L'Immortale/Highlander

parte III

di Isarma

 

POV DI MITSUI

 

Sono trascorsi più di due mesi da quando ho rincontrato Ryu, più di due mesi da quando…..mah, non so neanch’ io, sono tornato a combattere ed ad uccidere, sto facendo proprio quello che ho giurato non avrei più fatto. E’ proprio vero il vecchio adagio popolare mai dire mai.

Eppure sembra che nulla sia mutato da quel pomeriggio:

Akira ed Hiro continuano a frequentare la scuola ed a giocare a basket…

Kaede ad andare a partite ed incontri per il suo lavoro…

Hana ad indagare su un caso che egli sa rimarrà sempre insoluto….

E Kimi…..continua a fare il suo lavoro tra gli osservatori ma tra noi tutto è cambiato.

Lo amo, e lui ama me, e tutto questo mi spaventa.

Erano secoli che non mi sentivo così e la sua presenza ora più che mai mi è diventata indispensabile.

Ho preteso che tutti loro si trasferissero qui, e per questo avrò l’eterna riconoscenza di Akira. Eh si!! Dopo le mie rivelazioni ci sono state le sue. Lui ed Hiro stanno insieme e l’unico a non sapere niente ero proprio io: il suo papà!! Ma dico!

È una fortuna che i genitori di Hiro siano musicisti famosi ora in giro per una lunghissima tournee, è sembrato naturale anche a loro che Hiroaki venisse a vivere qui, è già successo altre volte, e per me è più facile controllarli e proteggerli. Nessuno di loro finora ha dovuto affrontare situazioni di pericolo, ma tutta questa relativa calma è inquietante, non mi piace per nulla ed inevitabilmente la situazione cambierà. Ho saputo da Anzai che anche Sawakita sta venendo a Kanagawa, vorrà Kaede e la sua morte. Era ossessionato da sua nonna, ne era innamorato, un po’ come tutti noi.

Ultimamente mi abbandono sempre più ai ricordi, agli amici perduti e che probabilmente perderò ancora, e ripenso alla domanda di Kiminobu, se non ci sia un modo di annullare la maledizione senza doverci annientare a vicenda.

Non lo so, per lunghi secoli mi sono posto questo quesito ed ad esso non ho mai trovato risposta. Sarebbe bello se fosse possibile ma… io non lo credo.  

Dovrei concentrarmi e preparare la lezione di domani, insegno storia all’università, ed Akira si è sempre chiesto come questo fosse possibile, non ho propriamente né l’aspetto, né l’atteggiamento di uno studioso (i suoi genitori, invece, che sapevano, si preoccupavano molto di ciò che veniva insegnato nell’ateneo, scettici. Ma anche questo è un dolce ricordo come quasi tutti quelli che ho legati a loro.) Ed infatti io sono sempre stato un uomo d’azione, se così si può dire, ma sto facendo un favore ad un’amica e devo dire che dopotutto è una cosa che mi diverte, e poi non è da tutti poter raccontare la storia come testimone oculare. Forse è anche per questo che lo faccio, per non dimenticare, per poter raccontare i fatti come li ho vissuti ed ho scoperto che mi piace che qualcuno mi ascolti. Anche se a volte ho dovuto un po’ modificare la realtà così come io me la ricordavo, per non sconvolgere troppo i miei allievi. Ed è stupido che osservatori ed immortali non possano incontrarsi mai, loro che dovrebbero essere degli storici, attraverso il racconto delle nostre vite, per testimoniare che anche noi siamo esistiti, quando più nessuno della nostra razza vivrà.

È rassicurante come pensiero, in fondo, la speranza di una nostra memoria anche dopo la morte, una continuità di noi, quando nessuno di noi sarà più, così che non si sia vissuto invano. Solo nel ricordo, io credo, possa esistere la vera eternità, non la nostra che è dolore e solitudine.

Per questo provo sgomento quando la mia mente, vagando nelle nebbie della mia memoria, non riesce ad avocare a sé il volto di ogni amico, amante, uomo o donna, creatura mortale od immortale che ho incontrato, alcuni persi negli abissi del tempo, sono solo ombre ormai, proprio come le civiltà in cui ho vissuto, gli dei in cui avrei dovuto credere.

Non so quanto durerà ancora tutto questo, anni…decenni….secoli…per noi non ha importanza, solo…..

Ripenso ad Hiro ed Akira, sono l’uno il primo amore dell’altro ed hanno detto che staranno insieme per sempre.

Sempre, è terribile come parola, nessuno ci fa mai caso, anzi essa è accostata molto spesso a qualcosa di bello, ma implica un tempo infinito, come me, come non vorrei più essere.

Sogni perduti….illusioni perdute…….speranze perdute…….

Tutto questo mi ha portato l’immortalità eppure a noi è stata concessa la possibilità di conoscere nuovi mondi, vedere nuove ere, apprendere nuove realtà .

Il futuro per noi dovrebbe implicare possibilità infinite, ma perché io non riesco più a scorgerle?

L’immortalità è un mito ed un’utopia per gli uomini, per alcuni di noi, invece, la vera utopia è l’uomo.

Immortale è ciò che sono.

L’eternità ciò che temo.

La vita umana ciò che agogno.

Eppure, ancora una volta, tutte queste sono solo parole, perché io sono legato ad un fato che sta per compiersi e che posso solo accettare.

Akira mi ha chiesto se l’immortalità è solo sofferenza: no, certo che no, nessuno potrebbe resistere, ma…..gli stessi ricordi piacevoli e belli rendono più acuto il dolore e la paura di non poterli vivere mai più.

Mah!!! Come sono pensieroso oggi, chissà poi perché.

Kuso! Sento la presenza di un altro immortale, impugno la spada e scendo di corsa le scale, Akira sta per aprire la porta ma lo scanso malamente, mi stanno osservando come se fossi pazzo ma la loro espressione muta quando si accorgono della spada.

Apro la porta e…..

“Kitcho!!” mi preparo ad un abbraccio fraterno, quanti anni sono che non lo vedo, ma il suo pugno mi travolge ed io mi ritrovo con il sedere per terra.

“EH!?” beh.. non era certo questo il saluto che mi aspettavo da lui!

“Ladro di mariti!”

Cosa? Ma che sta dicendo ‘sto deficiente?

“Toh” e mi lancia un libro. Tra l’altro siamo rimasti nella posizione iniziale, io mi affretto ad alzarmi ed a farlo entrare in casa, non voglio dare spettacolo.

“Che è ‘sta roba?”

“Un libro, baka!”

“Grazie, questo lo vedo anche da me!” sto iniziando ad irritarmi, l’ho mai detto che sono una testa calda? E lui è come me, ma non posso fare a meno di sorridere con nostalgia al pensiero di noi ragazzi, nella nostra terra. E lui mi sorride di rimando.

“Leggi il titolo Hisashi” ma ora la sua voce, nel pronunciare il mio nome, è piena di dolcezza ed affetto.

