NB: questa fic è basata su uno
spoiler mooooltooooo potente!!!
Chi non avesse mai letto X-1999
dopo il numero 12 della Jade è avvisato… ^^
Per il resto, è tutta farina del
mio sacco… ovvero: pura e semplice invenzione.
Disclaimers: non capisco perché
i personaggi di X-1999 si ostinino a rimanere sotto il controllo delle Clamp…
ma non si accorgono di come li trattano??!! In mano a noi fic-writer farebbero
una fine sicuramente migliore… ^^… sì, a letto!!!
Note: solo una. Il titolo della
fic vuole essere un tributo alla omonima canzone degli Enigma, che secondo me
si adatta molto bene alla storia di Seishiro-san e Subaru-kun…
Dediche: il 100% di questa
sviolinata è dedicato a Soffio, per il suo compleanno (sperando che le piaccia,
altrimenti… che figura barbina che faccio!!!)!!
Auguri, pu!!! Sono così contenta
di averti “conosciuto”, anche solo per mailing list!! Ti auguro tutto il bene possibile and remember that
everybody, including me for sure, is so pleased you were born on earth!! ^^
Ringraziamenti: Annola, Rinie,
Senpai, first of all, come potrei non esprimervi riconoscenza per il sostegno
che mi date?? Arigatou!
Grazie al “Cerezo” (!!!)… e a Ria.
Gravity of Love
By Hotaru
E’ passato un giorno.
Un triste e solitario sole è
spuntato all’orizzonte e sebbene splenda alto e riscaldi questo mondo, io mi
sento freddo.
E abbandonato.
E’
morto. Non c’è più. La sua anima se ne è andata. Il suo corpo, anche se ancora
visibile, non può più muoversi: è vuoto, finto.
Ho potuto realizzare il mio
sogno.
E lui se n’è andato.
Ho dato forma ai miei pensieri,
compiendoli come mi ero sempre prefisso.
Ma l’ho perso.
Ed ora?
E’ da ieri che me ne sto seduto
per terra… forse dovrei alzarmi, almeno per pulire il pavimento dalla cenere
che vi è sparsa sopra. Ho fumato troppe sigarette e il posacenere non è
riuscito a contenerla tutta. Ma non ne ho voglia. Continuo a pensare che non ha
un senso, perché dopo averlo pulito si sporcherebbe ancora. E’ meglio che
rimanga lì com’è. Cambiare fa male. E non è corretto che le cose siano
obbligate a mutare, a meno che non sia loro desiderio. Io ho voluto diventare
come sono. Ma tu… hai davvero desiderato morire? O mi sono imposto su di te? Mi
sento colpevole… è tutta colpa mia!! Se ora non ci sei più, è solo per causa
mia!
Continuo a piangere
ininterrottamente da diverse ore; ormai la mia pelle è secca e ruvida, gli
occhi mi fanno male e la testa mi pulsa come se volesse scoppiare.
Tutto questo mi fa capire che
sono ancora vivo.
Che, purtroppo, il mio cuore
batte ancora, mentre io non vorrei che fosse così.
Solo ora mi rassegno
all’importanza che tu hai avuto per me.
Perché mi sono accorto che il
mio cuore picchia a vuoto…
Ha mai avuto senso che
martellasse?!
Sangue, smetti di pulsare nelle
mie vene!
Ho avverato il mio più
grande sogno e mi sono trovato ad affrontare un incubo.
Volevo che il dolore per la
morte di mia sorella svanisse e devo sopportarne uno infinitamente maggiore.
Cercavo solo un posto dove stare
e mi trovo abbandonato e senza qualcuno da cui tornare.
Seishiro-san… dove sei? Io… ti
amo.
----
E’ mattina. E’ passato un altro
giorno, ma mi sembra di vivere un flash-back. Non è cambiato nulla.
Mi sono addormentato sul tappeto
del salotto. Il dolore e la tristezza persistono.
Solo il posacenere è un po’ più
pieno, dato che ho finito il pacchetto delle sigarette. Seishiro…
Devo ricomprarle.
Mi alzo con fatica, mi sembra di
essere un fuscello che alla prima folata di vento verrà abbattuto.
