DISCLAMEIRS:
Hana Ru e company non sono miei, bhè...i pg che conoscete sono di Inoue,
gli altri tutti miei!!^^
DEDICHE:
Ad Aimi per il suo compleanno!!!^^ Auguri Ai tesorooooo!!^O^ Posto il
primmo capitolo nella notte di Halloween...come se non avessi almeno altre
4 storie iniziate... la devo piantare di impegolarmi così!!>.<
NOTE:
ringraziamenti speciali a Najka per il suo prezioso aiuto con le scene
Lemon che per me sono sempre un'ardua impresa e per tutto quello che fa
per me! Grazie infinite!!^^. A Rei-chan perchè mi sostiene sempre ed è
un amore e in più mi ha aiutato a trovare un'idea per una fic, a Tesla
perchè anche se dice che sono una disgraziata commenta le mie fic, a
Kieran perchè è un tesoro, a Urd perchè è una cara amica e le voglio
bene, a Soffio, che spero sopporti la MitSen e mi onori della sua lettura.
A Niane perchè le sue lemon mi piacciono tanto tanto!!! Ad Arslan perchè
commenta sempre le mie ficci a Ise che è davvero grande!!^^
Buona
lettura ragazze, spero vi piaccia!!^^
HELL SON
parte I
di Eny
Un
nuovo fulmine squarciò il cielo plumbeo di quel giorno di inverno.
Il
vento soffiava forte, violento, piegando con la sua potenza le fronde
possenti degli alberi ormai spogli, strappando loro inquietanti sospiri
I
corvi volavano nel cielo lanciando i loro profondi richiami.
Il
cupo rombo assordante di un tuono seguì la comparsa di una saetta bianca
che sfregiò il cielo.
Le
foglie ormai secche, danzavano trasportate dai sospiri violenti del vento
pungente.
Nonostante
fossero solo le cinque del pomeriggio, sembrava già sera inoltrata.
Il
sole celato dalle coltri plumbee di pesanti nuvole, non poteva risplendere
e scaldare facendo piombare nel buio e nel gelo Kanagawa.
Sembrava
la giornata ideale per le storie di fantasmi e demoni...
Gli
allenamenti allo Shohoku erano appena finiti.
-Ehi
Hana! Che hai sulla gamba?- chiese incuriosito Miyagi alzando lo sguardo
dalla sua scomoda posizione.
Mitsui
e Ryota si stavano azzuffando per terra facendosi il solletico, quando il
playmaker, alzando lo sguardo, aveva scorto sotto i boxer neri del rossino
qualcosa di scuro sulla pelle.
-Eh?-
chiese Hanamichi abbassando lo sguardo verso il playmaker ancora sdraiato
a pancia in su intento ad allungare una mano per scostare i braghini.
-Ehi
maniacooo!!!!!- scattò indietro Sakuragi arrossendo fino alla radice dei
capelli. -Che stai tentando di fare?!- chiese scandalizzato tentando di
coprirsi il dorso nudo con la maglietta.
Mitsui
lo fissò scoppiando a ridere mentre Miyagi si alzava avvampando.
-Ma
che hai capito imbecille!!!! Hai qualcosa sulla gamba!!! Volevo solo
vedere cosa era!!!- spiegò sbraitando Ryota.
-Do'hao!-
lo ammonì Rukawa con gli occhi al cielo.
-Kitsuuunee!!!-
grugnì Hanamichi mentre la squadra sghignazzava divertita.
-Allora?
Che hai sulla gamba?- chiese nuovamente Mitsui. Hanamichi li guardò
stupito alzando la gamba corta dell'indumento intimo.
-Questo?-
chiese mostrando il simbolo sulla gamba destra. Il marchio mostrava un
lungo cobra fatto di fiamme scarlatte con gli occhi di un catrame profondo
pronto ad attaccare. Sotto il
serpente contorte rune nere
descrivevano antichi caratteri incomprensibili.
Le
lunghe zanne bianche snudate in modo minaccioso, mentre lo sguardo vuoto
del rettile riluceva malvagiamente incutendo terrore. Ai presenti,
inconsciamente, un lungo brivido gelido serpeggiò lungo la schiena sotto
lo sguardo spietato della belva.
-Wow...cosa
è?- chiese Miyagi abbassandosi a fissarlo meglio.