“Lo schiavo del tempo*? E che c’entro io scusa? E poi che vuol dire ladro di mariti?”

“Leggi qui” e mi indica alcune pagine.

Inizio la lettura dove lui mi ha additato….Shakespeare….non c’è che dire! Sto ridacchiando divertito, perciò inizio a leggere a voce alta, facendo tutti loro partecipi in modo che capiscano la situazione.

“….i suoi muscoli erano duri come le colline di Gaidhealtachd, dove era nato…….” Come fa a conoscere il nome del nostro paese di origine? Mah, va beh “……una criniera di capelli da far invidia a Lancillotto…..” mai stato simpatico, preferivo Artù “…..i suoi occhi blu, cupi e profondi come una notte senza stelle…..” e qui la descrizione è un po’ meglio, com’è che mi ricorda qualcuno?

“doveva essere bellissimo” affermo provocatorio.

“Va avanti” mi esorta Fukuda ed ha stampato sulla faccia un ghigno molto bastardo e sadico.

“…….Hisashi Mitsui era un cavaliere senza macchia e senza paura, un guerriero solitario……”

Cosa??? Devo aver visto male, torno indietro ma il nome è proprio il mio. Ma come è possibile? Sono tutti, ovviamente, sorpresi, tranne Kitcho, lui sa qualcosa.

“Allora penso che tu mi debba delle spiegazioni.” Cerco di assumere un tono di voce arrabbiato, ma non lo sono veramente, per lo meno non con lui, sono troppo felice che sia qui, e poi questa faccenda mi incuriosisce.

“Credevo che tu conoscessi l’autore del romanzo e che ci andassi a letto ma a quanto pare non è così. Solo non capisco perché tu debba fare la parte del fottuto eroe!”

“Beh….perché lo sono….. è il destino di noi bellissimi! Soichiro Jin…..uhm..no, non lo conosco. Chi è?”

“Uno scrittorucolo da strapazzo che ha deciso che tu debba fare l’eroe ed io l’antagonista. Ti sembro un rozzo bifolco? Mi spieghi perché devo essere io il personaggio negativo?”

“Beh, brathair, perché sei brutto, mi pare ovvio!”

“Oh grazie, molto gentile, ora mi sento molto meglio!” e scoppiamo entrambi a ridere.

“Comunque, brathair, ho diritto ora ad un saluto tra parenti?”

“Uhm, si, direi di si” e ci abbracciamo baciandoci sulle guance.

Poi Kitcho si volge verso Hiro ed Akira “Come siete cresciuti, siete due uomini ormai!!” e li abbraccia entrambi.

“Kaede non c’è?”

“No, tornerà più tardi con Sakuragi, lui è Kiminobu Kogure”

“Piacere”. Kimi è spaesato e lo capisco, deve essere strano per lui vedermi comportare così, ma ogni volta che c’è Kictho io ritorno ragazzo.

E ripenso ai nostri sedici anni, così diversi da quelli di Akira e di Hiro, eravamo due irresponsabili attaccabrighe, impazienti, sempre alla ricerca di un avversario con cui misurare la nostra spada. Da un anno uomini, non più costretti a portare la bulla per tenere a bada gli spiriti, credevamo di essere i padroni del mondo ma eravamo solo due ragazzini, innocenti entrambi, non ancora colpiti dal tradimento e dalla morte. Cercavamo allora di ribellarci ad un destino già tracciato per noi, nel quale non avevamo nessuna possibilità di scelta, ma non era certo la decisione più saggia, tuttavia nessuno di noi lo era mai stato.

Eravamo brathrean, fratelli di spada, amici giurati, una promessa antichissima e che i nostri padri avevano fatto prima di noi ci legava davanti a Belenos, che è Signore della Luce, ed allora credevamo che sarebbe stato per sempre.

Ma a volte ho la sensazione che soltanto questa sofferenza sia eterna e null’altro, eppure, nel momento in cui ho avuto più bisogno di lui Kitcho è stato al mio fianco.

“Uhm, come ospite lasci a desiderare Hisashi”

“Oh scusa ! la mia casa è la tua casa! Accomodati” ed accenno una scherzosa riverenza “e poi penso che tu debba raccontarmi una storia, come fai a conoscere questo scrittore, perché lo conosci, no?”

“Vieni” e batte una mano accanto a sé “rinverdiamo i vecchi tempi!”

“Uhm, no, entrambi ubriachi non è uno spettacolo educativo per loro”

“Eh, eh hai ragione!”

“Comunque mi spieghi perché diavolo c’è il mio nome su questo libro?”

“E’ una lunga storia”

“Oh, io ho tutto il tempo del mondo. Akira che fai?”

“Niente, volevo solo vedere che c’è scritto sopra. Ohhhh accidenti! Hiro guarda, potremmo sperimentare!! “ ed un sorriso malizioso gli compare sul volto, ma insomma, è ancora piccolo, ha solo sedici anni, no?   

“Akira, maledetto hentai!” ecco come reazione questa di Hiro mi piace di più, non si fanno queste cose, ma poi lo vedo sorridere dolcissimo a mio figlio, ed Hiro non mi è mai parso più bello, sembra una creatura ultraterrena e riesco a capire perché Akira lo ami.

“Sono proprio cresciuti, eh Hisashi!!”

“Si, lo sono” e so che il mio sguardo e la mia voce si sono addolciti, fa bene al cuore guardarli.

Se quel pomeriggio di due mesi fa loro non fossero stati così maturi e forti da accettare e capire……io avrei perso tutto questo e la mia vita sarebbe stata nuovamente una notte senza fine.

“E poi Fukuda-san, papà non potrebbe mai andare a letto con questo Jin perché lui è innamorato di Kogure-san!”

Cosa? E quando se ne sarebbe accorto? Io e Kimi siamo stati attentissimi, Akira aveva già avuto abbastanza rivelazioni sconvolgenti, credevo gli sarebbero bastate per una vita intera. Vedo Kimi abbassare lo sguardo e sorridere imbarazzato.

“Hn, se non fosse stato per me tu non lo avresti mai capito!”

Ma quanto parla oggi Hiro, Akira poi ridacchia impacciato, ah è così!! I due piccoli impiccioni hanno chiacchierato su di noi! Uhm, un ghigno molto poco rassicurante compare sul mio volto, che si godano lo spettacolo!! Attiro Kimi nel mio abbraccio, lo stringo forte a me e lo bacio e dopo un iniziale momento di titubanza lui mi ricambia e come ogni volta il suo profumo ed il suo calore mi danno alla testa, non potrei mai saziarmi di questo giovane e coraggioso uomo e sono felice che lui abbia scelto di rimanere al mio fianco.

“Wow!!” questo è Akira

“Hn, lo avevo detto io.”

“Hisashi,lascialo respirare!!” E’ il commento divertito di Kitcho, che bastardo!!

