Note dell’autrice: ok, ero partita con il presupposto di fare una Fic NON yaoi e possibilmente senza lemon.

Mi ero presupposta di scrivere una KIBAHINA taaaanto pucciosa accondiscendendo ad ogni richiesta dei pg….infatti noterete che Sasuke NON apparirà x la 1 volta in una delle mie ff ( infatti l’Uchiha sta passando una settimana alle Bahamas in compagnia solo della propria solitudine e della propria sete di vendetta convinto che li la potrà sfogare prendendo a pugni il mega pupazzo di Itachi che la sottoscritta gli ha regalato)

Insomma, mi ero riproposta di uscire fuori dalla solita routine e proporvi qualcosa di nuovo…ma non c’è l’ho fatta….

Vuoi che Ino e Sakura si sono messe ad ammazzarsi a vicenda per avere almeno un bacio con sasuke, vuoi che Neji ha fatto il diavolo a 4 kiedendomi una fic con Naruto anche se avevo detto ke non era yaoi, vuoi che Kiba si è messo a strillare ke era una fic x lui e gli altri non c’entravano nulla…metti anche il mio mal di testa che peggiorava vistosamente di minuto in minuto e la assurda presenza di naruto che continuava a girarmi attorno chiedendomi una scena con qualcuno che NON fosse un uomo…non ho retto.

Così ho messo in punizione tutti creando delle coppie a casaccio e facendoci finire in mezzo anche il povero Kiba che ci aveva messo tanta buona volontà x la sua fic con Hinata

Bene…QUESTO è IL RISULTATO.

FIC INTERAMENTE DEDICATA A MIKA-CHAN (il MIO Neji)…..TVB

 

Buona lettura a tutti.

 

 

 


Happy Saint Valentine Day

di Rei-Murai

 

Era una continua battaglia d sguardi.

Da una parte il biondo più amato di Konoha, colui che tutti volevano, l’aspirante nuovo hokage.

Dall’altra un promettente giovane ninja dagli occhi d’oro, aspirante anbu, il proprio cane seduto sulle sue gambe che ringhiava appena.

Nel mezzo quel bel pezzo invitante di carne arrosto che stava per decretare la propria fine nella bocca di uno o dell’altro ragazzo.

Le bacchette guizzarono veloci fino al pezzo i carne, vicine.

Ci erano quasi arrivate quando una terza coppia si inserì tra le due, troppo veloce perché potessero fermarla, portandosi via l’ultimo pezzo d yakisoba.

I due alzarono contemporaneamente lo sguardo sullo Hyuga che li fissava con rimprovero

- non avete ascoltato una parola scommetto – il tono piatto mentre poggiava le proprie bacchette senza staccare lo sguardo dagli occhi d’orati dell’Inuzuka

- insomma, Neji, è una missione come le altre,non sarà più difficile del solito – sbottò Naruto distraendo il ragazzo dalla stupenda visione.

- lo so, ma vorrei che stesse attenti lo stesso – gli rispose a tono poggiando lo sguardo sul biondo.

Naruto rigirava svogliatamente una bacchetta tra le dita mentre lanciava una stecca di liquirizia all’Inuzuka e ne porgeva una allo Hyuga

- torneremo prima del 14 vero? – chiese titubante l’Inuzuka. Istintivamente entrambi i ragazzi si girarono verso di lui.

- si credo di si – rispose fintamente tranquillo Neji

- ti sei deciso allora! – un braccio non meglio definito si strinse contro in suo collo mentre una mano gli frizionava i capelli

- ahia…..Chouji mi stai uccidendo – rispose ridendo l’altro

- non sarebbe una grande perdita….-

- ma grazie Shika…- rispose un po’ offeso – voi avete bisogno di me! – aggiunse poi convinto

- certo, come di una mosca sul panino – fu la pronta risposta del Nara che, ridacchiando, si sedette accanto a lui.

Kiba sbuffò appena ordinando alla cameriera altra carne per i due nuovi arrivati mentre Neji lo fissava di sottecchi

- comunque si….voglio dichiararmi a Hinata – l’affermazione lo colpì come un fulmine a ciel sereno – anche se so che non ricambierà mai i miei sentimenti

- ma che dici! – lo consolò con una pacca ponderosa sulla schiena Choji – vedrai che andrà tutto bene –

- lo spero…-

 

……………

 

Sbuffò buttandosi sul divano d casa senza nemmeno levarsi la giacca.

