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Hamam - il bagno turco

di Anty


 

-uhm...-

-Oh…-

-Ohf ..-

Il giovane ricadde ansimando sul corpo della donna.

"Ecco...Adesso dimmi ancora qualcosa Eleonora!" pensò il giovane ma, la ragazza, quasi avesse capito il suo pensiero, lo spinse via e si alzò in piedi rivestendosi:-Non credere che questo cambi qualcosa!0 mi sposi o non se ne fa nulla!-

“Tsè, ma chi crede di essere questa ?"borbottò tra sè  e se il giovane Alex, steso sul letto, nudo.

Eleonora finì di rivestirsi e senza dirgli più nulla, se ne andò.

***

-come sarebbe a dire?-

-si, sua nonna Rossella le ha lasciato in eredità un locale ad Istanbul, e lei deve andare proprio là per sbrigare alcune pratiche-

-ma devo proprio?-

-si, purtroppo l'Italia non é in buoni rapporti giuridici con la Turchia-

“uhm..Andiamo bene..."

***

“Andiamo proprio bene!Eleonora che mi vorrebbe strangolare, la nonna che mi lascia solo problemi...Adesso poi che devo anche andare a Istanbul. ..Uf! Che coglioni!"

  Quando ALEX scese dall'aereo e prese il taxi inoltrandosi nelle viuzze orientali,  piene di bazar, si sentì già, stranamente, più vicino a quella città così antica ma anche così moderna.

-oh?!-

Quando il taxi si fermò davanti alla vecchia casa dove abitavano dei conoscenti di sua nonna, Alex se ne rimase davanti alla porta, a bocca aperta.

L’ anziana e arzilla vecchia che aprì l'uscio gli sorrise subito, e l'abbraccio' con forza.

-oh!Sei proprio uguale a tua nonna!Tu eri proprio il suo piccolo Alì !Parlava sempre di te!-

Alex si sentì subito in imbarazzo:- io veramente mi chiamo Alessandro non Alì-

-ma vieni, entra pure così poggi le valigie-

-grazie- rispose Alex seguendo la donna in casa.

Appena dentro a quell'edificio che, in Italia, sarebbe stato considerato fatiscente si trovò circondato da bambini dalla pelle scura e con occhi vivaci e curiosi.

Sorrise un po' a tutti senza riuscire però, a capire i loro nomi.

-questi sono dei miei figli, sei dei sette,il più grande non c’é; come al solito quel pelandrone é in giro a far nulla! Ma vieni!Vieni!Non dargli troppa confidenza a questi discoli se no, non ti lascia-

no più in pace!- esclamò Selima tirando un po' la guancia al più piccolo dei suoi figli, di quattro anni.

Salirono quelle piccole scale in legno secco e scricchiolante, per andare al piano superiore e poi ancora più su: fino alla mansarda praticamente, sotto il tetto della casa.

Nella stanza le griglie erano ancora chiuse e perciò la camera era avvolta nelle tenebre.

-vieni,vieni!Non avere paura!- rise Selima  poggiando a terra uno dei suoi piccoli zaini.

 Non si era portato molte cose, quel viaggio doveva assolutamente essere molto breve.

Alex seguì, a tentoni, la voce della donna nella stanza buia…

I vetri delle finestre però erano aperti, e da fuori entrava una fresca brezza profumata di spezie e erbe che provenivano dai bazar della via.

Alex sentì con piacere quel venticello accogliente. Sorrise lasciandosi cullare dai suoi sensi e non udì nemmeno le parole di Selima.

-Il ... bene?-

-cosa?-

Selima sorrise:-mi sembra che questa città ti stia già entrando nel sangue come è successo per tua nonna!Siete proprio uguali voi due!-

-cosa? Oh no!No è possibile!- Alex si rifiutò di accettare quell'idea balzana: Quella città già lo conquistava?No...Impossibile!

Decisamente impossibile.

E poi lui non assomigliava proprio a sua nonna così imprevedibilmente folle da lasciare tutto in Italia per stabilirsi in un paese straniero, in mezzo a gente straniera e sconosciuta.

No!Lui aveva il suo lavoro puntiglioso in Italia e vi sarebbe tornato!Questo era più che sicuro.

-io e la nonna siamo completamente diversi!- esclamò più per se, che per quella donna che non lo ascoltava; infatti Selima era alla finestra, posta piuttosto in alto rispetto al normale.
E in quel momento gli stava parlando, dopo averla aperta:. ... Però la vista é veramente meravigliosa!-

Alex appoggiò prima le valigie, poi le  andò vicino ..E..E quello che vide fu la cosa che lo colpì di più al mondo( fino a quel momento almeno)..

Da quella piccola insignificante finestra scrostata si vedevano i tetti della città.

Tetti che alla luce del tramonto, si coloravano di oro e di rossi, come se tutta la città fosse un enorme gioiello.

E oltre a quei tetti, alle torri cristiane e alle guglie arabe,simbolo di una molteplicità indistinguibile, stava il mare.

Quel corno d'oro che alla luce solare del tramonto si tingeva di mille colori, come la tavolozza di un pittore disattento.

E, là, come la vita di un uomo, scorreva via veloce una barca leggera, verso il sole.

Profilo nero, indistinto, di una felicità da inseguire…

***

  Alex era rimasto talmente affascinato che non si era neppure accorto di essere rimasto da solo nella stanza.

Niente più Selima. Niente più bambini.

Niente più della sua vita..Niente più.

Attese finché il sole non svanì dietro le case, e poi dall'orizzonte.

La notte scese trapuntando di mille e più stelle il cielo e la città con le sue luci.

Anche la stanza si fece buia e lui accese la luce incominciando a riassettare le sue cose. Lanciando un’occhiata ogni tanto al cielo così blu da sembrare velluto.

“Forse questa città mi sta davvero conquistando..."penso; poi però, scosse il capo con forza e ritornò ad essere Alessandro Sulimani.

D’ improvviso si accorse di essere osservato: il più piccolo dei bambini di Selima lo guardava con due occhioni da cerbiatto timoroso. Occhi d' ebano.

Alex sorrise:-ciao bimbo, come ti chiami?-

Il bimbo titubò,  poi entrò nella stanza.

-io mi chiamo Alì- rispose il fanciulletto, tenendo un ditino in bocca.

Ad Alex fece subito tenerezza:-sai..Anch'io mi chiamo Alì-

-oh, davvero?-

Alex capì subito che in quella casa c'era un grande rispetto per sua nonna e per lui stesso; e per questo non doveva deluderli.

