Goccia di stella

Parte XI

di Hymeko

”Come mai eri con quello?”
Neven sbuffò. L’aveva immaginato che Julien avrebbe reagito così, vedendolo arrivare con Konoe.
”Abbiamo parlato”
”Di quello che…è successo?”
”…no”
”Come mai?”
Neven lo guardò storto, poi sospirò:
”Perché l’ha chiesto lui. Era troppo stanco”
Julien si mordicchiò una ciocca di capelli:
”Scusami, ne sto facendo una questione troppo grossa, vero?”
”…non lo so. Non riesco a capirci nulla”
”Sai, Neven…per quanto mi scocci ammetterlo, e per quanto quello non mi piaccia, in fondo sono abbastanza contento che lui ti gironzoli attorno”
”Hn?”
”Te ne stupisci? Dopo quello che è successo…”
e mostrò le bende che lo fasciavano…
”…sono felice che uno come lui ti faccia la guardia”
Studiandolo, l’altro si chiese quanto doveva essergli costata quella rivelazione.
”Sbaglio o il tuo è puro opportunismo?”
”E che c’è di male?”
rispose Julien, scrollando le spalle. Arrivarono nella sala ristorante, che era piena, ma lui era un passeggero di prima classe, per cui un tavolo spuntò fuori in fretta.
”Non so…non mi sembra corretto, dato tutto quello che sta facendo”
rispose distrattamente Neven, ben attento a non rivelare altro.
”Di questo io non posso preoccuparmi, anzi…dovrebbero ringraziarmi che non mi sia unito al coro di lamentele”
”Hn”
”Comunque, vorrei ricordarti che siamo rivali per il posticino più importante nel tuo cuore, quindi che lui ti abbia baciato mi dà il diritto di essere un po’ acre, no?”
”Non lo so…anche tu lo hai fatto, in fondo”
”Infatti quel Konoe non mi sopporta”
sottolineò Julien.
Neven sbirciò il menù olografico, e scelse a caso delle portate. Da quando erano lì, lui e Julien mangiavano sempre assieme, e dormivano in due stanze vicine nella zona riservata agli equipaggi, anche se Julien avrebbe potuto ottenere una sistemazione migliore.
’Ma perché io piaccio tanto?’
si domandò, passandosi la punta della lingua sulle labbra. Proprio non riusciva a capirlo…
”Posso andare avanti con le domande?”
sussurrò a un certo punto Julien, bevendo timidamente un sorso d’acqua.
L’altro tentennò un attimo. Se gli avesse detto di sì, probabilmente non l’avrebbe più finita. Se gli avesse detto di no sarebbe stato scortese, e in più Julien ci avrebbe rimuginato sopra all’infinito, facendosi chissà quali idee sbagliate.
’Mi tocca scegliere il male minore’
”Sì…ma non troppe, ok?”
”Certo. Allora, cosa hai provato?”
”…non lo so. Ero troppo scioccato”
Julien lo studiò. Forse era meglio non insistere su quel punto.
”È stato meglio il mio o il suo?”
Le guance di Neven si velarono di carminio:
”Ma che domanda è???!!!”
”Quella più importante. Meglio io o lui?”
”…pareggio”
sbottò Neven, deciso a punirlo per quella mancanza di tatto. Gli aveva dato il permesso di continuare a chiedere, ma se iniziava subito ad andare troppo oltre…
”Neveeeen…”
”No, chiedi altro”
”…sei arrabbiato con noi, per averti baciato senza il tuo consenso?”
”…no. O non sarei qui con te, né avrei parlato con lui”
Julien attese un secondo, poi prese un respiro profondo:
”Ma noi ti piacciamo almeno un po’?”
Neven lo fissò:
”Come persone mi piacete molto. Oltre…nemmeno io lo so”
”Quindi…abbiamo una possibilità, o no?”
Doveva per forza includere anche quel suo dannato rivale, o Neven si sarebbe scocciato troppo.
”Adesso sinceramente no, sono troppo stanco e spaesato. Magari in futuro, quando le acque si saranno calmate”
”…immagino che non possa invitarti fuori…”
”Eh? E dove? In un deserto?”
”No. Ma c’è una serie di sale proiezioni in uno di questi piani, pensavo che potremmo andare a vederci qualcosa, una sera”
Mangiucchiando delle verdure, Neven annuì:
”Non sarebbe male, in effetti”
’Anzi…almeno mi distrarrei’
E poi con Julien più o meno si divertiva sempre…
”Allora facciamo domani sera?”
”Dipende…cosa trasmettono?”
”Vediamo subito!”
