Questa fic è per il compleanno di Goku!

Dediche: oltre a Goku, la dedico anche a Ria e Soren per l'appoggio morale ^__^ grazie!!

Note: la fic è ambientata anni prima della serie; sia Sanzo che Goku sono molto più giovani e non conoscono ancora Hakkai e Gojyo (Bei tempi! Nd.Sanzo)....quindi la scimmietta somiglia di più al Goku del Gaiden che a quello della serie regolare ^_^
 


Saiyuki - Il 5 di aprile

di Unmei


.....un prologo, più o meno.....

Genjo Sanzo Hoshi aveva sempre apprezzato la solitudine, preferendo di molte misure la compagnia di se stesso a quella dei bonzi ipocriti e lamentosi (così lui li considerava, e non del tutto a torto) che abitualmente lo circondavano al tempio.
Era in gran parte per causa loro che non amava essere un Sanzo..... per quel servilismo poco dignitoso che mostravano nei suoi confronti.
Inoltre la sua posizione gli causava intralci ogni volta che andava in città come quel giorno (un'emergenza: aveva finito le sigarette). Per esempio essere attorniato mamme desiderose che benedicesse i loro bambini (tzk, come se servisse a qualcosa), da vecchi che si profondevano in patetici inchini, forse intenzionati a infliggere il colpo finale al loro mal di schiena pur di compiacere un uomo considerato sacro, e qualche volta da insani ragazzini convinti che intraprendere una vita di meditazione e studi a Chou 'An fosse quanto di più onorevole la vita potesse offrire.
Che schifo.

Il suo ammontare di 'tempo in solitudine' era però drasticamente diminuito (fin quasi a toccare lo zero) da qualche tempo a quella parte, ossia dal momento in cui aveva preso con sé una piccola scimmia, animale che avrebbero fatto meglio a stare nella foresta a dondolarsi di ramo in ramo, piuttosto che saltellare tutto il giorno intorno ad un bonzo psicopatico, intrattabile e manesco..... però come tutte le scimmie non era capace di pensare, quindi non era nemmeno in grado di riconoscere quale fosse il suo ambiente naturale.
Non c'era proprio verso di levarsi l'animale di torno: anche in quel momento gli si era attaccato al braccio (inutile ogni tentativo di scrollarselo di dosso), trotterellandogli al fianco e guardandosi intorno come se fosse la prima volta che andava in città, cicalando incessantemente e fermandosi davanti ad ogni bancarella di cibo chiedendo da mangiare. Come facesse quel bambino a contenere tanto mangime in un corpo così piccolo e magrolino era un mistero che trascendeva la sua comprensione. Tanto per evidenziare il concetto anche il quel momento Goku stava lamentandosi di avere lo stomaco vuoto.

"Per favore Sanzo, sto per svenire dalla faaaame!"
"Taci! Hai pranzato tre ore fa."
"Ma tre ore sono un sacco di tempo!
"Se sei rimasto senza mangiare per cinquecento anni puoi anche resistere fino a stasera."

L'occhiataccia che rivolse al ragazzino fu tale da far cessare ogni lamentela, e a creare qualche istante di quiete, dando così un po' di sollievo al suo galoppante mal di testa.
Non a lungo, comunque.

"Ehi Sanzo, cosa stanno facendo lì?"

Goku si era fermato d'improvviso, puntando l'indice in direzione di una locanda; all'aperto erano stati allestiti dei tavoli, carichi di cibo e bevande, ma anche di pacchetti variopinti.
Colorati festoni svolazzavano leggeri al vento, colorati quanto gli abiti primaverili dei ragazzini che ridevano e si divertivano sotto di essi.

"Si direbbe una festa di compleanno."

Tagliò corto il biondo, riprendendo a camminare e trascinandosi dietro Goku.

"Compleanno?"

"Una ricorrenza in cui la gente riceve regali e festeggia il fatto di invecchiare."

"E quando è il tuo compleanno, Sanzo?"

"Non sono affari tuoi, scimmia."

Suddetta scimmia si imbronciò. Un broncio molto carino a dire il vero, adorabile sul suo musetto abbronzato, peccato che il suo compagno non fosse proprio dell'umore adatto per apprezzarlo.
Non si trattava solo dell'emicrania: Sanzo il giorno dopo all'alba sarebbe dovuto partire alla volta del tempio di Tennan, appena ricostruito dopo essere stato semi-distrutto da un incendio.
L'edifico andava consacrato, e naturalmente era un Sanzo a dover provvedere; come se ciò non bastasse era prassi che egli si fermasse per una settimana presso il nuovo luogo sacro a distribuire insegnamenti e perle di saggezza. Inutile dire che sarebbe più volentieri salito su un patibolo, ma quella volta non poteva proprio sfuggire ai propri doveri, e di conseguenza il suo umore era irritabile.
Cioè.....più irritabile del solito.

"E il mio compleanno quando è?"
"Che vuoi che ne sappia io?..... Quando sei nato?"

Goku si fece pensieroso, si succhiò il labbro inferiore e aggrottò le sopracciglia come se stesse facendo un qualche astruso calcolo. Quando rialzò lo sguardo, però, aveva un'aria sconsolata.

"Non lo so..... non mi pare di averlo mai saputo."

Sanzo sbuffò, arricciando il labbro, e si accese l'ultima sigaretta rimastagli. Il discorso non era ancora finito, ci scommetteva. Infatti...... Goku lasciò il suo braccio e gli si parò davanti, continuando a camminare, ma all'indietro, e parlandogli con il viso atteggiato ad enorme sorriso.

"Senti Sanzo, anche io voglio un compleanno! Scegliamo un giorno in cui festeggiarlo? Eh? Che ne dici?"

"Dico che un'idea così stupida potevi averla solo tu."

"Prometto che in cambio farò il bravo. Eh, Sanzo?"

"Finiscila."

"Perfavoooore! Prometto che non chiederò nessun regalo.....e nemmeno da mangiare.....però voglio anch'io un compleanno! Perfavoreperfavore!"

