Per Ria, per il supporto e l'incoraggiamento.
I personaggi di Slam Dunk non sono miei, almeno così si dice.
Purtroppo non sono miei neanche Lestat de Lioncourt e Louis de Point du Lac, proprietà di Anne Rice.
Buona Lettura…
Halloween di
Greta
"Dài, dài, dài… fallo per me! Dài… ti prego!!!" Hanamichi zompettava da un lato all'altro del letto seguendo i movimenti del ragazzo che cercava di sfuggire alle sue pressioni.
"Insomma, sarà divertente! Pensa che bello se…."
"Smettila, do'aho! Non pensarci neanche… io non lo faccio!" il moretto era davvero seccato, insomma, possibile che quella scimmia rossa avesse sempre delle idee così assurde?
"Staresti benissimo… e poi ci divertiremmo un sacco, insieme a tutti gli altri" insisté Hanamichi.
"Appunto, voi vi divertireste, non io… Adesso lasciami in pace" e gli voltò di nuovo le spalle.
Nello scavalcarlo per poterlo guardare in viso, Sakuragi decise di fermarglisi a cavalcioni.
"Adesso non puoi sfuggirmi…"
Kaede sospirò, e, con un tono di voce che manifestava con evidenza che la sua pazienza stava finendo, disse:
"Hana, ascoltami: l'ultima volta che siamo usciti con gli altri, la serata non è stata sicuramente esaltante…"
"Ma dai, non possiamo ancora pensare a quello…" mormorò il rossino a disagio. Cercava in ogni modo di dimenticare quelle due settimane… e poi adesso era diverso.
"Già, non pensiamoci!" replicò l'altro ironicamente.
"Non toccherò una birra! Davvero…"
"Anche se tu dovessi rimanere sobrio, e già su questo ho i miei dubbi…" cominciò Rukawa.
"Se il Tensai promette, il Tensai mantiene!" protestò Sakuragi.
"Insomma, non è solo questo! Non capisci che sarebbe ridicolo per me?"
"No, non lo capisco…" rispose il rossino portandosi la mano dietro la testa, in atteggiamento pensieroso.
"Sei un caso patologico. E' inutile" e Rukawa scosse il capo disperato.
Rimasero qualche istante in silenzio, ma era difficile che Sakuragi desistesse quando si era messo un'idea in testa, e infatti dopo poco ricominciò:
"Lo sai, vero, che lo farei io, se potessi? Ma insomma… mi ci vedi? Farei scappare la gente…"
"Io no, invece?" fu la gelida replica.
"No, tu no…" e Hanamichi si abbassò sferrando uno dei suoi famosissimi assalti romantico-passionali.
"Allora… ci penserai?" gli sussurrò tra un bacio e l'altro.
"No. E adesso sta' zitto…" e il moretto ribaltò le posizioni, bloccandolo sotto di sé e prendendo il controllo della situazione.
"Non vedo l'ora che arrivi stasera… ho comprato un bellissimo vestito per la festa!" trillava Haruko, mentre i ragazzi terminavano l'allenamento.
Sakuragi, sentendo di cosa si stava parlando, scoccò un'occhiata implorante all'asso dello Shohoku, che in quel momento si era fermato per riprendere fiato.
"Ti accompagnerà Mito?" chiese Ayako all'amica.
"Sì, certo! Ci prepariamo a casa sua e poi andiamo verso le 8.30… sono sicura che sarà divertentissimo!"
"Beh, ogni tanto il preside si dimostra un po' meno bastardo… in effetti non immaginavo che avrebbe permesso la festa…" replicò la manager.
"E' vero, il vecchietto stavolta ci ha stupiti…"
"Aya-chan…" la ragazza alzò gli occhi al cielo.
Possibile che Ryota fosse sempre in agguato?!
"MIYAGI!!! Torna ad allenarti, immediatamente!" tuonò il capitano cercando di riappropriarsi del crumiro con la forza.
"Momento, capo. Aya-chan… visto che non hai un cavaliere, posso accompagnarti io stasera?" riuscì a esalare il playmaker, mentre Akagi lo trascinava in campo per un orecchio.
La manager scoppiò a ridere:
"Mi dispiace, sei arrivato tardi. Sono già impegnata…"
Ryota puntò i piedi, riuscendo a fermare la marcia del gorilla:
"No!!! Non puoi farmi questo, Aya-chan… Dimmi chi è lo stronzo, bastardo, rovinafamiglie che cerca di frapporsi fra di noi! Dimmelo e andrò a dargli una lezione!" poi, rivolgendosi ai compagni di squadra "Io lo maciullo il verme schifoso che ha osato farmi questo… e voi mi darete il vostro aiuto!"
"E ne avrai bisogno nanetto" gli urlò Akagi portando il proprio viso a tre centimetri da quello del compagno "…perché si dà il caso che lo stronzo in questione sia IO!"
E l'intera squadra di Basket dello Shohoku assistette all'incredibile spettacolo del playmaker che volava verso il tabellone in veste di protagonista di uno fenomenale tiro da tre….
"Hai qualcosa da aggiungere?" la voce minacciosa di Akagi raggiunse Ryota mentre questi cercava di nascondersi nel cesto dove venivano raccolti i palloni per l'allenamento "Su, non essere timido, dammi la possibilità di appenderti al cerchio del canestro per il tuo orecchino…" continuò il gorilla rivelando un sadico senso dell'umorismo.
"Ehm… solo… solo… buon divertimento, Akagi…" sussurrò Miyagi, lanciando uno sguardo disperato alla bella e crudele Ayako.
I compagni emisero un sospiro di sollievo, la presenza di Ryota appiccicato al canestro avrebbe sicuramente reso più difficoltosi gli schemi di attacco…
Terminati gli allenamenti, Sakuragi si avvicinò a Kogure.
"Stasera andrai alla festa?"
"Certo, abbiamo preparato dei vestiti bellissimi, molto divertenti… non vedo l'ora di cominciare a mascherarmi… e tu? Perché hai quell'aria triste?" aggiunse, vedendo l'espressione abbattuta del compagno.
"Io verrò, ma la Kitsune si rifiuta… E' mai possibile che sia sempre così difficile convincerlo a fare qualcosa insieme?!" borbottò arrabbiato.
"Non pensi che abbia appena 'qualche' motivo per dubitare di queste tue iniziative?"
"So bene che stai alludendo a quella serata disgraziata, però non potrete farmene una colpa a vita… e poi questo caso è diverso: la festa è organizzata dalla scuola… insomma, non può mancare!"
"Lo sai che ci saranno anche gli allievi degli altri licei di Kanawaga?" mormorò lentamente il quattr'occhi.
"Sì, lo so. Ma io non sono più geloso…" rispose il rossino, forse un po' troppo prontamente.
"Ah, ne sei proprio sicuro?" Kogure era un po' scettico… conosceva troppo bene il suo compagno.
"Beh… non come prima. Certo, se l'orrido porcospino cadesse in una buca e rispuntasse dall'altra parte del pianeta, solo in mezzo all'Atlantico, non sarei dispiaciuto…" fu la replica pensierosa.
"Insomma, ormai vi lega quasi un normale sentimento di amicizia!" rise Kogure mettendogli un braccio intorno alle spalle "Dai, andiamo a cambiarci, altrimenti non faremo in tempo per prepararci per stasera…"
Arrivati a casa, Sakuragi tentò l'ultimo assalto:
"Senti, io devo andare a cambiarmi da Yohei, perché ho lasciato lì la roba che abbiamo preso insieme" mormorò interrompendo la lunga scia di baci che stava lasciando sul collo del moretto, poi cominciò ad accarezzargli i capelli: "Tutto quello che può servirti è in quella sacca… Non essere il solito iceberg… vieni…" lo pregò, scostandogli con un dito la frangia dagli occhi.