Julien inserì un chip nel lettore, e un volantino apparve di fronte a loro.
”Vediamo…avventura, romanticismo, horror, commedia, dramma…”
”Qualcosa di allegro!”
”Concordo. Via le cose tristi, allora”
Impostò meglio la ricerca, e spuntarono una ventina di titoli con le relative descrizioni.
”Che ne dici di un horror demenziale, in cui un arrosto ben cotto si innamora di un cane vampiro che lo rifiuta perché non ha abbastanza sangue e allora lui impazzisce e fa una strage a suon di colpi di paletto di frassino?”
”Cos’è il frassino?”
”Ah, non ne ho idea. Oppure c’è una commedia su una squadra di imbianchini che devono rifare il look a una stella che sta per trasformarsi in un buco nero…”
”Qualcosa con anche un cervello non c’è?”
Julien scrollò il capo:
”Chiedi troppo ai film recenti. Però c’è una rassegna di cortometraggi delle origini, ma molto origini, magari qualcosa di insolito lo troviamo”
”Quanto origini?”
”Proprio le origini. Pensa che le immagini non solo non escono dallo schermo, ma sono in bianco e nero, senza suono e senza diffusori di fragranze!”
Neven sospirò:
”Beh, a me non dispiacerebbe vedere questi pezzi di storia”
L’altro lo studiò un attimo, poi annuì:
”Allora prenoto per domani sera. Dopo il tramonto va bene?”
”Perfetto”
”Se poi scopriamo che sono interessanti, dopodomani c’è un filmone di quattro ore che riguarda la nascita di una nazione”
”Magari…”
’Quattro ore? Ma non avevano niente da fare a quei tempi?’
Neven ridacchiò fra sé, mentre Julien toglieva il chip, molto soddisfatto. Avrebbe scommesso i suoi adorati capelli che non ci sarebbe stato praticamente nessuno a vedere quella roba, quindi poteva starsene per un paio d’ore con Neven, magari tentando di flirtare un po’, se l’altro fosse stato della luna giusta.
’Magari dovrei farlo bere un po’, prima’
”Hai degli esami da fare, domani?”
Julien tornò velocemente alla realtà e scosse il capo:
”No. Almeno per una settimana sono a posto, devo solo farmi cambiare le bende dopodomani”
”Ti fanno ancora male le ferite?”
L’altro sorrise:
”Sei dolce a preoccuparti per me, ma stai tranquillo, è tutto a posto. Non sento praticamente nulla. Le medicine che mi sta dando la dottoressa sono ottime”
”Meno male…”
Julien lo osservò un attimo, poi espresse la domanda che aveva in mente da tanto:
”…sei preoccupato per Daleth, non è vero?”
Neven annuì:
”Non so cosa fare per aiutarlo”
Julien esitò un attimo, poi sospirò:
”Io non ho avuto il piacere di conoscerlo, ma posso dirti che basta che tu gli stia accanto. In fondo, il peso della sua guarigione non riguarda solo te. Ognuno ha una sua parte…tu sii il suo supporto morale, non caricarti di pesi che non puoi portare, e che non sono nemmeno destinati a te”
”Non l’avevo mai vista sotto questa luce”
gli confesso Neven, addolcendosi.
”Sono certo che di sveglierà presto. Anzi, brindiamo alla sua salute. Alla guarigione di Daleth”
”Alla guarigione di Daleth, Asha e di tutti i malati dell’universo”
”Salute!”

Neven entrò nel reparto dove erano ricoverati Daleth e Asha, uno dei pochi dove poteva andare abbastanza liberamente, grazie soprattutto all’intercessione di Abilene. Come al solito, tutto il personale faceva finta di non degnarlo di più di un’occhiata, anche se lui continuava ad avvertire quella strana sensazione. Non c’era nulla da fare, si sentiva fissato, e nessuna delle raccomandazioni di Konoe era servita ad alleggerire quel senso d’oppressione che lo rendeva irritabile.
”Come va, Daleth?”
sussurrò, dopo essersi seduto vicino a lui. Attorno c’era un via vai di medici e infermieri, ma i visitatori lì erano scarsi. In quel reparto erano poche le speranza di svegliarsi, lo aveva scoperto due giorni prima…
”Io non perdo la speranza, quindi non devi farlo nemmeno tu! Ne ho parlato anche ieri sera con Julien, a cena…è dispiaciuto per non averti potuto conoscere, sai? Quindi vedi di svegliarti in fretta”
Nessuno aveva ancora compreso cosa avesse causato quel coma a lui e ad Asha, e nonostante le condizioni rimanessero stabili, c’era una sorta di preoccupazione attorno a loro. Quella Gilda aveva sempre tutto sotto controllo, e trovarsi davanti a qualcosa di inspiegabile in campo medico mandava tutti in fibrillazione. E questo non faceva aumentare né la loro simpatia, né la loro disponibilità.