“Va al diavolo Brathair!” ma sorrido loro e loro sorridono a me, la mia famiglia, non permetterò a nessuno di far loro del male, a nessuno.

E questo libro potrebbe essere un problema, se questo umano sapesse troppo di me e svelasse troppo io potrei essere vulnerabile, un problema perciò che devo subito affrontare.

“Comunque non mi hai ancora detto come fa questo umano a conoscere sia me che te, mi stai nascondendo qualcosa?”

E nel frattempo prendo il telefono.

“Che fai?”

“Sto cercando di chiamare l’editore, c’è la mia vita qui sopra ed io non so neanche come faccia a conoscerla, non è una cosa che mi piaccia molto. Ascolta, Kimi, non potrebbe essere un osservatore o qualcuno che ha accesso ai vostri diari ? Non vedo altra soluzione.”

“Hisashi gli ho raccontato tutto io!”

“Cosa?! E perché, ma sei impazzito?”

“Era il mio compagno ed io volevo che mi conoscesse, che non ci fossero inganni tra noi, e tu eri una parte importante della mia vita brathair! In ogni caso è quasi tutto frutto della sua fantasia di scrittore, non dei miei racconti”

“Va bene” ma chissà perché gli credo molto poco, sembra tanto una di quelle balle che raccontavamo da ragazzi per tirarci fuori dai guai, ma poggio il telefono, voglio concedergli il beneficio del dubbio, per ora.

 “Ha scritto così di te per vendicarsi quando tra voi è finita, ed io questo lo capisco. Ma mi spieghi io che cavolo c’entro? È la mia vita questa ed io non voglio che sia data in pasto a tutti, non riesco a sopportarlo!” E davvero questo pensiero mi tormenta, tutto il mio dolore, tutte le persone che ho conosciuto ed amato, tutti i miei ricordi, appartengono solo a me, e sono preziosi, voglio essere io a decidere con chi condividerli.

“ È diverso dal diario degli osservatori, molto diverso Kimi.”

Non voglio che si senta in colpa per me, e se è lui non mi dispiace che conosca me ed il mio passato, per questo comprendo Kitcho.

“Comunque voglio parlare con questo Jin, tu fa quello che vuoi!”

“Io voglio riprendermelo!”

“Fa tu, non sono affari miei!”

“In ogni modo, quanto gli hai detto di me?”

“Oh, ancora! Ti ho detto che non gli ho raccontato poi molto, va bene qualcosina, ma sono solo cosette senza importanza!!” cerca di sminuire.

Com’è che continuo a non credere a neanche una parola? Non insisterò, non otterrei nulla ma cercherò anch’io questo Jin , credo che sia meglio.

 

Kimi stasera è tornato nella casa degli osservatori ed Hiro ed Akira sono andati a dormire, così come Kaede ed Hana.  Siamo rimasti solo io e Kitcho e finalmente possiamo parlare un po’.

“Sono veramente cresciuti entrambi, ma quanti anni sono che non venivo più qui Hisashi?”

“Quasi dieci, è ovvio che siano cambiati, solo noi non mutiamo mai”

“Dieci anni, Kami!! Akira ora sa tutto, gli hai detto chi sei?”

“Più o meno. Non sa dei suoi genitori, credimi quel giorno pensavo di aver preteso troppo da lui ed invece……”

“Come farai Hisashi quando la morte si avvicinerà ad ognuno di loro, come andrai avanti?”

“Non lo so, non voglio pensarci, e poi l’adunanza è vicina, Kitcho, potremmo morire anche noi perciò…

sei qui per questo, principalmente,no?”

“Uhm, no, soprattutto per quell’uomo. Lo amo. Oh non fare quella faccia scettica, non è una delle mie solite infatuazioni, sono davvero innamorato di lui. Ed ora capisco cosa volevi dire tanti secoli fa. Ma lui mi ha lasciato ed io non capisco perché. Gli ho raccontato tutto di me” poi mi osserva meglio “beh…ho tralasciato qualche particolare, soprattutto su di te, però volevo che condividesse tutte le mie esperienze, quei luoghi, quelle persone, erano la mia vita ed io volevo che lui ne facesse parte. Per un po’ tutto è andato benissimo, poi mi ha abbandonato, è sparito ed io non sapevo più dove trovarlo. L’ho cercato più di un anno, brathair, e poi se ne viene fuori con questo schifo, dove tu sei il fottuto eroe ed io il rozzo bifolco!!”

“Inizi a ripeterti Kitcho”

“Oh per favore!! E poi quella damigella che lui descrive non era una damigella ma una…una….”

“Per favore!” tiene davvero a quel mortale, di solito lui è il tipo a cui pare scivoli tutto addosso, anche se non è così.

“Hn, va beh, era quello che era. E poi eri tu a puzzare, non io!”

“Non puzzavo, prego” rispondo piccato “odoravo di cavallo, erano giorni che quasi non scendevo di sella.”

“Va beh, comunque avevi bisogno di un bagno!”

“Ehi!! Me lo vuoi rinfacciare ancora per i prossimi due secoli?” mi fingo offeso.

“Ok” e ride alzando le mani in segno di resa

“In ogni modo, io lo amo davvero Sashi, io…..non mi ero mai sentito così prima, sono euforico e spaventato e vorrei che tutto questo non finisse mai, ed adesso mi manca tantissimo e vorrei che fosse sempre con me.

Ti sei mai sentito così Hisa?”

“Si” sorrido mesto “qualche volta. Tutto questo finirà, Kitcho, un anno….dieci….un secolo…. Non ha importanza ed il dolore di perderlo ti spezzerà il cuore, letteralmente.”

“Perché mi dici questo?”

“Perché tu sappia a cosa vai incontro.”

“Ma sapendolo cambia qualcosa? Smetteresti di amarli?”

“No”

 “Ed allora sarà lo stesso per me, per questo voglio riconquistarlo e capire dove ho sbagliato. La prima volta che l’ho incontrato era un ragazzino dinoccolato, molto tranquillo e pensai che fosse fragile e bisognoso di protezione, ma …mi sbagliavo. È forte Hisashi, testardo e tenace nel perseguire i suoi scopi, scrivere era una sua grande passione ed io lo consigliai di farlo raccontando ciò che gli era più congeniale. Gli anni che abbiamo vissuto insieme sono stati tranquilli e sereni ed io, per la prima volta dopo secoli, non mi sono più sentito un esule fuori luogo ovunque si trovasse, con lui al mio fianco non ho più rimpianto la nostra casa ed i vecchi tempi ma ho pensato al presente ed al futuro . E lui era il mio presente ed il mio futuro.”

“Lo capisco.” Mi inginocchio davanti a lui e prendo le sue mani tra le mie. Sarebbe stato il mio coraggioso generale, avremmo combattuto per l’onore e la gloria del nostro popolo,insieme sempre, l’uno al fianco dell’altra.