Fu così che iniziò davvero tutto quanto: Sanzo spazientito sfoderò l'harisen e fece per calarlo impietosamente sulla testa di Goku, ma il ragazzino per una volta fu più lesto, e fece un balzo all'indietro per evitarlo, scatenando senza volerlo una reazione a catena. Quasi calpestò un gatto che si trovava dietro di lui, inciampandoci, e l'animale spaventato miagolò atrocemente; schizzò via tra le zampe del cavallo di un mercante riccamente bardato.

La bestia si imbizzarrì, disarcionò il cavaliere e scappò al galoppo, travolgendo i passanti lungo la sua strada e rovesciando un paio di bancarelle e un carretto di verdure.
In mezzo al caos che ne derivò solo due figure rimaneva perfettamente immobili, fissandosi, e una delle due, a terra, desiderava ardentemente scomparire.

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Goku sapeva che questa volta Sanzo era arrabbiato.
Davvero, davvero arrabbiato, non come quando lo chiamava stupida scimmia idiota, sbraitando e picchiandolo con l'harisen..... anzi, in quei casi lui non si preoccupava nemmeno, perché ormai aveva compreso che quelle esplosioni facevano parte del suo carattere e non denotavano ira vera e propria..... sembrava quasi il suo modo di essere espansivo, in un certo senso.

Dopo quanto era successo in paese, invece, il suo custode non gli aveva detto una parola, né l'aveva sfiorato; imperturbabile, dopo aver risarcito i danni ai negozianti, aveva preso la strada del ritorno senza avere nemmeno la compiacenza di lanciargli uno sguardo. Non aveva mai avuto quell'atteggiamento e la cosa lo preoccupava: gli pareva quasi di sentir freddo..... avrebbe preferito qualsiasi cosa al trattamento del silenzio che stava ricevendo.

Ormai erano quasi arrivati al tempio, e per tutto il percorso il ragazzino aveva camminato a testa bassa tre passi dietro al bonzo, in un timido mutismo, aprendo bocca di tanto in tanto come per dire qualcosa, ma alla fine gli mancava il coraggio, e rinunciava. Era impacciato, ed angosciato.....aveva combinato un bel guaio, sì, ma non l'aveva fatto apposta, ed ora aveva paura di essersi messo davvero in qualcosa di grave.
Era al corrente che Sanzo sarebbe dovuto partire il giorno dopo, di mattino presto; aveva sperato di convincerlo a portarlo con sé..... il suo custode aveva continuato a dire di no sin dall'inizio, ma sapeva che sarebbe anche stato capace di buttarlo giù dal letto a calci all'ultimo minuto, intimandogli di spicciarsi se non voleva essere lasciato indietro.
Ora invece temeva di aver perso ogni possibilità: probabilmente Sanzo se ne sarebbe andato senza di lui, lo avrebbe lasciato solo.
Il ragazzino si morse le labbra; non gli piaceva restare con gli altri monaci..... quelli.....lo guardavano sempre in modo cattivo, come se lo disprezzassero. Lo disapprovavano qualunque cosa facesse, lo isolavano, e tutto ciò sin dal primo giorno, senza motivo.
Il cuore di Goku era quello di un bambino buono e generoso; era vivace, pieno di allegria e fiducia nel prossimo, e non riusciva a capire perché quelle persone ce l'avessero tanto con lui.....però di loro non gli interessava molto.
A lui importava solo di Sanzo: per farsi perdonare sarebbe stato buono, non avrebbe più insistito perché lo portasse in viaggio con sé, lo avrebbe aspettato al monastero.....però era anche vero che non voleva che partisse ancora arrabbiato con lui: lo doveva scusare subito, o quei giorni sarebbero stati ancora più lunghi e difficili .

Goku si accorse che ormai stavano varcando le porte del tempio, e precipitosamente decise di parlare. Così poi, pensò, si sarebbe sentito meglio. La voce che gli uscì fu poco più di un mormorio.

"Senti Sanzo.....mi dispia - "

Il biondo si voltò di scatto verso di lui, con espressione dura ed occhi freddi, tanto che le parole morirono in bocca al ragazzino.

"Sai solo far danni - sibilò il monaco tra labbra tese - Avrei fatto meglio a lasciarti dove ti avevo trovato."


Goku tremò da capo a piedi, visibilmente; le parole potevano davvero fare molto male, non lo aveva mai immaginato. Continuò a guardare Sanzo, sperando di cogliere sul suo viso anche solo un piccolo cambiamento, un'espressione che avesse un barlume di perdono.....almeno l'ammorbidirsi della linea pallida e dura in cui si era trasformata la sua bocca.

Non vide nulla di ciò che sperava di trovare; ad un certo punto, per, gli parve che il viso del bonzo si facesse sfocato, ma fu solo per le lacrime, affrante, spaventate, che gli velarono gli occhi.
Voltò le spalle e scappò, senza sapere di preciso dove, purché fosse abbastanza lontano dallo sguardo severo e incattivito del suo custode.


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Era scesa la sera, serena e limpida; un cielo di cristallo blu scuro, animato da stelle che brillavano quiete e da una luna straordinariamente candida e luminosa..
Era molto tardi ormai e, sebbene l'indomani dovesse alzarsi all'alba, Sanzo non riusciva proprio ad addormentarsi. La piccola scimmia idiota non si era fatta viva per cena, e nemmeno i monaci a cui aveva ordinato di cercarlo erano riusciti nell'impresa. Quegli incapaci..... non erano nemmeno in grado di ritrovare un ragazzino!

.....Forse il piccoletto era addirittura uscito dal tempio, e chissà dove era andato a cacciarsi.....

