontato a Nuriko di aver ucciso il principe
con le sue stesse mani. Tutto questo accadde perché Tasuki era ormai
convinto che il principe fosse in realtà una donna travestita con abiti da
uomo, e tutti voi miei lettori sapete bene quanto sia difficile far
cambiare idea ad un uomo innamorato. Forse solo l’insolente mano di cui
sopra avrebbe potuto risvegliare il povero cacciatore dal suo sogno ad
occhi aperti, ma così non fu, e il povero Tasuki se ne rimase con questa
bizzarra certezza nel cuore.
Hotohori, dal canto suo, non poco turbato per il racconto del suo compagno
e ancora di più per essere stato chiamato ‘dolce principessa ’ ,si lasciò
convincere e si inoltrò da solo nel bosco. A dieci passi ne seguirono
venti, e continuando così per ore e ore, quando stava ormai crollando per
la fatica, si trovò davanti ad una piccola casina. Felice di aver
finalmente trovato un riparo per la notte, si precipitò davanti alla porta
e bussò delicatamente; dato che non gli rispose nessuno aspettò fuori
dall’uscio per un po’, ma era tanta la stanchezza che alla fine si decise
ad entrare lo stesso. Anche dentro era tutto molto piccolo: piccolo il
tavolo, piccole le sette sedie, piccole anche le sette ciotole per il
cibo; sembrava la casa di sette bambini. E quando Hotohori vide i letti,
piccoli e sette anch’essi, vi si accoccolò e si addormentò all'istante.
La casa era in realtà abitata da sette nani, neanche a dirsi tutti uomini,
e più precisamente dai sette nani di Suzaku. Quando finalmente essi
rincasarono dopo una faticosa giornata di lavoro, la loro sorpresa fu
grande. Rapidamente si accalcarono tutti attorno allo strano ospite, e
iniziarono a fare ipotesi su chi potesse essere costui: chi diceva di
stare attenti, perché non bisognava dare confidenza agli sconosciuti, e
che quindi bisognava subito controllare se nelle sue tasche ci fossero
delle caramelle o peggio ancora delle figurine; chi invece aveva sentito
dire che ultimamente nel bosco si aggirava un pericoloso esibizionista, e
quindi andò subito alla ricerca dell’impermeabile; e chi invece diceva se
erano tutti scemi, se non si erano accorti che quella era in realtà una
donna…e che donna!!! A questa affermazione tutti si zittirono
immediatamente, e dopo aver osservato per bene il misterioso vagabondo
iniziarono a esultare, saltare e gridare al mondo quanto fossero stati
fortunati a trovare una donna addormentata nei loro letti.
Tutto quel baccano svegliò Hotohori, che subito rimase a dir poco
sbalordito nel vedersi circondato da quelle bizzarre e scatenate creature,
e poi iniziò a raccontare loro della regina Nuriko e del buon cuore del
prode Tasuki, e molto tempo dedicò nel tentare di persuadere i sette nani
di Suzaku che lui in realtà non era una donna, ma un bellissimo e
affascinantissimo (etc. etc.) ragazzo. Ma solo quando, sebbene riluttante,
acconsentì di essere sottoposto alla prova del nove, ovvero alla prova
della mano insolente, o per meglio dire di sette stupite manine insolenti,
la sua virilità fu finalmente assicura. E poi ad essere sinceri quella
prova non infastidì più di tanto il nostro principe, che anzi alla settima
mano insolente quasi si rattristò nel sapere che era l’ultima.
Fu così che i giorni passarono lieti con i sette nani di Suzaku fra
allegri giochi di squadra, come il classico trenino o il ‘giochiamo a fare
che voi siete Sodoma e noi Gomorra?’ ,e passatempi a due come il gioco
della ‘pecorina scaltra ’ e il ‘facciamo finta che io sono il dottore e tu
il paziente?’.