-perchè sei qui bimbo mio?-

-la mamma dice che è pronta-

-oh?D’accordo, allora andiamo!-

Alex chiuse la finestra e seguì poi il bambinetto fino alla cucina.

Fu messo in mezzo ai ragazzini che,subito lo assalirono di domande.

Mangiò piatti tipici deliziosi.

-Ti piace mio giovane Alì?-chiese Selima.

-oh si!E’ tutto buonissimo!Ma dica..Lei non ha un marito?-

-lei?Puoi chiamarmi mamma Selima come fanno tutti qui!-rise indicando i bambini che, a loro volta risero:-mio marito arriverà più tardi, lui gestisce il bar-bazar qui di fronte-

-oh..Capisco-

-solamente Mehmet non e' ancora arrivato veramente,quello scansafatiche !-

-mi sembra che lei..OH..TU..Che ti preoccupi più per lui che per gli altri però- disse Alex sorridendo.

-oh si!Gli altri stanno tutti sempre qui intorno,mentre lui invece sta sempre in giro da solo o con i suoi amici e Istanbul non e' sempre una città accogliente!-

Alex lesse nel volto delle donna la preoccupazione per quel figlio e un grande amore per lei,e per i suoi sentimenti, gli assalì il cuore.Subito gli fu cara.

-non si preoccupi! Sono sicuro che sta bene-

-oh ne sono certa anch'io!- rise la donna alzandosi in piedi:-forza bambini,ci sono i piatti da pulire!-

Subito i bimbi,ridendo,la seguirono vicino al lavabo.

-oh lasci che l'aiuti..-

-oh no Alì!!Tu sei un ospite qui!Accomodati pure,stai tranquillo, qui ne ho tanti di aiutanti !-rise ed Alex la imitò.

***

-oh!Eccoti qui finalmente!Sai che ore sono?La cena era due ore fa!!-

-scusami mamma!-

-scusami mamma,scusami mamma!Sempre le solite parole!Forza siediti!Ti ho riscaldato la cena!-

Mehmet sorrise alla donna e si sedette a tavola.

Selima,dopo averlo servito,si sedette davanti a lui e lo fissò.

Mehmet pensò che la madre,con quel fissarlo gli ponesse delle domande e s'infilò la mano nella tasca e ne estrasse dei soldi:-ecco-

-e questi cosa sono?-

-i soldi che ho guadagnato oggi,facendo la guida e aiutando dei marinai-

Selima gli sorrise con dolcezza:-noi viviamo abbastanza bene Mehmet,non c'é bisogno che tu faccia dei lavori pesanti al porto, basta che fai la guida-

Mehmet non disse nulla continuando a mangiare alla svelta quella specie di crepè allo yogurt e carne speziata.

La madre intanto,divise i soldi e ne diede metà al ragazzo:-tieni!-

Mehmet gli sorrise e li prese:-grazie- poi la madre si alzò e incominciò a sparecchiare.

-sai chi è arrivato oggi?-

Mehmet la guardò con aria interrogativa.

-Alì!!Alìì! Il piccolo Alì, della nonna Rosselliana!-

-oh?!-

-si!E’ su in mansarda,anzi vai a controllare se gli occorre qualcosa-

Mehmet,obbediente salì nella camera del ragazzo italiano.

-Scusi…?-

Nessuno rispose e Mehmet entrò nella stanza:- permesso?-

Il giovane italiano dormiva,steso sul letto a dorso nudo, coperto fino al petto da un lenzuolo leggero e bianco.

Mehmet si piegò un po', poggiandosi di più su una gamba; appoggiò,lieve, la mano sull' anca sorridendo:-di sicuro non ha bisogno di niente!-

Lo scrutò con attenzione…

Quei suoi capelli castani e lisci che gli cadevano sul viso..

-é questo Alì? Il nipote di Rosselliana?uhm..boh..- Mehmet lo guardò ancora un po’ poi uscì e richiuse la porta dietro di sé..

***

-allora?-

-sta dormendo-rispose il giovane infilandosi le mani nelle tasche dei jeans bianchi, con aria indolente.

-uhm,tu che ne dici?Terrà l'hamam?-

-chi?Quello lì? Io non penso proprio!Si é portato dietro dall'Italia, del lavoro da sbrigare!-

-e tu come lo sai?-

-gli ho visto la ventiquattrore-

Selima si sedette al tavolo e intrecciò le mani su di esso:-Allora tu pensi che non sia come la nonna?-

-no!Ora di sicuro no-

-ma il suo aspetto..?-

-quello non conta nulla-

-già, domani comunque incontrerà il notaio, poi si vedrà-

***

Per tutto il tempo Alex si chiese cos’era questo Hamam di cui parlavano, ma quando pose questa domanda, il vecchio notaio gli disse che la signora Selima ve l’avrebbe accompagnato;poi gli strinse la mano e gli fece le condoglianze per la morte della nonna.

-sua nonna era una gran donna!-

***

Alex tornò a casa con Selima, ed entrando nello stabile, gli chiese:-scusi signora, quando potrò visitare l’hamam?-

-l’hamam?Ti ci porterà mio figlio Mehmet, adesso-

Alex si bloccò sull’uscio della cucina, vedendovi dentro un giovane dalla pelle scura e i capelli ondulati neri, in boxer bianchi.Era chinato in avanti e si stava sfilando dei jeans sporchi.

-Mehmet, sbrigati!Alì ti sta già aspettando!- esclamò Selima già in cucina, dando una botta sul sedere al figlio, su quei boxer  di stoffa bianca e leggera. Tesa.

Alex si sentì arrossire, ma era impossibile, perché lui aveva 22 anni, ed era troppo grande per arrossire!!

Lo stava ancora fissando quando,Mehmet si rimise eretto, stiracchiandosi.

Lo guardò con aria divertita.

Selima era già intenta a fare dei mestieri, e tutto era normale.

Assolutamente normale!!

Era impossibile!!Anche quel comportamento..quel comportamento..”menefreghista” era impossibile!!

Quel giovane si sarebbe sempre spogliato in casa mentre c’era lì anche lui!?

No!!

Questo era un altro motivo per andarsene il più presto possibile!

  Finiti i suoi pensieri, il giovane dagli occhi verdi e insolenti, si stava già allacciando alcuni bottoni della camicia.Era ormai pronto.

-ora vado mamma, ciao!-

-ciao Mehmet, e mi raccomando, non passare per il gran bazar!Sai cosa fanno là agli stranieri!-

-d’accordo mamma!-rise Mehmet passando accanto ad Alex.

