Le frasi tra gli asterischi sono i pensieri dei personaggi, quelle tra parentesi i miei commenti!



Hanamichi's history

di Eshtar 80

Parte 1/10


Resistance

Cavoli! Non era riuscito a svegliarsi quella mattina! E sì che aveva messo per sicurezza ben 4 sveglie... Si alzò di corsa e, arrivato in bagno, si guardò allo specchio; i corti capelli rossi stavano già crescendo, solo che erano di quella media lunghezza che rendeva impossibile tenerli in ordine. 7.35.
"Devo sbrigarmi! Sono in ritardo!"
Si infilò nella doccia e finì di prepararsi in tempo da record: 5 minuti.
"Ho fameee!" Guardò disperatamente la cucina, ma invece che dirigersi verso il frigo prese il borsone e uscì di casa... *No, se no non arrivo in orario per parlare con la mia Haru chan!* Correndo fuori di casa si rese conto che iniziava a sentire il peso della sua situazione: la mattina a scuola, il pomeriggio gli allenamenti e subito dopo a lavoro, facendo consegne da una parte all'altra della città fino alle 11 passate e, infine, gli allenamenti notturni extra per migliorare la sua tecnica, che non finivano mai prima delle 2-3 di notte. Era già più di un mese (*più due che uno, mi sa...*) che andava avanti così e non sapeva se avrebbe potuto reggere ancora per molto.
"Ma no! Io sono il grande Tensai! Ce la farò SICURAMENTE!" urlò, terrorizzando ancor di più i passanti, che già guardavano con paura quel gigante muscoloso dai capelli rossi.
"Cosa riuscirai a fare, Hana kun?" disse una voce allegra alle sue spalle.
"Yohei! Nulla, nulla. Come va? Hai per caso fatto gli esercizi di mate? Me li fai vedere?" chiese il rossino.
"EEEH?!?!?... Tu... tu ti preoccupi per gli esercizi di matematica???" urlò Mito strabuzzando gli occhi. "E' la prima volta che succede!"
"E' che la mia media sta crollando sempre di più e mia madre è preoccupata... magari se facessi vedere al sensei che mi sto impegnando..." proseguì Hanamichi.
"Copiare NON è IMPEGNARSI"
*Cavoli... il senseiiiiiiiiii!* (esperienze di vita vissuta... pure a me è successo... sigh.. NdA) "Ehm.... Buon giorno, sensei. Io... è che... non ho avuto tempo..." disse imbarazzatissimo.
"Vorrà dire che ti impegnerai stamattina... con una bella verifica solo per te." fu la risposta dell'insegnante, che se ne andò.
*Grr... Bastardo! Io... io.... Grrrrr!!!* Stava per esplodere. Tutto quello stress, unito alla stanchezza fisica, lo rendeva sempre più suscettibile e controllarsi iniziava a costargli molta fatica.
Nonostante questo, però, riuscì a ringhiare un "Va bene, buona giornata", anche se il suo sguardo gli augurava ben altro....
"Cazzo! Mi ci mancava pure questa! Ora sì che sono a posto!" scattò innervosito.
DRIIIIIIIIIIIIIN - La campanella di ingresso "Be', dai amico, non è la fine del mondo! Ora muoviamoci, che iniziano le lezioni!" disse sorridente Yohei, avviandosi.
*E dire che ho fatto tutto di corsa per vedere Harukina... ma dov'è? Che non sia venuta? Che stia male?* (MAGARIIII! Così me la tolgo dai piedi quella..... è_é NdA) STONCK! *No... riconosco questo suono... è quel maledettissimo kitsune. Anche stamattina si è schiantato con la bici contro il muretto... Eh eh eh, ti sta bene, così impari a guidare mentre dormi e soprattutto impari ad aver fatto innamorare di te (ma che di scorso è?!?!? NdA) la mia dolce Haru chan! Vabbè, devo mantenere la calma... soprattutto oggi che voglio chiedergli quella cosa...* e, traendo un bel respiro, attese l'arrivo della volpe.
Nel frattempo, Kaede Rukawa, alias kitsune, aveva già messo la catena alla bicicletta (*ma chi ruberebbe mai un catorcio simile?* pensò Hanamichi mentre lo guardava) e si avviava verso l'ingresso, quando scorse il rossino, che lo fissava attentamente e sembrava aspettarlo.
*iniziamo bene... che ha da fissare quel do'aho?*
"Oi, volpe spelacchiata, posso chiederti una cosa?" gli chiese il rossino, e nonostante le parole il suo tono era decisamente (*e stranamente...*) gentile.
*Chiedere qualcosa a me? Che vuole?* "Hn?" rispose freddo. 
"Chiacchierone come sempre, eh? Senti, a me scoccia parlare con te quanto a te da fastidio ascoltarmi, quindi cerca di venirmi incontro che prima finiamo meglio è per entrambi" gli propose, mentre erano già arrivati davanti all'aula.
*si vede che non capisci proprio nulla, do'aho! però sono curioso... che vuoi da me? perché sei gentile oggi? continua... avanti, continua...*
