Al mio ‘Mona’
che ha
reso indimenticabile questo Capodanno…
Happy Birthday (and a Happy
New Year)
di Elyxyz
POV di Rukawa.
Suono il campanello di
casa Mitsui, mentre il gelo mi pizzica le guance…. Fa un freddo cane,
stasera. E mi scappa uno starnuto.
Se mi ammalo, come cavolo
lo vinciamo il campionato invernale?!
Il nostro vicecapitano,
sorridendo, mi accoglie: “E’ arrivato Rukawa!” informa gli altri.
“Nh.” confermo io,
fermandomi nell’atrio.
“Mi dai la tua giacca,
per favore? L’appendo nell’attaccapanni di là…” spiega il senpai, e mi aiuta
a sfilarla.
Non so perché, ma di
solito il mio istinto mi fa reagire male, di fronte a queste gentilezze, a
cui non sono abituato.
Invece stasera lo
ringrazio per la sua premura. Non so se mi ha sentito, ma va bene così.
Il padrone di casa viene
ad accogliermi: “Ecco la nostra matricola d’oro, che ci onora della sua
presenza!!!” una sottile ironia si mescola al suo sorriso sincero...
Ma stasera non me la
prendo.
Una voce fin troppo
familiare, invece, strepita di là: “Ehi, Mitchy!!! Ma sei cieco, o cosa?! Io
sono arrivato mezz’ora fa!!!”
“Do’aho” non posso fare a
meno di sbuffare.
Non cambierai mai…
Mitsui, alzando le spalle
rassegnato, mi dice di seguirlo, e mi conduce per un lungo corridoio.
Se la mia villetta è
considerata moderatamente grande, questa casa è gigante! Annota il mio
cervello.
Sapevo che i genitori del
senpai erano molto ricchi… la sua famiglia, si dice, discenda da quelle tra
le più nobili e antiche del Giappone, e che esistano addirittura legami con
la stirpe imperiale…
Ma Mitsui non ha la puzza
sotto al naso e, tutto sommato, è pure simpatico…. Di sicuro è un gran
rivale… non al mio livello, ovviamente, ma le sfide con lui sono sempre
stimolanti….
Arrivato nel salotto, in
cui anche pranzeremo, non posso fare a meno di registrare l’incredibile
tavolata imbandita all’inverosimile.
“Ayachan ha superato se
stessa, vero?!” mi informa accostandosi Miyagi, palesemente orgoglioso.
“Nh... Già.” Asserisco
io.
La manager mi sorride, un
po’ imbarazzata: “Non ho mica fatto tutto da sola!… Anche Haruko mi ha
aiutata!!!”
Ah. La babb... la sorella
del capitano… cos’ha fatto, lei? Ha sbucciato le banane?? Vorrei
chiederglielo, ma poi so che farei un casino…
I presenti mi salutano in
coro. Tranne, ovviamente, la baka saru, intenta a ingurgitare quanti più
manicaretti possibili…. Pozzo senza fondo…
Annegherei, se ci
cadessi dentro?
Un brivido scende lungo
la mia schiena.
Sento le guance scaldarsi
a questo pensiero... Che cazzo di domande mi faccio?! Forse mi sto
ammalando. Nh…già. Senti che caldo, qua dentro… e come faccio con il
campionato invernale?!
Meglio pensare ad altro….
La voce della Akagi
richiama la nostra attenzione, per avvisare che la cena è pronta, ed è ora
di sedersi.
Ma un’esclamazione di
Ayako ci spiazza tutti: “No! Fermi!!! Aaaaaalt!!! Prima questo!” E sorride
complice al nostro playmaker… Da non so dove, se ne esce un ciuffo strano di
rami verde scuro.
E il nostro ‘Tensai’ pone
la fatidica domanda: “Che roba è?!”
Ayako lo sventaglia un
paio di volte, rimbrottando un: “Ignorantone che non sei altro! E’
vischio!!!”
“Si mangia?!” Prosegue
l’incauto Do’aho.
Se non fosse troppo
scioccante per tutti, riderei…
Ayako alza gli occhi
esasperata, poi nel suo tono più paziente, spiega: “La tradizione
occidentale vuole che, se due persone si trovano contemporaneamente sotto al
vischio, si scambino un bacio di buon auspicio per il nuovo anno.” E, senza
tante cerimonie, lo appende all’arcata d’entrata della sala.
