Buon compleanno Ria
Goccia di stella
Parte VI
di Hymeko
Neven sospirò, barcollando nel corridoio. Le luci erano basse, l’orario deciso
come inizio del riposo si stava avvicinando. Gli facevano male gli occhi…era una fortuna
che non avesse incrociato più nessuno, o l'avrebbe fatto preoccupare. Quella
giornata…
Gemette, la testa iniziava a pulsargli. Aveva bisogno di un consiglio. Un vero
consiglio, senza contorni ironici.
Anche se Daleth si sarebbe arrabbiato, aveva solo un posto dove andare: da
Abilene. Lei l’avrebbe ascoltato e aiutato, in fondo faceva parte dei suoi
compiti. Era anche la psicologa della nave, no?
’E poi è Adei il tuttofare…’
Chiedendosi come mai quella battuta del suo amico gli fosse tornata in mente,
si trascinò fino all’infermeria.
’Ti prego ti imploro per favore permettimi di trovarla…’
Raramente aveva pregato prima, non ne aveva avvertito la necessità, nemmeno
nella sua assoluta solitudine. Ma non si era mai sentito solo: oltre ai robot, le
stelle, l’erba, il vento e la natura intera gli avevano tenuto compagnia.
Sfiorò la piastra azzurra accanto alla porta, che lentamente svanì. Era
fortunato, la dottoressa era ancora lì.
”Arrivo subito”
La sua voce limpida lo raggiunse da oltre una tenda iridescente.
”Non c’è fretta”
rispose lui, accoccolandosi su una delle poltroncine foderate di uno strano
tessuto blu. Le adorava…sarebbe andato lì solo per sedervi sopra.
”Neven? Sei tu?”
”Sì”
”Ah, vieni pure, sto facendo delle tisane per Daleth”
’Per lui?’
Per quel che ne sapeva, non amava molto quel genere di bevande…
”Abilene…”
A vederla, capiva meglio. Probabilmente Daleth sarebbe stato costretto a
trangugiare gli intrugli che la dottoressa stava preparando. Assomigliava molto
a un misto fra uno scienziato pazzo e una cuoca in preda ai deliri, con addosso
un grembiule con la scritta “Una dose d’amore”.
”Come va?”
”Io bene…Daleth un po’ peggio, fra un po’, a vederti”
Lei ridacchiò, scuotendo i lunghi capelli biondi, legati in una treccia morbida,
da cui riuscivano a sfuggire delle ciocche:
”Non dire così, che sembro davvero cattiva, poi”
Neven si sedette su uno sgabello, sospirando. Se doveva andare da Daleth, forse
non era il caso di parlargliene in quel momento…
”Stai bene? Hai un’espressione…”
’Tipico di lei…’
”Io…ho avuto una giornataccia”
Si ritrovò a pochi centimetri dal viso l’ovale perfetto della donna, che
emanava un leggerissimo profumo di miele. Mentre gli occhi blu lo scrutavano,
sentiva il sangue salirgli lungo le guance, fino a sommergergli il volto. Era
così vicina, e bella…
Si picchiò i palmi sulle tempie, scuotendo forte il capo. Non poteva pensarlo
per tutte le persone che gli si avvicinavano!!! Anche con Konoe, prima…
”Forza, non ho ancora iniziato a far bollire l’acqua per Daleth. Raccontami
tutto”
Fortunatamente si era allontanata…Neven pigolò, in cerca del coraggio che gli
serviva per confidarsi. In fondo era lì per quello…doveva solo far uscire la
voce…
”Io…”
Si schiarì la gola. Era sembrato il miagolio di un micino
appena venuto al mondo.
”Lo sai che non ti mangio, e che non sono pettegola...ho anche il dovere professionale,
quindi qualsiasi cosa sia resterà fra noi”
”N-Non ho nulla, non è una strana malattia…e non ho fatto niente di male!”
si affrettò ad aggiungere. Stava sempre peggio…
Abilene sorrise, scaldando un po’ d’acqua:
”Che ne dici di berti qualcosa, per calmarti un po’?”
”…volentieri…”
Cosa poteva dirle? Che aveva una voglia pazza di sigillarsi in stanza e non
uscirne mai più?
