Auguri Eny-pooh, prima lettrice di questa fic, buon compleanno!!! Divertiti tantissimo!!!
Goccia di stella
Parte II
di Hymeko
L'astronave era un vascello enorme, pieno di sorprese. Spesso Neven si perdeva, e doveva allora approfittare dell'aiuto di qualche membro dell'equipaggio. Fortunatamente sbucavano come funghi quando ne aveva bisogno, e anche quando non ne aveva, così si era potuto ambientare abbastanza in fretta, e senza troppi scossoni.
Riconosceva di aver esagerato coi suoi timori. In fondo lì non si stava così male. Certo, doveva condividere uno spazio minuto con moltissime persone, ma una volta abituatosi, la cosa era quasi divertente. Anche perché lui non aveva da lavorare…classificato ufficialmente come naufrago, la sua descrizione era stata inviata al Controllo Galattico, da dove era arrivato l'ordine di portarlo lì, una volta scaricati i passeggeri. Si sentiva come stesse viaggiando a scrocco, ma nessuno la pensava come lui. Anzi…molti lo invidiavano, ma senza cattiveria.
Uno di questi era il miglior amico che s'era fatto. Daleth.
Anche se gli inizi non erano stati dei più limpidi.
Ridacchiò, passandosi la spugna sulle braccia.
"Che hai da essere tanto allegro?"
gli chiese uno dei militari seduti accanto a lui, a lavarsi prima del bagno. Non ricordava il suo nome, c'era troppa gente che aveva visto solo una volta.
"Oh, nulla. Stavo solo ricordando il mio primo incontro con Daleth"
Uno sbuffo si sollevò da tutti i presenti, come una schiera di pentole con l'acqua che bolliva.
"Che c'è?"
chiese il ragazzo, un po' stupito.
Un altro uomo, ben piantato e pieno di piccole cicatrici, rispose per tutti:
"Semplicemente abbiamo immaginato come si sia presentato: ovvero con uno dei suoi messaggi incomprensibili"
"L'ha fatto anche con voi???!!!"
"Eh sì, è il suo modo di dare il benvenuto"
Neven si grattò un orecchio:
"Ecco perché Konoe non sembrava sorpreso…"
"Il vecchio Kon? E che c'entra quel pezzo di marmo ambulante?"
Sembravano stranamente interessati al fatto che Konoe interagisse tanto con lui.
"Bè, ecco…quando Daleth mi ha mandato il messaggio, io non ci ho capito molto"
"Naturale!"
commentarono tutti in coro.
"Ecco, era una cosa così, più o meno. Cioè, questa me la sono trovata stamattina su un bigliettino appiccicato alla porta, ma in pratica non era molto diverso. Quella volta sono dovuto andare da Konoe a farmelo decodificare"
Fra le risate di tutti, il ragazzo allungò un braccio e tracciò una serie di simboli sul vetro dello specchio di fronte a lui, tutto appannato: |'ao c 6 'sto pome ka dp Abi ho qlcs 4u by Cap ;-) è int civepo ok ka|
"Vediamo se riesco a tradurlo…"
Il primo che aveva parlato si spostò per vedere meglio:
"Ciao ci sei questo pomeriggio? Dopo Abi…lene?"
"Sì, mi ha visitato. Finito il bagno andrò da Daleth"
"Ah…dopo Abilene ho qualcosa per te da parte del Capitano"
"La faccina felice mi preoccupa"
Un altro militare si unì alla conversazione…sembrava di essere al pub della mensa.
"Infatti. Vediamo il resto…è interessante, ci vediamo poi, ok?"
"Esatto!"
"Ho vinto una bambolina di pezza!"
"Evviva il nostromo!!! Ecco il tuo premio!!!"
e gli tirarono addosso una serie di catini d'acqua gelata.
"Aaaahhh!!!"
Neven schizzò via, rifugiandosi nella vasca da bagno caldissima. Gli ultimi baffi di schiuma erano stati lavati via dall'acqua che viaggiava copiosa per la stanza, una battaglia senza morti né feriti, ma non meno appassionata e avvincente. Da una parte gli addetti alla sala controllo, dall'altra quelli della sala macchine, mentre un terzo gruppetto di uomini, dispiegati nei vari settori, si spostava fra gli schieramenti, organizzando agghiaccianti- letteralmente- tradimenti e sortite. Sembrava si divertissero molto…ma Neven non intendeva partecipare. Perché avrebbe significato doversi schierare da una parte o dall'altra, non gli andava di mettersi col terzo gruppetto, che era quello che prendeva più acqua. No no, meglio la neutralità. Perché così poteva studiare i suoi compagni.