“Ayachan… la inauguriamo
noi, quest’usanza?” pigola speranzoso Miyagi…. E lei sbuffa, tanto per
tenerlo sulle spine un po’... e poi lo bacia con dolcezza.
Probabilmente, tutte le
altre coppie qua dentro stanno pensando di imitarli…
Sakuragi mastica
qualcosa sulle ingiustizie della vita e sulla fortuna sfacciata di certi
nanerottoli…. mah.
La cena prende il via, in
un susseguirsi di portate riccamente elaborate… persino il mio scarso
appetito cerca di rendere loro giustizia… sashimi, tenpura, o-nigiri, ramen,
soba, involtini di maiale con verdure, melanzane in salsa di soia, obanyaki
e diverse tsukemono di contorno, del buon sushi e senbei…. Il tutto
innaffiato con dell’ottimo sakè e bevande varie, più o meno alcoliche.
Tutti chiacchierano
animatamente tra loro, passandosi i diversi piatti e, non so perché, ma mi
ritrovo ipnotizzato in questo frangente allegro. che sa si amicizia. di
casa.
Per me che vivo da solo
per 350 giorni l’anno, cose come questa sono novità che scombussolano un
po’...
Mitsui e Kogure
parlottano con Miyagi e la nostra manager, mentre il Do’aho tiene banco con
le sue sbruffonate, intrattenendo Akagi, Mito, Haruko e le sue amiche...
Come diavolo si chiamano?! Macchissenefrega!
Finiamo di cenare molto
tardi, e senza quasi accorgercene, arriva la mezzanotte.
I ragazzi litigano su chi
abbia realmente l’ora esatta per il count-down… che stronzate!
Mi siedo sul divano più
in disparte, quello davanti al camino scoppiettante… la musica in sala è
piacevole, ritmata, ma non eccessivamente… anima l’ambiente in modo
discreto... sto per appisolarmi, lo sento…
“Toh. Volpe narcolettica!”
spalanco di colpo gli occhi, sorpreso.
La scimmia rossa mi sta
porgendo un bicchiere di carta, con il mio nome scritto con un tratto marker
nero… beh, veramente c’è il kanji di ‘baka kitsune’…. Comunque è per me.
“Nh.” rispondo,
allungando una mano per prenderlo.
In una frazione
infinitesimale, le nostre dita si scontrano…. Si sfiorano.
Sakuragi dilata
impercettibilmente le pupille, sorpreso.
Poi si ritrae e si dà
alla fuga, borbottando qualcosa sulle stole di volpe… Lo guardo
allontanarsi, rimanendo un po’ così… che cavolo è successo?!
Ayako mi strattona
per farmi alzare, fra 10 secondi scoccherà la fatidica mezzanotte…
speriamo che nessuno lo sappia, che nessuno se ne ricordi…
Stappiamo diverse
bottiglie e, brindando, ci scambiamo gli auguri, sciamando per la stanza.
Beh. Veramente sono gli
altri a cercare me… soprattutto quelle due oche, amiche della Akagi… che
speravano di cogliermi in fallo, vicino al vischio… ma io ci sono stato ben
lontano…
Il Do’aho posa il suo
bicchiere su cui campeggia un gigantesco ‘Tensai’ e si avvicina nella mia
direzione.
Un atto miracoloso si
compie davanti ai miei occhi.
Allunga una mano e mi
biascica un: “Auguri, volpaccia.”
“Buon anno, anche a te.”
rispondo meccanicamente, stringendogliela….. ha qualcosa di urticante sul
palmo?!
“E buon compleanno”
sussurra lui, concludendo.
Concedetemi 30 secondi di
stupore. Me li merito. Regalatemeli.
“Gra…grazie” soffio io,
stordito.
Le altre coppie si
scambiano gli auguri di rito, ma sono troppo immerso in questo lago di
confusione, per registrarlo… probabilmente non sono l’unico ad aver bevuto
troppo, stasera.