La missione era stata piuttosto semplice, anche se lui  e Naruto ne erano usciti un po’ malconci.

Qualche piccola ferita.

Lanciò un occhiata all’orologio che segnava appena le 5…..le 5 del giorno di san Valentino.

Si alzò lasciando la giacca sul divano e prendendo qualcosa da sgranocchiare dal frigo mentre si dirigeva con passo lento al bagno.

Una doccia veloce, un cambio di vestiario e poi una veloce corsa fino al fioraio per prendere un mazzo d fiori per la sua dolce Hinata. E se tutto sarebbe andato bene, quella sera alla festa non si sarebbe presentato single come ogni anno.

Mezz’ora dopo era riuscito a scappare da sotto le grinfie di Ino che, solo per consegnargli quel dannato mazzo di gigli l’aveva sottoposto ad un accurato e alquanto scocciante, terzo grado.

Ora camminava tranquillo verso villa Hyuga.

Tranquillamente per modo di dire.

Calciò nuovamente il sasso, mentre Akamaru, che camminava con lentezza accanto a lui, abbaiava di tanto in tanto come a voler dare la forza mancante al proprio padrone.

Sospirò e aumentando il passo per calciare il sasso non si accorse della persona che gli veniva incontro.

Occhi bianchi che lo fissavano con un sottile velo di gelosia, il passo deciso, il labbro inferiore appena piegato sotto i denti in una smorfia insofferente.

Quasi senza farlo apposta gli finì addosso cadendo in mano modo all’indietro sotto il suo sguardo che si era fatto stupito.

Si poteva essere tanto stupidi?

Si massaggiò la testa tirandosi a sedere bofonchiando delle scuse poco convinte, quasi non si fosse reso conto contro cosa, o chi, si fosse scontrato.

I bei gigli accanto a lui rovinati.

- tutto bene Inuzuka? – alzò lo sguardo su quella voce che conosceva più che bene, trovandosi di fronte a Neji.

Il viso inespressivo dell’altro lo lasciò perplesso per qualche istante

- si – rispose in fine fissando i fiori ormai inutilizzabili.

- che ci fai da queste parti? – il tono inespressivo mentre allungava una mano per aiutarlo ad alzarsi

- stavo andando da Hinata…..- il castano prese la mano che gli veniva porta facendosi aiutare ad alzarsi trovandosi, inspiegabilmente, a qualche centimetro dal volto dell’altro.

Troppo vicini.

I fiati che si mischiavano mentre la mano rimaneva stretta nella salda presa di quella dello Hyuga.

Si allontanò facendo scivolare le mani dalla stretta calorosa dell’altro

- beh…io vado da Hina-chan – sospirò appena sorpassandolo, c’era qualcosa di decisamente sbagliato nel modo di comportarsi dello Hyuga in quel momento, anche se non capiva cosa fosse.

- mh. Si sta allenando da qualche parte dietro la villa – rispose l’altro con tono acido per poi riprendere a camminare raccogliendo i fiori e buttandoli dentro un cestino della pattumiera con aria stizzita – buona fortuna Kiba….-

- grazie…ne avrò bisogno..- sospirò riprendendo a camminare.

 

……………

 

E come volevasi dimostrare, ancora una volta, si era presentato da solo.

Si fissò attorno cercando con lo sguardo qualche persona amica mentre camminava tra la gente che affollava villa Yamanaka.

Gente che non vedeva dall’accademia, gente che non aveva mai visto e ancora gente che conosceva da una vita.

Rispose a qualcuno dei saluti da parte di qualche suo ex compagno di giochi, fino a quando non intravide la testa bionda più conosciuta di Konoha.

- Naruto! – urlò per farsi sentire da sopra la musica mentre si univa al solito gruppo.

Naruto, shikamaru,. Choji e Neji.

Dopo il tentativo fallimentare di recuperare l’Uchiha, il loro rapporto si era rafforzato il doppio rendendoli inseparabili.

Si accostò al biondino venendo letteralmente sommerso dalle sue mille domande.

Continue e scherzose.

- allora com’è andata con Hinata? – Shikamaru fece un mezzo sorriso mentre gli passava una birra

- male……..- non voleva parlarne….perchè Hinata era ancora innamorata di Naruto…e per lui non ci sarebbe mai stato spazio.