Testardo com'era, il giovane bonzo non avrebbe mai ammesso di essere preoccupato; al più poteva concedere l'uso di termini quali: 'incollerito' , 'esasperato', 'desideroso di far entrare un po' di buon senso in quella testolina bruna a colpi di harisen'..... ma non sarebbe *mai* uscito per andare a cercare Goku! Sarebbe stato come riconoscere, appunto, di essere.....di essere.....preoc- argh!
Dannazione! Andarsene così, scappare e sparire senza motivo (il motivo c'era eccome, ma era un'altra cosa a cui non era intenzionato a prestare attenzione)..... che razza di comportamento infantile! (ma quanti anni aveva, l'animaletto? Dieci? Undici?)

A peggiorare ulteriormente le cose, Sanzo si era dimenticato di comprare le sospirate sigarette, dopo aver risarcito i danni causati da quell'uragano portatile di Goku, ed al momento era sulla soglia della crisi d'astinenza, sicché ormai da ore non faceva che girare senza pace per la stanza, mettersi alla scrivania, leggere un po', alzarsi, fare ancora il giro della camera, tentare di mettersi a letto, rivoltarsi per un quarto d'ora senza sosta, alzarsi e ricominciare il ciclo.
Decise che avrebbe ordinato che una parte dell'orto del monastero fosse coltivata a tabacco..... in questo modo avrebbe potuto avere delle scorte per simili casi d'emergenza.
Già, via la soia e avanti il tabacco, che gli avrebbe sicuramente fatto molto meglio!
.....Ah.....sarebbe stata lunga l'attesa, fino al sorgere del sole.


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Nel buio due grandi occhi dorati guardavano la luna piena, eterea e lontana. L'aria era fresca, e lui si raggomitolò per trattenere tutto il calore possibile, ma la sua casacca aveva le maniche corte e rincantucciarsi servì a poco. Ormai i monaci non lo cercavano più, si erano arresi quando l'oscurità era calata; li aveva sentiti lamentarsi di lui, e di ciò che erano costretti a fare a causa sua, mentre lo guardavano dappertutto, dentro e fuori, nelle sale e fra i cespugli.
In verità quegli uomini avevano frugato per bene, e lo avrebbero certamente trovato se lui non avesse cambiato nascondiglio almeno cinque o sei volte per evitarli.
Chissà se Sanzo era ancora adirato con lui..... le sue parole continuavano a ripetersi nelle orecchie, non importava quanto cercasse di dimenticarle.....gli colmavano il cuore di tristezza, e gli occhi di lacrime calde e amare. Non si può rendere l'idea di quanto quella frase avesse lacerato i suoi sentimenti, lasciandolo in autentica disperazione.

"Scusami, io.....non volevo farti arrabbiare....."

Era come se gli avessero tolto l'aria e il sole.
Come se l'avessero rimesso nella prigione. Era anche peggio di così, perché.....
.....Sanzo non gli voleva bene.
Sì, lo aveva liberato, e portato con sé; gli aveva dato una casa, vestiti, cibo, ed anche se non era certo un tipo affabile, o affettuoso, gli lasciava molta libertà e prendeva le sue difese ogni volta che era giusto farlo. A volte persino gli faceva qualche complimento, quando si dimostrava bravo nell'imparare le lezioni, o negli esercizi di calligrafia, e per quelle preziose parole gentili valeva la pena di continuare ad impegnarsi, anche quando gli esercizi gli sembravano troppo complicati, o noiosi.
Ma evidentemente, anche se si prendeva cura di lui, era pentito di averlo salvato e lo considerava fonte di seccature..... Sanzo non era felice di averlo tra i piedi.


Goku invece voleva davvero bene al bonzo.
Incondizionatamente, completamente, profondamente, in un modo così grande e strano che nemmeno lui stesso riusciva a coglierne i confini, o il perché.
Non importava quanto quello fosse severo, non contavano le volte in cui lo cacciava in malo modo, o lo sgridava, o minacciava di mandarlo a letto senza cena (e per quante volte l'avesse detto, non l'aveva mai fatto): per la scimmietta quel fiero ragazzo biondo e dall'aria perennemente sdegnosa era la persona più importante del mondo, e lui desiderava che fosse felice.
Forse lo sarebbe stato, se lui se ne fosse andato. Forse avrebbe persino sorriso, finalmente.....Sanzo non lo faceva quasi mai, e quelle poche volte era appena un incurvarsi delle labbra, che sembrava più malinconico, pensieroso, che lieto.


Quindi, pensò Goku, era meglio andarsene; avrebbe trovato il modo di cavarsela senza disturbare più nessuno. In fondo era stato da solo per cinque secoli, e poteva continuare ad esserlo.....anche se il cuore gli si stringeva all'idea e le spalle gli tremavano, ricordando quella grotta spoglia, sempre in ombra, e tutto il silenzio, le giornate tutte uguali, che non finivano mai.
Cinquecento anni di nostalgia per qualcosa, o qualcuno, che non riusciva a ricordare.....ma che sapeva essere esistito, e che era stato molto importante, legato a grande gioia, e a grande dolore.
Ma quel qualcuno era svanito a poco a poco nell'infinito passare dei giorni, anche se lui aveva disperatamente tentato di aggrapparsi al ricordo; poi, senza nemmeno più le memorie a fargli compagnia, a farlo sognare, era rimasto completamente, irreparabilmente solo.
Infine Sanzo era giunto, e il tempo era tornato a scorrere, e lui a crescere. Quel giorno il suo salvatore, avvolto nella luce, gli era sembrato un dio: in un solo istante, con un solo gesto aveva dissolto le pesanti catene e le sbarre che lo avevano rinchiuso. Aveva pensato che sarebbe rimasto con lui per sempre, e che prima o poi avrebbe trovato il modo di dimostrargli la propria riconoscenza.....non immaginava che quel modo sarebbe stato proprio andarsene.