“Ti avrei seguito ovunque, mio principe, avresti solo dovuto chiederlo”Kitcho ha seguito il corso dei miei pensieri, era inevitabile, da quando abbiamo iniziato a parlare c’è sempre stato un lieve contatto telepatico tra noi, vecchie abitudini.

“Lo so, lo so.” E siamo esuli entrambi in un posto che non ci appartiene, se solo…..

“Kaede assomiglia terribilmente a sua nonna: è bello come lei ed ha la sua stessa grazia.”

“Già, ma il carattere è tutto quello del nonno.”

“Si, me ne sono accorto” e mi sorride

E Tatsuya Rukawa è morto da secoli ormai, e lei…. sono più di dieci anni.

“Eravamo un po’ innamorati di lei, vero?”

“Tutti lo eravamo. Ma quando vide Tatsuya per noi non ci fu più niente da fare.” Ed io l’ho vista sopravvivergli e piangere la sua morte anche dopo secoli, consumarsi lentamente nel suo ricordo, bramando un passato che non sarebbe più potuto tornare. Vivendo per suo figlio e per suo nipote, sperando che non dovessero mai soffrire come noi.

“La sabbia della clessidra non fermerà il suo corso, Hisashi. Non si può tornare indietro o modificare ciò che è stato.

È inutile vivere sperandolo.”

“Lo so” Ma questa sera, forse anche per via della sua presenza, sono malinconico e nostalgico.

Siamo rimasti in pochi ed alla fine solo uno di noi sopravvivrà.

“Se rimanessimo soltanto noi due tu mi uccideresti?”

“Che razza di domanda idiota mi stai facendo? Io …..”

“Te la sei posta anche tu però, non è forse vero?”

Si è vero, ci ho pensato molto spesso ultimamente e non so davvero cosa farei.

Ucciderlo? E come potrei? È il mio più caro e vecchio amico ed anche se ci sono stati periodi i cui non ci siamo visti per decenni, io sapevo che lui era vivo e stava bene, e questo mi bastava, questa consapevolezza mi ha aiutato nei momenti peggiori. Perderlo significa recidere definitivamente l’ultimo legame, il più saldo, il più amato, col mio passato. Di uomo, non di immortale.

Vivere con la colpa della sua morte credo che mi sarebbe intollerabile, eppure sarei disposto a morire per lui?

“Non so, non so darti risposta, né lo voglio, in verità. E tu, tu cosa faresti?”

 “Saresti stato il mio re, la mia vita e la mia lealtà ti appartengono.”

“Non siamo più su Gaidhealtachd.”

“No, è vero, ma alcuni legami sono impossibili da spezzare, né lo vorrei.”

Ed ha ragione lui. Tutti noi siamo avvinti da profonde catene, che ci uniscono l’uno all’altro, senza che ce ne accorgessimo, vincoli di dovere e potere, di amore e di morte.

“Domani cercherò Soichiro per parlargli”

“Ed io verrò con te. Io e quel mortale abbiamo un lungo discorsetto da fare.”

 

Oggi la casa è silenziosa, sono solo e mi manca la loro presenza. E pensare che ci sono stati secoli in cui ho cercato la solitudine, desiderata ed agognata come se fosse il mio ultimo appiglio, la mia unica salvezza, per non impazzire.

Avevo paura di vivere ed amare perché in fondo sapevo che sarei rimasto di nuovo solo. Mi allontanavo dal mondo e dagli uomini, rifiutandoli, sperando di non soffrire più, e poi….non so come questo sia accaduto, ma i genitori di Akira, Akira soprattutto, ed Hiro, Hana, Kaede, e Kimi, ora più che mai, mi hanno fatto riscoprire il piacere di non essere più solo. Il piacere di una casa invasa dal vociare allegro di bambini e di ragazzi, una casa calda piena di vita. Come loro, come forse un tempo ero stato io.

Sto sfogliando il libro di quel Jin, facevo bene a non fidarmi di Kitcho, solo cosette, tsè…..mi prende per un imbecille, gli ha davvero raccontato troppo, decisamente, e lui in effetti fa una pessima figura, il moccioso si è messo di impegno per fare di lui l’eroe negativo e ci è riuscito veramente bene, perché sembra un essere spregevole e viscido, cosa che non è stato mai.

Chissà poi perché è finita tra loro, uhm…preferisco non saperlo, l’ultima volta che ho deciso di impicciarmi di affari di cuore stavo quasi rimettendoci la testa.

Il suono del campanello mi distoglie dai miei pensieri. Apro la porta e davanti a me compare un ragazzo alto, molto alto, ed all’apparenza fragile, con due grandi occhioni da cerbiatto, uhm carino, ma io non l’ho mai visto.

“Si?”

“Cercavo Hisashi Mitsui”

“Sono io”

“Sono Soichiro Jin, avrei bisogno di parlarti se fosse possibile.”

“Si entra, anch’io devo discutere con te del tuo libro. Allora?”

Lo osservo mentre si siede facendogli intendere che aspetto da lui delle spiegazioni. Lo vedo guardarsi intorno ed osservare attentamente l’ambiente circostante.

“Giochi a basket?”

“Mio figlio. Ascolta io voglio sapere come mai hai scritto quelle cose sul tuo libro, su cosa si basano?” Non posso fidarmi di Kitcho di quello che gli ha detto, devo sapere se sono sue ricerche o racconti di quell’idiota in modo poi da poter agire di conseguenza.

“Oh, si basano su alcuni fonti storiche. Nelle ballate di alcune nazioni compare spesso il nome di Hisashi Mitsui, pensa che anche la descrizione del suo aspetto fisico è sempre la stessa, e sono millenni che si hanno notizie di lui nelle varie leggende.

È una figura che mi ha incuriosito ed affascinato: l’eroe buono che combatte contro i malvagi, che si butta a capofitto nelle battaglie, senza temere né la morte, né il dolore, che vive per secoli.

Ho iniziato a fare ricerche su di lui ed anche se non moltissime vi sono tracce che attestano la sua esistenza, egli ha viaggiato per i cinque continenti, disposto ad offrire l’aiuto della sua spada a chi ne avesse avuto bisogno. Da qui è nata l’idea del romanzo e degli altri che verranno ambientati in varie epoche”

“Ce ne saranno altri?” chiedo allibito.

“Certo che si, questo è stato un successone, ma per avere maggiore pubblicità ho bisogno dell’Hisashi Mitsui di questo momento ed è qui che entri in gioco tu!”

“Nani? Non credo di aver capito, io non ho intenzione di partecipare a questa pagliacciata. E poi tu non crederai che io e l’Hisashi Mitsui di cui hai notizie siamo la stessa persona? Colui di cui tu parli dovrebbe avere diversi secoli, è impossibile ti pare?”