"Smettila di insistere, do'aho… sei inopportuno!" Rukawa si staccò e si rimise seduto sul divano: "Stasera rimarrò a casa e guarderò la partita dell'NBA in televisione…".
Il rossino lo guardò sconsolato. Quando la Kitsune decideva di opporsi, era irremovibile!
"Come vuoi, ma io continuo a sperare in un ripensamento..." mormorò a bassa voce. Poi riprese il solito tono allegro:
"Adesso devo proprio andare, ma sappi che, se stasera non vieni, non è esclusa una pronta vendetta del grande Tensai…… e, comunque, sono sicuro che tutti i morti si rialzeranno dalle tombe e ti perseguiteranno a vita per punirti!" e dopo aver lanciato questo terribile monito, lo baciò e si avviò verso la porta cercando di imitare una risata demoniaca.
Rukawa abbozzò un sorriso, praticamente impercettibile ad un occhio non allenato, e finalmente poté cominciare a concentrarsi sulla partita. Evidentemente, però, non era giornata, perché dopo cinque minuti suonò il campanello.
Si alzò svogliatamente: possibile che quel do'aho avesse dimenticato le chiavi? Oppure era una tattica per portarlo allo sfinimento e convincerlo a fare quello che voleva lui?
Ma davanti alla porta si ritrovò Ayako e Kogure, pieni di pacchi e sacchetti:
"Ciao Rukawa! Siamo venuti per prepararci e aiutarti con il tuo travestimento!" esclamò Ayako con tono festante.
"Un'idea del do'aho, immagino!" sbuffò Rukawa.
"Non proprio, abbiamo solo interpretato un suo evidente desiderio…" intervenne dolcemente Kogure.
"Non so se vi ha detto, durante le vostre serate di autocoscienza, che io non ho la minima intenzione di venire alla festa, di mascherarmi, di indossare quello stupido costume che mi ha portato. E adesso lasciatemi in pace" e si risistemò sul divano per finire di guardare la partita.
Improvvisamente lo schermo divenne nero.
"Ayako!!! Piantala e ridammi quel telecomando"
"No, a casa ho lasciato il videoregistratore in funzione, ti darò la cassetta e potrai vederti la partita domani. Stasera vieni con
noi!" il tono della manager non sembrava ammettere repliche.
"Riusciremo a truccarti così bene che nessuno ti riconoscerà… dai, potremo fare un sacco di scherzi!" Kogure cercava di trovare argomenti convincenti arrampicandosi sugli specchi.
"Poi, se ho ben capito com'è il costume che ti ha procurato Sakuragi, starai benissimo…" aggiunse Ayako.
L'occhiata inceneritrice di Kaede la lasciò del tutto indifferente: in quel momento lei e Kimi-kun erano in missione per conto del do'aho, con tanto di occhiali e cappelli neri da Blues Brothers…
"Forza, andiamo tutti e tre in camera" stabilì la ragazza, tirando Rukawa per un braccio e afferrando Kogure per la mano.
"Non provate a farmi niente! Io sono fidanzato, e Mitsui non lo tradisco…" provò a scherzare il quattr'occhi.
Il moretto scosse la testa: aveva sempre pensato che non ci potesse essere niente di peggio di quel terremoto con cui divideva la vita… evidentemente non aveva mai avuto a che fare con l'accoppiata Kiminobu-Ayako:
"Scommetto che Hisashi lo hai conquistato con la perseveranza…" borbottò all'indirizzo del senpai, con una puntona di sarcasmo.
"No, è bastato il mio fascino… " e tutti e tre scoppiarono a ridere, mentre finalmente Rukawa si stava sollevando dal divano per guidarli verso le scale.
"E' questa la sacca?" chiese Ayako, chinandosi ad aprire il borsone sportivo che giaceva accanto al letto.
"Mph"
"Sono andati in un piccolo negozio di costumi teatrali. Sembra che avessero un sacco di cose carine" proseguì la ragazza, aprendo la cerniera della borsa.
"Come sono gli altri costumi?" buttò là il moretto con noncuranza, per mascherare il fatto che cominciava ad incuriosirsi.
"Haruko si vestirà da fata turchina, ha preso un vestito azzurro molto bello… starà benissimo, e Yohei si maschererà da Zombie…" cominciò ad elencare Ayako.
"Che coppia!" il tono di Rukawa era sempre più sarcastico.
"Smettila di essere così acido! Io mi vestirò da strega bitorzoluta e Kogure… quattr'occhi: hai deciso poi?!" disse rivolgendosi al ragazzo più basso.
"Sì, io sarò vestito da Mago Merlino… Mitsui ha insistito tanto…" rispose l'altro, timidamente.
"E Mitsui?"
"Lui da demone…"
Rukawa per poco non si strangolò nel vano tentativo di trattenere un qualcosa di vagamente somigliante a una risata. Mitsui da demone! Bah, sarebbe quasi stato un peccato non vederli… e non poterli prendere in giro, soprattutto!
"Comunque tu sarai sempre il più bello" terminò Ayako, osservando alternativamente il ragazzo e il vestito che avrebbe dovuto indossare.
"Non ho ancora detto che verrò" specificò il moretto.
"Verrai, lo farai perché te lo ORDINA la tua manager… e ora al lavoro, che ci metteremo le ore a prepararci!"
A casa di Yohei le cose non andavano meglio.
"Accidenti, il sopra del costume non mi entra…" si lamentava Yohei, cercando di indossare una maglietta extra-small verdastra, strappata e a brandelli.
"Mangia di meno… e poi fai più attività fisica…" sentenziò Mitsui alle prese con il complicatissimo costume da demone.
"Non ti sembra che la tua tutina diavolesca sia un po' troppo attillata?" provò a fargli notare Sakuragi.
L'ex teppista si guardò allo specchio… beh, in realtà era piuttosto indecente… diciamo che qualsiasi 'emozione' sarebbe stata piuttosto evidente… e poi andare in giro con un forcone in mano e il mantellino svolazzante!
"E' vero, non posso vestirmi così! Per una volta la scimmia ha ragione: sembro un maniaco sessuale in libera uscita!" esclamò sconsolato.
"Te l'avevo detto di provarlo, al negozio…" infierì Yohei.
"Ragazzi, faccio un salto a cambiarlo: aspettatemi, che poi ci trucchiamo tutti insieme…" decise in un attimo il tiratore dello Shohoku, sfilandosi il costume "Se andassi vestito così, mi chiederebbero tutti se era l'offerta speciale di un sexy-shop…"
Ovviamente anche Sakuragi aveva i suoi problemi, e poi non aveva la stessa allegria dei compagni: gli dispiaceva troppo che la Kitsune fosse così testarda… che senso aveva andare a quella festa senza di lui? Ma ormai aveva promesso che sarebbe stato con gli altri… si maledisse mentre cercava di chiudere le cerniere di quella camicia di forza…
"Ahio!!!" urlò, cominciando poi ad imprecare contro tutti e tutto.
"Che succede?" chiese Haruko dalla stanza accanto.
"La chiusura lampo mi ha preso la pelle…. Ahio!!!" sicuramente le cose non stavano cominciando bene…
Fortunatamente Mitsui non impiegò molto tempo. Appena Sakuragi e Yohei videro con cosa aveva cambiato il costume, cominciarono a sghignazzare senza controllo….
"Certamente ora sei sicuro che nessuno potrà indovinare le tue forme…"
"Smettetela, dementi! Era l'ultimo rimasto. E poi, belli i vostri… dovreste vedere quanto siete affascinanti…"
Yohei ormai era uno Zombie somigliante in maniera drammatica, e indesiderata, all'Incredibile Hulk, con la maglietta a brandelli e i pantaloni strappati che arrivavano a metà polpaccio.