-forza andiamo ora!Avrà finito di fissarmi mentre mi cambio!!..Tsè – scosse il capo

-no io..- Alex lo seguì come un cagnolino fedele:-guardi che..-

-come se non avesse mai visto un uomo!Ma non si è mai guardato?!- ribatté con assoluto distacco e freddezza, Mehmet.

Alex ci rimase male.

Cosa gli aveva fatto?Perché lo trattava così?

E,per la prima volta,da anni, s’imbronciò come un bambino che non era stato accontentato.

Fissò la strada, i piedi di quel “turco”, finché non si sentì dare un pizzicotto sul culo.Si volse di scatto.

Un uomo gli gridò qualcosa in turco:-bel culetto!-

Non capì ma,vedendo che il figlio di Selima non si fermava ad aspettarlo,lo inseguì tra la gente.

Un altro pizzicotto.

Si volse cercando quello che gliela aveva fatto,stavolta ma si sentì solo, sommergere da parole strane:-ehi bel fighettino!Che vieni con me stasera?-

-ma dove vai,fermati un po’!-

-Ma da dove arrivi, eh?!-

Si girò adirato e fissò il viso di Mehmet che lo prendeva in giro.Rideva di lui.

Gli andò davanti,con passo fiero e veloce:-mi spieghi questo adesso! ..Cosa..Dove mi ha portato?-

La bocca carnosa di Mehmet, si arcuò da un lato:-qui tutti hanno questa mania!E’ un segno di        apprezzamento della sua bellezza!-

-apprezzamento un cazzo!- gridò Alex  facendo girare metà della gente che camminava  tra i bazar coperti.

L’ italiano si massaggiò una tempia,tentando di calmarsi:”niente parolacce Alex!Niente parolacce!Tu sei un tipo diplomatico cazzo!” pensò tra sé.

-e poi cosa intende dire con “qui”?Che in tutta Istanbul sarà così?Perché se è così mi preparo subito a partire!-

Mehmet rispose ridendo e incamminandosi:- no, qui, solo al gran bazar!-  Alex ammutolì:-ma..Ma come?..Sua madre non le ha forse detto di non portarmici?-

-si,si esatto!..Per questo ce l'ho portata-

Alex,per un attimo,si sentì ribollire poi,però si chiese perché quel ragazzo lo odiava così?Che gli aveva fatto?

Rimase zitto finché il ragazzetto turco non si arrestò davanti ad un grande edificio molto vecchio e decorato con  ceramiche e arabeschi.

Era molto bello ma anche altrettanto in decadenza.

Piastrelle colorate mancavano dal muro, e tre o quattro gradini conducevano all' ampio portone in legno scuro.

-questo é il suo hamam!-

-cosa?-

Il giovane lo condusse dentro e fece partire il grande impianto idrico e  di riscaldamento, poi lo condusse alla vasca enorme, al suo interno.

- ma ... Ma cose questo?-

Mehmet lo fissò:-é un hamam!Un bagno turco!- 

***

-cosa mi vorrebbe far credere,che la nonna dirigeva questo posto?-

-già-

-ma   lei pazzo!- esclamò Alex poi,si volse e fece per andarsene ma Mehmet lo afferrò per un braccio e lo voltò,scuotendolo:- ma dove crede di andare?Sua nonna ci ha lasciato l'anima in questo posto! E lei non può venderlo, capito!?-lo scosse ancora,ma stavolta l’italiano si divincolò:-ma chi cazzo crede di essere lei per darmi ordini?Nessuno lo può fare!Nessuno,capito!Nessuno!- gridò.

Mehmet si azzittì e fissò quel pugno agitato contro di lui:-uhm..Non sono affari miei è vero- disse poi scese nel primo gradino della vasca e vi si sedette.

L’ acqua incominciava già a riempire la grande vasca dipinta di ceramiche multicolori.

Alex si sentì un po' in colpa.Era stato brusco.

Ma anche lui però!

Stava per parlare al ragazzo quando questi,dopo essersi spogliato, s'immerse nell'acqua.

-ehi!Ma che diavolo fa?-

-la nonna diceva sempre che non c’é,nulla di meglio,di fare un bel bagno caldo,per schiarirsi le idee e per..- Mehmet si appoggiò con la testa e le braccia sul bordo in ceramica.

Alzò lentamente gli occhi e scrutò le gambe, come di colonne scolpite in quei pantaloni

in tessuto chiaro, di  Alex.

Piegò il viso per scrutarlo fino all’inguine.

-E per sbollire...-sussurrò infine,non osando guardarlo in viso.

Che gli capitava?

Forse era quel posto a renderlo così; quel,posto dove si nascondevano i piaceri inconfessabili degli onesti uomini, come diceva spesso la nonna Rosselliana(in onore della favorita dell' harem)

La voce di Alex lo risvegliò bruscamente:- ma cosa credeva di fare?E ora così bagnato come farà a rivestirsi?-

  Quel giovane incominciava a dargli suoi nervi.

Appoggiò le mani sui bordi e si tirò su,uscendo dall'acqua, grondante, bagnato e, e nudo!

Alex s’irrigidii e balbettò:-co..Cosa..Ma,ma-

Quel corpo nudo, scuro.Quella pelle bagnata.. Quel suo,..Quel

suo..E i capelli neri grondanti sul viso.

-la smetta un attimo di rompere!- affermò Mehmet piantandosi le mani sui fianchi,e lasciandosi guardare.

Pensò che era completamente  impazzito.                                                i

Dopo qualche attimo si chinò e raccolse i suoi abiti,cioè, solo i boxer chiari.Li usò per coprirsi un po',e andò a sedersi nei posti addetti alla sauna.

-ma cosa?Dobbiamo andare-

-ma la vuole piantare di rompere?Si sieda, in un attimo mi asciugherò!!-affermò tirandosi indietro i capelli con le mani.

Alex fece un grande sforzo a sussurrare quel misero:-ok-

Il respiro gli mancava:”sarà per tutto questo caldo!"si disse, camminando a testa bassa per andare a sedersi vicino a Mehmet.

Lì il caldo c'era veramente.

“ accidenti!"

-si tolga qualcosa,altrimenti di lei non rimarranno che abiti bagnati !-

-cosa? Non dica sciocchezze!- borbottò Alex incrociando le braccia al petto con il broncio dipinto sul viso.

Di nuovo quel comportamento da bambino.