-Un
tatuaggio- rispose con noncuranza il rossino scrollando le spalle e
infilandosi la maglietta lasciando così cadere il tessuto dei braghini a
celare la belva dalle orbite scure e inquietanti.
-Tatuaggio?!
E quando te lo sei fatto??- chiese incredulo Kogure.
-E'
una storia lunga.- disse distrattamente chiudendo l'armadietto con un
rumore metallico voltando le spalle ai presenti che lo fissavano
increduli. Ayako si era appena aggiunta alla comitiva. Vedeva tutti i
giorni quegli energumeni in calzoncini e a dorso nudo, di certo non si
scandalizzava a vederli in quello stato.
-Che
succede?- chiese curiosa visto che tutti si ostinavano ad osservare
insistentemente il rossino. La ragazza si riavviò una morbida ciocca
riccia portandola dietro l'orecchio mentre gli occhi vispi e intelligenti
spostavano l'attenzione dai giocatori al rossino che imperterrito si
rivestiva.
-Hanamichi
ha un tatuaggio!- la informò Miyagi distrattamente ancora sconvolto per
la vista del rettile. Dannazione! Non poteva crederci, ma quel cobra lo
aveva inquietato!
-Un
tatuaggio?!- ribadì sconcertata. Hanamichi con un sospiro annuì
riabbassando i jeans e alzando il tessuto scuro dei boxer per mostrarlo
alla manager che aveva
appoggiato la cartellina sulla panchina e, sconvolta, si era avvicinata ad
osservare la belva. Provò un moto di inquietudine quando gli occhi scuri
del serpente incrociarono il suo sguardo.
-Ma...ma..-
balbettò incredula gesticolando. -Quando te lo sei fatto?!- sbottò
sconcertata. Hanamichi sospirò rimettendosi i jeans scuotendola testa
rassegnato.
-L'ho
detto, è una lunga storia!- ripetè.
-Lo
sai che sei nei guai se i professori lo scoprono?! Si può essere più
sconsiderati di te?! Se ti espellono dal club io ti ammazzo!!! Cretinata
più cretina non la potevi fare! Sei assurdo Hanamichi!!!- lo rimproverò
furibondo Akagi sventolando il suo pugno, mentre i compagni del rossino,
vestiti di tutto punto, cercavano ancora di capacitarsi del fatto e di far
passare lo strano senso d'angoscia che li aveva avvolti osservando la
belva feroce. Ma Hanamichi non si scompose.
-Lo
sanno del tatuaggio. Gliel'ho detto personalmente Akagi.- disse chiudendo
la borsa e caricandosela sulla spalla.
-Ma
come...?- Hanamichi sbuffò alla domanda indiretta di Mitsui.
-Ok
ok! Vuoto il sacco! Ve lo dico strada facendo!-
Quel giorno Hanamichi aveva invitato a cena tutta la squadra dello
Shohoku e Sendoh. Il porcospino e Mitsui stavano insieme ormai e Hanamichi
aveva pensato fosse giusto invitare anche lui. Imprecò mentalmente
ricordandosi solo allora che il suddetto ragazzo dovesse ancora arrivare
e, ovviamente avrebbe voluto vedere il tatuaggio. Quel simbolo non
risvegliava in lui ricordi piacevoli, anzi, a dire il vero non rievocava
nulla se non tanta angoscia e uno strano calore nello stomaco che lo
costringeva ogni volta, a scostare lo sguardo dagli occhi del rettile per
paura di rimanerne ipnotizzato. Non lo fissava mai. Lo teneva sempre
coperto, per questo indossava sempre boxer che gli coprissero la coscia.
Quel dannato tatuaggio aveva il potere di fargli pulsare più forte il
cuore, il suo sangue scorreva più veloce, e quelle orbite scure avevano
uno strano effetto su di lui.
Rukawa
lo fissava seduto su una panca.
Sakuragi
era maturato tantissimo da quando era tornato dalla riabilitazione.
Sparava molte meno cavolate e si concentrava di più. Alla clinica doveva
aver trovato un medico dal polso di ferro perchè aveva anche imparato ad
essere più rispettoso, cosa non da poco per uno come Hanamichi! Era
sempre irriverente e sfacciato, ma più rispettoso.
-Bhe..usciamo
no? Che stiamo a fare qui?- Ruppe il silenzio il playmaker.