Sospirò abbassando il capo e mandando giù un lungo sorso dalla pinta che il compagno gli aveva passato

- come male?!? – chiese Naruto fissandolo dispiaciuto

- gli piace un altro – mandò giù un altro lungo sorso poggiandosi al muro e fissandosi attorno.

La gente ballava, urlava, si scambiava effusioni sui divanetti di pelle che Ino aveva appositamente messo in zone appartate della casa.

Intravide per qualche istante la padrona di casa parlare con Sakura, non poco distante da li, per poi esser coperte nuovamente dalla folla che si scatenava al centro della casa.

Allungò la mano prendendo la seconda birra sedendosi su uno degli sgabelli accanto ai tavoli mentre ascoltava le chiacchiere continue dei suoi amici.

Ridevano, scherzavano, bevevano.

- Naruto, ma tu non avevi invitato Sakura? – chiese poi mentre prendeva l’ennesima birra

- Kiba non starai bevendo troppo? – si intromise Shika levandogliela dalle mani

- no…- abbassò lo sguardo mordendosi piano il labbro inferiore.

Perché doveva amare Naruto?

Perché non poteva almeno provare a stare con lui?

Spostò lo sguardo in cerca dell’oggetto dei suoi desideri fino a quando non la vide.

Bella nella sua semplicità, con la maglietta nera a maniche lunghe che le fasciava in corpo ben fatto seguito dalla lunga gonna beige che si muoveva ad ogni suo minimo movimento.

La ragazza spostò lo sguardo incrociando il suo mentre arrossiva di botto, nemmeno il tempo di sostenere il suo sguardo per pochi minuti che, la sua piccola e dolce Hinata, lo spostò nuovamente fissando impacciata la gente attorno a se.

Forse era meglio così.

Una ragazza così candida e pura nelle sue mani, sarebbe appassita con un fiore sotto il primo freddo autunnale.

E non voleva.

Lei doveva rimanere candida come la neve, come l’aveva conosciuta.

Sorrise appena a quel pensiero dandosi dell’idiota, poteva prendere in giro tutti, dire che la cosa non gli importava più d tanto, ma sapeva benissimo che non era così.

Stava male, non sapeva nemmeno perché alla fine era andato a quella stupida festa. Sospirò allungando una mano verso l’ennesimo boccale incontrando lo sguardo annoiato di Shika che gli si era seduto accanto.

- naruto vero? – chiese lanciando un occhiata al biondo che scherzava assieme a Choji mentre fissava Sakura poco distante da loro

- si – un sussurrò appena udibile mentre mandava giù il liquido ambrato. Aveva perso in conto di quanta ne aveva mandata giù, forse 3, forse 6 ma che importava?

La serata non era ancora cominciata e lui era già brillo.

Lanciò un occhiata a Neji che, poggiato al muro, si fissava attorno ascoltando appena il chiacchiericcio sommesso di Tenten che lo fissava adorante.

Poco più in la Ino flirtava con un tipo ridendo come una scema.

Da quando Sasuke se ne era andato la bionda, dopo il primo shock iniziale, si era messa il cuore in pace e, dopo due mesi di fidanzamento con Shika, passava da un ragazzo all’altro con una facilità esasperante.

Lo sguardo del Nara seguì quello dell’amico fino a poggiarsi sulla figura della sua ex fasciata da un corto vestito bianco e nero che le risaltava enormemente le forme snelle del bel corpo mentre, i lunghi capelli biondi, le ricadevano sciolti lungo la schiena.

Sembrava diventare ogni giorno più bella.

Kiba sospirò appena mentre mandava giù un altro sorso, quella era la quinta birra che si scolava, se i suoi calcoli erano giusti e, anche se il ragazzo non dava segno di starsi ubriacando, sapeva benissimo che se non l’avesse fermato sarebbe andato avanti così per tutta la sera.

Non che gli dispiacesse fargli da balia, infondo si erano sempre aiutati e sostenuti a vicenda, però non gli andava di vietare all’amico di fare ciò che meglio credeva.

- Vacci piano con quella roba – sentenziò una voce poco distante da loro facendoli voltare entrambi. Shikamaru squadrò appena l’alta figura dello Hyuga prima che questi si rivolgesse nuovamente a Kiba – non vorrai ubriacarti ancora prima di entrare nel vivo della festa –

- per quello che me ne frega – rispose lui mentre allungava la mano per prenderne un'altra

Mano che fu prontamente fermata da quella di Shikamaru.

