Pairing: MitKo il principale con SenKosh ed HanaRu

Raiting: PG

Spoilers: non ce sono

Desclaimer: i personaggi non appartengono a me ma al Sensei Inoue io mi diverto solo a fantasticarci su.

Note: forse i personaggi saranno un pochino OOC soprattutto Mitsui. Il mio indirizzo e-mail è commenti e critiche sono graditi ^__^

Note2: un ringraziamento a Soffio che deve sorbirsi i miei deliri in anteprima e che ha corretto gli errori.

 

 



L'Immortale/Highlander

parte II

di Isarma

 

Hiroaki Koshino provava un insolito calore accanto a sé, che non ricordava di aver avuto affianco dalla sera prima, inoltre le sue narici erano invase da un profumo familiare e che lui aveva sempre trovato rassicurante: il buon odore di Akira, solo …..non capiva come questo fosse possibile.

Si sa, la mattina è uno dei momenti più traumatici della giornata e per Koshino svegliarsi non era mai stato facile, le sue cellule celebrali erano un po’ più lente ed avevano qualche difficoltà a mettere a fuoco le situazioni; impiegò qualche secondo a realizzare ciò che era accaduto, poi: “AKIRAAAAAA!!!!!!!” un urlo disumano squassò la casa, avrebbe avuto la capacità di far risorgete i morti dalle tombe, ma…….ovviamente non svegliò un certo porcospino umanoide. Hiro era indeciso se tirargli le ciocchette di capelli, ora libere dalla costrizione del gel, o scuoterlo per farlo destare, ma poi, guardando il volto sereno e finalmente rilassato di Akira e gli occhi che, comunque, erano ancora un po’ gonfi, conservando ancora in sé alcune tracce di pianto, decise di tornare nella posizione iniziale, si riaccocolò accanto a lui e lo strinse maggiormente a sé, per dare e ricevere conforto da quel corpo tanto amato.

Rimase a pensare per un po’ a quello che era successo in quei giorni, la scomparsa di zio Sashi, la paura ed il tormento di Akira, il suo dolore e la sua preoccupazione, il suo sollievo, infine, dopo aver sentito Kogure, la tranquillità dopo aver ascoltato la voce del padre. Si ricordò del presentimento di Akira, convinto purtroppo che il peggio non fosse ancora passato, ma anzi dovesse ancora venire. Tutto sarebbe cambiato, non certo tra lui ed Akira, qualunque cosa fosse successa non avrebbe abbandonato mai il suo koibito, mai, forse tra Akira ed Hisashi le cose non sarebbero più state le stesse e non sapeva davvero come mai sentiva così. Comunque, finalmente, il sonno amico lo colse di nuovo.

 

“Hiro si è accorto che Akira si è infilato nel suo letto” disse ridacchiando Hanamichi.

Alla fine né lui né Kaede, consci della pericolosità della situazione, si erano sentiti tranquilli a lasciare da solo Akira, così mandando all’aria i suoi piani da seratina romantica, riposavano nella stanza accanto a quella dei due ragazzini.

“Hn”

“Povero volpacchiotto!! Il risveglio è sempre un problema, vero?”

“Doaho!!”ma sorrideva mentre lo diceva. Kaede, ormai sveglio, si sciolse dall’abbraccio del suo koibito e si accomodò contro la spalliera del letto “come mai sei tornato così tardi Hana? Ho provato ad aspettarti alzato ma poi devo essermi addormentato”

“Lo so Kaede, scusami.” Ed un’ombra di preoccupazione oscurò il bel volto di Sakuragi. “E’ che la situazione diventa sempre peggiore, abbiamo trovato altri cadaveri decapitati, e tutti alla centrale stanno impazzendo a cercare un perché ed una soluzione a queste morti, ma io non posso mica dirglielo, ti pare? E poi sono spaventato per te Kaede. No, non sbuffare kitsune! Sono preoccupato per te ed Hisashi, so che dici che sono un doaho, ma non lo sono sai, ed il mio è un intuito da tensai” un leggero sorriso a fior di labbra “credo che tu sia in pericolo, ora. Anche se finora siamo stati tranquilli la situazione è cambiata.”

“Ma Hana io sono solo un mezzosangue, non faccio parte del ‘gioco’ ” cercò di rassicurarlo Kaede, anche se in cuor suo sapeva di mentire.

“Ma sei potente, amore, molto potente, vorranno il tuo potere per poter sconfiggere Hisashi. Infine il loro scopo ultimo rimane sempre lui.

Tra le altre cose è anche aumentato il numero di persone morte, umani come me, ma con uno strano tatuaggio sul polso. Pensa che in centrale hanno iniziato a parlare di sette segrete ed omicidi rituali.”sbuffò scuotendo il capo.

“Gli osservatori” fu il sussurro di Kaede

“Nani?!”

“Gli osservatori, me ne ha parlato Hisashi, sono una società segreta che da secoli veglia sugli immortali, non interferendo mai nelle loro vicende ma riportando ciò che essi fanno, solo che gli immortali non dovrebbero essere a conoscenza della loro esistenza….”

“Ma tu lo sei!!”

“I genitori di Akira erano osservatori”

“Ah! Ma non hai detto che non dovrebbero interferire con gli immortali?”

“Per questo furono uccisi.”

Un silenzio cupo da parte di Sakuragi accolse questa notizia.

“Tu credi che queste morti siano collegate le une alle altre, vero Hana?”

“Non ne sono sicuro, ma penso di si”

“Ma perché?”

“Non so Kacchan, siete voi gli esperti in questo genere di cose, non io.”

“Hn, stavo pensando alla telefonata del sempai Kogure, cosa c’entra lui con Hisashi?”

“Non lo so, non so proprio, comunque stasera avremo una risposta alle nostre domande, ti pare?” una mano tesa “Forza kitsune, vestiti ed andiamo a svegliare i due fanciulli, che stamani li accompagno io a scuola prima di andare in centrale” una risata calda, come a volerlo rassicurare che sarebbe andato tutto bene.

Una mano stretta, due forze che si sommano insieme, due animi saldi, per proteggere e combattere al fianco di coloro che amano.

 

POV DI HISASHI

 

“Non ti fa bene fumare così di primo mattino! ”

“Kiminobu?! Non ti ho sentito arrivare, è preoccupante che io sia così rilassato con te!”

“E’ davvero un problema Hisashi?”

Ora il volto di Kimi è teso, è dispiaciuto per quello che ho detto. Il bacio di ieri è stato un istinto naturale, un impulso irrefrenabile, ma ora a mente fredda e dopo la notte insonne, non so se sia stata la cosa più giusta da fare. Metterò in pericolo anche lui, più di quanto non sia già e con me stesso almeno posso ammettere di aver paura e di perdere tutti quanti loro.

“Hisashi, so badare a me stesso!!”

“Maledizione, Kimi, hai di nuovo letto nei miei pensieri, non dovresti, sai! Ma fai così con tutti?”