Sakuragi invece era un po' a disagio nel proprio travestimento da pipistrello: la tuta in lattice gli evidenziava il fisico muscoloso, la mascherina con le orecchie gli pizzicava la fronte, mentre le grandi ali nere erano rigide e ingombranti…
Mitsui rideva, ma non era più presentabile dei compagni, e in più soffriva all'interno del nuovo costume: una pelliccia da orco, corredata da una coda spelacchiata che spazzava il pavimento e dal tocco di classe costituito dagli anfibi, inopportunamente visibili sotto la copertura pelosa.
In 'sala trucco', sotto le mani esperte di Haruko, la carnagione di Mito assunse un salubre colore verdino e i capelli furono cosparsi di gel e borotalco… in modo da assumente quell'aspetto un po' polveroso che la ragazza riteneva indispensabile per uno appena emerso dalla propria tomba. Mitsui guadagnò un colorito terra bruciata e la punta del naso nera, mentre su Sakuragi il lifting riguardò soprattutto gli occhi, pesantemente bistrati:
"Haruko, sicura che non sembri uno a cui hanno appena dato un pugno in un occhio?" provò a chiedere, piuttosto scettico riguardo al risultato raggiunto.
"Due pugni in due occhi…" lo corresse la ragazza, con la lingua tra i denti, tesa nello sforzo di terminare l'opera che le aveva richiesto tanto impegno.
"Ora sei perfetto. Hai proprio il taglio degli occhi adatto…" e lo guardò soddisfatta, piegando la testa da un lato per osservare meglio l'effetto.
Il rossino non era proprio sicuro che fosse un complimento avere gli occhi da pipistrello, però decise di sorvolare.
La ragazza diede un'occhiata di controllo agli altri due: sì, tutto a posto!
"Possiamo andare" stabilì la fata turchina, raccogliendo il cappotto, e cercando di impedire a Mitsui di indossare sopra l'ingombrante costume la sua classica giacca di cuoio.
"Sì, andiamo" risposero i ragazzi all'unisono, aggiungendo poi guardandosi "…e speriamo di non incontrare nessuno per strada!".
Nell'aula magna del liceo Shohoku, la festa di Halloween era già cominciato. La musica non aveva ancora raggiunto il volume da ballo in pista, ma i ragazzi erano già tantissimi, divisi in gruppi, pronti a commentare e confrontare i travestimenti più buffi e quelli più riusciti.
Sakuragi, Mitsui, Yohei, Ryota e Haruko cominciarono a guardarsi intorno in cerca degli altri compagni, ma sembrava proprio che non fossero ancora arrivati. In compenso, c'erano già molti allievi degli altri licei, e tra questi non tardarono a riconoscere Maki e Kyota, del Kainan, Fukuda e Koshino, Jin… sembrava mancare solo Sendoh, pensò Sakuragi preoccupato.
"Io non sono geloso…" si ripeté come un mantra, cercando di distrarsi con le persone che riempivano la sala.
Il rossino non era l'unico a dedicarsi a questa attività: tra la folla, nascoste tra tutti gli altri travestimenti, due ragazze mascherate da elfi, osservavano i partecipanti alla festa.
"Non c'è nessuno di interessante, nessuno per cui valga la pena darsi un po' da fare…" disse una all'altra.
"Non siamo venute per questo, solo per divertirci, quindi vedi di darti una calmata!" replicò l'altra duramente. Era preoccupata, forse non avrebbe dovuto portare la compagna a quella festa… poteva solo combinare dei pasticci.
In quello stesso istante, Akagi aveva fermato la macchina, presa di nascosto dai genitori, di fronte alla casa di Rukawa per prelevare i compagni e andare alla festa.
Andò ad aprire Ayako.
I due si guardarono per qualche istante completamente immobili e allibiti, e poi scoppiarono contemporaneamente a ridere:
Ayako era terribile, con il cappello alto nero e la borchia metallica sul davanti, la camicia beige e il golfino grigio topo sulla lunga sottana marrone e gli stivali scuri. Il viso poi era davvero pauroso: la parrucca stopposa biondo-grigia le ricadeva ai lati del viso grigiastro, un bel neo era disegnato al lato del mento, e il naso grosso e gibboso, di cartapesta, scendeva sulla bocca malamente dipinta di rosso.
Akagi non era da meno: nel più classico dei costumi da Frankenstein, dava il meglio di sé: una cicatrice nera gli attraversava l'intera guancia, il trucco gli rendeva la carnagione cadaverica, i capelli erano tirati su, alla Sendoh, evidenziando gli occhi cerchiati di nero, mentre l'abbigliamento consisteva in una giacca con le toppe sui gomiti, corta sulle braccia, pantaloni da allagamento in casa e scarpe sfondate su cui si arrotolavano i calzini.
"Certo che per portarmi fuori, non potevi essere più elegante!" riuscì ad articolare, con difficoltà a causa delle risate, la manager.
"Anche tu sei davvero affascinante…" replicò Akagi, appoggiandosi allo stipite della porta per non cadere.
I due stavano ancora ridendo, quando comparvero gli altri.
Kogure era un perfetto mago Merlino, con la tunica azzurra piena di stelle e il cappello a punta. Gli occhiali, sempre indispensabili e spesso considerati inopportuni da Mitsui, adesso costituivano il tocco finale per il suo travestimento, insieme alla parrucca e alla morbida barba bianca.
Ma l'attenzione di Akagi era completamente assorbita dall'ultima persona ad aver fatto il proprio ingresso nella stanza:
"… chi… chi è?" chiese il gorilla a bocca aperta.
Ayako e Kogure si guardarono soddisfatti e poi ammirarono ancora una volta il frutto del proprio lavoro…
"Te lo diremo dopo!" e uscirono tutti insieme per raggiungere la festa.
"Dove diavolo saranno finiti?" Mitsui, nascosto nella sua maschera bestiale, non riusciva a capire perché gli altri ci mettessero tanto. Ormai la festa era entrata nel vivo…
"Che ne so, però credo che Akagi si travestisse da Frankenstein… basta individuare lui" osservò Yohei.
"Travestimento adatto per il gorilla… quando gioca a basket ha un che nella deambulazione che mi ha sempre ricordato il vecchio Frank…" fu il commento scherzoso di Sakuragi, che però si fermò all'occhiata di rimprovero di Haruko.
"Eccoli, devono essere loro…" mormorò Mitsui "C'è un Frankenstein e un Merlino… sì, sono loro!"
Guidò i compagni verso un gruppo che si era fermato vicino alla porta di ingresso.
"Buonasera Capitano" il rossino, Ryota e Mitsui si inchinarono cerimoniosamente davanti ad Akagi-Frankenstein, trattenendo a stento le risa, poi Mitsui si avventò su Merlino, da cui però ricevette una gomitata nel fianco e pugni contro lo stomaco, visto che il quattr'occhi si aspettava Hisashi sotto le mentite spoglie di un demone con forcone e non di un orco peloso.
Ryota, invece, era preso dalla visione disgustosa di Ayako in versione vecchia strega, e cercava di capire come quella ragazza celestiale fosse riuscita a nascondere così bene tutto il proprio fascino. Scosse la testa: tutto sommato, pensò, potevano esserci altre occasioni per uscire insieme, e quella sera era quasi contento che fosse il turno del gorilla…
Nel momento in cui dovettero spostarsi per fare entrare le altre persone, tutti loro rimasero fermi come statue di sale davanti alla visione dell'ultima persona del gruppo.
Dietro Ayako e Kogure, infatti, c'era una ragazza bellissima, una fata Morgana dai lunghi capelli scuri, il vestito di velluto nero lungo fino ai piedi e il mantello rosso, con il colletto rialzato.