Mi sorride “No, certo che no. Penso piuttosto all’archetipo di un eroe romantico, buono e coraggioso.” Lo vedo avvicinarsi “Immagina……” decisamente si sta avvicinando un po’ troppo a me “……quanta solitudine ha dovuto sopportare…..” e mi getta le braccia al collo, facendomi cadere sul divano e sedendosi cavalcioni su di me “….quanta sofferenza e tristezza……” e lui non sa quanto queste sue parole siano vere e facciano dannatamente male “Gli uomini e le donne farebbero pazzie per un uomo così…….” E mentre lo dice ha iniziato a sbottonarmi la camicia, tento di afferrare le sue mani “….io le farei…..” ma il suo bacio mi coglie di sorpresa.

Il rumore di un tonfo riporta entrambi alla realtà.

“P….papà?! disturbiamo per caso?” ed Akira è terribilmente rosso in volto mentre me lo chiede.

“Z…zio che stai facendo?” Hiro è allibito, ma chi mi preoccupa maggiormente è Kimi, è furioso e non fa nulla per nasconderlo.

“A quanto pare è arrivato il rodeo in città!” sibila gelido.

“Non è come pensate” dico un po’ fiacco, scrollandomi di dosso Jin ed alzandomi.

“Ciò che io penso Hisashi è meglio che tu non lo sappia. Ed almeno allacciati i pantaloni. Che spettacolo davanti a tuo figlio ed Hiro!” e la sua voce è piena di disprezzo. Dove è finito il mio buon e dolce Kiminobu?

“Ehm…noi dobbiamo fare i compiti, vieni Akira!” ringrazio mentalmente Hiro e maledico quel disgraziato di mio figlio, perché lo sento dire: “ma io volevo vedere Kogure-san picchiare papà!”

“Hisashi ora è meglio che me ne vada, ma ripensa alla mia proposta”

“Non c’è niente da pensare, io non sono la marionetta di nessuno.”

“Ne riparleremo” e ci saluta andandosene. Ora nella stanza siamo rimasti solo io e Min-kun.

“Come hai potuto Hisashi, era il compagno di un tuo amico, e Fukada è ancora innamorato di lui. Come hai potuto fare questo ……a me? Non avevi detto che ero il tuo amore?”

“E lo sei Kimi” i suoi occhi sono lucidi “ È tutto stato uno stupido equivoco, Min-kun, solo un equivoco”

“L’hai baciato!”

“No, questo è un bacio…..” prendo il suo volto tra le mani e sfioro in una lenta e languida carezza le sue labbra con la lingua chiedendo il permesso di entrare. Kimi socchiude la bocca per me e risponde al mio bacio.

“Questo era un bacio Min-kun, vedi la differenza?” le sue gote sono lievemente arrossate ed i suoi occhi brillanti,mi piace vederlo così! E rimanendo abbracciati mi siedo sul divano con lui in grembo.

“Cosa sa di te, Hisashi?”

“Molto e nulla”

“Non capisco”

“Sa molte cose di me e di quello che ho fatto, ma ovviamente non pensa che sia io, piuttosto un archetipo di eroe.”

“Ah si!? Sto con una creatura leggendaria?”

“Uh, uh. Dovresti essere lieto e ringraziare.”

“Attento Hisa, ti ho perdonato, ma….non tirare troppo la corda.”

“Ok” ed affondo il volto tra i suoi capelli.

“Davvero Hisashi si parla di te?”

“Si, in alcune leggende e racconti popolari. Può succedere se esci indenne da ogni battaglia.” E lo dico con indifferenza, dopotutto quello che la maggior parte dei mortali può aver pensato di me nel corso dei secoli non mi è mai interessato. Io cercavo solamente in ogni sfida ed in ogni battaglia una ragione per vivere, o forse, una scusa per morire.

“Il tuo corpo era indenne, ma il tuo spirito ed il tuo cuore?”

Oh Kimi come puoi capirmi così?

“A volte ho creduto che combattere per ciò che ritenevo giusto fosse un buon modo per dimenticare e per espiare.”

“Per espiare?”

“Si, avrei potuto evitare quello che successe al mio popolo, e forse anche la maledizione. Avevo il potere per farlo, ma ero un irresponsabile ed affidai tutto nelle mani di chi ci tradì, preoccupato solo di me stesso e del mio volere.

Gran parte della sofferenza delle mia gente è da imputarsi a me.”

“Perché fai sempre così?”

“Così come Kimi?”

“Accusarti di colpe non tue. Ognuno di noi è responsabile solo delle proprie scelte e delle proprie azioni, ma solo delle proprie, non di quelle di altri.”

“Kimi, io….. grazie”. Grazie perché mi fai stare bene, perché hai fiducia in me, perché mi ami pur sapendo chi sono.

“È un duro lavoro Hisashi, ma qualcuno deve pur farlo.” Afferma divertito.

Ha nuovamente letto nella mia mente, ma ormai non me ne curo più, probabilmente non se ne accorge neanche e sono io stesso a permetterglielo ed a cercare un contatto con la sua.

“Cosa dirai a Fukuda?”

“Nulla, assolutamente nulla. Non vuoi mica rimanere vedovo prima del tempo vero?” sto scherzando, ma fino ad un certo punto. Non dirò proprio a Kitcho che il suo uomo ci ha provato con me, mi taglierebbe la testa. Anche se non credo che per il caro Soichiro lui sia indifferente. Tutte le sue azioni, dallo scrivere quel libro al corteggiarmi sono rivolte a ferirlo ed ingelosirlo, non certo per odio, lo avrei percepito. Uhm forse un aiutino a brathair potrei anche darlo, gli consiglierò di cercare il moccioso e di parlargli e così me lo toglierò dai piedi.

 

Kogure non era molto d’accordo con Mitsui sul fatto di non intervenire. Voleva che Fukada e Jin si rimettessero insieme il più presto possibile, perché gli dispiaceva per loro e poi….trovava fastidioso che quello scrittorucolo ronzasse intorno ad Hisashi, beh….aveva scoperto di essere geloso di lui, ed era veramente sorpreso di sé, non capiva cosa gli stesse succedendo, molti comportamenti avuti non erano da lui, ma amare Hisashi……. Gli provocava reazioni inaspettate.

Certo, pensò, se Jin aveva saputo che Fukuda era un immortale e viveva da secoli doveva essere stato difficile capirlo ed accettarlo. Per lui, in fondo, era stato più facile, conosceva da sempre gli immortali ma Jin…. Jin no, e tutto questo doveva essere stato sconvolgente, forse si era sentito ingannato e tradito ed anche spaventato.

Anche lui lo era un po’.

Pensava alle persone che Hisashi aveva amato e con cui era stato nel passato, cercava di immaginarsi i loro volti ed i loro caratteri e si chiese se era possibile la gelosia retroattiva e se era possibile esserlo di persone morte da tempo.

Perciò in questo stato d’animo un po’ particolare si avviò verso la libreria dove sapeva Jin avrebbe firmato autografi e parlato del suo libro. Quando assistette ad una scena che non si sarebbe davvero aspettato: Fukuda, infatti, aveva si trovato Jin ma ora se lo era caricato su una spalla e si stava dirigendo verso un parco lì vicino.