-Aspettiamo
Sendoh. Non ho intenzione di spogliarmi in mezzo alla strada col freddo
che fa!- spiegò Hanamichi burbero accavallanado nervosamente le gambe e
appoggiando la schiena agli armadietti.
-Ehi!!
Cosa intendi?!- lo aggredì l'ex-teppista fraintendendo la frase del
rossino.
-Credi
forse che Sendoh non vorrà vedere il tatuaggio? E io vi dico subito che
questa storia non la ripeto due volte!- disse deciso chinandosi in avanti
per fissare meglio Hisashi.
L'aveva
narrata solo una volta quella vicenda. Unicamente una volta. A Yohei. Ma
con lui c'era l'assistente sociale. Dave. Aveva sempre seguito il suo
caso. Lo aveva aiutato molto ad inserirsi, era un po' il suo fratellone.
Si
rendeva conto che i ragazzi avevano il diritto di sapere, lo meritavano
erano i suoi amici dopotutto.
L'avevano
sempre sostenuto durante la riabilitazione. Lo andavano a trovare tutti i
giorni e lo avevano incitato quando durante la fisioterapia aveva dovuto
affrontare un dolorosissimo esame. Se non ci fossero stati loro,
probabilmente, non ce l'avrebbe fatta.
Se
la meritavano la sincerità.
Perfino
la stupida volpaccia. La sua stupida volpaccia.
Durante
la riabilitazione forse era quello che più di tutti lo incoraggiava.
Spingeva quell'interruttore particolare che lo spronava ad andare avanti,
a non arrendersi mai. Aveva avuto molto tempo per pensare in ospedale.
Aveva
ormai capito che non odiava Rukawa. Che colpa aveva, dopotutto, se Haruko
si era innamorata di lui? Assolutamente nulla, anzi! Proprio faceva meno
di zero per farsi amare! Kaede era quello che aveva meno colpe. E lui se
l'era sempre presa col volpino per sfogare la sua frustrazione.
Era
stato ingiusto e poi doveva ammettere, che di Haruko non era innamorato,
affetto forse, pietà soprattutto! Evidentemente i genitori del gorilla
avevano lasciato ad Akagi tutto il cervello perchè Haruko proprio non ne
aveva neppure un dito! Sospirò scuotendo il capo quando Sendoh entrò
trafelato in palestra.
-Scusate
perdono mi inginocchio ai vostri piedi!!!- disse congiungendo le mani in
preghiera e sfoggiando il suo miglior sorriso mortificato.
-Ben
arrivato!- lo rimproverò sarcastico Hisashi.
-Ciaooo
tesooorooo!!- disse melassoso sbattendo le ciglia come un cucciolo per
farsi perdonare.
-Ok,
ci siamo tutti!- sospirò Hanamichi alzandosi.
-Grazie
Hana dell'invito sei stato molto gen...ehii!!! che stai facendo?!-
chiese sconvolto quando il rossino si slacciò i jeans abbassandoli
leggermente.
-brutto
porco che pensi!!!!!!- sbraitò arrossendo visibilmente imbarazzato mentre
mostrava il tatuaggio.
-Kami
sama...- balbettò Akira. -E' terrificante! Ma Hanamichi cosa...-
Hanamichi si riallacciò i jeans caricandosi la sacca in spalla.
-Ce
lo spiega strada facendo...gliel'abbiamo chiesto anche noi!- spiegò
Miyagi uscendo dagli spogliatoi.
Rukawa
teneva costantemente d'occhio il rossino.
Ok,
Hanamichi era sconsiderato, impulsivo e irascibile, ma era assolutamente
fuori discussione che il do'hao per un colpo di testa si fosse fatto
tatuare una cosa del genere!
Tanto
più che gli sembrava famigliare quel cobra...
Non
lo avrebbe mai ammesso, ma lo sguardo vuoto eppure così penetrante di
quella bestia gli aveva fatto venire i brividi!
Fatto
stava che ora voleva assolutamente scoprire perchè Hanamichi si era
incupito tanto quando si era cominciato a parlare di quel tatuaggio.
La
storia non doveva piacergli.
Era
molto nervoso, lo vedeva chiaramente. Con i denti si martoriava il labbro
inferiore e lo sguardo era preoccupato.