I ragazzi intonano
l’idiotissima ‘Happy birthday’…
Ok. Sono pericolosamente
sul punto di commuovermi…
Dannata Ayako e la sua
linguaccia lunga! Eccola che arriva con una gigantesca torta.
Per festeggiare me. Il
mio compleanno.
Nessuno mi aveva
mai fatto un regalo così… così… così.
In fondo, questo branco
di pecore è davvero un gruppo di amici, non solo a parole… anche se devono
avere tutti qualche deficit mentale, per ricercare la compagnia di un
misantropo come me…
Ayako accende le mie16
candeline e mi ricorda di esprimere un desiderio.
Non so perché, ma tutti
mi guardano in silenzio, quasi con affetto.
Regalami qualcosa,
stanotte. Qualsiasi cosa.
Basta che mi renda
felice.
E’ il mio desiderio. E
soffio.
Ognuno di noi mangia in
fretta il suo dolce e poi, recuperati i cappotti, usciamo a gustarci i
fuochi d’artificio, che già da un po’ si sentono scoppiettare.
In giardino fa ancora più
freddo di prima, di quando sono arrivato.
Ma il cielo notturno,
graffiato di mille colori, è uno spettacolo unico.
Mitsui mi passa qualcosa,
che afferro senza capire.
Solo ora mi accorgo che
tutti tengono in mano un bastoncino di metallo.
La fiamma di un accendino
fa accendere le micce di quelle che si rivelano essere delle ‘fontane di
luce’.
Ed è un po’ surreale
guardare 11 idioti in cerchio che ammirano questi sfrigolanti fuocherelli,
imbambolati dalla luce come dei bambini.
Forse è anche questa una
piccola gioia della vita.
Le coppiette si appartano
un po’, per scambiarsi gli auguri in modo più intimo…
Non posso fare a meno di
notare lo sguardo felice del Do’aho, mentre osserva Mito e la Akagi,
allontanarsi insieme, stretti stretti.
Ammetto di essere rimasto
un po’ sorpreso, quando l’ho saputo… mi sarei aspettato che Sakuragi facesse
un pandemonio, invece si è solo congratulato con il suo migliore amico.
In fondo, Do’aho, non sei tanto idiota
come sembri…
Perdendo un po’ la
cognizione del tempo, rientriamo in casa. Alcuni si siedono sui divani,
altri sulle poltrone.
Io mi appoggio allo
stipite della porta, dove il freddo di fuori crea un piacevole contrasto con
il calore della stanza.
Mi lascio cullare un po’
da questo tepore, socchiudendo gli occhi… lento lento, scivola il buio
davanti a me… Ma sul più bello, la grazia elefantina della scimmia mi
spintona bruscamente, risvegliandomi di brutto.
“Do’aho!” lo rimprovero.
“Baka Kitsune! Sempre in
mezzo ai piedi, stai!!!” risponde lui, avvicinandosi per aggredirmi, se
servisse, non solo a parole. Io lo fronteggio, torvo.
Un gridolino estasiato ci
riscuote e ci guardiamo intorno, confusi.
“Il vischio! Il
vischio!!!” urla Ayako, subito seguita dal coro di fedeli pecorelle.
Io e il Do’aho solleviamo
il capo contemporaneamente, fulminando ‘l’infausta verdura’ che pende sopra
le nostre teste.
“Dovete baciarvi.”
decreta Miyagi.
“Già!” rincarano gli
altri.
“Non ci penso neppure!!!”
sbraita il rossino, oltremodo convinto.
“Nh. Per una volta,
concordo.” E mi allontano, sfidando chiunque a contraddirmi.
“Ma… Hana-kun! Avrai 10
anni di sfortuna, se non rispetti l’usanza…” esordisce la Akagi.
“Oh, sì! 10 anni senza
uno straccio di ragazza…” rimbecca Mito, serissimo.
La scimmia impallidisce,
e mi comanda: “Vieni qua, Kitsune! Anche se non ci credo… Il Tensai non può
rischiare… mi sacrificherò.”
La mia parte cattiva
suggerisce di fargli notare che mezza Kanagawa venderebbe l’anima, per
essere al posto suo…
“Do’aho! Neanche io
faccio i salti di gioia.” ribatto con sufficienza.