Kogure era indeciso sul da farsi, seguirli forse non sarebbe stato giusto, così come ascoltare ciò che si sarebbero detti, però nello stesso tempo era preoccupato per Jin (le reazioni di un immortale sono sempre imprevedibili) e desiderava parlare con lui. Decise quindi di accodarsi a loro tenendosi a distanza in modo da non poter ascoltare quello di cui avrebbero parlato. Era un osservatore no? Guardare da lontano era il suo mestiere.

 

“Finalmente mi hai messo giù. Mi spieghi che diavolo ti è preso Kitcho?”

“Perché hai scritto una cosa simile Soichiro? Perché parli così di me?”

“È solo questo che ti interessa? Il fatto che tu faccia una brutta figura?”Ed il tono con cui lo chiedeva era deluso e furioso al tempo stesso, dunque non gli interessava di loro? In cuor suo, nel momento in cui aveva iniziato a scrivere il romanzo riversando sull’antagonista dell’eroe tutto il suo astio per Kitcho, astio a dir la verità assolutamente ingiustificabile, aveva sperato che Fukuda lo cercasse per capire, dimostrando così il suo amore. Faceva, in effetti, molto romanzetto romantico, ma quando si trattava di lui non era mai ragionevole.

“No, assolutamente no, ma perché tanto rancore nei miei confronti? Dove ho sbagliato Soi? Ascolta vieni a cena con me tu parlerai ed io ascolterò, ascolterò davvero. Va bene?”

Jin desiderava parlare con lui, lo amava ancora, e poi questo atteggiamento di Fukky era proprio quello che aveva sperato, però nello stesso tempo, in completa contraddizione con sé la sua ragione gli diceva di mandarlo al diavolo, di farsi odiare in modo da poterlo tenere lontano da sé, ma come sempre accadeva, quando si trattava di Kitcho, fu il cuore ad avere il sopravvento. Era ancora spaventato, come avrebbe mai potuto competere con i suoi amanti passati? Lui era solo un semplice ragazzo mortale, nulla più, però voleva fortemente anche dargli un’altra possibilità, sapeva, infatti, che per quanto facesse, dimenticarlo gli sarebbe stato impossibile.

“Va bene” ed il sorriso felice che gli rivolse Fukuda lo riscaldò e fece correre più veloce il sangue nelle vene. Era un sorriso carico di promesse.

 

Kogure vide Fukuda allontanarsi e decise di avvicinarsi a lui.

“Jin?”

“Oh tu sei l’innamorato di Mitsui!” certo che ne aveva di faccia tosta! Prima corteggiava Hisashi e poi definiva lui il suo innamorato.

“Sono Kiminobu Kogure, vorrei parlarti.”

Jin acconsentì e si diressero verso un bar.

“Perché hai scelto Mitsui come eroe positivo del tuo romanzo?”

“Perché Kitcho mi aveva parlato molto di lui come di un caro amico, di un uomo coraggioso. Parlava di lui sempre con rispetto ed affetto…….”

“…..e tu hai pensato che per farlo ingelosire fosse perfetto mettersi a corteggiare Mitsui anche se solo attraverso un libro.”

“Si mi dispiace Kogure, non sapevo che stesse con te, non volevo creare problemi tra voi.”

“Va bene. Ma perché ti comporti così con Fukuda? Non sei ancora innamorato di lui?”

“Ho avuto paura”

“Paura. Quanto sai di loro?” Kogure iniziò a comprendere la situazione, era proprio come lui si era immaginato.

“Un po’…” Jin scosse la testa “….no, non è vero. So molto.

So della maledizione, dei duelli, del fatto che vivranno per sempre e non invecchieranno mai.

Ed ho avuto paura.

All’inizio ho creduto che, in fondo, fosse una cosa senza importanza, ma poi ho cominciato a riflettere: io sarei diventato vecchio e brutto, mentre lui sarebbe rimasto per sempre giovane e forte e così…..”

“Lo hai lasciato prima che lo facesse lui.”

“Si. Tu sei nella mia stesse situazione, non hai paura di amarlo Kogure?”

Kiminobu valutò la sua domanda: aveva paura di amare Hisashi? Ne aveva, ed anche molta, ma non per i motivi a cui pensava Jin.

Aveva paura di vedere la sofferenza ancora una volta nei suoi occhi e di percepirla nella sua mente, di vedere di nuovo le sue lacrime, versate per lui, ed in cui era racchiuso un dolore che, forse, egli non avrebbe mai compreso. Aveva paura dell’adunanza che si avvicinava, dei duelli che avrebbe dovuto affrontare, lo spettro della morte aleggiava su tutti loro, e temeva per Hisashi, che potesse ancora rimanere solo, perché lui sarebbe invecchiato e la sua vita avrebbe avuto termine, era inevitabile, faceva parte dell’essere umano ed Hisashi non avrebbe potuto far nulla per impedirlo ed avrebbe sofferto ancora.

Erano queste le cose che temeva, solo queste.

“Tu non ti fidi di Fukuda. Se credi che possa lasciarti perché invecchierai e che ti ami solo per il tuo aspetto e la tua età allora non rispetti né lui né te stesso. Amare è difficile e lo è anche stare con una persona, non puoi avere la certezza che tra voi non finirà mai e questo avviene sia che il tuo compagno sia un immortale od un mortale, sia che sia un uomo od una donna. Amare è un po’ un atto di fede, dopotutto, non saprai mai come andrà a finire, ci provi e speri, se credi che quella sia la persona giusta per te. Ma se non sei pronto ad affrontare dei rischi, a soffrire, non potrai neanche coglier il piacere dell’essere due perciò…. Dagli un’altra possibilità Soichiro, credo che Fukuda ti ami, se lo merita.

Ah un’ultima cosa giù le mani da Hisashi: lui è mio!”

“Uhm… tutto questo discorso voleva solo ribadire un’affermazione di possesso?” chiese Jin sorridendo.

“Si, credo di si.” Ed una dolce risata uscì dalle labbra di Kogure. “Come vi siete conosciuti?”

“Oh è stato parecchi anni fa. Io ero poco più di un ragazzino. Lo incontrai ad una conferenza ed iniziammo a parlare. Passammo i giorni successivi a chiacchierare di noi ed a conoscerci. Sapeva così tante cose, aveva visto così tanti posti, e poi era molto gentile e disponibile. Io gli confessai che la mia passione era scrivere e lui mi incoraggiò e mi consigliò, credendo sempre in me. Mi sentivo amato ed accettato, e stavo bene con lui ma poi….”

“…..Ti disse di essere immortale”

“Si, aveva viaggiato moltissimo, era stato seduto al fianco dei potenti, aveva conosciuto pittori e poeti, grandi scrittori, sarebbe vissuto per sempre ed io sarei rimasto Soichiro Jin, solo questo.”

“Capisco.”

“E tu come hai conosciuto Mitsui?”