La
storia di quel tatuaggio doveva essere molto particolare per Hana.
-Allora?-
interruppe i suoi pensieri Ayako. Hanamichi annuì mentre tutti si
stringevano nei cappotti per far fronte al vento pungente.
-Allora,
da dove inizio...- borbottò più a se stesso che agli altri. -Dunque, io
sono stato adottato, non sono il figlio naturale dei coniugi Sakuragi,
loro mi hanno dato il nome.- cominciò interrompendosi per permettere ai
presenti di registrare la rivelazione.
-D...davvero?-
domandò retoricamente Sendoh. Hanamichi annuì nuovamente.
-Sono
stato adottato all'eta di tre anni. I
miei genitori naturali mi hanno venduto appena sono nato, probabilmente
non avevano i soldi per crescere un figlio, o più semplicemente non mi
volevano e hanno deciso di utilizzarmi come fonte di guadagno.- sospirò
scuotendo la testa.
-Oh
Kami sama! Mi dispiace Hanamichi!-
-Non
preoccuparti Kogure! Meglio così!!- disse alzando le spalle con
indifferenza sfoggiando un sorriso tranquillizzante.
-L'uomo
che mi ha comprato, era appena uscito di prigione dopo aver scontato
trent'anni. A suo carico ha stupro, pedofilia, rapina a mano armata e un
paio di tentati omicidi.- disse guardando fisso di fronte a se, questa
volta senza fermarsi. Se avesse interrotto il racconto, forse, non sarebbe
più stato in grado di andare avanti.- fatto sta che dopo circa tre anni,
si stufò di me, e decise di vendermi. La polizia fece una retata nel
magazzino dove si svolgeva la compravendita illegale di bambini. Con me ce
ne erano molti nella mia situazione. La polizia mi ha preso con se e sono
finito in orfanotrofio insieme agli altri ragazzi. La polizia sostiene che
io avessi già il tatuaggio quando mi trovarono e l'uomo che mi aveva
appena acquistato per la modica cifra di duecento mila yen- disse
ironicamente- era della stessa opinione. Il mio precedente proprietario è
riuscito a scappare, non sono riusciti a prenderlo, comunque deve avermelo
fatto lui, e secondo i medici, circa quando avevo due anni. Dopo due
giorni che ero in orfanotrofio i coniugi Sakuragi mi hanno adottato e dato
il nome Hanamichi...prima...mi hanno detto che mi chiamavo...- lo sguardo
del rossino si perse nel vuoto per un istante e nessuno osò rompere il
silenzio. Hanamichi si riscosse scotendo la testa e abbassando lo sguardo-
non lo so... Comunque ora anche i miei genitori adottivi sono morti. Ecco
la storia del tatuaggio! Me l'ha fatto quel tipo!- disse con una scrollata
di spalle. Per diversi minuti il silenzio regnò nel gruppo, nessuno osava
parlare, troppo sconvolti e incapaci di dire qualsiasi cosa. Una sola
domanda vorticava nelle loro menti più potente delle altre.
-Hana...quell'uomo
vuol dire che ti...ti ha...- balbettò Mitsui. L'unico che avesse avuto il
coraggio di porre la fatidica domanda. Ma Hanamichi scosse le spalle con
un sorriso mortificato.- Veramente se devo essere sincero non mi ricordo
assolutamente nulla!! prima dei tre anni non ho nessun ricordo! Tutto
quello che so me lo ha detto Dave, il mio assistente sociale! Comunque...
ma lo sai che non gliel'ho mai chiesto?- disse massaggiandosi il mento con
fare pensieroso.- Vabbè chiederò!- disse con indifferenza. -Quando è
stata fatta la retata io ero in uno stato di shock o trans... non mi
ricordo cosa mi ha detto di preciso Dave, ricordo che mi ha raccontato che
gli ho fatto paura! L'ho guardato ho borbottato qualcosa di
incomprensibile e poi sono svenuto come una pera cotta!- disse con un
sorriso. Come ci riuscisse nessuno lo sapeva.
Quella
era una storia terrificante!! Ne erano rimasti sconvolti loro!!! Hanamichi
come poteva affrontarla con tanta leggerezza!!! Ha parlato di chiedere a
Dave se era stato violentato dall'uomo come se gli chiedesse la ricetta
per una torta!