”Vuoi anche dei biscotti? Li ho fatti io”
”Ah…grazie”
Il liquido non era dolce, e nemmeno i dolcetti. Ma almeno lo stavano calmando.
Avevano uno strano sapore speziato, un profumo che gli permetteva di conoscere
mondi lontani, in cui gli sarebbe piaciuto andare…
’Ma con chi?’
si chiese, sciogliendosi nel rosso mattone della bevanda.
”…Neven?”
”Ah…”
Sussultò. Si era perso nei suoi sogni.
”Ora…forse sarebbe meglio se ti confidassi. Sei venuto qui per questo, no?”
Lui abbassò lo sguardo. Nella ferma dolcezza della sua voce, aveva trovato un
ordine velato di seta. Non era una richiesta…era una scelta da compiere. Se
voleva rimanere lì, doveva parlare. Quello era il ruolo di Abilene in
infermeria, non ascoltare il suo silenzio. Era un medico, non una pianta.
”P-Poco fa…credo…non so quanto tempo sia passato…ero con Julien”
”…è il ragazzo che hai incontrato sul ponte di prima classe, quando ci siamo
separati?”
Neven annuì. La dottoressa non aveva mai manifestato un gran interesse per lui,
e non le aveva detto che invece Julien era un po’…geloso…di lei.
”…si è un po’- parecchio- arrabbiato per il mio comportamento. Non mi sono
comportato bene con lui, diciamo che…ho fatto troppo il riservato. Credo...a causa della mia insicurezza...di averlo trascurato. Ma la cosa che più mi spaventa, è che...ne ero abbastanza consapevole”
Abilene soppesò quelle parole:
”Avete…litigato?”
”No…lui era più…dispiaciuto…e stranamente triste...cioè…prima non lo capivo, ma dopo oggi è tutto più
chiaro”
Terminò la frase con un filo di voce, mentre il rossore si impadroniva di nuovo
di lui, e gli occhi si socchiudevano.
”Neven…avanti. Sei una persona coraggiosa, e io sono qui per aiutarti. Dimmi
cosa ti inquieta”
La bocca del ragazzo si aprì, e si chiuse senza emettere suono. Non era solo il
comportamento di Julien ad arruffare i suoi pensieri. C’era anche Konoe, e la
sua reazione…
”L-Lui…i-io…piac…”
”Piac…non capisco”
Neven si sentiva fondere, ma lo disse:
”Piaccio…piaccio a Julien…mi ha…baciato”
”Ah”
Abilene si morse una ciocca, affrettandosi a preparare qualcos’altro da bere.
Non si era resa conto di quella possibile variazione…la vita di Neven sembrava
liscia come olio, e invece era rimasto intrappolato anche lui nella rete
dell’amore.
”E dimmi…cosa hai risposto? I suoi…pensieri…sono stati espressi in modo
decisamente chiaro”
Le spalle del ragazzo si abbassarono ancora di più:
”…c’è dell’altro”
mormorò sconsolato, passandosi una mano su una fronte.
”Ah?”
In cosa si era andato a ficcare?
”Dopo il b-ba…cio, mi sono
alzato, e dopo avergli chiesto scusa, me ne sono andato”
”Senza dirgli nulla?”
Neven scosse il capo, e la donna sbuffò. Quel povero Julien ci doveva esser
rimasto davvero male…
”Il fatto è che mi ha preso alla sprovvista! Io non ero pronto!!!”
”…non si può esser pronti per certe cose, Neven. Devono essere spontanee”
Il ragazzo alzò un po’ la fonte, per sbirciarla da sotto la frangia:
”Dici che ho fatto qualcosa di male?”
”…sinceramente?”
Lui annuì, e lei prese fiato:
”In verità, penso che tu gli abbia frantumato quasi completamente il cuore”
Fu come se un’astronave gli fosse caduta sulla testa. Se era successo con
Julien, allora…
”Ehm…Abilene?”
”Sì?”
Aria di confessione…
”Credo di…averlo frantumato a due persone, allora…”
Lei sbatté le palpebre:
”Scusa?”