Rimasero un po' in silenzio e l’italiano si sentì a disagio vedendo il giovane turco appoggiare la testa contro il muro in ceramica, con gli occhi chiusi, e allungandosi un po', per stare più comodo, con le mani sull' inguine per tenere giù i boxer che,con gli aliti di vapore caldo,potevano volar via.

Lo sbirciò un po': gli parve essere in una posa così sensuale da sembrare una donna lasciva.

Così femminile.Quei riccioli neri che ricadevano sulla pelle scura del torace e del collo.Quella piccola ciocca poi che si arricciava vicino alla sua bocca….

Deglutì a fatica e tornò a fissare le mani che si,contorcevano sulle sue gambe.

"scusi,ha finito?"stava per chiedergli ma lui lo anticipò:-davvero vuole andarsene?Davvero vuole vendere l'hamam?-

La voce di Mehmet era strana.

Alex titubò; poi però tornò sulle sue posizioni:-certo!Non posso mica restare qui come ha fatto mia  nonna!Ho un lavoro in Italia!-

-e così vuole sbarazzarsi di ogni cosa di sua nonna?!- s'infervorò Mehmet alzandosi in piedi,agitando le braccia. Nudo.

Alex arrossì di nuovo ma stavolta non abbassò lo sguardo anzi, scattò in piedi come lui,e ansimò, dicendo:-io non posso certo restar qui!-

-E perché no?Lei non ha cuore!- borbottò Mehmet rivestendosi in fretta.

-come diavolo osa lei giudicarmi!Io non conosco lei ne’ ho mai conosciuto bene mia nonna,che quando avevo solo tre o quattro anni, ha preso e se n'é andata!-

-sua nonna era una grande donna!Dava lavoro a molta gente qui!-

-davvero?E io come posso dire altrettanto? Quello donna da noi è solo una che ha abbandonato la famiglia!-

Mehmet non lo ascoltò e dopo aver spento l'impianto gli gridò:-forza andiamo! Lei non merita di stare qui!-

***

Quella notte Alex non riuscì a dormire a differenza di Mehmet.

Si voltava e rivoltava nel letto senza riuscire a chiudere gli occhi e senza riuscire anche a non pensare alle parole di quel ragazzo bisbetico, ma soprattutto al suo corpo.

A quel corpo nudo, al suo inguine che nei sogni desiderava baciare.

La mattina dopo si svegliò ansimando violentemente,tutta la notte aveva fatto sogni su Mehmet.

Incubi su quel corpo così invitante.

Lo vedeva anche da sveglio ora, con quel suo sguardo severo e irato.

Richiuse gli occhi e riappoggiò il capo sul cuscino.

Poi però scattò, mettendosi seduto, tirandosi addosso le coperte:-cosa diavolo sta

facendo qui?-

-mia madre mi ha chiesto di venire a controllare se le serviva qualcosa-

-non mi serve niente grazie!Può andarsene!-

-potrebbe andarsene lei ora,visto che non fa più nulla qui!E che praticamente non sborsa neanche un soldo per vivere qui!- affermò Mehmet andandosene.

Alex si tirò sotto le coperte sentendosi offeso.

Si rannicchiò e stupidamente incominciò a piangere.

-ma cosa vuole quello?Perché mi odia così..Che gli ho fatto?!-

***

-cosa c’é bimbo mio Alì ?-

Alex sentì la voce di Selima da oltre le coperte.

S’asciugò gli occhi e prese la mano della donna tenendola dolcemente.

-signora, é vero che vi sto disturbando molto?- la sua voce era rotta.

-ma no bimbo!No!Sono felice che tu sia qui!-

-lasci, la prego che le dia almeno più soldi per il vitto e l'alloggio!La prego!-

Selima, vedendolo così dispiaciuto, gli accarezzò il capo:-d’accordo, come vuoi piccolo Alì ma questo non mi servirebbe credimi-

Alex si strinse alla donna sorridendo soddisfatto.

***

-Mehmet-

-cosa c'é mamma?.- rispose il giovane a dorso nudo, spostando alcune casse per il bazar del padre.

-Meh’! Cosa hai detto ad Alì?-

Mehmet si fermò tergendosi il sudore:-perchè?Cosa ti ha detto?-

-vuole darmi più soldi per restare da noi-

Il giovane sputò a terra e ricominciò a lavorare:- mi sembra giusto!Quello lì non fa un cazzo tutto il giorno!-

-Mehmet!é il nostro ospite!-

-ma quale ospite e ospite!Quello vuole vendere l'hamam!-

-cosa?!Ne sei sicuro?!-

-certo!l’ha detto a me ieri!Non vuole restare qui!-

-oh povera nonna-

***

Alì si sporse dalla finestre della sua stanza, poggiando le mani sulle tegole del tetto e stando in piedi su una sedia.

Guardava con curiosità il discorso che si svolgeva nella via sottostante tra Selima e Mehmet.

Li osservò finché l’ anziana donna non se ne andò allora, Alex cercò di distogliere lo sguardo dal giovane, guardando il cielo e la città che si muoveva.

Che svaniva sotto i colpi del urbanistica moderna e, dell' antica Bisanzio restavano solo i minareti dorati e le moschee sfarzose.

Alì sospirò beato ma, appoggiò i gomiti sulle tegole e una di essa, mal messa, scivolò verso il basso.

ALEX impietrì sentendo il botto della tegola rotta, sulla strada che non vedeva dal tetto.

Vide Mehmet che guardava verso di lui:-ehi!Dico, volevi ammazzarmi?!-

-io..- Alex pensò a come scusarmi ma poi, imbarazzato, rientrò nella stanza.

Si sentiva in colpa verso quel ragazzo, e non voleva più sentirsi così.

Prese a far le valigie.

-manderò qui un avvocato! Tanto quel posto non lo voglio tenere!- esclamò muovendosi velocemente da una parte all' altra della stanza riempiendo, a casaccio, le sue valigie.

   -cosa diavolo voleva fare?-

Alex sussultò sentendo dietro di lui, la voce del giovane.

-ah!A..Cosa..Cosa diavolo fa qui?-

Domanda stupida.

-che cazzo dice?Prima tenta di ucciderai poi mi domanda cosa voglio? ..E ora cosa stava cercando di fare?Nascondere le prove?-chiese Mehmet vedendo le valigie.

Avanzò verso Alex facendolo indietreggiare.

-no, io voglio andarmene-

-perché?-

Indietreggiarono ancora, mentre Mehmet chiudeva la porta dietro di lui.

Gli piaceva che fosse senza parole ogni tanto.