”Tutti stanno lavorando per aiutarti, ma anche tu devi darci una mano. Apri gli occhi,Daleth”
Non gli aveva mai parlato di Asha. Non desiderava essere lui a rivelarglielo, nel caso Daleth riuscisse a sentire le sue parole.
”Mancate a tutti, tu e i tuoi messaggi che vanno decifrati come testi antichi”
La sua allegria, la sua voglia di vivere, i suoi consigli…Neven si sentiva più debole, da quando Daleth giaceva lì.
”Soprattutto a me…ho bisogno di aiuto, e subito. Lo sai, sia Julien che Konoe mi hanno baciato, e io davvero non ho idea di che fare”
Sospirò forte, guadagnandosi un’occhiataccia da una dottoressa. Perché tiravano sempre in mezzo lui? Non potevano innamorarsi di qualcun altro?
”Non ci posso fare molto, vero? E tu, chissà cosa mi diresti”
Già, che cosa gli avrebbe detto Daleth, se fosse stato lì?
”Mi avresti chiesto di darmi una regolata e decidere fra i due. Bell’affare…non ne ho idea”
E poi? Che avrebbe fatto?
”Data la mia indecisione, probabilmente mi avresti sbattuto in mano una penna e un foglio e mi avresti detto di darmi una mossa e fare una lista con quello che mi piace e non mi piace dei due”
Sì, decisamente avrebbe fatto così.
”Bah…è abbastanza facile. Di Julien mi piace che sia della mia età, che sia simpatico, allegro, divertente, e affidabile. Non mi piace il suo comportamento troppo leggero, certe volte. Ogni tanto manca di tatto, ed è parecchio geloso. Però è davvero carino, anche fisicamente”
Toccava a Konoe…certo che era davvero strano fare un simile discorso praticamente da solo…
”Konoe…non so, non riesco a capire se gli piaccio davvero. Certe volte mi guarda come se non esistessi, altre come se vorrebbe mangiarmi di baci…già che mi abbia baciato e poi mi abbia chiesto di non parlarne- non te l’ho ancora detto, vero?- non è che deponga a suo favore”
No…non era stato un bel comportamento.
”Mi chiedo se…non se ne sia già pentito. O se mi abbia usato per togliersi uno sfizio”
Non lo credeva molto, però era un aspetto di quella faccenda che non poteva tralasciare.
”Julien non si è mai comportato così…non mi avrebbe mai fatto una cosa simile”
Si rese conto che il suo amico stava acquistando più spazio rispetto a Konoe.
”Ho bisogno che ti svegli, perché se non mi consigli tu, io farò sicuramente un pasticcio”
”Io penso invece che te la caverai benissimo”
Neven riuscì appena a soffocare un grido. Balzò in piedi, e si voltò di scatto, aggrappandosi al letto di Daleth. Dietro di lui c’era Abilene, che lo stava guardando con un sorriso stampato sul viso.
”D-Da quando sei lì?”
balbettò lui, sentendosi il volto in fiamme, accasciandosi sulla sedia.
”Da non molto, ho sentito poco più dell’ultima cosa che hai detto”
”Ah…ah”
”Problemi di cuore?”
gli chiese Abilene, sedendosi sul letto e accavallando le gambe. Portava i capelli raccolti dietro la nuca, fermati da una matita. Sembrava appena uscita da una riunione stressante…
”Ehm…”
Non è che non gli andasse di parlarne con lei, solo non lì!
”…non potremmo andare da qualche altra parte?”
Gli spiaceva lasciar solo Daleth, andarsene dopo così poco non era una cosa che gradisse. Ma già era stato abbastanza sciocco da parlare di quello che era successo, e di quello che aveva nel cuore, in un posto dove tutti potevano sentirlo. Confidarsi con Abilene gli avrebbe fatto bene, ma voleva parlare solo con lei, non anche con una marea di gente in attesa solo di origliare.
”Ok”
tagliò corto lei, alzandosi e dando un buffetto a Daleth.
”Ci vediamo domani”
gli sussurrò Neven, rimboccandogli la leggera coperta.
’E starò qui il doppio del tempo’
si promise, deciso a recuperare quello che non stava sfruttando quel giorno.