Neven aprì la bocca e vuotò il sacco. Improvvisamente era diventato facile
parlare:
”Ehm…dopo esser andato via da Julien, mi sono diretto subito qui. Ho incontrato
Konoe e visto che ero piuttosto sconvolto mi ha fatto raccontare tutto, e dopo
che ho finito, lui…mi ha baciato”
Il cucchiaino che Abilene teneva in mano cadde a terra. Lei non si mosse per
raccoglierlo, mentre il silenzio ricopriva la stanza.
”S-Stai scherzando?”
Neven scosse la testa.
”Konoe…quel Konoe…ti ha…”
L’altro annuì.
”Il mondo sta per finire”
Neven la guardò. Era il ritratto di uno shock.
”Dottoressa…”
”Konoe non ha mai mostrato interesse per nulla. E ora…improvvisamente…ti
bacia?”
Più il racconto procedeva, più il ragazzo stava peggio. In balia di un
sentimento su cui non aveva controllo, che non era nemmeno sicuro di possedere,
era al centro di un vortice di cui non comprendeva nulla…ora tutti i suoi amici
gli sembravano degli estranei…
”C-Credo sia…geloso”
Lei annuì, pensierosa:
”In effetti il bacio è arrivato dopo che gli hai parlato di cosa era successo
fra te e Julien, giusto?”
”…non è che sia accaduto molto”
precisò lui…quel discorso stava prendendo una brutta direzione.
”Uhm…non agli occhi di Konoe. Meglio controllare”
”Cosa?”
Neven raggiunse la dottoressa, che aveva iniziato a picchiettare sulla tastiera
di un terminale di Anchan:
”Che non sia andato a cercare Julien”
Anche il mondo crollò addosso a Neven. Non ci aveva pensato. L’idea non l’aveva
minimamente sfiorato.
”J-Julien…”
Lo sguardo di fuoco che il militare gli aveva rivolto la prima volta che
l’aveva visto, quando l’aveva trovato abbracciato al suo collo…era stata la
prima manifestazione della sua gelosia?
”Abilene…pensi che Konoe…”
”No…tutto a posto. Konoe è in sala mensa”
Neven affondò in una sedia. Era una delle migliori notizie che avesse mai
ricevuto.
”Ti senti bene?”
”Io…potrei avere ancora un po’ di biscotti? Credo di averne bisogno…”
La donna lo squadrò:
”Non solo di questi, ma anche di risposte. Devi trovarle in te…cosa provi per
loro?”
Lui giocò con un dolcetto, in cerca di un pensiero che non apparisse troppo
superficialo e gretto:
”Io…ho la testa felpata. Non sono nemmeno in grado di affermare di…avere…un
simile tipo di sentimento”
”Non…ti piacciono?”
”Non è questo…”
Si chiuse a uovo, abbracciandosi le ginocchia. Mai prima di quel momento si era
sentito tanto…meschino. E freddo…come se quei sentimenti non lo sfiorassero
realmente. Se si fosse parlato di un personaggio di un libro o di un video,
probabilmente ne sarebbe stato più coinvolto. Un prisma di ghiaccio lo
racchiudeva, impedendo all’esterno di filtrare…poteva vedere l’universo
scorrere di fronte ai suoi occhi, ma solo gli sconvolgimenti della sua mente
riuscivano a toccarlo.
Il resto era…nulla…
”…li considero cari amici, soprattutto Konoe. Julien…non riesco a capirlo,
sinceramente. Come posso piacergli? Ci conosciamo da così poco…non sa nulla di
me”
Abilene gli si sedette accanto, accarezzandogli i capelli:
”Non credi ai colpi di fulmine?”
Neven girò la testa, per guardarla:
”Non lo so. Non so nulla”
”Allora c’è solo una cosa da fare. Pensarci sopra, fin quando la soluzione non
arriverà”
Si alzò, e tirò in piedi anche lui.
”Neven, devi dire loro la verità. E rispettare la loro reazione”
”Come posso fare? Insomma, non so neanche parlarne nel modo giusto”
Lei scrollò le spalle:
”Dì quello che devi. Come hai fatto con me”
”Io…non voglio renderli tristi”
”Questo…è già un passo avanti, non trovi? E non isolarti prima di aver parlato
con loro, o li farai davvero star male!”
