Il vero nome del coccodrillo che compare in uno dei primi numeri di Yugi Oh!, e che è chiamato Hamemit, era Ammit. Ho deciso di conservare Hamemit, ora e successivamente, perché è parte del manga di cui le mie fic parlano.
Hamemit
di Hymeko
Kaiba
ridacchiò, cosa abbastanza strana per lui, mentre sistemava
un vasetto di lubrificante in un cassetto. Da un po’ di tempo il suo
ragazzo gli dava dell’invasato una sera sì e l’altra pure,
ma a lui non importava molto. Finalmente potevano farlo quando e come
volevano, senza più limiti di rispetto per il corpo di Yugi.
’Non che io ne abbia mai avuto molto…’
pensò soddisfatto fra sé, passandosi fra le dita un
foulard di seta. Il Faraone ogni tanto si arrabbiava per le sue trovate, ma lui sapeva
che lo faceva per non passare per un maniaco…in realtà i suoi
giochini gli piacevano parecchio, solo che non aveva il coraggio di
dirglielo.
’E fra pochi minuti…’
Rubacchiò un ricciolo d’uva da un grappolo beatamente adagiato
su un vassoio di petali di rosa…gli sarebbe piaciuto quello che per
stava per accadere. Era tanto che non lo faceva urlare a squarciagola…
’Yugi…’
Guardò l’orologio…ancora pochi secondi…e avrebbe potuto usare
la sua nuova invenzione…
Kaiba si sedette con noncuranza sul letto, deciso a sembrare il più
calmo possibile. Se avesse scorto la sua impazienza, avrebbe sicuramente
intuito qualcosa…
Un’ombra apparve vicino a lui, e il presidente alzò lo sguardo.
E l’uva cadde a terra, quando i suoi occhi non incontrarono le profonde
iridi color della glicine, ma due laghi di un blu intenso come il
suo.
”S-Seth?”
biascicò, quasi strozzandosi con l’acino che aveva in bocca, il cuore che sembrava scoppiargli.
L’altro annuì piano, esalando un leggero sospiro.
Kaiba scattò in piedi, setacciando la stanza con lo sguardo, l'animo in subbuglio e la pelle coperta di sudore freddo:
”Dov’è lui? Dov’è LUI?!”
”Calmati, Sua Maestà è al sicuro”
”Cosa?! Dimmi dov’è lui!”
La voce del presidente si stava incrinando, mentre la pressione impazziva e il suo cervello elaborava centinaia di scenari…ma tutti, puntualmente, portavano a un nuovo baratro. Perché c’era Seth
e non il suo ragazzo? Cosa era successo ancora?
”È rimasto nel Regno dei Morti”
Il sangue ribollì nelle vene dell’altro:
”C-Cosa?!”
Ma Seth riprese prima che potesse esplodere:
”Ascoltami: se venisse qui sarebbe in pericolo, quindi sono venuto
ad avvisarti”
Qualcosa crollò dentro Kaiba. Pericolo…andare da lui?
’Lui…non lo vedrò più?’
”L’ho…perso ancora?”
mormorò, il mondo che gli franava addosso, mentre si adagiava
sul bordo del letto e quell’idea lo devastava. Il suo ragazzo…
…Yugi…
…di nuovo soli…
”No…non se riuscirai a sistemare questa faccenda”
Seth si sedette accanto a lui, incredibilmente a suo agio in quella
situazione, quasi sapesse perfettamente cosa fare e quando…nelle iridi di Kaiba si riaccese una luce, nella sua mente
la speranza che fosse Yugi ad apparire, il giorno dopo.
”È meglio se ti spieghi dall’inizio, con calma”
disse con più convinzione di quanta ne sentisse, accorgendosi
d'un tratto di avvertire una strana affinità col ragazzo seduto
vicino. Era qualcosa di diverso da quello che provava per Mokuba e
per il Faraone…era come se lo conoscesse da sempre. Come se a lui
potesse dire davvero tutto, con la certezza di non essere giudicato.
I due si fissarono un attimo, poi Seth si tolse lo strano copricapo,
scuotendo piano i capelli.