“No, solo con te, soprattutto quando ne sono l’oggetto. Sono qui davanti a te, parlami Sashi, non penso sia corretto che tu mi ignori così!”

“Kimi, tu hai idea di quello che accadrà?”

“Si, certo, per questo voglio essere con te!”

“Ma…..” so però che le mie parole andranno sprecate, avverto la sua determinazione, non si tirerà indietro ed ha ragione lui, non è un ragazzino, ma un giovane uomo, ben consapevole di ciò a cui va incontro. Ha passato gran parte della sua vita tra gli immortali, come osservatore, ci conosce perfettamente, e sa alcuni di noi cosa sono in grado di fare, non è un indifeso, solo, se gli succedesse qualcosa io…..

Ma come ha fatto ad insinuarsi così profondamente dentro di me, toccare così le corde della mia anima, solo Akira ed in parte Kaede, poco per volta, giorno per giorno, erano riusciti a coinvolgermi così profondamente, ma lui….chiudo gli occhi sospirando a fondo, sento le sue braccia avvolgermi il collo ed il suo capo poggiarsi sulla mia spalla, è preoccupato per me. Come può lui, un umano, così fragile, desiderare proteggermi? Come è possibile? Eppure mi sento bene con il suo calore, avvolto dal suo profumo, ma ho paura che quando lui scoprirà che cosa sono stato per ben due secoli, leggerò la delusione nei suoi occhi ed io non vorrei…mai, ma deve sapere, è giusto così. Ma un problema alla volta.

Oggi, quando tornerò a casa, parlerò ad Akira, di me e dei suoi genitori, non posso più procrastinare e prego tutti gli dei che ho conosciuto e nei quali non ho mai creduto, che mio figlio possa perdonarmi.

“Non preoccuparti, andrà tutto bene, io sarò con te.”

Sì lo so, e so di essere egoista ma….ho bisogno di lui.

 

Kogure percepiva tutta l’ansia e l’angoscia di Hisashi, abbracciarlo, cercare di consolarlo, gli era venuto naturale. Dopo il bacio della sera precedente aveva compreso finalmente di appartenergli, era ciò che desiderava da tantissimo tempo, ma sentiva che Hisashi era titubante, diviso a metà tra il bisogno di proteggerlo e di averlo al suo fianco e per un attimo si vide con gli occhi di lui: luminoso….fortissimo….bello. Fece fatica a riconoscersi, non aveva mai pensato a sé in quei termini, e si amò per come lo vedeva lui.

“Andrà tutto bene Hisashi, ogni cosa la affronteremo insieme.”

“Lo so, Kimi, lo so” e c’era sollievo e tristezza nella sua voce.

Parlare con Akira era necessario, era giusto anche avvertirlo di quello che sarebbe stato. Non poteva prevedere, in effetti, come si sarebbe evoluta la situazione, perché pur essendo Hisashi lo spadaccino migliore, e forse più potente del suo popolo, ciò nonostante poteva succedere ciò che era accaduto con Miyamasu e di fronte ad una simile ipotesi anche Mitsui era vulnerabile.

Si accorse del file aperto da lui sul suo computer: “hai letto quello che ho scritto su di te?”

Il suo tono era vagamente accusatorio, non voleva, ma si sentiva terribilmente in imbarazzo e sperava ardentemente che questo non si riflettesse sul colorito della sua faccia che sentiva diventare sempre più bollente. Accanto alle notazioni sui comportamenti tenuti da Mitsui e sugli scontri da lui affrontati, c’erano anche le sue osservazioni personali, una specie di diario. Quando aveva iniziato ad innamorarsi di lui, fin quasi da subito probabilmente, aveva sentito l’impellente necessità di scrivere in maniera più personale il tumulto di sensazioni e sentimenti che il vederlo vivere gli provocava.

“Non preoccuparti, Kimi, ho letto solo il resoconto delle mie azioni, nulla più!”

“Sei tu ad aver letto, ora, nella mia mente!” era indignato….

Una risata gentile “no, ma è abbastanza evidente che sei a disagio, sulla tua faccia si potrebbe cuocere un uovo!”

Ma….ma….lo stava prendendo in giro! Però era felice di essere lui a provocargli quell’espressione serena negli occhi, la stessa che aveva quando sorrideva delle marachelle di Akira.

Una vita semplice, senza battaglie epiche o poteri devastanti, solo….una vita da essere umano.

“Non ho letto cosa pensavi di me, sono i tuoi pensieri ed a noi telepati viene insegnata la riservatezza” ed il suo era un rimprovero divertito nei suoi confronti “ma quando tu lo vorrai, se lo vorrai, sarò onorato di saperlo”un sorriso sincero.

“Si” Di nuovo un bacio a suggellare un ulteriore patto tra loro.

“Comunque non credevo di aver affrontato così tanti immortali nel corso di questi anni.”

“Uhm, si sono veramente parecchi, solo che non ne hai ucciso nessuno. E’ stato un po’ imprudente forse come atteggiamento, anche atipico in verità, non credo che nessun altro immortale si sia comportato così.”

“Oh, non credere! Altri immortali cercano di evitare i duelli, non provano alcun interesse per il potere altrui, vorrebbero solo vivere tranquillamente, se così si può dire…..

In effetti è un bel dilemma sai, degli immortali che non bramano la reminiscenza il desiderio più grande, in fondo, sarebbe semplicemente vivere una vita mortale ma perché questo accada è necessario rimanere l’unico sopravvissuto, però questo significa uccidere anche altri immortali, che magari nel corso degli anni sono stati tuoi amici o compagni ed allora in questi casi i tuoi desideri si scontrano con il tuo onore, ciò che è necessario, per la tua stessa sanità, con ciò che ritieni giusto e ……non è sempre facile prendere una decisione.”

“Deve essere strano?”

“Cosa?”

“Un’amicizia ed un amore che valicano indenni i confini delle epoche, non so, in effetti è una cosa che non riesco ad immaginare. Nei diari noi riportiamo anche le relazioni che avete avuto tra di voi, come avete interagito gli uni con gli altri, ma capire cosa vi ha portato ad agire così…beh non lo sapremo mai.” E si sentì in colpa, per se stesso e per la società segreta di cui faceva parte, per secoli avevano studiato gli immortali come se fossero cavie da laboratorio, registrando ogni loro comportamento, cercando di apprendere ogni più intimo particolare della loro esistenza, guardandoli uccidersi tra loro, senza però mai interrogarsi su cosa essi realmente provassero. Solo interessanti oggetti di studio, nulla più, perché poi, che scopo aveva in fondo la società degli osservatori? Non lo sapeva. Da quando aveva conosciuto Hisashi le domande che lo assillavano ed alle quali non sapeva trovar risposta erano aumentate sempre più.

“Non angosciarti Kimi, e guarda il lato positivo, se tu non fossi stato un osservatore noi non ci saremmo conosciuti. Un vero peccato.” E lo strinse maggiormente a sé facendo combaciare il suo petto con la sua schiena.