“Avanti, volpaccia!
Veloce e indolore, intesi?!”
“Nh.” e annuisco.
Ma perché cazzo devo
sprecare il mio primo bacio proprio con lui?! E davanti a tutti, poi!
Un silenzio irreale cala
sulla stanza, malgrado i botti fuori continuino a scoppiare, e la musica
nell’HI- FI non sia finita.
Mi avvicino a lui, che
rimane impalato a fissarmi, indeciso su cosa e come fare.
Lo prendo per i fianchi e
me lo tiro contro.
E tu, preso alla
sprovvista, ti inclini verso di me.
Le nostre labbra si
sfiorano appena.
Un pensiero sfreccia
nella mia mente.
Visto che è un dovere… mettiamoci almeno
un po’ di piacere…
La mia lingua lambisce la
fessura tra le sue labbra.
Se non avessi gli occhi
chiusi, potrei vedere i suoi sgranarsi dalla sorpresa...
Avanti, Do’aho… o adesso,
o mai più.
Sento le tue mani
muoversi tra i miei capelli, in una carezza ipnotica, e la tua lingua
accarezzare timida la mia.
Non me ne frega un cazzo,
se è colpa o merito di un miracolo, della superstizione, e di chissà chi…
Kami! Mi stai baciando…
Fermate il tempo, in
questo momento, vi prego…
Un imperativo interiore
mi ordina di guardarti e due tazze di cioccolato fondente mi scaldano dentro
lo stomaco, l’anima, la mente.
Un’ultima lappata e
l’incanto si rompe.
Magia di un battito di
ciglia.
O di un frammento d’eternità.
Il tempo riprende a
scorrere, e ci stacchiamo, imbarazzati e confusi.
Uno scroscio d’applausi e
fischi satura l’aria, divenuta irrespirabile.
Cerco di rivestire la mia
faccia di bronzo, ma i sorrisetti compiaciuti di tutti rendono ardua questa
finzione.
Il Do’aho è color
aragosta e si guarda intorno, smarrito.
“Rukawaaaaaa!!! L’hai
compromesso!”- urla, canzonatorio, Mito- “Adesso te lo devi sposare!!!” e
tutti annuiscono a quest’ultima stronzata.
Ok. Correggo la mia
opinione su di loro.
Non sono degli amici.
Sono dei bastardi D.O.C.
“Eh, sì!”-riprende
Mitsui- “Adesso puoi prenderlo in braccio e condurlo verso l’altare!!!” e
tutti approvano… persino Akagi, che sorride benevolo, annuendo.
Ma quanto hanno bevuto?!
Sakuragi ci osserva
stordito. Come se non avesse capito che il discorso riguarda pure lui.
Ok. Prima li
accontentiamo, prima smettono di rompere.
“Do’aho, vieni qua.” gli
ordino spiccio io, stavolta.
Scuote la testa,
testardo, ma non proferisce parola.
E così mi accosto a lui.
Lo vedo irrigidirsi
spaventato, come fosse un coniglietto braccato dalla volpe affamata….
“Fai come dico io…” gli
sussurro.
“Perché?! Non voglio
farlo…”
“Eccheccazzo, Do’aho! Per
una volta, stai al gioco!”
Mi fissa confuso e
indeciso.
E io ne approfitto per
infilargli una mano sotto le ginocchia, l’altra sulla schiena, e con una
spinta di reni, me lo ritrovo in braccio.
Per l’ennesima volta in
questa serata, sono riuscito a stupirlo.
Lui accosta il suo viso
al mio, e mi sibila: “Kitsuneeee.. cerchi rogne?!”
“No. Coccole.”
soffio io, più a me stesso, che a lui.
Non ho la certezza che mi
abbia sentito, perché due flash in successione ci accecano, stordendoci.
“E’ un peccato gravissimo
non immortalare per i posteri le nostre due matricoline…” sghignazza Mitsui.
Se le fa circolare a
scuola, giuro che Kogure resterà vedovo in breve tempo...
Sakuragi ritorna con i
piedi per terra, e per 30 secondi mi sorge il dubbio che mi siano spuntate
tre ernie al disco, vista la sua leggiadria.