Sarebbe andato via, sì, ma non subito; Sanzo aveva risarcito i danni causati ai mercanti, e lui voleva ripagarlo, anche solo in parte, così il suo tutore non si sarebbe dispiaciuto ulteriormente di lui.
Era solo un bambino, ma era molto forte; certamente avrebbe trovato qualcosa da fare, in città; avrebbe lasciato i soldi guadagnati nel primo cassetto della scrivania di Sanzo, dove li avrebbe trovati subito, e poi sarebbe andato via la sera prima del suo ritorno, così non si sarebbero nemmeno incrociati, perché non era sicuro di riuscire ad andarsene se lo avesse rivisto. Anche se era la cosa migliore da fare, il pensiero che non lo avrebbe più incontrato lo rese ancora più sconsolato.

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Sanzo viaggiava da solo: non aveva bisogno, né desiderio, di accompagnatori.
Poco prima di varcare i cancelli di Cho'an, però, gli era sembrato di scorgere con la coda dell'occhio un visetto che lo spiava, seminascosto dietro una colonna. Quando si era voltato per guardare meglio non c'era più nulla.
Era certo di non essersi sbagliato, ma per orgoglio, o cocciutaggine, o entrambe le cose, preferì non fermarsi; eppure ci sarebbe voluto poco, in quel momento, per aggiustare la situazione e riavvicinare i due. Sarebbe bastato che Sanzo lo chiamasse, tendendogli la mano come aveva fatto tempo prima, sulla montagna, accompagnando il gesto con un piccolo sorriso, anche solo accennato, perché Goku capisse che tutti i timori che lo attanagliavano, la convinzione di essere indesiderato, erano frutto della sua fantasia, e della frase detta d'impulso ma non realmente pensata, che l'aveva scatenata. Goku sarebbe corso dal suo adorato salvatore, si sarebbe trattenuto a stento dall'abbracciarlo, e quello alla fine avrebbe deciso di portarlo con sé..... solo per evitare che combinasse chissà quali disastri, in sua assenza, si capisce.
Ma non è mai facile sconfiggere l'orgoglio.....non lo è per un uomo comune, figurarsi per uno chiamato Genjo Sanzo.

Lungo la strada verso Tennen, tuttavia, ebbe modo di riflettere, e di ricordare. Il passato, distante da lui solo qualche anno ma che sembrava infinitamente lontano, come la vita di un'altra persona.
Il tempio di Kinzan, la sua vita in quei giorni, il suo maestro.
Un uomo saggio, giusto, benevolente, il cui sorriso indimenticabile aveva avuto il potere di cancellare la malinconia dal suo cuore e la durezza dal suo volto, e di farlo sentire davvero solo un ragazzino..... un ragazzino amato ed importante, e non più lo sprezzante discepolo temuto ed odiato dagli altri monaci.

Komyo Sanzo, colui che lo aveva salvato, cresciuto e protetto.
Non si sarebbe mai stancato di udire la sua voce, sempre pacata e sicura, ma anche il semplice restargli accanto in comune silenzio bastava a renderlo felice .....se quell'uomo fosse vissuto più a lungo chissà se sarebbe stata diversa la sua vita, il suo carattere. Forse se fosse stato più tempo al suo fianco, se addirittura egli fosse stato ancora vivo, la gentilezza del maestro gli avrebbe addolcito un po' il cuore.....
O forse no, ma non importava: l'unico suo irrealizzabile desiderio, l'unico sogno, anche se si odiava per la propria debolezza nell'illudersi in tal modo, era quello di riavere indietro il suo maestro, un giorno.
Svegliarsi, scoprire di essere ancora e semplicemente Koryo, di avere la propria vecchia vita intatta e soprattutto..... il suo Komyou Sanzo Hoshi.

Invece non c'era più. Era morto, lasciandolo nel rimpianto, senza che lui gli avesse mai detto quanto lo amasse, quanto lo ritenesse importante, essenziale..... il centro del mondo, il fuoco nelle notti fredde e buie, l'acqua fresca nei giorni d'arsura..

Komyo Sanzo certamente lo sapeva, e accettava quel silenzio come il segno tangibile di un cuore orgoglioso, chiuso ma non freddo, capace di grande affetto ma vergognoso di ammettere sentimenti come la tenerezza; egli avrebbe volentieri pazientato fino a quando il carattere del suo prediletto sarebbe stato tanto forte da permettergli di mettere da parte anche quell'orgoglio ostinato.
Purtroppo non aveva mai fatto in tempo a vedere quel momento che, forse, mai più ci sarebbe stato.....non dopo quanto era accaduto in quella notte piovosa.

Tredici anni sono pochi..... si è ancora quasi bambini, per quanto a quell'età lo si voglia negare..... e sono ancora meno per trovarsi carichi di responsabilità e doveri.
Un'età in cui si sta ancora imparando il mondo, e lui si era invece ritrovato ad insegnare.
Tredici anni quando era diventato Sanzo Hoshi.
Quindici quando aveva tirato fuori dalla gabbia una certa scimmia.
Sedici ora, e gli spigoli del suo carattere si facevano sempre più acuminati.

Sanzo non poteva ignorare a lungo il disagio che provava, e volente o nolente, cominciava a sentirsi in colpa, un'emozione completamente ingestibile, per lui.
Si chiedeva che ne sarebbe stato di Goku.....
Se lui era cresciuto così duro ed invelenito pur essendo stato allevato da un uomo che meritava davvero l'appellativo di santo, come sarebbe diventato quel ragazzino rimanendo accanto a lui?
Collerico, diffidente, chiuso ed arrogante? Avrebbe perso tutti i suoi grandi sorrisi, l'entusiasmo che gli luccicava negli occhi e la dolcezza innata per incupirsi un po' alla volta, fino a diventare come lui?
Per quanto ci pensasse non riusciva ad immaginare il suo protetto se non solare e allegro.....uno spiritello vitale e chiassoso, che certo non si sarebbe lasciato spegnere da lui.
Quel pensiero lo rese stranamente ed involontariamente contento.

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Il signor Ling, proprietario dell'emporio, era davvero soddisfatto del garzone che aveva assunto il giorno prima. Sulle prime non gli aveva dato molto credito: un tipetto così sottile, e giovanissimo.....ed i giovani, si sa, han più voglia di divertirsi che di lavorare sodo. Il suo nuovo assunto si era invece dimostrato svelto e forte, e sembrava proprio non stancarsi mai.....peccato avesse detto che gli serviva un lavoro solo per qualche giorno, perché lo avrebbe persino assunto in via definitiva.