’Se mi abbronzassi molto, io sarei lui’
pensò Kaiba, studiandolo. Non c’erano differenze esterne, e
il suo istinto gli diceva che anche le loro anime erano tanto simili
da essere quasi uguali…per la prima volta accettò almeno il
pensiero di vedere Seth come la propria vita passata, di non pensare
a lui come a un peso morto di cui liberarsi in fretta.
”I primi segni ci sono stati subito dopo che Sua Maestà ha
iniziato a viaggiare fra questo mondo e quello dei morti. Noi Priest
ci siamo resi conto che c’era qualcosa che non andava, un’energia
che non era in armonia con quelle prestabilite dall’ordine delle cose”
Kaiba non disse nulla, attendendo pazientemente il resto, e Seth continuò
con un sospiro:
”Gli Dei hanno dato il loro assenso alla vostra relazione, quindi
in teoria nulla avrebbe dovuto intralciarla. Ma, a quanto pare, uno
degli spiriti anticamente preposti al supplizio delle anime è…come
dire…impazzito”
Kaiba si grattò la testa. Già credeva poco agli spiriti,
come poteva andargli giù che uno di loro diventasse pazzo?
Ma stava scherzando?
”…hn”
commentò semplicemente, tenendosi i suoi dubbi per sé.
Se Seth aveva anche solo la metà del suo caratteraccio, era meglio andarci
piano.
’Anche perché non sono molto sicuro che abbia perso i suoi
poteri’
Un sorriso piegò la bocca del Priest:
”Hai molti dubbi ma non hai aperto bocca…sei esattamente come ti ha
descritto Sua Maestà. E come mi sarei comportato io, se i ruoli
fossero scambiati”
Gli occhi del presidente si strinsero:
”Allora, se mi conosci tanto bene, sai già cosa devi fare”
Seth annuì:
”Devo andare avanti in fretta a raccontare, e dirti come fare per
poterlo rivedere”
’Allora mi conosce davvero…o era facile da intuire?’
Kaiba non disse nulla, e l’altro riprese a parlare:
”Questo spirito- un mostro, a dire la verità- era chiamato
Hamemit, e come ti ho detto, puniva le anime dei peccatori secondo
il volere di noi sacerdoti. Lo fa ancora adesso, ma autonomamente,
diciamo”
”E cosa c’entra con noi, questo? Non facciamo nulla di male…o è
un mostro omofobo ?”
Seth fece una smorfia:
”Impaziente, come me. Non so cosa significhi la parola omofobo, ma
credo di indovinarlo. No, non ha nulla contro di voi, semplicemente
il passare fra un mondo e l’altro del Faraone, il suo andare avanti
e indietro contro natura lo ha disorientato. Hamemit si è ritrovato
con lo spirito di un defunto che passava in brevissimo tempo dalla
morte alla vita e poi di nuovo alla morte. Per un essere inferiore
come quello, era troppo difficoltoso da comprendere…e quindi ha perso
la testa”
L’altro si alzò, aprendo una tenda e guardando fuori. La sera
era tranquilla, senza troppo rumore…una serata perfetta per amarsi.
Ma il suo ragazzo non aveva potuto raggiungerlo per colpa di un mostro
fuori di testa.
GGGGRRRR
Kaiba sussultò, e si girò di scatto. Nella sua stanza
c’era un enorme coccodrillo.
”A-Ahh-ahh…”
Era difficile farlo rimanere a bocca aperta, ma quell’apparizione
ci riusciva benissimo.
”Stai calmo, se ne andrà subito”
bisbigliò Seth, tranquillo come se stesse parlando di un canarino.
”S-Set-th…”
”Ssshhh…non può farci nulla. Anzi…è l’occasione per
farti conoscere Hamemit”
”È-È lui?”
Lentamente, Kaiba si avvicinò al Priest, tenendosi ben lontano
dal mostro che stava annusando l’aria.
”Già. Ma ti ripeto di stare tranquillo…lui agisce solo sugli
spiriti dei morti, non ha alcun potere sui vivi, a meno che non sia
supportato da un Millenium Item”
”Hn. Ma perché riusciamo a vederlo? E come mai è qui?”