-E'
atroce Hanamichi... davvero ci dispiace...- balbettò Akagi.
-Susu!
Tutto passato ormai! Ora sto benone!! sul serio non fate quelle facce! Non
volevo sconvolgervi! Ma sono cose che capitano! E comunque ho accantonato
tutto! E poi non mi ricordo nulla!!- disse tentando di rallegrarli. Si
pentiva di aver raccontato loro quella storia. Aveva paura che ora lo
avrebbero guardato con occhi diversi...
Non
voleva la loro pietà! Non la voleva da nessuno!
E
tantomeno che si incupissero per colpa sua!
-Ora
il Tensai dei fornelli vi preparerà una cena con i fiocchi!! Vedrete di
cosa sono capace!- esplose in una delle sue risate.
-Do'hao...-
disse esasperato Kaede.
-Se
non ti va bene quello che cucino perchè sei venuto?!-sbraitò punto
nell'orgoglio.
-E'
sempre una cena gratis...-
-Scroccone!!-
borbottò sbuffando.
Un
nuovo fulmine illuminò il cielo scuro.
Un
nuovo tuono assordante rimbombò.
Il
vento soffiò più gelido di prima e più violento.
Le
foglie urlavano di frustrazione strappate dai loro sicuri rami per
volteggiare, trasportate con forza dal vento.
-Credo
che sia giunto il momento...- una voce maligna, sussurrata al vento...
Fusa
con i tuoni...
Enfatizzata
dai lampi...
Intrinsa
di morte e..sangue...
-Prego
entrate!- disse Hanamichi spalancando la porta della piccola villetta a
due piani in cui viveva. Accese la luce gettando con noncuranza il mazzo
di chiavi sul mobiletto all'ingresso. Di fronte ai ragazzi un salotto
arredato con calore e piuttosto grande. Un lungo tavolo in mezzo alla sala
adornato con un centrino fatto all'uncinetto. La cucina affacciata alla
sala da pranzo si presentava grande e calda.
-Accomodatevi
pure! Fate come se foste a casa vostra! Il grande Tensai si mette al
lavoro!- disse trionfale.
I
ragazzi si levarono i cappotti che Hanamichi ripose dentro un armadio a
muro all'ingresso.
-La
tua casa è bellissima!- commento Ayako guardandosi attorno. Un enorme
porta a vetri divideva la sala da pranzo dal salotto arredato con un
divano a elle blu, poltrone della stessa tinta e un televisore posizionato
in un angolo sopra un mobiletto di vetro dove erano disposti, in ordine,
alcune videocassette. Al centro si trovava un tavolino di cristallo e tra
due poltrone un'elegante lampada.
-Oh...
bhe... grazie! Sapete... Mia madre aveva una nonna americana, ha vissuto
per molti anni li! La casa l'ha arredata lei.- disse con un alzata di
spalle.
-Veramente
bellissima! Oh! Sei tu? Ma che carino!- Ayako aveva afferrato una cornice
di legno intarsiato che custodiva una fotografia ritraente Hanamichi da
bambino in braccio ad una donna con dei lunghi capelli neri e gli occhi
verdi. L'uomo, evidentemente suo padre, posava una mano sulla spalla della
moglie e guardava con un luccichio di orgoglio negli occhi scuri il
bambino dalla fiammeggiante capigliatura e dal sorriso solare. Hanamichi,
tuttavia, aveva qualcosa di strano in quella foto. Nessuno seppe dire
cosa, ma nel suo sguardo c'era una nota di...Supplica? Nessuno seppe
dirlo.
-Sono
i miei genitori! Ma questa è stata scattata quando avevo cinque anni!-
informò Hanamichi.
-Fossi
rimasto così tranquillo...- commentò MIyagi.
-Ehi
pigmeo!!! Non offendere!- si infervorò - Non ti sarebbe piaciuto!- disse
poi con un ghigno.
-E
perchè?- chiese, alzando un sopracciglio, Akagi. Il sorriso inquietante
si allargò sul volto di Hanamichi.
-Hihi....
Perchè, mi chiedi? Te lo mostro subito -sibilò facendo deglutire il
playmaker. Quando voleva Hanamichi era terribilmente inquietante.
-Hanaaa!!
Sembri uno psicopatico!- disse Sendoh rifugiandosi dietro il suo ragazzo
che alzò gli occhi al cielo.