- ti ci metti anche tu? –

- non hai ancora mangiato – fu la semplice risposta mentre il ragazzo faceva scivolare via la mano dalla sua

- e allora? –

- non puoi ridurti a questo stato per una ragazza, Kiba – fissò in malo modo Neji prima d rispondergli acidamente

- non credo siano cose che ti riguardino – poi si alzò con un gesto stizzito allontanandosi dai due.

L’aria dentro la sala sapeva di chiuso e per uscire aveva dovuto superare una coppietta che stava bellamente attaccata al muro a baciarsi.

La odiava.

Odiava quella stupida festa ogni anno di più, lo rendeva nervoso….e il fatto che Hinata l’avesse rifiutato per Naruto, lo faceva stare ancora più male.

Con la vista annebbiata si avvicinò al cornicione poggiandosi contro e inspirando l’aria fresca della sera.

Effettivamente era stupido ubriacarsi per una cosa simile…ma ci aveva sperato sul serio. Una mano gli si poggiò sul fianco passando piano sulla schiena per poi scivolare via. Si voltò verso il padrone di quelle dita che l’avevano fatto appena rabbrividire incontrando il profilo dello Hyuga, in mano teneva un bicchiere ricolmo di uno strano liquido rosso che sorseggiava senza troppa fretta.

- mi dispiace per quello che ho detto prima – sentenziò con tono calmo senza fissarlo

- non fa nulla – sbuffò allontanandosi appena dalla ringhiera barcollando. Si soffermò a fissare Neji per qualche istante con l’aria di aver qualcosa da dire ma non saper da dove cominciare.

Poi alla fine ci rinunciò.

Si sedette a terra senza dire nulla mentre fissava la gente all’interno divertirsi.

In un angolo remoto della casa Naruto e Sakura avevano intrapreso un discorso che teneva oltremodo impegnate le loro lingue, da qualche parte una ragazza stava piangendo perché aveva colto il suo ragazzo in fragrante mentre baciava un altro e lui stava passando il san valentino, che doveva essere il più bello della sua misera vita, mezzo ubriaco e con lo Hyuga sbagliato.

- ti annoi? – alzò lo sguardo incontrando gli occhi bianchi di Neji puntati su di se. Sembrava diverso in quel momento, e ancora una volta si accorse che c’era qualcosa di sbagliato in tutto quello ma era allo stesso tempo qualcosa che poteva lasciar passare.

- abbastanza – rispose sinceramente mentre Shika veniva verso di loro

- vi ho trovati finalmente – sentenziò rifilando in mano a Kiba un bicchiere ricolmo dello stesso liquido scarlatto che teneva in mano Neji

- che roba è? – chiese sconcertato muovendo appena il bicchiere fissando Shikamaru

- qualcosa d forte che ti risolleverà il morale – rispose lui poggiandosi alla ringhiera al lato opposto di quello dello Hyuga.

Ancora perplesso si portò il bicchiere alle labbra mandando giù un lungo sorso del liquore scuro sentendosi andare a fuoco.

Tossì forte poggiando il bicchiere sulle mattonelle fredde che ricoprivano il balcone tra le risate dei due amici.

- ma che roba è – chiese alzando lo sguardo interrogativo verso Shika

- Mirto – rispose per lui Neji trattenendo le risate

- ah – rispose solo l’ Inuzuka fissando il contenuto nel bicchiere

- prova a mandarlo giù con più lentezza -  gli consigliò Shika poggiandogli una mano sulla spalla.

Rabbrividì appena mentre la testa gli girava in modo vorticoso.

- n-no grazie – rispose trattenendo appena un gemito, chiudendo gli occhi e poggiando il capo contro la ringhiera con il volto rivolto verso l’alto

- Kiba stai bene? – socchiuse appena gli occhi dorati leccandosi le labbra

- no…..fa caldo – i due si lanciarono un occhiata sconcertata, poi Shikamaru si accovaccio di fronte a lui carezzandogli la fronte

- di febbre non ne hai….magari è l’alcol…devi aver bevuto davvero troppo – l’Inuzuka si strusciò contro quella mano fresca gemendo piano – Kiba ma che fai? – la domanda sorse spontanea alle labbra del Nara che fissava l’amico appoggiarglisi contro

- sei fresco Shika-chan – il bicchiere, che stava ancora poggiato vicino alla gamba del castano, si rovesciò lasciando che il liquido scarlatto si spargesse sulle piastrelle grigie sporcandogli un po’ i pantaloni bianchi.

