Genere: A/U
Rating: NC-17
Nota: C'è una storia di Dylan Dog che si chiama Gnut e che mi ha sempre fatto pensare ad Hana e Ru... quindi l'ho presa e l'ho adattata a Slam Dunk^____^ 
In effetti è così uguale che, a parte Hana e Ru, non si vede la differenza, però ricordate: Noi fic writer non copiamo, CITIAMO!!! 
Disclaimer: Hana e Ru appartengono uno all'altro ed entrambi ad Inoue, mentre Snip e Gnut sono proprietà di Tiziano Sclavi, a cui, ahimè, appartiene anche la trama della storia a cui, per ovvi motivi, ho modificato il finale... Appassionati di Dylan Dog, perdonatemi se potete...
Dediche: Auguri Ise, un milione di questi giorni!!!!!!!!!! Ti voglio un'infinità di bene!!! 

 

Gnut

di Seimei


Casa di Hanamichi Sakuragi ore 16:17

In effetti ad Hanamichi era già venuto in mente che quello fosse un pomeriggio un po' strano.
Soprattutto per il fatto che stava cercando di rimontare il canestro da appendere sul garage e l'operazione gli stava riuscendo alla perfezione.
Cosa che non era mai successa prima.
Poi, all'improvviso, entrò Yohei.

"Ehi Hana"
"Cosa?"
"Mi ha seguito fin qua. Posso tenerlo?"

/Ok che Yohei è un po' fuori di testa, ok che è una giornata così, ma che mi sta a significare sta frase? Che cavolo di animale mi ha portato in casa?/ pensò, mentre si voltava, pronto a dirgliene quattro.
Ma il suo cuore si fermò, congelando il suo sguardo.
Dietro il suo migliore amico c'era un ragazzo.
Ma non un ragazzo qualsiasi.
Era alto, quasi quanto lui, con folti capelli neri, setosi, lucidi e due occhi così blu che facevano quasi soggezione.
La sua pelle diafana riluceva sotto i raggi del sole che penetravano dalla finestra, posandosi quieti sul viso rilassato.
Indossava un paio di jeans a vita bassa, una normalissima camicia nera, i primi due bottoni aperti, e una catenina al collo, di cuoio nero, chiusa con una piccola fibbia lucente.
Hanamichi stava per morire.

Si avvicinò alla creatura e balbettò qualcosa che suonava come "Piacere io sono Hanamichi Sakuragi"
"Kaede Rukawa" mormorò la creatura, e la sua voce era calda e profonda e trapanava il cervello del rossino facendolo sentire bene come non lo era mai stato.

Kaede alzò gli occhi, lo guardò fisso e si avvicinò.
E poi il bacio.



Stazione di Shibuya ore 16:17

"Gnut"
Era alto, molto alto.
Ed era grosso, estremamente grosso.
La sua pelle era color della cenere e attorno a lui aleggiava un odore di paura e sangue.
Non era bello a vedersi.
Proprio no.
I suoi capelli neri e crespi crescevano solo sulla sua nuca, e la cima della sua testa era un monte brullo e solitario.
Anche all'interno.
I suoi occhi erano sporgenti, cerchiati di nero, e iride e pupilla formavano un unico lago nero iniettato di strisce di rosso carminio.
Il naso, lungo e bitorzoluto, ricordava quello delle streghe che spaventano i bambini, mentre una fila di sporgenti denti da squalo coronava la sua bocca dalle labbra sottili e scure, come il veleno che contengono.
La sua schiena era ampia e foruncolosa, le sue ascelle pelose ed evidentemente imbarazzate.
Appoggiato su una delle ampie spalle riposava il legnoso bastone di un'ascia, la cui lama svettava nel cielo, a pochi centimetri dalla grossa testa dell'essere.
Lui era Gnut.
E stava salendo sul treno.
Prese posto, un posto qualsiasi, in uno scompartimento qualsiasi.
L'altro passeggero quasi non lo notò, incredibile non credete?
Ma nulla è incredibile quando si parla di Gnut.
L'uomo di fronte a lui alzò lo sguardo e si portò una sigaretta alle labbra.
"Le dispiace se fumo?"
"Gnut" rispose la creatura, e la lama rilucette nell'aria, fendendo i capelli dell'uomo, incidendo la pelle, rompendo la scatola cranica, trapassando il cervello e spezzando il teschio in due parti uguali.
"Sì, credo di sì" disse l'uomo a metà, mentre il treno proseguiva la sua corsa.




