Questa
HanaRu non è solo cortissima, è anche un po’ scema (me lo dico da sola!) ma
è stata elaborata e scritta tra le 2.30 e le 4.00 di notte del primo gennaio
quindi siate comprensivi! Io ho festeggiato l’anno nuovo così ^_^ ! Se non
dovesse piacervi prendetevela con il sito dove sono i bei disegni di Prin, perché
è lì che quella notte ho trovato l’aggiornamento con la scritta “Happy
birthday, dear Rukawa” che mi ha dato l’idea! Un bacio a Ria e una dedica
alla mia migliore amica di sempre: Calipso!
Happy
Birthday, dear Rukawa di
Nausicaa
E’
vero che non è stata una sua decisione, ma è proprio da Kaede Rukawa
essere nato il primo giorno del primo mese: che questa sua innata tendenza
a volere essere sempre il numero uno sia cominciata così?
E’
il pomeriggio del 31 Dicembre e io passeggio da solo alla ricerca di un
bel regalo per lui. Ma oggi è anche l’ultimo giorno dell’anno. Rukawa
non mi ha accennato al suo compleanno in questi giorni, io però ho
pensato lo stesso di unire i due festeggiamenti. E’ la prima volta che
trascorriamo insieme il suo compleanno e mi piacerebbe che restasse tra i
nostri ricordi più belli; solo che non è affatto facile trovare il
regalo giusto: diciamolo, non ho molti soldi da spendere! E la casa della
kitsune è piena di oggetti costosi e all’avanguardia, ma a lui non
frega niente. Inoltre non mi va di comprargli qualcosa che abbia a che
fare con il basket (al di là del fatto che ha tutto: tute, divise,
palloni, libri…), sarebbe troppo banale! Voglio fargli un regalo che
riguardi solo noi due, che sia legato alla nostra storia e che gliela
ricordi sempre… E che costi poco, tanto per gradire! Ho molte pretese,
eh? Forse perché questo suo silenzio sull’argomento mi fa pensare che
la mia volpe non abbia passato dei bei compleanni prima: o da solo o con
suo padre, sai che spasso! Non ce lo
vedo il volpino che organizza una festa e del resto a lui non sarebbero
piaciuti i miei di compleanni, in giro a far casino con Yohei e gli altri
amici… Ma ora è iniziata una nuova epoca grazie al grande tensai. Suo
padre non c’è, è partito per andare a New York, cosa che tra l’altro
l’ha disturbato non poco (perché avrebbe voluto andarci lui, eh! Mica
per il padre…); mia madre era molto stanca e si è presa le ferie dal
lavoro per potersene andare alle terme almeno quattro giorni. Così noi
due siamo soli soletti e nessuno ci verrà a disturbare… Sì, vabbè, ma
tra un po’ i negozi chiuderanno e io non ho ancora trovato un regalo
adatto! Però… un momento, eccolo… forse è un po’ scemo… però è
carina come idea… al massimo mi dirà che non ci si può aspettare altro
da me!
Sono nato il primo
Gennaio, poco dopo la mezzanotte, quindi domani è il mio compleanno.
Uno-uno, mi piace come data! Credo che mi si addica… e poi anche il mio
do’aho è nato il primo giorno del suo mese. In realtà non gli ho
parlato del mio compleanno, anche se naturalmente lui sa benissimo quando
cade, perché l’argomento non è dei più felici per me: quando ero
piccolo, questo giorno di doppia festa serviva solo a ricordarmi che io
non avevo una famiglia come gli altri. Mia madre era morta e mio padre
avrebbe voluto vedermi morto al posto suo… bello! Ora però non me ne importa più, sono capace di ironizzarci sopra,
perché con il do’aho al mio fianco questi giorni si trasformeranno in
qualcosa di nuovo e di speciale, soltanto nostro. Resteremo in casa, ma un
brindisi dovremo farlo anche noi: del resto gli alcolici ci sono, mio
padre li ha comprati e io non vedo perché non dovrei servirmene per
festeggiare con il mio ragazzo! Tutto sommato sarà una serata tranquilla,
solo io e lui, ma io non ho bisogno di nient’altro per essere davvero
felice e questo è senz’altro il più bel regalo che abbia mai ricevuto.
La
televisione trasmette immagini di festa da Tokio e noi aspettiamo la
fatidica ora.
