Disclaimers: I titoli dei capitoli appartengono alla persona che ha stilato la mail per la settimana dell'amicizia e che io ringrazio infinitamente per avermi ispirato questa fic
Dediche: A tutti i miei amici, che amo e stimo con tutto il cuore^______^
HO
IMPARATO...
di Seimei
Lezione
2:
... CHE SOTTO ALLA CORAZZA DI OGNUNO C'E' SEMPRE QUALCUNO CHE VUOLE ESSERE AMATO E APPREZZATO ...
Seguo la sua scia finchè, ormai lontano, non svolta l'angolo e scompare dalla mia vista.
Perchè mi avrà detto quelle cose?
Magari intende dire che anche lui è innamorato?
E di chi?
Di me?
O mio Dio, se davvero fosse così...
Se davvero riuscissi ad averlo tutto per me, stringerlo e baciarlo, accoccolarmi nel suo dolce calore e rendermi un tutt'uno con il suo animo più profondo...
Il suo vero volto, quello che stasera ho intravisto per la prima volta dietro le sue labbra incurvate.
Quel suo io nascosto che per tanto tempo mi sono chiesto dove albergasse.
Di primo acchito l'ho odiato.
Sul serio, mica per finta.
E se al principio mi illudevo fosse a causa di Haruko, ora so che erano il suo sguardo gelido, i suoi modi bruschi e la sua perfida ironia nei miei confronti a farmelo detestare così tanto.
Per un certo periodo ho cercato di pensare a lui in termini di semplice persona, non di malefica volpe o di dannato Rukawa.
Tutte quelle grida, le liti, e i suoi continui insulti mi spossavano.
Ero stanco, stanco di dovermi difendere, stanco di doverlo attaccare.
Stanco.
Durante la convalescenza, dopo l'infortunio riportato durante i campionati nazionali, l'avevo visto qualche volta, e lui mi predeva in giro perchè era stato convocato in nazionale e io no.
Avevo deciso di allenarmi su quello.
Lui era stato convocato in nazionale? Bene, ero felicissimo per lui.
Il Giappone avrebbe avuto un elemento più che degno fra le sue fila.
Questo quello che mi sforzavi di pensare ogni volta che lo vedevo correre sulla spiaggia.
Poi ero tornato a casa e per oltre un mese non l'avevo più visto.
E cedevo di essere guarito.
I miei pensieri non volavano più a lui ogni tre secondi e mi sentivo molto più sereno.
Ma al primo giorno di allenamenti capii che non poteva funzionare.
Rukawa era di nuovo di fronte a me, i suoi occhi blu, freddi come l'inverno, puntati nei miei.
E fu lì che vi lessi per la prima volta qualcosa.
Un grido d'aiuto, un segnale rivolto solo verso di me.
Sotto quella sua scorza gelida, al di là della sua perfezione, c'era, e c'è, un cuore caldo che batte, un animo sensibile che lotta per emergere dal ghiaccio, e un sorriso splendido di cui ho avuto la prima prova questa sera.
Lui mi guardava, e io capitolai.
I sentimenti che avevo cercato di reprimere ritornarono prepotentemente a galla, e mi ritrovai di nuovo suo prigioniero.
Ma stavolta non erano l'odio e il rancore le sbarre rigide e fredde dietro alle quali ero recluso.
La mia prigione era ora una stanza dorata, con un profumo afrodisiaco che mi stordiva, e sulle cui pareti era scritta la parola amore.
Mi ero innamorato, o forse lo ero sempre stato.
Perchè amore e odio sono due facce della stessa medaglia.
So che è banale, ma è davvero così.
E per capirlo mi sono serviti un anno di sofferenza e due occhi così belli da far impallidire gli zaffiri più puri.
Per tutto questo tempo ho desiderato soltanto poter rimuovere quella sua corazza, farla in mille e mille pezzettini, ridurla in polvere infinitesimale da spargere al vento, cancellarne persino il ricordo.
Credo proprio che il mio amore farà il miracolo.
So che succederà, perchè già stasera qualcosa si è mosso.
Lui mi ha parlato senza insultarmi, e mi ha detto qualcosa che mi ha lasciato completamente spiazzato.
Insomma, non è da Rukawa un comportamento del genere, non trovate?
Se non gli importasse niente di me, se fosse rimasto l'algida kitsune del passato, quella che mi considerava niente di più che una pezza da piedi, lui non avrebbe detto la parola UGUALI.
Cioè... ha detto uguali capite?
Uguali significa che siamo sullo stesso piano, che abbiamo tante cose in comune, e che proviamo gli stessi sentimenti.
Io per lui.
E forse lui per me.
Ora basta riflettere e rimuginare, anche perchè mi è venuta fame.
Voglia di cucinare = zero!!!!!
Mia madre è di nuovo in viaggio per lavoro.
Da quando mio padre è morto e deve mandare avanti lei l'azienda di famiglia non c'è settimana in cui non debba andare in qualche città per
concludere qualche affare.
Se io e il kitsune fossimo fidanzati questa sarebbe una situazione idilliaca, ma siccome lui non è ancora MIO, mi tocca stare da solo e riscaldarmi un pasto precotto nel microonde.
Che palle Kitsune!!!!
Tutta colpa tua, dannato volpino!!!
In effetti, la colpa è anche mia!
Sei mesi che lo amo, e sei mesi che non faccio niente per farglielo capire.
La sua corazza se l'è dovuta scalfire da solo, dall'interno.
Certo, i miei sentimenti assolutamente palesi gli avranno dato l'input, ma il lavoro grosso l'ha fatto da solo.
Se aspettava me sarebbe morto con addosso quella cavolo di armatura congelata.
Me tapino et derelitto.
Non sono capace nemmeno di andare da lui e dirgli: Sai che ti amo volpacchiotto?
Altro che Tensai.
Un imbecille, ecco cosa sono.
So già che prima o poi rovinerò tutto, me lo sento nelle ossa.
Sono un impulsivo che non capisce mai quando è il momento di fare la persona seria.
Argh, che nervoso.
Ora a nanna, domani giornata campale.
Scuola, tre ore di part-time e amichevole con il Ryonan.
Mi girano già le palle adesso.
L'unica cosa positiva è che posso addormentarmi con il suo sorriso nella mente e la sua voce che risuona dolce nelle orecchie.
"Ti amo Kaede" biascico, ed è l'ultimo ricordo prima che il sonno cali pesante su di me.
Fine capitolo 2
NDSei: Ah, HanaKun come sei carino ^_____________^
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