“Non sto leggendo nella tua mente, ma quando tu pensi a me, io lo sento. Mi capita lo stesso con Akira ed a volte anche con Kaede. Come è possibile che tutto questo sia accaduto così in fretta io non lo so, Kiminobu, però è così.”

“Sei spaventato?” forse era una domanda un po’ stupida da fare ad un immortale, ad un guerriero che aveva attraversato i secoli, però gli era venuta spontanea.

“Un po’” ed intrecciò maggiormente le loro mani. “Ma lo affronteremo insieme”

“Si, finché avrò vita”

“O ne avrò io, considerata la situazione neanche io sono più invulnerabile.”

E poi rimasero così, per un po’ in silenzio, stretti tra loro, assaporando la presenza reciproca.

 

POV DI MITSUI

 

Ci sono diversi tipi di silenzio, quello imbarazzato ed angosciante che si prova con persone che non sentiamo poi così affini, e poi c’è il silenzio buono, quello che è come una calda coperta, come il grembo materno che ti accoglie e ti culla, come l’abbraccio di un amante.

Il silenzio che provo ora e che sto condividendo con Kimi appartiene al secondo genere, solo lui e lieve contatto mentale tra noi, mi dona pace e forza per affrontare ciò che sarà.

Ed il mio pensiero corre ad Akira e Kaede, in un modo diverso saranno in grado di affrontare ciò che accadrà? Potranno mai perdonarmi?

Akira è forte….ma è solo un ragazzo, e Kaede….. è molto abile con la spada e nell’uso dei suoi poteri ma….non ha mai ucciso ed io vorrei che questo non succedesse mai, perché quando alla fine di tutto io mi specchierò nelle loro iridi, vorrei ancora vedere la luce nei loro occhi di mare….

Penso a questo giovane uomo tra le mie braccia, ai suoi occhi buoni e saggi,alla sua forza nascosta da un sorriso, alla sua determinazione ingentilita dalla sua dolcezza…...

Penso ad Hana, al suo coraggio ed alla sua vitalità…

Penso ad Hiro, ai suoi sorrisi rari e puri come diamanti…

E mi chiedo se alla fine di tutto io sarò ancora con loro e loro vorranno ancora essere con me.

Ho amato poche creature nella mia vita immortale, ho provato affetto e rispetto per poche altre, ho condannato me stesso all’atarassia perché fuggivo da una realtà che non potevo cambiare, che non avevo la forza di modificare….ed ora invece tutto ciò che di più prezioso ho avuto nel corso dei secoli è qui accanto a me.

Ho preso la mia decisione, ho scelto, farò ciò che Anzai mi ha chiesto, in fondo ho sempre saputo che sarebbe stato così, fin dall’inizio, eoni fa, in un altro mondo …..in un’altra era…..

Sospiro chiudendo gli occhi ed abbandonandomi ai ricordi, e penso a te fratello mio, all’uomo che sei stato, alla promessa che mi facesti allora, al mio giuramento; l’adunanza è vicina, lo sento, come lo sanno tutti gli altri immortali che si sono radunati a Kanagawa. E’ tempo che il destino si compia.

“Un soldino per i tuoi pensieri!!” la sua voce carezzevole mi riporta qui, in questo luogo, tra le sue braccia.

“Valgono così poco?” chiedo sorridendo.

“No, per me valgono molto…ma eri così assorto!”

“Non è nulla. Davvero. Forza voglio andare a casa da Akira.”

Mi allontano da lui, ed ora so cosa devo fare. Sono di nuovo me stesso grazie a loro, e farò ciò che devo, anche contro te…. Che un tempo sei stato mio fratello.

 

Percorriamo la strada per giungere a casa mia in silenzio, so che Kimi avrebbe molte domande da pormi, prima fra tutte il rapporto esistente tra me e Ryu, ma sa che ora tutta la mia mente ed i miei pensieri sono rivolti ad Akira ed a ciò che gli dirò.

La verità non è mai gentile, molto spesso neanche consolante, ma è giusto che lui sappia, ho taciuto troppo a lungo, solo…..ho paura di una sua eventuale reazione, perdere Akira, il suo sorriso, vedere un’espressione ferita nei suoi occhi, non potrei sopportarlo ma temo che sarà ciò che avverrà ed ora io lo aspetto, con Kimi al mio fianco, in questa casa che è stata il mio rifugio per tanto tempo.

Un messaggio di Kaede sul mobile dell’ingresso, la lucetta della segreteria che lampeggia per la presenza di messaggi inascoltati, l’aroma del caffè della prima colazione ancora nell’aria, i libri di Akira sul tavolo, il pallone e le scarpe da basket gettati in un angolo, questo è il tempio della mia vita mortale, e sarà anche la sua tomba, perché comunque vadano le cose niente sarà più come prima.

Percepisco la presenza di Kimi accanto a me, è rassicurante e piacevole, stringo la sua mano tra le mie alla ricerca del suo calore e ne bacio il palmo, lui arrossisce ma sorride.

Forse oggi non sarà la fine della mia vita umana ma solo un nuovo inizio, come tanti ce ne sono nella vita di un uomo.

 

Odo la porta di casa aprirsi e dall’ingresso provenire la voce allegra di Akira, quella morbida e vellutata di Kaede, quella profonda e calda di Hana e quella bassa ed un po’ roca di Hiroaki e tutte si uniscono per formare un’amata e nota armonia. Questo è il mondo in cui ho vissuto per quasi quindici anni, che ho amato, che ho cercato di proteggere e da oggi tutto cambierà. Come non lo so, ma lo scoprirò tra breve.

“Akira” strano come suoni calma la mia voce.

“PAPA’!!”e corre ad abbracciarmi, lo stringo a me. Ormai mi ha superato in altezza, le sue spalle sono larghe, l’ombra della barba si scorge sulle sue guance, un giovane uomo. Mio figlio. Ed io sono fiero di lui.

Con un cenno del capo saluto anche Hana, Kaede ed Hiro.

“Dobbiamo parlare Akira, è importante”

Vedo gli altri tre pronti ad andarsene ma li trattengo, in fondo è giusto che anche loro ascoltino “Rimanete, in parte questo riguarda anche voi Hana e Kaede. Hiro resta così risparmiamo ad Akira il disturbo di venirti subito ad informare.”E li vedo diventare rossi entrambi “lui è Kiminobu Kogure”

“Sempai”

“Kogure-san”

Dunque è così. Lascio che i miei sensi percepiscano ogni loro emozione, ‘avverto’ la sorpresa di Hana e di Kaede, la curiosità di Hiro ed Akira, la preoccupazione e l’amore di Kimi per me.

E sia, ormai io non posso più tornare indietro, respiro a fondo cercando di riordinare i miei pensieri, non è facile per me ricordare il mio passato, non sarà facile per Akira apprenderlo. Il proprio passato è qualcosa che nessuno può modificare, nessuno, nemmeno io, per quanto lo vorrei.