Non sapeva bene come andassero lì le cose, per cui non si permetteva mai di fissarli più di qualche secondo.
Ma quella era una scusa perfetta…voleva comprendere bene tutte le diversità che regnavano, senza contrasti, in quello spazio ristretto.
La maggioranza dell'equipaggio era composta da umanoidi di ambo i sessi, con la pelle tinta di varie sfumature, più o meno naturali. I maschi lì dentro erano all'incirca come lui, a parte una considerevole differenza di massa muscolare.
'Loro sono davvero grossi'
pensò, girandosi verso l'altro lato della vasca, e osservando il proprio corpo galleggiare. Era effettivamente magro, ora che aveva un termine di paragone lo capiva. I suoi arti erano lunghi, benché non superasse il metro e settantacinque. E la sua pelle non aveva alcuna imperfezione.
Sbirciò un addetto alla sala macchine…i suoi muscoli erano impressionanti, come le venuzze che gli segnavano la pelle.
Lui non aveva nulla del genere…solo cute bianchissima e liscia.
Sconsolato senza saperne il motivo, tornò ad osservare quella finta guerra. Ora esistevano anche delle mini barricate fatte con i catini. Non riparavano alcunché, ma erano divertenti. E oltre all'acqua, stavano iniziando a volare anche le spugne insaponate e gli asciugamani.
'Qua la cosa degenera…'
Neven scivolò di più nell'acqua calda, benché lo soffocasse un po'. Ma sempre meglio di una saponetta nell'occhio, concluse dopo che un'imprecazione rimbombò fra le piastrelle.
Il "ferito" perse la salvietta attorno alla vita, e Neven si rese conto che non tutto era più grosso…nonostante i muscoli, almeno in quello poteva competere senza vergogna.
"Wwwwhhhaaaa Yon hai bisogno di un'imbracatura per rialzarti?!"
Quello che aveva parlato era uno dei pochi non umanoidi. Alto e sottilissimo, molto più di lui, non partecipava alla lotta.
'Ma chissà perché non viene mai colpito'
La sua pelle azzurrognola sembrava immune agli schizzi folli…così come quella degli altri non umanoidi presenti, cinque specie di piumini colorati che erano andati ad accoccolarsi accanto a lui.
"Allora Neven, come va?"
"Benissimo, grazie. Anche se mi piacerebbe poter uscire da questa vasca, mi sto lessando"
Il quintetto squittì, o forse rise:
"Piacerebbe anche a noi avere il coraggio di attraversare il campo di battaglia"
I sei diedero le spalle al combattimento, ormai aveva perso molto del suo fascino.
"Speriamo che arrivi qualcuno a salvarci, allora. Armato di collante, per tenerli fermi. Ma tornando al discorso di prima, non preoccuparti di Daleth. Presto imparerai a capirlo"
"Oh, non preoccupatevi, è tutto a posto. Anzi, io lo trovo divertente"
I cinque piumini rischiarono l'annegamento:
"Come divertente?! Ma se tutti lo odiano quando fa così?!"
Neven alzò le spalle:
"Non so che linguaggi usi per fare quel misto di parole, ma a me sembra una cosa buffa. Non fa male a nessuno…anzi, assomiglia a un gioco enigmistico, quasi. A me non dispiace"
Gli altri si sfiorarono le punte morbide:
"Noi lo odiamo"
confessarono, stringendosi gli uni agli altri.
Il ragazzo sospirò:
"Daleth usa quel suo strano linguaggio con voi?"
"No, non più, da quando gliel'abbiamo chiesto"
"Oh, allora è tutto a posto, no? Penso sia semplicemente necessario mettersi d'accordo…se poi a uno quella scrittura mista non piace, basta che non pretenda che la propria condanna sia legge universale. E che non pontifichi all'infinito"
"Che saggezza in un giovane virgulto!"
Ridacchiando, Neven scosse il caschetto biondissimo:
"No, credo sia l'acqua bollente, mi sta dando alla testa!!!"
"Anche a noi!!!"
La porta del bagno si aprì con un sibilo, e la battaglia cessò di colpo. Tutti fissarono il nuovo arrivato, col cuore in gola e il terrore dipinto sul viso: era Konoe. Vestito solo di un asciugamano attorno alla vita.
"Ecco il nostro salvatore!!!"
I piumini si sollevarono in volo, attraversando la stanza finalmente sicura.