“È una storia un po’ complicata, non so se posso parlartene, scusami.”

“Non importa. Lo conosci da molto?”

“Uhm, direi di si, e più di quanto tu possa immaginare” ed uno strano sorriso illuminò il volto di Kogure. “Vieni andiamo a casa, chiariamo la situazione con Hisashi e poi stasera parlerai con Kitcho.”

 

POV DI MITSUI

 

Jin è davvero matto. Perché fare tutto questo casino? Per ingelosire Fukuda? Così rischio io di rimetterci la testa. Andato a letto con lui? Tsè…. Io amo Kimi, come può importarmi di qualcun altro? Su questo Akira ha ragione.

Comunque inevitabilmente sorrido, è la prima volta che lo vedo così, veramente innamorato, ma in un certo senso posso capire Jin. So per esperienza che non è facile accettare ciò che siamo. Io sono stato fortunato con tutti loro, più di quanto osassi sperare….ma non è sempre stato così. E forse legare un mortale a noi non è giusto, è costringerlo ad affrontare una realtà diversa, condannarlo a vivere un vita differente, e forse non migliore.

Non so, tante volte mi sono posto queste domande ma non sta a me decidere, ma a coloro che vivono con me, io posso solo accettare la loro scelta.

Ahh non di nuovo!! Ma cos’è tutti gli immortali oggi hanno deciso di incontrarsi a casa mia? Impugno la spada, ma….

Per fortuna è solo Kitcho, ma cosa fa ‘sto deficiente?

“Che fai, entri dalla finestra?”

“Uh,uh, come ai vecchi tempi, brathair, quando eri in punizione e non potevi uscire.”

“Ma allora era un po’ più complicato.” E sorrido al ricordo.

“Già ero diventato un provetto scalatore, fortunatamente, poi, arrivava tuo fratello e salvava entrambi.”

“Già.” Ed adesso lui, invece, è diventato il mio peggior nemico.

Stringo convulsamente i pugni ripensando a lui, a noi. Maledizione!! È doloroso, ho perso chi più amavo, e di chi più mi fidavo. Ha tradito me ed il nostro popolo. Mi ha lasciato solo. Per secoli ho vissuto odiandolo, o perlomeno, credendo di odiarlo, ma ora quando penso a lui, provo solo un gran vuoto ed un’immensa tristezza.

“Va tutto bene Hisashi?” Kitcho si è avvicinato a me poggiando la sua mano sulla mia spalla in un gesto di muto conforto.

“Si tutto bene, brathair.” E la mia voce suona falsa anche alle mie orecchie.

“Non avrei dovuto nominarlo.” Esclama contrito.

“No, brathair, non è nulla davvero” e cerco di sorridergli rassicurante, ma so che è solo una smorfia stanca.

Mi guarda molto poco convinto ma poi decide di cambiare argomento. Grazie Kitcho.

“Comunque stasera andremo a cena insieme, vedrai saprò riconquistarlo.”

“Hn, contento tu, dopotutto i pazzi con i pazzi stanno bene!”

Ah quanto mi piace provocarlo!

“Voi mi state offendendo messere!” Infatti.

“Come osate insultare me ed il mi compagno? Ne va del mio onore!”

Oh come mi diverto!

“En garde!” e sfodera la spada.

Uhm fa sul serio dunque!

“Al vostro servizio” rispondo con un inchino e sguainando la mia.

Quanto tempo era che non combattevo per il puro piacere di farlo?

Il suono delle lame che si scontrano.

Il sibilo della spada che fende l’aria.

Il fruscio dei nostri vestiti ed il rumore dei nostri passi che scandiscono il ritmo di una danza antica e guerriera ove ogni movimento è conosciuto e nuovo al tempo stesso.

Questa è musica!

Il sangue che romba nelle orecchie e scorre più veloce nelle vene, l’adrenalina che rende l’aria elettrica, l’eccitazione nella sfida, quanto tempo!

Tutte queste sensazioni sono come una droga di cui un guerriero difficilmente può fare a meno, ma ora……tutto questo si tramuta in orrore e morte.

“Ite!” mi ha colpito sul braccio con la spada!

“Non ti hanno mai detto che non bisogna distrarsi?” ed un sorrisetto di sfida compare sul suo volto.

“Ah è così? Ti faccio vedere! Sono sempre stato il migliore, brathair!”

Stiamo per incrociare le spade quando….

“Hisashi cosa state facendo?” sono entrati Kimi e Jin.

“Vi state battendo per me?” chiede Jin.

“No, certo che no!”

“SI!! Lui è mio!”

“Tienitelo non lo voglio!”

“Hisashi stai sanguinando?” Kimi è preoccupato ma dovrebbe sapere che questo per me non è nulla.

“Tranquillo Kimi”

Lo vedo voltarsi infuriato verso Fukuda e Jin, è un giovane lupo ed è solo per me.

“È tutta colpa vostra idioti! Tu, scimmione, lui ti ama! E tu Jin diglielo e facciamola finita!”

“Davvero mi ami Soichiro? Allora perché?”

“Perché si è spaventato, baka! Tutte quelle storie su di te grande guerriero, storico, consigliere di re e regine, è stato troppo! Sembravi troppo perfetto per essere vero! Gli hai dato alla testa è ovvio che sia scappato! Chi vorrebbe avere Adone come rivale?”

“È vero Soi?” il volto di Kitcho è sorpreso, ma in fondo la reazione di Jin è stata più che naturale.

“Si”

“Ma…..allora mi ami!” Kitcho mi sembra un po’ scemo a volte.

“Si” lo vedo avventarsi sulle sue labbra e baciarlo. E poi diceva a me ! Sono imbarazzanti!

“Com’è che noi arriviamo sempre in questi momenti?” è Akira

“Dovrei arrestarli per oltraggio al pubblico pudore” è Hana

Vedo Kitcho separarsi finalmente da Jin e sussurrargli “tu puoi competere con Adone”

“Ah Hiro! Perché tu non sei così?”

“Perché mi arresterebbero!” E scoppiamo tutti a ridere.

Quanto adoro questo ragazzino! È perfetto per Akira.

“Comunque ora avete fatto pace vero?” chiedo per essere rassicurato, non vorrei correre il rischio di ritrovarmi uno di loro tra i piedi ed, ancora peggio, di essere coinvolto in un loro litigio.

Vedo Fukuda sorridere a Jin accarezzandogli il volto.

“Si, direi che è tutto risolto, non è vero koi?”

“Si, tutto a posto”

“Meno male, quindi non scriverai più quella serie di libri?”

“Ecco…..questo penso di non poterlo fare mi dispiace.” Ma non mi sembra affatto dispiaciuto.

“Non puoi perlomeno cambiare il protagonista?”

Fa cenno di diniego con la testa “no, temo di no. È proprio il protagonista il fautore in gran parte del successo del romanzo” e mi sorride ammiccante “Anzi avrei un ultimo favore da chiederti.”