Mi dirigo in bagno
automaticamente e mi lavo il viso con acqua fresca, poi mentre mi cambio
d’abito noto che la segreteria lampeggia. La faccio partire:
(voce dalla segreteria)
“Subaru-kun… Subaru-kun… sono
io, Kamui… per favore rispondi! Ti prego… è tutto il giorno che ti cerco…-ecco di
chi erano stati quei colpi alla porta, penso distratto, mentre la voce di Kamui
è interrotta dai singhiozzi- Subaru-kun… non lasciarmi!”.
Kamui-chan… piccolo Kamui…
quanto sei caro. Ti voglio bene, Kamui-chan, ma…
Apro la porta e la richiudo alle
mie spalle. Aspetto l’ascensore che dal 12° piano mi porterà a terra… nel mondo
reale.
----
Ho comprato 5 pacchetti. Il
negoziante mi ha guardato di sottecchi. Deve aver pensato che sono una specie
di tossicomane, vedendo anche lo stato in cui sono ridotto. Già…
Ma la mia droga è finita.
Non c’è più.
Mentre io ne avrei tanto
bisogno, ora.
Qui.
Guardo il cielo limpido con le
nuvole che giocano a rincorrersi e a mutar forma.
Seishiro-san… sei lassù?
Basta prendermi in giro! Torna
giù. Da me. Ti prego.
“Kyaaaaa!!!”
Un suono acuto mi trapana le orecchie.
Un verso di animale…
“Kyaaaaa!!!”
Mi volto verso la direzione da
cui è provenuto e alzando gli occhi al cielo vedo un pennuto volare verso di
me.
Un falco, penso.
Un falco?! A Tokyo?! Seishiro…
Il mio cuore manca un battito,
mentre io non riesco a distogliere i miei occhi dal volo elegante dell’uccello.
Rimango con la bocca semi-aperta
e la sigaretta in mano a mezz’aria.
Poi lo vedo planare di fronte a
me, su di una sporgenza.
Ci fissiamo, io nei suoi occhi
dorati e acuti, lui nelle mie verdi iridi.
Seishiro-san…
“Kyaaaaa! Kyaaaa!!” grida,
sbattendo le ali.
Mi riprendo di colpo, scuotendo
il capo a destra e sinistra, come per smuovere gli ingranaggi del mio pensiero.
Se quello è un falco…
Subito mi metto a cercare con lo
sguardo lui. Era il suo shiki, quindi… non dovrebbe essere lontano!
Giro la testa ovunque, scorro
ogni angolo e via che sia nella mia
visuale, ma di lui nemmeno una traccia.
“Mamma, cosa sta facendo quel
signore?! Perché se ne sta fisso lì, impalato?”
“Lascia stare, Mika! Non farci
caso, andiamo!”
Uno stralcio di conversazione
giunge alle mie orecchie e quando mi volto vedo una bimba di 6 anni fissarmi
incuriosita e poi dirigere il suo sguardo verso il falco. Il suo viso non
mostra alcuna reazione. Impassibile, forse un po’ basita, si rivolta a
guardarmi per poi trotterellare via con la madre.
Il mio cervello inizia a metter
insieme i pezzi: se la bimba non ha reagito, significa che non ha visto nulla e
quindi quello è davvero uno shiki… allora, forse…
In quel mentre, vedo il falco
spiccare il volo e come preso da un’incontenibile follia, lo inseguo.
Questo riporta alla mia mente il
nostro primo incontro… in quella stazione, mentre rincorrevo lo spirito di un
corvo… no, mi sbaglio.. la prima volta che ci siamo visti era sotto al Sakura…
Dopo qualche minuto, lo vedo
appollaiarsi sul lampione della luce. Mi blocco sotto di lui e riprendo fiato…
per seguirlo, non ho fatto caso al posto in cui sono…
Ma.. questo è il palazzo in cui
abito!
“Kyaaa! Kyaaa!” bercia, come se
volesse rispondermi.
Cosa sta tentando di dirmi?!
Cosa vuole da me?
“Dov’è Seishiro?! Portami da
lui!!” gli grido animoso, mentre rimango sorpreso io stesso per il tono che ho
usato.
“Kyaaaaa!!!”
“Già, come se potesse
rispondermi… - mi schernisco- Basta dare spettacolo!! Di chiunque tu sia,
lasciami in pace. Seishiro è morto- un brivido mi percorre la schiena- ed io…
sono solo” concludo a bassa voce e abbassando il capo.