E Kami solo sa quante volte ho sperato, desiderato, che tutto questo fosse solo un incubo. Io mi sarei svegliato nella mia stanza, nel palazzo di mio padre, mio fratello mi avrebbe sorriso come sempre, mi sarei preparato per andare a cavallo e sarei stato libero….da responsabilità…dolore…rimpianti.

No, è inutile, il pensare continuamente a ciò che è stato non serve a nulla e poi….non avrei mai conosciuto loro.

Va bene, ora l’unico problema è come dirglielo “Sai Akira sono immortale!”, penserà che io sia completamente impazzito, non mi crederà mai, l’unico modo è dimostrarglielo, e speriamo in bene.

Mi alzo e vedo il pugnale che mi regalò mio padre, uno dei pochi ricordi della mia era e che si è conservato integro. Akira mi ha sempre chiesto che cosa fosse, è molto bello. L’elsa è incastonata di pietre preziose, che formano lo stemma della mia casata, un lupo i cui occhi sono rossi come il sangue che ho versato, se fossi rimasto nel mio regno esso sarebbe stato del mio primogenito, in un simbolico passaggio di consegne per il futuro re di Gaidhealtachd, adesso invece svelerà tutte le mie menzogne.

“Papà!?” la sua voce è tremante e sorpresa, sto avvicinando la lama al mio polso, in modo che laceri la pelle e la mia carne, in attesa di un dolore conosciuto…..l’unico che io sia mai stato in grado di sopportare.

 

POV DI AKIRA

 

“Papà!?” la mia voce è spaventata perché sta avvicinando il pugnale al suo polso? Guardo Kaede, Hana e Kogure-san e sui loro volti non vedo né paura né sorpresa, solo…..tanta tristezza, come se loro sapessero ciò che sta per compiersi e non avessero nessuna possibilità di modificarlo. Hiro,   invece, è sconvolto come me, osservo ipnotizzato il movimento della lama che in una carezza macabra lacera le vene lasciando sgorgare rubineo plasma, caldo e vischioso, corro ancora verso di lui urlando “PAPA’!!” terrorizzato, perché sta facendo questo davanti a me? Perché nessuno lo ferma? Un sorriso tristissimo e stanco compare sul suo volto, Kami Sama! La sua espressione mi spezza il cuore! Afferra la mia mano e la poggia sulla sua ferita, il sangue sta rallentando la sua uscita e sento il taglio rimarginarsi velocemente sotto i miei polpastrelli, lo fisso incredulo non riuscendo a capire cosa stia succedendo, incapace di proferire parole che non siano balbettii sconnessi

“Ma come…..cosa….non capisco….”

Perché, perché sta accadendo tutto questo? E’ come se il mio mondo stesse deflagrando lasciando me come unico superstite in una landa sconosciuta.

“Akira siediti per favore”

Obbedisco troppo stordito per avere la forza di obbiettare e la sua voce appare alle mie orecchie remota, proiettata in un’era lontana sconosciuta a tutti noi.

“Io sono un immortale” secco, risoluto

“Cosa sei tu?” la mia, invece, esce in un sibilo, tristezza e rabbia si mescolano in me ed incredulità, ma cosa sta dicendo?

“Non posso morire”

“Cosa vuol dire che non puoi morire, come è possibile?”mi sembra di impazzire

“Sono vivo da millenni ormai, è la maledizione della mia gente”

Che…….? Respiro a fondo cercando di controllare il dolore, mi metterei ad urlare come un pazzo se questo servisse a qualcosa ma…..

“Per questo tu non invecchiavi mai”

“Si”

“Perché, perché me lo dici solo ora? Perché dopo avermi mentito ed ingannato per tutti questi anni te ne vieni fuori con questa storia? Cos’è ti rimorde la coscienza!” sono furioso e ferito con mio padre e con…. “anche tu sei come lui”sibilo gelido rivolto a Kaede.

Lo vedo scuotere la testa “non proprio, io sarei morto tagliandomi così le vene” e se ho imparato a leggere le sue emozioni mi è parso che un lampo di dolore illuminasse il cielo cupo delle sue iridi.

Kami! È tutto follemente ed assurdamente surreale, mi ha tradito, è l’unica cosa che riesco a pensare, lui che doveva amarmi, non ha fatto altro che mentirmi, le persone di cui mi fidavo di più mi hanno ingannato.

Le lacrime scivolano lungo le mie guance ed io non ho la forza di fermarle, ne mi interessa.

Vedo Hisashi avvicinarsi a me “non toccarmi” e la mia voce è carica di disprezzo.

“Akira….ti prego….” La sua trema rivolgendosi a me, lo vedo deglutire convulsamente…sta cercando di non piangere di fronte a me, e davanti alla sua sofferenza così accecante e della quale non comprenderò mai l’intensità, tutta la mia collera ed il mio dolore svaniscono, rimane solo un po’ di tristezza.

“Perché non me lo hai detto prima?”

“Avevo paura di perderti!”

Paura? Hisashi? Credevo che questo fosse impossibile, il gigante della mia infanzia che teme qualcosa? Forse anche questo fa parte del crescere: il comprendere che chi ti ha allevato è solo un uomo, fallibile, come te. Beh….mi sa che mio padre non è propriamente un uomo normale!!

“Io ti voglio bene papà”e l’abbraccio di slancio, per la prima volta in vita mia ho la consapevolezza di dover essere io a confortare lui “Solo un tensai come me poteva avere per padre una specie di superman!!!”

“Akira, tu stai frequentando troppo la scimmia rossa, inizio a preoccuparmi per la tua crescita” ed oggi per la prima volta vedo un vero sorriso illuminargli il volto.

Sento Hana protestare indignato, Kaede sbuffare, Hiro sta ridacchiando e Kogure-san sospira di sollievo.

La tempesta è passata.

 

POV DI HISASHI

 

Indomabile…..coraggioso…….fortissimo, mi chiedo cosa io abbia fatto per meritare un simile dono dagli dei, per la prima volta mi scopro a sperare di sopravvivere per vedere l’uomo che diventerà.

“Comunque non hai ancora risposto alla mia domanda perché mi dici tutto questo proprio ora?”

“L’adunanza è vicina tutti gli immortali stanno radunandosi a Kanagawa”

“La che?????” è sempre più incredulo e confuso, vedo la stessa espressione anche sul volto di Hiroaki eppure nessuno di loro due è spaventato, solo aspettano una mia spiegazione.

L’essere umano è veramente incredibile, è meraviglioso e terribile insieme, eppure straordinariamente capace di adattarsi alle situazioni più assurde e di superarle proprio come sta accadendo a loro.

“Dunque le voci che avevo sentito erano vere!” sussurra Kaede

“Si, e tu sei in pericolo devi andartene da Kanagawa”

“Non ci penso neppure.”

“Kaede cercheranno di ucciderti per il tuo potere, lo capisci questo?”

Annuisce ma la sua espressione non muta.

“Non me ne andrò da Kanagawa, voglio stare con Hana, con voi…….e con te!”