-allora?-

-io non voglio più stare qui!Non voglio quel posto e non voglio lei!-

-di sicuro non mi sarei mai abbassato ad darmi ad un uomo del suo livello!-

ALEX si trovò contro il muro.

Si fronteggiavano.

-ma come osa?Chi si crede di essere?-

-uno che le piace molto!-sorrise con aria sadica Mehmet avvicinandosi di più a lui:-però se mi paga bene, potrei farci un pensierino!- poi, dopo aver detta questo, si strinse al suo corpo e lo accarezzò

dal collo, passando per il petto fino al suo inguine.

Lo toccò prima piano, sul tessuto leggero dei suoi pantaloni poi premette.

Sorpreso, vide Alex che chiudeva gli occhi e gemeva piano, piegando indietro il capo.

Mehmet arrossì per quella situazione.

Si staccò subito dal corpo di Alì e se la svignò.

***

Ad Alex venne da piangere.

Quel giovane era scappato perché aveva capito il suo stato d'eccitazione, quando l'aveva toccato.

Dio!

In che stato si era ridotto!

Desiderare un ragazzetto!

Scivolò a terra e si coprì il viso piangendo.

Adesso si che si vergognava di se stesso!

***

Da quel giorno cercò di rimanere in casa il più a lungo possibile.

Stava lì in camera sua tentando di sbrigare del lavoro.

Una mattina si accorse che sotto la finestrella era stato messo il cassettone con i suoi abiti.

Non si chiese chi ce l’aveva messo ma, era un posto meraviglioso per guardare, fuori dalla finestra,

Istanbul.

Prese a sedersi sul comò e invece di lavorare, disegnava il cielo, sui suoi fogli, la città; e con la biro che usava  prima, per firmare contratti e fare conti, adesso creava mondi meravigliosi.

Era diventato anche quasi bravo.

***

-cosa fai?-

-oh?..Ciao mio piccolo Alì- sorrise piano Alex al bambino.

Lo aiutò a salire sul comò.

-ci stai?-

-si, certo..Ma cosa  fai?-

-disegno-

-e cosa  disegni?-

Alì Sulimani s'imbarazzò:-beh…Io stavo facendo un ritratto a tuo fratello-

-quale?-

-a Mehmet-

-oh?Vuoi che lo chiami?è giù in camera sua!-Alì fece per andare ma, l'italiano lo fermò.

-no!..Resta qui..Anche tu li gli somigli, se vuoi posso farti un ritratto..!?-

-oh sisi!-rise il bimbo poi si fece serio.

     E così Alex incominciò a disegnare anche ritratti, sempre a penna.

Stavano ancora sulla finestra quando qualcuno chiamò il bambino.

-Alì?!-

-si Mehmet?-

Alex s’irrigidii tenendo il viso basso.

-.... Alì sbrigati!Tra poco ci sarà la preghiera, la mamma ha detto di scendere!-

-subito!Ciao Alì!- disse il bambino poi corse via lasciandoli soli.

***

Rimasero in silenzio anche quando dal minareto vicino partì la preghiera della sera Poi cominciarono ad uno ad uno tutti gli altri finché, l'aria non divenne un coro di canti.

-cosa fate ora?Vi date al disegno vero?-

-uhm..- annuì Alex senza guardarlo.

E senza neppure volerlo incominciò a schizzare il suo viso.

-ti piace stare in quel posto?-

“tu?” Alex annuì di nuovo.

Mehmet cercò di rompere il ghiaccio:-te l'ho spostato io sai-

Alex lo sbirciò:-davvero?Grazie-

Mehmet gli andò vicino e si appoggiò al comò:-anch'io quando ero piccolo venivo qui!-

Alì lo guardò senza parlare.

-questo era il mio posto preferito quando ero bambino!La sera si vede qualcosa di indimenticabile!Il tramonto!-

Alex si stupì vedendolo inginocchiarsi accanto a lui, sul comò, per osservare il cielo.

Lo fissò a bocca aperta:-io..Io ho già visto il tramonto-

-è bello vero?-gli sorrise Mehmet.

Poi si azzittì vedendolo attonito.

Cercò le parole:-io..Io quel giorno ..Perdonami non so che mi sia preso..Mi dispiace molto-

-come?-

-ho detto che mi dispiace, non buttare sale sulla ferita ora!-

-vuoi ..Vuoi dire che te ne sei andato per questo?-

-certo!- mentì Mehmet, sorridendo.

Stava quasi per accarezzargli i capelli quando le urla della madre lo interruppero.

     -Mehmet é arrivata la tua amica, scendi!!-

“…amica?"

-scendo subito!Ciao Alì!-

***

Senza riuscire a dormire di nuovo, Alì attese il ritorno del ragazzo.

Era notte fonda quando, dal tetto, lo vide fermarsi sotto casa e baciare a lungo una giovane.

La sua 'amica'.

-oh no! Dovevo pensarlo che non era libero e ..Dio che sto pensando?!Sono stato troppo a lungo a far nulla..Forse dovrei davvero trovarmi qualcosa da fare..In fondo ho anche un hamam di mia proprietà..Forse potrei anche restaurarlo prima di venderlo!-

***

Era incredibile come il tempo passasse velocemente in quella città magica, pensava spesso Alì adesso, stando dietro il suo bancone smaltato e luccicante.

Ormai riusciva a leggere il giornale turco da solo.

Si, era veramente incredibile.

-ecco signore la chiave del suo armadietto- sorrise all' anziano davanti a lui.

Quello lo scrutò con attenzione:-chi sei  tu?-

Gli faceva sempre la stessa domanda a cui Alì rispondeva sorridendo:-sono Alì Sulimani, il nipote della signora Rosselliana-

-si, si, le somigli proprio!- esclamò l’anziano poi si fermava a guardare i suoi disegni appesa al muro.Domandava se li aveva fatti lui, poi si complimentava e andava a cambiarsi.

Di solito era sempre l'ultimo ad andarsene, così Alex si chinò sotto il banco a sistemare gli asciugamani.

Era li chino quando, la porta si aprì.

***

-mi dispiace signore é tardi stiamo chiudendo-

La porta non si richiuse anzi, Alex vide(in controluce da quella posizione) che l’uomo vi si appoggiava contro.

Che cercasse guai?

-insomma le ho detto che é chiuso e se non se ne va io..Oh?-

-uh!Puoi anche mettermi paura sai!-

-Mehmet?- sussurrò Alì:-cosa ci fa qui?-

-la mamma mi ha chiesto di venire a controllare dove vai tutto il giorno e, che sorpresa!-

-come se non lo sanno già tutti!- borbottò Alex cercando di non essere felice per quella visita.