Seth alzò le spalle:
”Io sono in grado di vederlo perché sono uno spirito, e possiedo un corpo vivo solo momentaneamente. Tu…penso sia a causa del nostro legame, che esiste ancora possente. Ed è giunto in questa stanza seguendo me, reputo”
Prima che Kaiba potesse parlare, il mostro scomparve, silenzioso come
era arrivato. Il presidente si accasciò sul letto, scattando
poi a spalancare le finestre per prendere una boccata d’aria fresca.
”Così…è questo il tuo mondo”
’Il mondo dove ha vissuto Sua Maestà’
Seth si accostò a lui, respirando a pieni polmoni.
”Sì…”
”L’aria ha…uno strano odore. Sembra sporca”
”Lo è, un po’. Si chiama inquinamento, anche se non credo di
avere abbastanza tempo per spiegarti cosa sia”
”Hn. Non fa nulla”
Dopo qualche minuto di silenzio, Kaiba parlò:
”Seth…quanto puoi rimanere qui?”
”Dodici ore…come lui”
Con un sospiro, il presidente prese il cordless:
”Hai fame?”
Aveva troppe domande per porle tutte assieme…doveva avere un mezzo per interrompere la discussione, in qualche modo.
”Ah…”
Gli occhi del Priest si sgranarono: era tanto che non toccava cibo…
”…sì. Mi piacerebbe provare il vostro…cibo”
Kaiba annuì, e diede l’ordine di portare varie specialità
giapponesi per due persone.
”Fra un po’ arriverà…ora spostiamoci, e parliamo con calma”
Seth lo seguì il quello che doveva essere il suo studio, soppesando l’arredamento, i libri,
la strana lastra grigia e piatta addossata a una parete, l'insolito oggetto che si
apriva come una conchiglia, e che aveva tanti pulsantini su metà
della parte inferiore…iniziava a capire perché il suo Faraone
amasse tanto quel luogo.
Kaiba lo invitò a sedere, poi iniziò a parlare:
”Vediamo se ho capito bene: quel coccodrillo impazzito che è
apparso prima è il pericolo che impedisce al mio ragazzo di
tornare qui, giusto?”
Seth annuì, mentre studiava la strana pelle che copriva il
divanetto su cui erano seduti.
”E in cosa consiste esattamente il rischio?”
”Vediamo…il pericolo esiste in un unico attimo, cioè quando
Sua Maestà- e io oggi- passa da un Regno all’altro. Questo
perché non appartiene né al mondo dei vivi, né
a quello dei morti: è a metà strada fra uno e l’altro.
Mi comprendi?”
”Hn”
’Non sono certo scemo come Jono-uchi’
”In quel momento è vulnerabile. E Hamemit, impazzito per l’anomala
situazione che si è creata a causa dei continui passaggi, ha
iniziato a…dare la caccia a ciò che passa da un Regno a uno
che non gli appartiene. Questo per eliminare l'anomalia”
Kaiba si irrigidì:
”Quel mostro…cosa vorrebbe fare al mio ragazzo?”
L’altro mosse con leggerezza una mano:
”Sbranare la sua anima, credo”
Il cuore del presidente mancò un battito. Yugi era al corrente
dei rischi che correva andando da lui?
”Ma Yugi lo sa?”
'Yugi? Persevera ad usare questo nome?'
”Se intendi il Faraone, sì, ne è a conoscenza…anche se per te era disposto a continuare a correre il rischio”
aggiunse con voce bassa, dolente, mentre una cascata d'orgoglio mista ad amore invadeva Kaiba.
”È stato difficile convincerlo a farmi venire qui al suo posto”
concluse il Priest, lo sguardo che si posava sulla parete, senza però vederla sul serio.
”E hai detto che io posso sistemare la faccenda. Ma come?”
”Semplice. Facendo una cosa che sai già fare…ovvero richiamare
la Millenium Rod e usarla”
”Hn”
Sembrava più facile del previsto.
”Basterà che tu sigilli Hamemit dentro una lastra di pietra,
come facevamo noi nell’antichità con gli spiriti malvagi”
’Mi pareva strano…’
”Seth…non ho idea di come si sigilli un…Hamemit”
”Non è un gran problema. Basta che tu abbia un po’ di dimestichezza
con la Millenium Rod. Il resto sarà facile…basterà che tu lasci che sia il tuo istinto a guidarti”
Ma i dubbi di Kaiba non erano spariti…se avesse sbagliato, avrebbe
perso il suo ragazzo? In fondo, non era certo una persona che si era mai molto affidata all'istinto.