La pelle era candida come la neve, appena arrossata sugli zigomi, mentre gli occhi azzurri erano evidenziati da un trucco leggero e sapiente, così come la bocca, appena ritoccata con un rossetto chiaro.
"Sakuragi! Che cazzo ti prende?" esclamò Akagi vedendo il rossino che, come inebetito, si avvicinava alla misteriosa amica di Ayako.
Ma Sakuragi non rispose. Si fermò a pochi centimetri dalla magnifica apparizione e tese una mano per accarezzare quei lunghi capelli.
"I tuoi sono ancora più morbidi…" sussurrò "…sei bellissimo! La mia fata…" e poi l'abbracciò, troppo felice per aggiungere altro.
"Do'aho…" protestò la 'fanciulla' a bassa voce.
"Dimmi" rispose Sakuragi, allontanandosi al massimo di un millimetro.
"Le tue ali, non me le sbattere in testa per favore…"
Il rossino rise, e gli diede un bacio sulla fronte.
"Ma… ma cosa stanno facendo?!" domandarono Haruko e Takenori in coro, non avendo ancora capito cosa fosse successo.
Fu la manager a spiegare:
"Questa Fata Morgana, la mia misteriosa e silenziosa amica, in realtà è la nostra matricola d'oro, l'ala piccola dello Shohoku, Mr Iceberg… insomma: Rukawa!" esclamò in un crescendo di eccitazione, trattenendo a stento la contentezza per la riuscita del travestimento.
Poi continuò "Il vestito lo aveva scelto Hanamichi, pensando, giustamente, che gli sarebbe stato benissimo, ma lui non voleva indossarlo. Siamo riusciti a convincerlo Kogure ed io, e poi io l'ho anche truccato…"
"Davvero un ottimo lavoro Ayako…" mormorò il capitano, cercando di celare la delusione dovuta al pensierino che aveva già fatto su un possibile approccio con quella splendida 'ragazza'.
Appena ne ebbe l'occasione, Mitsui si avvicinò all'amico:
"Stai davvero bene, Kaede. Penso che più tardi ti chiederò un ballo…" e continuò a guardarlo affascinato "Stasera il do'aho avrà un bel po' da fare per tenerti lontani gli altri ragazzi!"
Rukawa non rispose. In realtà si sentiva orribilmente a disagio. Prima di tutto il vedersi così femminile gli dava fastidio, poi aveva notato gli sguardi di tutti i ragazzi, compreso quello di Akagi, e la cosa non gli faceva piacere. Avrebbe tanto desiderato essere sul proprio divano, davanti ad una partita di basket, e invece stava in mezzo ad un sacco di altri pagliacci, vestito come il più ridicolo di tutti loro…
E se i giocatori delle altre squadre si fossero accorti del travestimento? Non sarebbe stato divertente essere chiamato 'Fata Morgana' nel mezzo di uno slam dunk o nella preparazione di un tiro libero… Sotto il trucco sapiente di Ayako, impallidì. No, nessuno doveva sapere. Su questo sarebbe stato chiaro!
In quel momento, la presidentessa del club organizzatore dell'evento, richiamò l'attenzione dei partecipanti, facendo interrompere la musica.
Dal palco addossato alla parete, lanciò l'iniziativa al centro della serata:
"Questa festa di Halloween, che il preside ci ha gentilmente concesso di organizzare, avrà il suo culmine nella premiazione della coppia di maschere più belle. Nell'arco della serata, quindi, verranno suonati dalla band 'Yoko e i suoi boys' parecchi lenti classici, durante i quali la giuria da me presieduta voterà la coppia più bella"
Uno scroscio di applausi seguì l'annuncio… ma la ragazza non aveva ancora terminato:
"La nostra bravissima band mi ha raccomandato di ricordarvi che sono permesse le richieste di canzoni speciali… e adesso: Buon Halloween a tutti!!!!"
"Che bello! Dobbiamo assolutamente vincere la gara!" esplose Haruko immediatamente, saltando intorno al povero Yohei, terrorizzato da questo attacco di entusiasmo.
Ayako e Akagi si guardarono senza riuscire a trattenere le risa:
"Sicuramente noi potremmo vincere per la coppia più spaventosa… " la manager non riusciva a parlare, tanto l'immagine di loro due abbracciati la sconvolgeva.
Mitsui lanciò uno sguardo a Kogure, ma il suo Megane-kun lo redarguì subito:
"Non ci provare… qui siamo davanti a tutti i compagni di scuola…"
"Ma nessuno riconoscerà me sotto il costume da orco… potrei anche essere una dolce ed innocente fanciulla…" provò a convincerlo Mitsui con tono suadente.
"Innocente?" fu il commento di Sakuragi.
"Piantala, scimmia!" poi riprese il tono accattivante di prima rivolgendosi al suo Kiminobu "Dai, vuoi perdere l'emozione della vittoria nel concorso per la coppia più bella…"
Kogure scosse la testa. Era impossibile resistere alle moine di quell'ex teppista. Si sporse e accarezzò le orecchie pelose da orco.
"Bah, credo proprio che da domani diventeremo la favola dello Shohoku…" si interruppe e sorrise al compagno "…ma non mi importa!"
Sakuragi guardò con un misto di invidia e disgusto quella coppia intenta ad esibire tutta la propria
pechinesaggine, ma subito i suoi pensieri tornarono a rivolgersi al ragazzo che gli sedeva accanto.
Il rossino era, in effetti, un po' preoccupato: la Kitsune si era mascherata ed era venuta, però da quando erano insieme non aveva detto una parola.
Gli catturò la mano con la propria e gliela strinse, mentre si voltava a guardarlo sorridendo: era davvero incredibile quanto fosse bello, il costume gli fasciava morbidamente il corpo esile evidenziando la grazia delle sue forme, e quel viso aveva perso l'espressione cinica e fredda, rivelando solo imbarazzo e vergogna, esattamente come avrebbe fatto una ragazzina di quindici anni.
"Ti amo, baka…" gli sussurrò, avvicinandogli la bocca all'orecchio.
Ma 'Morgana' scosse la testa:
"Non pensare di cavartela con così poco!" borbottò acidamente.
Evidentemente, però, il volpino non sapeva cosa avrebbero scatenato queste parole, perché subito si trovò a dover arginare un tentativo di assalto di Hanamichi.
"Piantala… che diavolo ti prende, do'aho!" ma un po' lo divertiva il fatto che, per una volta, avrebbero potuto baciarsi in mezzo ad una folla senza attirare l'attenzione di tutti come un fenomeno da circo.
Intanto la gara aveva avuto il suo inizio: ai brani di musica dance si alternavano i lenti.
Ad occhi più attenti di quelli dei giocatori dello Shohoku sarebbe stata evidente la nascita di molti flirt, quella sera, ma fortunatamente ognuno di loro era troppo preso dalle proprie vicende per dare peso a quelle altrui.
Haruko e Mito stavano ballando teneramente avvinghiati, sicuri vincitori della purtroppo assente gara per la coppia più melassosa; Akagi, invece, faceva volteggiare Ayako con grazia inaspettata, provocando gli applausi del pubblico; mentre Mitsui e Kogure, terminato il lungo conciliabolo che, evidentemente, doveva aver fugato gli ultimi dubbi del quattr'occhi, si dondolavano teneramente incollati sotto gli sguardi incuriositi di tutta la scuola.