-ok!la verità é che sono venuto qui a vedere come andavi-

Alì disse:- vado bene vedi?- poi salutò il vecchio signore che stava per uscire.

L’anziano li fissò un po', mentre loro s’imbarazzarono, poi disse:- questo é sempre stato il posto dei piaceri inconfessabili!- poi rise e se ne andò.

Mehmet nascose bene il rossore nella sua pelle scura mentre Alì divenne del colore di un pomodoro.

***

Rimasti soli Mehmet seguì Alex nella grande sala della vasca e lo osservò pulire per terra.

Lo fissò per un po' poi si spogliò e si gettò nella vasca.

Stavolta Alex non brontolò ma lo guardò soltanto, muoversi, nudo e veloce nell' acqua.

-forza!Vieni anche tu Alì!Non ti ho mai visto fare il bagno nudo!Non é che per caso hai qualcosa che non va?!-

-io non ho nulla che non va!- protestò Alì.

-e allora vieni qui! Dai!-

Stranamente il giovane dai capelli castani si lasciò convincere e dopo essersi spogliato si buttò nell'acqua, schizzandolo.

-oh!Finalmente!Uhm..Sei normale anzi, piuttosto bello-

Alì si attaccò al bordo arrossendo violentemente:-smettila!- gridò con voce stridula.

Mehmet lo guardò con attenzione mentre usciva dall'acqua.

-hai anche un bel culetto!" rise il ragazzo turco.

Alex grugnì coprendosi con un asciugamano e andò a sedersi contro il muro, dove c'era la sauna.

Mehmet lo imitò.

 Restarono un po' in silenzio, entrambi fissando qualcosa altrove dal corpo del vicino.

Mehmet fu il primo a parlare, tra i fumi caldi che gli avvolgevano il corpo:-come mai hai deciso di tenere questo posto?-

-non lo so-

-menti-

Alex lo sbirciò:-ho incominciato a restaurarlo perché non avevo niente da fare e così sono andato avanti quando ho visto i clienti che arrivavano a chiedere se era aperto-

-oh- Mehmet non ci credette, ma voleva che gliene parlasse. Tentò:-e di un po', fanno ancora qui quei piaceri inconfessabili come diceva nonna Rosselliana?-

Alex evaporò davvero.Quasi tremò:-io ..Io non lo so!Non vengo a vedere cosa fanno!-

-oh davvero?-

-certo!-

Finalmente lo fissò in volto con il viso accaldato.

Ansimava.

-ma se ti vergogni, perché hai restaurato questo posto?!!-

-io..Insomma ..-sbuffò:- io volevo dimenticare una persona!-

-chi?-

-ma che t'interessa a te!!?!- borbottò in dialetto italiano Alex.

Mehmet sorrise appoggiandosi al muro:- se non me lo dici vuoi dire che lo conosco!-

-ah!- ALEX tremò nell'animo; cercò qualcosa per distrarlo:-forza!Facciamo un'altro bagno!- si spogliò e si buttò ( a bomba) nell'acqua.

Mehmet non ebbe fretta; si lasciò immergere piano nell' acqua.

Lo tormentò ancora, seguendolo:-forza, chi é?-

-io non lo so- Alex uscì di nuovo dall'acqua e mentre si attorcigliava l’asciugamano, Mehmet lo abbracciò da dietro e gli sussurrò in un orecchio:-io forse?-

Alex s’irrigidì tra le quelle braccia scure.

L’asciugamano gli scivolò di mano e cadde a terra lasciandolo nudo.

Rimase fermo un po' poi si divincolò dal giovane turco:- piantala stupido!- esclamò Alex poi fece per chinarsi ma Mehmet lo afferrò per un polso e lo tirò contro di sè.

Vide i suoi occhi dilatarsi stupiti.La bocca aperta.

Alex si chiese com'era possibile. Com'era possibile che anche Mehmet lo desiderasse?Che fosse eccitato?

-Me..Mehmet?- le labbra gli tremavano.

Prima di poter dir nulla il ragazzo si attaccò alle sua bocca, baciandolo.

Fu un bacio strano, inatteso e quasi violento.

Alex ansimava quando si lasciarono:-e..Cosa ..Mehmet?-

Mehmet lo baciò sul collo, sull’orecchio e scese giù per il torace.

-no..No Mehmet-

-no?Come no?Il tuo corpo non dice no..-

-ma io..Cioè..Tu dove vuoi?- Alex si fermò quando il ragazzo lo abbracciò.

-Mehmet?-

-se solo tu sapessi quanto ho sognato questo-

-sognato?..Tu mi hai sognato?-

-ogni notte da quando ho litigato la prima volta con te-

Alì si lasciò stendere a terra accanto a lui, sulle ceramiche calde.

La testa sul tuo torace:-e..E come mi sognavi?-

-Cosi!..Zitto tra le mie braccia sorridente..Dormivi su di me dopo aver fatto l'amore..-

fatto l’amore..- disse in un fiato Alì, ripetendo, imbambolato, troppo felice, per quel momento.

Pensò che fosse un sogno e per questo incominciò a toccare il torace di Mehmet per vedere se era lì davvero.

-si- gli prese la mano tra le sue e  gli aprì piano le dita per farsi accarezzare:-ero io allora..-

-si-

-ed ero anche nei tuoi sogni vero?Quel giorno che sono venuto in camera tua e ti agitavi nel sonno chiamando il mio nome..-

-si, è vero.. sei sempre stato nei miei sogni dalla prima volta che ti ho visto mentre ti spogliavi..-

Mehmet lo baciò sulla fronte:-e come mi sognavi?-

-beh..beh..i miei sogni non erano casti come i tuoi..-

-e come mi sognavi perverso?-

-io.. da quando ti ho visto nudo.. non ho smesso una notte di vederti così di desiderarti e di..-

-e?-

-e di voler baciare il tuo inguine ecco!-arrossì Alì nascondendo il viso sotto la sua spalla.

-oh perfido!- rise Mehmet.

-no! tu eri perfido!mi sfuggivi come una ragazza riottosa e ti arrabbiavi quando ti baciavo, come un fanciulletto capriccioso!-

-ecco perché ti agitavi!Non eri soddisfatto!-scherzò Mehmet baciandolo sulla bocca.Lo tirò sopra di sé, mentre l’italiano gemeva per quel contatto.Dai loro corpi eccitati.

-cosa fai adesso Mehmet?..-

Il giovane gli accarezzò tutto il corpo, dalle spalle al culetto sodo.