”Seth, non puoi farlo tu? In fondo, hai molta più esperienza
di me con…”
Ma l’antico Priest non lo lasciò finire:
”No. Ci sono già stati abbastanza sbalzi temporali. A ognuno
il suo tempo…limitati ad accettare che Sua Maestà venga qui.
Del resto ti devi occupare tu…questo è il tuo mondo, non il
nostro”
”Hn…ma tu mi aiuterai?”
”Naturalmente”
Conosceva bene la sofferenza del suo Faraone quando stava lontano
da quel ragazzo…avrebbe fatto di tutto per riunirli.
”Bene…quindi devo solo richiamare il tuo Millenium Item”
”Ormai appartiene a te”
Il presidente decise di non ribattere…non era il caso di pregiudicarsi
un prezioso aiuto, nel caso che le cose andassero male.
TOC TOC
Kaiba fece segno all’altro si stare fermo, poi andò ad aprire.
”Fratello, come mai avete ordinat…”
Mokuba spinse il carrello col cibo all’interno, poi rimase a bocca
aperta, quando intravide Seth. Si era immaginato che il Faraone volesse
qualcosa di particolare, e aveva deciso di indagare, ma non avrebbe
mai pensato di vedere uno come suo fratello.
Kaiba sbuffò, ormai la frittata era fatta.
”Mokuba, ti presento Seth. Seth, questo è il mio fratellino,
Mokuba”
Il Priest si alzò e si avvicinò a lui, inginocchiandosi
per essere alla sua altezza. I suoi occhi brillavano, mentre posava
una mano sul capo del ragazzino.
”Sua Maestà mi ha parlato di te…”
bisbigliò, colmo di uno strano sentimento, un misto fra meraviglia,
affetto e dolore. Lui aveva passato la sua infanzia da solo, con una
madre che si sforzava di essere, e di renderlo, felice, nonostante il padre
li avessi allontanati per proteggerli dalla vendetta dei sopravvissuti
di Kul Elna…ma avere un fratellino o una sorellina era sempre stato
il suo sogno.
’Sono contento che almeno in questa vita io abbia qualcuno accanto’
pensò, mentre gli accarezzava i lungi capelli corvini.
”Fratello? Che sta succedendo? E Yugi?”
chiamò piano Mokuba, mentre Kaiba si accovacciava accanto a
loro.
”Seth è venuto al suo posto, per…”
Kaiba si interruppe…come spiegargli la situazione senza allarmarlo inutilmente?
”Per proteggere il Faraone da un pericolo. E per istruire tuo fratello
su come eliminare la minaccia”
”Ah…tu sei…la persona raffigurata sulla stele reale, vero?”
Seth annuì, facendo però una precisazione:
”Anche se in quel momento ero posseduto da uno spirito maligno”
spiegò, ricordando come il padre avesse preso possesso della
sua mente per battersi contro il suo Sire.
Mokuba si infiammò:
”E tornerai ancora qui?”
chiese tutto speranzoso…anche se aveva la pelle come quella di Yugi,
il suo viso e i suoi occhi erano tanto simili a quelli di suo fratello…
Seth e Kaiba si scambiarono un’occhiata, poi il Priest tentennò:
”…non so cosa risponderti, esattamente. Di questo io non so davvero
nulla”
”Io spero tanto che tu possa venire di nuovo…è come avere un
altro fratello!”
e gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte.
”…anche io vorrei tornare…per poterti conoscere meglio”
Un fratellino…e il Faraone unicamente per sé…chissà
se Kaiba si rendeva conto della fortuna che aveva…
”Mokuba, per favore lasciaci soli. Abbiamo un po’ da discutere”
Il ragazzino annuì, staccandosi da lui:
”Prima di andartene verrai a salutarmi?”
gli chiese, gli occhi grandi, come un cucciolo.
Il presidente fece un cenno col capo, e Seth lo rassicurò:
”Sì…verrò sicuramente”
Sul viso di Mokuba si disegnò un sorriso:
”A dopo allora”
e corse via, il cuore felice e impaziente.