Casa di Hanamichi Sakuragi 16:20

Kaede gli aveva messo le braccia attorno al collo, e la sua lingua si era insinuata fra le labbra sorprese del rossino, che non potè fare altro che allacciare le proprie mani dietro la schiena di quel sogno e rispondere al suo bacio.

Yohei sbuffò e si voltò, andandosene.
"Non vale, l'avevo trovata io!" mormorò, chiudendosi la porta dietro le spalle.

Il cervello di Hanamichi si era sconnesso.
Da un bel po' anche.

Tutti i suoi sensi erano concentrati su quel corpo meraviglioso che si trovava fra le sue braccia, su quella lingua che sinuosa si muoveva fra le sue labbra, su quell'angelo piovuto dal cielo che, lentamente, lo stava conducendo verso il letto della sua stanza.

Sakuragi lo fece stendere dolcemente sul lenzuolo colorato, salendo su di lui, in preda ad un'eccitazione così forte che mai ne aveva provata una tale.

Le sue mani vagavano inquiete su quel corpo niveo, spogliandolo un poco alla volta, mentre quelle grandi e bianche del suo amante compievano su di lui lo stesso lavoro.

In breve furono nudi e avvinghiati, le virilità che si cercavano, le bocche che si prendevano, un coro d sensi e gemiti che esplosero dalla gola di Kaede, quando le labbra di Hanamichi si chiusero sul suo membro gonfio e teso, che altro non aspettava se non di entrare in quella cavità calda e piena d'ardore.

I fianchi della creatura spingevano contro le sue labbra, e Hanamichi credette di stare per impazzire.
Non si era mai trovato in una simile situazione, ma poteva tranquillamente dire di essersi innamorato di Kaede fin dal primo istante in cui l'aveva visto.
Gli si era come insinuato nel cervello, facendovi una breccia tale da risultare irreversibile.

Le pompate del rossino si fecero piano piano più forti, più veloci, e i movimenti delle anche di Kaede più sostenuti, mentre i gemiti si spandevano nell'aria, impregnandola di tensione e calore.
Una spinta e un urlo, un'altra spinta e un grido e poi un fiotto caldo di sperma si sparse per la gola di Sakuragi, che inghiottì avido quel succo dolceamaro, assaporandone la delicatezza speziata sulla punta della lingua.

Kaede cadde spossato sulle lenzuola, mentre le labbra ancora umide di Hanamichi percorrevano linee geometriche sul suo petto ansante.

E non era ancora finita.
La virilità di Hanamichi chiedeva soddisfazione e Kaede contribuì ad aumentare la sua urgenza.

Con mosse quasi feline il moro si mosse lascivo fra le lenzuola sfatte, sollevando le gambe e prendendosi le natiche fra le mani, guardando Sakuragi con sguardo bruciante.
Il cervello di Hanamichi subì l'ennesima scossa.
E le sue parti intime presero il comando della sua ragione.

Non si curò nemmeno di prepararlo.
Non ce ne era bisogno.
Quel ragazzo sembrava pronto da sempre, come se il suo corpo fosse stato creato apposta per soddisfare il suo, come se Dio lo avesse plasmato e costruito con il solo scopo di farlo amare da lui.

Ed Hanamichi entrò in Kaede.
Spinse piano, per non fargli troppo male, ma il corpo della creatura lo accolse con grazia, facendolo scivolare fra le sue pieghe morbide, provocandogli un intenso brivido di puro piacere.