"Ehi aspettatemi!!!"
Neven si alzò in piedi, ma barcollò e ricadde sulle ginocchia, facendo sbordare l'acqua dalla vasca.
"Neven!"
Konoe attraversò con sicurezza il pavimento scivoloso, e lo raggiunse mentre gli altri iniziavano a sistemare tutto, un occhio preoccupato all'uomo appena arrivato.
"Stai bene?"
"Sì…mi sono solo alzato troppo in fretta!"
"Vieni, ti porto fuori di qui. Non avresti dovuto rimanere tanto nell'acqua bollente"
"Lo so…scusami"
Il militare gli circondò il fianco con un braccio, e lo aiutò ad attraversare la stanza, mentre i piumini volteggiavano attorno a lui, per fargli un po' d'aria.
"Non devi essere tu a scusarti, ma un certo gruppo di bambini dell'asilo, che a quanto pare non hanno compreso la differenza fra un bagno e una piscina infantile"
I diretti interessati abbassarono lo sguardo, colpevoli, mormorando parole di scuse…Neven sorrise, nonostante il capo gli girasse: si conoscevano da poco, eppure tenevano a lui.
"Non dire così…è stato divertentissimo. A dir la verità…spero di poter partecipare anch'io, la prossima volta"
"Tre urrà per Neven!"
intonò il nostromo.
"Urrà! Urrà! Urrà!"
Il ragazzo li salutò con la mano, e la porta si chiuse alle sue spalle.
………
"Allora, cosa ha detto Abi? Ci sarà rimasta malissimo, a rivederti dopo la sua visita"
Daleth gli passò una bibita gelata, ansioso di sapere le ultime novità.
"Che ho bisogno di stare a riposo per qualche ora, ma che non è stato nulla di grave. E di stare attento alle vasche di acqua bollente, la prossima volta"
Neven si passò un panno fresco sulla fronte, appoggiando le labbra rinsecchite sul vetro coperto di condensa.
"La dottoressa ha sempre ragione, quindi dalle retta"
"Non ne dubito, e non preoccuparti, farò come dice lei"
Sospirando, Daleth studiò il loro riflesso negli specchi, che contribuivano a restituire alla sala mensa un'illusione di vastità. Erano una coppia davvero strana: lui coi corti capelli a spazzola, color carota come le lentiggini che gli punteggiavano la pelle lattiginosa, con però due spalle larghe come un armadio. Mentre il suo nuovo amico aveva il corpo minuto, e due occhi azzurri come zaffiri, e un corto caschetto biondissimo. Vedendolo, aveva finalmente compreso l'aspetto di un elfo…solo che il più alto era lui.
L'unico tratto in comune era la pelle, simile a un pallido bicchiere di latte. Anche se, in quel momento particolare, la cute di Neven somigliava decisamente alla maschera distorta di un clown.
"Cosa stai guardando?"
gli chiese il ragazzo, vedendolo assorto.
"Il tuo riflesso…fai quasi paura, lo sai?"
L'altro si voltò a fissare la propria immagine:
"In effetti…spero che passi in fretta"
Daleth si grattò i capelli cortissimi:
"Non preoccuparti, te l'ho detto: Abi ha sempre ragione. Se ci fosse stato qualcosa di preoccupante, probabilmente ora saresti legato al suo lettino, a farti curare"
"Non dire così che mi spaventi!!!"
Ma l'amico non sembrava aver alcuna intenzione di desistere:
"Non lo sai? La dottoressa è terrificante, quando ci si mette…se volesse, potrebbe rivoltarti come un calzino"
"Daleth…Abilene mi ha detto che dovrà farmi un check-up completo, appena mi saranno tornate le forze!"
"Ops…"
Si fissarono in silenzio. Poi Daleth scoppiò a ridere:
"Dai, vedrai che andrà tutto bene, vorrà solo vedere come sei messo di salute! In fondo, hai passato un sacco di tempo da solo"
"Sì, ma c'era un medico robot. Non sono mai stato veramente male"
"Beato te…ah, a proposito, devo consegnarti questo. Da parte del Capitano"
e gli tese una mano, con una piccola piastra sopra.
"Cos'è?"
"Serve per comunicare. È una specie di touch screen. Continente una lista di tutti i componenti dell'equipaggio: tu la fai scorrere, decidi a chi mandare il messaggio, scrivi e invii. Forte, no? L'ho progettato io assieme ad Adei"
"Adei?"
L'aveva già sentito, ma non era ancora in grado di associare i nomi alle persone.