Shikamaru, sempre più sconcertato, lo fissava senza dire nulla ne sapere che fare.

Dal canto suo, Neji, fissava il ragazzo con un misto di gelosia e rabbia.

Il castano alzò il viso fino a sfiorare le labbra del ragazzo di fronte a se, con le palpebre semi socchiuse e gli occhi velati di voglia

- fa davvero tanto caldo…- spaventato dalla situazione, Shika si scostò velocemente dalle mire dell’Inuzuka fissandolo con rimprovero

- si hai bevuto troppo, alzati – lo tirò su senza troppo sforzo rischiando, quasi, di farselo cadere addosso – sei caduto in basso Kiba…-

- mhh dici?... – l’Inuzuka barcollò appena fissando a terra il mirto rovesciato – sembra sangue…- Shika lo fissò appena esasperato

- ora ti porto a casa e ti lascio alle amorevoli cure di tua madre – sentenziò cercando di farlo rimanere in piedi poggiandolo al muro

- non c’è nessuno a casa – fu la pronta risposta d Kiba mentre appoggiava il capo contro la sua spalla. Shika lo fissò appena carezzandogli i capelli in un gesto lento

- vuoi che rimanga con te? – chissà perché andava sempre a finire così

- ma come, sta sera non volevi riconquistare Ino? – lo prese in giro bonariamente Neji

- lo farò un'altra volta – fece spallucce – l’idiota in questione è più urgente –

- se vuoi lo accompagno io….- Kiba alzò lo sguardo fissando gli occhi del ragazzo che erano poggiati su di lui. Aveva una strana sensazione, ma la ricacciò nuovamente indietro pensando dettata dall’alcol.

- sai dove abita? –

- no, ma credo che, anche se in quello stato, riesca benissimo a farsi accompagnare a casa…se no lo porto da me….. – si avvicinò passando un braccio attorno alla vita dell’Inuzuka mentre questi ne passava uno attorno al suo collo per trattenersi.

Shikamaru spiegò brevemente la strada per riportare a casa Kiba per poi accompagnarli fino all’uscita.

- dacci dentro! – furono le ultime parole che sentì pronunciare dall’Inuzuka prima che questi si allontanasse con lo Hyuga.

 

……………

 

Si fermarono di fronte villa Inuzuka un ora dopo.

Kiba ravanò per un po’ dentro la tasca della giacca in cerca del mazzo di chiavi per poi aprire la porta.

Buio, odore di chiuso, il rumore dei leggeri passi dei cani pronti ad attaccare l’intruso…così si presentava la casa…fredda, abbandonata e, allo stesso tempo, piena di vita.

Si ricordò quando, scherzosamente, Kiba l’aveva definita un canile….forse non aveva tutti i torti.

- Tadaima – sospirò il padrone di casa accendendo la luce mostrando la visuale di un corridoio dai colori spenti e di due stupendi cani seduti che lo fissavano scodinzolando.

Uno dei due aveva una zampa fasciata mentre l’altro un orecchio mozzo.

Barcollando vistosamente, Kiba, si addentrò lungo il corridoio sparendo dentro la prima porta seguito subito dallo Hyuga;

una piccola saletta.

Un divano e due poltrone.

Sul tavolo un mazzo di fiori freschi e qualche scatola di cioccolato.

Il padrone di casa si buttò a peso morto sul divano sospirando mentre Neji lo fissava quasi rapito;

i capelli scompigliati che gli ricadevano sul viso, il volto arrossato per via del caldo e dell’alcol, gli occhi semichiusi e velati di voglia, le labbra socchiuse che non chiedevano che di essere baciate, la pelle del collo appena tirata…

Si leccò le labbra prima di continuare la lenta ispezione.

…Il petto fasciato dalla camicia nera di cui, Kiba, aveva aperto i primi tre bottoni, si muoveva lentamente al respiro regolare del ragazzo, il ventre libero dalla costrizione della camicia che scendeva morbida lasciandolo in bella vista assieme ai fianchi e la linea nera dei boxer, i pantaloni bianchi che gli fasciavano le gambe come una seconda pelle, su cui spiccava la macchia che il mirto aveva lasciato poco infondo, le gambe divaricate, una stesa lungo il divano, dove la caviglia si poggiava sul bracciolo ricoperto dalla stoffa e l’altra piegata con il piede poggiato a terra.