Sakuragi era rimasto seduto vicino alla sua Kitsune. Guardava tutti tranne la persona al suo fianco, inaspettatamente timoroso di veder vanificato il progetto che lo aveva fatto sognare per tutta la settimana…
Basta! Doveva decidersi… cosa poteva mai succedere?! Doveva solo rivolgere un invito alla volpaccia per il ballo successivo, il ballo per il quale aveva richiesto un brano speciale…
E infatti poco dopo 'Yoko e i suoi boys' attaccarono le note della loro canzone…
Le paure del rossino erano però infondate: non fu necessario parlarsi, bastò il suo sguardo implorante, pieno di desiderio e insicurezza, per provocare la capitolazione dell'algida Kitsune. Il moretto infatti scosse la testa con un impercettibile sorriso e poi lasciò che le proprie dita si intrecciassero a quelle del compagno.
Il loro ingresso in pista fu accolto da un brusio assordante. Nascosto in quell'angolo della sala, Kaede era riuscito a sfuggire molti sguardi, ma adesso era visibile, in mostra davanti a tutti.
"Chi diavolo è quella ragazza…" sussurrò Maki a Kyota "…e che ci fa con la scimmia rossa…"
L'altro giocatore del Kainan era incapace di rispondere, immobile con la bocca aperta e la mascella per terra.
Tutti avevano uno sguardo inebetito.
Sakuragi era felice. Gli sembrava di galleggiare nell'aria. Fra loro avevano ballato tante volte, ma poterlo fare, e con tanto orgoglio, davanti a tutti, dava una sensazione speciale. Sentiva gli sguardi di invidia di tutta la popolazione maschile, e ne era galvanizzato. Fissò lo sguardo in quello di Kaede e gli sorrise:
"Tutti ti stanno invidiando… stai ballando con il ragazzo più ambito della festa!" scherzò, sapendo bene che le cose stavano proprio al contrario.
Il moretto non rispose: nessun insulto, nessuna punizione, solo un'espressione divertita e un po' ironica sul viso mentre scrollava rassegnato le spalle, ondeggiando la lunga capigliatura scura.
Il rossino lo strinse ancora più forte tra le braccia e gli stampò un bacio sulla fronte… era incredibile pensare che quella creatura meravigliosa appartenesse proprio a lui!
Finita la canzone, la band attaccò subito un altro lento.
Mitsui, che aveva ballato il precedente con Kogure, si avventò subito su Rukawa, togliendo anche il minimo dubbio di poter celare, sotto le fattezze da orco, il delicato corpo di una fanciulla…
"Non scappare, 'fata', è il mio turno!" mormorò scherzoso.
Sakuragi si inalberò: "Che diavolo stai dicendo! Giù le mani da…" ma avevano attirato l'attenzione di tutti, e quindi il rossino si trovò nella sgradevole situazione di doversi trattenere, per non rivelare chi si nascondesse sotto quella maschera.
L'intervento di Ayako fu poi fatale:
"Le ragazze non possono rifiutare un ballo al cavaliere che le invita, se hanno appena terminato di ballare con un altro… è scortesia!"
Rukawa guardò Mitsui con odio… perché diavolo non riservava questi giochetti al suo Megane-kun, invece di deriderlo in quel modo!
Ma la forma dovette essere rispettata. Il rischio di essere riconosciuto era troppo alto…
"Balli bene, Kaede… e poi dovresti ricorrere più spesso a questo travestimento… ti dà un'aria più 'leggiadra'…"
"Il tuo invece rivela esattamente il tuo carattere" fu la gelida replica.
"Dai, sto scherzando… e poi è troppo divertente fare arrabbiare quella stupida scimmia rossa…" rise Mitsui, abbracciandolo più stretto e ricevendo una gomitata sulle costole.
Ormai la gara era entrata nel vivo. I balli si alternavano rapidamente. Nei turni di riposo, Kaede si nascondeva dietro al rossino, cercando di punirlo e rimproverandolo ripetutamente per le situazioni imbarazzanti a cui l'idea brillante di quel travestimento lo stava sottoponendo. Non riusciva infatti a digerire le vessazioni che era costretto a subire, non ultima l'esperienza vissuta con il capitano del Kainan, Maki, che, con grande nonchalance, durante il ballo era riuscito a fargli scendere pericolosamente le mani fino al fondoschiena, beccandosi una taccata su un piede.
Dopo quell'episodio, Rukawa era andato dritto sparato da Ayako:
"Ma non è possibile! Come diavolo fate, voi donne?!" aveva esclamato sconvolto.
La manager era scoppiata a ridere:
"Finalmente vi rendete conto delle angherie che siamo costrette a subire… e questo è niente. "
"Ho capito… ma cosa devo fare per evitare di essere palpeggiato… è una cosa ripugnante!" e il moretto rabbrividì ripensando alle grinfie di Maki che lo stringevano.
"Il metodo del tacco va bene, puoi tentare anche la gomitata, oppure un attacco di tisi, tossendogli in faccia e costringendoli ad allontanarsi… Ma rimane il fatto che qualcosa, inevitabilmente, ti toccherà subire." Ayako aveva assunto un'aria da professoressa mentre spiegava la situazione.
"Se ci riprovano, intervengo io e uccido qualcuno!" intervenne Sakuragi, furente, avendo comunque già deciso che, nella partita seguente con il Kainan, Maki sarebbe finito in ospedale…
"Tu taci, do'aho… devo a te questa situazione del cavolo!" lo redarguì la Kitsune, con uno sguardo pieno di rimprovero.
Altro lento, stavolta "I say a little prayer for you", arrangiata in versione ultra romantica.
Rukawa cercò di mimetizzarsi dietro gli amici, ma le parole scherzose che Mitsui aveva rivolto ad Hanamichi:
"Pericolo! Allarme rosso! Nemico in avvicinamento ad ore dieci!"
e la visione del ragazzo che proprio in quel momento stava attraversando la sala, avvicinandosi al lato dove si era rifugiato il loro gruppo, non tardarono a fargli capire che la tortura non era ancora terminata.
Se tutti gli sguardi maschili erano costantemente concentrati sulla Fata Morgana-Rukawa, tutti quelli femminili furono catalizzati da quella figura che avanzava fendendo la folla.
Era proprio lui, sì, l'asso del Ryonan, Akira Sendoh.
Il suo travestimento era perfetto: l'ampio mantello di raso nero che gli arrivava fino ai piedi copriva una camicia bianca di seta, dagli elaborati polsini di pizzo, e i pantaloni neri dritti. Gli occhi erano quasi impercettibilmente cerchiati di rosso, mentre l'eterno sorriso scopriva due zanne lunghe vari centimetri:
"Lestat de Lioncourt, per servirla… 'madamigella'" e si inchinò di fronte a Kaede, con un ampio movimento del mantello nero.
Come diavolo aveva fatto a riconoscerlo subito? Il rossino era furente: Akagi aveva capito solo quando Ayako aveva spiegato cosa avevano fatto, e Maki, nonostante ci avesse ballato, non aveva intuito niente…. invece l'orrido porcospino aveva afferrato tutto anche solo vedendolo da lontano?
Dopo questa presentazione scenografica, Sendoh formulò il proprio invito:
"Posso avere l'onore di questo ballo?" domandò mentre già passava le braccia intorno alla vita del moretto.
Hanamichi non fece in tempo a riprendersi dalla sorpresa che Sendoh aveva già trascinato la SUA Kitsune sulla pista…
Molte coppie interruppero il proprio ballo per poterli guardare meglio:
Sendoh si rivelò un ottimo ballerino, e Kaede non era da meno, volteggiavano con una leggerezza tale da far sembrare che quasi non toccassero terra. E poi erano bellissimi: il mantello rosso del moretto ruotava ad ogni giravolta, mentre il contrasto tra il suo vestito nero e la camicia bianca di Sendoh sembrava studiato appositamente.
Il giocatore del Ryonan aveva gli occhi costantemente puntati in quelli di Rukawa, che però cercava di evitare quello sguardo, preso com'era dal tentativo di ristabilire distanze accettabili tra i loro corpi.