"Ehi, Goku! - lo chiamò - avanti, è ora di pranzo. Vai pure dentro e fai una pausa: mia moglie ha preparato da mangiare anche per te."

"Davvero? Che meraviglia!"

Esclamò l'interessato, correndo in casa: lavorare metteva fame, e lui cominciava a sentirne i morsi..... ma stranamente il cibo non gli dava alcuna soddisfazione. Per quanto fosse appetitoso, ben cucinato ed d'ottimo aspetto non riusciva mai a colmare il vuoto, e il suo sapore svaniva quasi subito, senza lasciare ricordo. In quei giorni, per la prima volta in vita sua, gli capitava d'alzarsi dal tavolo accontentandosi della prima porzione, senza chiedere i soliti numerosi bis.

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Strano quanto fosse silenzioso quel tempio, e quanto lunghe sembrassero le giornate. Le ore si trascinavano stancamente, sempre uguali..... sempre dannatamente uguali..... e tutti quei monaci sorridenti e troppo contenti, così felicemente immersi nella loro lontananza dal mondo erano persino più esasperanti di quelli di Cho 'An. Una vigliaccheria vera e propria.....più che di insegnamenti sulle scritture e sulla saggezza, quel branco di molluschi avrebbe avuto bisogno di essere spedito a calci a conoscere il mondo per come era veramente, con tutte le sue miserie.....come aveva fatto Buddha stesso, dopotutto.

Troppa quiete. Avrebbe dovuto apprezzarla, l'aveva desiderata così tanto.....invece gli sembrava sterile e uggiosa. Niente rumore di piedi nudi che correvano come piccoli terremoti lasciando impronte sul legno lucido.....
Niente scimmie che entravano gridando il suo nome, portandogli fiori e pretendendo che li tenesse sulla scrivania (arrivando al punto di pasticciare con creta e colori per realizzare un vaso sbilenco dove poterli mettere nell'acqua)..... oppure mettendogli sotto il naso cagnolini - gattini - uccellini o strani roditori dicendo <guarda che carino, Sanzo! Posso tenerlo? Per favore!> guardandolo con occhi supplicanti.
Niente bonzi che piagnucolavano per cucine saccheggiate, o per le ore di meditazione disturbate dal suono di giochi e risate, niente Goku che si lamentavano di avere ancora fame, e nessuno a cui urlare dello stupido e nemmeno nessuno che nonostante ciò continuasse a seguirlo imperterrito dappertutto.

Probabile che i monasteri dovessero essere esattamente così, e in teoria lui avrebbe dovuto trovarcisi a perfetto agio; invece non riusciva nemmeno a dormire in maniera decente la notte.....anche per via di certi occhi d'oro pieni di lacrime che inesorabili continuavano a pararglisi davanti ogni volta che la sua mente si distraeva.
Non ne poteva più di quell'espressione ferita, ma soprattutto non ne poteva più della consapevolezza di essere stato lui a provocarla.....ma perché mai Goku l'aveva preso così sul serio?
Un anno che viveva con lui e non aveva ancora imparato a riconoscere quando diceva sul serio e quando le sue parole erano da intendere come la valvola di sfogo necessaria ad evitare una vera, disastrosa esplosione!
E poi avrebbe dovuto sapere anche che lui non aveva tempo da sprecare ad arrabbiarsi sul serio per certe stupidaggini.
Eppure persino Sanzo ammetteva di essere stato sconsiderato, con quella frase troppo dura.
Il piccoletto doveva essersi sentito rifiutato, indesiderato.....ricordava bene quanti incubi avesse avuto i primi tempi, sognando di essere ancora chiuso nella caverna, e di altre immagini confuse, incomprensibili ma tinte di sangue.....quante volte aveva bussato alla sua porta in piena notte, portandosi appresso il cuscino, mormorando <Sanzo> con voce fragile e chiedendogli di poter restare lì con lui.

Sanzo sbuffò: non gli piaceva essere influenzato a tal punto da qualcuno, ma temeva che purtroppo forse tardi per evitare il coinvolgimento.....in ogni caso, si disse, non era dispiaciuto per Goku, ma solo per se stesso, visto che l'assillo per quell'animaletto continuava a distrarlo. Così non poteva certo andare avanti!
Ad un tratto gli tornò alla mente un pensiero, riguardo la richiesta di Goku di trovare una data per il suo compleanno. Ignorava quale fosse il vero giorno di nascita, ma ricordava chiaramente che quando lo aveva trovato era il 5 di aprile.
Ed ora era.....il 4 aprile.
Sanzo aspirò con una sola boccata un buon quarto di sigaretta.
Se si fosse mosso subito sarebbe probabilmente tornato a Cho 'An per l'imbrunire del giorno successivo, in tempo quindi per..... per dire a Goku che poteva avere il suo compleanno, se davvero ci teneva.
Una cosa del genere significava trascurare l'impegno che aveva verso il monastero che lo ospitava, visto che avrebbe dovuto fermarsi lì almeno altri due giorni..... ma lui non era mai stato un bonzo particolarmente rispettoso delle tradizioni e dei precetti di Buddha, quindi l'ostacolo non sussisteva.
Inoltre una voce dentro di lui, che continuava a blaterare per quanto gli ingiungesse di tacere, ripeteva con insistenza <cosa preferisci? La vanesia soddisfazione di questi uomini, che comunque non sono né saranno mai in grado di capirti.....o la genuina felicità di una scimmietta che ti adora?>
La risposta era ovvia.....e Sanzo ancora non si rendeva ancora conto che l'unico principio che desiderava rispettare nel buddismo, quello del non attaccamento, era stato anch'esso irrimediabilmente infranto.