"L'ingegnere di bordo, super genio tuttofare multispecializzato. Stira benissimo le camicie, fra l'altro"
"Ah sì…"
"Ti assicuro che è un gioiellino. Non Adei, la mia invenzione. Può mandare sia messaggi di tipo tradizionale, cioè solo testo, video o misto; oppure proiettare un modellino 3-D della persona, ovvero tu se mandi un messaggio, o l'altro se stai parlando in tempo reale. Quando verrà commercializzato, sarò ricco!!! E allora potrò smetterla di fare l'addetto alle comunicazioni!"
"Non ti piace?"
Daleth sospirò:
"No, non è che non mi piaccia, ma sono pur sempre su una pulciosa nave passeggeri. Io avrei preferito lavorare in un bel palazzo, o in una delle sedi del Controllo Galattico, o su una lussuosissima nave da crociera…ti sei mai tuffato fra i vapori di una stella che nasce?"
"Ehm…no"
A dir la verità, Neven non aveva idea che si potesse fare una cosa simile…
"Aaaaahhh devi provarci!!! Io l'ho fatto solo una volta, ero sulla Galaxy Dream, per un viaggio premio…devi andarci per forza!!!"
"Appena potrò"
gli promise. Non era male, in fondo, avere progetti per il futuro.
"Benissimo!!! E adesso, spettegoliamo un po'!"
Neven lo fissò, sentendosi all'improvviso sull'orlo di un precipizio:
"Daleth…io sapevo che è una cosa scorretta…"
"Ma no no, non intendevo quei pettegolezzi cattivi da galline acide. Volevo dire che mi piacerebbe sapere cosa ne pensi dell'equipaggio, chi ti piace o no…e se hai già messo gli occhi su qualcuna!"
"Eeeeeeeehhhhhhhhhh???!!!"
Passandosi le dita fra i capelli a spazzola, il ragazzo sbuffò:
"Pronto? Ma ci sei o ci fai? Sto parlando di ragazze, pollastrelle, tipe, come le chiami tu insomma!"
"Io…"
Si sentiva avvampare…non solo non aveva mai pensato all'amore in vita sua, ma quel pensiero non l'aveva sfiorato nemmeno lì, in mezzo a tutte quelle persone.
"…non conosco nessuna abbastanza bene, per poterlo dire"
"Certo che sei proprio un bel tipo…potresti avere tutta l'astronave ai tuoi piedi, e che fai? Passi metà del tuo tempo con me, e l'altra metà con Kon!"
Neven fissò il proprio riflesso, pregando che il sangue non defluisse troppo velocemente dalle sue guance:
"Con voi mi trovo bene…è una cosa sbagliata?"
Daleth allontanò l'idea con un gesto della mano:
"Ma certo che no! Ma non si vive di sola amicizia!"
"Io…non credo di essere già in grado di innamorarmi di qualcuna"
L'altro appoggiò i gomiti sul tavolo, tendendosi verso di lui con fare molto, molto interessato:
"Non è che invece ti piacciono i maschi?"
"Eh?"
A Neven parve di cadere dalle nuvole…
"Guarda che non ci sarebbe nulla di male. Basta che non ci provi con me, io sono etero convinto. Anche se…"
E lo guardò come un gatto che si diverte con un topolino indifeso…
"…sei sempre appiccicato al caro Kon…"
"Smettila! Konoe è semplicemente gentile con me!"
"E questa è un'altra cosa sospetta! Prima che arrivassi tu, lui era gentile solo con la pistola laser!"
"Mi gira la testa…"
Neven appoggiò la fronte sul tavolo, battendocela ripetutamente contro:
"Dai, stavo scherzando!!! Devi abituarti a lasciarti prendere in giro un po'!!! E poi, se proprio dobbiamo dirla fino in fondo…"
"Ti imploro non farlo…"
"…anche il Capitano diventa…come dire, soffice, quando ci sei tu nei paraggi! Fa venir voglia di abbracciarlo!"
"Figuriamoci se lasciava perdere…"
Incredulo di aver parlato al vetro, Neven scrollò le spalle, alzandosi. Era stata una lunga giornata. Non ce la faceva più…voleva solo andarsene a letto a dormire, e lasciarsi tutto alle spalle. Daleth, senza saperlo né volerlo, gli aveva messo in testa un sacco di pensieri.
"Ma come, te ne vai già?"
"Ho quasi mal di testa…"
Non era una bugia, non era abituato a dirne. Ma nemmeno la realtà…iniziava a comprendere l'arte di mostrare solo il lato comodo della verità.