"Sei bellissimo… e finalmente posso stringerti tra le braccia…" sussurrò Akira con tono suadente.
"Piantala!" bisbigliò l'altro tra i denti.
"Non mi chiedi come ho fatto a riconoscerti?" continuò il ragazzo dai capelli a punta.
"Mph" in effetti… come diavolo aveva fatto?!
"Semplicemente perché ti riconoscerei ovunque…" rise Sendoh.
"Stai rischiando una gomitata…" sbuffò il moretto.
"Non puoi… ora sei una dolce ed arrendevole fanciulla…" e lo strinse ancora di più a sé, troppo felice di quella inaspettata occasione.
"Lestat de Lioncourt… non hai avuto una cattiva idea!" mormorò il volpino, cercando di distrarlo così da potersi districare da quell'abbraccio.
"Ti ricordi quando abbiamo letto 'Intervista col vampiro'? Ho sempre pensato che tu potessi essere Louis de Point du Lac… silenzioso e sempre in cerca di un perché…"
"E tu Lestat… sì, forse ti si addice…" era strano essere riportato indietro nel tempo così improvvisamente…
La canzone terminò.
Sakuragi fece irruzione sulla pista, lanciando uno sguardo d'odio all'orrido porcospino e afferrando Morgana-Kaede per il braccio.
"…quello stronzo, bastardo… io lo frullo quello! Se prova a riavvicinarsi gli spacco il naso… bastardo!" mormorava rabbiosamente, senza badare al fatto che ancora una volta la sua gelosia aveva avuto il sopravvento ed i buoni propositi erano diventati polvere.
La Kitsune sorrise… era esasperato da certi atteggiamenti del do'aho, però sapeva che quella possessività era anche un segno dell'amore che l'altro provava per lui. Cosicché stavolta decise di sorvolare, e, stupendolo e facendolo ridere, lo abbracciò poggiandogli un bacio sul collo mentre si sedevano al loro tavolo, insieme agli altri del gruppo
La musica era stata abbassata e tutti si erano divisi in gruppi, mentre la giuria si era riunita per sancire la coppia vincitrice.
"Forever and ever… I say a little prayer for you…" Mitsui canticchiava il ritornello della canzone su cui avevano ballato Rukawa e Sendoh per sfottere la scimmia rossa.
"Sei un bastardo, Micchy, uno stupido Iago! Ma io sono più furbo di Otello…" reagì Sakuragi.
"Accidenti… hai imparato a leggere?" continuò a prenderlo in giro l'ex teppista dello Shohoku.
"Sei proprio un cretino! A te la vicinanza di Kogure non è riuscita a mettere un po' di sale in zucca! Rimarrai sempre un delinquente…"
Si alzarono contemporaneamente in piedi, pronti a prendersi a pugni davanti a tutti, ma la voce della presidentessa della giuria che rimbombava nel microfono, pronta a fare la premiazione, li interruppe:
"Ragazzi e ragazze" cominciò "adesso proclameremo il podio dei vincitori per la coppia di maschere più belle"
'Yoko e i suoi boys' si esibirono in un assordante rullo di tamburi.
"Al terzo posto, coppia di bronzo di questa competizione…"
" 'Facce' di bronzo, vorrai dire!!!" scherzò qualcuno tra il pubblico.
"Coppia di bronzo" ripeté la presidentessa, alzando la voce "Frankenstein-StregaBistrega! Un applauso per i nostri compagni!"
Ayako e Akagi si alzarono per ricevere il tributo del pubblico, molto sorridenti e un po' rossi in viso… premiati sicuramente più per la simpatia e l'ironia che per la bellezza.
Mitsui, Ryota e Sakuragi intonarono un coro da stadio a supporto dei due amici, facendoli arrossire ancora di più.
"E adesso la coppia d'argento: sì, sono loro" disse la ragazza, continuando ad indicare il tavolo occupato dalla squadra di basket "piazza d'onore per 'La bella e la bestia'! Un applauso per l'orco e la fata Morgana!!!!"
Mitsui non riusciva a capire, ma la ragazza indicava proprio lui e… Rukawa!
Il moretto guardò con apprensione tutta quella gente che applaudiva, rifiutando di alzarsi. Fece solo una breve inchino per non rovinare la scena, ma era terribilmente a disagio.
Mitsui, invece, era tutto contento: lo aveva abbracciato, si era tirato in piedi e aveva lanciato un urlo bestiale, in tono con il proprio costume.
"E ora…"
Di nuovo rullo di tamburi.
"…la coppia vincitrice… la coppia d'oro di Halloween…"
Si interruppe, per aumentare la suspense.
"…Lestat de Lioncourt e… la Fata Misteriosa, di nuovo…"
Il pubblico fece scrosciare un fortissimo applauso.
"I vincitori sul Palco!" comandò la presidentessa del comitato organizzatore, mentre partivano le note di 'We are the champions'.
Sendoh non se lo fece dire due volte. Si avvicinò, sotto gli occhi allibiti di tutti i giocatori dello Shohoku, al tavolo in fondo al quale si era nascosto Kaede, e gli tese la mano, in maniera studiatamente scenografica e romantica, costringendolo ad alzarsi davanti a tutti e a raggiungerlo.
Gli strinse la mano nella propria mentre si avvicinavano al palco. In genere Sendoh era facile al sorriso, ma guardando quello che stava sfoderando in quel momento fu evidente la differenza tra uno forzato ed uno veramente sentito: era raggiante, mentre camminava attraverso l'intera sala, mano nella mano, con quel ragazzo che amava da una vita.
Il rossino era distrutto. Non riusciva a pensare, a parlare… sentiva le forze abbandonarlo. Gli sembrava di vivere un incubo… Kaede e… SENDOH! Sì, proprio l'orrido porcospino, il bastardo, il rovinafamiglie, l'infame, il verme schifoso, insieme alla sua Kitsune… Non poteva essere vero!
Intanto la folla continuava ad applaudire e ad ammirare quella coppia perfetta.
Qualcuno, tra il pubblico, era molto preso dai due vincitori…
"Loro, loro sono le persone adatte…" mormorò una delle due ragazze mascherate da elfo.
"Lasciali in pace! Non sai niente della loro vita, non ci intromettiamo" fu il saggio consiglio dell'altra.
"Perché? Visto che posso fare qualcosa per aiutarli…" replicò la prima, con tono pensieroso.
"Potresti fare qualcosa per distruggerli… e poi noi non possiamo fare tutto…"
"Non tutto, ma quasi… lasciami provare e stupisciti!" il tono pensieroso si era trasformato in un'allegria che non lasciava presagire niente di buono…
"Eccoli i nostri vincitori… davvero delle bellissime maschere!" cominciò la presentatrice accogliendo Sendoh e Rukawa sul palco "Questo è il premio per voi…" e tese un orribile trofeo a forma di teschio ai due ragazzi.
Sendoh lo prese in mano con una fugace smorfia di disgusto, poi lo mostrò al pubblico, facendo contemporaneamente scivolare il braccio intorno alle spalle di Kaede.
"Ba-cio, ba-cio, ba-cio…" urlavano i ragazzi assiepati nella sala.
Il capitano del Ryonan accentuò il sorriso, facendo un cenno per placare le urla mentre si chinava sul volto dell'amico…
"Che diavolo fai, Akira!" gli sussurrò Kaede cercando di ritrarsi terrorizzato.
L'altro non gli rispose, solo gli depose un bacio leggero sulla guancia, pericolosamente vicino, troppo vicino, all'angolo della bocca…
"Bastardo, verme schifoso… io ti ammazzo!" urlò Sakuragi, la voce soffocata dagli applausi di tutti gli altri ragazzi.