Un braccio steso lungo il corpo con la mano poggiata sul ventre e l’altro molleggiato lungo il divano.

Lascivo, incantevole e indifeso, o per lo meno era così che gli appariva in quel momento.

Kiba allungò una mano a prendere un cioccolatino da una delle scatole aperte sul tavolino di vetro, portandoselo alle labbra.

Il ripieno amaro del caffè gli scivolò lungo la gola producendo un gemito sommesso dalle labbra del castano mentre un rivolo scappava birichino dalle labbra percorrendo il mento e scendendo lungo la gola.

Una frazione di secondo per poi esser catturato da una delle dita dell’Inuzuka che lo cancellò portandoselo alle labbra leccando piano il dito mentre lo Hyuga continuava a fissarlo.

Sembrava che tutti i movimenti dell’Inuzuka fossero diventati in qualche modo più sensuali, calcolati in modo da attirare l’attenzione su di se, di farsi desiderare al punto tale di non capire più nulla.

Come spinto da una forza superiore, Neji gli si avvicinò sedendosi su una porzione libera del divano mentre passava piano le dita tra i suoi capelli. Dita che furono accolte più che volentieri dal castano che ci si strusciò contro mugolando di piacere mentre prendeva un altro cioccolatino.

Allungò una mano rubandone uno anche lui poggiandoglielo sulle labbra fino a farlo scivolare al loro interno.

La lingua del ragazzo sfiorò appena le sue dita facendolo rabbrividire mentre le passava con estrema lentezza lungo le sue labbra per poi spostarle sulla guancia destra e farle scivolare lungo il collo.

Più l’aveva vicino più aveva la bramosia di sfiorare, baciare e mordere quella pelle brunita e profumata d pesca.

Si chinò appena sfiorando le labbra chiuse con la lingua mentre queste si schiudevano sotto il suo passaggio lasciando libero accesso all’antro caldo e umido. Sapore di cioccolato, mirto e il suo originale.

Buono.

Si staccò appena fissando gli occhi dorati che lo fissavano con una luce maliziosa all’interno, sorridendogli.

Una mano scivolò a carezzargli il fianco con tocchi lenti procurando un lieve gemito al ragazzo che continuava a fissarlo con lo sguardo spento, troppo intontito dall’alcol per capire cosa stava succedendo. Ma forse era meglio così

Sicuramente il giorno dopo non si sarebbe ricordato nulla e lui non avrebbe dovuto spiegare il perché delle proprie azioni.

Erano anni che desiderava toccare quel corpo come stava facendo in quel preciso istante mentre la sua mano scivolava lungo il fianco, poggiandosi sull’anca e si sporgeva nuovamente a leccare le labbra dell’altro che, per tutta risposta, si  allungava verso di lui baciandolo.

I respiri che si fondevano assieme mentre le due lingue si carezzavano lascive.

Si staccò appena mentre le proprie mani andavano a slacciare i bottoni color madre perla della camicia…o per lo meno ciò che il ragazzo sotto di lui aveva lasciato chiuso.

Era dannatamente eccitante e nemmeno se ne rendeva conto.

La camicia scivolò sulla pelle bronzea di Kiba nascondendo appena il petto. Con dita sapienti la aprì del tutto lasciandolo scoperto, spostandosi a mordere e leccare la pelle morbida del collo mentre le mani gli sfioravano i fianchi e le anche slacciando il primo bottone dei pantaloni con carezze febbrili.

Lo voleva….voleva sentire quel corpo contorcersi sotto le sue carezze e quella creatura gemere il suo nome come un mandra di salvezza.

Torno a baciarlo piano sulle labbra scostandogli i capelli dalla fronte bollente per poi lasciargli un bacio anche li.

Il castano gli allacciò le braccia al collo in un gesto spontaneo mentre continuava a fissarlo con occhi vacui….velati dalla voglia e dall’alcol.

Bello.

Non sapeva com’altro definirlo mentre faceva scorrere le braccia attorno alla sua vita per attirarlo a se.