Tre,
due, uno… BUON ANNO!! Ah, a me piacciono un sacco queste occasioni per
fare casino! Oddio, casino… siamo in due, io e la kitsune… ma non
vorrei essere da nessun’altra parte. Facciamo un brindisi e ci baciamo,
il sapore della sua bocca è buonissimo e mi fa girare la testa più
dell’alcool.
“Com’era
quella cosa del vischio?” gli chiedo. Devo averlo visto in qualche film.
“Non
c’è vischio in questa casa!” risponde lui, bevendo ancora.
“Ah,
però c’è quell’altro detto… sai, quello che se fai una cosa il
primo dell’anno, la fai tutto l’anno!”.
“Hn.
E allora?”.
“Potremmo
fare l’amore! Sarebbe di buon auspicio, no? Io ho sempre delle grandi
idee! Sì, sì, dai, qui sul divano!” veramente avrei dovuto fargli gli
auguri e dargli il regalo, l’avevo pensata così, ma ora non resisto. Si
vede che è allegro anche Rukawa, perché i suoi occhi brillano e le sue
gote sono lievemente arrossate e ha una bellissima espressione serena e
dolce. Ti amo, Kaede, e voglio iniziare il nuovo anno dimostrandotelo,
perdendomi dentro di te e pensando che questo è solo il primo di una
serie lunghissima di anni da trascorrere con te…
“Sto
aspettando” mi dice lui, distogliendomi dai miei pensieri.
“Stai
aspettando cosa?” mi sento un po’ confuso.
“Che
tu mi spogli, do’aho!”.
Ed
ecco il primo insulto dell’anno nuovo! Devo ricambiarlo per cortesia, è
il minimo…
“Stupida
volpe!”.
“Avanti, prendimi…” ti sussurro,
mentre mi sciolgo nel tuo travolgente abbraccio…
Questo
è senza dubbio il più bel compleanno della mia
vita, ma non glielo dirò o si monterà la testa ancora di più!
Dopo
rimaniamo sul divano, che non è stato scomodo come temevo, e Hanamichi mi
dà un bacio in fronte.
“Oggi è il primo di Gennaio, ma non è solo Capodanno! Non credere
che me ne sia dimenticato…
è proprio da te nascere in questa data, Kitsune!” ride lui.
“Mi si addice, vero? Comunque, sempre meglio della tua…”
sorrido io. Già, sorrido.
“Che hai contro il primo Aprile? E’ il più bel giorno
dell’anno!” ed eccolo che subito si offende e si altera…
Ma io ho la risposta pronta!!!
“Lo
sai che in Europa il primo Aprile è la giornata degli scherzi?” gli
dico.
Hanamichi
rimane sorpreso, è ovvio che
non lo sapeva.
“Che
vuol dire?” mi chiede, interessato.
“Che ci si scambiano scherzi, a scuola, al lavoro, a casa…
Li chiamano Pesci d’Aprile. Uhm…
in effetti anche il tuo compleanno è adatto a te, ma il mio è più
bello!”.
“E ti pareva! No, no, è meglio il mio…
mi piace questa storia degli scherzi da fare il primo Aprile, devo
approfondire la faccenda e approfittarne…
eheheh, il festeggiato avrà pure il diritto di divertirsi, no? Bene,
bene…
non avresti dovuto dirmelo, kitsune!” e ride, allegro per la novità.
Poi mi bacia di nuovo.
“Ho
un regalo per te, kitsune, anche se non te lo meriteresti…” mi dice
sorridendo.
Io non me lo aspettavo, rimango sorpreso e mi si scalda il cuore, non
tanto per il regalo in sé, quanto per il fatto che ha pensato a me, a
cosa potesse piacermi…
insomma, ha speso tempo per me: è questa la cosa più preziosa dei
regali fatti con amore…
Il
do’aho si china improvvisamente per prendere qualcosa nascosta sotto al
divano.
“L’avevo messo qui…
ma dove…
ah, eccolo!”
“Solo
tu potevi pensarlo” borbotto io, ma lui mi
fraintende.
“Eh, lo so…
il tensai è sempre il tensai…
tieni, Kaede, è per te”.
La mia volpe scarta
il pacchetto e tira fuori tre pupazzetti di pelouche: una volpe, una
scimmietta e un gatto. Sono piccolini,
ma molto ben fatti; vorrei che li tenesse sulla sua scrivania, così nella
sua camera ci sarebbe almeno qualcosa di non attinente il basket! Rukawa
sembra divertito, li rigira fra le sue belle mani bianche.