Hamichi, titubante, continuò, dato che la sua nemesi taceva "La mia offerta è questa, kitsune. Che ne dici di allenarti qualche volta con il grande tensai? non che io ne abbia bisogno e nemmeno apprezzo più di tanto la tua compagnia, ma..."
"No" rispose Rukawa, con voce atona e glaciale allo stesso tempo, andandosi intanto a sedere al suo posto.
"Grrrrrrrrr, maledetto kitsune, chi ti credi di essere???" urlò il rossino, furente come mai prima d'ora "io sono il grande tensai Sakuragi e volevo solo farti un favore e..."
"L'unico favore che puoi fare alla classe è quello di uscire immediatamente. Passerai la mia ora in corridoio, in piedi e nel più assoluto SILENZIO" disse il sensei di chimica, che era appena entrato e sembrava non aver affatto gradito la scenata di Hanamichi.
Quest'ultimo, stupendo sia i compagni che il sensei stesso, uscì in silenzio e a testa bassa.
Appena chiusa la porta la classe fu un bisbigliare continuo.
"Perché era così nero?" "Che gli ha fatto Rukawa?" "Come mai non ha ribattuto come al solito al sensei?" "Avete visto che sguardo aveva??" ma c'era una domanda che si ripeteva più spesso delle altre: "che cosa gli è successo?".
Yohei guardò la porta da dove era appena uscito l'amico e sospirò.
Non sapeva dare una sola risposta a queste domande ed era la prima volta da quando lo conosceva che non sapeva cosa gli stesse succedendo.
*quel do'aho! Farsi beccare così dal sensei...* pensava intanto Rukawa, col viso posato sulle braccia conserte ma senza riuscire a prendere sonno *sembrava tenerci veramente tanto ad allenarsi con me... e il mio cuore stava per esplodere dalla felicità quando me l'ha chiesto... Ma si poteva risparmiare di dirmi che non gradiva la mia compagnia! Però... in fatto di orgoglio questa richiesta deve essergli costata molto. Ho reagito male, in fondo anche io vorrei allenarmi con lui... lo desidero da tanto... uff.... perché non ho accettato? E' la prima volta che mi pento di qualcosa che ho fatto... ma d'altronde Hanamichi, per me, significa tante prime volte....* e socchiuse gli occhi guardando intensamente il muro.
*Brr... che strana sensazione... è come se qualcuno mi stesse fissando, ma sono solo nel corridoio... e poi sembra che mi fissino da dietro e dietro c'è solo il muro... Mah, sarà solo un'impressione! Si sa, la stanchezza gioca brutti scherzi!* pensò Hanamichi, che però si corresse subito *Stanchezza? Io? Il grande Tensai Sakuragi non sa nemmeno cosa sia la stanchezza! Eh eh eh!* si disse, incoraggiandosi. Ma non era vero. Per nulla. Ogni giorno stava peggio, sempre peggio. Riuscire ad alzarsi la mattina era un'impresa, non addormentarsi a lezione impossibile (anche se stava tenacemente resistendo) e gli allenamenti lo distruggevano.  Senza contare il lavoro e gli allenamenti notturni supplementari. Gli occhi gli si chiusero involontariamente *solo un momento, li riapro subito, solo per un...*
Il sensei aprì la porta convinto di trovare Sakuragi che faceva chissaché, ma rimase a bocca aperta; il rosso era addormentato in piedi, nemmeno appoggiato al muro, con la testa china sul suo petto, in un precario equilibrio.
"Svegliati immediatamente, Sakuragiiiiiiiiiiiiiiiiii!" urlò imbestialito l'insegnante.
"Eh?" biascicò ancora mezzo addormentato. Intravedeva il sensei davanti al lui e sentiva la sua voce distante, ovattata. La sua mente era ancora intorpidita, ma almeno recepì il "Entra in classe e siediti subito al tuo posto!" che gli stava gridando in faccia, gesticolando eccessivamente. Come un automa eseguì quel comando. 
Era a un metro dal suo banco, sentiva gli occhi di tutti fissi su di lui e soprattutto lo sguardo di quella dannatissima volpe.
*maledizione! Sto facendo la figura dell'idiota! Ma che mi prende? Perché non riesco nemmeno a reagire, a ...* Poi tutto nero. Non vedeva più nulla, non sentiva più nulla. Sudore freddo, un caldo insopportabile dietro la nuca, la testa gli girava e non riusciva a muoversi.
"Sbrigati!!!" gli urlò nuovamente il sensei.
Si sedette. Strinse i pugni e strabuzzò gli occhi un paio di volte.
Per un attimo, per un brevissimo attimo, gli era sembrato di morire.
Si sentì toccare una spalla. Traslì. Era Yohei.
"Oi, Hana kun, tutto ok?" chiese l'amico preoccupato.
Il rosso si sforzò di sorridere. "Certo! Il mitico tensai Sakuragi sta sempre bene! Eh eh eh!".
La sua risata sembrò troppo finta persino alle sue stesseorecchie...