- Kiba-chan… - sussurrò appena facendo scorrere un dito lungo la spina dorsale da sotto la camicia. Il castano gemette appena tornando a cercare le sue labbra con gli occhi socchiusi.

Sembrava gli si concedesse senza nemmeno pensarci su.

Tornò a divorare quelle labbra famelicamente mentre portava il ragazzo su di se, facendolo sedere a cavalcioni sulle proprie gambe scendendo a mordergli e baciargli il collo mentre lo spogliava della camicia che scivolò a terra con un lento fruscio.

Sentiva le mani del castano passare tra i suoi capelli mentre lievi ansimi sfociavano dalle sue labbra assieme al respiro accelerato.

Suo.

In quel frangente non era di nessun altro, solo ed esclusivamente suo.

Tutto quello che apparteneva a quella stupenda creatura dagli occhi dorati e ora lo fissavano mentre la lingua morbida passava sulle labbra.

Scariche di piacere che si susseguivano lungo la schiena mentre tornava ad occuparsi di quella pelle profumata e invitante.

- Neji….- sussurrò appena il ragazzo strusciando il proprio bacino a quello dell’altro strappandogli un lieve gemito. Gemito che fu catturato dalle labbra del castano che era tornato a baciarlo con foga mentre infilava le mani sotto la maglia alzandogliela con estrema lentezza.

Sembrava che l’Inuzuka si fosse ripreso, almeno in parte e avesse cominciato a capire la situazione.

Troppo tardi per fermarsi.

Mani che accarezzavano e mettevano a nudo pelle, labbra che si cercavano sempre più vogliose.

Qualcosa di liquido e caldo che colava lungo la sua spalla per poi essere recuperata dalla lingua del moro in una lenta carezza.

Aprì gli occhi, chiusi in precedenza, incontrando lo sguardo malizioso di Neji che faceva colare un po’ del ripieno di uno dei cioccolatini lungo le sue labbra per poi leccarlo via.

Caffè, liquore, crema di fragola (li odio quei cioccolatini >-< NdRei) oppure il cioccolato stesso che gli sporcava la pelle e veniva ripulito lentamente.

La lingua del compagno che gli leccava appena un capezzolo e poi la bocca che ci si chiudeva attorno mordicchiandolo e succhiandolo appena.

Gemette inarcando appena la schiena mentre Neji tornava a farlo sedere sul divano inginocchiandosi a terra tra le sue gambe senza staccare la bocca dalla sua pelle.

La lingua che scendeva con lentezza fino al ventre e poi al bassoventre mentre le mani si poggiavano a slacciare il secondo bottone premendo appena sulla virilità gonfia ed eretta che premeva contro i boxer.

Le labbra lasciarono la sua pelle per portarsi alla cerniera prendendola tra i denti e abbassandola lentamente per poi sfilargli l’indumento tornando a leccargli il basso ventre.

Gemette inarcandosi per facilitargli il compito mentre la voglia cresceva nuovamente.

Lo attirò verso di se baciandolo mentre gli levava la maglia nera che portava addosso scendendo quasi subito a slacciargli i pantaloni sfilandoglieli.

Il moro si spinse contro di lui facendo cozzare le due erezioni ancora coperte solo dai boxer procurando un altro gemito da entrambe le parti mentre le bocche tornavano a cercarsi vogliose e le mani accarezzavano a pizzicano un po’ ovunque.

Pochi minuti dopo anche i boxer del castano andarono a raggiungere il resto degli indumenti buttati un po’ ovunque mentre la mano del moro si muoveva lenta lungo la sua asta.

Piacere allo stato puro.

I gemiti di Kiba che si alzavano erano come musica per le sue orecchie.

Ma voleva di più.

Si scostò dalle sue labbra bisognose di baci mentre andava a leccare la punta diminuendo appena le carezze per poi prenderla in bocca succhiando piano e fissandolo di sottecchi.

Il ragazzo aveva gettato all’indietro la testa con la bocca quasi spalancata, in cerca d’aria, da cui uscivano lievi mugolii e gemiti alti.

Spostò la mano portandola all’apertura tra le sue natiche, sfiorandola piano, mentre faceva scivolare completamente l’asta in bocca cominciando da subito a pompare velocemente.

Sempre di più mentre intrufolava il primo dito dentro d lui facendogli poggiare una gamba sulla propria spalla.

Sempre di più mentre a quel dito se ne aggiungevano gradatamente altri due che cominciarono quasi subito a muoversi dentro di lui.

