Hitachiin love story capitolo III - Sweet dreams... di Roxette
<RUMBLE!>
Un tuono interruppe i soliti turbolenti discorsi dei membri dell’host
club. Haruhi subito si alzò ringraziando per l’ottima cena. «Ah..
Io vado a dormire.. Buona notte a tutti!» disse Haru avviandosi, mentre gli
altri riprendevano da dove si erano interrotti i discorsi, anche se i due
fratelli non spiccicavano parola e nemmeno Mori e Honey. Solo Nekozawa e
Kyoya parlavano del temporale e delle onde calmanti che emanava con il suo
arrivo. Tamaki
invece si era già alzato per seguire la ragazza fino in camera sua. Una
volta dentro però, non si stupì nel non vederla. Si avvicinò
all’armadio vicino al letto e bussò con delicatezza. «Sei
li, my darling?» sussurrò il Tama a pochi centimetri dall’armadio. «Vattene,
non ti ho dato il permesso per entrar..!» Non finì la frase per il
rimbombo di un tuono, seppur lontano. «Dejavu..
Dai Haru.. apri, esci di li. Lo sai che starai solo che peggio..» sussurrò
appoggiando il viso sulle ante dell’armadio. «T-tu
vattene, me la cavo da sola questa volt..!» altro tuono. Tama si stizzì e
guardò l’armadio innervosito e provò ad aprirlo. «Haru!
Non mi muovo di qui fino a quando non sarai uscit..!?» neanche il tempo di
finire la frase che l’armadio si aprì pian piano. La vide rannicchiata.
Il capo chino sulle ginocchia strette al petto. Tama si avvicinò
inginocchiato lì davanti, le passò le braccia intorno al corpo e poggiò
la testa sulla spalla di Haruhi. «Eh..
Chissà perché me l’aspettavo di trovarti ancora qua dentro quando sono
entrato..» ridacchiò un poco. «F-forse
perché è una cosa stupida nascondersi in un armadio e le cose stupide sono
di tua competenza..» rispose Haru finendo per abbracciare Tamaki. I
fulmini erano sempre più vicini e la paura di Haruhi cresceva sempre più. «Su..
Forza, ora ti faccio uscire di qui..» sussurrò Tamaki prendendola in
braccio. Sentì un leggero sfarfallio nello stomaco. Aveva tra le braccia
Haru, che teneva la testa appoggiata sulla sua spalla e con le dita
stringeva in una morsa la sua camicia. Come avesse paura che lui si
allontanasse anche solo di qualche millimetro. Ma Tama non ne aveva alcuna
intenzione. Prese
il lenzuolo e lo posò a terra, di fianco al letto dove poggiò la testa
Tamaki, felice di tenere quel tesoro di Haruhi tra le braccia, stretta a se. I
tuoni erano ancora forti e Haru sobbalzava ad ognuno di essi. Tamaki
continuava ad accarezzarle la testa, i capelli di seta castana che
scivolavano tra le dita erano il miglior passatempo per Tamaki che si godeva
quelle sensazioni come un regalo dal cielo. Alla
fine del temporale si addormentarono entrambi così, tra le braccia
dell’altro. Appena
uscito dalla doccia, con solo dei pantaloncini corti e con un asciugamano
intorno al collo, Kaoru, si diresse verso il suo letto. Quella sera aveva
infatti chiesto a Nekozawa di poter avere un’altra stanza. La più lontana
da quella di Hikaru. Si
distese sul letto. Il temporale infuriava ancora quando si assopì ancora un
poco umido sul letto ad una piazza e mezzo. Si sentiva così.. solo e
affranto senza il suo adorato fratello per il quale provava un sentimento
così profondo da farlo piangere al solo pensiero. I
tuoni continuavano ad esplodere all’esterno mentre, sentì a malapena la
porta aprirsi ed il lento avvicinarsi di un passo che a lui era molto
familiare. Ma si sentiva talmente stanco per il nervosismo di quella
giornata, che non aveva la forza d’aprire gli occhi.. sentiva tutto come
un sogno.. Lo
scricchiolio del letto che confermava il lento salire di qualcuno su di
esso.. Il tepore incerto ma al contempo sicuro, di una carezza sul suo
viso.. Dopo