"Stai buono…" tentò di calmarlo Mitsui "Adesso Rukawa tornerà qui e potrai riprendere ad abbracciarlo e baciarlo come vuoi… E poi Sendoh che poteva fare?! E' stato un bacio innocente…"
Queste sagge parole non furono ben accette, perché si beccò un pugno sul naso e uno:
"Stronzo, odioso teppista!"
"…e adesso, sgombrate la pista, perché per tutti noi…" continuava la ragazza sul palco "…i due vincitori si esibiranno in un…. VALZER!!!!"
Il nuovo scroscio di applausi coprì gli innumerevoli improperi di Sakuragi, che fu convinto a non abbattersi come un ciclone contro Sendoh solo grazie ad un pugno di Akagi:
"Sei proprio un do'aho… l'iceberg ha ragione! Lasciali stare, non serve a niente fare queste scenate!" gli urlò a muso duro.
Il rossino, ovviamente, non ne era per nulla convinto, ma era impossibile ragionare con una montagna di carne alta due metri e pesante cento chili…
"Se osa fare un'altra delle sue stronzate quello domani non vedrà l'alba…" continuò a sibilare tra i denti, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quel ridicolo bastardo dai capelli a punta.
Le note de 'Il bel Danubio blu' cominciarono a riempire la sala, e Sendoh e Rukawa cominciarono a ballare…
"Questa sembra proprio la mia serata fortunata!" mormorò il giocatore del Ryonan.
"Hanamichi ucciderà prima te e poi me!" sibilò Kaede, cercando di scacciare dalla propria testa il pensiero della sofferenza che doveva provare il rossino in quel momento.
"Lo penso anch'io, ma non me ne frega niente!" rise Sendoh "Sono troppo felice, stasera…" e continuò a volteggiare con il compagno.
"Adesso!"
La giovane ragazza vestita da elfo allungò le braccia tendendole verso la coppia che stava ballando sulla pista…
Improvvisamente la folla che osservava la scena sembrò pietrificata, avvolta da un'ombra che ne confondeva i contorni. Il brusio che aveva accompagnato la coppia che ballava al centro della sala, si era attenuato fino a scomparire, mentre le note di quel valzer assumevano una dolcezza nuova.
Le braccia di Akira lo tenevano sempre più stretto… era una sensazione strana, nuova… perché prima ne era stato infastidito? Quel sorriso dolce incatenava i suoi occhi, riscaldava il suo cuore… gli sembrava di galleggiare in un mare tiepido e avvolgente: uno stato meraviglioso dal quale non voleva svegliarsi. Il movimento fluido del loro ballo lo cullava e lo ipnotizzava, e il ragazzo che lo stringeva gli sembrava meraviglioso. Chiuse gli occhi, abbandonandosi a quella dolce sensazione…
Era strano, non riusciva a capire dove fossero, perché stessero ballando, da dove provenisse quella musica: non c'era passato e non c'era futuro, solo loro due che si tenevano stretti.
Appoggiò il capo sulla spalla di Akira… stava bene, davvero bene… una felicità perfetta…
Perfetta? C'era qualcosa… un qualcosa che lo pungeva, come la strana consapevolezza che ci fosse un che di sbagliato in quello che stava accadendo, ma era una goccia in quel mare di beatitudine…
"Smettila! Non è giusto… non si devono manipolare i sentimenti delle persone!" tuonò il secondo elfo, rimproverando all'amica quell'intromissione.
Ma l'altra ragazza era troppo soddisfatta:
"Sono fatti uno per l'altro, li sto solo aiutando a capirlo!"
"Non è vero… li stai forzando. E non è giusto. Non è questo il nostro compito."
Ma l'altra scosse le spalle con noncuranza. Erano fantastici insieme, e, almeno da parte di uno di loro, c'era amore vero… perché non intervenire?!
"Ti amo" gli sussurrò Akira nell'orecchio.
Lui si lasciò ancora di più trasportare e cullare da quell'abbraccio. Gli sembrava di non essere mai stato così bene…
Il viso di Akira si abbassò sul suo, mancavano pochi centimetri e le loro bocche si sarebbero unite…
Improvvisamente sentì qualcosa di sgradevole crescere dentro di sé, qualcosa di simile alla paura, poi al panico… cosa diavolo stava facendo? Come poteva fargli questo… fargli? A chi? C'era qualcosa, qualcosa che premeva per essere ricordato, qualcosa che per lui era più importante di tutto…
"…no… non posso…" mormorò, con la voce impastata, come se fosse stato narcotizzato.
Ma il sorriso sicuro dell'altro non mutò.
"Ti amo Kaede, e anche tu mi ami…"
Era così tranquillo, così serio… forse era vero. Doveva essere vero…
Akira si sollevò e lo baciò sulla fronte, poi riprese a scendere. Sentiva già il respiro di Rukawa sulle proprie labbra quando si accorse di due lacrime che rotolavano come brillanti su quella pelle di alabastro…
"Kaede…" mormorò preoccupato.
"…non posso… non posso! C'è qualcosa che… non posso!" riuscì a sussurrare il moretto tra le lacrime.
Cosa stava facendo? Perché stava rovinando tutto? Ma non poteva… sapeva che c'era qualcuno, qualcun altro… una persona che era tutto per lui.
Il compagno sorrise, stavolta un sorriso triste, rassegnato. Gli accarezzò i capelli con le dita e poi cercò di rialzargli il viso:
"Ho capito. Non piangere ora…" bisbigliò cercando di asciugargli le lacrime.
Anche il moretto sorrise, un sorriso splendido come l'arcobaleno dopo la pioggia.
Continuarono a ballare…
"Te lo avevo detto! Noi non possiamo tutto…" ammonì la ragazza elfo più saggia a quella più giovane.
"Eppure c'ero andata così vicina…" replicò l'altra indispettita.
"Quando i sentimenti sono così forti, non basta la magia. Quel ragazzo è innamorato, molto innamorato. Di fronte alla forza del suo amore qualsiasi magia perde il proprio effetto… "spiegò la ragazza più matura cercando di calmare l'amica.
"Bah, avevo scelto meglio io di lui… che ci troverà in quella scimmia rossa…" il tono era polemico e stizzito.
"Ci sono più cose in cielo e in terra…" citò bonariamente la prima.
"E questo dove l'hai letto, sulla carta di un cioccolatino?" era evidente che la delusione non era ancora passata.
"E' Amleto. Forse dovresti studiare di più invece di perdere tempo a cercare di fare innamorare chi già lo è!"
"Mph! Rimane il fatto che, pur essendo così bello, quel ragazzo mostra un certo cattivo gusto!"
L'amica scosse le spalle scoraggiata, poi batté le mani tre volte. Bisognava tornare indietro, il corso della vita di quei ragazzi doveva riprendere da dove era stato fatto deviare…
La folla faceva un brusio infernale. Certo, la scena dell'asso del Ryonan che ballava teneramente abbracciato a quella ragazza stupenda doveva essere l'evento della serata!
"Speriamo che finisca presto…" mormorò Rukawa.
"E perché… non ti piace stare tra le mie braccia?" gli sussurrò Sendoh in un orecchio.
Il moretto fece un salto indietro…
"Akira, piantala! Non è il momento di scherzare… cerchiamo di uscire dignitosamente da questa pagliacciata…"
"E se io non ne volessi uscire?" e il ragazzo dalla strana pettinatura si chinò verso il viso dell'altro.
Tacco, gomitata e attacco d'asma partirono contemporaneamente…
"Kaede, che diavolo ti prende?" si lamentò Sendoh, ancora dolorante.
"Mph!"
"E vorrebbe dire?" scherzò il giocatore del Ryonan.
"Ricordati che sono legato ad Hanamichi…" bofonchiò il moretto, un po' infastidito dal doversi scoprire.