Prendo le chiavi
dell’appartamento e mi accingo ad aprire il cancello.
Dietro di me, sento ancora il verso
del falco riecheggiare nell’aria, farsi più lontano.
Bello scherzo. Ed io che per un
attimo ci avevo anche creduto… come sono ingenuo, mi biasimo, mentre le porte
dell’ascensore si richiudono alle mie spalle.
----
Certo che sono davvero stupido:
perché me ne sto alla finestra? Lo so benissimo.
Quel falco mi aveva ridato
speranza. Non so come, dato che non credo che i morti possano tornar in vita,
però… per un attimo ho avuto la sensazione che essere vivo non fosse poi così
tanto male.
Perché lui era con me.
E sebbene non fosse il mio
Seishiro-san… quel falco me lo aveva ricordato tanto.
Ma, a quanto pare, non era lui.
Ma allora perché proprio uno shiki?!
Poco importava.
Se qualcuno ha interesse nei
miei confronti, sa bene dove cercarmi, ed allora... sì, potrei anche farmi
ammazzare, almeno potrei raggiungere il mio Cuore.
Le mie labbra emettono un lungo
sospiro, carico di malinconia e incompletezza. Credo che me ne tornerò a letto
anche oggi. Cammino con passo lento verso camera mia. Silenzio e oscurità, ecco
ciò che voglio. A parte lui, ovvio, sorrido a questo pensiero così semplice e
inutile.
Allungo il collo dentro la
stanza e noto due occhi gialli brillare nel buio. Piccoli, taglienti, ma acuti.
“Chi è là?” grido, mentre
accendo la luce: il falco di prima mi sta aspettando artigliato al mio letto di
ferro battuto.
Per poco non cado a terra per lo
spavento: “Ancora tu??!! Cosa diavolo vuoi da me?? Ti devo esorcizzare?”
A quelle parole, l’animale si
stacca dall’appiglio e comincia a svolazzare nei pressi del soffitto della
stanza, senza emettere alcun suono.
Poi, lo vedo lasciar cadere
qualcosa, che con estrema delicatezza e lentezza va a posarsi sul letto.
“Cosa?!” grido meravigliato,
mentre seguo ipnotizzato la sua caduta, riconoscendo subito di cosa si tratta.
Un petalo di ciliegio.
“Kyaaa!! Kyaaa!!”
Mi sento completamente
frastornato, le ginocchia non mi reggono più e mi siedo ai piedi del letto.
Allungo, tremante, la mano verso quel piccolo petalo e lo sfioro. E’ vero. Ne
posso sentire la consistenza. Allo stesso tempo, il falco smette di volare e si
artiglia alle lenzuola, a pochi centimetri dalla mia mano.
“Seishiro…” sussurro, fissandolo
dritto-dritto nelle sue pupille.
E’ tornato.
----
Non è possibile.
Fatico a crederci.
Eppure…
Che sia tutto un bel sogno? No,
Kami!! Fa’ che non sia solo questo!!
E se proprio dovesse esserlo…
lasciami riposare per sempre.
Sono seduto qui, per terra,
accovacciato e lo fisso. Fisso uno stupendo esemplare di falco. Maestoso.
Elegante. Bellissimo.
Come il suo padrone.
E lui si lascia studiare,
osservare, forse un po’ compiaciuto di questa mia incredulità, severo e
fascinoso.
Sembrerebbe persino reale, se
gli altri potessero vederlo. Ma lui è uno spirito… e solo pochi eletti hanno le
capacità per godere di questa visione.
Allungo una mano, tentennando,
per sfiorarlo. Ho paura, lo ammetto: se dovesse beccarmi?? Sarà pure uno shiki,
ma quando colpiscono fanno male!! Lui muove la sua testa nella mia direzione,
non perdendo mai d’occhio le mie dita. Mi avvicino sempre più ad una delle sue
ali e la tocco. Si lascia accarezzare, pur mantenendo una certa fierezza e
compostezza.
“Seishiro-san…” mormoro, mentre
chiudo gli occhi e le lacrime scendono lungo le guance. Non riesco a dire o
fare altro. Me ne sto lì, come uno stupido, a piangere di gioia e a sfiorare le
piume morbide del rapace continuando a ripetere all’infinito il nome del suo
proprietario.
Poi, come preso da un raptus
improvviso, mi rivolgo a lui con voce imperiosa: “Dimmi, come sta Seishiro???