”…sì”
”Forza Neven!”
Sospirando sconsolato, il ragazzo si avviò verso il ponte di prima classe. Non
era certo che Julien fosse lì, ma non sapeva dove cercarlo altrimenti. Con
Konoe sarebbe stato più facile…
”In che razza di situazione sono…”
”Daleth? Indovina cosa ti ho portato?”
”Noooooooo…le tisane noooo…”
”Invece sì”
Sorridendo, Abilene posò un vassoio colmo di piccole teiere fumanti sulla sua
scrivania, spostando la tastiera del computer.
”Abi…pensavo che te ne fossi scordata”
Lei scosse un dito di fronte al suo viso:
”Avevo da fare. Lavoro”
gli disse, senza aggiungere altro.
”Credo che dovrai fare gli straordinari…Konoe è stato qui fino a poco fa. Non
hai idea di cosa sia successo”
”Uhm…”
Il segreto professionale le impediva di parlare, ma l’idea l’aveva eccome…e
sapeva che Daleth non avrebbe tardato a capirlo…
”Tu…sai forse qualcosa?”
la guardò di sottecchi, studiando quella chioma biondissima.
”Lo sai che non posso dirti nulla. Ma credo non avrai problemi a capire da
solo”
Daleth si stiracchiò sulla sedia:
”Infatti. Neven dunque è venuto a parlare con te”
”Chissà come mai non col suo amico”
lo punzecchiò la dottoressa, con un briciolo di cattiveria.
Lui le fece la linguaccia, piccato per quel commento acido:
”…io non uso giri di parole! E non ho mai leccato nessuno!”
”Vero…”
continuò la donna, con più dolcezza…
”…ma non puoi pretendere che tutti siano come te. Le reazioni variano a seconda
degli animi, e tu lo sai bene. Non hai alcun diritto di pensare che tutti
rispondano come fai tu”
”…non mi sembra di aver mai fatto nulla di male”
I corti capelli rossicci furono accarezzati da una mano bianca:
”In una situazione divertente, no. Ma forse Neven è
venuto da me perché credeva che l’avresti buttata sul ridere. O sull'ironico”
”…che gran fiducia che ha in me”
borbottò, incrociando le braccia sul petto, offeso.
”Daleth…”
”Lo so lo so. Appena lo vedo, ci parlerò seriamente. Davvero”
”Bene. Ne sarà felice”
”Come ho fatto con Konoe, dopotutto”
Abilene rise, era ancora offeso:
”Dai, beviti una tisana e dimmi com’è andata”
”Io non so se posso parlartene…”
Daleth nascose un sorriso dietro una tazza fiorata.
”Guarda che tu non hai il segreto professionale”
”Già…ma se te lo dicessi, ci penserebbe Kon a farmi
fuori, e ti assicuro che questo è un motivo più forte del tuo segreto
professionale, per tacere”
Sbuffando, Abilene si sciolse la treccia:
”Uomini…sempre a menar le mani. Dimmi almeno se Julien rischia qualcosa”
A Daleth andò di traverso la tisana:
”Ehm…se non avessi convinto io Kon a stare calmo,
probabilmente ora sarebbe a galleggiare da qualche parte nell’universo…”
Si fissarono.
”Daleth…ben fatto”
”Grazie. Credi che dovremmo conoscere questo Julien, un giorno?”
”Mah…penso di sì…in fondo, se Neven dovesse scegliere lui, dovremmo dargli la
nostra benedizione, no?”
”Abilene!!!”
”Ehm…hai un minuto libero?”
Julien lasciò cadere la tartina che aveva in mano. Non avrebbe mai pensato di
poterlo rivedere tanto in fretta…
”S-Sei davvero qui?”
Neven annuì, scivolando sulla poltroncina accanto a lui:
”Prima di tutto, vorrei scusarmi per il mio comportamento di prima. Non me ne
sarei dovuto andare in quella maniera…perdonami”
e chinò la testa di fronte a lui, pronto a prendersi la meritata sfuriata.
L’altro lo fissò, incredulo. Sempre più bello ai suoi occhi. Aveva creduto
d’averlo perso, che quel bacio indesiderato l'avesse spinto a troncare i loro rapporti. Invece era riapparso di fronte a lui, un leggero spirito
diafano, la beatitudine a sfiorargli il viso.