poco, delle labbra si posarono sulla sua guancia, poi sul suo collo passando
su tutto il suo torace. Brividi lo trapassarono da capo a piedi. Sentì poi,
qualcosa di umido che leccava con avidità il centro del suo petto, per poi
dedicarsi con attenzione al capezzolo sinistro, facendo fremere di più
Kaoru che si mosse contro quelle labbra dolci e avide. Si portò un dito
alle labbra mordendolo un poco. Delle
mani calde gli accarezzavano il petto. Percorsero poi il tragitto dal suo
collo all’ombelico, dove poi, vi si posero le labbra di quello
sconosciuto.. Ma sentiva che non era per niente uno sconosciuto, anzi.. I
suoi pensieri vennero interrotti dallo scivolare lento dei pantaloncini che
venivano tolti con estrema lentezza dal suo corpo nudo ed eccitato. La
consapevolezza di essere nudo e completamente alla mercè di quelle mani
curiose e dolci non lo faceva vergognare, anzi, sentiva sentimenti profondi
riaffiorare proprio in quei momenti. Il
temporale si avvicinava sempre più e Kaoru si comandava quale fosse stata
la mossa successiva di quell.. Il
filo dei suoi pensieri si perse nel momento stesso in cui sentì un tepore
umido sull’asta della sua eccitazione. Subito morse più a fondo nella
carne del dito che aveva fra le labbra. Con la mano libera afferrò le
lenzuola vicino al suo fianco e le strinse con forza. La dolce tortura
continuò. Sentì che lo “sconosciuto” aveva preso completamente in
bocca il suo membro eccitato e pulsante. Gli sembrava di impazzire, morse di
più il dito che teneva in bocca, tanto che un rigolo di sangue fuoriuscì
da esso. La tempesta ora infuriava proprio sopra di loro. Kaoru
stava per esplodere, e cominciò a muovere i fianchi verso quella persona,
che fece passare una mano dietro il suo fianco, continuando a pompare con le
labbra ed i denti tra i gemiti appena trattenuti dall’altro. Dopo pochi
secondi Kaoru si svuotò gridando il nome del suo amato Hikaru proprio
nell’istante in cui una saetta cadde lì vicino, facendo un rumore
assordante. Il suo corpo ancora tremante lo fece sentire stravolto e sudato.
Sentì come la presenza di quella persona su di se, ne poteva percepire lo
sguardo.. Allungò
la mano un poco insanguinata verso di lui e sentì che venne afferrata. Una
bocca, una lingua passò sulla scia che aveva fatto il sangue fuoriuscito
dal morso di Kaoru. Respirava con affanno, doveva avere il viso arrossato ed
un aspetto davvero stravolto.. «Hmm…
Hikaru…» mugugnò Kaoru sentendo poi il disagio della persona di fronte a
se. Si era irrigidito all’improvviso. Gli
poggiò la mano sul petto e, esattamente come il temporale, se ne andò
chiudendo la porta dietro di se. «Hm?»
mugugnò Mori sentendo bussare alla sua porta. Era talmente assonnato che
non si era neppure alzato per aprire. La
porta si spalancò ed un fulmine illuminò la stanza permettendo a Mori di
intravedere chi era entrato. Haninozuka. «Ta-Takashi..
Ho p-paura del temporale..» in realtà non aveva poi tutta questa paura, ma
non trovava altra scusa per dormire insieme a Mori. Takashi
non rispose, spostò solo un poco le coperte e Honey vi saltò sopra al
settimo cielo. Si rannicchiò come una micio vicino al padrone. Mori
si mise su un fianco per poterlo osservare mentre dormiva. Un privilegio
avuto poche volte in vita sua. Non dava per niente l’idea di essere
spaventato dal temporale, ma Mori già immaginava che, dopo quel pomeriggio,
volesse soprattutto ricominciare da dove si erano fermati. Honey,
infatti, cominciò a guardarlo con quegli occhioni enormi di cioccolato, che
lo facevano sempre fremere. Il viso arrossato chiedeva, ne aveva
l’esigenza.. il punto però era: lo avrebbe accontentato, o no? Continua
nel prossimo capitolo..
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