Il rossino spinse con garbo, finchè le mani diafane del suo angelo non gli artigliarono le natiche, facendolo penetrare completamente in lui.
E per lui fu come aprire la porta del Paradiso.

Sentì una sensazione sconosciuta farsi strada dentro di lui, un calore celestiale, un potere magico che lo invadeva esaltando i suoi sensi, accompagnandolo verso il fine ultimo, in un coro di sensazioni ed emozioni uniche.
Ogni fibra del suo corpo era collegata a quelle di Rukawa, che si contorceva e gemeva seguendo ogni suo movimento, assecondando ogni suo volere, cambiando posizione esattamente quando lui ne sentiva il bisogno.
Esseri creati per divenire complementari, esseri uniti nel momento supremo che fa urlare e gemere e piangere di piacere stretti al corpo della persona che hai appena scoperto di amare più della tua stessa vita.

Si lasciarono cadere entrambi, i petti ansimanti gli occhi lucidi di amore e passione.

"Ti amo Kaede, sei un sogno" mormorò Hanamichi, mentre le sue palpebre si chiudevano sui suoi occhi felici.
"Anche tu" rispose Kaede, mentre il sonno lo coglieva stretto fra le braccia di quel nuovo amante.




Stazione di Kanagawa ore 17:22

"Gnut"
E Gnut scese dal treno.
Subito gli si fece incontro un ragazzo strano, con i capelli rasati, un gilet tempestato da strane medaglie e jeans infilati in lucidi anfibi militari.
"Benvenuto a Londra fratello! Non avresti qualche spicciolo da darmi?"
La mano artigliata e bitorzoluta di Gnut scattò verso la mascella del giovane, i cui denti schizzarono fuori dalla bocca, spargendosi al terreno sporchi di sangue.
E Gnut riprese il suo cammino.

"Gnut!" disse salendo su un taxi.
"La porto subito a destinazione" rispose il conducente, dirigendosi verso una casa in cui un ragazzo sedeva pensieroso al tavolo della sua cucina.


Casa di Hanamichi Sakuragi ore 17:35

"Kaede sta dormendo... Mio Dio è stato bellissimo... ma c'è qualcosa che non quadra, come se mancasse ancora qualcosa in questo dannato pomeriggio"

Le sue mani correvano veloci sulla rete del canestro, ma non si accorsero di aver lasciato da parte un piccolo filo, che ora penzolava molle da un lato, compromettendo la riuscita dell'inserimento della rete.

"Guarda che hai lasciato fuori un pezzo , Baka!!!"
"Ah grazi..."

Ed Hanamichi urlò.

Davanti a lui, seduto comodamente sulla sua scrivania, stava uno strano aggeggio verde, dalla forma vagamente umanoide, con un grosso ventre tondo e piccole gambe magre e ossute.
Indossava un cappellino rosso sdrucito, una casacca viola tutta sfilacciata, pantaloncini blu inguinali e delle strane babbucce a punta.
A punta erano anche le due grosse orecchie che fuoriuscivano da sotto il cappello, rendendo ancora più ampio il già di per sè enorme sorriso, che occupava metà del volto di quello strano essere.

"Tze! se ti spaventi per Snip quando vedi Gnut cosa fai? Ti suicidi?"

Hanamichi strabuzzò gli occhi, mentre la sua mente formulava delle spiegazioni plausibili a ciò che gli stava succedendo.

/Allucinazione? Sogno ad occhi aperti? Esaurimento nervoso? Sostanze strane nell'acqua?/
Il suo sguardo era sgomento.

"S-Snip? E saresti tu? M-ma c-come hai fatto ad entrare?"

Snip roteò gli occhi e sbuffò piano dalle narici.
"Non sono entrato Baka!" rispose alquanto seccato "io sono qui da sempre, fin da quando questo posto era..."