Ma tutto questo non poteva durare a lungo per il nostro povero eroe;
infatti un nefasto giorno la regina Nuriko, convinta ormai che Hotohori
non fosse più un pericolo per il suo primato, tornò dal suo specchio e
pronunciò le seguenti parole:
-Pampulu pimpulu parim pam pum!!!
Ma come al solito si era sbagliata un’altra volta, e infatti proseguì:
-Specchio! Specchio delle mie brame! Chi è ora la più bella del reame?
E lo specchio rispose:
-Miiiiiiiiii!!! Arridaje!!!!?!! Ho-to-ho-ri! Questo è il responso dello
specchio!- E molto scocciato si oscurò.
Sentite queste parole, Nuriko era fuori di se dalla rabbia. Rimugina
rimugina, visto che non poteva fidarsi neppure del suo prode cacciatore,
decise che avrebbe fatto tutto da sola; allora salì in soffitta e aprì il
suo libro di magia, lo Shijintenchisho: qui avrebbe sicuramente trovato
qualcosa che poteva fare al caso suo, pensò. E infatti mentre sfogliava le
pagine i suoi occhi si posarono sull’incantesimo chiamato ‘Il tronchetto
della felicità ’
-Davvero niente male! Questo me lo devo segnare!
e, nella pagina accanto, ‘La maledizione del tronchetto della felicità ’
-Ah! Ah! Ah!!! Finalmente l’ho trovato!!!! Questo sì! Questo fa proprio al
caso mio!!!!-sbottò, e iniziò a preparare subito la pozione. Quando
finalmente fu tutto pronto con la potente ‘magia del cosplay ’ si
trasformò in principe azzurro e si diresse così mascherata verso la
foresta.
Eppure è strano: anche questa cosa del principe mi sembra di averla già
sentita; voi che ne dite, se ancora ne è rimasto uno, cari lettori?
Comunque sia, quando finalmente Nuriko arrivò vicino alla casa dei sette
nani di Suzaku vide il principe intento a raccogliere dei fuscelli per il
‘giochiamo che voi siete Sodoma e noi Gomorra?’ e gli si avvicinò
-Buongiorno mio bel ragazzo! Io sono il principe azzurro- disse
Hotohori, indeciso se essere più felice per la parola ‘bel’ o per il
‘ragazzo’ ,prese subito in simpatia quel gentile e molto intelligente
principe, e iniziò a chiacchierare con lui.
Quando Nuriko capì che ormai Hotohori aveva preso abbastanza confidenza,
iniziò a parlargli del suo tronchetto della felicità, e a raccontargli di
quanti prodigi potesse fare con esso. Il ragazzo ne fu molto incuriosito,
e quando finalmente chiese al principe azzurro se poteva mostrargli quel
tanto proclamato fenomeno della natura lui, candida creatura abituata solo
ai sette nani di Sukazu, ne rimase estremamente scosso.
Comprendendo subito lo stato d’animo di Hotohori, Nuriko prontamente gli
chiese se ne volesse assaggiare un po’ e il nostro splendido eroe,
commosso da tanta generosità, non se lo fece ripetere due volte.
Povero! Povero Hotohori! Può tanta felicità trasformarsi nel peggiore dei
mali? Può un principe sensibile come il nostro sopportare un tale feroce
inganno?
Infatti quello che lui aveva golosamente assaggiato era in realtà proprio
‘Il tronchetto maledetto ’ ,e così quando ebbe finito tutto ma proprio
tutto quello che desiderava fare (poteva mica il gagliardo eroe lasciarsi
scappare un’occasione del genere?), si addormentò di un sonno profondo e
senza risveglio.
Quando i sette nani di Suzaku tornarono a casa e trovarono il loro
compagno in quello stato, iniziarono a piangere e a disperarsi: cosa
potevano fare loro, che erano solo dei nani, seppur beati?