Un terribile dubbio mi assale “Hana, la polizia di Kanagawa sta indagando su delle strane morti?”

“Si”

“A chi è stato affidato il caso?”

“A me” risponde tranquillamente.

Inspiro ed espiro cercando di calmarmi, questi incoscienti non capiscono la gravità della situazione, che sarebbe anche comica, io abituato a comandare eserciti, che subisco un ammutinamento nel salotto di casa, se non fosse così rischiosa per tutti loro.

“Tu prenderai le ferie e te ne andrai con Kaede”dico risoluto.

“non sta a te decidere per noi”mi ribatte calmissimo.

“Akira almeno tu mi obbedirai!”

Si alza in piedi, battendo il piede per terra e mettendo le mani sui fianchi, fa sempre così quando si prepara a sfidarmi

“Io resto qui!!”

“Ed io resto con Akira!!”Perfetto!!! ci mancava soltanto Hiroaki a dargli man forte, perché nessuno di loro vuol capire?

“Hisashi tu stai solo dando ordini pretendendo che li eseguano, senza sapere assolutamente nulla della situazione, siediti per favore, così non otterrai niente, dopo aver conosciuto i fatti decideremo invece il da farsi” la voce calma di Kimi mi tranquillizza ma ho come l’impressione di essere stato raggirato da tutti loro, e che alla fine faranno esattamente ciò che vogliono.(noooooo cosa te lo fa pensare ^__^?ndI sei stata zitta fino ad adesso dovevi proprio intervenire >_<?ndM Eh,eh, scusa ^__^ non ho resistito!!ndI)

 

Kogure decise che era il momento di prendere il controllo della situazione, Hisashi era troppo preoccupato e spaventato per mantenere la calma ed aveva assunto un atteggiamento dispotico che, ovviamente, scontrandosi con caratteri forti e determinati come i loro, non avrebbe portato a nulla.

Gli faceva tenerezza questo lato del suo carattere, nonostante fosse così antico, aveva in sé caratteristiche prettamente umane, e dopo tutti i secoli vissuti, Mitsui non era un uomo saggio, forse non lo sarebbe stato mai, ma anche questi aspetti del suo carattere lo avevano fatto innamorare di lui, lo rendevano più reale e meno spaventoso.

“Io sono un osservatore, il suo osservatore.

Gli osservatori sono una società segreta che studia gli immortali, osservando appunto, le loro gesta nel corso dei millenni. Li guardiamo vivere, combattere, sfidarsi in un duello di morte in cui il vincitore tagliando la testa all’avversario sconfitto, ne acquista il potere. Alla fine per tutti loro vale un’unica regola: ne resterà soltanto uno ed egli avrà il potere di tutti gli immortali che lo hanno preceduto e potrà liberarsi dalla maledizione che grava sulla sua stirpe.

L’adunanza si verificherà quando i pochi sopravvissuti sentiranno l’attrazione per un luogo particolare in cui si sfideranno fino a quando uno solo di loro resterà in vita. Questo luogo è Kanagawa. Perché lo sia, io questo lo ignoro.

“Tu sei un osservatore?”

“Si”

“Il suo”

“Si”

“Ma perché lui ti conosce? Gli osservatori non dovrebbero mai interferire.”

“Mi ha salvato la vita. Miyamasu stava per uccidermi, ma ne parleremo dopo.”

“Società segrete…..” disse Koshino, scuotendo il capo.

“……..gente che va in giro a tagliare le teste…….” Gli fece eco Akira.

“…..accidenti!! sembra di essere in un film!!!!” dichiararono in coro.

Kogure li vide voltarsi verso Hisashi e guardalo straniti, come se da un momento all’altro aspettassero di assistere a qualche strano fenomeno da parte sua.

“Non guardatemi in quella maniera!”

Appunto anche Mitsui se ne era accorto.

“E che è tutto così strano!”

“Un po’ assurdo, in verità!!” erano buffi e teneri, superato il momento iniziale si erano velocemente ripresi, ed ora cercavano di acquisire informazioni per comprendere meglio la situazione.

Akira si volse verso Kaede “Kaede-san, tu hai detto di non essere come papà però non sei neanche un normale essere umano, e quindi?”

Kaede sospirò. Era il suo turno nelle spiegazioni, odiava dover parlare a lungo ma questa volta sarebbe stato necessario, ed era giusto che Akira sapesse ogni cosa.

Si accorse che Hana stava avvicinandosi a lui, la sua presenza gli dava forza, e la consapevolezza che qualunque cosa fosse successa il suo koibito lo avrebbe sempre amato….. beh……era bello, molto bello essere accarezzati dal suo amore.

“Io sono un mezzosangue, più o meno. Mia nonna era un immortale come Hisashi, mio nonno un semplice essere umano così come mia madre. Se ferito gravemente posso morire, ed invecchio lentamente, ma questo accade. Forse vivrò più a lungo di voi, ma non sono eterno. Per la verità io sono più simile ad un essere umano che ad immortale.”

Videro Hisashi muovere impercettibilmente il capo in segno di diniego e mormorare “la nostra eredità è difficile da sconfiggere”

“Hn, comunque io non condivido la sua maledizione perciò non faccio parte del gioco. Sempai anche io ho un osservatore? ”

“Si”

“Kogure-san tu hai detto che gli immortali si sfidano tra loro in un duello di morte e che solo uccidendo l’avversario ne acquistano il potere…….”

“E’ vero” Kogure iniziò ad intuire la domanda che andava formulandosi nella mente di Akira, la domanda che maggiormente Hisashi temeva, sentiva il suo nervosismo crescere, era sempre più teso. Questa sarebbe stata la prova più dura per entrambi.

Un silenzio irreale, carico di attesa, scese nella stanza, a Kogure, oramai incapace di scindere i propri pensieri da quelli di Hisashi,   parve eterno……

“Papà tu hai mai ucciso?” e c’era speranza negli occhi di Akira, desiderava credere che l’uomo che lo aveva cresciuto fosse ancora vivo per lui, che gli occhi che lo fissavano ora addolorati, fossero sempre gli stessi di suo padre.

“Si”

“Papà!?” le lacrime minacciavano di nuovo di uscire dai suoi occhi, Kogure maledisse la propria empatia, Akira poteva accettare tutto ciò che era successo, pensando che in fondo questo sconosciuto, potentissimo ed antichissimo, fosse pur sempre suo padre, ma accettare che fosse un assassino proprio quando lui gli aveva insegnato che la vita di ogni creatura è sacra e preziosa……menzogne….solo menzogne….. su questo si era basata la sua vita, solo su questo. E Kogure colse anche tutto lo sgomento ed il dolore di Hiroaki, vide nei suoi ricordi un ragazzo un po’ sbadato e perennemente in ritardo che li andava a prendere a scuola, gentile e paziente mentre insegnava loro i tiri a canestro in un campetto vicino alla spiaggia, che sopportava i capricci di Akira quando voleva andare a pescare, che rispondeva a tutte le domande e curiosità poste dal piccolo Hiro, senza mai essere accondiscendente, ma trattandolo da pari a pari, conobbe il ricordo di tutto l’affetto che percepivano nei suoi abbracci e nei suoi sorrisi, la delicatezza con cui li sollevava dal divano, quando Hiro rimaneva a dormire a casa di Akira, dopo essersi appisolati a guardare un’anime, vide risvegli al profumo di cioccolata, preparata per la prima colazione, Kaede mezzo assonnato che si preparava per andare a scuola pronto a distruggere l’ennesima bicicletta, la voce squillante di Hana che veniva a prendere la sua Kitsune, ed ora…..cosa sarebbe stato di tutti quei ricordi? Potevano ancora considerarli reali?