"Legato? Quando starai con me urlerai al mondo di essere 'innamorato'! Legato… pfui!" Akira non perse la propria allegria. Era sicuro che prima o poi…
Fortunatamente la musica andò lentamente spegnendosi.
Lo spettacolo era finito, finalmente poteva tornare da quel ciclone che certo non sarebbe stato in silenzio dopo aver assistito a quella scena… ma non gli importava, aveva voglia di vedere anche quel viso arrabbiato, quei pugni pericolosamente stretti e vicini al proprio viso… ebbene sì, gli mancava il suo do'aho, e aveva voglia di sentire quelle braccia muscolose intorno al proprio corpo… si sentiva come se avesse rischiato di perderlo, come se il loro rapporto avesse corso un grave rischio…
Prima di raggiungere il loro tavolo, fece una rapida deviazione. Poi aggirò il gruppo e riuscì a portarsi alle spalle del rossino, che comunque era troppo abbattuto e concentrato sul proprio bicchiere per accorgersene.
Lo abbracciò da dietro:
"Non avevi promesso che non avresti bevuto, do'aho?" gli bisbigliò nell'orecchio.
"Non è birra, è aranciata, baka." era evidente che fosse ancora molto arrabbiato…
Il volpino gli si sedette vicino, e gli fece scivolare il braccio intorno alla vita:
"Non ti sono mancato?" gli chiese per provocarlo. Non gli piaceva quando la scimmia era così silenziosa.
Ma Sakuragi non gli rispose.
Rukawa era un po' preoccupato… si girò in modo tale da guardare il compagno negli occhi:
"Che succede, Hana-chan?"
L'altro si girò dall'altra parte. Gli occhi gli bruciavano, e non aveva nessuna voglia di mettersi a piangere davanti a quel baka.
"Se solo provi ad essere geloso, ti spacco quelle stupide ali sulla testa, do'aho…" continuò a sussurrare Kaede.
"Certo, è stato proprio divertente vedere i vostri strusciamenti… tra un po' ci scappava un figlio in diretta!" esplose Sakuragi esasperato.
Si guardarono e scoppiarono a ridere contemporaneamente. L'idea di un figlio con Sendoh era piuttosto raccapricciante… anche se forse sarebbe stato davvero un asso del basket…
Per la seconda volta, quella sera, partirono le note della loro canzone.
Il moretto sorrideva osservando l'espressione del rossino:
"Sei stato tu?! Allora non sei del tutto senza cuore, Kitsune…" mormorò Hanamichi stupito, incapace di mantenere ancora il proprio broncio.
Si alzarono e raggiunsero il centro della pista. Le braccia del volpino si allacciarono dietro il collo della scimmia rossa, mentre questi gli imprigionava la vita.
"Ti amo, Kaede" Sakuragi era arrossito, ma era così felice quando poteva stringere il 'suo' ragazzo tra le braccia che non si era potuto trattenere.
Il compagno sorrise, un bel sorriso vero…
"Non ho capito… avvicinati" gli rispose.
"Ti ammmmpppphhhh"
Il rossino non riuscì a terminare, perché lì, sulla pista, davanti a tutti, Kaede gli aveva chiuso la bocca con la propria, dando il via ad un bacio mozzafiato.
Si sentì un "ooooohhhhhhh" del pubblico, e il rumore di qualche bicchiere, e probabilmente anche di qualche mascella, che cadeva, ma i due non ci fecero caso. Troppo presi dall'improvviso attacco di passione, non sembravano rendersi conto di essere al centro degli sguardi allibiti di tutta la scuola.
Un ragazzo dalla strana pettinatura non poté trattenere un sospiro e una smorfia di rabbia, ma presto riacquistò il sorriso: alzò il bicchiere di birra che aveva in mano in un brindisi solitario…
"Approfittane ora, Scimmia, perché io non sono abituato a perdere!" sibilò tra i denti e poi bevve d'un fiato.
Anche gli altri ragazzi del club di basket erano rimasti impietriti ad osservare i propri compagni… Insomma, l'algida Kitsune non sembrava assolutamente un tipo così passionale… era un aspetto del suo carattere che nessuno si aspettava che possedesse…
"Megane-kun… che ne dici di…" anche il quattr'occhi doveva avere dei lati nascosti, perché Mitsui non riuscì a terminare la frase che si trovò le labbra di Kogure sulle proprie e… purtroppo i baffi finti dentro la bocca!
"Aya-chan…" implorò Ryota avvicinandosi alla manager.
"Mi dispiace, oggi potrei farlo solo con Frankenstein…" e la ragazza lasciò uno sguardo malizioso ad Akagi.
"Non è giusto! Che ha lui più di me?!" il tono del playmaker era ora decisamente piagnucoloso.
"Ti ha mai raccontato nessuno la storia della L?!" intervenne quell'hentai di Mitsui, in una pausa respiratoria del suo bacio slinguoso.
"Hisashi! Ma che dici mmmmphhhhh" le proteste di Kogure furono tacitate velocemente e passionalmente, mentre Ayako rideva e Akagi diventava più rosso di un peperone.
Yohei e Haruko, invece, non si erano accorti di nulla, invischiati come erano nella loro nuvola melassosa, e continuarono a ballare abbracciati
"Che ne dici di andare a casa, do'aho?" chiese Kaede, quando si rese conto che forse lì, al centro della pista, non sarebbe stato carino continuare il loro 'discorso'…
"Idea degna di un Tensai, Kitsune!" replicò il rossino, ormai al settimo cielo e in piena tempesta ormonale.
Non salutarono nessuno e si precipitarono fuori, incuranti dell'aria fredda.
Rukawa, appena in strada, non riuscì a trattenersi dal provocare il compagno, mettendosi a correre e sfidandolo a riuscire a raggiungerlo.
Ovviamente Sakuragi non tardò a rispondere al gioco, e gli abitanti di Kanawaga, se fossero stati svegli e attenti, avrebbero assistito all'incredibile scena di un pipistrello che inseguiva per le vie della città una fata Morgana dai lunghi capelli scuri.
"Sei proprio una schiappa! Non riuscirai mai a prendermi…" ansimò Kaede cercando di aprire la porta di casa prima di essere catturato dall'amico.
"Davvero?" e il rossino, con un ultimo scatto, gli bloccò le braccia contro lo spesso portone di legno.
Ricominciarono a baciarsi. Raramente il volpino era stato così allegro… raramente aveva sorriso tanto.
"Che dici, Batman, entriamo o rimaniamo qui fuori tutta la notte?" mormorò 'Morgana', ribaltando le posizioni e addossando il compagno contro la porta.
"Ok, fata. Sai…." e Hanamichi si interruppe.
"Cosa?" chiese l'altro, continuando a baciargli il collo.
"Sai, stasera mi sono convinto che tu mi abbia stregato… che mi abbia fatto una magia. Oggi poi è Halloween…"
"Che stronzate…" sbuffò il moretto, senza allontanarsi.
"Potresti chiarire il concetto?" lo provocò il rossino.
"Sono sicuro che…" parlava piano, poco più che un sussurro.
"Dai… sicuro di cosa?!" perché il pronunciare più di tre parole costituiva per quella Kitsune uno sforzo insostenibile?
"Sono convinto che quello che c'è tra noi sia più forte della magia" terminò il moretto d'un fiato, fissandolo con i suoi occhi profondi.
Sakuragi ridivenne serio:
"Anch'io lo penso Kaede, e penso anche che niente e nessuno riuscirà mai a dividerci"
- neanche quell'orrido porcospino sempre in agguato- aggiunse tra sé e sé.
Si baciarono di nuovo, dolcemente, poi entrarono in casa, ancora abbracciati.
THE END
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