La stanza iniziò a mutare.
Alberi giganteschi crebbero dalle piastrelle, l'erba e il muschio ricoprirono il pavimento e le pareti, mentre grosse liane correvano tra un ramo e l'altro, circondando grandi fiori sconosciuti, dal profumo intenso e dai colori sgargianti.
Hanamichi sentì il sottobosco diventare sempre più rigoglioso proprio sotto i suoi piedi, mentre un'edera dispettosa si faceva strada su una sua gamba, lasciandolo di stucco.

"... una foresta" completò la frase Snip, attendendo l'inevitabile reazione del rossino.

"Ok, QUINTALI di sostanze strane nell'acqua" convenne Sakuragi con se stesso.

Snip, nel frattempo, aveva continuato a parlare.

"Ma non ci siamo ancora presentati! E pensare che conviviamo da anni! Il tuo nome lo so, il mio invece è Snip e sono un elfo di seconda categoria"

Un elfo di seconda, spiegò la creatura, ha poteri limitati e al massimo può fare trucchetti scemi come quello della foresta. 

"Ed è per questo che mi serve il tuo aiuto!"
"Il mio aiuto?"




Casa di Hanamichi Sakuragi - esterno, ore 17:43

Un taxi si fermò proprio davanti alla porta.
"Ecco siamo arrivati" disse il taxista "sono 2100 yen" 
La mano pelosa di Gnut scattò in avanti e un coltello arrugginito si infilò diretto nell'occhio destro del conducente, estraendolo dalla sua sede.
L'essere ripose il coltello nella sua cintura e scese dall'auto.
Il tassista ripartì, pensando che quel signore era stato molto maleducato, nemmeno gli avesse chiesto un occhio della testa.




Casa di Hanamichi Sakuragi - interno ore 17:44

"Come il mio aiuto?"

Snip ghignò.
"Oh, devi solo fermare Gnut, una cosetta da niente... ti posso pagare... questo basta come anticipo?"

Snip lanciò un oggetto grosso e lucente fra le mani di Hanamichi, che osservò la cosa con aria stupita.

"Ma è un diamante! E grosso come un uovo!"

L'elfo di seconda roteò gli occhi.

"Sì sì, è un diamante, ma a te non basta vero? Va bhe, ci aggiungo anche l'uovo!"
E il rosso del tuorlo andò ad aggiungersi ai già rossi capelli di Hanamichi che, in quel momento, aveva tutto tranne un'espressione intelligente.

Il campanello interruppe l'assurda conversazione.

"Hana apro io" urlò Yohei, borbottando qualcosa sul cervello dei poliziotti che è grande come una pallina da ping-pong solo perchè gonfio.

Hana lo guardò sbalordito.
"Ehm... Yohei... non hai notato niente???"

Snip saltò la cavallina su un fungo gigante e, ghignando, spiegò che solo Hanamichi poteva vedere la foresta e che a Yohei tutto sembrava ordinario.
Se Mito avesse visto Gnut, probabilmente, lo avrebbe scambiato per un tipo qualunque.

Yohei entrò nella stanza, mentre l'accetta di Gnut entrava nella sua testa.
"Hana, c'è qui un tipo qualunque" disse il ragazzo, prima di accasciarsi a terra, morente.

"Che ti avevo detto?" disse Snip, mentre l'urlo straziato di Hana invadeva la stanza.

Gnut era entrato nel salott.. pardon, nella foresta e si era gettato su Hana, accorso vicino a Mito.

"Penso io a lui. Tu pensa a Lui!!" intimò Snip, facendogli segno di stare attento alle mosse del mostro.

Un odore nauseabondo invase le narici di Sakuragi, che vacillò sotto il fendente della possente ascia di Gnut.

"Ma perchè attacca me? Credevo che cercasse te!!!" disse Hanamichi in preda al panico, ma Snip si limitò a storcere il naso, dicendo che lui non aveva mai detto di essere la preda del gigante bavoso.