La testa gli girava vorticosamente mentre cominciava a chiedere di più al ragazzo ansimando e spingendosi contro la sua bocca fino a venire.

Lo Hyuga mandò giù il seme del castano leccandosi le labbra e fissandolo divertito;

abbandonato contro il divano, il respiro accelerato, le labbra socchiuse in cerca d’aria e gonfie di baci.

Stupendo, ancora con quello sguardo semi innocente.

Sfilò le dita portandosele alle labbra in cerca ancora di quel sapore dolce e dannatamente inebriante per poi tornare a baciarlo piano.

La propria erezione che premeva forte contro i boxer, quasi dolorosamente.

- Kiba-chan – sussurrò appena sulle sue labbra mentre il ragazzo tornava a baciarlo – ti voglio….ora…subito…- le mani del castano scesero all’elastico dei boxer abbassandoglieli con lentezza mentre un sospiro di sollievo si levava dalle sue labbra.

Libero ma ancora prigioniero di quella voglia che voleva sfogare da fin troppo tempo.

Anni.

Quasi due anni che provava quella voglia insensata verso il ragazzo.

Voglia che era sfociata quella sera, come un fiume in piena appena l’aveva visto.

Il volto imbronciato, il corpo appena coperto da quei leggeri indumenti.

 La voglia di prenderlo e farlo suo fregandosene delle proteste che si sarebbero certamente levate da quelle labbra morbide e invitanti.

Labbra che erano state create solo per essere baciate, divorate.

Come il corpo che ora si trovava sotto di lui ansimando leggermente.

- prendimi allora – una frase appena sussurrata contro il suo orecchio mentre la lingua si tendeva ad accarezzargli e succhiargli il lobo.

Non aspettò nemmeno che finisse la parola, penetrandolo con un'unica spinta e strappandogli un alto gemito di dolore.

Lacrime e urla.

Si piegò sul viso del ragazzo rimanendo fermo e leccandogli via le lacrime mormorando parole di scuse. Tornando a baciarlo piano e ad accarezzargli la schiena per tranquillizzarlo.

Sentendosi quasi soffocare dalla costrizione di rimanere fermo in quel corpo invitante che lo ospitava.

Aveva bisogno di muoversi, bisogno d lui.

Azzardò appena una lenta spinta strappandogli un altro gemito di dolore.

Non voleva fargli male, non voleva vederlo piangere….sarebbe anche stato capace di lasciarlo per farlo smettere.

Se questo poteva dargli sollievo.

E stava proprio per farlo quando Kiba, intuendo le sue intenzione, gli aveva avvolto le braccia in vita spingendosi piano contro di lui.

Un altro lento gemito d dolore mischiato ad uno di piacere uscito dalle sue labbra.

Un'altra spinta mentre i gemiti si trasformavano entrambi in mugolii di piacere

- muoviti – un sussurrò appena accennato, invogliato da una altro movimento del bacino da parte del castano.

Non se lo fece ripetere due volte cominciando a muoversi dapprima lentamente e poi sempre più veloce contro di lui.

Gemiti di piacere che inondavano l’aria mentre le bocche tornavano a cercarsi e Kiba guidava la sua mano nuovamente sulla propria erezione risvegliata.

Vennero quasi nello stesso momento ricadendo poi sfiniti sul divano.

Non gli interessava come sarebbe andata il giorno dopo, non gli importava se Kiba se ne sarebbe ricordato o meno.

Uscì da lui facendo attenzione stringendolo a se forte mentre il ragazzo si addormentava tra le sue braccia bisbigliando appena il suo nome.

Aveva deciso…avrebbe fatto di tutto per conquistare quell’angelo e tenerlo per se….per sempre.

 

Happy Saint. Valentine Day.

 

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Oddio…O.O

Schif schif schifff >-<****

Basta mi arrendo….nn riuscirò mai a fare una lemon decente….mika-chan t kiedo scusa x questo obbrobrio ç__ç

*me si prostra piangendo mentre Kiba le fa pat pat sulla testa*
K: facevi prima a fare una KibaShika……

Si così era la volta buona ke Neji c ammazzava entrambi ç___ç
K: XDDD

 

Va beh….vi pianto e vado in cerca d cioccolato con cui strafogarmi….buona festa degli idioti…ehm…..buon san Valentino a tutti

 

Rei