-Chi
lo sa Akira Sendoh... Potrei pure esserlo...- soffiò con voce sepolcrale,
quel ghigno enigmatico, inquietante, dipinto sul volto. Il rosso fece
saettare la lingua fuori dalla bocca passandosela famelico sulle labbra
come se stesse pregustando la propria cena. Mitsui deglutì a vuoto.
-A...avanti
basta!- sbottò poco convinto. Ma Hanamichi li superò senza rispondere
lasciando che i suoi compagni si lanciassero occhiate interrogative.
Rukawa aveva aggrottato la fronte.
Quanto
era idiota il Do'hao!
Eppure
dentro di lui qualcosa si agitava.
Un
ricordo...
Aveva
già visto quel simbolo... quel cobra...
Ma
dove dannazione??
Sapeva
che doveva ricordare... era importante!
Hanamichi
tornò con in mano un album di fotografie dalla spessa copertina di cuoio
e la appoggiò pesanetemente sul tavolino di cristallo, attorno cui i
ragazzi si erano inginocchiati.
-Cos'è?-
chiese Kogure.
-L'album
delle fotografie.- disse Hanamichi tornato allegro come sempre, eppure con
una nota indecifrabile nella voce.
Aprì
la prima pagina quasi con sfida.
Non
osservò le foto, guardò invece i volti dei presenti deformarsi dallo
stupore.
-E...Eri...tu?-
domandò Miyagi sconcertato indicando un'immagine.
Hanamichi
incrociò le braccia esibendo un sorriso quasi soddisfatto, annuendo.
-Me
l'hanno fatta il giorno che mi hanno portato in orfanotrofio, quando i
miei genitori sono venuti a vedermi per la prima volta. Due giorni dopo le
carte erano pronte e mi hanno portato a casa. Sotto quella foto, c'è
quella che mi fecero quando mi portarono via dall'istituto.- spiegò. Gli
sguardi dei presenti tornarono a posarsi sconvolti sulla foto. Ma Sakuragi
non le degnava di uno sguardo.
-Non
ci credo...- borbottò Sendoh.
Chi
avrebbe potuto contraddirlo?
Nella
prima foto Hanamichi era in piedi. A coprirlo, un'unica maglietta nera che
lasciava parzialmente scoperto il cobra. Era messo di fianco, a piedi nudi
su quello che pareva essere un pavimento di legno.
Le
braccia erano sporche e con molte abrasioni e le mani...
le
mani strette in pugno lungo i fianchi.
Ma
quello che davvero sconvolgeva i presenti era il volto: duro, glaciale,
impenetrabile.
La
bocca stretta in una smorfia di gelo assoluto, gli occhi socchiusi
minacciosamente, una luce fredda come neve nelle due polle scure.
E
quello sguardo trasudava odio e rabbia.
I
capelli incolti, ma comunque rossi e splendidi, lunghi.
Nella
seconda foto, scattata solo due giorni più tardi, Hanamichi era,
nuovamente, un'altra persona: i suoi capelli erano stati tagliati ed era
stato vestino con semplici pantaloni e maglietta nera.
La
foto lo ritraeva tra i due coniugi che gli sorridevano con calore.
Ma
nei suoi occhi, semplicemente il nulla.
Ne
freddezza ne odio... solo il nulla.
Vuoti,
vitrei, privi di qualsiasi espressione.
Sembrava
solo un pupazzo molto realistico.
-Accidenti...-
balbettò Akira. Kogure voltò la pagina. Hanamichi era seduto sopra un
tavolo con i piedi penzolanti ma non guardava l'obbiettivo.
Una
lunga maglietta nera a coprirlo e il volto abbassato.
In
quella accanto era assieme ai suoi genitori allo zoo. Hanamichi era
vestito nuovamente di nero e nonostante il calore con cui i coniugi lo
abbracciavano, il suo volto era sempre impassibile, come se fosse estraneo
alla situazione.
-Bhe!
Il broncio che tenevi da bambino lo stai recuperando ora!- sdrammatizzò
il playmaker.
-Anche
troppo...-
-Kitsuneeee!!!-
grugnì Hanamichi offeso.
Man
mano che le pagine scorrevano altre foto in cui un sorriso, sul volto di
Hanamichi, era impossibile da vedersi.