L'elfo di seconda si accucciò accanto a Mito e una piccola lacrima scese dai suoi grandi occhi dorati.
"Egli morse, morette, morù... insomma... è morto!"

Intanto i pensieri di Mito prendevano consistenza sopra di lui, e si poteva leggere chiaramente una scena poco casta e poco pura riguardante lui e un altro ragazzo che Hanamichi conosceva bene.

"Yohei!!!" disse in tono di rimprovero, ricordandosi solo poi che l'amico era morto.

"Insomma Snip!!! Io non ti ho detto che ti avrei aiutato quindi digli di smetterla capito???? Io non voglio avere niente a che fare con questa storia!!!" urlò il rosso contro l'energumeno dalla pelle grigiastra, che parve non aver sentito le sue parole.
Gnut continuava a menar fendenti con l'ascia, tagliando rami, spezzando liane, nella spasmodica ricerca della testa di Hanamichi da mozzare.

"Ma insomma! Sei ancora più baka di quel che pensassi, e guarda che pensavo un bel po'!!!!!!" disse Snip, appollaiato al sicuro su un ramo alto.

Gnut continuava a colpire e Hanamichi a difendersi, ma poi il rossino finì la pazienza, non che ne avesse mai avuta molta, e decise di reagire.
Pessimo errore.

"Ma porca... brutto cesso con le gambe, adesso mi hai stufato!!!" urlò Hanamichi bloccando il bastone dell'ascia ma, ahimè, lasciando scoperto il petto.
Ratto come la folgore Gnut prese dalla cintura il coltello ancora sporco del sangue del tassista e lo infilò dritto nel petto di Sakuragi che, barcollando, si accasciò a terra.

"Non è possibile" mormorò.
Poi chiuse gli occhi per sempre.

Snip si incazzò, e si avvicinò al corpo del ragazzo, urlando come un pazzo.
"Basta, non mi servi più! Brutto baka! Restituiscimi il diamante e anche l'uovo, devo riportarlo alla gallina. Vogliono fare una corsa per stabilire chi arriva prima!"

Ma Hanamichi non poteva sentirlo.
E non poteva farlo perché aveva la testa occupata da un certo pensiero.
E se lui pensava voleva dire solo una cosa: che non era morto.
O forse che i morti potevano pensare.
Poi gli venne in mente una cosa.
Quando gli succedevano cose assurde nella realtà lui prendeva tutte le cose reali e le metteva da parte, lasciando che fosse l'assurdo a dominare.
Ma se si applicava lo stesso processo nell'assurdo... bhe... mettendo da parte l'assurdo restava solo la realtà, e nella realtà sia lui che Mito non erano affatto morti
Quindi quello era stato solo uno...

le palpebre si sollevarono

...stupido...

gli occhi si spalancarono

...sogno...

"BINGO!!!!!" ululò Snip saltellando 
"Complimenti baka che non sei altro! Hai vinto il premio per la soluzione più banale! Un diamante grosso come un uovo..." 
che gli arrivò dritto fra le mani
"E l'uovo"
Che gli cadde dritto sulla testa, restituendogli quella meravigliosa espressione deficiente che tanto piaceva a Snip.

Mito si rialzò, massaggiandosi la testa, e Hana stava per andare a chiedergli spiegazioni sull'immagine peccaminosa che aveva visto quando un urlo lo distolse dal suo pensare.

"KAEDE!!!!!!!!!" 

Hanamichi corse verso la camera da letto, districandosi fra le liane e il sottobosco, cercando di raggiungere Kaede il prima possibile.

Gnut era sopra di lui, il suo corpo viscido a contatto con quello morbido e setoso del ragazzo, la sua lingua bavosa premuta sul suo ventre.

"Ecco perchè ti ho chiesto aiuto, baka! Per salvare lui!!!"