Il Do’aho va a sedersi il
più lontano possibile da me, mettendo quanto più spazio ottenibile tra
noi... e non so perché, ma la cosa mi ferisce un po’.
Un sottile dolore si
insinua in un anfratto sconosciuto dentro me... poco dopo, senza preavviso,
la luce centrale viene sostituita dalle abat-jours colorate, per creare un
clima più rilassato, e qualcuno inizia ballare.
Mi accoccolo sul famoso
divano più lontano, quello nell’angolo davanti al camino, che dà la schiena
agli altri, e che ormai è una mia proprietà privata.
Ho bisogno di rilassarmi,
sono successe troppe cose, stasera, e tutte troppo in fretta.
Il led luminoso
dell’orologio sulla mia destra segna le 3 passate.
Il ciocco sul caminetto
crepita allegro, ma la musica copre il suo sfrigolio… anche da qui, mi
giunge la voce di Sakuragi che commenta al gorilla un bacio hard tra Mito e
Haruko… e il ‘Tensai’ conclude che, se al posto del suo amico ci fosse stato
lui, a quest’ora sarebbe già passato a miglior vita…
Sento il capitano
spiegargli, non tanto delicatamente, che Mito gli andava a genio, al
contrario di lui... e considerato il discorso finito, si alza per scortare
fino a casa le due amiche di Haruko che stanno per andarsene, e formulano un
saluto generale.
I pezzi ballabili vengono
sostituiti con canzoni lente, più romantiche. Ho bisogno di prendere un po’
d’aria fresca, per decidere se tornarmene a casa, o restare qui, fino al
mattino.
…
Non so per quanto tempo
sono rimasto fuori, ma in salotto la scena di prima è cambiata
sensibilmente.
Ayako e Miyagi si
scambiano tenere effusioni sul divano centrale, Mito e Haruko sembrano
addormentati su una poltrona, vicino alla cucina. Registro la mancanza di
Mitsui e Kogure, probabilmente occupati in piacevoli passatempi... anche
Sakuragi, mi sussurra subdola una vocina, non è presente.
Così mi avvicino al
divanetto che, a questo punto, è di mia proprietà. Quello che dà le spalle
alla sala, ed è davanti al camino. Un pezzo di legno ormai sta morendo
consumandosi, lanciando gli ultimi riverberi rossastri. E solo ora, mi
accorgo della presenza del Do’aho, sdraiato qui.
POV di Sakuragi.
Manca poco, ormai,
all’alba. E questa è stata davvero una lunga notte! Non posso evitare di
arrossire, ripensando a prima. Al bacio con la Kitsune, iniziato per gioco e
poi trasformato in… in cosa?!
A lui che mi prende in
braccio... a quella parola ‘coccole’ che non so se me la sono solo
sognata, o se l’ha sussurrata sul serio.
Questa non è la Kitsune.
No, davvero.
Oppure è così quando è
ubriaca... e non so se sia un bene o un male... un bene?!
Akagi, Matsui e Fuji se
ne sono andati.
Rukawa è uscito, non so
nemmeno se tornerà indietro o se rincaserà, senza salutare.
Mitsui e Kogure, Ayako e
Ryota, Yohei e Haruko stanno vivendo in un mondo tutto loro, in questo
momento.
Mi siedo in questo divano
più appartato, davanti al camino.
E’ in momenti come questi
che la solitudine diventa pesante come un macigno, ed è insopportabile.
Uno scoppiettio vivace mi
rallegra po’.
Pallido surrogato di una
compagnia che non avrò.
Mi siedo tra i cuscini, e
accarezzo distrattamente un plaid, ripiegato sul bracciolo accanto a me.
Chiudo gli occhi. E mi rilasso, divaricando e distendendo le gambe, i piedi
ben piantati, le ginocchia piegate, appoggiando le spalle sul tessuto
morbido, facendo ricadere la testa indietro, sullo schienale, le braccia
distese, la destra sul bracciolo, e l’altra -la sinistra- adagiata
mollemente sul cuscino di lato, col palmo della mano all’in su.
Rilassamento totale.
E’ tutto quello che posso
fare, in questo momento.
E sento il sonno
accarezzarmi sensuale, invitandomi mellifluo nel suo antro oscuro.