………
Konoe entrò trafelato sul ponte di comando della nave. Dopo aver spiato Abilene, era corso dal Comandante a riferirgli le ultime novità…forse erano giunti alla svolta tanto attesa.
”Signore, Neven si è allontanato da Daleth assieme ad Abilene”
Il Comandante annuì, e accennò con la testa ai monitor della nave:
”Tranquillo, Konoe. Per fare del male a Neven dovrà portarlo via, non oserà fare una mossa mentre è nel regno della Gilda. E quando accadrà, noi saremo pronti ad intercettarli…dovrà avere il tempo di organizzare il loro trasferimento, quindi abbiamo tempo, non preoccuparti”
’Sempre che accada davvero qualcosa’
pensò il militare, sperando senza molta convinzione in uno svolgimento piatto e senza emozioni del futuro.
”Perdoni il mio nervosismo, ma…siamo certi che la Gilda non…ha capito”
L’altro annuì:
”La Gilda ha contatti troppo in alto per esporsi. Tutti i personaggi più influenti delle galassie vengono qui a farsi curare. Che accadrebbe se si sapesse che sono legati, in qualche modo, a una serie di attacchi a una nave? I loro nemici ne farebbero polpette. E poi ho controllato, nessuno ha precedenti”
’Anche se nemmeno Abi ne ha’
”…lo spero tanto”
mormorò Konoe, non sentendosi per nulla rassicurato.
………
”Allora, come va? Qui possiamo parlare in pace, quindi non avere timore”
”Grazie infinite, Abilene”
La donna sorrise, e iniziò a fare il tè. Neven era seduto su una poltroncina di tessuto scuro, appoggiato contro una vetrata che dava sul deserto.
”Di nulla. Non sono solo la dottoressa, sono un’amica e sono una donna, so quando le persone hanno bisogno di me. È il mio istinto”
Lui la studiò con sguardo vuoto:
”Come vorrei essere come te”
sussurrò, accettando con gratitudine la tazza di tè.
”Mi pare che tu ci sappia fare, con la gente”
Ma Neven scosse il capo, respirando piano il profumo che fluiva dalla tazza:
”No…riesco a farmi degli amici, ma mi fermo sempre a uno stadio superficiale. Non apro il mio cuore a nessuno, non creo mai un rapporto speciale, come quello che c’era fra te e Asha. L’unico con cui l’ho fatto è stato Daleth, ma adesso lui…”
”È comunque vicino a te”
lo rassicurò la donna, sedendosi accanto a lui.
”…sarò un insensibile egoista, però…non mi basta, Abilene. Mi sento solo, non so cosa fare, mi sento spiato ogni momento, ci sono delle volte in cui credo di impazzire”
Si nascose il viso fra le mani, senza notare che la donna si era irrigidita.
”C-Cosa significa che ti senti spiato? Neven, non farmi preoccupare anche tu, ti prego!”
Abilene calcò volutamente sul tono drammatico e preoccupato della sua voce, sperando che servisse a farlo parlare subito…doveva pensare che fosse in pensiero per lui, e che solo le sue parole potessero tranquillizzarla un po’.
L’altro sospirò:
”Non è nulla, ne ho già parlato con Konoe, mi ha detto di non preoccuparmi”
”Ne hai parlato con Kon?”
Il sangue le si gelò nelle vene. Se avesse aumentato la sorveglianza su di lui, il suo piano avrebbe subito una paurosa battuta d’arresto.
”Già. È tutto a posto, non preoccuparti”
Lei si mordicchiò un labbro. Doveva indagare ancora, con discrezione…
”Meno male, se lo dice lui c’è da fidarsi. Ma…non per mettere in discussione il lavoro di Konoe…sei sicuro che abbia fatto tutti i controlli del caso? Non lo dico per sminuire le sue capacità, ma ultimamente è così stanco…”
”Lo so…gli ho parlato ieri, era davvero al limite. Comunque mi ha assicurato che è impossibile che qualcuno mi stia spiando in questo luogo, perché andrebbe contro il desiderio di privacy della clientela, che è uno dei pilastri su cui si fonda la fortuna della Gilda”
Abilene si rilassò, e Neven interpretò quel gesto come un sollievo per i timori che provava nei suoi confronti. Teneva molto a lui, in modo quasi materno. Sembrava la madre che non ricordava di aver mai avuto…
”Ha ragione…sono contenta che abbia preso lui il posto di Asha. E anche lei lo sarebbe”
”…già”
Rimasero un paio di minuti in silenzio, entrambi col pensiero alle persone care che giacevano nei letti di quel luogo, con la muta speranza di rivederli nel profondo del cuore.
