DEDICHE: a tutti coloro che hanno perso una persona che amavano. E al Papa. Io non sono una persona religiosa, anzi, tutt'altro, ma rispetto il grande uomo che è stato e le grandi cose che ha saputo fare per il mondo intero. Piuttosto che 'addio', diciamogli 'bentornato', perchè solo adesso sta finalmente occupando il posto che gli spetta. DISCLAIMERS: i personaggi sono di Takehiko Inoue, la canzone è ‘Holes in the floor of heaven'...l'hanno cantata in diecimila, scegliete la versione che preferite ^_^ NOTE 01: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma! NOTE 02: come sempre è tutto buttato a caso, non cercate riferimenti né temporali né di luogo né di nessun altro tipo!!! NOTE 03: visto che oggi mi sento buona...lieto fine per tutti!!!! FORSE… NOTE 04: mentre scrivevo, ascoltavo una delle canzoni della colonna sonora di Naruto, cantata da Toshiro Masuda.
Holes di Marty
Era una giornata da cani. Tuonava ripetutamente, e gli alberi erano scossi da un vento forte e freddo. Hanamichi tremò, nel suo kimono leggero. Ma andava bene così. Accanto a lui, stretta al suo braccio, la signora Anzai. Il rossino le accarezzò appena i capelli grigi, sciolti sulle spalle. Aveva le guance segnate dalle molteplici lacrime piante negli ultimi giorni, quelli in cui aveva seguito il lento spegnersi di suo marito. Sembrava così piccola, ancorata al giocatore prediletto del suo Ryouichi come se si fosse trattato dell'unico modo per restare ancora legata a lui. Hanamichi guardò il cielo nero che gravava su di loro, e sorrise mestamente. "Buon compleanno, Hana" si disse mentre con un soffio spegneva la candela che stringeva tra le mani tanto forte da sbiancarsi le nocche. Una mano grande e bianca afferrò la sua, stringendola appena, per fargli sentire che non era solo. Quel gesto semplice ma sorprendentemente rassicurante fece sgorgare due lacrime dai suoi occhi nocciola. "Non piangere" disse una voce tremula. Il rossino abbassando lo sguardo vide che la signora Anzai gli sorrideva con gli occhi lucidi. Ma quando dal cielo iniziarono a cadere i primi goccioloni di pioggia, non ci fu sguardo che rimase lucido. Intanto l'anziana donna era salita sul piccolo podio che le avevano preparato perchè potesse tenere il suo breve discorso. "Non piangere" ripeté. "Questo direbbe il vostro coach ad ognuno di voi. E sono sicuro che può vedervi, da lassù, quindi non rattristatelo più del necessario. Sapete? Ryouichi mi diceva sempre che la volta celesta è piena di fori da cui si può guardare giù...e questa pioggia forse è solo il suo pianto perchè ci vede soffrire. Certo, vorremmo tutti che fosse ancora con noi..." la sua voce s'incrinò, ma lei resistette. "...e ci sentiamo soli ed abbandonati, adesso...ma se pensiamo che ci guarda, forse col tempo non ci sentiremo più tali..." La sua voce dolce si spense, mentre scendeva per lasciare posto ad un altro oratore. Ryota Miyagi, nel suo completo a doppio petto nero, sembrava invecchiato di cinquant'anni in una notte. "Sono passati quasi dieci anni dalla prima volta che l'ho incontrata. Le stagioni si sono rincorse rapidamente, e il mondo mi è cambiato intorno. Io sono cambiato. Ma quello che ho provato quando l'ho guardata negli occhi quel giorno, è stato lo stesso che ho provato il giorno in cui lei ha assunto il mio nome. Il nostro amore, immenso e caldo, è stata la mia unica sicurezza per tanto tempo. Anno dopo anno abbiamo costruito la nostra vita insieme, senza muoverci da Kanagawa, perchè era lì che tutto era cominciato e lì volevamo che si sviluppasse. Pensavo che saremmo invecchiati insieme..." il suo petto fu scosso da un singhiozzo e non riuscì più a trattenere le lacrime. Fece un passo indietro allontanandosi e premendosi le mani sulla bocca, ma delle mani forti gli afferrarono le spalle facendolo voltare e si ritrovò stretto tra le braccia di Mitsui, che se lo premette contro. "Sfogati" gli sussurrò l'amico "Poi ti sentirai meglio." "Kami Sama, quanto mi manca Hisashi.." fu il grido soffocato che provenne dalla figura abbandonata contro di lui. "Papà...." Una manina abbronzata gli afferrò la falda della giacca. Ryota si voltò di scatto, riconoscendo la voce. Di fronte a lui c'era il suo tesoro, la piccola Haruka, che aveva ormai otto anni e lo sguardo smarrito di chi ancora non si rende conto dell'immane tragedia che sta vivendo. "Dov'è mami?" chiese la bimba, tremando. Il ragazzo la sollevò e le accarezzò i lunghi riccioli scuri, identici a quelli di sua madre. "E' andata via, tesoro" rispose tirando su con il naso e cercando di sorridere "Dovremo cavarcela da soli, d'ora in poi." ********************************************************** *15 anni dopo* POV RYOTA Quel pirata della strada ha portato via due delle persone più importanti della mia vita. E mi mancano tanto, ancora, nonostante gli anni passati. "...papà? Sei pronto?" Mi volto a guardarla. Kami sama, com'è bella. Il lungo vestito bianco bordato di rose, i guanti che le coprono le braccia scure come le mie, il velo trasparente ed impalpabile con lo stesso ricamo dell'abito, i ricci vaporosi appuntati sulla testa. Ayako sarebbe stata così orgogliosa di lei. "Pronto" rispondo sorridendole. Le offro il braccio e la guido lungo la navata della chiesa. Mi sento così felice oggi che tutto mi sembra possibile. Beh, vorrei che lei potesse vederla. Vedere il suo sorriso, che la rispecchia perfettamente. *** La cerimonia è finita. Gli amici le hanno tirato il riso quando è uscita stringendo la mano di un uomo che non sono più io. Un rombo interrompe la musica. Si prepara un temporale. E infatti dopo pochi minuti inizia a piovere, ma non è una pioggia rabbiosa. E' gentile e tiepida,come una carezza. Piego il collo e me la lascio scorrere sul viso. Sono le lacrime di gioia di sua madre. Le dita di Haruka si intrecciano alle mie, mentre mi imita e rivolge lo sguardo al cielo. Il velo scivola via, e il peso dell'acqua libera alcune ciocche di capelli dallo chignon con cui erano acconciati. Mi guarda per un momento, poi mi accarezza una guancia. Nonostante sia bagnata come un pulcino e con i capelli in disordine, non mi è mai sembrata più bella. La tiro a me e la abbraccio forte. "Sei il mio angelo" le sussurro. "Non essere triste, papà" mi dice piano. "Mamma ci sta guardando." Annuisco con il viso affondato nella chioma corvina di mia figlia, che ormai è una donna. Se è vero che puoi vederci... Se questa pioggia estiva sono le tue lacrime... Dimmi, Ayako, sei contenta? Credi che io sia stato un buon padre? Sono riuscito a crescerla come avresti voluto fare tu? "Guarda, papà, guarda!" esclama la voce gioiosa di Haruka, distraendomi dai miei pensieri. Sollevo la testa per guardare nella direzione che mi indica e sorrido: nel cielo si staglia un arcobaleno. *OWARI* so che è una sciocchezza,ma ce l'avevo nel cuore. un bacio. Marty |