Dove si trova??”.
Ovviamente non ottengo risposta.
Che situazione frustrante: è come se Seishiro fosse qui con me, ma allo stesso
tempo non ci fosse… ma come si dice: “Piuttosto che niente, è meglio
piuttosto…”.
Sorrido e mi rivolgo
all’uccello: “Scusa. Non ce l’avevo con te. E’ solo che il tuo padrone mi manca
così tanto…” abbasso la testa, come se i suoi ricordi facessero peso sulle mie
spalle.
“Kyaaa!!!
Kyaaa!!!!” mi grida e ancora si alza in volo verso il soffitto. Lo
osservo lieto saettare fra le mura. D’improvviso, cambia traiettoria e si
lancia verso di me per aggrapparsi ad una mia spalla: “Come Seishiro…” penso
sorridente. Appoggio leggermente la mia guancia al suo piumaggio e mi struscio
contro di lui: non che sia propriamente caldo, come un essere umano, però… ha
qualcosa di confortante che mi fa stare bene.
“Grazie, Seishiro…”.
----
E’ passata quasi una settimana
da quando Seicchi è piombato in casa mia. Alla fine mi sono dovuto arrendere,
piacevolmente arrendere, e gli ho dato un nome: Seicchi, abbreviazione di
Sei-chan. Che fantasia.
Ho persino risposto a Kamui. Gli
ho telefonato. Povero ragazzo… eravamo al telefono e ogni parola era interrotta
da 10 singhiozzi, mentre Sorata, la cui voce era percepibilissima dall’altro
capo del telefono, tentava in tutti i modi di consolarlo. Mi continuava a
chiedere se stavo meglio, se mi ero ripreso, perché non mi facevo più vedere e
a ripetere che gli mancavo un sacco. Mi ha fatto piacere sentirlo.
Ormai io non posso essere più
utile alla loro causa. E, obiettivamente, non me ne è mai importato del futuro
della terra. Ho sempre e solo svolto il ruolo assegnatomi, diligentemente, come
un ragazzino delle medie fa i suoi compiti.
Però la battaglia deve ancora
essere giocata. Ci sono stati dei morti sia da una parte che dall’altra,
soprattutto fra la popolazione, ma niente è stato ancora deciso. Quante pene
dovrà ancora sopportare Kamui? Come si stava comportando Fuma? Erano tutte
domande che mi rimbalzavano in testa, ammassandosi una sull’altra,
caoticamente. Ho deciso di non parlare ancora agli altri di questa nuova
compagnia che mi sono trovato… non c’è fretta.
Conclusi la telefonata salutando
Kamui, chiedendogli di portare i miei più cari auguri a tutti e promettendo che
mi sarei fatto rivedere, prima o poi.
Chissà come
reagirebbero i miei amici se, solcando le porte del palazzo governativo, mi
vedessero arrivare con Seicchi sulla spalla, magari vestito come uno dei
Sakurazuka…. La casa risuona delle mie risa sommesse causate da quell’idea
balorda. Cosa mai mi era venuto in mente… però sarebbe uno scherzo davvero
stupendo…
“Tu che dici?”.
“Kyaa!! Kyaaa!!!” grida, mentre
si appoggia alla mia mano tesa a riceverlo.
“Morirebbero tutti per la troppa
emozione… così metterei fine a ogni cosa!! Con la vittoria dei Draghi della
Terra!! Togliendo il piacere a Fuma di dilettarsi col suo Kamui… eheheh!!”. Che
strana sensazione ridere. E’ da tantissimo tempo che non mi sento così
inspiegabilmente felice.
“Allora, Seicchi, lo facciamo??”
alzandomi di scatto, il falco spicca il volo, forse un po’ disturbato dal mio
repentino movimento, mentre mi trascino in cucina per sgranocchiare qualcosa.
----
Sono qui nel letto, accovacciato
a leggere un libro che ho recuperato stamani in libreria, mentre girovagavo
lentamente per i negozi. Per poco non incrociai Nataku, probabilmente mandato
in giro da Fuma per qualche spedizione o accertamento. Non so se lui mi abbia
visto e ignorato di sua sponte, sta di fatto che non è successo nulla. Meglio
così…
Appoggio il libro sulle mie
gambe e mi volto verso Seicchi: si sta sistemando le piume col becco: potrebbe
essere definita una situazione quasi intima per un volatile… sarebbe stato un
po’ come vedere Seishiro-san sistemarsi la cravatta… chissà… sorrido. Mi
sarebbe piaciuto.