Il timore e la sofferenza di Hiro si mescolavano con la rabbia e la disperazione di nuovo presenti in Akira, si voltò a guardare Hisashi e lo vide sbiancare, sempre più bisognoso di un appoggio per non cadere, il loro dolore bruciava, sale su una ferita che incancrenisce, impossibile per un telepate non percepirlo o difendersi da esso, vivere senza pelle, ora capiva cosa intendeva Hisashi.

“Perché?”

E la domanda era stata posta da Hiro, perché malgrado tutto lui aveva ancora fiducia in Hisashi, e voleva in qualche modo salvare Akira dall’abisso in cui stava precipitando, se Mitsui avesse fornito loro una spiegazione loro gli avrebbero creduto, ma Hisashi non era mai stato bravo a parole, per orgoglio o per timidezza forse, in realtà non sapeva bene, ma questa risposta era fondamentale per l’anima di tre persone.

“perché non ha avuto mai altra scelta, anche se ha sempre cercato di non uccidere. Sono anni che tuo padre non toglie la vita a nessuno Akira, proprio perché crede a quello che ti ha insegnato, ma…..” iniziò Kogure.

 

POV HISASHI

 

Interrompo Kiminobu, vuole aiutarmi, ma è giusto che mio figlio ascolti le mie spiegazioni e le mie ragioni, ricevo ogni sua emozione e lascio che esse mi colpiscano ed assalgano, io ne sono la causa, mia è la colpa, ma voglio parlare per la prima volta in vita di me per farmi comprendere, per lui e per me, perché io ho bisogno del suo perdono e della sua accettazione.

“Quando io sono nato, Akira, i valori e le convinzioni erano differenti da quelli di ora. Noi eravamo una popolazione pacifica, e non uccidevamo quasi mai, o per lo meno questo valeva per la maggior parte di noi, ma verso la fine della nostra civiltà, prima dell’esilio e della maledizione, molte cose erano cambiate.

Avidi di potere, cercavamo di ottenerlo in ogni modo, io ero stato educato come un guerriero, combattere per me era naturale, inevitabile, faceva parte del mio essere, eppure, nonostante tutto anche allora credevo in ciò che ti ho insegnato. Mio fratello che mi aveva allevato e fatto da padre, mi aveva fatto apprendere il valore della vita di ogni creatura vivente, addestrando il mio potere affinché io percepissi in ogni essere il suo palpito vitale.

La prima volta che ho ucciso è stato dopo, esiliato dal mio mondo, per difendermi.

Non ti mentirò Aki-kun, ho ucciso per salvare la mia vita e di coloro che amavo, per orgoglio, per difendere il mio onore, per vendetta. Allora mi sembrava giusto, in certi momenti indispensabile, ora, forse, in certe occasioni mi comporterei diversamente, ma non posso rinnegare ciò che sono stato e ciò che ho fatto e se fosse necessario, se lo ritenessi giusto, ucciderei ancora. Probabilmente sarò costretto di nuovo a farlo Akira, puoi comprenderlo?”

So che gli sto chiedendo moltissimo, è un terremoto emotivo di dimensioni immani quello che ha dovuto affrontare in poche ore, ma non voglio più mentirgli: il mio inganno ha portato a questo e non lo ha certo aiutato o protetto, e non posso dirgli che tutto andrà bene perché io forse morirò, ma…..

Volgo il mio sguardo verso ognuno di loro:

Kimi sa e comprende ogni cosa, e come per lui sia possibile una simile accettazione io non lo capisco eppure non conosce ancora le ombre più oscure e profonde della mia anima.

Kaede è consapevole che un simile destino avrebbe potuto essere suo, io ho cercato di evitarlo il più possibile, ma mi chiedo per quanto tempo ancora, con l’adunanza che si avvicina, potrò proteggerlo e se poi questa sia la cosa migliore da fare e se lui ne abbia bisogno o non sia piuttosto una mia necessità.

Hana conosce ed intende ogni cosa, il suo sguardo vede in profondità cose nascoste ai più, lui legge il cuore degli uomini, come questo sia così facile per lui non so, ma è un dono che ha sempre posseduto anche Akira.

Hiro…..Hiro è turbato quanto Akira, quante volte gli ho medicato le ginocchia ed insegnato la bellezza di questo mondo proprio come ho fatto con mio figlio?

Gli occhi di tutti loro sono, forse, un po’ delusi e tristi, ma limpidi, pieni di giovinezza e speranza, non sanno quanto l’uomo possa seppellire se stesso nelle tenebre, spero non lo scoprano mai.

Sono così giovani, tutti loro, ed io mi chiedo se io lo sono mai stato, sono stanco, ora più che mai.

Accettami Akira, ti prego, perché le tue parole potranno essere la mia salvezza o la mia condanna.

 

POV DI AKIRA

 

Mi chiede se posso comprenderlo. Non lo so. Non era certo così che avevo immaginato la giornata, non erano certo queste le rivelazioni che pensavo sarebbero state fatte.

Ed io che mi preoccupavo di dirgli di me ed Hiro!!

Eppure nonostante tutto so di non poterlo odiare, sarebbe tutto più facile, ma anche profondamente ingiusto, perché so che lui mi ama e mi amerà per sempre, e lo stesso vale anche per Kaede, Hiro ed Hana.

La mia intera vita una menzogna? Non so, non voglio però crederlo, forse lo è stata per alcune cose, ma non per il suo affetto per me. Ho bisogno di credere che non sia stato così. Sono troppi i ricordi della mia infanzia e l’immagine di quell’uomo che mi consolava e che mi accoglieva dopo un incubo nel suo letto, che giocava con me, che insegnava a Kaede ad usare la spada -ed ora ne capisco il motivo- che sorrideva ad Hiro per i suoi bronci ed i suoi sbuffi, che provocava Hana, eppure lo stimava ed ammirava, è molto più forte di tutte queste rivelazioni.

Posso comprenderlo, dunque? No forse no, però posso accettarlo ed accettare il fatto che lui abbia ucciso e che ucciderà ancora, perché mio padre è l’uomo che mi ha cresciuto, ma anche l’uomo tormentato che mi sta di fronte….ed io ho bisogno di fidarmi di lui.

