Sono ancora qui solo per postarvi la prima parte di una ff che dedico a
Yurika, sperando che sia di suo gradimento
Ho sentito
cantare gli angeli parte
I
di Neko
Piove.
Goccioline di acqua cadono incessanti sul terreno.
Bagnano, purificano tutto quello che incontrano nel loro cammino.
E nel loro cammino ci sono pure io.
Io che sono fuggito.
Scappare.
Questo è quello che ancora stò facendo.
Fuggendo da una realtà più grande di me.
Una verità che mi soffoca e mi attanaglia il cuore in una morsa che mi
impedisce di respirare.
Perchè tu.
Me lo stò chiedendo da dieci minuti buoni.
Non capisco perchè il mio cuore continui a battere come un ossesso solo
al pensiero di te nudo sotto di me.
Mio dio.
Dio se è vero che esisti
Se è vero che tu vegli su di noi aiutami a dimenticare.
Non voglio ricordare quello che è successo tra di noi.
Ridicolo.
Sì questo è quello che sono e quello che sarò sempre.
Voglio dimenticare ma allo stesso tempo ricordare quello che abbiamo
passato.
Dubbi.
Maledizione perchè questi terribili dubbi mi stanno tormentando.
Perchè sono così maledettamente insicuro di quello che provo per te
Di quello che sei tu
Di quello che sono io
Di quello che siamo noi
E così stupidamente cado nel baratro della paura.
Un mondo nero dal quale sono sicuro di non riuscire a risalire.
E così continuo a correre.
Scappare per queste vie buie, in cerca di qualcosa.
Si ma cosa.
Cos'è che cerco.
-Hey ragazzino-
Una voce.
Chi mi chiama.
Hanno detto ragazzino, ma forse non si riferivano a me.
No certo io non sono uno stupido ragazzo.
Io sono un uomo.
Ma che cazzo dico, di cosa mi illudo.
Sono un ragazzino di appena 17 anni.
Un ragazzino di 17 anni fallito e tormentato dai mille dubbi.
-Hey... ma mi senti-
Mi volto.
Voglio proprio vedere chi ha osato disturbarmi.
E una visione si apre ai miei occhi.
Non una visione angelica.
Non fumo nulla di particolare quindi non scambierei questo per quella
porcheria che mi si offre.
Una donna sulla quarantina, bionda, con delle labbra da far concorrenza a
Fukuda mi guarda.
O meglio sarebbe dire che mi stà mangiando con gli occhi.
Occhi scuri.
Occhi dello stesso colore di quelli della persona che ha rubato e messo in
gabbia il mio cuore.
Me ne vado, che cosa ci resto a fare con questa prostituta che cerca di
abbordarmi.
Nulla.
Io non sono il tipo che cerca una misera avventura di una notte.
Mi giro e riprendo il passo.
-Hey aspetta non è mica come credi-
Si come no.
Ora sono io che vedo le cose per quelle che non sono.
Magari vuole solo regalarmi una caramellina.
Cazzate.
La voce di quella donna arriva sino alle mie orecchie ma io non ci faccio
caso.
Mi fanno schifo certe cose.
Odio queste cose.
Vedere come la gente si rovina per strada.
Vedere come buttano via la vita come se non fosse nulla, come se fosse una
merce vendibile al miglior offerente.
Che cazzo me ne faccio di una venditrice di sesso.
Nulla.
Ma questo l'ho già detto.
E così continuo a camminare.
In cerca di un posto dove poter restare al sicuro.
Per riflettere... Per pensare...
Ma la pioggia non cessa.
NOn si decide a lasciarmi in pace.
A ricordarmi di quella volta quando lo abbiamo fatto nella doccia.
MI fermo.
Mi manca il respiro a quei ricordi.
E senza rendermi conto mi ritrovo davanti ad un campetto da basket.
Mi guardo attorno.
E mi accorgo che è vuoto.
-Che idiota... chi giocherebbe con questo tempo-
Le parole escono dalla mia gola senza che io me ne sia reso conto.
La voce è stata più veloce del pensiero.
Mi giro di scatto.
Forse ho la febbre.
Quello che ho sentito è il rimbalzare di un pallone sul terreno.
Faccio un passo, due, tre.
E riesco ad intravedere una figura.
Rimango fermo.
Rapito dai suoi insoliti movimenti felini.
Il ragazzo schiaccia a canestro.
Atterra sul terreno e subito si gira verso di me.
Sorride.
Lo sapevo che era lui.
Ne ero sicuro.
Fine prima parte....
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