“Tutto bene, Seicchi?- lui si
riscuote prontamente e lasciando perdere il piumaggio torna a fissarmi con
sguardo acuto- Vuoi una mano?” e gli faccio segno di volare da me.
Il falco si avvicina e si posa
sulle mie ginocchia coperte dal piumone. Scosto il libro dal mio petto e mi
dedico alla sua cura: con entrambe le mani gli accarezzo le piume. Gli apro le
ali e passo le mie dita fra esse. Ora che lo posso esaminare da vicino mi
accorgo che ha un’apertura alare davvero notevole. Arrivo poi alla coda e
ritorno al petto.
Noto con piacere che si è
gonfiato tutto: “Ti piace, eh?!”.
“Kyaaa!” mi risponde.
Com’è possibile che uno shiki
possa essere così reale? Dopotutto è solo uno spirito… o forse no? Forse
rappresenta qualcosa di più grande, o forse è proprio Seicchi a non essere uno
shiki qualunque…
Ma non me ne importa. Qualunque
cosa sia, da qualunque parte possa essere venuto, ho la certezza che sia stato
Seishiro a mandarmelo. E questo è sufficiente a distruggere ogni esitazione.
Continuo a distrarlo ancora per
un po’, mentre le sue piume sono arruffate. Mi causa una strana sensazione
vederlo così. Le immagini di Seishiro si sovrappongono nella mia mente,
facendomi desiderare che ci sia lui al suo posto.
Che ci sia la sua pelle, al
posto delle piume.
Le sue mani, piuttosto che le
ali.
Rinsavisco improvvisamente,
biasimandomi per i pensieri che ho avuto: “Ehi, Subaru, questo è un animale!!!
Non puoi avere certi pensieri!!” mi dico, beffeggiandomi e lascio che Seicchi
torni al suo posto, mentre io mi accingo a spegnere la luce.
“’Notte, Seicchi. Notte
Hokuto-chan. Notte Seishiro-san…”.
E un dolce riposo mi accoglie
fra le sue braccia.
----
“Dove diamine sono finito?!” mi
guardo attorno curioso e al contempo titubante. Sono completamente pervaso da
nuvole calde… non saprei bene definire. Sprigionano un calore avvolgente e per
nulla irritante. Non sento e non vedo nulla. Chiamo Seicchi per nome, ma non
odo risposta. Persino i miei passi si perdono nel silenzio. Eppure, in tutta
quella desolazione, non provo la benché minima paura, anzi: è come se mi
sentissi attratto verso un luogo che esiste, ma che non riesco a percepire.
Cammino ancora per un po’, andando a tentoni, dato che non ho mai visto nulla
del genere e, anche se non ho brutte sensazioni, è bene non abbassare la guardia.
Ad un tratto devo chiudere gli occhi: una forte luce si spalanca di fronte a
me. Il paesaggio che ho di fronte cambia radicalmente: c’è un bagliore così
chiaro, che tutti i colori sembrano perdersi entro esso. Faccio molta fatica a
distinguere cose, ambienti e quant’altro.
Allungo le mani per passare, ma
una forza mi blocca e mi impedisce di andare oltre. Faccio pressione con il
corpo, ma non ottengo nulla.
“Un kekkai..” ipotizzo, ed evito
di proposito di infrangerlo… non si sa mai cosa si potrebbe nascondere dietro
ad esso! Inizio allora a percorrerlo per la sua lunghezza, lambendo la parete
immaginaria. La cosa che più mi salta all’occhio è la linea alla base di
questo: dove sono io c’è un mondo grigio, denso; dall’altro lato vedo solo un
intenso chiarore, leggero e bianco.
Alzo lo sguardo con fatica verso
l’altro versante e provo a notare qualcosa: una fiamma, ancora più abbagliante
di tutta la luminosità che la circonda, si avvicina nella mia direzione. Come
spaventato, indietreggio, coprendomi il viso con una mano. Osservo la scena fra
le mia dita. La fiamma poco per volta prende forma umana e acquista anche dei
colori distinguibili… rosa e nero sono i dominanti. Ora posso vedere meglio… e
per poco non muoio sul colpo.