“Dunque…
la volpe sono io… la scimmietta sei tu… anche se non ha
l’espressione abbastanza idiota per essere te…”.
“CHE
COSA HAI DETTO???!!!” grido io, arrabbiato; ma Rukawa mi chiude la bocca
con un bacio dolcemente appassionato, poi mi mormora sulle labbra: “Se
ancora non hai capito quando lo dico per scherzo, sei proprio un do’aho!”.
Io
arrossisco, non solo per quello che ha detto, ma anche per la sua voce
rocamente sexy…
“Questo
sarebbe il mio gatto, no?” mi chiede la kitsune, svegliandomi dalle mie
fantasie.
“Ah,
no… saresti tu… cioè… Io ti ho sempre soprannominato kitsune, ma in
realtà mi fai pensare anche ad un felino, perché sei bello e sinuoso
come un felino… nell’indecisione li ho comprati tutti e due. Ti
piacciono?” chiedo un po’ esitante. Lo so che non sono un granché e
non hanno nessuna utilità, ma mi facevano pensare a noi… Lo guardo in
viso e mi accorgo che sorride!!! Allora è tutto a posto!
“Mi
piacciono molto. Grazie, Hanamichi”.
Kaede
mi abbraccia e io lo stringo a me; siamo ancora spogliati, coperti solo da
una specie di piumone, e le mie mani scivolano sulla sua pelle bianca e
liscia.
“Buon
compleanno, amore mio…”.
AAARRGHHH!!!
Che ho detto!!!??? Con quest’atmosfera mi è venuto spontaneo, ma ora
lui mi prenderà in giro o si arrabbierà o mi ricorderà che non è un
tipo sdolcinato, insomma tirerà fuori tutto il suo repertorio da
con- chi- credi- di- parlare- modera- i- termini…
“Grazie,
Hanamichi…”.
“Buon compleanno, amore mio…”.
Io
di riflesso lo stringo più forte e lo ringrazio. Il do’aho sembrava
aspettarsi un’altra reazione, perché
mi scruta con sospetto.
“Tutto
qui?” mi chiede.
“Hn?
Cosa vuoi, che faccia le capriole?” tanto lo so cosa intendi…
“No, insomma…
non sei arrabbiato per quello che ho detto?”.
“Mi
hai fatto gli auguri: le persone normali non si arrabbiano per questo,
idiota!”.
“Che tu sia normale è tutto da dimostrare, kitsune! No, voglio
dire…
non ti ha dato fastidio il modo in cui ti ho chiamato?” il suo tono di
voce è tra lo speranzoso e il nervoso e a me piace tanto.
“No”
rispondo semplicemente.
“Allora posso chiamarti così? Non sempre, non ti preoccupare…
ogni tanto…
posso chiamarti così, amore mio?”.
“Direi
di sì, ti do il permesso” lo assicuro io, strofinandomi addosso a lui
in quel modo che gli piace tanto perché gli ricorda un gatto che fa le
fusa…
“E
a cosa devo questa concessione?” scherza lui, ormai totalmente rilassato
e contento, con la sua più bella espressione sul volto. Che faccio,
glielo dico? Sì, è giusto. Mi hai fatto trascorrere il più bel
compleanno della mia vita, Hanamichi, (e la giornata è appena iniziata) e
devo ricambiarti: so che preferiresti che fossi più espansivo
nell’esprimere i miei sentimenti per te, eppure non hai mai cercato di
cambiarmi, non sei mai stato davvero insistente. Ora tocca a me concedere
qualcosa.
“Perché,
in effetti, io SONO TUO” ricordati questo momento perché credo che non
lo ridirò per molto tempo, anche se lo penso.
Lui
si illumina tutto, mi guarda come se mi vedesse per la prima volta, poi è
rapidissimo nel farmi sdraiare, coprendomi il corpo con il suo e
baciandomi.
“Hai…
hai detto che sei mio?” mi chiede, col volto tutto rosso.
Io
mi limito a sorridere leggermente. Non te lo ridirò, do’aho, non così
presto. Lui sembra capire, mi sorride a sua volta; le sue mani scorrono su
di me, poi mi mormora all’orecchio: “A questo proposito, allora,
potremmo riprendere un certo discorso…”.
Devo ammetterlo…l’anno nuovo è
cominciato bene!
Fine^^
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