La mattinata passò abbastanza tranquilla; come promesso, il sensei di mate gli fece fare una verifica, e lui consegnò il foglio praticamente in bianco, imprecando contro la sua sfortuna. Ma adesso erano altri i pensieri che lo preoccupavano.
Primo: i sudori freddi e quella sensazione di ... vuoto .. si, di vuoto che ogni tanto lo coglievano.
Secondo: la sua nemesi, Rukawa.
*Quel kitsune continua a fissarmi. E' tutta la mattina che lo fa! Non ha nemmeno dormito come fa di solito per tormentarmi con il suo sguardo! Di sicuro vorrà sfottermi per come me la sono presa stamattina per via del suo rifiuto ad allenarsi con me, oppure per come mi sono lasciato trattare dal sensei di chimica!*
"A proposito di allenamenti! devo andare!" esclamò, schizzando come un razzo verso la palestra.
Gli allenamenti seguivano faticosi come sempre, ma quel giorno gli sembravano anche più pesanti. Non riusciva a dare il meglio di sé, anzi! Sembrava peggiorato invece che migliorato. E non riusciva a concentrarsi. Poi c'era Rukawa... *Quel baka kitsune! A quanto pare ha deciso di torturarmi proprio oggi che non riesco a reagire! E' da quando sono iniziati gli allenamenti che mi insulta! E io non ho la forza nemmeno di rispondergli... Si starà divertendo un sacco alle mie spalle... Ma perché? Cosa mi succede?!?* 
La squadra guardava allibita Hanamichi. Faceva tutto ciò che gli veniva detto senza ribattere, la sua mente sembrava altrove, mancava di grinta, non faceva lo scemo,  non si vantava e poi... non rispondeva alle provocazioni della sua nemesi! Anche il freddo kitsune non capiva e si sentiva sconcertato dal comportamento del rossino... ovviamente però nessun sentimento traspariva dal suo volto, freddo e inespressivo come sempre.
Dopo l'ennesimo passaggio mancato, il rosso fu costretto a 50 giri del campo per vedere se riusciva di concentrarsi un po', o almeno così gli disse Akagi. "Puntiamo alle nazionali, noi! Se hai voglia di perdere tempo fallo correndo intorno al campo, invece che intralciare l'impegno degli altri!"
*Pure sta sviolinata... proprio oggi.. avrei dovuto rimanermene a casa, nel mio lettuccio.* pensò Hanamichi, sbuffando per la fatica.
Poi, improvvisamente, di nuovo quella sensazione. Di nuovo il vuoto fuori e dentro di lui. Si bloccò.
"Sakuragi! Chi ti ha detto che potevi fermarti?!?! Ti mancano ancora 8 giri!!!" urlò l'allenatore.
Con uno sguardo stravolto, chiese con una voce appena percettibile "Posso andare negli spoiatoi? Mi è venuta sete..."
Attoniti. Non c'era parola migliore per spiegare lo stato d'animo di tutti coloro che stavano assistendo a quella scena. Hanamichi Sakuragi, il buffone esaltato e casinista per eccellenza, si stava comportando come un docile agnellino.
"S.. sì, certo, vai pure...." fu la risposta.
Sulle gambe ancora incerte, il rosso si avviò verso la porta.
Verso un po' di refrigerio. Lontano da quegli sguardi.
*Ma cosa mi sta succedendo? non capisco....* iniziò a pensare, ormai sull'orlo di una crisi sia di nervi che di pianto. *io non sono debole, sono il grande Tensai! Posso tutto! Ok, dormo poco e mangio anche meno, ma non posso fare altro!* Si aggrappò al bordo del lavandino e si guardò dritto negli occhi, che lo specchio rifletté lucidi e vuoti. *No... io ce la farò. Ce la faccio sempre.. devo farcela. Per mia madre... sì, ce la devo fare...*. Aprì l'acqua e bevve, cacciando poi la testa sotto quel getto fresco. Chiuse il rubinetto e tornò a guardare nello specchio, che ora rifletteva anche un'altra figura: Kaede Rukawa. Era in piedi, pochi metri dietro di lui, e lo fissava col suo solito gelido sguardo.
"Allora, do'aho, che ti prende?". Parole pronunciate con calcolata freddezza, apposta per suscitare in Hanamichi una reazione.
"Baka kitsune, teme..."
Le parole gli morirono in gola. Ancora. Ancora quella sensazione di sprofondare nel nulla. Si girò con calma e gli passò vicino, a testa bassa, bisbigliando solo un "Nulla. Scusa. Vado."
Lo stato d'animo di Rukawa passò rapidamente dall'allibito al SERIAMENTE preoccupato. Non fece in tempo a voltarsi per ribattere che...
*Oh no, ancora! Dannazione, NON davanti al volpino! Mi deriderà per il resto della mia vita, mi definirà una femminuccia! Devo resistere! Io son...* Buio. La voce di Rukawa: "Oi Sakuragi!". Altre voci.
Poi più nulla.


Owari prima parte

 
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