Lo strinse forte:-facciamo così.. tu realizzi il tuo sogno.. e io il mio-

***

E realizzarono davvero i loro sogni:Alex poté baciare il suo corpo, e Mehmet poté essere del giovane che desiderava.

***

-e se arrivasse qualcuno..?- sussurrò Alì alle orecchie di Mehmet, steso per terra accanto a lui, bagnato di sudore.

-amore ho chiuso la porta !Sta tranquillo!-

-amore?- si stupì Alì.

-ti vorrei tenere sempre così,accanto a me-

-Mehmet anch'io vorrei tenerti sempre con me..Oh?Ho un idea!Perché non mi aiuti qui?!-

-come inserviente?- chiese Mehmet umilmente, senza alcuna vanità.

Era abituato a fare lavori del genere.

-ma no!Come socio intendo-

-socio?!- balbettò Mehmet guardandolo in viso.

-certo!-

-ma io non ho molti soldi..-

-ma non m'interessa questo!Basta che stiamo insieme sciocco!- gli prese il viso tra le mani e lo baciò con forza.

-Alì?!-

-oh Mehmet tesoro mio!- lo abbracciò e il giovane, sorprendendosi si lasciò cullare dolcemente.

-accetti allora?-

-certo- sorrise Mehmet baciandolo, piano, su una guancia.

-Mehmet-

***

Da quel giorno Alexandro e Mehmet visitarono insieme tutta Istanbul.

Erano alla fontana del sultano AHMED quella sera.

II sole tramontava sulle piastrelle colorate del monumento mentre i due ragazzi se ne stavano seduti su un muretto, ammirando il cielo.

MEHMET appoggiò il capo sulla spalla di Alex.

Intrecciarono le mani l'un l'altro.

-dimmi una cosa tesoro, hai già avuto delle altre?Magari in Italia?-

-parli come una donna gelosa Mehm-

-ti prego rispondi!-

-io...si, ho avuto una ragazza,si chiamava Eleonora, ma non andava molto tra noi..Lei voleva che la sposassi o niente, poi é avvenuto questo...-

-Istanbul e io?-

-esatto, ma adesso mi parli di te!-

-io non ho nessuno-

-oh?E quella tua amica che baciavi qualche settimana fa?-

-oh ?Miriam? ... Beh si é vero, c'era lei-

-lasciala!-      

-già fatto-

-perfetto- lo baciò Alì e poi lo strinse forte.

-se ci vede qualcuno?-

-non fa niente- rispose Alex poi però sussurrò:-basta solo che nessuno ti faccia del male-

Mehmet sorrise:-che ne dici di andare a fare una 'gita' alla moschea blu?La sera é bellissima-     -----d’accordo-

Presero il vecchio autobus restaurato,sempre strapieno di gente, e scesero vicino alla grande moschea illuminata in mezzo ad un parco.

Mehmet ed Alì entrarono nel cortile della moschea per raggiungere un venditore di SAHLEP che girava un KAZAN fumante(grandi otri d'ottone) pieno di un bollentissimo sciroppo di latte e vaniglia con spruzzate di cannella.

-ce ne dia due!-

-due tazze?-

-si grazie-    

-tenga-   

-ecco,grazie-

Mehmet e Alì si sedettero su una panca nel parco, per guardare i sei minareti della moschea.

-questa moschea sembra un faro nella notte-

-si, un faro romantico dell'islamismo-

-uhm…-

-lo sai che questa moschea é stata fatta nel 1600 dall' architetto  MEHMET..MEHMET come me!-

-per questo ti hanno chiamato MEHMET?-

-no..Cioè anche, ma perché Mehmet era il nome del principe BEYAZIT, il figlio di SOLIMANO IL MAGNIFICO-

-oh,il signorino è un principino-

-il tuo principino tesoro-

L’italiano cinse le spalle a Mehmet e se lo strinse al torace, sospirando.

-ti voglio bene Alì-

-anch'io Mehmet Mahdumlari-

***

Alex si appoggiò di nuovo a Mehmet accarezzando la sua pelle.Respirava profondamente per calmare i battiti del suo cuore.

-non stare lì tesoro ... Vieni qui accanto a me-

Alì obbedì scivolando sul corpo del giovane fino a ricadere accanto a lui.Lo abbracciò.

-sei bello- mormorò il ragazzo accarezzandogli il viso.

-uhm..Sei pazzo- sorrise Alì avvicinandosi di più a lui per farsi abbracciare meglio.

-non é vero-

-ho sempre saputo che eri strambo!Dopo aver fatto l'amore non te ne vai stizzito come faceva Eleonora, lasciandomi molto frustrato. No!Tu no! Tu poi mi abbracci forte e mi coccoli come se fossi un bambino!Uhm..Mi piace essere coccolato!La nostra felicità, il nostro appagamento, per questo, é completo e nessuno di noi due vuole lasciare l'altro poi, ma vuole solo ricominciare-sorrise Alì, chiudendo un po' gli occhi come per dormire.

-sai... La prima volta mi hai fatto un po' male, poi mi sono abituato-

-oh?... Scusami se ho fatto del male a questo corpo prezioso-

-oh ma non importa adesso-

-anche tu mi hai fatto un po' male la prima volta-

Mehmet, per farsi scusare lo baciò sulla fronte.

Alì cercò la sua bocca.Si sorrisero poi, dopo essersi stretti ancora di più, si addormentarono l'uno tra le braccia dell'altro.

***

-cosa?Ma come sarebbe a dire che Alex é in Turchia?Come? A Istanbul? E che ci è andato a fare?A ritirare un'eredità?Per due mesi?Non ci credo!Voglio andare a vedere di persona e ci andrò subito!-

***

Alì fissava spesso Mehmet servire i clienti con gentilezza, e questo al ragazzo turco non piaceva perché lo faceva agitare e distrarre.

-smettila Alì!- borbottò infatti, dopo aver finito di servire un uomo.

-balbetti quando ti ecciti-

-non é vero!- s'irrito' Mehmet, ma quando Alex lo tirò contro di sè, tra le sue braccia, questi rise lasciandolo fare.

-Alì!-

-sei bellissimo!- fece per baciarlo quando una voce li interruppe:

-ecco perché non sei tornato in Italia!Allora era vero che gestivi un bagno turco!!-

Alì s’irrigidì e si staccò da Mehmet, che si pose dietro di lui quasi per essere difeso.