”N-Non fa nulla”
mormorò, allungando una mano per lambire quei capelli troppo chiari…
”Davvero non sei arrabbiato?”
Neven alzò leggermente la testa, e Julien poté ammirare quegli occhi
bellissimi, senza un filo d’oscurità, due iridi che non sembravano mai aver
conosciuto il peccato…
”N-No…sei qui…a me va bene”
Un sorriso leggero, colmo di affetto. Anche se gli avesse detto che non
corrispondeva i suoi sentimenti, lui si sarebbe accontentato. Sarebbe vissuto
nel ricordo delle loro labbra che si sfioravano, nel sogno del suo profumo.
”Io…”
Neven si mordicchiò l’interno della guancia. Provava il desiderio di aprirsi
con lui, di svelare a poco a poco tutta la sua storia, ma temeva il momento di
iniziare. Avrebbe segnato l’impossibilità del tornare indietro…
”…non sono come credi”
mormorò, con un flebile gemito.
”E come dovresti essere?”
sussurrò il ragazzo di fronte a lui, rimettendogli a posto
una ciocca.
”…posso chiederti…come mai il tuo sentimento…sia nato per…me?”
Quella domanda non gli abbandonava la mente…era così difficile, per lui, da comprendere…lo conosceva a
malapena…
Julien alzò semplicemente le spalle:
”Perché sei bello. E mi piace stare con te”
”Ah…io…non capisco…”
Si guardarono.
”Neven…cosa vuoi sapere esattamente?”
”…non ho idea di cosa voglia dire innamorarsi…”
”…ah. Alla faccia della delicatezza”
Improvvisamente Neven si rese conto di quanto aveva detto, e sbiancò:
”Aspetta non essere così drastico! Non è detto che lo impari in futuro!”
”…a me questa sembra un po’ un’arrampicata sugli specchi”
”Ah…”
Aveva di nuovo sbagliato a parlare. Sarebbe mai riuscito a combinarne una
giusta?
”Perché non provi…a raccontarmi tutto dall’inizio?”
”…non ho nemmeno idea di quale sia”
Calò il silenzio. Nessuno badava a loro. Erano soli, ai lati di una folla.
”Neven…non sei costretto a dirmi tutto subito. Basti che mi dici che non mi
odi, e che sarai ancora mio amico”
”…non so nulla di me. Nulla”
Non voleva semplicemente rassicurarlo. La necessità di dirgli tutta la verità
era diventata insostenibile. Un po’ per lui, ma soprattutto per se stesso. Era
lusingato da quella dichiarazione, ma se avesse saputo la verità, Julien
l’avrebbe ugualmente apprezzato?
”Cosa dici?”
”Io…ho vissuto da solo fino a quando questa nave non si è fermata per
raccogliermi. Ho perso il conto degli anni trascorsi in totale solitudine.
Julien…”
I due sguardi si fusero in uno solo…
”...non sono in grado di darti una risposta, perché non so nemmeno se so
provare il sentimento chiamato amore”
”S-Se parli così mi spaventi…”
L’altro gli regalò un sorriso triste:
”Scusami…ma improvvisamente comprendo di avere un animo vuoto”
Anche sulla bocca di Julien si disegnò un sorriso:
”Non credo sia come dici tu…mi permetterai di aiutarti a scavare, in cerca del
tuo cuore?”
”…sì. Ma non potrò darti l’esclusiva”
Julien si corrucciò:
”Ho un rivale?”
”…già”
”Quel tipo di marmo che mi ha incenerito quando ci ha beccati abbracciati?”
”…sì”
Neven si trovò l’amico piantato di fronte al viso:
”Lui…ti piace più di me?”
”J-Julien…calmati”
”Sì, hai ragione, scusa. Ho capito, ho capito. Sarà più difficile del previsto…ma sappi che io combatterò! Non permetterò a nessuno di portarti via da me!”
Neven arrossì, incredulo di poter esser considerato davvero prezioso:
”...grazie”
mormorò, il cuore finalmente più leggero.
Fine parte VI
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