Gli scherzi del destino

parte II

di Yuki-chan


Ed siamo di nuovo qua. Anche se sono passati tre mesi, i miei cari compagni non avranno perso il loro vizio di prendermi in giro e come al solito cominceranno già da oggi. Va bene lo stesso, tanto ci sono abituato ormai! Mi sono abituato anche al fatto che pure i professori m i trattano diversamente, come se avessi la lebbra o non so quale altra malattia infettiva. Tanto ormai non mi importa perché io vengo qui solo per studiare, la mia vera vita è fuori da questo schifoso edificio,lontano dai professori e dai miei compagni.

Salire le scale è una vera tortura infatti la mia classe è all’ultimo piano e quando finalmente arrivo noto con dispiacere che i miei compagni sono già arrivati. Prendo posto nel banco che non è occupato da nessuno che si trova in prima fila,ma che è vicino la finestra (almeno una cosa positiva, così appena mi annoierò mi distrarrò guardando fuori dalla finestra). Prendo lo zaino e mi siedo e subito entra il professore di storia Bellucci! Che palle…se nell’orario abbiamo lui a prima ora possiamo cominciare a spararci dato che è una vera noia e rovinerà tutta la giornata. Si siede e dopo aver fatto l’appello, comincia la lezione. Si guarda intorno e forse sperava che io non ci fossi, ma, per sua sfortuna, io sono di nuovo in questa classe quest’anno. Forse dentro di sé sperava che cambiassi classe, ma evidentemente si sbagliava. Finalmente,dopo essere stato bocciato una volta al liceo classico, mi trovo bene al liceo scientifico, e non ho la minima intenzione di cambiare indirizzo di studi per lui, o per gli altri professori, o per i miei compagni.

Dopo dieci minuti di lezione bussano alla porta: spero proprio per chi ha bussato che sia qualcosa di importante perché altrimenti Bellucci si vendicherà. Per fortuna è il preside e il professore , in segno di rispetto, si alza e tutti i miei compagni, come dei cagnolini,lo imitano. Io non ho intenzione di alzarmi: perché dovrei salutare qualcuno che mi evita e mi tratta come se fossi un marziano?

Ma appena il preside entra,noto che non è solo, c’è un ragazzo che dovrebbe avere più o meno la mia età. Deve essere nuovo, perché non l’ho mai visto da queste parti. E’ molto carino, ha i capelli e gli occhi scuri. Se ho sentito bene si chiama Michele. Il professore lo invita a sedersi e lui osserva il posto vuoto accanto a me. Per la prima volta desidero che qualcuno si sieda accanto a me, ma lui sceglie il posto vicino a Stella. Non posso biasimarlo, Stella è molto carina ed è normale che un ragazzo cerchi di conoscerla. Per un attimo mi ero illuso che mi osservasse e volesse conoscermi; ma come pensavo era solo un illusione.

La lezione di storia è più noiosa del solito: forse il pensiero che quel ragazzo potesse mettersi vicino a me mi ha dato alla testa. Ma che volevo? Che si sedesse accanto a me e si innamorasse? E’ solo un’utopia, non accadrà mai che qualcuno in questa classe si sieda accanto a me.

Finita la lezione prendo il mio lettore cd e osservo il nuovo arrivato di nascosto: è molto ricercato da tutti i miei compagni ma a un certo punto, chissà per quale motivo, si allontana. Forse perché i miei compagni si sono messi a ridere anche se non so per quale motivo.

Lo vedo tornare a posto e vedo anche che Stella, l’unica che non rideva oltre lui, gli si avvicina e gli parla.

A quella vista mi viene nostalgia, quante ne abbiamo passate con Stella. Quanto mi manca la sua amicizia, le sue telefonate, le sue risate. Purtroppo quando i miei compagni sono venuti a sapere della mia omosessualità l’ho dovuta allontanare; non volevo che la prendessero in giro come fanno con me.

Anche se questa scelta mi ha fatto molto soffrire.

Prendo il lettore cd e lo spengo.

E’ appena entrato il prof di matematica.