”…era molto stanco Konoe?”
”Sì. È giunto a…sfogarsi con me di cose di cui non doveva parlare”
Abilene annuì:
”Immagino tu stia parlando dell’attacco subito da Anchan”
Neven annuì, e si strinse nella poltroncina:
”Meno male che non è successo quasi nulla”
”Quasi?”
ripeté lei, inarcando un sopracciglio in un modo che fece irrigidire Neven.
”Ho parlato troppo?”
sussurrò lui, deglutendo.
”Dipende…che cosa sai tu?”
Il ragazzo boccheggi sotto l’esame del suo sguardo d’acciaio:
”Io…n-non so s-se…”
Sciogliendosi i capelli, Abilene riacquistò la sua dolcezza:
”Konoe non è riuscito a parlami di tutto, ieri, perché è stato richiamato sulla nave per un controllo. Mi aveva detto che sarebbe venuto oggi, ma non ce l’ha fatta a causa dei suoi impegni”
”…immagino. È…sepolto di compiti”
”Già. Quindi perché non mi parli tu di quello che non mi ha detto? Gli risparmieresti la fatica”
”Hn…”
A Neven quella discussione stava mettendo addosso un senso di disagio. Aveva la netta sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato nel tono della dottoressa, e i suoi occhi erano diventati due stiletti che sembravano volerlo perforare. Non gli piaceva, non gli piaceva per niente.
”In fondo, io sono un alto ufficiale, e le sue informazioni erano rivolte più a me che a te, quindi è giusto che me ne parli”
La sensazione stava peggiorando, nonostante su quel punto lei avesse ragione…
”Io…”
”È qualcosa di tanto terribile?”
Abilene inclinò la testa, e una cascata di capelli biondi le incorniciò il viso…Neven scosse il capo e sospirò. In fondo, quell’informazione non era certo fondamentale…e poi avrebbe dato una mano a Konoe…e Abilene non era un nemico, stava aiutando Julien, Daleth e Asha…
”…sai che Anchan era quasi disattivato?”
”Sì. So che non poteva coprire tutta la nave”
”E del messaggio di Asha cosa sai?”
”M-Messaggio di Asha?”
Allora Asha aveva parlato con Anchan? L’attacco che aveva portato dal terminale di Daleth era fallito? Asha era riuscita a comunicare?
’Sono finita’
pensò, sbiancando.
”Già. Asha ha inviato un messaggio, ma il contenuto è andato perso”
”Eh?”
La donna riprese colore. Forse non tutto era perduto.
”C’è traccia della richiesta di contatto con Anchan, ma dato che l’ESAI era quasi totalmente fuori uso, non si sa bene cosa abbia chiesto”
”E non si può recuperare?”
domandò con una foga che non celava la speranza…Neven interpretò quella speranza come desiderio che fosse scoperto il contenuto, mentre in realtà era l’opposto.
”No…Konoe mi ha detto che nemmeno Adei e Daleth assieme ci riuscirebbero”
Abilene emise un sospiro di sollievo. Era in salvo. Qualsiasi cosa avesse detto Asha, non aveva potuto svelare il suo segreto a nessuno. La sua copertura era ancora salva.
’Sempre che Neven non mi stia mentendo…’
Lo studiò mentre mangiava dei biscotti…no, non era abbastanza forte per mentire tanto naturalmente.
’…o che Konoe gli abbia detto la verità’
Quella era una possibilità più probabile…Neven avrebbe raccontato quella che gli era stata presentata come verità, quindi l’avrebbe detta in assoluta buona fede.
’Devo interrogare a fondo Anchan. O forse non ha importanza, devo smetterla di indugiare. È ora di farlo’
e infilò una mano in una tasca, trovando un cerchio con una grossa protuberanza. A prima vista sarebbe stato riconosciuto come un semplice anello con una pietra bianca, ma a un esame approfondito sarebbe risultato essere un trasmettitore. Schiacciò la pietra, e un silenzioso impulso partì. Era ora di iniziare la fase finale. Quegli sciocchi avevano fallito sulla nave, colpendo Julien invece che Neven, ma lì lei ci sarebbe riuscita. E il suo sogno si sarebbe avverato…
”Neven, che ne dici di fare una passeggiata, mentre mi racconti dei tuoi spasimanti? Sono stanca di stare qui”
Il ragazzo sbirciò l’orologio. Mancava ancora parecchio all’appuntamento con Julien, avrebbe fatto in tempo. E poi, aveva davvero bisogno di un consiglio spassionato.
”Volentieri, Abilene”

Fine parte XI


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