Hana si scagliò su di lui, spostando quell'enorme massa di lardo e schifezze dall'uomo che amava.

"Gnut!!!" disse Gnut.
"Razza di baldracca traditrice" tradusse Snip.
"Che intende dire?" chiese Hana, mentre cercava di non essere ucciso di nuovo.
"Gnut è convinto che Kaede sia il suo sposo... ma non è così"
"E credo bene! Lui è mio, capito bestione? MIO!!!!!"

Ma Gnut non volle capire.
Continuava a menare l'ascia come se fosse un bastone da majorette, ma con un calcio Hanamichi ne spezzò il manico, facendola cadere per terra.
Gnut prese il coltello, ma nemmeno quello fu efficace.

"Forza, razza di essere viscido, informe e puzzolente, a mani nude io, te e quella tua bava verdastra!!! Fatti sotto"

Gnut caricò il destro, ma Hanamichi fu più veloce.
Gli diede una delle sue famose testate, e Gnut, per la prima vota da che era nato, vacillò e cadde.

Questo diede al rossino alcuni secondi per riflettere.
Cosa doveva fare?
Poi le parole di una fatina gli tornarono alla mente.
"Se non credi alle fate queste muoiono"

Bhe, quella cosa non era una fata, ma era parte della specie.
O almeno sperava.

Gnut si rialzò barcollando, pronto ad affrontare di nuovo la persona che gli aveva osato soffiare Kaede.

"Gnut!" urlò, ma Hanamichi non fece nulla.
Si limitò a voltargli le spalle.
"Gnut!" ripeté, ma il rossino non lo vedeva.
"Gnut! Gnut! Gnut!!!!!" imprecò, ma ormai era tardi.
Nessuno credeva più in lui, tutti si erano voltati e lo avevano dimenticato.

"Gnut!" mormorò, per poi disgregarsi in un mare di marciume e cattiveria, da cui fantasmi crudeli lanciavano urla dannate, e nel quale galleggiavano ossa e membra putrefatte.
Poi, in un sonoro plop, quella schifezza scomparve insieme alla foresta, a Kaede e al sogno.
Perchè al sonno, e al sogno, segue sempre il risveglio.




Mondo delle fate, ore 27:98

Sotto un grande ciliegio, su un letto di petali rosati, un giovane dalla pelle diafana aprì piano gli occhi, e si mise seduto, stiracchiando le braccia.

"Buongiorno Snip" mormorò con voce calda.

Da sopra i suoi glutei spuntava una lunga e folta coda argentata e fra i suoi capelli c'erano due piccole orecchie appuntite dello stesso colore, ma dall'interno rosa come una gomma profumata.

"Buongiorno re delle volpi" rispose il piccolo Snip, facendo un lieve inchino.

"Ho fatto uno strano sogno sai Snip?" disse il Re, alzandosi e rivelando il suo corpo nudo e magnifico, esponendolo ai raggi magici del sole di quel mondo.

"E cos'avete sognato maestà?"
"Ho sognato che trovavo la persona per me, laggiù, nel mondo degli uomini, ma che Gnut veniva a riprendermi perchè era ancora convinto che io ero solo suo. Ma tu hai convinto la persona per me a salvarmi, ricordandole che bisogna sempre credere nei sogni, ma solo in quelli belli..."

Snip sorrise, e una lacrima cadde lungo la sua guancia rugosa.

"Ma non era un sogno, maestà" disse, mentre, strizzando un occhio, rimandava il re delle volpi in quel mondo umano che tanto amava, esattamente fra le braccia della persona giusta per lui.


- Owari -

Sei: Miiiii che copiona che sono -.-
Hana&Kae: E' vero!! Sei una copiona!!!
Sei: Sì ma... uff -.- Vabbè... copiature a parte, direi che è il momento giusto per urlare questo^___________^

HanaRuSei: AUGURI ISEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!! e miliardi di questi giorni!!!! Ti voglio troppo bene^*^
Seimei


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