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Goku tracciava disegni sulla terra polverosa con un bastoncino, poi cancellava tutto con il piede, e ricominciava da capo. In quei giorni era tornato al tempio solo per dormire, e per andare a depositare nel cassetto la paga giornaliera che gli veniva elargita. Era bene attento ad evitare i monaci, ed aveva mangiato sempre in città, i pasti che gli offriva il signor Ling.
Se le condizioni fossero state diverse quel tipo di vita forse non gli sarebbe dispiaciuto; era quasi divertente fare il garzone per quel simpatico vecchiotto.....sua moglie, poi, cucinava bene, e avendolo preso in simpatia gli serviva sempre porzioni enormi, e ogni tanto guardandolo mangiare esclamava sorridendo 'che bel ragazzino!'.
Invece non si sentiva felice, nemmeno un po'.

Di solo due cose era certo: Sanzo gli mancava tantissimo.....e Sanzo non lo voleva.
Goku pensò che fosse completamente colpa sua, se non era riuscito a farsi volere almeno un po' di bene. Pensò che se fosse stato più silenzioso, più educato, più tranquillo, meno rumoroso, meno ingordo, Sanzo non si sarebbe mai arrabbiato con lui.
Lui avrebbe voluto comportarsi bene, ma non era sicuro di riuscirci; i prati e la luce del sole erano troppo invitanti, c'erano giornate fatte solo per correre, cantare, ridere, inseguire le farfalle ed arrampicarsi sugli alberi.....a volte ci aveva provato, a rimanere semplicemente seduto composto all'ombra, ma i suoi tentativi erano sempre naufragati nel giro di cinque minuti.
E la sua fame era così tanta che il cibo sembrava non bastare mai, impossibile pensare di limitarsi. Non sapeva spiegarlo bene a parole, ma non era semplice golosità o capriccio quel che lo spingeva a lamentarsi: davvero una fame incredibile lo tormentava spessissimo, lo stomaco così vuoto da dolergli, e lui ne avrebbe fatto anche a meno, se solo avesse potuto.
Gettò il bastoncino e si tirò le ginocchia al petto, nascondendo il viso su di esse, soffocando un singhiozzo: ancora un giorno soltanto e se ne sarebbe andato, e non voleva, non voleva!


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Sanzo si sentì immediatamente meglio, una volta che ebbe stabilito di tornare in anticipo a Chou 'An, e il viaggio di ritorno gli parve più piacevole che quello d'andata. Aveva anche deciso di muoversi in abiti 'borghesi', più comodi e che gli permettevano una maggiore tranquillità: con un paio di jeans ed una normale camicia dava meno nell'occhio che non con quell'inconfondibile veste cerimoniale.
Insomma..... da quando era partito erano passate ore e ancora nessuno lo aveva seccato! .....in verità continuava a sentirsi addosso molti sguardi, più che altro femminili, ma era qualcosa che poteva anche tollerare, almeno per un po'.

Di solito non si soffermava ad esaminare la merce in vendita nei negozi e sulle bancarelle, ma in questo caso si ritrovò per alcuni minuti a guardare quella di una ricca vetrina cui si era fermato davanti. Non che quel negozio gli interessasse personalmente, visto che vendeva dolciumi.
Facevano bella mostra di sé mele candite, dolcetti, cioccolate di ogni tipo, enormi leccalecca dai colori improbabili, caramelle, biscotti.....
Goku li adorava, ma era molto raro che avesse l'occasione di gustarne: capricci simili al tempio non si trovavano, e al di fuori di esso non gli dava sovente il permesso di mangiare dolci, perché goloso com'era quello scervellato si sarebbe procurato in men che non si dica disastrose indigestioni.
Tuttavia alcune eccezioni potevano essere fatte, di tanto in tanto, specialmente se c'era un compleanno da celebrare, e delle lacrime da asciugare.
Entrò nel negozio accompagnato dal lieve tintinnare del sonaglio posto sulla soglia.

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Nel suo ultimo giorno di lavoro Goku aveva ricevuto una paga superiore a quella dei precedenti; aveva contato i soldi e si era sentito orgoglioso di averli guadagnati da solo. Purtroppo però non sapeva se il denaro fosse sufficiente a risarcire il danno che aveva provocato.....temeva di no, ma era troppo tardi per racimolare ancora qualcosa.
Scrisse una breve lettera per Sanzo, per ringraziarlo di tutto ciò che aveva fatto per lui, per scusarsi dei problemi che gli aveva causato, e per spiegare che se ne andava per non disturbarlo più.....che non lo avrebbe mai dimenticato, e che era stato felice con lui, e quanto gli piaceva la sua voce, e quanto fosse buono il profumo d'incenso che aveva addosso, mescolato all'odore delle sigarette, anche se non gli piaceva che fumasse, perché aveva letto che faceva male alla salute, e lui non voleva che si ammalasse.....
Scrisse anche altre cose, tutte di getto, senza ragionarci, ma l'inchiostro ancora fresco fu sfumato dalle lacrime che caddero a grandi gocce sul foglio.
Si asciugò il viso con stizza, dicendosi che era proprio uno sciocco a piangere, e che se quello era il suo modo di iniziare una vita da solo non ce l'avrebbe mai fatta a cavarsela dignitosamente.
Piegò con cura la lettera e attese il tramonto, il momento in cui il movimento all'interno del tempio cominciava a spegnersi e ci sarebbero state meno possibilità di incontrare i monaci.

*****************************

<Probabilmente è l'ultima volta che vedo questa stanza.>
Pensò Goku, guardandosi intorno nella penombra
<Che stupido, non ho nemmeno preso dei vestiti con me....dovrò passare dalla mia camera, prima di andare via.>
Aprì il cassetto e trasse di tasca i soldi e la lettera.....un momento ancora, e non gli sembrava vero. Con stupore vide nel cassetto un piccolo origami, e lo riconobbe: era stato lui a regalarlo a Sanzo qualche mese prima. Era una ranocchia, e premendo leggermente l'angolo inferiore, come nel gioco delle pulci, saltellava davvero. Era stato uno degli anziani del tempio, uno dei pochi che era sempre gentile e buono con lui, ad insegnarli come farle e la prima che gli era riuscita davvero bene l'aveva regalata a Sanzo. Ricordava perfettamente come era corso da lui, tutto contento ed orgoglioso.