“Non credo di poterti capire papà, ma io mi fido di te, davvero. Accetterò le tue decisioni”

“Akira” mi guarda con gratitudine e con un rispetto che prima non gli avevo mai visto rivolgere a me. Mi abbraccia stringendomi a sé ed io cerco in lui quella sicurezza di cui sento di aver bisogno, come quando ero piccolo ed avevo paura del buio.

 

Kogure rilasciò il fiato che fino ad allora aveva trattenuto senza neanche accorgersene.

Lo aveva accettato, non lo comprendeva, ma in fondo come avrebbe potuto? Nessuno di loro era in grado di farlo fino in fondo, però aveva accettato l’uomo che era stato, certo non conosceva tutto di lui, alcune parti della sua vita per loro erano oscure e forse lo sarebbero sempre state, ma….

Tutta la tensione, tristezza, rabbia, dolore, presenti prima, erano spariti.

Akira e lo stesso Hiroaki erano dei ragazzi veramente stupendi, vide Hisashi scompigliarli i capelli e sorridere loro, ed un accenno di sorriso comparve anche sul volto di Hiroaki. Avevano ascoltato ciò che Mitsui aveva da dire e fino all’ultimo avevano voluto credere in lui, ma ora che quasi tutto era risolto un problema persisteva.

Aveva ragione Hisashi ad essere preoccupato per tutti loro, erano in pericolo, Kaede per la sua stessa natura, lui perché un osservatore in tempi in cui il suo ruolo non era più neutrale, ma soprattutto perché aveva infranto il tabù e la proibizione, Hana perché era il poliziotto che stava indagando sul caso, quindi avrebbe costituito un ostacolo ed un intralcio per osservatori ed immortali, ma i due ragazzini….loro erano senz’altro più in pericolo, perché vicinissimi ad Hisashi, perché da lui amati, e perché incapaci di difendersi.

Il proteggerli era necessario, questo avrebbe garantito anche a Mitsui una possibilità in più di sopravvivenza; nello stesso tempo però comprendeva anche il loro desiderio di restargli accanto e poi non era detto che lontano da lui fossero al sicuro.

“Rimane un problema”la voce di Mitsui lo distolse dai suoi pensieri “Cosa ne faccio io di voi?” ed indicò Akira ed Hiroaki, Kogure sorrise erano arrivati alle stesse conclusioni.

“Ehi!! Non parlare così di noi!”

“Hn, non siamo pacchi postali!”

“Ok, ok” lo vide alzare la mani in segno di resa “fate come volete”.

Cinque paia di occhi lo fissarono molto, molto sorpresi, come era possibile che si fosse arreso così improvvisamente e così facilmente? Eppure Kogure sentiva che Mitsui stava nascondendo loro qualcosa.

“Come mai zio ora sei d’accordo con noi?” chiese Hiro sospettoso.

“Già, già è molto, molto strano papà, non è da te un simile atteggiamento!”

“I tuoi sono in casa Hiro?”

Vide Koshino far cenno di diniego con la testa “No, sono in viaggio per lavoro. Perché?”

“Ho pensato che in effetti io, tutti noi” ed indico Kogure, Rukawa e Sakuragi” riusciremo meglio a proteggervi restandovi accanto.”

Accettarono la sua risposta, sebbene dubbiosi, eppure Kogure intuiva che quella detta da Mitsui non era tutta la verità ed a tarda ora avrebbe scoperto il perché della sua calma.

 

POV DI HISASHI

 

Questa è stata una delle giornate più faticose di tutta la mia esistenza da immortale, nessuna guerra od arte del governo mi ha mai stancato così, ciò che avrei perso oggi….non voglio neanche pensarlo. Mio figlio ha accettato la mia natura, lo stesso Hiraoki lo ha fatto.

Certo, Akira era il mio problema principale, ma quando ho sentito la tristezza ed il dolore anche nella voce di Hiro ho capito quanto gli fossi affezionato; l’ho visto crescere, combattere con un carattere difficilissimo, diventare un ragazzino di cui essere fieri, come per Akira.

E sono fortunato. Amare i proprio figli dovrebbe essere naturale, ma provare stima e rispetto per loro, come uomini, è un dono raro, ed è quello che ho ricevuto oggi da Akira.

È come se mi fossi liberato da catene che non sapevo neanche di avere ed ora…..

Sono rimasto da solo nel mio studio, dormono tutti qui, li ho consigliati di farlo fino a quando non si risolverà la situazione, od io morirò, poiché anche questa può essere un possibilità, ma c’è ancora una cosa che devo fare.

Quanti secoli sono che non convoco i miei spiriti servitori? Mi obbediranno ancora? Ho pensato a loro per proteggere i miei tesori, è l’unica soluzione che ho trovato, insistere sul mio atteggiamento primigenio non mi avrebbe condotto da nessuna parte, né con loro né con Kogure, su questo aveva ragione, ma sul fatto che loro siano in grado di proteggersi, io non lo credo, per questo penso che Loro siano la mia unica possibilità ma ….. sono stato un padrone indegno, ed ho tradito anche la Loro fiducia e probabilmente Li ho delusi, ma ho bisogno del Loro aiuto.

Cerco di riportare alla mente l’antica formula di convocazione perché Essi compaiano di fronte a me ed infine invoco i Loro nomi:

“Talamh, Oiteag, Uisge, Aingeal mostratevi!”

La tensione e l’aspettativa pervadono il mio corpo, si presenteranno al mio cospetto? Dovrebbero obbedire al loro padrone eppure io non li ho mai considerati servi, ma compagni ed amici, Essi sono molto più antichi di me e saggi, e per ere hanno servito, scegliendoli, i re della mia terra, e durante la mia giovinezza ed i primi secoli di vita immortale, i loro consigli per me sono stati vitali e preziosi eppure io ho disatteso la fede che avevano in me riposto.

Un potere che non avevo più provato da secoli invade ogni fibra del mio essere, sono qui, lo so e tra poco si sveleranno a me.

“Nostro signore” le loro voci sono le stesse che ricordavo, così come il loro aspetto. Una profonda nostalgia mi pervade poiché essi sono l’incarnazione stessa dello spirito del mio popolo.

Talamh volge il suo sguardo verso di me, terra rigogliosa, i suoi capelli sono prati delicati che si piegano docili al soffio del vento, una ghirlanda di fiori le cinge il capo, la sua pelle è del colore del deserto dorato, il suo vestito è stato creato dagli animali che camminano su questa terra, le sue orecchie, graziosamente a punta, si muovono ad ogni suono

“Hisashi ci rivediamo finalmente, ci sei mancato!” e nel suo abbraccio io provo tutta la dolcezza di una madre che non ho mai conosciuto.

Oiteag si avvicina a me, inchinandosi, ed osservandomi attentamente, i suoi capelli argentei danzano con grazia ad ogni suo movimento, gli occhi di un grigio chiarissimo sondano le profondità del mio animo, la sua pelle alabastrina riluce alla tenue luce della lampada, le sue ali di cristallo si dispiegano e mi avvolgono, cullandomi con la sua tiepida brezza “nuovi dolori ti angustiano, eppure ora sei più sereno” ed egli ha probabilmente inteso verità su di me che ancora io non conosco.