Fu il più pettegolo di loro a rispondere, lo stesso che aveva sentito
parlare dell’esibizionista che si aggirava per i boschi; gli era infatti
giunta voce che in un villaggio poco lontano dal bosco vivesse un
mercenario chiamato Tamahome, famoso per il suo ‘tronchetto-te la faccio
vedere io la luna ’ capace di ogni miracolo. E così, con questa speranza
nel cuore, i nani di Suzaku andarono alla ricerca del mercenario, consci
che soltanto un tronchetto più potente del ‘tronchetto maledetto ’ poteva
risvegliare il bell’addormentato nel bosco (ma non era La Bella
Addormentata?…Boh? Ormai non ci capisco più niente!).
Questa era ormai una guerra tronchetto contro tronchetto!!!
Quando finalmente i nani trovarono Tamahome, rimasero molto delusi nel
sentirsi rispondere che a lui di Hotohori non gliene fregava niente, ma
quando il più acuto di loro, lo stesso che per primo aveva detto che
Hotohori era una donna, gli confidò che il loro amico era in realtà il
principe di Konan, l’accordo fu presto fatto: Tamahome sarebbe andato nel
bosco e avrebbe provato a risvegliare il bell’addormentato.
Così i nani accompagnarono Tamahome nel bosco, il quale rimase molto
stupito nel sentirsi dire che Hotohori non era affatto una donna, cosa che
ormai i nani sapevano molto bene e non avevano più nessun dubbio in
proposito; ma se proprio lui aveva ancora qualche dubbio poteva sempre
provare con il solito trucchetto della mano insolente, cosa che
prontamente il nostro salvatore non si fece ripetere due volte, tanto più
che Hotohori era addormentato.
Rassicurato del fatto che quello che aveva davanti era proprio il principe
di Konan...e che principe! Tamahome tirò fuori la sua arma segreta, il ‘Te
la faccio vedere io la luna ’ e cercò di sistemarsi nella posizione a lui
più comoda.
Alla vista del tronchetto del mercenario, i nani strabuzzarono gli occhi e
rimasero a bocca aperta per la meraviglia, tanto che iniziarono a buttarsi
per terra fingendosi anche loro vittime di qualche strano maleficio; e
mentre i nani continuavano con i loro coloriti elogi e cercavano il modo
più veloce per addormentarsi, il prodigio fu fatto, e finalmente il
principe aprì gli occhi.
Avvenne così che la guerra ‘tronchetto contro tronchetto ’ fu vinta dal
portentoso Tamahome, che da quel giorno in poi fu rinominato ‘colui che ti
porta sulla luna ’ o più semplicemente ‘Shuttle’.
E’ così miei amati lettori che siamo infine giunti alla conclusione di
questa strana favola, dove Tamahome trovò finalmente il suo principe e
visse di rendita per tutta la vita e Hotohori divenne un grande e sapiente
astronomo. Nuriko invece, decisa a vendicarsi del tradimento di Tasuki,
gliene fece talmente tante che alla fine ci prese gusto e si dimenticò
della vendetta mentre Tasuki, ormai stanco di fare il cacciatore, trovò
infinito piacere nell’essere un po’ preda: i due stavano tanto bene
insieme che Nuriko perse ogni interesse per il suo specchio e rinunciò
addirittura al regno, lasciato a Hotohori, per trasferirsi in una
palazzina ai confini di Konan assieme al suo amato il quale, volesse la
sua spada, si rese finalmente conto che Hotohori era in realtà un uomo,
anche se non si sa bene come lo capì. Nessuno li vide più, ma una leggenda
del luogo racconta che per anni e anni, nelle notti più silenziose, si
potevano sentire strani cigolii e mugolii e quant’altro provenire dalle
loro stanze.
I sette nani rimasero nella loro casetta del bosco, e Suzaku solo sa cosa
si siano inventati di nuovo per rallegrare le loro giornate.
Lo specchio magico, infine, finalmente libero dal tormento della regina,
si sta chiedendo ancora adesso come faccia Hotohori ad essere un uomo e
non una donna.
E visto che come tutte le favole anche la nostra ha una frase finale di
rito, questa non può che essere una: << E vissero tutti felici e beati>>.
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