....."Sanzo, Sanzo, guarda! Ti piace?".....

Lui, come sempre, non si era dimostrato particolarmente entusiasta: stava lavorando ed aveva lanciato poco più di un'occhiata alla ranocchia. Poi gli aveva detto di andarsene a giocare e lasciarlo in pace, ed era tornato ad occuparsi delle sue carte. Goku credeva che il suo origami fosse andato buttato via, o dimenticato chissà dove.....ed invece eccolo lì, insieme a sigilli e.....

Fu allora che la porta si aprì e fu accesa la luce, schiarendo completamente l'ambiente; colto di sorpresa il cuore gli balzò in gola e per poco il borsello con il denaro gli cadde per terra.

"Cosa ci fai tu qui dentro?"

Chiese duramente uno dei due monaci che erano entrati, per riportare nello studio alcuni rotoli di preghiere di cui avevano avuto bisogno quel pomeriggio.

**********************

"Non stavo facendo niente di male!"

"Taci, ladro! Dopo che ti sono stati dati riparo e ospitalità questo è il tuo modo di ringraziare?"

"Ma io non stavo rubando! Perché non volete credermi?"

"L'ho sempre detto che il venerabile Sanzo non avrebbe dovuto portarti qui..... il tuo posto dovrebbe essere in un orfanotrofio!"

"Avanti, dacci quella borsa."

"NO!"


Ah, perfetto, pensò Sanzo, percorrendo il corridoio; nemmeno il tempo di arrivare e già c'erano problemi da risolvere. Si affacciò silenziosamente all'entrata del proprio studio; Goku era praticamente stretto in un angolo da due monaci dall'aria arrabbiata. Strano che il piccoletto rimanesse lì a farsi strapazzare, visto che avrebbe potuto liberarsi di quella situazione scomoda in un paio di secondi.....dopodiché figurarsi se un paio di bonzi sedentari sarebbero riusciti a riacchiapparlo. Soffocò un ghigno e fece un passo avanti.

"Che diavolo sta succedendo qui?"

Domandò imperiosamente, ponendo fine all'istante alla discussione. Poi ci furono solo due adulti che si profondevano in inchini e blateravano qualcosa a proposito di un ladro, e di soldi che stavano per essere rubati dal cassetto, e un ragazzino immobile che lo guardava ad occhi sbarrati, non si capiva bene se felice o terrorizzato, stringendo al petto un piccolo sacchetto di cuoio.

I due uomini insistevano cocciutamente nel parlare di furti e punizioni e lui li mise infine a tacere con uno sguardo che avrebbe fatto gelare persino un tizzone.

"Io non tengo denaro in questa stanza."

Disse scandendo le parole con durezza, e con un secco cenno della testa indicò loro di andarsene, e anche in fretta, per il loro bene; rimase da solo con Goku, che non si era mosso da dove si trovava e sembrava attendere che fosse lui a parlare per primo. Così fece, ma ciò che disse non fu particolarmente d'aiuto a rompere il ghiaccio.

"Ebbene?"

Goku abbassò la testa, strascicando nervosamente un piede sul pavimento.

"Loro non volevano ascoltarmi....."

Disse, domandandosi intanto cosa ci facesse Sanzo già di ritorno.....aveva fatto di tutto per non incontrarlo, ed era certo di aver calcolato bene i giorni.....
Il bonzo non rispose, ma Goku lo vide avvicinarsi lentamente, e poi fermarsi a raccogliere qualcosa; fu solo allora che si accorse che la busta con la lettera gli era caduta.

<Oh no! Non ora!>

Pensò, mentre il cuore gli saltava un battito. Sarebbe stato terribilmente imbarazzante, quelle righe erano piene dei suoi sentimenti e delle sue paure.....una cosa era se Sanzo avesse letto la lettera con lui lontano, un'altra, ben diversa, se l'avesse fatto lì davanti a lui. E se si fosse arrabbiato?
E se ancora peggio fosse rimasto tranquillo e gli avesse detto di spicciarsi ad andarsene?

"Non leggere!"

Esclamò con autentica implorazione, del tutto inutile, in ogni caso; Sanzo gli rivolse un'occhiata penetrante e poi tornò al foglio. Goku rivolse il viso al pavimento, senza nemmeno osare sbirciare l'espressione di Sanzo.

Dopo qualche istante gli parve di sentire una specie di stanco sospiro, e poi passi che si avvicinavano, fermandosi ad un braccio di distanza da lui.

"Ho trovato cinque errori d'ortografia, qui dentro. Dovrò darti più esercizi, d'ora in poi."

*************************

Il piccolo sbarrò gli occhi, incredulo.
Aveva sentito bene?
Ciò significava che.....Sanzo voleva che rimanesse?
La sua voce non era arrabbiata. E nemmeno troppo severa..... sembrava quasi come quando gli diceva che certe immagini notturne confuse e spaventose erano solo brutti sogni, e che doveva stare tranquillo, addormentarsi pensando a qualcosa che gli piaceva.
Deglutì e finalmente alzò il viso, fissando il ragazzo biondo davanti a sé.

"Quando ti dissi di non dare importanza alle parole cattive degli altri.....intendevo anche alle mie, hai capito, scimmia?"

Goku annuì senza parlare, troppo preso a guardare quegli occhi viola, che avrebbe paragonato alle ametiste, se avesse mai visto come erano le ametiste.

"È passato esattamente un anno da quando ti ho trovato, lo sai? - continuò Sanzo, osservandolo con la testa lievemente inclinata, per un momento assorto nel ricordo - Nessuno dei due conosce la tua data di nascita..... ma nascere è anche <venire alla luce>, ed è ciò che è capitato a te quel giorno, uscendo dall'ombra fredda delle rocce. Se ancora vuoi un compleanno, quindi, può essere oggi, Goku."

