Disclaimers: tutto appartiene alla zoccoru Minekura-sama sensei

Spoilers: se sapete ki è Konzen, allora no spoilers, se non lo sapete, allora spoilers ^^

Note: Sanzo, te l’avevo già detto che ti amo? No? Oh, male male male! *urling a pieni polmoni* Ti AmO SanZO!! *whack* ITE!!! Ma perchè mi picchi sempre con quel cavolo di harisen? Y________Y

Ah sì... questo shot me l’ha ispirato Robert Musil ^_^

 


Home: bathroom

di Alexiel

 

Splendeva un pallido, tiepido sole sull’eterna primavera del Tenkai.

I prati, i boschetti, le aiuole, i laghetti di ninfee sembravano immoti in quel tranquillo pomeriggio.

L’ unico rumore era il cinguettio melodioso dei variopinti uccelli diurni che abitavano tra le fronde degli alberi rigogliosi.

Insomma, con una frase che quantunque un po’ banale, riassume benissimo i fatti: era una soleggiata giornata tranquilla.

Ad un tratto un concitato rumore provocato da suole di legno contro il marmo provocò uno sfarfallìo d’ali e un pigolìo spaventato tra i rami: era unico, più che raro, vedere Konzen Douji correre per i corridoi del palazzo con i capelli spettinati e le vesti sventolanti.

‘Cos’avrà combinato stavolta? Dove sarà andato? Speriamo non sia successo nulla di grave, altrimenti io...’

Mentre mille idee tragiche gli si affollavano nella mente, la solitamente pacata divinità raggiunse una radura confinante coi boschetti di pioppi che crescevano nelle vicinanze della sua residenza.

Si fermò, ansimando per la corsa, e si appoggiò al tronco di un albero, in ascolto.

Non appena il sangue smise di rombargli nelle orecchie, Konzen percepì, non troppo lontano, suono di acqua smossa e poi una voce, la ‘sua’ voce.

Finalmente.

Goku era seduto in una pozzanghera, i capelli tutti imbrattati di fango e le manine immerse nella morbida mota, a creare costruzioni fiabesche mentre sottovoce cantava una melodia senza senso dicendo di quando in quando

‘salta salta ranocchietta lallallà!!’ [...ke pucci *_* nda]

A Konzen si disegnò un dolcissimo sorriso sulle labbra solitamente imbronciate di fronte a quello spettacolo: la tenerezza di Goku non aveva pari e in fondo non stava facendo nulla di male... era immerso nella natura che tanto amava, stava giocando con alcune ranocchie come avrebbe fatto qualunque altro bambino, solo che Goku non provava l’oscuro desiderio di fare del male a quelle bestiole... in lui non c’era l’innato e innocente sadismo che inconsciamente si sviluppa nel cuore dei bambini umani.

Goku era la personificazione dell’innocenza.

Konzen gli si avvicinò dando un leggero colpetto di tosse per palesare la propria presenza: a quel suono Goku si voltò, accogliendo il dio con un radioso sorriso.

‘Dovrei essere arrabbiato...’ pensò Konzen accovacciandosi accanto al bambino.

 

-Gooo-ku... quante volte ti ho detto di avvertirmi, quando ti allontani?-

 

Senza smettere di sorridere, Goku appoggiò una manina fangosa sul viso alabastrino di Konzen, come per controllare che fosse vero e non un’ apparizione.

Dopodichè uscì dalla sua pozza e si sedette accanto al dio, che si stava pulendo la guancia con un lembo del vestito.

 

-E’ stato il bosco a portarmi qui!-

 

Konzen sospirò rassegnato e si alzò, indicando a Goku la strada di casa con un gesto elegante.

Il bambino si alzò e lo seguì obbediente, lasciando dietro di se una scia di gocce fangose.

Giunti al laghetto di ninfee di fronte al palazzo, Konzen battè graziosamente le mani e in un attimo quattro servitori vestiti di bianco apparvero silenziosi come nuvole.

 

-Ai vostri comandi, Konzen-sama!-

 

Konzen prese la manina di Goku e lo tirò davanti a sè.

 

-Fate il bagno a questo sporcaccione, per favore.-

 

Goku non capì subito cosa stesse accadendo, ma non appena si sentì spingere con non molta grazia all’interno del palazzo e lontano da Konzen, cominciò a dimenarsi e ad urlare.

 

-No-no-NOOO! Cosa volete? Lasciatemi andare! Konzeen!!!-

 

Disperato, il ragazzo attraversò la soglia di casa e guardò in direzione di Goku con aria disapprovante.

 

-Sei tutto sporco, non fare i capricci e vai a lavarti.-

 

Goku cominciò a piangere facendo resistenza ai poveri servitori che non sapevano come farlo calmare.

 

-Non voglio... NON VOGLIO!!! Ma perchè devo lavarmi? Non voglio!-

 

Konzen alzò appena la voce per sovrastare gli strepiti del bambino:

 

-Non  importa se non vuoi. Devi e basta! Sei tutto infangato, non vorrai mica sporcare tutto il palazzo!-

 

Goku tacque un attimo, il visino rosso per aver urlato e rigato di lacrime.

 

-Allora fammelo TU, il bagno!-

 

Konzen si sentì avvampare fino alla radice dei luminosi capelli biondi, a quelle parole.

Goku, liberatosi dalla presa dei quattro servitori, corse incontro al suo custode e gli si avvinghiò alla vita, nascondendo il musetto sporco contro il ventre del dio.

Konzen esitò un attimo, poi infilò una mano tra i capelli della sua scimmietta e licenziò i valletti, sospirando.

 

-Dai allora, andiamo.-

 

Goku sollevò lo sguardo sullo splendido dio e gli sorrise con gratitudine e adorazione, afferrandolo per una mano e trascinandolo verso la grande sala da bagno di marmo bianco venato di rosa.

Una piccola vasca era già stata approntata e Goku ci si tuffò dentro completo di vestiti e strati di fango.

Konzen lo svestì pazientemente, gettando gli abiti in un angolo e lavando con una spugna morbida il corpo ancora acerbo del ragazzino che intanto si era perso a giocare con le bolle di sapone.

 

Quando Goku fu finalmente pulito (e Konzen completamente fradicio), uscì dalla vasca sorridente e soddisfatto e si gettò tra le braccia del dio che lo aspettava con un asciugamano.

 

-Vedi che alla fine non è stato così terribile, baka saru!-

 

Goku si appoggiò a lui, circondandogli il collo con le braccia e schioccandogli un tenero bacio sulla guancia.

 

-Se ci sei tu, è tutto più bello e luminoso, Konzen!-

 

Il dio arrossì e strinse il corpo del giovane demone contro di sè, ricambiando il bacio con un altro, altrettanto tenero, tra i capelli ancora umidi e profumati della sua scimmietta.

 

 




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