“No, non se ne parla nemmeno, arrangiati.”

“E dai Hisashi che ti costa starlo a sentire?”

“Ora che sei sicuro che non ti tradisca con me ti diverte tutta questa situazione, vero?”

Mi sorride “e poi Hisashi tu adori essere l’eroe romantico.”

“Non è vero.” Cerco di difendermi sperando di trovare un po’ di appoggio ed un piccolo aiuto in uno di loro, ma non ottengo niente.

“Ascolta quello che ha da dire e poi deciderai, va bene?”

Kimi anche tu ti coalizzi contro di me? “E va bene.”

“Grazie. È molto semplice: devi solo venire al ricevimento di presentazione del libro. Se presentassi Kitcho come protagonista, per quanto io lo ami, non avrebbe lo stesso effetto. Tu sei stupendo.”

“Ehi!!” protestano indignati Kimi e Kitcho.

“Non ricominciare, eh!”

“Appunto koi.”

“No, no era solo una constatazione, davvero.”

“Se io vengo a questo ricevimento tu poi la smetti e mi lasci in pace?”

“Si”

“Va bene. E sia”

“Grazie. Ci vediamo domani” e mi da l’indirizzo “Fukky andiamo tu mi devi una cena.”

“Molto volentieri Jinjin” e prima di uscire mi saluta e fa il gesto della vittoria. Ridacchio, non cambierà proprio mai.

“Su, non guardatemi così, per me è stata davvero una giornataccia. È faticoso essere così desiderati.”

“Eh lo so! È proprio vero!” esclama Akira che non ha ancora imparato quando deve stare zitto.

“Che vuoi dire porcospino?” è, infatti, il ringhio minaccioso di Hiro.

 “Ehm… niente Hiro-kun, davvero” ma inizia a scappare inseguito da Hiroaki.

“Che stupidotto!” è il commento affettuoso e divertito di Hana.

“Si, un po’.”  Ma adoro mio figlio anche per questo, sono loro con la loro giovinezza e la loro vitalità a dare un senso alla mia esistenza.

Li osservo: i sorrisi di Kaede ed Hiraoki, la risata allegra di Hana, quelle cristalline e dolcissime di Akira e di Kimi, sono impresse nelle mia memoria, attimi che vorrei cristallizzare e sottrarre per sempre al logorio del tempo.

 

Dopotutto andare al ricevimento per la presentazione del libro di Jin non è poi stata una cattiva idea. Lui e brathair tubavano come due colombi ed ho scoperto un lato della personalità di Kimi molto inaspettato, ma che mi è piaciuto molto e che ha gratificato la mia vanità molto più delle occhiate ammirate che ho ricevuto. (Ero stato costretto a mettermi a lucido) Kimi è un tipo incredibilmente geloso ed io devo dire che ne sono molto felice. Anche Hiro lo è ed Akira sguazza tutto soddisfatto in questa situazione.

Alla fine sono stato costretto a portare pure loro, o meglio, Akira voleva assolutamente venire, Hiro ne avrebbe fatto volentieri a meno, lui odia stare in mezzo alla folla ed alla confusione, ma per far felice Akira ha acconsentito. Ed io sono stupito di quanto sia già profondo ed intenso il loro legame. Hiro è controllato e razionale, anche se ha un carattere molto chiuso ed introverso, Akira invece è allegro e pieno di voglia di vivere, ma un po’ svagato e distratto, l’uno mitiga gli eccessi dell’altro traendone vicendevolmente forza.

Chissà come avrebbe affrontato Akira questa situazione se non avesse avuto Hiro al suo fianco. Preferisco non pensarci….amo troppo entrambi. Ed ancora una volta mi sorprendo per l’amore incondizionato che provo nei loro confronti, proprio io, che credevo di non essere più in grado di amare, ed invece…. Amo e sono amato, ed è una bella sensazione.

“È stato divertente il ricevimento vero?” sto provocando Kimi siamo rimasti solo io e lui in salotto.

“Si molto divertente, Hisashi, ti piace pavoneggiarti vero?”

“Beh, ammettilo Min-kun non è eccitante stare con il più desiderato della festa?”

“Hisashi Mitsui tu sei un arrogante…..”e mi bacia la punta del naso “……spaccone…..” e mi sfiora la fronte “….fin troppo sicuro di te….” E mi accarezza le labbra con le sue “…..ma, in fondo, sopportarti è la mia missione.” E la sua risata argentina è un balsamo per il mio dolore.

“Kimi posso chiederti una cosa?” vorrei sapere se anche lui in questi mesi ha pensato e provato le stesse emozioni di Jin, se ha condiviso la medesima paura……

“Si ho paura anch’io della tua immortalità ma non nella stessa maniera di Jin”

Prende la mia mano e la poggia sulla sua tempia, in un gesto che gli ho insegnato io, segno di massimo condivisione tra telepati. La sua mente è libera, solo per me, affida tutto se stesso, tutto ciò che è lui, a me. Non avevamo mai avuto un rapporto telepatico così profondo, molto simile a quello di due telepati quando fanno l’amore, ma allora la condivisione è reciproca.

Ed io vedo frammenti della sua infanzia e della sua adolescenza, l’incontro con Anzai, la decisione di diventare osservatore. Il suo primo incarico sul campo, la prima volta che mi vide con Akira bambino, la curiosità nei miei confronti che poco per volta si è trasformata in rispetto ed affetto. Tutta la sua vita, tutte le sue emozioni scorrono davanti a me, mi sfiorano, ma sono emozioni delicate e gentili, intrise di dolcezza e pace, come è lui. Ed ho la conferma di un uomo buono e forte, coraggioso ed intelligente, curioso e fiducioso.

L’emozione che provo è talmente forte da togliermi il fiato, la sua fiducia in me il suo amore assoluto, è una resa incondizionata, eppure sono io colui che lui vede con i miei difetti ed i miei peccati e per la prima volta in vita mia credo che se gli parlassi di me, di cosa ho compiuto nei due secoli della mia ‘pazzia’, del mio popolo e della mia vita di allora io sarei perdonato.

E poi percepisco anche la sua paura per me, per ciò che accadrà quando loro non saranno più. 

“Kimi io…….. non so se sono ancora pronto a fare questo, io…..”

“Non occorre Hisashi, era ciò che io desideravo, non devi anche tu se non te la senti. Ma prima o poi Hisashi Mitsui cadrai completamente ai miei piedi!” e sorride divertito.

Ma io lo sono già Min-kun, solo che voi non lo avete ancora compreso.

“Resta con me Kimi”

“…..ora e per il tempo che verrà…..”

 

*chiedo scusa ai fan di Anne Rice, ma mi è piaciuto moltissimo quel libro e non ho resistito.

 

Note:  questo capitolo si rifà molto ad un episodio del telefilm, ed il modo di intendere il rapporto tra telepati è ispirato a Darkover di M.Z.Bradley.