“Non è possibile… sto ..sto
sognando.- penso, mentre scuoto la testa, scioccato- E’ una visione…” ma è la
visione più bella che abbia potuto desiderare di incontrare.
“Seishiro-san…” le mie labbra
pronunciano. E’ fermo, immobile, di fronte a me. Mani in tasca, suit nero
impeccabile, come al solito. Non indossa gli occhiali, quindi la ferita
all’occhio è ben visibile. Le sue labbra sono increspate in un piccolo sorriso.
Mi fissa. Ancora una volta non rispondo più di me e mi getto verso di lui:
sbatto le mani contro il kekkai, iniziando a prendere quel muro a pugni, sempre
più intensamente: “Seishiro-san… Seishiro-saaaan!!! Seishiro-san…!!! –ripeto
convulsamente e istericamente- Scusa!! Scusami! Io non volevo ucciderti… io ti
amo!!! Seishiro-saaan!! Sono così felice… Seishiro-san!!!” il tono della mia
voce è alto, nervoso, implacabile. Parlo come preda ad una furente emozione. Anche il mio discorso non è
articolato: ripeto enfaticamente tutto quello che mi passa per la mente e il
più delle volte si rivela essere solo il suo nome. Con le mani insisto sul
campo di forza: ci sto mettendo tutta l’energia che ho in corpo… ma nulla da
fare! Mi blocco, disperato e furioso…
E’ qui, a pochi passi da me.
Ed io non riesco a toccarlo.
Non riesco ad avvicinarmi per
colpa di questa stupida, dannata, insulsa, maledetta barriera…
I nostri sguardi si incontrano:
è bellissimo.
Poi lo vedo alzare una mano e
fare segno di no.
“Cosa… cosa c’è?? Seishiro-san…
perché no??” . Noto che il suo sorriso si è addolcito e in quel momento ho
sentito un tuffo al cuore. Ma ricomincia a farmi un segno di diniego, persino
con la testa. Vedo una luce triste, forse, nei suoi occhi, però egli continua
imperterrito a dirmi di no e con la mano mi fa cenno di andarmene.
“Cosa?! Io.. io non capisco!!
Perché no?? Cosa no?? Me ne devo andare?? No, io non me ne vado!! Ora che ti ho
trovato… io non me ne vado –sussurro, appoggiando la fronte al kekkai- Seishiro-san… dimmi qualcosa!! Parlami!!!
Perché mi stai mandando via??? Forse… forse… -e sbianco improvvisamente- non mi
hai perdonato… ora mi odi perché ti ho ucciso…” scoppio a piangere
disperatamente e mi prostro a terra. Io… io… avrebbe anche ragione ad odiarmi.
Mi sono appropriato della sua vita. Perché mai dovrebbe volermi con sé… perché
dovrebbe amarmi?? Il mio corpo è tutto un fremito, brividi mi percorrono la
schiena e sento un immenso desiderio di gridare… gridare al mondo il mio dolore
e il mio amore per lui.
Scosto leggermente la testa e
vedo la sua mano appoggiata al muro trasparente. E’ una mano grande. Alzo lo
sguardo verso di lui e vedo che mi fa cenno di alzarmi. Come se potessi
toccarlo, seguo il movimento del suo braccio che mi chiede di mettermi in
piedi.
La sua espressione è qualcosa
che non avevo mai visto prima: pacata e rassicurante. Appoggio il mio viso
madido di lacrime, che ancora sgorgano, al suo palmo, ma tutto quello che sento
è il freddo contatto con il kekkai.
“Seishiro-san…”.
Portami via di qua.
Voglio solo starmene con te.
Non mi interessa del mondo.
Non mi interessa se vuoi il mio
sangue.
Il mio corpo.
Persino la mia anima.
Prendi tutto quello che vuoi,
tanto ti appartengono già di diritto.
E, se puoi, perdonami… io non ti
odio.
Non l’ho mai fatto.
E’ vero: tu hai ucciso Hokuto e
questo mi ha fatto soffrire tanto, però… mi hai salvato.
Hai preso lei, per non prendere
me.
Mi hai legato a te.
Potevi uccidermi come, quando ne
avevi voglia… eppure hai sempre atteso.
Mi hai sempre aspettato,
tenendomi in bilico fra la vita e la morte…
ed ora pretendi di lasciarmi
qua?
No.