-Eleonora cosa ci fai qui?-

-ero venuta a controllare perché non tornavi in Italia!E guarda cosa ho trovato!Tu e questo 'ragazzino' che vi abbracciate in un bagno turco!-

-lascia in pace Mehmet, Eleonora!-

-oh..?-

Alex si pose davanti a Mehmet come per proteggerlo, difenderlo.

-cosa?Perché lo proteggi?Cosa c'é tra voi?-

-Mehmet é la persona che amo!-affermò sicuro Alì.

Eleonora ondeggiò restando a bocca aperta, mentre Mehmet lo guardava (piacevolmente) stupito:

-Cosa?-

-non ..Non può essere vero!Stai scherzando!?-

-no!Io amo Mehmet!Almeno lui non m'impone niente!Non cerca solo di essere sposato!-          

-ma certo!Per forza!E’ un uomo!- gridò la donna sconvolta, facendo quasi, per avventarsi contro Mehmet.

Alì la spinse via:-smettila Eleonora!Non ti lascerò far del male a Mehmet!-

Eleonora tremò quasi, per la rabbia e l'offesa:-ma..Ma di un po'.. Tu?Brutto..Brutto ... frocio!Come hai osato offendermi così per questo qui,é?Per questo ... Questo turco!Tu! Te ne pentirai!- e dopo aver sbraitato così se ne andò sbattendo la porta.

***

Alì guardò Mehmet che lo ricambiava intimorito.

Gli andò vicino e lo strinse contro di sè.

Non disse nulla.Lo accarezzò sul capo.

-quella donna mi odia-

-sta tranquillo non ti farà nulla!-

-ma mi sembrava sconvolta..Chissà cosa é in grado di fare ...-

-non permetterò che ti faccia del male-

Mehmet ne fu felice, sorrise ma poi chiese:- tu?-

-perché?Non mi vuoi difendere?-

-certo- annuì il giovane, accoccolandosi contro di lui.

Alì lo baciò sulla fronte:-delle volte sei più femminile tu che Eleonora che é una donna!-disse, poi lo fissò con dolcezza:-e pensare che sei così forte di carattere, perché diventi così dolce con me, ora?-

-perché ti amo no?!- sorrise Mehmet dolcemente :-non l’hai detto tu poco fa?-

Alì si riscosse quasi subito dal suo stupore:-si!SI!Certo amore! Certo!- lo strinse di nuovo e lo baciò sulla bocca stavolta, con passione.

***

Nella stanza sotto il tetto, note di musica turca-ottomana si diffondevano nell'aria.

Le persone che vi erano però non l'ascoltavano molto.

Era più utile a coprire i loro gemiti sommessi.

Si amavano dolcemente.

La loro era una notte di serenità, tranquillità e amore. Soprattutto amore mentre per alcuni altri no.

Alcuni altri complottavano sotto quel cielo ormai abituato a cose simili.

Degli uomini erano semplicemente pagati per spaventare qualcuno...

***

-avranno sentito stanotte?-

-cosa?Tutti i tuoi sospiri sommessi e i gemiti?-rise Alì passeggiando accanto al ragazzo tenendo le mani in tasca mentre il sole turco, saliva nel cielo dorato.

Erano le sei e mezza forse.

A quell'ora chi doveva andare a lavorare, a volte, veniva a fare il bagno da loro.

Nel hamam.

-io gemevo?E tu allora?I tuoi urli?E quando ansimavi?-

-chi io?Guarda che sei tu quello!Bel culettino- rise Alì dando un pizzicotto sul culo al ragazzo, che sussultò e poi si appoggiò a lui sorridendogli:-smettila stupido!-

-Mehmet-

-ciao belli!-

Alì e Mehmet si bloccarono quando si trovarono davanti due o tre persone con cattive intenzioni.

-Alì.... !!-

-Mehmet sta tranquillo...Cosa volete?

-cosa c'é bello?Hai paura che ti sporchiamo ?EH?-

Lo spinsero via, come per staccarlo da Mehmet.

-ehi?!-

-ehi bel frocetto cos’hai?Paura?-

-ah! ! !-

-lasciatelo in pace!-gridò Alì ma due uomini la bloccarono prendendolo per le braccia.

Intanto gli altri tre si spintonavano Mehmet.

-che ne dici frocio, se ti rompiamo un po' il culo come fa il tuo amico?-

-noo!!!Smettetela!!- gridò il giovane ribellandosi ma uno di quelli che erano vicini a Mehmet estrasse un coltello e lo sventolò sotto il collo del ragazzo turco.

-fermo bello, se non vuoi che il tuo amichetto faccia una brutta fine-

Alex si bloccò fissando il viso spaventato di Mehmet.

Lo fissò...

Lo fissò finché quegli uomini non tentarono di baciarlo, allora...

Allora si lanciò in mezzo a loro, divincolandosi dagli uomini che lo tenevano:

-lasciatelo!!Lasciatelo!!Lasciate stare il mio Mehmet!- gridò e come una tigre, si acquattò sul corpo di Mehmet proprio quando...   

L’uomo col coltello si girò stupito dal movimento del giovane

-lasciatelo!-gridò di nuovo Alì aggrappandosi con forza alle spalle di Mehmet.

-lasciatelo... -ripetè più piano.

-Alì ... -

E stranamente quegli uomini corsero via spaventati.

Mehmet li osservò finché non svanirono dietro una casa.

Solo allora si accorse del peso aggrappato al suo corpo.

-Alì...?-

Sembrava che Alì si fosse aggrappato alle sue spalle con forza.

Era chino sulle sue spalle.

-Alex?-

-stai bene Mehmet?-

-si..- 

-ne sono felice-

La voce di Alì era un sospiro sommesso.

-stai bene amore?-

-IO...Si ... Ma si certo...Io...-la voce divenne un alito poi sparì quando gli occhi di Alì sbiancarono,girandosi all'indietro.

Le spalle di Mehmet furono libere dalle mani del giovane quando, questi s’affloscio' tra le sue braccia.

Solo allora MEHMET si accorse del pugnale infilato nel fianco del ragazzo.

Del sangue che gli macchiava i pantaloni bianchi.

Scivolò a terra accanto a lui e piangendo; gli estrasse il pugnale che subito gli cadde di mano.

Ansimava trattenendo il respiro.Quasi tremava.

-A ... A ... ALII..ALII..-

Lo scosse piano e poi ancora più forte.

-Alex! ... ALEX!ALEX!Aiuto!!-

La sua voce rimbombò nella piccola via di quella immensa città caotica.

Un urlo silente in mezzo a tutto quel rumore.

Qualcosa di inerte come la mano bianca di Alessandro sul marciapiede

scuro...

 

 



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