Il
primo barlume di serenità era ritratto in un'immagine di quando aveva
cinque anni: seduto sull'altalena appesa ad un albero. Sorrideva sereno
mentre il padre spingeva con un sorriso di felicità la giostra.
Finalmente
il bambino sorrideva...
-Oddio
sorridi! E da li non ti sei più fermato!- sghignazzò Mitsui.
-Antipatico!
Posso tornare inquietante e tenebroso se ti va!- disse con quello sguardo
sanguinario e quel ghigno satanico.
-Nono!
figurati! Non ti disturbare!- si affrettò a ritrattare l'ex-teppista.
-Perchè
eri così?- chiese Rukawa a bruciapelo. I presenti si zittirono voltandosi
di scatto ad osservare il moro che teneva le braccia incrociate e gli
occhi fissi in quelli di Hanamichi.
Il
rosso ricambiò lo sguardo con espressione seria.
-Perchè
sei così..Rukawa?- sussurrò in un soffio appena udibile che giunse,
comunque alle orecchie del volpino. I loro occhi sempre incatenati in un
muto dialogo.
-Non
per lo stesso motivo... immagino.- bisbigliò.
-Te
lo auguro-
-L'ho
già visto- disse sempre con quel tono di voce basso e impercettibile.
Aveva deciso di scoprire i suoi dubbi.
-Lo
so.- rispose semplicemente Hanamichi. I loro occhi sempre incatenati, come
se ciò che non veniva espresso a parole lo fosse con lo sguardo.
-Come
fai a saperlo...?-
-Non
lo so.- ammise Hanamichi con una nota di rassegnazione nella voce.
Come
se le avvertisse a pelle certe cose.
Come
se dentro di se conoscesse quelle stramaledette cose, che non riusciva a
ricordare.
E
restavano solo sensazioni e intuizioni.
Niente
di più.
-E'
male.-
-Lo
so. Purtroppo. E' malvagio. Lo sento.-
-Non
si può...?-
-No...-
il mondo attorno a loro era totalmente scomparso. Non esistevano i
compagni che li guardavano senza proferire parola.
Non
esistevano i loro sguardi curiosi.
Esistevano
solo gli occhi dell'altro, incatenati ai propri.
-Ahahahah!
Molto divertente ragazzi! Ci avete quasi spaventati!- li interruppe Sendoh
ridendo. Hanamichi sorrise lanciando un ultimo sguardo a Rukawa.
Una
sola parola in quegli occhi dorati: Salvami.
I
compagni ridevano commentando le altre foto decisamente più allegre delle
quali Hanamichi era soggetto.
E
Rukawa restava sempre pensieroso non vedendo quelle foto realmente.
Finchè...
non vide QUELLA foto. Senza pensarci strappò l'album dalle mani di Miyagi
portandoselo di fronte agli occhi.
No...
non
era possibile!
Una
foto.. normale forse. Se non fosse per un piccolo agghiacciante
particolare che sembrava che nessuno avesse notato.
Hanamichi
era all'ingresso di casa abbracciato alla madre. Evidentemente era
all'ultimo anno delle elementari.
Il
suo sorriso allegro e solare ma...
In
un angolo, in basso a sinistra. Abbastanza nitida perchè tutti la
notassero.
Eppure
nessuno la vedeva: Hanamichi.
Hanamichi
ancora da bambino, ancora vestito di nero.
Ancora
con quella luce di odio negli occhi.
E
quel ghigno sadico e terrificante ad incurvargli le labbra.
Un
ghigno di vendetta.
E
quell'Hanamichi se ne stava lì, seduto ai piedi del mobiletto
dell'ingresso con quello sguardo spaventoso rivolto verso Hanamichi che
abbracciava la genitrice.
-Ma
che ti piglia Rukawa!?- lo rimproverò seccato Akagi riprendendo l'album e
continuando a sghignazzare con gli altri per le foto seguenti.
Un
Rukawa più pallido del solito con gli occhi un po' sgranati, alzò il
volto incontrando gli occhi di Hanamichi.
Tristi...disperati...imploranti.
Ele sue labbra si mossero senza, però emettere suono.
Ma
lui capì lo stesso il loro messaggio: Ti prego. Salvami.
Fine
parte 1
Auguri
aimi-chan!^^
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