Uisge mi sorride con la tenerezza del suo cuore di fanciulla, la sua pelle azzurrina è profumata e salmastra, i suoi occhi ed i suoi capelli ricordano le profondità più insondabili dell’oceano, la sua risata, mentre mi abbraccia e dice che le sono mancato, il mormorio dell’acqua più pura.

Ed infine il mio più severo giudice, il mio più caro maestro, Aingeal, volge il suo sguardo su di me “Perché?” e la sua voce vibra di dispiacere e collera, sarò sempre un bambino di fronte a lui poiché chino il capo mormorando perdono.

“Hisashi tu che chiedi scusa? Siamo proprio sicuri che sia tu?”

Alzo il capo di scatto, indignato, ed osservo i suoi capelli ed i suoi occhi infuocati come il sole al tramonto, la pelle rosea come l’aurora ed il sorriso che gli distende le labbra.

“Ed ora dicci perché ci hai convocato e perché per secoli non hai voluto che ti servissimo”

“Ho bisogno che proteggiate le persone a me più care”

“Non te, dunque”

“Solo se sopravvivrò tanto da dovermi scontrare con mio fratello.Gli altri immortali non hanno la possibilità di avere spiriti servitori, li affronterò con la mia spada ed il mio potere mentale.”

“Da chi vuoi che li proteggiamo?”

“Dagli altri immortali e dagli osservatori”

“In qualunque modo?”

“In qualunque modo”

“Devi tenere molto a loro!”

“Dove sono? Se sono per te così preziosi vorrei conoscerli!!”Talamh è piena di comprensione per me, lo è sempre stata, come una madre per il figlio prediletto.

“Sono carini come te?” è il vociare allegro di Uisge

“Si, anche di più!” e sorrido indulgente, lei tra tutti mi ricorda Akira come carattere.

“Proteggerò colui che ami, mio signore, egli è prediletto per me poiché allevia la tua pena.” E questa è la promessa solenne di Oiteag.

“Aingeal a te il compito più arduo”

“Mio signore”

“Dovrai proteggere mio figlio ed il suo amico, sono sempre insieme, il fatto che siano due non dovrebbe crearti problemi, ma loro saranno i più esposti agli attacchi ed i più indifesi.”

“La tua volontà è la mia volontà, mio signore”

“Vi ringrazio”

“Ed ora, ragazzino, voglio sapere perché non ci hai più chiamato a te” e nonostante Aingeal sorrida i suoi occhi sono seri ed ora mi tratta non più come il suo signore e padrone ma con quella familiarità che mi hanno sempre dimostrato e che mi ha aiutato nei momenti più cupi, eppure non è bastata, Loro non sono bastati, perché sono creature aliene ed io ho bisogno di esseri come me……

“Quando più di tre secolo fa io…..”

“……impazzisti” interviene comprensiva Talamh

“Non ero proprio impazzito, io……sapevo che cosa stavo facendo…..le mie erano scelte razionali….solo….”

“Non eri in te Hisashi caro” è il dolce mormorare di Uisge

“Abbiamo scelto te, mio signore, perché conosciamo la tua vera essenza. In te non vi è crudeltà.” È il sussurro di Oiteag

“Continua” imperturbabile ed impenetrabile, Aingeal mi esorta ad andare avanti, è il suo giudizio che più temo.

“Voi allora non obbediste, vi capisco…..vi avevo chiesto cose terribili…..io stesso le compivo…….era giusto che non voleste.

Ma …..quando io tornai in me……e vi invocai……chiedendovi di aiutarmi a morire…..voi non veniste…..ed io pensai….credetti…. che mi aveste ritenuto indegno…..pensavo….credevo…..che…..mi aveste abbandonato.

Dopo allora….non ebbi più il coraggio di chiamarvi…..sapevo…… che era stata una giusta scelta la vostra…..avevate avuto fiducia in me, più di quanto meritassi, ed io vi avevo deluso……ero diventato peggio ……di chi dovevo combattere….non avrei mai potuto più avere il vostro perdono…troppo grandi la mie colpe.

Ma ora…..avevo bisogno di proteggerli…..non posso perderli….io…io…perciò vi ho chiamato……”

“Hisahi, caro, quando tu ci hai chiamato per ucciderti noi non avremmo mai potuto farlo, il nostro compito è proteggerti”

“Noi ti vogliamo bene, mio dolce principe!”

“La tua vita è la nostra vita, mio signore, non avremmo potuto privartene perciò non rispondemmo alla tua invocazione”

“Vivere era la punizione più grande per te, solo vivendo avresti potuto pagare il fio, e poi…non mi ricordo di averti educato ad essere un codardo.

Tu sei e sarai sempre il nostro signore, noi ti abbiamo scelto, solo ragazzino, a volte ti comporti da idiota ed i secoli non ti hanno insegnato nulla.”

“Ehi!! Non ho bisogno di un’altra coscienza, mi basta già la mia!!”

Ed i loro poteri delicati mi avvolgono e mi ninnano: il profumo della mia terra, la luce del suo sole, il tepore delle sue brezze, la musica delle sue acque…..

“Hisashi, tu hai cercato di ucciderti? Chi …..cosa sono loro?”

“Kimi?!”

“Non riuscivo a dormire, perciò ho iniziato a cercarti, scusa, è che….”

“Va tutto bene, Kimi, vieni. Essi sono le incarnazioni dello spirito del mio popolo: Talamh, Oiteag, Uisge, Aingeal.

Lui è Kiminobu Kogure, il mio amore”

Mi guarda spalancando gli occhi ed arrossendo, percepisco tutta la sua confusione, la sua gioia e la sua sorpresa, perché sei il mio amore, Kimi, non lo avevi intuito? Sfioro il suo polso in una delicata carezza, intimo contatto tra telepati.

“sono i miei spiriti servitori, vi proteggeranno.”

“uhm, ecco perché ti eri calmato!”

“Si”

“E tu?”

“Io per ora non ne ho bisogno. Vi dispiace lasciarci?” domando Loro.

Fanno cenno di diniego con la testa e svaniscono lasciando me e Kimi soli nella stanza.

“Cosa vuol dire che hai cercato di ucciderti?”

“E’ stato tanto tempo fa, Kimi, ed io ero così stanco, avevo vissuto per lunghi anni, troppi anni, io non ero degno di esistere….almeno così credevo allora.

Fu in quell’occasione che incontrai Anzai.”

“Ma…ma quando è accaduto tutto questo?”

“Più di cento anni fa.”

“Eh?!”

“Ryu è un mezzosangue”

“D….davvero?!”

“Si, ma di questo te ne parlerò poi, sono stanco ed anche tu lo sei, andiamo a dormire”

E lo porto in camera con me e mi addormento abbracciato a lui, ora più che mai per non perdere me stesso, ho bisogno della sua presenza.