Ora voglio dirti tutto questo,
dovrai almeno ascoltarmi…
Assumiti le tue responsabilità,
Seishiro Sakurazuka.
Assumiti la responsabilità di
aver fatto innamorare Subaru Sumeragi di te…
Così pensando mi abbandono
contro la parete, quando perdo l’equilibrio e mi sento cadere in avanti, dopo
che la barriera si è spezzata in mille pezzi.
Due mani però mi sorreggono e mi
trascinano verso di loro.
----
“Ti avevo detto di andartene…
come hai fatto a rompere la barriera?? Ora…non si può più rimediare!” la voce
di Seishiro giunge preoccupata alle mie orecchie. Sono ancora abbracciato a
lui. Non voglio lasciarlo. Sto così bene con lui addosso.
“Io..io… non so. Desideravo
solo…”
“Lo so cosa volevi. Però hai
pagato un prezzo molto caro.”
“Eh? Cosa vuoi dire?”
“La vita. Quel kekkai era il
muro che divideva la tua esistenza nel mondo reale dall’Al-di-là. Infrangendolo
è come se tu avessi abbandonato il tuo corpo.”
“Cioè.. è come se io fossi…”.
“Morto. Sì, tu ora sei morto.”
Sgrano gli occhi e mi sento
mancare.
Seishiro sospira leggermente e
riprende: “Te l’avevo tentato di far capire. Purtroppo tu non hai intuito.
Questa barriera era insonorizzata. Ma tu gridavi, gridavi, senza prestare
ascolto –le mie guance si fanno color porpora per quel rimbrotto- Sai, la gente
in coma viene qui e vede attraverso la parete… quando questa viene sfondata non
c’è modo di tornare indietro. Mentre se ha qualcosa … qualcuno… che ama e
desidera rivedere può tornare indietro e così si risveglia da quel sonno.”
Si interrompe bruscamente,
mentre io nascondo il viso nella sua camicia: “Seishiro-san… sono così contento
di rivederti…” . Ha un buonissimo profumo… il suo aroma, che mi ha stregato
durante tutti gli anni che abbiamo trascorso sulla terra.
Lui non risponde, ma mi passa
una mano fra i capelli, accarezzandomi.
“Io… io ti ho fatto male?…”
continuo balbettando.
Mi guarda stranito: “Eh? Ah, ti
riferisci a quello? –sorride soddisfatto ed io non posso fare a meno di
abbassare gli occhi- Sai, Subaru-kun, sei diventato molto forte! –mi sussurra
piano dietro l’orecchio- E’ stato un bel duello! Daii… sempre il solito: solo a
preoccuparti degli altri tu, eh?!”.
“Scusa. Scusa. Seishiro-san…
scusa” ripeto prima sommessamente, fino ad alzare il tono di voce.
“Ehi, non piangere!! Se ci
vedesse Hokuto… chissà cosa penserebbe.. darebbe tutta la colpa a me e mi
ucciderebbe! Ahahah!!”.
“Ho…Hokuto-chan
è qui??”.
“Certo! Sai, l’ho già incontrata
e quando mi ha visto la prima volta mi ha detto: ‘Ohohohoh!!! Lo sapevo che
mio fratello Subaru è un grande!! Visto, visto??!!?’ e ha iniziato a
canzonarmi, asserendo che ero troppo vecchio perché potessi reggere il tuo
confronto! Andiamo a trovarla?”
“Sì! –esclamo, ma ritratto
subito- Però… un attimo…”.
I suoi occhi si assottigliano e
vedo che mi scruta il volto: “Dimmi, Subaru-kun…”.
“Ehm… Grazie.”
“E di che?” la meraviglia gli si
dipinge sul volto.
“Beh… del falco”.
“Non so di cosa tu stia
parlando”.
Lo guardo attonito: “Co-come??
Non era tuo?? Impossibile! In questi giorni un falco, uno shiki, è venuto da me
e mi ha tenuto compagnia… aveva in becco un petalo di ciliegio e così… ho
pensato…”.
Arrossisco in volto, per aver
avuto un pensiero tanto infantile. Seishiro mi contempla e avvicina il suo
volto al mio. Siamo a pochi centimetri l’uno dall’altro. Sento il suo respiro
sulla mia pelle e le sue mani attorno al mio collo, giocare con delle ciocche
di capelli.