Gli porse il grosso sacchetto di carta colorata, chiuso da un fiocco dorato, che fino a quel momento aveva tenuto in mano, e Goku recepì infine ciò che il suo fine olfatto aveva già captato da un po': un buon profumo di dolci, invitante e goloso. Con gesti impacciati sciolse il nastro e sbirciò all'interno, vedendo tutti insieme più dolci di quanti ne avesse mangiati negli ultimi sei mesi.
Ci rimase così di sasso che continuò a fissarli per un intero minuto senza che l'istinto di divorarli lo toccasse.....sentiva solo il cuore battergli molto forte, e la felicità serrargli la gola, perché forse allora Sanzo non lo odiava!

"Tzk.....avevi così tanta fame che ti sei mangiato anche la lingua?"

Domandò sarcasticamente Sanzo, dal divano su cui si era seduto per riposarsi un po', visto il viaggio fatto in tutta fretta per arrivare in tempo.
Stava tentando di accendersi una sigaretta, ma l'accendino si era inceppato; mormorò una bestemmia a denti stretti.....possibile che fosse tanto difficile farsi una fumata in santa pace?
Stava ancora litigando con quella macchinetta ribelle quando d'un tratto una scimmia gli fu addosso, gettandogli le braccia al collo e facendogli così cadere l'accendino di mano e la sigaretta dalle labbra. Sentiva il peso ed il calore di Goku mentre questo lo stringeva, con in viso nascosto contro di lui; rimase immobile, per una volta senza sapere cosa dire, o fare.

Goku ripeteva:

"Ti voglio bene, tanto tanto bene, davvero....."

Ma era solo un bambino che non sapeva il valore di quelle parole. Però il modo in cui gli si era attaccato era così disperato che faceva pensare potesse essere vero.....in tal caso era fortunato ad essere capace di pronunciarle, almeno lui.
Lentamente la rigidità l'abbandonò; circondò il corpo esile dal ragazzino con un braccio e senza parlare gli accarezzò la testa, lasciando scivolare le dita tra le lunghe ciocche castane.
Quello era tutto ciò che poteva fare.



.......Un certo numero di anni dopo.....



"Aaahhhh!!!!! Giù le mani, pervertito di un kappa! Dobbiamo esserci tutti per iniziare a mangiare!"

"Beh io ho fame ed inizio anche se quel bonzo maledetto non vuole ancora onorarci della sua presenza!"

"Ti ho detto di lasciare stare! Altrimenti....."

"Altrimenti *COSA*?"

***!!!STONK!!!***

"Uahh! Che dolore! Come hai osato, scimmia idiota?"

"Ti avevo avvisato, imbecille!"

Sanzo tirò l'ultima boccata dalla sigaretta e poi gettò il mozzicone oltre la ringhiera del terrazzo, con un sommesso ringhio dal fondo della gola; ormai aveva capito che per avere un po' di silenzio avrebbe dovuto uccidersi. O uccidere quei due, a seconda dell'umore.
Non quel giorno, comunque, visto che era il compleanno della scimmia.

"Sanzo, dai vieni dentro, è tutto pronto!"

Lo chiamò Goku, correndogli accanto, esuberante come sempre.
Al bonzo tornò alla mente quel compleanno di tanto tempo prima, e il fanciullo che lo aveva stretto forte continuando a ripetere parole d'affetto che non avevano avuto risposta.
Goku aveva ben imparato che certe dimostrazioni d'attaccamento lo mettevano a disagio, e non aveva più ripetuto un numero simile, anche se il 'ti voglio bene' era sempre scritto sul suo viso, inconfondibile e chiarissimo.....come in quel momento.
C'erano state volte in cui tali parole spiccavano talmente nei begli occhi dorati che pareva di sentirle davvero. Erano volte in cui si coglieva anche il dispiacere di non poterle pronunciare ad alta voce, e quello di non averle mai avute per sé.
Immaginava che fosse una sofferenza per una persona dal carattere così estroverso.

"D'accordo."

Rispose Sanzo, avviandosi a fianco del ragazzo. Poi aggiunse, poggiandogli brevemente una mano sulla spalla, un istante appena, prima di superarlo e precederlo all'interno.

"A proposito Goku.....
.....anch'io."

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..................................Ok, la fic potrebbe finere qui..... ma se volete qualcosa di più in tono con i nostri amici continuate con quel che c'è qui sotto ^____^..............................




"Eh? Come?"

Visto che Sanzo non si era fermato a dargli spiegazioni prese a saltellargli intorno.

"Anch'io cosa, Sanzo? Eh? Eh? Anch'io cosa? Dimmelo, dimmelo! Saaanzooooo!!!!"

"FA' SILENZIO, STUPIDA SCIMMIA!"

***TWACK TWACK TWACK***

"Ahia! Ma devi proprio picchiarmi con l'harisen anche oggi?"

Piagnucolò Goku, massaggiandosi la testa con fare iperdrammatico.

"Se non chiudi il becco immediatamente ti darà un colpo per ogni anno che compi!"

"Ma così mi danneggerai il cervello!"

"Col cervello danneggiato tu ci sei nato, scimmia."

"E tu non intrometterti, kappa con la testa di scarafaggio!"

Mentre i due riprendevano a litigare e le vene sulle tempie di Sanzo cominciavano a pulsare in maniera decisamente preoccupante, Hakkai si avvicinò al bonzo, portandogli una lattina di birra fresca per calmargli i nervi.

"Se continua così non basteranno le tue ventagliate per farli tacere."

Disse, sorridendo serafico.

"Lo. So."

*CLICK*

D'un tratto fu il silenzio completo, ed una scimmia ed un kappa compostamente seduti a tavola.

"Ah, Incredibile cosa si riesca ad ottenere con il semplice scattare di caricatore, eh, Sanzo? O_^ "

"Tzk."


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