Una leggera folata d’aria
fredda attraversa la stanza, forse entrata dalla porta-finestra che dà sul
giardino... o forse è solo un’impressione dei miei sensi stanchi,
imbrogliati dal sonno e dall’alcol.
Registro una presenza in
qualche modo familiare.
Questo profumo non si può
confondere. Dopo tante risse, ti resta come impresso sulla pelle.
Anche senza aprire gli
occhi, so che è lui.
Che si è seduto piano,
accanto a me, per non disturbare.
Vuoi colpirmi a
tradimento, Kitsune?!
E infatti mi colpisci,
ma non come credevo io...
La tua mano scivola lenta
sulla mia, fino a far combaciare i nostri palmi, due pezzi coincidenti di un
puzzle più grande di noi.
La stringo piano,
piegando lentamente le dita per imprigionarla, per proteggerla con la mia.
E anche le tue dita
sfiorano le mie nocche, in un movimento quasi timoroso.
Sollevo piano la mia
mano, trascinando con me la tua, e posandomela in grembo.
E con l’altra, senza
quasi sapere come, inizio una lenta, dolce carezza, appena sfiorata.
Il pollice scorre ruvido
sulla tua pelle, in un massaggio o in un contatto, non so bene neanch’io.
Proprio mentre mi sto
chiedendo se stai già dormendo, la tua testa scivola di lato, fino a posarsi
sulla mia spalla. I tuoi capelli mi sfiorano il mento, lo zigomo... e mi
fanno quasi il solletico.
Ed è una cosa strana, il
profumo del tuo shampoo mescolato alla resina bruciata dell’acero che esce
dal focolare davanti a noi...
La mia mano, che si
prende cura della tua, continua la sua danza ipnotica, mentre sento il tuo
respiro farsi lento e regolare.... ti sei addormentato.
Non so se tutto questo è
un sogno o un incubo, o semplicemente una pazzia, e, sinceramente, non mi va
di scoprirlo tanto presto.
Non so perché, ma mi
sento molto vicino ad assaporare uno stato di pace assoluta, in cui voglio
crogiolarmi, fino all’ultimo istante concessomi.
Strofino le labbra sui
tuoi capelli, in quello che sembra tanto bacio maldestro, ma tanto tu
dormi... e domani dimenticherò tutto.
Ma la Kitsune si muove
-giusto per contraddirmi- appena tolte le mie labbra dalla sua testa e la
solleva, lentamente, verso di me.
I tuoi occhi fusi nei
miei.
Risposta ad una
domanda che non è ancora stata fatta.
Fuggi ora, se vuoi,
mentre siamo ancora in tempo...
... oppure dimmi che non
scapperai più.
Rukawa chiude gli occhi e
riposa la testa sulla mia spalla, accoccolandosi nell’incavo del mio collo.
Me lo stringo contro timidamente, abbracciandolo in modo goffo, mentre
trascino il plaid su di noi, per coprire i nostri corpi.
E mentre la sua mano
cerca di nuovo la mia, non mi importa di sapere se questo miracolo sta per
finire, e se domani ci picchieremo di nuovo...
per adesso, voglio solo vivere tutto
questo.
-Owari-
Disclaimers:
I personaggi di Slam Dunk non mi appartengono… ma non potrei avere Ru in
affitto?! *__*
Nota:
Questa storia paga un grosso tributo a due fic bellissime della mia mentore
N, (e anche se lei odia questo tipo di pubblicità indiretta, e probabilmente
mi tirerà le orecchie, io voglio dirlo) che sono ‘Sogno di una notte in
piena estate’ e ‘Your laugh’. Scherzando, lei mi ha detto: “Quando la
pubblichi, ammetti che stai seguendo le orme della mitica Tensai tua maestra
di Fic e di vita N ed è tutto risolto.... e che ti rammarichi pubblicamente
che una grande autrice sia uscita dalle scene così presto....”
Micky... io l’ho fatto…
non ti arrabbierai, vero?! ^__=
Come sempre, un grazie a:
N, Naika, Hymeko, Ally e Ise.
E un pensiero a Sonia,
che ha l’incredibile fortuna di poter festeggiare il compleanno lo stesso
giorno di Ru…
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