Il tempo di sbattere le ciglia e
un dolce calore si spande nel mio corpo. Le labbra di Seishiro sono così
morbide. Lascio le sua braccia e getto le mie mani dietro la sua testa, attirandolo
ancora di più verso di me. Il mio copro diventa molle e si abbandona totalmente
a quel dolce abbraccio. Con la lingua, cerca di schiudermi la bocca ed io non
oppongo alcuna resistenza. Il suo contatto mi fa fremere: lo sento accarezzare
la mia lingua, il mio palato e ancora le mie labbra. Una marea di sensazioni si
sprigionano da tutto il mio corpo, come se fosse ancora tangibile. Mi lascio
trasportare dalla danza lenta e sensuale della sua lingua e lo cerco anche io:
voglio il suo sapore. Voglio sperimentare com’è. Un bacio intenso e assoluto,
com’è stata la nostra storia: ecco cos’è.
Ci stacchiamo per riprendere
fiato.
“Ancora. –penso- Ancora. Non ne
avrò mai abbastanza. Non posso più farne a meno”.
Ma non ho il coraggio di
dirglielo.
Mi abbraccia forte, i nostri
corpi sono completamente uniti: “Grazie a te per esserti preso cura di lui. Ora
cercherà un altro padrone. Mi spiace solo che tu sia giunto qui anzi tempo…”.
Lo stringo a me, determinato,
perché non lo perda mai più: “Io ho desiderato essere qui con te. L’ho voluto
con tutto me stesso. Forse è per questo che sono stato in grado di rompere il
kekkai.”
“Andiamo, Hokuto sarà al settimo
cielo quando ti vedrà…”, cambia discorso, ma dentro di lui sta assaporando la
sua vittoria su di me.
“Già!” sorrido, pensando al
volto della mia sorellina.
“Sai, devo raccontarti un sacco
di cose… chi ho incontrato, come si “vive” qua, i posti che ci sono….. Ci sono
dei ciliegi davvero belli…- mi racconta, mentre sciogliamo il nostro abbraccio.
Mi lascio condurre dalla sua mano stretta nella mia e lo osservo con i miei
occhi, finalmente, lieti- E anche tu devi dirmi un bel po’… come sono le cose
di là? Chi sta vincendo?? Kamui e Fuma sono sempre uguali?”.
Annuisco divertito da tutta
questa sua curiosità. E poi un pensiero mi balena in testa… Kamui! Per un
attimo volgo la mia mente a lui… l’ho abbandonato. Bell’amico che sono.
Seishiro coglie questa sfumatura dal mio sguardo: “Sei preoccupato per lui,
vero?”.
Mi volto con un’espressione
imbarazzata e sbalordita: “Subaru-kun… lo sai bene che per me sei come un libro
aperto! Immaginavo benissimo che ti dispiacesse aver lasciato Kamui ad
affrontare la battaglia… ma non ti preoccupare: potrai sempre mandargli uno
shiki per stargli accanto, no?”.
Il mio Seishiro… il mio unico,
completo, intenso amore. L’uomo che ha attaccato il mio cuore, facendolo
sobbalzare prepotentemente nel petto e che mi ha squarciato l’anima.
Sollevo la mano che tiene
intrecciata alla mia e, in segno di gratitudine, gliela bacio.
Lui finge di non notare il gesto
e proseguiamo il cammino.
Insieme.
Owari.
Hota: « Soffioooo!!! Ti è piaciuta?? Sai, è tanto che non
scrivo qualcosa di positivo… mi sono sentita un po’ fuori allenamento!! »
Sei-chan: « Secondo me si è
addormentata dopo 10 righe… no, sono ottimista: solo 5. »
Hota: « Ehi-ehi!! E tu cosa
vuoi??? Nessuno ti ha chiesto nulla, e poi mi pare che in “ Zan’nen na ai” tu
ti sia divertito abbastanza… o sbaglio??!! »
Sei-chan: « *__* Beh... sì…
non ti sei comportata male… »
Hota: « Questo
lascialo stabilire ai lettori! Tu occupati del tuo Sabaru… »
Sei-chan :
« Non c’è bisogno che tu me lo dica… so ben IO come renderlo felice !!
Perchè se aspetto le tue fic… facciamo notte ! »
Hota :
« Hentai. Hmpf ! »
Sei-chan :
« E me ne vanto !! »