'Se mi vedessero i miei robot…'
pensò, mentre caracollava verso la sua stanzetta. La stava trasformando in un nido accogliente, piano piano. Il Controllo Galattico gli aveva assegnato una piccolissima pensione, il minimo di cui vivere. Ma dato che il cibo della mensa era gratis, e oltretutto lui era diventato la mascotte della nave, la sua unica spesa erano stati dei poster da attaccare alle pareti. Per il resto, prendeva in prestito digibook e video dalla biblioteca, e ogni tanto accompagnava Daleth in qualche spedizione sui vari ponti della nave, soprattutto quello di prima classe, coi passeggeri davvero colmi di denaro. Lì erano a disposizione biblioteche più ampie e sale conferenze, e quando non c'era nessuno, potevano dare un'occhiata ai collegamenti con tutte le parti dell'universo.
Spesso era strabiliato dai progressi delle comunicazioni, rispetto al suo ristretto mondo di computer e robot vecchi di quasi quattro lustri, e ancora più volte non capiva la metà di quel che accadeva. Anche se, a sentire il suo amico, imparava davvero in fretta...
Sprofondò nel letto, rigirandosi subito a pancia in giù.
'Certo che ne sono successe di cose nell'universo. Chissà dove sono mia madre e mio padre, e come stanno'
Si sentiva un po' in colpa. Non aveva pensato molto a loro, da quando era stato recuperato.
"Scusatemi"
mormorò, a nessuno in particolare, sperando però che il suo pensiero colmo d'affetto raggiungesse i destinatari, come le onde delle trasmissioni arrivavano fin lì.
BIP BIP BIP
"Ma cosa…"
Si tastò il corpo, alla ricerca della fonte di quel segnale sconosciuto. Era la piastra ricevuta in mensa.
|Buonanotte! C u dom!|
"Daleth!"
rise, digitando una risposta con tutte le parole scritte bene, giusto per impratichirsi con quel nuovo giocattolo.
'Se sentisse che lo chiamo così…'
"Allora?"
"Sta andando a dormire. Cosa che dovremmo fare anche noi"
Konoe bevve un lungo sorso di bevanda calda, e sospirò:
"Lo sai che per noi non ci sarà vero riposo, per molto tempo"
"Tu devi stare più attento: lo stanno notando in troppi, che gli sei sempre appiccicato"
"Non gli sono appiccicato!"
Il sibilo rabbioso non spaventò Daleth, che fece l'occhiolino a una delle addette alla navigazione:
"No? Ma se sei sempre lì a preoccuparti per lui…"
"Daleth!"
L'altro spostò gli occhi su di lui:
"Guarda che non ho mica nulla da ridire. Solo che devi stare più attento. E magari trovare una scusa per tenertelo stretto. Così nessuno vi darebbe più peso"
"Credi che non ci abbia pensato?"
"Potresti metterti assieme a lui, almeno potreste passare assieme un sacco di tempo. Tanto, Neven è già affascinato da te, come minimo. E anche a te farebbe bene, un po' di calore umano"
"Ti sembra il caso di dire una cosa simile? Secondo te potrei mettermi con lui solo per il nostro obbiettivo? Mi vedi così gelido?"
Daleth scosse piano il capo:
"Scusami, è la stanchezza. Ma tutto questo è così difficile…"
"Lo so…"
Konoe si specchiò nella bevanda scura, perdendosi nel calore che abbracciava il suo sguardo:
"…e tutto è reso più arduo da lui. È così…"
"…fragile"
terminò il dirimpettaio, prevedendo la sua definizione.
"Già. Non so cosa sia in grado di reggere"
"Di certo non la verità"
Da oltre gli occhiali, Konoe lo studiò:
"Tu sei diventato molto amico di Neven, cerca di renderlo più forte"
"Credi che sia facile? Ci sono cose che sopporta tranquillamente, mentre altre…lo distruggono"
Per qualche minuto regnò il silenzio, rotto dalle risate degli altri avventori della mensa.
Poi Konoe parlò di nuovo:
"Hai scoperto a chi era destinato quell'impulso?"
Daleth si morse un angolo di un labbro, fino a farlo sanguinare, ma non disse nulla.
"Ho capito"
Si alzò. Era ora di raggiungere il proprio stanzino, accanto a Neven.
'Chissà se scoprirà mai che non è stato un caso, che quell'alloggio fosse libero…'
Fine parte II
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