”…sei davvero fortunato, tu”
bisbigliò il Priest, sedendosi stancamente sul divano. Quanto gli sarebbe
piaciuto avere un decimo della sua felicità…
”Hn…”
Aveva voglia di spiegargli che la sua vita non era esattamente rose
e fiori, e che ne aveva passate parecchie in passato, ma aveva affari
più urgenti da sbrigare: richiamare quella maledetta Millenium
Rod, ad esempio.
Poi un fulmine gli passò attraverso il cervello:
”Seth…”
”Sì?”
”Tu…sei venuto qui…rischiando di essere sbranato?”
Aveva detto che Hamemit cacciava chi passava fra i Regni, non che
puntava in particolare al Faraone…
”Sì”
Senza paura e senza attendere…qualcosa venne improvvisamente a galla
dentro il presidente.
”Ma…tu…”
Ne era certo, quel ricordo non era un errore, ne era certo…Seth…
”Non perdiamo altro tempo. È ora che tu ti metta all’opera”
Ma Kaiba esitò:
”Perché lo fai? Se lui non potesse più…”
”Lo sai benissimo”
lo interruppe il Priest, con un tono che non ammetteva altre domande.
”Hn…come desideri”
Mentre Seth iniziava a mangiare col le mani il sushi, apparentemente
già dimentico delle parole scambiate poco prima, Kaiba chiuse
gli occhi e si concentrò sull’Oggetto Millenario da richiamare.
Aveva perso l’appetito, e una valanga di pensieri su Seth e sul Faraone
lo distraevano. Se avesse saputo la verità, il suo ragazzo
sarebbe ancora tornato da lui?
’Yugi…’
Il presidente fissò la lastra di pietra con
sguardo corrucciato. Proprio lì, nel suo moderno studio, nella
villa Kaiba, un mostruoso e millenario coccodrillo lo fissava, imprigionato
per l’eternità nell’immobilità della pietra…era una
contraddizione che, non sapeva bene come, alla fine era riuscito a
compiere. Aveva usato il potere appartenuto a Seth per sigillare una
mitica creatura, colmandosi di quella supremazia a lungo rifiutata
per abbattere l’ostacolo che lo teneva separato dal suo amante…faticava
a riconoscere se stesso.
’Da quando accetto così facilmente quelle storie passate?’
Ma la risposta era semplice, e lui ne era vergognosamente consapevole.
Era innamorato perso, non c’era nulla da fare…avrebbe gradito qualsiasi
soluzione avesse agevolato la loro storia. Anche tornare a essere,
per un momento, quello che era stato tre millenni prima.
Rabbrividì, e tornò nella sua stanza. Il Faraone era
addormentato fra le coltri, e portava sul corpo i marchi di quel che
era successo poche ore prima. Una notte di sesso sfrenato e disperato,
senza nemmeno parlare…appena il suo ragazzo era apparso si era scatenata
una passione che raramente avevano provato. Erano stati lontani solo
tre notti, la prima quando era apparso Seth, una usata per esercitarsi
con l’Oggetto Millenario, e la terza in cui aveva sigillato Hamemit, sempre col Priest vicino.
Eppure le paure che aveva creduto esser cancellate erano prepotentemente
riaffiorate, e il calore del corpo del suo amante non era bastato a cancellarle.
’Quando si rischia di perdere ancora qualcuno poi lo si ama così?’
Kaiba si infilò fra le coperte, accanto a lui, guardandolo
dormire. C’era la luna piena quella notte, e la luce passava attraverso
i vetri. Faceva freddo fuori, esattamente come in una lastra di pietra,
o in una tomba, o in letto senza nessuno accanto…e tutte le sensazioni
che gli vorticavano dentro lo conducevano a un’unica domanda, qualcosa
cui non voleva pensare, ma che non riusciva a scacciare dalla mente.
Si girò di lato, distogliendo gli occhi dalla bella bocca del
suo ragazzo. Yugi era una distrazione, un pasticcino che non faceva
altro che chiamarlo, che invitarlo ad assaporarlo ancora…
…però Kaiba quella notte non doveva più pensare a lui.
Si erano riuniti dopo che aveva sigillato il mostro, e poi amati…tutto
poteva tornare come prima.
Ma lui non riusciva a smettere di pensare a Seth.
Quegli occhi, quando parlava di Yugi, erano colmi della stessa luce
che c’era nei suoi, non aveva dubbi. E dopo aver ricordato la verità,
come poteva trascurarla?
’Cosa devo fare?’
Seth aveva tacitamente imposto il silenzio, a quanto pare non desiderava
che il Faraone scoprisse tutto. Però lui conosceva il freddo
della solitudine, l’avere accanto il proprio amore e non poterlo sfiorare,
e soprattutto l’impazienza per il suo ritorno…era giusto che stesse
zitto, nonostante il volere di Seth? Da quel che ricordava, il Priest
avrebbe fatto tutto per il Faraone, anche rinunciare alla propria
felicità pur di non metterlo in difficoltà, e Kaiba
aveva la sensazione che stesse accadendo proprio in quella situazione.
’Che stai facendo? Perché non ne parli con lui?’
Seth non gli diceva nulla per non obbligarlo a scegliere, o per non
intralciare la storia fra loro due?
Sospirò, rannicchiandosi. Stranamente, lui teneva molto a Seth,
sebbene non si conoscessero realmente. Il Priest era per lui una specie
di specchio, un’immagine di se stesso…avevano entrambi sofferto molto,
e amato pazzamente per poi perdere la medesima persona…la loro vita
era stata talmente complicata che spesso faticavano a trovare il bandolo
della matassa, eppure era conscio che si sarebbero sempre capiti a
vicenda.
’Io sono Seth…e Seth è me?’
Non ne era molto sicuro, ma la verità non era molto distante.
Se almeno avesse potuto risolvere tutto con un duello!
’Potrei farlo…sfidando il Faraone. Se mi batte gli dico la verità,
se no sto zitto’
E stranamente lo pensò sperando che la sfida finisse come le
precedenti…doveva aiutare Seth, non aveva scelta, o sarebbe impazzito.
”Dove sei?”
bisbigliò d'un tratto il suo Faraone, appoggiandosi al suo fianco.
”…qui”
”Il tuo corpo…ma la tua anima è tanto lontana. Dove sei?”
”…perso nella nebbia”
Il Faraone gli permise di girarsi, poi si mise sopra di lui, le mani
appoggiate sul cuscino, ai lati del suo volto:
”Torna da me”
Kaiba lo guardò, mai tanto bello ai suoi occhi. Doveva farlo…doveva
dirglielo. A costo di scatenare l’ira di Seth, doveva farlo. Per ridare
a tutti la luce.
”Tu sei…la luce”
bisbigliò, posandogli un palmo su una guancia.
”Hn?”
L’antico re inclinò il capo, senza staccare gli occhi dai suoi.
Sentiva il corpo caldo sotto di lui, e aveva voglia di chinarsi e
percorrere lo sterno baciandolo, per risvegliare la sua passione ed
esserne di nuovo riempito. Ma si morse l’interno di un labbro per
trattenersi…aveva la certezza che Kaiba non avrebbe gradito.
”Sei la luce”
ripeté il presidente, chiudendo gli occhi. Come poteva donarla
anche al Priest senza scatenare un’altra tempesta?
’Non vedo soluzioni’
pensò tristemente…Seth non aveva intenzione di dire nulla,
o l’avrebbe già fatto. Toccava a lui, ben sapendo a cosa sarebbe
andato incontro. All’ira sicura di un potente Priest, e alla possibilità
di perdere per sempre il suo amato. Non era certo che il suo ragazzo
avrebbe scelto fra i due, in fondo poteva stare metà del tempo
da una parte e metà dall’altra, ma se gli avesse preferito l’altro,
lui si sarebbe di nuovo trovato solo.
”Senza la mia luce”
sussurrò, chiudendo gli occhi.
”Kaiba?”
Ma il presidente non poteva stare zitto…qualcosa dentro di lui, forse
proprio quell’anima che il suo ragazzo gli aveva permesso di ricostruire
anni prima, stava premendo perché facesse la cosa giusta.
”Yugi…devo dirti una cosa”
Fine
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